Iniziando a vivere il presente

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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    1aN2UyuCaro padre,

    sono giunta a Istvàn da qualche giorno. Il viaggio è stato relativamente tranquillo, ho condiviso la strada persino con Lancelot Du Lac e, durante parte una piccola avventura nei boschi del Fenadell, conosciuto perfino una Fata! Ma questa storia te la racconterò da vicino, quando verrai a trovarmi.
    Mi sono presa un paio di giorni per familiarizzare con la città, la quale è veramente grande e più di una volta ho rischiato di perdermi tra le sue strade, fortunatamente ho conosciuto molte brave persone che mi hanno aiutata, tra cui una donna gentile dal nome di Medea: vorrei chiederti di ospitarla, se passa dalle nostre parti, mi ha aiutata ad allenarmi e vorrei ripagarla.
    In ogni caso, oggi andrò alla caserma dei Cavalieri Celesti, per arruolarmi. Oggi è il giorno d'inizio della mia nuova vita.
    Spero che mi veniate a trovare presto!

    Sempre vostra
    Elysandra


    Ely poggiò finalmente la penna sul tavolo per poi rilassarsi sulla sedia, tirando un lungo sospiro. Si prospettava una lunga giornata, una delle più importarti della sua vita, e iniziava a percepire quel piccolo tocco di ansia e inquietudine che non davano propriamente fastidio, ma non erano nemmeno troppo deboli da essere ignorati. La giovane Lyvellin non potè fare a meno di chiedersi se quello che stava facendo fosse la cosa giusta.
    La sua mente vagò nei ricordi, rivivendo quelle esperienze passate, quei momenti che portarono Elysandra a percorrere il cammino che aveva scelto e che stava per iniziare.
    Si diede quindi un paio di piccoli schiaffetti per riprendersi e per svegliare la faccia ancora intontita dal sonno, dopodichè piegò accuratamente la lettera, l'avrebbe consegnata al primo messaggero che avrebbe trovato.
    Era arrivato il momento di vestire l'armatura.
    La ragazza si alzò lentamente da quella sedia di legno per dirigersi verso il letto, sul quale era dispiegato tutto il suo armamentario, che non era certamente poco: vestirsi da sole un'armatura significava perdere un mucchio di tempo, ma non abitava più a casa sua, quindi avrebbe dovuto abituarsi.
    Elysandra si vestì lentamente, assicurandosi che ogni pezzo fosse messo perfettamente, non poteva certo rischiare che durante un ipotetico test di allenamento le si slacciasse qualcosa, sarebbe stato oltremodo imbarazzante. Dopo essersi messa tutti quei pezzi metallici, allacciò il fodero di Alabastre alla vita e poi afferrò lo scudo con la sinistra.
    Uscita dalla sua stanza, la prima cosa che fece fu consegnare la lettera ad uno dei messaggeri che si trovavano nella locanda, poi ordinò una colazione semplice e leggera, in modo da essere perfettamente pronta in caso di uno scontro.
    Dalle informazioni che aveva raccolto nei giorni scorsi, la caserma dei Cavalieri Celesti non era troppo distante da dove aveva appena pernottato, doveva solo andare al mercato di Epartis e poi... beh, le avevano detto che era impossibile non capire quale fosse la Caserma, quindi era abbastanza tranquilla nel non perdersi da quelle parti.
    Quando la Lyvellin decise di lasciare, finalmente, la taverna, era ancora mattina presto e le strade non erano propriamente affollate, anche se quel silenzio mattutino non faceva altro che ampliare il cigolio e il cozzare dell'armatura che portava, quindi la bionda iniziò a muoversi nel modo più ordinato possibile, sperando di non far troppo rumore.
    Arrivata al mercato, la ragazza non potè non notare l'enorme edificio squadrato che si ritrovò davanti, che riusciva a incanalare tutta la fierezza e tutta l'imponenza dei Cavalieri Celesti. E poi assomigliava, per certi versi, alla sua residenza, anche se era immensamente più piccola.
    Dopo essere rimasta lì impalata per qualche minuto, Elysandra scosse la testa e si mosse, a passo deciso, verso l'atrio di ingresso, con il cuore che iniziava a scalpitare.
    E se l'esterno era un qualcosa di imponente e maestoso, l'interno non era da meno.
    Una grandissima sala, raffinata ed elaborata, al cui centro vi era una statua che rappresentava un guerriero con spada e scudo davanti ad un libro. Guardandosi in giro, la giovane Ely si avvicinò a quella statua per poterla esaminare da più vicino, chiedendosi cosa rappresentasse.

     
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    Piena di buoni propositi verso il prossimo futuro che hai deciso di abbracciare, e ben determinata a dar prova del tuo valore come Spada al servizio dell'Est, raggiungi le porte di Taldor e ne varchi l'ingresso; già all'esterno hai potuto ammirarne le rigorose architetture geometriche e solide, ma -con il piacere curioso che suscita la novità- puoi subito constatare che anche il vestivolo interno conserva lo spirito solenne di quell'imponente edificio.

    L’atrio che ti accoglie è un ambiente fresco e illuminato da una luce algida e pura, che si riversa in particolar modo dal lucernario sul soffitto, avvolgendo la statua di marmo che decora il centro della sala -e che ti sei soffermata ad osservare- come una sorta di riflettore naturale: sembrerebbe proprio un monumento che rende onore alle gesta dei cavalieri del passato... o magari una rappresentazione allegorica della cavalleria stessa, chissà?

    Nella quiete che regna in quell'androne, puoi prenderti il tuo tempo per fare la turista indisturbata: nonostante sia ormai mattinata inoltrata, quella zona sembra piuttosto solitaria; anzi, a dirla tutta, in giro non c’è quasi nessuno. E dico quasi, perché non appena decidi che è venuto il momento di muoverti per raggiungere l'Ufficio dove firmare per arruolarti, ti ritrovi a sbattere contro il petto di qualcuno.

    Un qualcuno molto alto, piuttosto robusto, e che sembra comparso dal nulla.
    E come se già questi tre elementi non bastassero a renderlo minaccioso, un brivido ti corre lungo la schiena quando sollevi le iridi verdi per fissare il suo volto: un viso tondo, morbido e sorridente... ma, allora, perché è così inquietante...?

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    « Buongiorno, Signorina: posso aiutarla? »


    Tecniche Passive

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    Non importa quanto tu sia forte...

    Non importa chi tu sia, se l'ultimo degli abitanti sulla faccia di Endlos o un Alfiere in persona. Ciò che è Ivan va oltre le classi sociali o la potenza di un individuo, perchè in fondo nulla basta a superare ciò che custodisce. In lui v'è una malvagità incondizionata, tremenda e logorante, una concentrazione così massiccia che chiunque l'avvertirebbe, anche il più stolto o il più potente. In termini gdr, la sua aura malvagia sarà percepita -e temuta- anche da chi possiede anti-malie. [5 pt.]


    ... avrai sempre paura di lui...

    Ivan è alto, massiccio, forte e totalmente pazzo; è in grado di provare una malvagità incondizionata e senza pari, accresciuta e resa ancora più inquietante da sporadici episodi in cui gli cade -letteralmente- il cuore, causando sorrisi imbarazzati nel giovane, forse stufo nel doverlo raccogliere ogni volta. È molto probabilmente che sia una rappresentazione del dolore subito nel tempo, spettatore di guerre e tragedie consumate nel sangue. E per quanto quel particolare non sia una conferma del suo essere "senza cuore", di sicuro aggrava la visione che tutti hanno di lui, e cioè che fa davvero paura. In termini gdr si tratta di una vera e propria aura di terrore, potente al punto che i più codardi temono anche solo di pronunciarne il nome in sua assenza. [5 pt.]


    ...perchè lui è più forte di te...

    La sua altezza considerevole e la sua corporatura massiccia sono il sintomo più evidente di una forza fuori la norma; senza bisogno di alcun tipo di allenamenti, il giovane russo ha ereditato dal suo patrimonio genetico una forza sovrumana, che spesso usa crudelmente sui suoi sottoposti; ma questa è un'altra storia... In termini grd, Ivan gode di un bonus passivo del 50% sull'attributo "forza".[5 pt.]

    ...e non basteranno maledizioni o scongiuri...

    Dentro Ivan c'è il male, tanto male ammassato, rivoltato e ristagnante, così tanta cattiveria, malvagità e sadismo che le maledizioni lanciate su di lui sono ben poca cosa. L'aura da lui emanata è così malvagia, così cattiva che non solo non subisce danni, ma rivolta contro la sua crudeltà, provocando spesso la rottura o -addirittura- l'esplosione di oggetti maledetti al suo solo contatto, o alla sola vicinanza.[Img. 5 pt.]


    ...quasi fosse il Diavolo.

    C'è anche da dire che su di lui girino tante leggende. Si sussurra che qualora si evochi il Diavolo o si compiano efferati riti di stregoneria o semplice -ma mai banale- magia oscura, v'è una discreta possibilità che dall'ipotetico pentacolo spunti la sua testa sorridente che, con i soliti modi garbati, domanda all'evocatore se per caso l'ha chiamato. Ma, infondo, sono solo leggende metropolitane... no?!?!?! [5 pt.]


    © Drusilia Galanodel

     
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    1aN2UyuElysandra era sempre più meravigliata di quel posto, e pensare che avrebbe trascorso lì molti dei suoi giorni la rendevano decisamente eccitata: non vedeva l'ora di iniziare!
    La ragazza passò qualche altro minuto nell'osservare quel posto e quella statua, avrebbe voluto davvero osservarla e studiarla meglio, ma non era il momento giusto, d'altronde non c'era nessuno che potesse spiegarle qualcosa.
    Quindi era arrivato il momento di cercare l'Ufficio di reclutamento! Guardandosi in giro notò diversi corridoi che portavano chissà dove, Ely iniziò a grattarsi la nuca, come faceva di solito quando era indecisa e non sapeva che fare.
    Magari cercando meglio in giro...
    «Ouch!»
    Appena si voltò andò a sbattere contro qualcosa, anche se era certa di non avere oggetti alle spalle, quindi era molto più probabile che fosse andata a sbattere contro qualcuno.
    «Chiedo ve...» iniziò a dire alzando gli occhi per vedere contro chi aveva sbattuto «...nia.»
    « Buongiorno, Signorina: posso aiutarla? »
    La persona che Elysandra si ritrovò davanti non era un uomo, era una specie di GIGANTE muscolosissimo con una faccia paffuta, sorridente, gentile e... terribilmente inquietante.
    Troppo inquietante, eppure aveva una faccia così simpatica!
    Ely lo fissò per qualche istante, stranulata, per poi scuotere la testa e schiarirsi la gola.
    «Io sono Elysandra Lyvellin, vorrei arruolarmi nei Cavalieri Celesti.» la guerriera tentò di reggere lo sguardo di quello strano tipo, non voleva dare l'impressione di essere una fifona.
    Ma perchè era così inquietante, quel tipo? Ispirava malvagità pura...

     
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    «Chiedo ve... ...nia.»

    Lasciandoti sfuggire un piccolo “Ouch!” ti volti per fronteggiare la persona contro cui sei andata a sbattere per errore (probabilmente nemmeno tuo), eppure nel piegare indietro il collo per trovare -una generosa manciata di centimetri più in alto- il suo viso, la voce ti muore in gola per un momento... ma, alla fine, trova comunque il coraggio di portare a conclusione quanto cominciato.

    In ogni caso, rimanendo a fissarlo con aria un po' agghiacciata -chiedendoti comprensibilmente come potesse una faccia così tonda e gioviale risultare tanto sinistra-, ascolti le poche parole dal forte accento nordico con cui ti saluta e ti offre assistenza, impiegando appena qualche secondo per replicare con prontezza... come avessi davanti una persona normale.

    «Io sono Elysandra Lyvellin, vorrei arruolarmi nei Cavalieri Celesti.»

    Alla tua risposta , il gigante ti squadra per un momento -per forza di cose- dall'alto in basso con aria sorpresa, poi reclina la testona color platino da una parte, chiude gli occhi blu e ti sorride in una maniera che farebbe quasi tenerezza... se ciò che le tue iridi verdi vedono non andasse così violentemente in contrasto con le sensazioni che il tuo sesto senso percepisce.

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    « Che bella idea...! Servono molti soldati per proteggere i girasoli di Lady Kalia...! »

    ...Girasoli?. La cosa ti lascia forse un pochino perplessa, ma se da una parte percepisci la genuinità della sua innocenza, hai la netta impressione che a qualsiasi buontempone risulterebbe sconsigliabilissimo ridere di quell'uscita così infantile – perché quell'energumeno sembra proprio il tipo di persona capace di stritolare crani come acini d'uva per molto meno. E sempre col sorriso sul suo volto bonario.

    « Andiamo a firmare i moduli. »

    Ti volta le spalle, e -senza assicurarsi che tu lo stia seguendo- prosegue con passo tranquillo verso la cattedra che occupa la parte opposta all'ingresso; non appena l'impiegato (?) si allontana un poco, percepisci la tensione allentarsi, e anche se potresti accarezzare l'idea di approfittare dell'occasione del dileguarti, non è per battere in ritirata alla prima difficoltà che hai lasciato il castello di tuo padre, così ti fai coraggio e lo segui.

    Quando il ragazzone si siede dietro alla scrivania -smettendo di torreggiare in altezza su di te-, e distoglie lo sguardo dalla tua persona per prelevare un foglio di carta da un cassetto, il tuo nervosismo percepisce un vago sollievo, e il modulo precompilato -da completare con i tuoi dati personali- che l'altro posa sul ripiano dello scrittoio, e che ti porge insieme ad una curiosa penna che non sembra necessitare di calamaio, ti fornisce la perfetta scappatoia per concentrarti su qualcosa che non sia la sua presenza opprimente.

    « Oh... non mi sono presentato.
    Sono Ivan Braginski: sono il Segretario della Caserma. »

    dice d'un tratto, notando di non averti detto il suo nome; poi aggiunge
    « Che cosa sai fare? Quali sono le tue specialità in battaglia? »

     
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    1aN2Uyu L'omone che Ely aveva davanti a sè chinò la testa di lato per poi sorridere genuinamente, da come si comportava sembrava davvero la persona più calma e tranquilla di questo mondo, ma...
    « Che bella idea...! Servono molti soldati per proteggere i girasoli di Lady Kalia...! »
    Ely alzò un sopracciglio, era un po' confusa dalle parole dell'uomo: girasoli? Lei si stava arruolando in un esercito, non in una corporazione di giardinieri. Magari era solo un suo modo di dire, e visto che aveva una faccia buona e un'aura inquietante, la giovane Lyvellin non faticò a credere che l'omone davanti a sè avesse un modo tutto suo di parlare.
    Anche perché, intendiamoci: chi oserebbe correggerlo? Con quell'accento nordico, poi.
    « Andiamo a firmare i moduli. » aggiunse poi, voltandosi e incamminandosi verso la scrivania che si trovava al lato opposto della sala. Ely annuì, anche se non riuscì a nascondere del tutto quell'incertezza che quel tipo aveva trasmesso.
    La Lyvellin seguì l'impiegato e attese, pazientemente, che quest'ultimo trovasse il modulo necessario per l'arruolamento, si sedette poi comodamente sulla sedia che si trovava vicino alla scrivania, poggiando lo scudo vicino a quest'ultima.
    « Oh... non mi sono presentato.
    Sono Ivan Braginski: sono il Segretario della Caserma. »

    Sentire nuovamente la sua voce e i suoi occhi addosso fecero correre un brivido sulla schiena della bionda che, tuttavia, tentò di ignorare per concentrarsi sul pezzo di foglio che aveva preso il gigante.
    «Emh, piacere di conoscerla!» rispose semplicemente la ragazza, guardando Ivan per un solo attimo e facendogli un sorriso sfuggente.
    Non riusciva a trovarlo meno inquientante.
    « Che cosa sai fare? Quali sono le tue specialità in battaglia? »
    La ragazza aveva appena finito di scrivere le sue generalità sul foglio, avrebbe voluto continuare ma non sarebbe stato cortese non rispondere, quindi alzò la testa dal foglio «Beh, combatto con spada e scudo, anche se il mio stile di combattimento si basa più sull'agilità che sulla forza bruta. Posso usare e manipolare la Luce e posso usare la magia per guarire alcune ferite.» finito di elencare le sue capacità, Elysandra si concentrò nuovamente su quei moduli, usando quel calamo speciale che non aveva bisogno di inchiostro.
    Scritto tutto, sospirò e avvicinò il foglio a Ivan.
    «Quindi... adesso come funziona?» chiese al segretario della Caserma, deglutendo.

     
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    Un poco perplessa, segui il gigante fino alla sua scrivania, e -senza farti troppe domande- ti siedi sulla poltroncina a disposizione dei visitatori per compilare con grafia agile il modulo che ti ha fornito.

    Quando l'omone si presenta, sospendi l'operazione per rispondergli con la formula di rito -“Piacere di conoscerla!”-, e riesci persino a rivolgergli un sorriso cordiale; poi, arriva la domanda riguardante le tue abilità, a cui replichi prontamente e con precisione.

    «Beh, combatto con spada e scudo, anche se il mio stile di combattimento si basa più sull'agilità che sulla forza bruta. Posso usare e manipolare la Luce e posso usare la magia per guarire alcune ferite.»

    « Bene. Molto bene. »

    Non ti soffermi a vedere Ivan annuire alle tue parole, anche perché puoi immaginarlo sorridere pacioso ed inquietante; a dirla tutta, faticherai a togliertelo dalla testa; in ogni caso... una volta terminato di compilare il foglio, ce l'hai anche tu una domanda per lui.

    «Quindi... adesso come funziona?»

    « Oh, ora il documento verrà trasmesso alla Cancelleria dell'Alfiere per formalizzare l'atto; tu invece puoi prendere possesso del tuo posto nel dormitorio della Caserma. »
    asserisce il Segretario, alzandosi di nuovo per farti strada
    « Dopo di quello, verrai sottoposta a una visita medica dalle Vesti Blu di Palanthas, e -dopo ancora- sarai chiamata a dar dimostrazione delle tue capacità guerriere in un duello simulato per capire a quale stadio di addestramento destinarti.

    La visita medica, se vuoi, puoi farla in giornata. »

     
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    1aN2Uyu Compilare quel modulo non fu difficile, né particolarmente lungo, doverlo fare sotto gli occhi di Ivan, però, rese il tutto più "pesante".
    « Oh, ora il documento verrà trasmesso alla Cancelleria dell'Alfiere per formalizzare l'atto; tu invece puoi prendere possesso del tuo posto nel dormitorio della Caserma. » disse poi alzandosi, rispondendo alla mia domanda.
    « Dopo di quello, verrai sottoposta a una visita medica dalle Vesti Blu di Palanthas, e -dopo ancora- sarai chiamata a dar dimostrazione delle tue capacità guerriere in un duello simulato per capire a quale stadio di addestramento destinarti.

    La visita medica, se vuoi, puoi farla in giornata. »


    Ottimo! Quindi in teoria aveva quasi finito, più o meno: il duello dimostrativo era una cosa che aveva messo in conto, ma c'era sempre quella punticina di ansia che dava fastidio.
    «Quindi adesso facciamo la visita medica o vado prima a prendere le mie cose dalla taverna per... trasferirmi?» disse di getto, alzandosi anche lei dalla sedia e seguendo quel segretario che, anche se inquietante, era, in quel momento, l'unica persona che poteva dirle cosa dovesse fare.

     
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    «Quindi adesso facciamo la visita medica...»
    chiese di getto la fanciulla bionda, già scattando in piedi
    «...o vado prima a prendere le mie cose dalla taverna per... trasferirmi?»

    Continuando a sorridere con la solita espressione che esteriormente sembrava incarnare la vera quintessenza del candore e della spensieratezza -quasi avesse una paresi facciale-, e interiormente trasmetteva un gelido ed inquietante disagio, il Segretario riaprì il cassetto alla sua destra e vi frugò senza fretta, alla ricerca di qualcosa; quando lo ebbe trovato, si levò a sua volta proprio posto allo scrittoio, lasciando il cartello “TORNO SUBITO ^J^ ” (sì, con tanto di faccina) in bella vista al centro del ripiano.

    « Visto che sei qui, forse sarebbe meglio fare prima la visita medica. »
    replicò, aggirando la scrivania e immettendosi a grandi passi nel corridoio di destra
    « Dopotutto, se il dottore trovasse qualche problema per causa del quale tu dovessi essere riformata, portare qui le tue cose sarebbe una faticata inutile. »

    Così mentre lo segui lungo l'andito, non puoi che dar ragione al tuo istinto: perché il simpatico faccione da bambino sorridente di Ivan conferma la serena e spassionata innocenza di quel commento... ma i bambini sanno anche essere inconsapevolmente crudeli. E non sei affatto curiosa di scoprire quanto possa esserlo lui!

     
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