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    Pentauron, Argenstella
    Villa abbandonata


    Tre figure incappucciate camminavano lentamente lungo uno dei tanti corridoi di marmo, calpestando il tappeto rosso che lo ricopriva per tre quarti lungo tutta la sua lunghezza. Osservavano ogni singola cosa gli capitasse a tiro: il mobilio, i tendaggi, le luci, il soffitto a volta impreziosito di affreschi. A intralciare loro il percorso, diversi frammenti di vetro provenienti da alcune finestre infrante, vari cocci e travi di legno appartenenti a sedie o cornici sfasciate. Una volta dovettero perfino passare sopra all'anta di una porta scardinata.
    Insomma, una villa abbandonata in piena regola.

    « Che cosa ci facciamo qui, in questa villa dismessa? »
    domandò la figura più a destra con fare curioso e un po' stizzito, mentre per poco non inciampava su una piccola trave.
    « Il Semidio si trova qui? »
    La figura all'estrema sinistra sbuffò sonoramente.
    « Ti pare che il Semidio possa trovarsi qui, brutta stupida? »
    la rimbeccò subito in malo-modo.
    « Brutta stupida io? Brutta stupida tu! »
    rispose di rimando. Le labbra della figura di sinistra si piegarono in un sorriso divertito, per nulla offesa.
    « Sei solo un'invidiosetta del caz-... »

    Le parole le morirono in gola quando il figuro centrale le afferrò il collo. Esercitò una pressione sufficiente da non soffocarla, quel tanto che bastava a farla stare zitta. Si abbassò infine il cappuccio, ed ella poté vedere quelle profonde iridi dorate fissarla con un leggero astio. Non era uno sguardo imbronciato, ma la ragazza si spaventò comunque, perché sapeva bene che il suo padrone dimostrava la rabbia in ben altri modi.

    XGf6p

    « Ariel, Miranda, smettetela subito. »
    le ammonì l'albino, stringendo un po' più forte la mano intorno al collo di Ariel.
    « ... Si ... p... adrone... »
    rispose, mentre Miranda si limitò a restare in silenzio. Poco dopo, l'albino lasciò la presa.
    « Piuttosto, perché non siete rimaste a Fanedell con gli altri? »

    Rimasero sul corridoio, senza aver ancora visitato alcuna stanza. Il loro padrone aveva deciso di fermarsi per disquisire, e le ragazze lo avrebbero imitato senza discutere. Dopotutto, non sapevano ancora per quale motivo fossero lì, e vagare senza meta per l'edificio non sarebbe servito a nulla.

    « Non volevamo lasciarla da solo.
    Nonostante Fanedell mi sembri un luogo familiare, mi annoio a gironzolare senza uno scopo. »

    rispose Miranda, facendo spallucce.
    « Ah, io odio Fanedell. Sono stanca di dormire all'aperto!
    Oberon e Titania possono anche trovarsi a loro agio, ma io non ne posso più. »

    si lamentò subito l'altra, subendo un'occhiataccia dai due.

    Normalmente si sarebbe presa l'ennesima strigliata da parte di Ruxiel, ma stranamente questo fece un sorriso che la inquietò non poco. C'era solo un'altra cosa di lui che la preoccupava quasi di più nel vederlo adirato; ossia il vederlo sorridere. Quando sorrideva, era certa che nella sua testa stava pensando a qualche cosa che lo divertiva, un qualche piano lungimirante per raggiungere i suoi scopi.

    « Infatti. Stiamo cercando casa. »
    Entrambe rimasero interdette. Cos'aveva detto?
    « Come vi sembra questa? »
    domandò, agitando le braccia nel riferirsi all'intera struttura.
    « AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH CHE BELLO! ♥ »
    gridò entusiasta facendo un saltello.
    « Ma, perché? »
    chiese Miranda, ancora dubbiosa sulle motivazioni che lo spingevano fino al Pentauron.
    « Diciamo che ho dei grandi progetti per questo posto. »
    sorrise sornione.



    Edited by _Maffy_ - 8/3/2018, 17:50
     
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    Muovendo con impazienza il piede in un tic nervoso, la signorina dai ricci voluminosi si ravviò i capelli, si lisciò la giacca rossa dell'Agenzia, controllò che il cartellino identificativo fosse dritto e leggibile, e gettò l'ennesima occhiata all'orologio da polso; constatare che non fossero passati neppure tre minuti da quando aveva compiuto quella stessa sequenza di operazioni l'ultima volta le suscitò un sospiro sconfortato e insofferente.

    Poi, però, le soggiunse pensiero che -essendo arrivata in largo anticipo- avrebbe forse fatto meglio a dare un'occhiata all'interno della Villa prima che il potenziale acquirente si presentasse all'appuntamento; dopotutto, l'immobile era stato sgomberato in fretta e (soprattutto) furia non più tardi di una settimana prima, e di questo gli arredi recavano probabilmente ancora i segni: sarebbe stato lungimirante sapere già cosa aspettarsi di trovare una volta che sarebbe stata in compagnia e cosa promettere al candidato compratore per indurlo a soprassedere sul disordine.

    Non sarebbe stato così complicato -si disse-, perché se da una parte la posizione della Villa risultava ottimale per chiunque avesse incombenze di studio o lavoro, il quartiere ricco e ben frequentato fosse qualcosa di cui potersi vantare, e la svalutazione che ne aveva abbassato il prezzo potesse far gola a molti, c'era anche da considerare che... beh, non tutti avrebbero potuto apprezzare o accettare l'idea di abitare in un posto che era stato teatro di una tragedia.
    O presunto tale.

    Con un profondo respiro, la giovane Agente Immobiliare ricalibrò il peso della borsa sulla spalla, strinse al petto la cartellina con il fascicolo relativo alla dimora, e aprì una delle ante della doppia porta che metteva in comunicazione il colonnato affacciato sul giardino e il monumentale atrio di ingresso; ancora in buone condizioni dato il recente abbandono, il battente si schiuse senza nessun cigolio da casa stregata, eppure...

    Il cuore della povera impiegata saltò un battito quando le iridi color nocciola si posarono sui tre figuri, che sostavano all'imboccatura del corridoio che si immetteva nell'ala est: il fatto che due di essi avessero un cappuccio nero calato sul capo non fece che impensierirla ancora di più, ma...

    « AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH CHE BELLO! ♥ »
    « Ma, perché? »
    « Diciamo che ho dei grandi progetti per questo posto. »

    L'urletto infantile ed entusiasta di uno (probabilmente, una) dei tre contribuì a smorzare ls sua angoscia, mentre le parole del terzo -un giovanotto a volto scoperto- mitigarono all'istante il suo sospetto. E... naturalmente... il fatto che avesse una faccia tutto sommato pulita e affidabile, e pure decisamente affascinante )il che non guastava mai), le fece quasi sperare che fosse proprio lui l'acquirente interessato all'acquisto con cui aveva un appuntamento!

    Certo, non sapeva come o perché fosse entrato da solo nella proprietà, ma... avrebbe almeno fatto il tentativo di rivolgergli la parola, prima di saltare a conclusioni avventate.

    « Ehm... buongiorno. »
    salutò, schiarendosi la voce, salutando con garbo e abbozzando un sorriso
    « Siete i Signori interessati alla villa? »

    E se le cose si mettevano male, poteva sempre girare i tacchi e scappare a gambe levate.

     
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    « Ehm... buongiorno. »
    disse una voce alle loro spalle. Immediatamente, il trio si girò.
    « Siete i Signori interessati alla villa? »

    Ruxiel fu il primo a muovere i propri passi verso la signorina. Le ragazze lo seguirono subito a ruota; i loro cappotti di pelle, che gli scendevano fino agli stivali quasi fosse una tunica - se non fosse per lo spacco centrale a rivelare un paio di pantaloni - ondeggiavano lungo le estremità inferiori. Il tutto rigorosamente nero.
    Difficile dire per l'Agente Immobiliare cosa fosse più inquietante, se il fatto di non riuscire a vedere completamente il volto celato di due su tre presenti, oppure lo sguardo profondo del giovane e affascinante albino che non le staccava gli occhi di dosso, talmente penetrante che la sensazione di essere scrutata fin negli abissi della sua anima non lasciava quasi dubbio che fosse realtà.

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    « Siamo proprio noi. »
    le rispose dopo aver ridotto sufficientemente le distanze.

    Con occhio indagatore la guardò da cima a fondo, volendo in qualche modo accertarsi non si trattasse di qualcuno intento a ingannarlo. Tuttavia, la ragazza non le pareva affatto un pericolo, anzi. Notò una certa agitazione in lei, e questo non faceva che rassicurare sempre più Ruxiel; non era che un semplice Agente Immobiliare intenta a fare il suo lavoro e con il forte desiderio di concludere in fretta quell'affare.
    Piegò le labbra in un mezzo sorriso.

    « Allora... »
    gettò un rapido sguardo alla targhetta che portava sopra la giacca rossa indicante il suo nome: Paula.
    « ... Paula. Mi dica, che cos'ha da offrire questa graziosa villa? »

     
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    « Siamo proprio noi. »

    In risposta al suo saluto e alla sua domanda, il giovanotto albino le si fece incontro, e... per quanto sarebbe stato ingiusto -e vagamente paranoico- definirlo anche solo lontanamente minaccioso, Paula dovette ammettere di trovarlo sottilmente sinistro; come se una parte di lei percepisse a livello inconscio l'esistenza di qualcosa di oscuro al di là della sua serafica facciata angelo tenebroso.

    Naturalmente, il fatto che le due imperscrutabili figure ammantate di nero -più basse e minute di lui- lo seguissero dappresso non costituiva un elemento utile per rilassarsi e sentirsi a proprio agio, ma... l'Agenzia l'aveva assunta relativamente da poco, lei ci teneva a quel lavoro e a dimostrare le sue capacità, e perciò si impegnò per ignorare quell'istinto ingiustificato e concentrarsi sul suo vero obiettivo: comportarsi in modo professionale, e portare a casa il risultato.

    « Allora... Paula. »
    scrutandola con occhi aurei, intensi e penetranti, l'albino parlò di nuovo
    « Mi dica, che cos'ha da offrire questa graziosa villa? »

    « M-ma certo..! Sono qui apposta per questo, Signor...? »

    Sfoggiando un sorriso un po' nervoso e un po' timido -uno di quelli facili da scusare- la signorina fece una pausa, aspettando che l'altro colmasse il vuoto con il proprio nome; poi, facendo per guardarsi intorno per riordinare le idee, distolse lo sguardo da quel viso affascinante e trasse un respiro profondo per calmarsi e riprendere le redini della situazione.

    « Come avrete avuto modo di notare dalle linee delle architetture esterne, Villa Garnet è un edificio di stile coloniale, di costruzione relativamente recente: fu fatto erigere da Sir Steven Wellington in occasione della riabilitazione urbanistica di circa un secolo fa, che seguì la scoperta e l'espansione dei bacini minerari di Argenstella. »
    con tono colloquiale, iniziò l'introduzione della location in cui si trovavano
    « A mezza strada tra il centro storico -dove sorge la Torre Tourmaline, che svetta sopra i tetti delle case-, e la periferia -in cui hanno sede i centri di estrazione-, la Villa permette una comoda partecipazione alla vita mondana della città -perché, sapete, Argenstella è famosa per mercatini, fiere ed altre attività culturali, e... dicevo: permette di partecipare alla vita mondana, ma anche di raggiungere facilmente qualunque altro posto di interesse -come i principali Uffici o Musei-, naturalmente conservando intatta la propria privacy. »
    adesso che era calata nella propria mansione, cominciò ad acquisire più sicurezza
    « Villa Garnet è dotata di un ampio giardino sul retro, che è l'ideale se avete animali o bambini, o se amate organizzare feste durante la bella stagione; tralasciando l'atrio in cui ci troviamo, conta una ventina di stanze nei tre piani in cui si sviluppa: quattro nell'ala est e quattro nell'ala ovest, per il pian terreno e il primo piano... il piano interrato, invece non è stato ancora ri-mappato dagli ultimi lavori di ristrutturazione. »

    Voltandosi ad abbracciare i visitatori in una sola occhiata, sorrise loro con più naturalezza:
    ora che era alle prese con una situazione a lei familiare, la donna riccia sembra più vivace e spigliata.

    « Immagino vogliate fare un giro dell'immobile: da dove cominciamo? »



    Edited by - Destino - - 10/3/2018, 19:18
     
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    « M-ma certo..! Sono qui apposta per questo, Signor...? »
    domandò timidamente la ragazza.
    « ... Ruxiel. »
    rispose in modo asciutto il ragazzo, decidendo volutamente di mantenere l'anonimato delle ragazze.
    « Io sono Ariel! Piacere! ♥ »
    chiosò subito Ariel, agitando la mano per salutare.

    Ecco, appunto.
    Ad ogni modo, l'Agente Immobiliare pareva finalmente pronta a fornire una descrizione dell'edificio; ancora un po' nervosa dalle presenze che le si ponevano davanti, si assentò con lo sguardo per rimirare la zona e con un profondo respiro cacciò via ogni sorta di nervosismo per entrare in un mood il più professionale possibile.
    Nel frattempo, Ruxiel tentava di sopprimere il desiderio di mettere le proprie mani addosso ad Ariel. Un'altra volta.

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    « Come avrete avuto modo di notare dalle linee delle architetture esterne, Villa Garnet è un edificio di stile coloniale, di costruzione relativamente recente: fu fatto erigere da Sir Steven Wellington in occasione della riabilitazione urbanistica di circa un secolo fa, che seguì la scoperta e l'espansione dei bacini minerari di Argenstella. »

    Come un segugio che bracca la propria preda, le orecchie del Nessuno si drizzarono all'istante. Tra le sue mire espansionistiche, anche i bacini minerari del Distretto rientravano ampiamente nella categoria. Sebbene la ragazza l'avesse solo accennato, quelle parole risvegliarono in lui un discreto interesse, preceduto soltanto da un senso di apatia dovuta al fatto di dover reggere il gioco e comportarsi come un cliente rispettoso.

    « [...] il piano interrato, invece non è stato ancora ri-mappato dagli ultimi lavori di ristrutturazione. Immagino vogliate fare un giro dell'immobile: da dove cominciamo? »

    Dopo una lunga e sufficientemente precisa descrizione della villa - ed essersi calata sempre più nella parte di venditrice - la ragazza dalla folta chioma riccia domandò ai potenziali acquirenti da dove volessero cominciare il fantomatico tour.

    « Avrei piacere di vedere il piano interrato, se non la disturba. Altrimenti, decida pure lei. »
    rispose esibendo un sorriso tagliente, cercando di lasciarla in uno stato di lieve infatuazione che gli permettesse di fare un po' come voleva lui.

     
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    Dopo che il giovanotto le si fu presentato col nome di Ruxiel, che una delle figure incappucciate gli ebbe fatto eco presentandosi come Ariel, e che la ignara impiegata
    ebbe ricambiato entrambi con un saluto e un inchino, le formalità poterono dirsi concluse.

    I potenziali acquirenti ascoltarono con pazienza la sua introduzione delle generalità dell'immobile in cui si trovavano in quel momento, e quando la Agente Immobiliare li coinvolse nella scelta di quale parte della proprietà visitare per prima, fu ancora una volta l'albino a prendere le redini della situazione.

    « Avrei piacere di vedere il piano interrato, se non la disturba. »
    esordì Ruxiel, rivolgendole un sorriso affilato ma affascinante, da predatore
    « Altrimenti, decida pure lei. »

    Deducendo che dovesse essere lui quello in posizione di leadership tra i tre, Paula si limitò a sorridergli di rimando ed annuire, prendendo atto del fatto che sarebbe stato saggio investire le proprie attenzioni su di lui per convincerlo a finalizzare l'acquisto il prima possibile... e, anche se quel giovane promanava una sensazione sottilmente pericolosa, di certo non le sarebbe dispiaciuto.

    « Oh, se vi fa piacere vedere il piano interrato, allora andiamo a vedere il piano interrato! »
    ribatté con un sorriso affabile e una risatina forte un po' troppo acuta
    « Dopotutto, le stanze da letto e la biblioteca al primo piano sono ambienti tutto sommato comuni, ma... non è esagerato dire che il piano sotterraneo è invece la vera particolarità di questa casa! »

    Attraversando praticamente tutti i cameroni dell'ala est del pian terreno, che descrivevano un percorso a ferro di cavallo man mano che il quartetto vi si addentrava, Paula mostrò loro una vasta aula per banchetti che aveva ospitato la sala da pranzo, un corridoio di vestibolo che conduceva al cortile e alla rimessa per la legna -all'esterno del palazzo- e infine la cucina; attraversando anche quel vasto ambiente, recuperò dalla borsa un mazzo di chiavi, aprì per loro pesante battente di legno rinforzato che si apriva su una lunga rampa di scale, e infine pigiò un bottone sulla parete interna al passaggio, accendendo la luce giallognola di una lampadina.

    « Signor Ruxiel... signorina Ariel, e... anche lei! »
    non essendosi la terza figura presentata, Paula glissò con disinvoltura
    « Accomodatevi pure e fate attenzione per le scale: vi premetto che
    state per ammirare una delle piccole leggende metropolitane di Argenstella! »


    Una volta che tutta la combriccola ebbe raggiunto la base delle scale, trasferendosi al piano di sotto, la venditrice riprese la sua spiegazione – che rivelava sempre più una vocazione da guida turistica.

    « Dovete sapere che Sir Maltheus Wellington -il precedente proprietario della Villa- era rinomato in tutta Argenstella per essere un fine estimatore di vini: girando molto per affari, si dice che ogni volta tornasse a casa con una selezione di bottiglie... La sua collezione, raccontano ancora alcuni illustri cittadini della scorsa generazione, annoverava non solo vini e liquori da tutta Endlos, ma anche alcune rarità giunte da altri mondi attraverso il Maelstorm! »
    narrò Paula, senza nascondere l'entusiasmo e la meraviglia
    « Si dice che per trovare un alloggiamento a tutti i suoi pezzi da collezione, abbia condotto molti lavori per ampliare il sotterraneo, creando un vero e proprio ipogeo, pieno di passaggi e stanze segrete che si estendono fino ai confini della proprietà! Utile per ospitare la dispensa d'emergenza, o per nascondere qualche segretuccio, no?! »

    Una risata concluse quell'ennesimo afflusso di informazioni, e il giro proseguì.

    « Sentitevi pure liberi di dare un'occhiata intorno! »

     
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    « Oh, se vi fa piacere vedere il piano interrato, allora andiamo a vedere il piano interrato! »
    disse lanciando un acuto che non destò in Ruxiel particolari segni di fastidio (essendo già abituato a quelli di Ariel).
    « Dopotutto, le stanze da letto e la biblioteca al primo piano sono ambienti tutto sommato comuni, ma... non è esagerato dire che il piano sotterraneo è invece la vera particolarità di questa casa! »

    Mentre attraversarono le varie camere dell'ala est con fare molto superficiale, nella testolina di Ariel cominciò ad emergere un pensiero a dir poco geniale. Per quale motivo il padrone era così interessato al piano interrato dall'avere priorità massima sul resto della villa? C'erano così tante cose carine che avrebbero potuto visitare per prime: la sala da ballo, dove avrebbero potuto organizzare delle feste meravigliose, le camere da letto dove finalmente avrebbe potuto dormire su un materasso. E a quel punto l'idea.
    Un momento... non vorrà farci vivere al piano interrato??

    « Signor Ruxiel... signorina Ariel, e... anche lei! »
    Miranda assottigliò gli occhi in due piccole fessure; forse avrebbe dovuto presentarsi.
    « Accomodatevi pure e fate attenzione per le scale: vi premetto che
    state per ammirare una delle piccole leggende metropolitane di Argenstella! »


    Dopo che l'Agente Immobiliare mostrò loro un passaggio segreto per giungere al piano di sotto, il gruppo imboccò la rampa di scale che li condusse in un qualcosa che poteva definirsi una cantina decisamente spaziosa. Secondo le parole della giovane donna infatti, pare che il precedente proprietario della villa - un grande estimatore di vini - utilizzasse quel luogo proprio per la sua vasta collezione di bottiglie.
    Ruxiel si guardò intorno, incuriosito. Ovviamente, non era rimasto più nulla in quel sotterraneo: le bottiglie avevano lasciato spazio a polvere e ragnatele, e qualche sporadica mensola con strumenti di decantazione ormai rovinati.

    « Si dice che per trovare un alloggiamento a tutti i suoi pezzi da collezione, abbia condotto molti lavori per ampliare il sotterraneo, creando un vero e proprio ipogeo, pieno di passaggi e stanze segrete che si estendono fino ai confini della proprietà! Utile per ospitare la dispensa d'emergenza, o per nascondere qualche segretuccio, no?! »
    si abbandonò ad una risatina.

    Anche Ruxiel sorrise.
    Oh, eccome se sorrise. Quello che aveva appena sentito suonò come una sinfonia alle sue orecchie, un dolce sussurro che lo mandava in estasi. Era molto più di quel che osasse sperare, e ci volle un po' per assimilare bene la cosa. Passaggi segreti, un'ampio spazio, corridoi che portavano fin fuori la proprietà.
    Il posto perfetto per nascondere più di qualche segretuccio.

    « E' perfetta. »
    rispose, riferendosi all'intera struttura.
    « Davvero non comprendo perché sia così tanto svalutata. »

    Così tante possibilità, così tanto potenziale.
    Ad un prezzo veramente ridotto.

     
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    Sbirciando con una buona miscela di ovvia discrezione e necessaria attenzione le espressioni dell'unico visitatore a volto scoperto, Paula tentò di sondare la sua reazione agli ambienti della bella dimora, soprattutto alla ricerca di qualcosa che potesse manifestarne o meno l'interesse a comprarla: vero era che faceva quel lavoro da relativamente poco, ma era sempre stata piuttosto brava nel capire le persone. Aveva una sorta di... istinto...

    Un istinto che aveva scelto di non funzionare troppo bene proprio quel giorno, dal momento che un po' faticava a indovinare le emozioni del potenziale acquirente, così composto e pacato.

    « E' perfetta. »

    Ah...! Wow! Non è che non se lo fosse aspettato, ma... Dal suo posto vicino allo stipite delle scale per la risalita, la donna sussultò un poco sorpresa quando udì la risatina dell'ospite e lo vide sorridere.

    « Davvero non comprendo perché sia così tanto svalutata. »

    Ed eccoci arrivata alla domanda fatidica! L'Agente Immobiliare si era preparata tanti discorsi e giri di parole per prendere alla larga l'argomento e uscirne glissando disinvoltamente, eppure... quando giunse il momento di mettere in atto la sua strategia, qualcosa -una vocina nella sua testa- le disse che sarebbe stato più onesto riportare semplicemente quello che sapeva.

    « Beh... dunque: premetto che non sono molto addentrata nelle vere dinamiche di questa storia, ma essendo nata e cresciuta ad Argenstella posso riportarle quello che ho letto sui giornali negli ultimi mesi e che ho sentito dire in giro. Ma diciamo che si tratta per lo più di voci, ecco... »
    spostando altrove lo sguardo, Paula cedette a una risatina nervosa
    « Come forse saprete, il nostro Distretto è rinomato per essere un rispettato polo culturale, però ecco... non so precisamente quando, ma ha iniziato ha circolare la diceria assurda che ci sia all'opera una qualche maledizione... »
    con aria scettica e una smorfia ben poco convinta, la signorina scrollò le spalle
    « Il fatto è che... beh... negli ultimi mesi si sono verificati una serie di infelici incidenti, e.... sapete come reagisce la gente in certe situazioni: alcuni hanno cominciato a immaginare collegamenti dove non ve ne sono, dando vita a strane storie, mentre altri hanno cercato un colpevole con cui prendersela... »
    tacque un istante, mordendosi le labbra con espressione amareggiata
    « I più ragionevoli si sono limitati a fare pressioni sulle autorità cittadine perché avviassero delle indagini più approfondite, ma... alcuni dei miei concittadini hanno agito in maniera molto meno ortodossa e... beh: hanno arbitrariamente concluso che la Signora Yavanna -l'anziana madre del Signor Maltheus- fosse responsabile di... qualcosa... così, una notte, un gruppo di facinorosi si è introdotto in casa, spaventando tutti gli abitanti della casa e allarmando il quartiere. Naturalmente, dopo questa catena di eventi, il Signor Maltheus ha messo in ordine i suoi affari e si è trasferito altrove con tutta la famiglia... e la casa ha perso valore. »
    con un mesto sospiro, la donna abbassò il capo e scosse la testa ricciuta
    « Purtroppo, non si può mai sapere cosa possa scattare nella testa delle persone, per spingerli a compiere azioni così violente ed incivili, ma... non mi sento nemmeno troppo di biasimare gli aggressori: sapete... le vittime degli incidenti erano tutti bambini o ragazzini... e non posso nemmeno immaginare quanto possa essere stato difficile e doloroso per quei disperati perdere un figlio... »

    Tirando su col naso e lottando per mantenersi posata e non mettersi a piangere -nonostante gli occhi fattilesi un po' lucidi-, Paula cominciò a rovistare la propria borsa in cerca del suo pacchetto di fazzolettini di carta, lasciando al trio di visitatori la possibilità di metabolizzare quella scoperta.

    Magari, rivelando quella verità scomoda, aveva appena mandato all'aria un grosso affare, ma... dopotutto, se il Signor Ruxiel avesse cambiato idea, avrebbe di certo potuto capire la sua posizione: non tutti sarebbero stati disposti a dimorare in una Villa che potesse avere qualche legame con una sequenza di fatti strani e nefasti come quelli.

     
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    « Come forse saprete, il nostro Distretto è rinomato per essere un rispettato polo culturale, però ecco... non so precisamente quando, ma ha iniziato ha circolare la diceria assurda che ci sia all'opera una qualche maledizione... »
    alle parole della ragazza, Ariel si sentì attraversare da un brivido, e in un gesto quasi involontario si appiccicò al braccio di Ruxiel
    « M-maledizione? »

    Man mano che la signorina proseguiva con la spiegazione, Ruxiel ascoltò attentamente fissandola con occhi seccati. Non che non fosse interessato alla storia; semplicemente aveva una piattola fastidiosa che proprio non riusciva a scollarsi di dosso. Dovette agitare energicamente il braccio per qualche secondo per riuscire a liberarsi finalmente dalla ragazza dal volto celato.

    « Purtroppo, non si può mai sapere cosa possa scattare nella testa delle persone, per spingerli a compiere azioni così violente ed incivili, ma... non mi sento nemmeno troppo di biasimare gli aggressori: sapete... le vittime degli incidenti erano tutti bambini o ragazzini... e non posso nemmeno immaginare quanto possa essere stato difficile e doloroso per quei disperati perdere un figlio... »
    concluse, tirando su col naso e trattenendosi dal piangere.

    Ariel fece altrettanto col naso, anche se non si poteva dire lo stesso per gli occhi, anch'essi nascosti dall'ombra che proiettava il cappuccio sul suo volto.

    « Che storia triste... »
    disse con voce provata.

    « Nessun problema strutturale dunque. Meglio così. »
    dal canto suo, Ruxiel non era minimamente provato.

    Maledizione o meno, si trattava di un edificio ancora solido. E se gli umani -o qualunque altra creatura- si lasciavano trasportare dalla paura e dalla superstizione, peggio per loro.
    Ora che aveva appurato che il prezzo ridotto non era dovuto a qualche sostegno precario dell'abitazione, era finalmente giunto il momento di concludere l'affare.

    « La compro. »

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    « M-maledizione? »

    Vedendo la signorina di nome Ariel rabbrividire un poco e aggrapparsi al braccio del Signor Ruxiel, e questi fare una smorfia seccata, Paula si rese amaramente conto di aver -purtroppo- parlato troppo: non avrebbe dovuto scendere tanto nei particolari, e non avrebbe dovuto farsi prendere dai sentimentalismi; lei era lì per fare il suo lavoro, e sarebbe dovuta rimanere professionale e accomodante, piacevole ma distaccata, e invece... aveva sbagliato tutto.

    « Che storia triste... »
    fu il commento afflitto della ospite dal volto ignoto

    Adesso, gli acquirenti se ne sarebbero andati di corsa e senza darle una seconda possibilità, il suo capo l'avrebbe sgridata, i suoi colleghi avrebbero riso, l'Agenzia le avrebbe forse anche tolto la sua scrivania faticosamente conquistata per rimetterla nello scantinato, e...

    « Nessun problema strutturale dunque. Meglio così. »

    Davanti a quella risposta data a bruciapelo, con quel tono secco e perentorio, l'Agente Immobiliare rimase genuinamente sorpresa da una così spiccata mancanza di sensibilità verso la brutta storia che aveva raccontato loro, fissando il Nessuno con sguardo un po' incredulo ma soprattutto inebetito.

    « La compro. »

    ...ma poi arrivarono quelle parole magiche, e l'espressione gelata della donna si scongelò in un sorriso tirato, ma di sincero sollievo: alla fine, le era andata bene, e questo contava!

    « Oh... uhm, magnifico! Da questa parte, prego! »
    balbettò, ben lieta della conclusione, e iniziando a risalire il seminterrato
    « Possiamo fermarci al tavolo delle cucine per firmare i documenti preliminari! »

    E mentre Paula faceva strada, già dimentica dei suoi dubbi e timori,
    il trio di ospiti la seguì su per le scale.

     
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