Risveglio

???, Qídằo
Presidio Occidentale, Endlos.

Apri gli occhi all'improvviso, destandoti da un sonno durato chissà quanto tempo. Giorni, mesi, o addirittura anni; chi è in grado tenerne realmente traccia nel regno dei sogni? Anche il luogo in cui sei potrebbe non essere lo stesso di allora: questo perché il Maelstrom muta la forma del Semipiano di Endlos molto più di frequente e molto più radicalmente di quanto non succeda ad altri, più normali mondi.

Sei in una radura, disteso nell'erba alta. Sopra di te il sole picchia forte, ma il suo è un calore piacevole e che rinvigorisce, piuttosto di dar fastidio. Quanto ai rumori che puoi sentire, riconosci il canto di diversi uccelli diversi, nonché quello dei grilli sui fili d'erba, di cui uno proprio poco davanti al tuo naso. Odi inoltre dei fruscii sporadici, quasi sicuramente causati da una lepre o una volpe impegnata a procacciarsi del cibo, nulla di davvero curioso.

Intanto che ti riprendi, però, ti accorgi di un altro fruscio, questo più continuo e regolare. Man mano che il rumore si fa più vicino, riesci a distinguere le voci di due individui che, a quanto pare, stanno cantando.

« ♫ Kiz hende gidar ♫
♫ turp, yabanturbu, pancar ve ispanak ♫
♫ güneyli'yi iyice patakla, güneyli'yi iyice patakla! ♫ »

Cantano in una lingua sconosciuta, ma non è importante: alla fine, è solo una canzone. Se alzerai il capo, potrai scorgere due figure dall'aspetto a dir poco curioso: sono due individui molto alti e dalla muscolatura ben definita, le cui teste ricordano in tutto e per tutto quelle dei leoni, con tanto di lunghi capelli biondo scuro che, a vederli, sembrano criniere. Sono vestiti di abiti semplici, fatti di canapa, e insieme stanno trasportando un grosso cinghiale fresco fresco di uccisione. Noti inoltre che sono entrambi armati di lancia e di arco e frecce. Cacciatori.
Si fermano e aguzzano lo sguardo verso di te con aria curiosa, una volta che sono abbastanza vicini da accorgersi a loro volta di te.

« Oh, guarda un po' là! Che è? »
dice il più basso dei due. L'altro ti guarda ancora un altro po', prima di rispondere.
« Ah, mai vista una cosa del genere prima. Strano è strano, sarà pericoloso? »

Se sarò pericoloso dipende solo da voi...ditemi...strani esseri...chi siete?E dove mi trovo?

Anche ergendoti in tutta la tua altezza, avvicinandoti ti accorgi che perfino la più piccola delle tue creature è grande pressapoco quanto te, mentre arrivi a malapena al mento della seconda. Quest'ultima emette in tutta risposta un ruggito basso e minaccioso, senza indietreggiare di un centimetro.

I due si scambiano uno sguardo, annuendo poi all'unisono come se si fossero appena messi d'accordo senza nemmeno il bisogno di parlarsi. Dopodiché, iniziano entrambi a... rimpicciolirsi, in qualche modo, trasformandosi in quelli che sembrano quasi due normalissimi esseri umani sulla cinquantina. Solo, con del pelo biondo non solo sul volto, come succede a chi fa crescere barba e baffi, ma anche tutt'attorno alle orecchie.

« Ah, ma tu parli. »
« Sarà un naufrago. »
commenta di nuovo il più piccolo dei due, senza risponderti per il momento.
« Lo credo anch'io. » replica l'altro, per poi rivolgersi finalmente a te. « Siamo cacciatori, come puoi vedere. Worren, se volevi sapere la specie. Qui siamo un po' in mezzo al nulla, nelle terre dell'Ovest di Endlos. Quanto alla stranezza, potremmo dire lo stesso di te, se proprio devo essere sincero. »
Finisce, rimproverandoti con un tono quasi scherzoso. Si fanno però entrambi più seri qualche secondo di silenzio più tardi. Uno di loro aggiunge quindi:
« Ad ogni modo, un consiglio che ti consiglio di tenere a mente se vuoi sopravvivere da queste parti: non muovere minacce con tanta leggerezza alle prime persone che incontri. Qui si può perdere la vita con molto meno. »

Risveglio

Okay, visto che mi dici di sapere già le basi, presumo possiamo passare alle cose un pochino più avanzate!

Cominciamo innanzitutto con un appunto di tipo lessicale: “destarsi”significa “risvegliarsi”, non “alzarsi”; inoltre starei attento a mettere gli spazi dopo la punteggiatura, e anche agli errori di battitura (come “righia”). Alcuni errori, bene inteso, scappano a chiunque ogni tanto, eh, anche quelli che giocano da un decennio e passa. Cerca giusto di starci attento un attimino, tutto qui. Soprattutto sui primi due (per il lessico, nel caso usa un vocabolario o un dizionario dei sinonimi e contrari).

Come secondo punto, un modo per arricchire i tuoi post. Oltre alle azioni che compi, ricordati anche che puoi fare delle introspezioni, mostrando a noi lettori i pensieri del tuo personaggio in merito alla situazione in cui si trova, all'ambiente circostante, o al suo modo di essere in generale. Per questo ti consiglio di leggere scene anche di altri utenti sparsi per il forum: in questa stessa sezione dovresti trovare delle giocate interessanti.

Per arricchire il tuo lessico, o trovare ispirazione per un tuo stile di scrittura, leggi anche più libri che puoi. Non devono essere per forza chissà quali mattoni: basta scegliere un buon libro di narrativa del genere che più preferisci.

Ultima cosa: le scelte compiute all'interno del gioco, come ben sai, portano sempre con sé delle conseguenze. Come sottolineato da uno dei due Worren, iniziare una conversazione con una minaccia potrebbe portare a conseguenze sgradevoli, se il personaggio con cui interagisci è più forte e/o più esperto del tuo, ed al tempo stesso permaloso.
Rimani chiaramente libero di muovere il tuo personaggio come più preferisci, ma in alcune situazioni future potrebbe risultare saggio contenersi, specialmente in quest.

Non era una minaccia...stavo solo facendovi notare che attaccarCI non e' consigliabile.Comunque,per voi io sono Otachi,anche detto Il terribile...facevo da destriero nonchè secondo in comando al potente stregone Jira'hiia.Purtroppo lui e' stato ucciso...ma io sono fuggito.Ricordo solo uno strano vortice che mi ha portato fin qui,poi mi sono addormentato...e mi sono risvegliato qui.

I Worren ti ascoltano senza cambiare espressione, fissandoti con aria seria, ma senza aperta ostilità. Forse un po' di diffidenza, come talvolta può capitare davanti ad una creatura tanto diversa da loro e apparsa in quelle terre all'improvviso, almeno per quanto ne possono sapere loro.
Sembra chiaro, tuttavia, che siano disposti a darti quantomeno il beneficio del dubbio.

« Capisco. »
Commenta laconicamente l'alto.
« Il mio nome è Tedeu, e il mio compagno si chiama Mechell. Sei quello che viene chiamato comunemente un naufrago. Ogni tanto il vortice di cui parli porta qui persone e cose; in molti giungono qui così. »
Spiega, aggiungendo poi una domanda per te.
« Voglio chiederti quindi: ora che sei qui, cosa avresti intenzione di fare? »
Prima che tu abbia il tempo di rispondere, però, ecco che arriva un'ultima nota.
« Se possibile, potremmo provare a darti un piccolo aiuto per iniziare. A patto, chiaramente, che tu non ti ponga come una minaccia nei nostri confronti. »
« Tedeu! »

Mechell si gira verso il compagno, guardandolo esterrefatto. Alla fine, Tedeu avrebbe appena offerto di aiutare un completo sconosciuto che potrebbe o meno risultare una minaccia per tutti loro.

« Quanto basta perché trovi dei punti di riferimento da cui partire. » replica calmo Tedeu. « Se verrà meno alle condizioni, peggio per lui. »

Mechell e Tedeu osservano con (contenuta) meraviglia le nubi che hai appena formato, e che scompaiono subito dopo per fare spazio ai tuoi cloni, i tuoi doppelgänger il cui comando lasci immediatamente ai due Worren. Ora perplessi, questi si scambiano un'occhiata fugace, prima di commentare.

« Siamo... lusingati, Otachi il Terribile, davvero. »
dice Mechell, esitando, come se si stia sentendo in imbarazzo per qualche motivo.
« Solo che- »
« Accettiamo il tuo dono. »
lo interrompe Tedeu.
« Seguici, ora, se vuoi. Ti porteremo al nostro accampamento, dove ti offriremo cibo e un riparo per questa notte, nonché qualche punto di riferimento. Dopodiché, sarai per conto tuo. »

Detto questo, i due ti superano, e proseguono sempre trasportando il loro succulento bottino di caccia. Qualora deciderai di unirti a loro, ti ritroverai a camminare (o a volare, se lo preferirai) al loro fianco. Si tratterà di un percorso di diverse ore, compiuto in un silenzio rotto soltanto dai suoni della natura.

Capisci di essere arrivato a destinazione nel momento in cui avvisti in lontananza un agglomerato di tende fatte di pelle di animale, erette come coni, decorate con pitture astratte ed indecifrabili a chi non conosce il sistema di simboli di quel popolo.
All'interno dell'accampamento vedi Worren di ogni età, dei quali la maggior parte più giovani e forti rispetto ai due che hai appena incontrato, tutti affaccendati in vari compiti: c'è chi sta portando altra legna per il fuoco appena acceso -avete camminato tanto, oramai si sta facendo sera-, chi si occupa di cucinare il cibo già arrivato, e altri che stanno facendo da vedette. Sono infatti questi ultimi ad annunciare il vostro arrivo al resto del gruppo, aggiungendo qualcosa in merito a delle “strane creature”, che deduci essere con ogni probabilità tu e le tue copie.

« Queste da dove salterebbero fuori? Sono prede... vive? »
chiede un Worren che, all'apparenza, dovrebbe avere fra i venti e i trent'anni.
« Macché prede. Questa è una creatura senziente, e queste- » risponde Mechell, indicando le due evocazioni. « -sono “servitori” per noi, dice lui. Comunque, visto che tanto oramai siamo qui: Otachi, questo è Norad. Norad, Otachi, un naufrago. »
« È un problema se si unisce a noi per stasera? »

Norad ti squadra con aria dubbiosa per diversi secondi, girandosi poi dietro di sé e guardando infine di nuovo i due cacciatori. A parte qualche sguardo incuriosito, nessuno sembra essere troppo turbato dalla tua presenza.

« No, per una notte, per carità. Gli toccherà dormire sotto le stelle, però. »
« Stasera il cielo è sereno, non sarà un problema. Puka, piuttosto, dov- Oh! »
Tedeu trasale, interrompendo la frase quando si accorge della presenza di un quarto Worren, questo di media statura e sulla quarantina d'anni, proprio dietro di lui -e di te-. Per qualche motivo, nessuno di voi era riuscito ad accorgersi della sua presenza fino a quel momento.
« Ho sentito tutto. » annuncia Puka, fissandoti con una strana luce riflessa nei suoi occhi dorati, da felino. « Naufrago, eh? Un postaccio, questo, per quelli come voi. Non ne ho mai visto uno come te, però: ti dispiace a tal proposito farmi un favore più tardi? Sarai ricompensato per questo, ovvio. »
alza lo sguardo da te, posandolo prima sulle tue evocazioni (anche se sono identiche a te, poco fa ha visto Mechell indicarle a parte nella sua presentazione), e poi sul falò poco più in là.
« Chiaramente, se ne parla dopo mangiato. »

Quando evochi nuovi cloni, vedi Norad inarcare un sopracciglio con perplessità, alzando poi lo sguardo verso Tedeu e Mechell che, come rispondendo ad una domanda fatta in silenzio, liquidano il tutto con un'alzata di spalle.

Aspettando che i tuoi servitori completino dall'incarico che hai appena assegnato loro, ti accucci sul terreno polveroso, rilassato e fiducioso di ottenere quello che hai appena chiesto. Proprio per questo ora possiamo spostare l'attenzione su di loro, e ciò che stanno facendo un po' più in là.

I cinque boscaioli improvvisati si avventurano nel bosco, in cerca di legna da ricavare per il loro padrone, affinché egli possa costruirsi una casupola di legno per la notte. Ora, che differenza c'è fra i colpi sapienti e precisi di un'ascia e il loro fuoco? La risposta è: la prima si può controllare; il secondo, per sua stessa natura, no.
Seconda cosa: il fuoco riduce in cenere il legno. Infatti, è questo tutto ciò che possono riportarti, insieme a qualche ramo secco e striminzito e, per i tuoi scopi, francamente inutile. Questo, e l'odio imperituro di tutti gli scoiattoli, ghiri e quercini del circondario.

Purtroppo, niente casupola di legno per te, al massimo potrai chiedere a qualcuno se sia disposto a farti un po' di spazio per la notte, ma non di più.
Quantomeno, il cibo che ti viene offerto in una ciotola è tutto sommato buono. Si tratta di carne bollita e insaporita da delle erbette selvatiche. Rustico, ma molto ben fatto con i mezzi a loro disposizione.

Al risveglio, nel bel mezzo dell'accampamento, troverai Norad ad attenderti.

Sei un capo più generoso di quanto forse tu non voglia sembrare, Otachi, tanto da essere disposto a condividere con delle creature così inferiori il tuo pasto! Certo, non è stata proprio una distribuzione equa, ma normalmente creature simili non avrebbero nemmeno bisogno di mangiare: in ogni caso, troppo breve è la loro vita per fare la differenza.

Questi infatti scompaiono poco dopo esserti svegliato, e anche i due servitori donati ai Worren non si vedono da nessuna parte. Certo, nessuno pare essere troppo allarmato dalla loro assenza, segno che se l'erano tutti bene o male aspettato, chi più chi meno. Senza contare che se la sono sempre cavata anche da soli, quindi, per loro non è davvero cambiato molto.

« Giusto te! Volevo farti una richiesta, come ti ho anticipato ieri. »
ti dice. Voleva parlarti dopo mangiato, ma fra il dire e il fare dopo la cena si è ritirato un po' prima del solito, mosso dalla stanchezza.
« C'è un indovinello che mi ha fatto un viaggiatore tempo fa, e che non sono mai riuscito a risolvere. Vorrei che tu mi aiutassi. »
senza neppure aspettare che tu dica sì o no, Norad continua.
« Allora, un padre e un figlio stanno chiacchierando. Ad un certo punto, il figlio gli chiede: "Papà, io ho ventidue anni, ma tu quanti anni hai?" Il padre gli risponde: "Vuoi saperlo, eh? Guarda, ti dico solo che ho gli stessi tuoi anni, più metà dei miei anni."
Quanti anni ha il padre? Che io con i numeri sono negato. »

Risveglio

Siamo quasi giunti alla fine! Norad ti ha convocato per un... indovinello da risolvere. Se riesci a risolverlo, otterrai un piccolo bonus. Se sbagli risposta o Otachi non vorrà rispondere, non succederà nulla, quindi vai tranquillo.

Solo un consiglio: sta molto attento alle parole usate. Per il resto, se sei in grado di fare calcoli con le frazioni (si fanno proprio in prima o seconda media, giusto?), questo indovinello dovrebbe essere perfettamente alla tua portata.

Scusami per il ritardo.

« Ancora con questa storia, Norad? »
Interviene uno dei tanti Worren già svegli e al lavoro, dopo aver udito per puro caso la conversazione. Si ferma un attimo sui suoi passi, sistemando la sua lancia dietro la sua schiena, e lascia educatamente che tu finisca di dare la tua risposta.
Infine, lo vedi scuotere la testa.

« Sei l'unico a non aver ancora colto la risposta, su. Almeno il drago ha buttato una risposta sul momento, tu hai avuto un sacco di tempo per pensarci. »
Continua con tono apparentemente esasperato.
« Direi che ora basta: la risposta era quarantaquattro. Stasera, quando torno dalla caccia, ti spiego anche il perché. »

Norad fissa in silenzio il suo compagno con un misto di stupore e delusione dipinto sul volto. Alza un dito, come a voler prendere la parola, solo per poi riabbassarlo e salutare l'altro Worren. Un sospiro dopo, torna a rivolgersi a te.

« Pazienza. Comunque, Otachi, ciò che davvero è importante dirti è che qui, purtroppo, temo non sarai al sicuro. »
Annuncia con tono grave.
« Devi sapere che qui ad Occidente, chi non è umano non ha una vita facile, nemmeno per noi che agli umani assomigliamo abbastanza, e ho paura che nel tuo caso sarà ancora peggio. »
Alza un braccio e indica con l'indice in direzione nord-est, verso una catena montuosa.
« Se vuoi sopravvivere, dunque, ti do due consigli: uno, non fare casini e due, trova un posto dove stare fra le montagne, meglio ancora se starai dal versante opposto, nei territori del Nord. Troverai quanto ti serve per vivere, anche se probabilmente non avrai molta compagnia. »
Si stringe nelle spalle. Alla fine, la compagnia pare in questo momento essere proprio ciò che dovresti evitare, almeno quella umana.
« Altrimenti ci sono i deserti a sud, ma sono più distanti e inospitali, non te li consiglio. »

Camminando, Norad ti accompagna fino ai bordi dell'accampamento che ti accingi a lasciare. Del resto, Mechell e Tedeu ti avevano offerto ospitalità solo per quella notte.

« Beh, buona fortuna con tutto, amico. Chissà se non ci rivedremo un giorno. »