[Caccia] Foresta errante

Presidio Orientale, Istvàn
Mercato cittadino

Uriel passeggiava tra le strade della capitale orientale assorto in chissà quale pensiero. Aveva passato l'intera mattinata a Palanthas, a sistemare libri e pergamene talmente antiche e fragili che temeva di sbriciolarle solo con lo sguardo. Quando era nel suo mondo - molti anni or sono - si ricordò di aver trovato un rotolo di pergamena in un'ala poco frequentata della biblioteca. In qualche modo smosse la polvere dello scaffale, e con un sonoro starnuto la pergamena in questione finì col diventare parte delle pulizie di primavera di cui necessitava quel luogo. Fortunatamente non si trattava di nulla di importante, ma il Semidio non ebbe mai il coraggio di dirlo a qualcuno.
Sbuffò, cacciando via quel pensiero imbarazzante.

Improvvisamente, con la coda dell'occhio vide qualcosa che attirò la sua attenzione. Si avvicinò alla bacheca, curiosando tra le richieste. Non che gli interessasse esattamente qualcosa; voleva solamente dare un'occhiata. Ma quando il suo sguardo si fermò su un determinato annuncio, la sua curiosità cominciò ad accendersi sempre più. La richiesta in sé non c'entrava nulla, non gli interessava la fama o la gloria; ciò che lo incuriosiva invece, era il forte impulso magico che ne impregnava la carta. Chiunque avesse scritto quel messaggio, non poteva che essere una persona potente. Ci pensò un attimo su, e dopo aver realizzato di avere la giornata libera, firmò.

Presidio Orientale, Fanedell
Rovine

Raggiungere quel luogo non fu poi così difficile. La mappa che era comparsa sull'annuncio dopo aver apposto la propria firma si rivelò piuttosto dettagliata; quindi, al Semidio bastò aprire un portale per la foresta di Fanedell per accorciare le distanze. Come topo di biblioteca, camminare per lunghe tratte lo stancava, e non voleva certo arrivare esausto ancor prima di cominciare.

La radura in cui si trovava era un bel posto: ombreggiato, misterioso, tranquillo. Inspirò profondamente l'aria fresca e pulita, e un sentore di terriccio gli riempì le narici. Il rumore ambientale era minimo, ed era esattamente ciò che si poteva aspettare da una radura; il fruscìo delle foglie e lo scrosciare di un ruscello facevano da padroni in quel beato silenzio.
Si sedette su una delle rocce disposte a croce, guardandosi intorno mentre attendeva che giungesse qualcuno a fornirgli istruzioni.

« Speriamo di non essere troppo in anticipo. »
pensò. Forse giungere lì con un portale non era stata un'idea così saggia.

Se non altro, il panorama era bello.

Presidio Orientale, Fanedell
Rovine

«Uriel, il Saggio della via di Dharma.»

Le orecchie del Semidio si drizzarono quando udirono che qualcuno aveva appena chiamato il suo nome. Voltandosi quasi di scatto verso sinistra in cerca del suo interlocutore, il Saggio riconobbe immediatamente il vecchio Ismael, avendone già sentito la voce a Palanthas non molto tempo addietro. Ma gli altri due ragazzi, chi erano?

«E' un piacere incontrarvi.»
proseguì, mostrando uno sguardo stupito che Uriel rimandò di riflesso.
« Signor Ismael. Il piacere è mio. »
ricambiò il saluto.

I suoi occhi si spostarono prima sulla ragazza e poi sul ragazzo. In apparenza, i due avrebbero potuto pensare di avere la stessa età del Saggio, ma ciò non poteva essere più lontano dalla verità, in quanto la sua età superava del doppio anche quella di Ismael. Da una rapida occhiata, avevano l'aria di essere guerrieri prontamente addestrati, e questo innescò in Uriel un senso di malessere che cercò subito di scacciare; chissà quante ne avevano passate quand'erano più giovani.

«Loro sono Hafiz e Mukhtar... non nascondo che sono loro il vero motivo per cui anche io mi trovo qui.»

Fece un breve cenno col capo in segno di saluto, dopodiché si alzò dalla sua postazione e si avvicinò al gruppetto.
Dunque anche loro si trovano qui perché hanno firmato uno dei tanti annunci esposti nelle bacheche di Istvàn.
Portò avanti la mano destra, e la porse al Viaggiatore-del-Mondo affinché la stringesse prima lui, poi gli altri.

« Allora vorrà dire che lavoreremo insieme. »
aggiunse con un sorriso tranquillizzante stampato in volto.
« Mi assicurerò che nessuno di voi si faccia troppo male. »

Presidio Orientale, Fanedell
Rovine

«Con lei al nostro fianco, mi sento molto più sicuro.»

Una volta terminati i convenevoli, le pergamene che entrambi possedevano cominciarono a vibrare di potere arcano e a fluttuare nell'etere. Come se un'entità invisibile le avesse afferrate, queste si strapparono in tanti piccoli pezzi che si posizionarono a tracciare un pentacolo e -una volta che ebbero presero fuoco all'improvviso- aprirono un portale. Un demone alato di medie dimensioni si palesò loro, una pergamena ben stretta tra i suoi artigli affilati.
Il Semidio si fece scuro in volto.

Bene, bene, non perdiamo tempo!
Il tempo è denaro dice il nostro Padrone, quindi non possiamo perderne, è chiaro?

Il demonietto cominciò a parlare sputando parole come un torrente in piena, ed Uriel ascoltò con attenzione ciò che aveva da dire, mantenendo per tutta la durata della spiegazione uno sguardo decisamente torvo. Come aveva potuto firmare un contratto con qualcuno che controllava i demoni? Era pur sempre vero che durante la sua permanenza su Endlos aveva imparato a essere più flessibile riguardo i demoni, avendone conosciuti alcuni che poteva definire tranquillamente come alleati, ma la vista di un essere demoniaco lo metteva sempre sull'attenti.

Le cose semplici sono noiose, però, nemmeno un cavillo su cui cavillare sul contratto, per capirici...cioè...va bhè, non divaghiamo...la creatura si annida nella parte Nord della foresta, portate con voi questo piccolo gingillo che vi aiuterà a trovarla: è una semplice sfera nera, quando una nebbia rossa la colora vuol dire che vi state avvicinando, più diventa rossa e più siete vicini.
Chiaro? Io sono sempre chiarissimo, quindi deve essere così!
Riprenderò la sfera alla fine della vostra battuta di caccia
continuò, lanciando al Semidio una sfera che afferrò al volo.
Avete domande? Ora o mai più!
domandò infine.

Cercando di mantenere un atteggiamento neutrale (con scarsi risultati), Uriel fece un passo verso l'imp e prese la parola.

« Si, io ho una domanda. »
esordì, la faccia ancora imbronciata
« Dopo aver ucciso la creatura, saremo liberi dal contratto, dico bene? Niente trucchi. »

Una domanda banale ma pressoché inutile; anche se il demone avesse dato la propria parola, di certo il Saggio non gli avrebbe mai creduto fino in fondo. Di certo però, per quanto false potessero essere le sue parole, sentire una conferma da parte sua avrebbe almeno alleviato la tensione di sentirsi vincolato ad un ipotetico altro contratto.

Presidio Orientale, Fanedell
Rovine

Ovvio che si! Il contratto che avete siglato venendo qui vi lega alla creatura di cui siete diventati i cacciatori.
[...]
Chiaro no?

Uriel accennò col capo in segno di assenso. Se quel che diceva il demone era vero, non aveva bisogno di preoccuparsi di nulla, una volta terminato l'incarico.

Lor Signori, ci rivedremo a caccia conclusa, spero vivamente di ritrovarvi vivi, sarebbe un peccato perdere così valenti pedine.
Ricordate, verso Nord e controllate la biglia.

Spiegando le ali da pipistrello, il demonietto cominciò a svolazzare e dopo una breve dritta girò i tacchi, abbandonando definitivamente il gruppetto a sé stesso.
Così, il Semidio decise di non perdere tempo e voltandosi verso Ismael si accertò sul suo stato emotivo.

« Andiamo? »
gli chiese gentilmente, nonostante un leggero broncio che potrebbe confondere

Solo quando il vecchio si sarebbe sentito pronto Uriel avrebbe cominciato a dirigersi verso Nord a guidare il gruppo, la sfera che il demone gli aveva appena dato ben stretta nel palmo della mano.