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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

Quell'umano la stava intrattenendo già da diverso tempo. Dalla sua posizione riparata, dietro una radura di cespugli, la draghessa osservava quel monaco mentre meditava. Era completamente immobile, inginocchiata e seduta sui talloni, la sua forma umana che risplendeva di bellezza soprannaturale non vista da alcuno. I capelli fiammeggianti ricadevano su spalle e schiena, e incorniciavano un viso grazioso e dolce, con i suoi tratti caratteristici da drago impressi nei suoi occhi dorati e luminosi. Una tiara gemmata teneva i capelli sulla fronte, e nascondeva la radice di due paia di lunghe corna d'ebano, decorate con bracciali dorati e altri monili. Vestiva comodamente, con un corpetto che copriva i seni e lasciava scoperte le spalle e il bacino, guanti e stivali di pelle rossa e pantaloni scuri. Respirava silenziosamente, gli occhi socchiusi, anch'essa in meditazione. Mentre lui la dedicava al raggiungimento di qualche illuminazione, lei voleva semplicemente ammirare i suoi atletismo e costanza nella pratica. Non aveva fretta di essere percepita, era paziente.

Sospirò lentamente, portando una mano a coprirsi le labbra, dischiuse appena. Si trovava nel presidio occidentale già da parecchi giorni, e lo stava esplorando in cerca di quella conoscenza perduta di cui aveva sentito parlare da alcuni viaggiatori. Una scienza antica dimorava nel presidio, qualcosa che non reggeva il confronto con la tecnologia più arretrata del suo mondo, e lei voleva vederla e farla sua. Scoprire faceva parte della sua natura, e Endlos le stava dando la possibilità di imparare molte più cose di quante ne avrebbe potuto scoprire nella sua vecchia Valle, nella sua pacifica - ma ripetitiva - tranquillità. Infine decise di mostrarsi. Diede un leggero colpo di tosse, giusto per palesare la sua presenza. Incredibile come persino un suono gutturale come quello potesse sembrare aggraziato. L'eventuale reazione dell'umano sarebbe stata anch'essa motivo di studio, ovviamente, e profonda e scrupolosa osservazione.

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> Forma alternativa [Passiva]
Uno dei doni che gli dei hanno fatto al nobile drago è quello di poter assumere una forma simile a quella dei suoi sudditi, in modo da poter girare in mezzo a loro. La sua nuova forma ricorda alcune delle sue qualità draconiche a causa delle corna e degli occhi dorati, che rimangono tali e quali, anche se adeguati alle nuove dimensioni, ma per il resto Ryn appare come un'elfa dal corpo femminile e giovane, con una voce suadente e melodiosa.

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Code originali by Hitsuga e _Maffy_.

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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

C'era una certa grazia nei movimenti di quell'umano, un modo sinuoso di flettere il corpo che a Rynne piacque assai. Si gustò quei movimenti rituali con occhio interessato finché non terminò in posizione eretta. Solo a quel punto le rivolse la parola, e a quel punto la draghessa gli rispose, con la voce suadente e mielosa: «Il mio nome è Rynnelthalas, e come dici tu sono un'osservatrice.»
Sorrise, concentrando i suoi occhi luminosi sul monaco.
«Sei un teologo, dunque? Un esperto di divinità? Conosci quindi gli aspetti della natura, che governano sull'equilibrio del mondo?»
Lo stuzzicò, per mettere alla prova la sua conoscenza. Trovava difficile che un abitante di Endlos, seppur fosse un naufrago, sapesse del suo mondo, della sua Valle. Ma non lasciava nulla di incompiuto e non detto, in fondo gli endlossiani erano gente dalle molte risorse, come stava imparando mano a mano che esplorava quel mondo.
«Sono in viaggio per i presidi, per conoscere la natura e le qualità dei popoli di Endlos. Il mio scopo è la conoscenza, e dunque il giudizio. Cosa puoi dirmi di te, Ego il Teologo, e di ciò che stavi facendo prima che mi palesassi? Sarei lieta di conoscerti meglio.»
Senza peli sulla lingua, mostrava subito le proprie intenzioni priva di vergogna, interessata e curiosa sotto ogni aspetto nei confronti di quegli individui che catturavano la sua attenzione.

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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

L'umano non seppe rispondere alla sua domanda, ma ripiegò su una conoscenza simile, che Rynnelthalas ascoltò con interesse, nonostante tutto. E quel suo modo di meditare era assai peculiare.
«Un'immobile danza» esclamò la draghessa, usando un po' di retorica. Si sollevò in piedi e si avvicinò a quell'altro con passi lenti e cadenzati, abbandonando il riparo dei cespugli. Il suo sguardo era tutto per lui, occhi dorati e luminosi, accesi di curiosità.
«Sei un religioso, dunque, oltre che un conoscitore di pratiche divine. Componi odi agli dei. È una pia pratica, che avvicina l'anima umana alla sua forma superiore. E dimmi, a che punto sei del tuo processo di ispirazione? La meditazione ha schiarito la tua mente e il tuo cuore? O nutri dei dubbi? Rivelami i tuoi pensieri, se ciò ti aggrada, così che possa darti un consiglio. Non ho mai composto un ode agli dei» e come avrebbe potuto pensarci, essendo lei stessa una dea? «ma sono sicura di poter parlare a loro nome, dovessi trovare la tua composizione degna di lode. Oppure, se vuoi riprendere la tua meditazione, sarò lieta di osservarti, mentre insegui la luce che tanto brami.»
Sorrise con dolcezza, un'increspatura delle labbra appena accennata. Portò le mani sul grembo, una nell'altra, e attese con pazienza una risposta.

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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

«La vostra attività è nobile, la approvo!»
I suoi occhi si socchiusero in un'espressione accigliata, sentendo parole che la toccarono nel profondo. Cosa poteva essere successo al Presidio Occidentale da causare una perdita di equilibrio? Non aveva ancora una conoscenza di Endlos tale da poter rispondere a una domanda del genere senza avere informazioni più dettagliate, ma la questione la incuriosì.
«L'equilibrio è una cosa troppo importante. Io lo so molto bene. Viaggio già da qualche settimana e ho notato che ogni presidio ha i suoi problemi, eppure per la prima volta trovo qualcuno che mi parla di una rottura dell'equilibrio vera e propria. Ne voglio sapere di più.»
Per un attimo si dimenticò di essere una perfetta sconosciuta e parlò con autorità. Il suo tono fu poco meno di un ordine, ma sarebbe potuto sembrarlo. Si avvicinò all'umano, si inginocchiò e si sedette sui talloni, posando le mani sul grembo.
«Ti prego, siediti vicino a me. Non solo mi fa piacere ascoltare, ma ti aiuterò come posso.»
E difatti ascoltò il suo componimento con grande attenzione. Lei non era una poetessa, e nemmeno un'invocatrice, ma quelle parole le diedero ispirazione. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla fantasia. E poi intonò un canto con tono dolce e suadente, scandendo bene le parole, accompagnandole con una vocalizzazione pura e cristallina.
«Abbiamo peccato e chiediamo perdono
confidando nella vostra misericordia!
Oh, divinità di sopra e di sotto
custodi del legame antico
fonti di amore e sapienza!
Ascoltate la nostra preghiera
e degnateci dei vostri doni!
Ancora una volta
saggiate il nostro cuore
e lo troverete sincero!
Adoranti preghiamo il vostro ritorno,
imploranti chiediamo protezione!
Accettate con benevolenza
la nostra preghiera
e saremo nuovamente uniti,
mortali e divini, nei secoli a venire!»
Il suo canto cessò in un sussurro. Mantenne gli occhi chiusi e inspirò profondamente, lasciando entrare l'aria pungente.

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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

Rynne annuì con palese assenso.
«Il mio canto è tuo, da usare come desideri. L'ho composto per te e per la tua missione. L'equilibrio è importante e il mio scopo è quello di preservarlo, laddove possibile. Fanne buon uso, e che gli dei siano benevoli con gli abitanti di questo presidio.»
Sospirò, puntando il cielo, chiedendosi cosa fossero quei puntini luminosi simili a stelle.
«Il mio obiettivo è quello di conoscere Endlos in ogni sua sfumatura, così che possa capire qual è il mio ruolo in questo mondo. Sono una custode dell'equilibrio, ma questo non è il luogo a cui appartengo, non ancora. La natura, qui, è particolare. Selvaggia, instabile, mutevole. L'equilibrio è retto dalla volontà di pochi individui. Un giorno li conoscerò e porrò loro delle domande, e in base a quello che mi diranno, capirò cosa posso fare perché tutto torni in una situazione di stabilità.»
Fissò il monaco con occhi luminescenti, portando una mano ad accarezzarsi le labbra.
«Il mondo, ogni mondo, merita equilibrio, stabilità, crescita. La vita deve andare avanti incontrastata. E la morte deve sopraggiungere quando è necessario, affinché nuova vita possa germogliare. Dimmi, perché questa tecnologia ha causato così tanto scompiglio? L'uomo ha deciso di abbracciarla e si è dimenticato dei suoi doveri verso gli dei? E perché la società è caduta nell'estremismo? Una forza del genere può prosperare solo se preceduta da una grave crisi, che ne autorizza l'avvento. Il disordine ha sempre una causa, dopotutto. Una goccia d'acqua può essere il preludio di una tempesta.»
Le mani tornano sul grembo.
«E mi rattrista sapere che queste persone hanno dovuto soffrire tanto a causa di questa tempesta. Mi auguro che tu e l'amico che ti accompagna possiate contribuire a riportare pace a queste terre.»

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Rynnelthalas

Narrato - «Parlato»

Chiuse gli occhi, dando l'impressione di essere assolutamente concentrata. Le parole del teologo si susseguirono lentamente, e la donna le immagazzinava con cura, creando numerosi scomparti nella sua mente.
«Se il Caos rappresenta l'equilibrio di questo mondo, dovrò farmene una ragione. Ma se posso cambiare le cose, farò di tutto per cambiarle.»
Non aggiunse altro a quel concetto, perché in realtà non c'era molto altro da aggiungere. Era convinta di ciò che diceva, che pur poteva sembrare folle alle orecchie dell'umano, ma per lei che viveva da più di duemila anni il tempo non rappresentava un problema. Aveva l'eternità per cambiare Endlos. Se davvero bastava la volontà per plasmare il mondo, avrebbe fortificato la sua, con il tempo, fino ad ottenere il potere necessario.
«Questa tecnologia di cui parli sembra molto pericolosa. Come tutte le cose, un grande potere non deve essere messo in mano alle persone sbagliate. Serve qualcuno che si faccia garante dell'equilibrio e dispensi saggezza, aiuto e protezione a chi ne ha bisogno. Gli umani non possono fare da sé, sono troppo deboli e avventati. Come possono affidarsi a sé stessi, senza l'ausilio delle divinità, questo va oltre la mia comprensione. Vedo solo una grande arroganza in questo atteggiamento. Per fortuna ci sono uomini come te, che risplendono nelle vecchie tradizioni.»
Rimase immobile, a fissare il monaco come se volesse carpire ogni segreto dalla sua anima.
«Grazie per le tue parole, mi hai spiegato molte cose. Per ricompensarti, resterò a farti compagnia mentre intoni le tue lodi agli dei, e mi unirò alle preghiere dei villici.»
E così avrebbe fatto, unendosi al teologo per tutto il tempo necessario.

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