Devil With The Kings Card

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    « Oh, che Ah- Suzaku non fosse affidabile già lo sapevo. Stronza, però? Hai la mia attenzione, signorina... signorina? »
    « Amara. » Risponde subito lei. « Ero nel team Volcano, affiliato a Genesis, » che, a giudicare dal tono usato, doveva significare qualcosa e trattarsi di una sorta di biglietto da visita, peccato che era la prima volta che Denver sentiva parlare di un team con quel nome, ma evidentemente la ragazza non ne era al corrente, dal suo punto di vista il famigerato Trigger doveva per forza avere una qualche infarinatura riguardo la società delle Tribù della Tempesta.

    « Sono disposto ad ascoltare la tua offerta, non mi fraintendere, ma prima vorrei sapere fino a che punto mi danneggerà il mio ottimismo. »
    Alla ragazza sfugge un sorriso. Ha interpretato quelle parole come una risposta affermativa, un "ho bisogno di una guida affidabile", che per lei doveva essere in qualche modo remunerativo. Quindi si era passati da "faccio un favore ad una tipa a caso che non mi sta neanche particolarmente simpatica" a "ci guadagno qualcosa", quindi di conseguenza cambio radicale nel tono di voce.

    « Ci hanno rimesso tutti, con quella lì. In un modo o nell'altro fa solo casino, se non vuoi finire nel mucchio mollala qui nel locale e stanne alla larga. Comunque se vuoi una guida e puoi pagare bene, ci sono i "corrieri" che lavorano per la mala, facevano da contatto fra le alte sfere dei riders e la mafia e ne sanno a pacchi! Sono affidabili e seguono un codice, spesso seguono anche le "Regole della Foresta", quando serve o conviene. Alcuni sono bastardi, ma degli amici miei hanno le palle e non ti lasciano a piedi. Conoscono tutti quelli che c'è da conoscere, e con loro anche i cowboy che vogliono la tua taglia si tengono a distanza. Gli dai questo e dici quello che vuoi, pensano a tutto loro. »
    Tirò fuori da una tasca interna un pezzetto di carta con sopra dei numeri, forse un codice. C'è anche una via ben specifica nel pieno del Bloodrunner e delle indicazioni su come trovare un certo luogo, probabilmente la base operativa dei corrieri.
    « Altrimenti c'è un tipo... gliene devo una. Se vai da lui è ok. Anche lui è a posto, ci scommetto il nome che se la cava anche se è uno nuovo. Te lo consiglio se vuoi spendere di meno e vuoi uno che ne sa di computer, hacking. E' un rider, però. Un indipendente. All'inizio pensavo fosse un grachild scappato dal Re del Cielo perché porta gli occhiali, invece no. E' un normie, ma neanche troppo. Ha un'agenzia, fa il Get Backers giù alla piazza dove fanno il mercato. »
    Per un attimo sembrava fosse tutto lì, poi però con riluttanza aggiunse un terzo nome.
    « C'è anche la signora in rosso, se ti va. La conosci? Anche lei ed i suoi ragazzi fanno da contatto con i riders. la Lady stessa una volta era un rider, prima della guerra. Non questa guerra, dico! Parlo della guerra di dieci anni fa, quella vera dove si sparava e si faceva sul serio. Però mi fai un torto se vai da lei, per me è la concorrenza. »
    Nei bassifondi della mala la figura chiamata La Signora in Rosso era una sorta di agenzia che si occupava di faccende poco pulite e spesso pericolose, di solito "lavori di pulizia", ovvero rimozione di cadaveri o altre prove, "corrieri" appunto, ma erano famosi per rifiutare i traffici di stupefacenti, e si vociferava che operassero anche come guardie del corpo e mercenari poiché si trattava di un gruppo bene organizzato e armato fino ai denti, con personale competente e sopratutto molto bravo a tenere a parte i segreti. Già entrarci in contatto non era facilissimo, ma sopratutto sarebbe costato a Denver l'equivalente di paio di reni.

    « Per il resto, penso scambierò due parole più tardi con il signor Laisné, mentre presumo che Falko sia irraggiungibile per tutti, ora che questa “Jabba” è venuta a mancare, vero? »
    La ragazza fa spallucce.
    « Non sai chi è la Vecchia Jabba? Era un boss fra i rider. Aveva i soldi, quelli veri. Commerciava pure con gli Abusivi. Una volta pagava per la merce recuperata nella Foresta, comprava tutto quello che è elettronico: computer, lettori, parts, tutto passava da lei. Se l'è portata via il cancro qualche settimana fa, adesso è passato tutto al Re del Cielo, fanno tutto quelli del suo enturage e a noi non restano che le briciole. Sparita lei manca il modo per contattare certi "pezzi grossi" che si vogliono rendere irreperibili, lei sapeva sempre tutto... Falko una volta era Re delle Zanne, ma ora non più. E' della fazione sconfitta nella "Guerra dei Signori della Notte", un grachild di prima generazione. Sinceramente io non saprei come trovarlo, però se scavi un po' può darsi che qualcuno sa dirti dove ha fatto la tana. »
    Frattempo il "cube" stava per avere inizio. Kaji aveva smesso di fare acrobazie ed era entrata nell'arena anche la sua sfidante. A guardarli non potevano essere più diversi: lui era estremamente costruito e con il supporto di tutta la platea, lei con un'aria tranquilla e semplice, giunge le mani e saluta con un breve inchino alla maniera degli artisti marziali, senza curarsi della faccia strafottente di lui, che invece segue ad incitare la massa di ragazzi e ragazze che rumoreggiano senza sosta. Denver li vede scambiarsi due parole, ma purtroppo lui è di spalle mentre la sfidante è troppo lontana e non è facile leggere bene il labiale. Può darsi che lei dice qualcosa tipo "arrenderti", ma chi può dirlo? Quello però scoppia a ridere e la battle è ormai prossima ad iniziare. Compare dal nulla pure Suzaku, concentrata sulla scena.

    « Kajiiiiiiiii!!! Attento, non andarci piano solo perché è una ragazza!!! Forza!!! »
    « Sei andata ad incoraggiarlo? » Chiede Amara, in un tono decisamente irritante.
    « Che gli hai promesso? » Chiese ancora, e Denver poteva leggerci ben più di una vaga insinuazione in quella domanda, ma Ahri non sembrò farci troppo caso, oppure più verosimilmente nemmeno si accorse della sottile allusione.

    « Kaji non avrebbe dovuto salire! Lui però... dice che ha un piano. »
    Rispose la rossa, piuttosto in ansia.
    « I mostri come quella tipa non dovrebbero nemmeno salire nell'arena. »
    Aggiunse in tono animoso, al che Amara scoppiò a ridere.
    « Hai tentato di far ragionare quello là? Kaji è un idiota, finirà giù al primo scambio. Rischia la pelle per mettersi un po' in mostra. »
    A quel punto Ahri sembrò davvero ferita.
    « Non dire così!! Rischia davvero, lì nel "cube". E poi non sarebbe la prima volta che un grachild cade in arena. »

    « Sì, certo. »
    Rispose allegramente l'altra, ridendo divertita con una punta di cattiveria nella voce.
    « Ma non è questo il caso. »
    Guardò Denver, poi Ahri.
    « E tu che ne dici? Hai buttato giù la vicecomandante di Trident, devi capirne di combattimenti, no? Dacci un pronostico. Tanto ormai le scommesse sono chiuse, puoi anche dare il tuo parere. Se ci azzecchi ti darò una info gratis, anche se poi ci rimetto di tasca. Che ne dici? »

     
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    « Amara. » Gli risponde prontamente. « Ero nel team Volcano, affiliato a Genesis. »
    Denver annuisce, fingendo di aver capito. Amara usa il tipo di tono che si impiega quando uno si aspetta che il proprio interlocutore sia perfettamente al corrente di con chi quest'ultimo sta avendo a che fare, e il giornalista non se la sente di ammettere di non aver mai sentito nominare quel team. Perderebbe di credibilità davanti a lei, e quasi di sicuro la offenderebbe pure. Sarebbe un peccato, ora che è quasi certo di aver fatto addirittura una buona impressione.

    « Ci hanno rimesso tutti, con quella lì. In un modo o nell'altro fa solo casino, se non vuoi finire nel mucchio mollala qui nel locale e stanne alla larga. Comunque se vuoi una guida e puoi pagare bene, ci sono i "corrieri" che lavorano per la mala, facevano da contatto fra le alte sfere dei riders e la mafia e ne sanno a pacchi! Sono affidabili e seguono un codice, spesso seguono anche le "Regole della Foresta", quando serve o conviene. Alcuni sono bastardi, ma degli amici miei hanno le palle e non ti lasciano a piedi. Conoscono tutti quelli che c'è da conoscere, e con loro anche i cowboy che vogliono la tua taglia si tengono a distanza. Gli dai questo e dici quello che vuoi, pensano a tutto loro. »

    Alza per un momento lo sguardo al soffitto, e sospira. Amara ha appena espresso a parole ciò che Denver sa già in cuor suo, ma che rifiuta comunque di prendere in considerazione. Casino? Ahri è quella che è in qualche modo riuscita a convincere un suo compagno che il giornalista era andato a letto con lei, e quanto alla taglia... Oh, quel casino è stato (ed è tuttora) qualcosa di così grosso che l'unica ragione per cui Denver non è ancora esploso del tutto dalla furia è il fatto che il suo cervello fatica ancora a concepire appieno il magnitudo di quella puttanata.
    Ciononostante, non se la sente di lasciarla sola. Anche se se l'è a conti fatti cercata. Anche se ha messo nei guai anche lui. Anche se dovesse finire ancora una volta scottato e con altre gatte da pelare, il reporter sente il dovere morale di riportarla ad Est, una volta risolta quella faccenda. Anche se lei dovesse rifiutare.

    Afferra un foglietto di carta su cui sono riportati dei numeri, probabilmente dei codici di qualche tipo, un indirizzo e delle istruzioni per trovare un determinato luogo. Ad occhio e croce, sono le indicazioni per trovare i corrieri di cui Amara sta parlando.
    Cela il foglietto in una taschino interno della giacca.

    « Altrimenti c'è un tipo... gliene devo una. Se vai da lui è ok. Anche lui è a posto, ci scommetto il nome che se la cava anche se è uno nuovo. Te lo consiglio se vuoi spendere di meno e vuoi uno che ne sa di computer, hacking. E' un rider, però. Un indipendente. All'inizio pensavo fosse un grachild scappato dal Re del Cielo perché porta gli occhiali, invece no. E' un normie, ma neanche troppo. Ha un'agenzia, fa il Get Backers giù alla piazza dove fanno il mercato. »
    Annuisce ancora una volta. Se le ricerche preliminari dovessero andare male, avrà agganci alternativi per giorni, di questo passo. Tant'è che quando egli crede che Amara abbia finito, questa offre addirittura un quinto nominativo. Byakko escluso, chiaramente.
    « C'è anche la signora in rosso, se ti va. La conosci? Anche lei ed i suoi ragazzi fanno da contatto con i riders. la Lady stessa una volta era un rider, prima della guerra. Non questa guerra, dico! Parlo della guerra di dieci anni fa, quella vera dove si sparava e si faceva sul serio. Però mi fai un torto se vai da lei, per me è la concorrenza. »
    Questa in realtà la conosce già di fama. Gestisce un'agenzia che offre servizi di “pulizia” di scene del delitto, corrieri e scorte armate altamente qualificate. Non ci è mai entrato in contatto di persona – troppo difficile da raggiungere e soprattutto troppo costosa; non avrebbe mai pensato che si potesse trattare di una ex-Storm Rider.

    Amara continua quindi con una breve spiegazione su...
    « Non sai chi è la Vecchia Jabba? Era un boss fra i rider. Aveva i soldi, quelli veri. Commerciava pure con gli Abusivi. Una volta pagava per la merce recuperata nella Foresta, comprava tutto quello che è elettronico: computer, lettori, parts, tutto passava da lei. Se l'è portata via il cancro qualche settimana fa, adesso è passato tutto al Re del Cielo, fanno tutto quelli del suo enturage e a noi non restano che le briciole. Sparita lei manca il modo per contattare certi "pezzi grossi" che si vogliono rendere irreperibili, lei sapeva sempre tutto... Falko una volta era Re delle Zanne, ma ora non più. E' della fazione sconfitta nella "Guerra dei Signori della Notte", un grachild di prima generazione. Sinceramente io non saprei come trovarlo, però se scavi un po' può darsi che qualcuno sa dirti dove ha fatto la tana. »

    Ha, una boss fra i rider. Abbiente, influente, ed è morta solo poche settimane fa – pace all'anima sua. Sebbene ora il suo giro d'affari sia passato a Galanodel, ciò non significa che l'Ambasciatore sia venuto in possesso anche delle tecnologie che questa è riuscita a vendere prima della propria dipartita. Ciò potrebbe o meno comprendere l'attrezzatura utilizzata per realizzare quel falso, ma in quel caso il giornalista avrebbe bisogno di recuperare i registri della defunta per provarlo e, per farlo, avrebbe bisogno dei giusti appoggi per trovarli. Gente come questo Falko, per esempio, ammesso che sia possibile trovare lui prima.

    Intanto anche la Gravity Child ha fatto il suo ingresso nel Cube, poco più in là. Kaji si è fermato e cerca il supporto del pubblico, che tuona entusiasta in risposta. Al contrario, la sua avversaria non si è prestata a nessuna esibizione preliminare e, serena e marziale, congiunge le mani e si inchina educatamente. Si scambiano alcune frasi, ma il giornalista è troppo lontano per cogliere alcunché.

    « Kajiiiiiiiii!!! Attento, non andarci piano solo perché è una ragazza!!! Forza!!! »
    « Sei andata ad incoraggiarlo? » Le domanda Amara, incalzandola poi con: « Che gli hai promesso? »
    Denver rivolge una breve occhiata ad Ahri, ma non scorge nessuna reazione. Segno che o non si è accorta dell'allusione, oppure la sua coetanea ha appena colto nel segno.

    « Kaji non avrebbe dovuto salire! Lui però... dice che ha un piano. »
    Risponde invece la ragazza con il tono più preoccupato che le abbia mai sentito usare.
    « I mostri come quella tipa non dovrebbero nemmeno salire nell'arena. »
    Amara scoppia a ridere.
    « Hai tentato di far ragionare quello là? Kaji è un idiota, finirà giù al primo scambio. Rischia la pelle per mettersi un po' in mostra. »
    « Non dire così!! Rischia davvero, lì nel "cube". E poi non sarebbe la prima volta che un grachild cade in arena. »

    « Sì, certo. »
    Ribatte ancora la Storm Rider appena conosciuta, nella voce una punta di sadismo.
    « Ma non è questo il caso. »
    Denver ne incrocia lo sguardo. Si stringe nelle spalle.
    « E tu che ne dici? Hai buttato giù la vicecomandante di Trident, devi capirne di combattimenti, no? Dacci un pronostico. Tanto ormai le scommesse sono chiuse, puoi anche dare il tuo parere. Se ci azzecchi ti darò una info gratis, anche se poi ci rimetto di tasca. Che ne dici? »

    Stavolta è il reporter a lasciarsi scappare una risata. Non crede alla promessa di Amara nemmeno per un secondo, ma accarezza comunque la possibilità di stare al gioco. Ma solo per un momento.
    « Credo che tu mi stia attribuendo più peso di quanto realmente non ne abbia. » Ahri conosce la verità, ma Amara si è bevuta davvero la storia di lui che è l'assassino della Kiryuin? « Non conosco nessuno dei suoi sfidanti, né tantomeno sono capace di usare le vostre Air Treck, suvvia! »
    Direbbe in realtà “la Gravity Child”, ma teme di attirarsi le ire di Ahri – specialmente se la sua previsione dovesse rivelarsi addirittura corretta. Così, indica mister Laisné con un cenno del capo e poi sollevando il braccio per non lasciare spazio a fraintendimenti, con buona pace dell'etichetta.
    « Sono più interessato in realtà a fare due chiacchiere con lui, più tardi. Qualcuna di voi è disposta ad introdurmi a quel giovane? »

     
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    « Sono più interessato in realtà a fare due chiacchiere con lui, più tardi. Qualcuna di voi è disposta ad introdurmi a quel giovane? »
    Amara alzò il dito indice indicando Suzaku con un'espressione maligna sul volto, lei dal canto suo la guardò con fare interrogativo, non capendo a cosa si riferiva. Mentre la musica martellava rendendo improbabile capire qualcosa, provò a guardarsi attorno cercando di capire da sola a chi si riferiva Denver, ma senza successo.

    « VUOLE-PARLARE-CON-GREG!!! »
    Le urlò a pochi centimetri dall'orecchio Amara, di lì a poco però la musica passò ad un ritmato più sopportabile ristabilendo la possibilità di capirsi, a patto naturalmente di gridare.
    « Greg chi...? »
    Fu la risposta di Suzaku, che ci mise un bel po' a capire a chi si riferiva Amara. Per fortuna quest'ultima sembrò quasi lieta di portare pazienza e spiegarglielo.
    « Quello della Honnoji. Il fratello minore di Dwight! »
    Quell'ultimo nome bastò. Suzaku si ritrasse nemmeno avessero bestemmiato e sul suo viso passò un'espressione fra lo schifato ed il "no, ti prego, tutto ma lui no". La musica si spense di intensità, passando ad un volume molto più accettabile, da locale e non da discoteca. Nella sala principale, la pista da ballo andò rapidamente svuotandosi e la maggior parte delle persone andarono ad affollarsi agli schermi posti sopra il bancone del bar, segno che il "main event" stava per iniziare. Se già prima nella sala del "cube" c'era un sacco di gente, ora si stava letteralmente appiccicati giacché ogni centimetro quadrato andava riempiendosi di adolescenti curiosi, gli occhi fissi sull'arena mentre uno speaker annunciava le regole della "battle".

    « Battle di classe "D" »
    Annunciò la voce maschile dagli altoparlanti.
    « Ohwww. Spero che avete un motivo decente per farmi avere a che fare con quello lì. Suo fratello è una piattola e lui uno sfigato. Ti ci porto appena finita la battle. »
    Non era molto entusiasta, ma era del tono de "se proprio devo...". Frattempo lo speaker annunciò l'inizio della battle:

    « Combattimento uno-contro-uno in uno spazio ristretto con focus sull'utilizzo delle pareti. Ready??? Fight! »
    I due gladiatori erano già pronti da un po', ma il via fu improvviso e lasciò il pubblico piuttosto sorpreso. Colpa dell'introduzione, tutti si aspettavano almeno i nomi degli sfidanti ed una decente introduzione, invece no. Il boato arrivò con netto ritardo, segno che la massa di ragazzi era stata colta in contropiede. Nell'arena, Kaji prese l'iniziativa ricominciando a molleggiare come un pugile sul ring, le sue Air Treck morsero il materiale in resina del cubo che faceva da campo di battaglia ed iniziò una rapida serie di movimenti in tutte le direzioni, senza lesinare in trick piuttosto scenici che al pubblico piacque a giudicare dalle acclamazioni. La Gravity Children di fronte a lui, dal canto suo, rimase ferma e non fece niente, a parte sistemare i guanti con un gesto calmissimo come se la battaglia non fosse ancora iniziata.
    Con un gesto repentino, nel bel mezzo di un balzo Kaji mutò improvvisamente direzione facendo partire un calcio acrobatico. Fu rapidissimo, un gesto atletico che nemmeno un artista marziale poteva raggiungere facilmente, reso possibile solo grazie allo slancio ed alla potenza delle AT ai suoi piedi. Giudicando dalla quantità di slancio, la violenza dell'impatto doveva essere tale da sfondare il cranio di un adulto, anche perché l'azione era modulata in modo da impattare non con il piede ma con la punta del telaio rinforzato, che rendeva il piede simile ad un martello o ad una mazza. L'azione fu rapidissima. La Grachild guizzò, roteò su se stessa e deviò la traiettoria del calcio con il palmo aperto, poi afferrò il ginocchio del giovane e lo proiettò al suolo con un tonfo tale da ammutolire la platea. Quando l'azione fu conclusa, Kaji era sottomesso a terra, il suo avversario gli premeva le ruote delle Air Treck sulla schiena mentre con entrambe le mani stringeva il braccio tirato e torto. Il ragazzino ci mise qualche secondo per iniziare ad urlare di dolore: la botta l'aveva sentita tutta su di un lato della faccia, inoltre lei gli teneva il braccio in modo da fare male. Nel silenzio irreale, Denver avrebbe visto con la coda nell'occhio Suzaku che si voltava di scatto con le mani sulla faccia, e la Gravity Children che non contenta del risultato dell'azione torceva l'arto dello sconfitto con un gesto di consumata esperienza. Il "crack" dell'osso che saltava via dal suo alloggio nella spalla risuonò nella platea nonostante la musica. La soglia del dolore per Kaji era superata da un bel po', ed era arrivato al punto che di solito perdi i sensi oppure vedi le stelle e basta, fa talmente male che non capisci più nemmeno dov'è l'alto e dove sta il basso. Sfortunatamente per il ragazzo si trattò del secondo caso, e quello rimase contorto in posizione fetale con il braccio steso con un'angolatura dolorosamente innaturale, a piangere come un bambino mentre il suo avversario con calma si voltava ed usciva dall'arena. Il pubblico si aprì per farla passare, senza una singola parola.

    « "Sconfitto al primo scambio". »
    Si auto-citò Amara con un tono di voce strano, più disgustato che di semplice constatazione.
    « Avrei dovuto provare a scommettere... »
    Poi, come molti, iniziò a defluire con la folla per abbandonare la sala più piccola che ospitava l'arena. L'evento principale era durato pochi secondi e si era già concluso, ma perfino Denver che non era un esperto in materia poteva intuire che non era così che andavano si solito le battle di Storm Riders.

    « Per quanto ancora vogliono lasciarlo lì?? Qualcuno deve tirarlo fuori!!! »
    Quasi tutti si erano voltati e se ne stavano semplicemente tornando sulla pista da ballo, Suzaku invece si era sganciata da Denver ed ora nuotava controcorrente, cercando in qualche modo di raggiungere l'arena gridando all'indirizzo del gladiatore che era rimasto al suolo da parecchi istanti, ormai, senza che nessuno facesse niente. Fortunatamente la rossa non fece in tempo ad arrivare all'arena che un gruppetto di quattro giovani, quasi certamente compagni dello sfortunato rider sconfitto, fecero il loro ingresso armati con un lenzuolo spesso, ed in qualche modo lo tirarono fuori, anche se nel farlo gli procurarono ben più di un paio di grida. Denver avrebbe certamente tirato un sospiro di sollievo: se fosse arrivata prima Suzaku dio solo sa che casino sarebbe successo. invece per fortuna la folla l'aveva rallentata, ed ora si era fermata del tutto ad assistere alla scena. Anzi, no. Si era girata da un'altra parte, magari aveva visto il signor Gregory?
    Macché. A pochi passi c'era la Gravity Children appena uscita vittoriosa dallo scontro, che come se nulla fosse si stava allontanando dall'arena intenta a farsi i fatti suoi, le cuffie ben calcate sulle orecchie ed un grosso zaino militare che la faceva sembrare una sorta di pacifica chiocciola che si porta l'intera abitazione sulle spalle. Suzaku deviò nettamente la sua traiettoria, modificando il suo obbiettivo. Ora non aveva più intenzione di arrivare al "cube", bensì si muoveva perpendicolarmente all'arena in rotta di collisione con la Grachild. E con la coda nell'occhio, Denver poté intravedere la sua espressione. Aveva gli occhi lucidi per il pianto ed i denti stretti per la rabbia, segno che forse Amara non aveva tutti i torti a definirla una inesauribile fonte di guai...

     
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    Amara punta un dito quasi accusatorio verso Ahri, che dal canto suo guarda confusa la propria coetanea. Senza che nessuna abbia bisogno di aggiungere dell'altro, il giornalista è in grado di capire pressapoco cosa stia correndo in quelle loro testoline: Laisné non è una compagnia fra le più desiderate (come potrebbe esserlo una persona che passa il proprio tempo libero rinchiudendosi in una stanza?), e Amara sta prontamente lanciando la patata bollente ad una Ahri Kobayashi che non ha sentito ciò che Denver ha appena detto.

    « VUOLE-PARLARE-CON-GREG!!! »
    « Greg chi...? »
    Con lentezza, il faccino di Ahri si dipinge della luce oscura di quel sentimento a metà fra l'orrore e la realizzazione. Amara decide di sferrare il colpo di grazia.
    « Quello della Honnoji. Il fratello minore di Dwight! »
    Dunque il nome completo del suo uomo sarebbe Greg Laisné. O Gregory, se quella che ha sentito usare si tratta di un'abbreviazione, ma questi sono dettagli insignificanti; quanti “Greg Laisné della Honnoji, fratello minore di Dwight Laisné” possono davvero esserci in quell'ambiente?
    A spegnersi insieme al buon umore di Ahri è la musica, che scende di volume fino a diventare un semplice brusio di sottofondo – non è il genere del giornalista né lo diventerà il suo genere in nessun prossimo futuro, ma quest'ultimo è lieto di potere quantomeno sentire chi gli sta a due piedi scarsi di distanza.
    Altri adolescenti sciamano all'interno della sala come api, richiamati dalle luci che vengono puntate ora sul cubo al centro. Sta per cominciare. Kaji e la misteriosa Gravity Child si scontreranno sotto i loro occhi nel giro di pochi minuti.

    « Battle di classe "D" »
    Annuncia una voce maschile dagli altoparlanti. Ahri sospira rassegnata, e commenta nel frattempo:
    « Ohwww. Spero che avete un motivo decente per farmi avere a che fare con quello lì. Suo fratello è una piattola e lui uno sfigato. Ti ci porto appena finita la battle. »
    « Solo presentarmelo, nient'altro. » Cerca di rassicurarla Denver. « Mi basta che tu gli dica “ciao, questo qui vuole parlare con te.” Poi, sentiti libera di svanire dalla sua vista. »
    Ma non dalla mia, perché Dio solo sa quanto Denver vuole riportarla ad Est e, se non metterla al sicuro alle proprie condizioni, almeno assicurarsi che ella non sia in posizione di nuocere a sé stessa e agli altri. Perché al prossimo boss della mala che vede in compagnia di una quindicenne con cui non è imparentato, il giornalista non risponderà delle sue azioni.
    Nel mentre l'uomo fuori campo annuncia l'inizio del match.

    « Combattimento uno-contro-uno in uno spazio ristretto con focus sull'utilizzo delle pareti. Ready??? Fight! »
    È ora. Non viene annunciato nessun nome; dopo un attimo di spaesamento, Denver si convince che non è necessario: non per gli Storm Rider che quasi sicuramente conoscono entrambi i combattenti, e quanto agli estranei... Beh, non ci sono estranei, non di norma. Ora che può fregiarsi addirittura di un titolo, perfino il giornalista dubita di essere visto come un completo alieno, oramai.
    Kaji apre lo scontro. Si muove molleggiando come un pugile davanti al suo avversario, e poi comincia a rimbalzare come una palla di gomma per tutto il cubo, esibendosi in acrobazie che non mancano di strappare gli “ooh” e gli “aah” del pubblico. La Gravity Child invece non si muove, limitandosi a sistemare i guanti con una serenità surreale. Al giornalista basta questo gesto per comprendere come andrà a finire lo scontro, tant'è che decide perfino di distogliere lo sguardo e aspettare, approfittandone nel frattempo per calcolare spannometricamente l'altezza del soffitto; stima almeno una ventina di piedi.
    Il grido è il segnale che aspettava per confermare la fine dello scontro. Denver si volta di nuovo verso il cubo di combattimento, e vede esattamente ciò che ha già previsto: Kaji è a terra, inchiodato al pavimento di vetro dalla donna, il braccio immobilizzato e...
    Crack.
    ...adesso anche dislocato.
    Uscita dall'arena, la donna non viene accolta né con fischi né acclamazioni. Solo un silenzio sbigottito tanto denso da essere quasi surreale.

    « "Sconfitto al primo scambio". »
    Commenta Amara con un tono di... disappunto?
    « Avrei dovuto provare a scommettere... »

    Denver vorrebbe commentare “anche io”, ma si astiene per non rigirare il coltello nella piaga del cuore di Ahri. Si limita invece a studiare le espressioni di tutti quei giovani in mezzo ai quali sta praticamente annegando, e ne deduce che quello non era lo spettacolo che sono giunti a vedere.

    « Per quanto ancora vogliono lasciarlo lì?? Qualcuno deve tirarlo fuori!!! »
    Il giornalista annuisce in accordo, e lascia in silenzio che Ahri si faccia strada fra la folla che si sta tornando nella pista da ballo, per raggiungere Kaji, ma viene fortunatamente preceduta da altri quattro ragazzi che abbastanza goffamente riescono a poggiare il Rider su una portantina, portandolo fuori dal cubo.
    Così Ahri cambia direzione. Denver ne osserva con preoccupata curiosità la rotta. La vede dirigersi verso la Gravity Child con gli occhi lucidi di rabbia e i pugni e i denti stretti.

    « Oh, cazzo. »
    C'è ancora gente nella sala, abbastanza da rallentarlo troppo se dovesse decidere di inseguirla normalmente. Fortunatamente, c'è spazio sufficiente per muoversi senza rischiare di sferrare gomitate in giro, e il soffitto è alto.
    « Amara, torno subito. »

    Denver Brockmann salta. Si tratta di un salto in elevazione, anziché in lungo, e nemmeno uno particolarmente alto, ma questo non ha alcuna importanza quando atterrare non è mai rientrato nei piani. Gli bastano pochi balzi per portarsi sopra le teste di pressoché tutti i presenti, a circa sette piedi di altezza; subito dopo comincia la vera corsa.
    Creando supporti quasi invisibili sotto i suoi piedi, il giornalista vola accompagnato dallo stesso rumore di tacchi bassi che farebbe con un pavimento sotto di sé. Si affretta a raggiungere Ahri, prima che questa raggiunga la Gravity Child e si cacci in qualche altro guaio. La ragazzina è partita prima, ma Denver ha il vantaggio di non essere rallentato da una fiumana di gente che nuota contro di lui. Sa di potercela fare.
    Deve farcela.

    « Fermati! Non essere avventata! »
    Urla, consapevole che il consiglio svanirà nell'aria viziata del Subject 9, ma gli basta attirare la sua attenzione. Se riesce a fermarla anche solo per un istante, ancora meglio.
    Le si parerà dunque davanti, sfruttando il suo corpo (relativamente massiccio rispetto a quello di una ragazzina di quindici anni) come barriera fra Ahri e la Gravity Child, le braccia distese come a voler rafforzare ancora di più il concetto.
    « Senti, vai pure da Kaji se vuoi, suppongo apprezzerà averti vicino. Solo, per carità di Dio, non cercare guai con lei. Altrimenti, dovrai passare prima da me. »
    E stavolta Denver è pieno di energie, mentre Ahri è priva di Air Trecks. Anche se il giornalista non le farebbe mai seriamente del male, non serve un genio per capire che quest'ultima si trova in una posizione di netto svantaggio.
    « Se non vuoi andare da Kaji, allora fammi il piacere di portarmi da Greg Laisné. »

     
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    « Ehi!!! Quello ha le AT! »
    « Woah, ma che ca...? »
    « Porca puttana, ma chi è quello? »
    « Ehi, quel tipo l'ho già visto... »
    « Ma non è quello che... »
    « Ehi, bei trick fratello! »

    Prima ancora di capire se aveva ottenuto il risultato sperato di placcare Ahri, Denver Brockmann si sarebbe certamente reso conto di essere riuscito in pieno nel catturare l'attenzione di una bella fetta di locale, e meno male che da quelle parti "trick" particolari si fanno con scarpe futuristiche, in un altro tipo di discoteca probabilmente avrebbe scatenato un po' di parapiglia, la gente del Pentauron non è troppo abituata a gente che cammina sull'aria.

    « Senti, vai pure da Kaji se vuoi, suppongo apprezzerà averti vicino. Solo, per carità di Dio, non cercare guai con lei. Altrimenti, dovrai passare prima da me.
    Se non vuoi andare da Kaji, allora fammi il piacere di portarmi da Greg Laisné.
    »
    Suzaku si ferma, in un primo momento ha la faccia arrabbiatissima ed ha tutta l'aria di avere voglia di prendersela col primo che capita -e Denver è il primo che capita, purtroppo. Poi il suo sguardo scappa via verso il basso, si trattiene, passa fugacemente un dito sulla base dell'occhio destro e non per togliere un bruscolino, scuote il capo e torna ad affrontare Denver. Anzi: torna ad evitarle accuratamente il confronto.

    « Guarda che... ci stavo andando! Proprio ora. Lui... »
    Una volta tanto il sesto senso di Denver funziona anche con quella ragazzina, le cui parole solitamente sono troppo complesse ed elusive per prestarsi ad una semplice distinzione di menzogna/verità. No, non stava affatto andando da mister Greg, e non aveva neanche bene idea di cosa dire per giustificarsi, tant'è che si blocca a metà frase e fissa il giornalista. Anzi, no. Sta guardando alle spalle di Denver.

    « Scusate, voi siete... il Trigger, giusto? »
    Se Denver si volta si ritrova a due palmi dal naso il viso rotondo e dai tratti infantili della Gravity Children, ed occhi di un azzurro intenso e profondo che sembrano quelli di una bambina intrappolata nel corpo di una trentenne con i capelli corti a pel di carota. Con una ragazzina di dieci anni condivideva le guanciotte e la luce curiosa nel profondo delle iridi di un bel ceruleo, con un adulto il vago accenno di rughe attorno agli occhi che sono il preludio di ciò che sarà fra vent'anni e la voce dal timbro decisamente maturo. E per un attimo, quando le luci si spensero per passare di nuovo alla mod da discoteca con spruzzi di colore ovunque e la musica che saliva per incitare i ragazzi a ballare, il riflesso di luce rivelò nel bel mezzo di quegli occhi una croce bianca che non aveva proprio nulla né di normale né di umano. Se c'era mai bisogno anche di quella prova allora eccola: Denver aveva di fronte una Gravity Children, una metà-umana, l'elite delle Tribù della Tempesta che Quarion aveva sottomesso e reso suoi sudditi con l'acquisizione delle Regalia del Cielo.

    « Ti sfido. »
    Gli gridò addosso Suzaku, facendosi avanti pur avendo Denver davanti a fare da muro. Non poteva raggiungere la Grachild ma di sicuro era abbastanza vicino da gridarle addosso. Quella la guardò come se fosse un animaletto strano, fissandosi in particolare sulle orecchie da volpe della ragazzina, che effettivamente erano piuttosto peculiari perché un po' troppo realistiche per essere un semplice accessorio da cosplay.

    « L'intento omicida era il tuo. »
    Disse lapidaria la Grachild, ed ecco spiegato come mai si era fatta avanti. Evidentemente era quel tipo di persona sensibile alle auree oppure brava a percepire i pericoli o quando una certa persona vuole farle del male. Il fatto che avesse percepito la minaccia decisamente relativa di Suzaku in mezzo a quella bolgia era notevole. Il fatto che si fosse fatta avanti di sua spontanea volontà invece che voleva dire? Che era una curiosa? Oppure un'attaccabrighe?
    « Per caso ti ho fatto perdere dei soldi...? »

    « Stai zitta!!! Kaji era mio amico! Era sconfitto, non c'era bisogno di spezzargli un braccio!!! »
    « Dovevo farlo. »
    Ribatté pel di carota, l'espressione sorpresa ma il tono assolutamente neutro.
    « Questo combattimento era il mio biglietto di sola andata per tornare a casa. E' asceso il Re del Cielo, ha chiamato a raccolta tutti e ci ha dato l'amnistia completa. Tutti i nostri peccati sono perdonati, possiamo finalmente tornare alla "Foresta". Avevo ancora dei debiti con la mafia, non mi avrebbero lasciata andare facilmente, però quell'uomo si è offerto di pagare tutto in cambio di questa esibizione. In cambio voleva solo che facessi del male a quel ragazzo. Scusa se te lo dico, ma se si è tirato addosso così tanto astio da un mafioso, vuol dire che se l'è cercata. »

    « Chiudi la bocca!! »
    Suzaku le avrebbe volentieri dato uno schiaffo in faccia, ma la donna era fuori portata.
    « Se vuoi vendetta va bene, ma adesso non posso. »
    Continuò in tono flemmatico, facendo spallucce.
    « Tornati a Klemvor, però, dovrai seguire le "Regole della Foresta" ed avrò bisogno del permesso del "Re". A quale team appartieni? »

    « Il mio è un team di classe "A", brutta stronza!!! Trovati quattro compagni forti, perché noi di Trident veniamo a farti il culo e... »
    « Trident non esiste più. »
    La interruppe la Grachild, lasciando Suzaku un po' di sasso dopo averla presa in contropiede già un paio di volte di fila nel giro di pochi istanti. Ahri non era chiaramente tanto brava a condurre un litigio civile, e non riusciva a buttarla in rissa e insulti come invece sembrava intenzionata a fare perché la controparte era decisamente troppo calma e tranquilla per accettare di scendere sul suo piano.

    « Che diavolo stai dicendo, mostro?? Sei impazzita?? »
    « Ti trovi qui con il Trigger e non sai cos'è successo...? La vicecomandante è morta ed il Comandante Generale Kumagawa si è sottomesso al Re del Cielo ed ha sciolto i ranghi e consegnato l'emblem. La megastorm di Trident non esiste più, e nemmeno il team Trident. E' una notizia vecchia di due giorni. »
    La donna dai capelli rossi fece ancora spallucce, davanti ad una Suzaku che non sapeva più bene che dire.
    « Fra dieci giorni da domani si terrà un "matrimonio", il più grande e sfarzoso dalla Grande Guerra. Se vorrai, potrai cercarmi lì con i tuoi amici. Accetterò qualsiasi duello vogliate, noi siamo la Son Wukong, un team neo-formato di classe "D". »
    Guardò Denver e sorrise.
    « Sai, ho le bevute gratis. »
    Disse con aria piuttosto complice.
    « Che ne diresti se... uh? »
    Come per ripicca, Suzaku che improvvisamente non aveva più tanta voglia di avere a che fare con quella tipa, afferrò con entrambe le mani il braccio di Denver e tirò con una certa urgenza.

    « No!! Vuoi andare o no dal tuo maledetto primino?? Andiamo adesso!! »
    Conteso fra due fuochi abbastanza pericolosi, non c'è che dire...

    Dunque a te la scelta, puoi fiondarti sulla pista che porta ad Hoka Inumuta, hacker specializzato in tecnologie di Trident che dalla morte di Lady Satsuki vive come un eremita nell'accademia Honnōji ed una delle più probabili "piste calde", oppure accettare l'invito a bere con questa strana signorina di razza Gravity Children che pure sembra piuttosto bene informata, e sopratutto devota al "Re del Cielo" che a quanto pare le ha concesso un'amnistia totale. Ma amnistia per cosa, poi...? Sì, pure questo questo solletica la tua passiva di fiuto per gli scoop, non quanto la pista "Gregory Laisné" ma neanche tanto meno...
     
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    « Ma non è quello che... »
    « Ehi, bei trick fratello! »

    Fratello un corno, vorrebbe rispondere il giornalista mentre si fa strada al di sopra di quella folla di ragazzini scapestrati. Al contrario, si sforza di ignorare tutti: quelli che pensano che egli abbia davvero delle AT ai piedi – in realtà una supposizione più che comprensibile, per quanto per certi aspetti svilente; e quelli che gli rivolgono la parola con dei toni a dir poco inappopriati per essere qualcuno che ha almeno il doppio degli anni della quasi totalità dei presenti. Si sforza solo per questa occasione di prenderlo per un complimento: significherebbe che Denver dimostra meno anni di quanti ne abbia realmente.

    Ahri si ferma davanti a lui, paonazza e con l'espressione di una giovane donna pronta ad una tremenda sfuriata al primo stimolo sbagliato. Contrariamente alle aspettative del reporter, però, non esplode affatto e pare invece calmarsi. Si asciuga quindi rapida una lacrima, gli occhi abbassati; infine scuote la testa e torna a guardare Denver.

    « Guarda che... ci stavo andando! Proprio ora. Lui... »
    Comincia a giustificarsi, ma interrompendosi quasi subito. Anche il più allenato dei bugiardi può commettere errori, e Ahri non fa eccezione. Con gli occhi ancora rossi dal pianto, il viso livido d'ira e, soprattutto, la Gravity Child di prima a pochi passi dietro la schiena di Denver, quest'ultimo non riuscirebbe nemmeno a fingere di credere alla ragazzina. Solo, il giornalista impiega ben più di un attimo a realizzare che il motivo per cui Ahri non sta parlando più non è quanto fosse palese la sua bugia.

    « Scusate, voi siete... il Trigger, giusto? »
    Denver si gira di soprassalto, trovandosi davanti una donna sulla trentina d'anni non particolarmente alta, il viso tondo e grazioso incorniciato da capelli rossi tenuti corti. Gli occhi sono di un azzurro di quelli in cui ci si può perdere, e non appena le luci si spostano in un certo modo, queste rivelano delle croci bianche che ne attraversano le iridi e ne inglobano le pupille. A quel punto non gli rimangono più dubbi: si tratta di una Gravity Child.
    Della Gravity Child.

    « Er, sì. Ha biso- »
    « Ti sfido. »
    Le ringhia addosso Ahri; il giornalista reagisce alzando gli occhi al soffitto e borbottando suoni che egli preferisce non convertire in parole. Si limita così a rimanere in mezzo e ad impedire alla ragazzina di fare più cazzate. Grazie al cielo, la Gravity Child non sembra averla presa troppo a male.

    « L'intento omicida era il tuo. »
    « Guardi, la ignori pure, per favore. Tutto ciò è molto imb- »
    « Per caso ti ho fatto perdere dei soldi...? »

    Denver sospira. Se la donna pare percepisca dell'ostilità da parte di Ahri perfino dalla sola aura che quest'ultima emana, il giornalista non avverte invece nulla di tutto ciò dalla Gravity Child. Ovvio, egli non può vantare certi poteri sovrannaturali (poco importa se ha appena dimostrato di saper praticamente volare), ma ha abbastanza esperienza sul campo da permettergli comunque di leggere l'atmosfera, e... no, non c'è nulla di cui preoccuparsi da parte della nuova arrivata. Per ora.

    « Stai zitta!!! Kaji era mio amico! Era sconfitto, non c'era bisogno di spezzargli un braccio!!! »
    « Dovevo farlo. »
    Obietta questa, stupita ma non turbata.
    « Questo combattimento era il mio biglietto di sola andata per tornare a casa. E' asceso il Re del Cielo, ha chiamato a raccolta tutti e ci ha dato l'amnistia completa. Tutti i nostri peccati sono perdonati, possiamo finalmente tornare alla "Foresta". Avevo ancora dei debiti con la mafia, non mi avrebbero lasciata andare facilmente, però quell'uomo si è offerto di pagare tutto in cambio di questa esibizione. In cambio voleva solo che facessi del male a quel ragazzo. Scusa se te lo dico, ma se si è tirato addosso così tanto astio da un mafioso, vuol dire che se l'è cercata. »

    Come prego? Anzi, no, Kaji deve essere l'ultimo dei suoi pensieri al momento.
    « Chiudi la bocca!! »
    « Se vuoi vendetta va bene, ma adesso non posso. »
    La Gravity Child continua a parlare con assoluta calma, facendo spallucce.
    « Tornati a Klemvor, però, dovrai seguire le "Regole della Foresta" ed avrò bisogno del permesso del "Re". A quale team appartieni? »
    « Il mio è un team di classe "A", brutta stronza!!! Trovati quattro compagni forti, perché noi di Trident veniamo a farti il culo e... »
    « Trident non esiste più. »

    Ancora un sospiro da parte del giornalista, che si porta una mano a nascondergli il volto. Adesso sentirà Ahri che obietterà, incredula...
    « Che diavolo stai dicendo, mostro?? Sei impazzita?? »
    Come volevasi dimostrare.
    « Ti trovi qui con il Trigger e non sai cos'è successo...? La vicecomandante è morta ed il Comandante Generale Kumagawa si è sottomesso al Re del Cielo ed ha sciolto i ranghi e consegnato l'emblem. La megastorm di Trident non esiste più, e nemmeno il team Trident. E' una notizia vecchia di due giorni. »

    Solo due giorni?
    Trident, intesa almeno come team, è finita nel momento in cui tutti i suoi membri sono stati sparpagliati ai quattro angoli del Presidio Orientale; nonché quello Centrale, ma Ahri stessa è conscia del fatto che non dovrebbe trovarsi qui. Ora, sapendo tutto ciò, come diavolo è possibile che non avesse fatto due più due?

    « Fra dieci giorni da domani si terrà un "matrimonio", il più grande e sfarzoso dalla Grande Guerra. Se vorrai, potrai cercarmi lì con i tuoi amici. Accetterò qualsiasi duello vogliate, noi siamo la Son Wukong, un team neo-formato di classe "D". »
    Conclude la donna ancora senza un nome, che ora si rivolge al giornalista con un sorriso.
    « Sai, ho le bevute gratis. Che ne diresti se... uh? »
    Denver fa a malapena in tempo a ricambiare quel sorriso, prima di sentirsi strattonare il braccio. Ancora una volta, Ahri Kobayashi. Ancora una volta, il giornalista sospira.
    « No!! Vuoi andare o no dal tuo maledetto primino?? Andiamo adesso!! »

    « In qualsiasi altra circostanza, avrei risposto di sì al volo. »
    Risponde affabilmente, frugando nella tasca interna della sua giacca con la mano libera.
    « Stavolta, però, devo davvero scappare. Se sarai ancora qui domani, potremmo vederci di nuovo qui o al Dark Haven e bere qualcosa. Offro io, ovviamente. »
    Le porge un biglietto da visita.
    « Altrimenti, qui ci sono i modi in cui puoi contattarmi. Sono io stesso un collaboratore del Re del Cielo; sicuramente avremo modo di incontrarci ancora, cara... cara? »

     
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    « Sharyu. Ma da domani entrerò ufficialmente a far parte dell'unità di crisi del Re del Cielo, quindi sarò nota come "la scimmia". »
    Rispose con un sorriso radioso la ragazza, ma poi aggiunse.
    « Vada per un caffè al Dark Haven, il proprietario è un mio amico. E' stato un piacere conoscere il famoso Trigger. Ti immaginavo molto più grottesco. »

    Non fece in tempo ad aggiungere altro o a spiegarsi meglio -se mai c'era bisogno di spiegazioni-, Suzaku praticamente trascinò via il reporter che dovette assecondarla per non creare ulteriore scompiglio. Nel frattempo era diventato impossibile comunicare. La musica si era tramutata in un sincopato particolarmente invasivo, con almeno una mezza dozzina di tamburi che pompavano dall'impianto di diffusione del locale, associati a melodie tecno ed una voce maschile che imprimeva rabbia in un testo abbastanza incazzato che per qualche motivo inneggiava ad una guerra particolarmente violenta contro diverse specie aviarie fra cui tacchini, polli e pavoni. Di certo c'erano delle allegorie di mezzo, e di certo ai ragazzi piaceva. Denver però era abbastanza tagliato fuori dalla comprensione di quelle parole, e non era ben chiaro perché l'autore insisteva con tanta veemenza nella modalità di uccisione particolarmente cruenta che consisteva nel trafiggerne le viscere con pali acuminati passando dall'ingresso posteriore.

    Tirato per la manica, Denver fu obbligato a farsi largo nella massa di ragazzi che passavano dal bancone ai tavoli, dai tavoli ai bagni, dai bagni alla pista da ballo che frattempo si era fatta un mare ribollente di corpi. Il locale era strapieno, l'età media neanche la metà degli anni del reporter e c'era da sentirsi decisamente fuori posto in quel contesto. Ad un certo punto Suzaku si fermò e cominciò a gridare all'indirizzo di un ragazzo lì vicino. Forse erano a destinazione, a pochi passi dal bancone dove tre baristi si davano da fare.

    « Windmill!! Devi darmi una mano, mi serve un favore! »
    "Windmill" era secco come un'acciuga, indossava dei pantaloni con tasche grandi abbastanza da infilarci un intero paniere militare di quelli che contengono le razioni per tre giorni e pantaloni grigio topo talmente larghi da chiedersi come faceva a non inciampare. Capelli lunghi piuttosto malconci, l'aria scazzata alla vista di Ahri ed un berretto passato sotto l'azione di un cutter. Il senso di indossare un berretto massacrato da un taglierino era un'altra di quelle domande da non porsi quando ci si aggira negli ambienti degli storm riders, invece la sua espressione tutt'altro che entusiasta e lo sguardo che sembrava dire "come ne esco, ora?" mentre Ahri gli piombava addosso avevano più di una spiegazione possibile.

    « Un favore. Che novità... »
    Disse, piuttosto acido.
    « Devi passare un messaggio da parte mia allo stronzo del tuo boss. »
    Se prima era allarmato, ora l'espressione di Windmill era "no, col cazzo, io me ne sto fuori".

    « No. Col cazzo! Io me ne sto fuori da queste cose, non voglio perdere il lavoro. »
    Rispose di botto e senza pensarci un secondo, ma come risultato Ahri divenne solo più insistente.
    « Stronzo! Ti ho parato il culo con Darius! Se non era per me ti spaccava la spina dorsale! »
    « Ancora?? E' la terza volta che mi rompi i coglioni con 'sta storia, ma chi te l'ha chiesto poi?? »
    « Allora fra poco saprà chi è stato a vendere i biglietti a suo fratello, che ne dici? »
    Ricattato, il tipo sembrò sbiancare e guardarsi intorno piuttosto preoccupato.
    « E' qui??? Porca puttana Kobayashi, ti sei portata quell'armadio qui nel locale?? »
    « Siamo tutti e quattro qui, hai capito?? Abbiamo da fare. »
    Tutti e quattro chi? Darius era il vero nome di Gembu, se si riferiva a lui e agli altri quella era una balla enorme.
    « Va bene, va bene. Che vuoi? Che gli devo dire? »
    Tono di voce intriso di panico.
    « Che è un verme!! »
    L'idea di riferire quella frase a Maiev non faceva decisamente impazzire di gioia il ragazzo. Anzi, dall'espressione era abbastanza palese che il suo assenso era puramente volto a levarsi dalle scatole il prima possibile Ahri, che per fortuna decise di proseguire, ma non prima di aggiungere:
    « Digli anche che mi fa schifo! E di non farsi mai più rivedere da me! »
    Accenno di panico negli occhi di Windmill.
    « Cos...? Ma te ne vuoi andare? E i soldi? Quello là ti ammazza. »

    Windmill stava giusto tentando di aggiungere altro, ma Ahri tirò dritto fregandosene. Con la coda nell'occhio Denver vide il ragazzetto guardarsi attorno con aria piuttosto preoccupata e poi sparire in una direzione specifica. Con tutta probabilità non avrebbe mai consegnato quel messaggio a Maiev. Non con quelle parole specifiche, almeno. C'era però il rischio che stava andando a consegnare un altro tipo di messaggio, forse era meglio sgommare dal locale il prima possibile.

    « Ehi! Sai dove sono i primini della sezione sei? »
    Gridò Ahri ad un ragazzo più o meno della sua età -l'età vera, non quella dichiarata.
    « Ehi, ma sei tu! Non torni a scuola? Oh, le merdine hanno preso un tavolo, ho visto Atrax che per poco tirava giù i bicchieri per raggiungerlo. La prof fa un bordello se sa che sei qui, eh? »
    « Fanculo la prof. Ciao, eh? »
    Ahri fece un deciso cambio di rotta in una direzione specifica. La zona dove era diretta fortunatamente era meno affollata, fatta di piccoli tavoli tondi attorno a divanetti e sedie da bar, all'ombra dei balconi dei piani soprastanti e a pochi passi da un duo di bruti in giacca e cravatta che impedivano l'accesso alle scalinate. Ahri trovò subito il tavolo giusto, occupato da otto ragazzetti più piccoli di lei che sembravano esattamente ciò che erano: ragazzini di prima media sotto età perfino per un locale per giovanissimi come quello. Avevano bicchieri che avevano tutta l'aria di essere alcolici o succhi di frutta (o ambedue le cose), ridevano e scherzavano come se non avessero un problema al mondo, ma smisero di colpo appena Ahri gli si parò di fronte, il che era buffo e faceva quasi ridere. Sembravano dei mocciosi sull'autobus sorpresi senza biglietto dal controllore, e la cosa era abbastanza assurda visto che la ragazza era assolutamente quanto di più lontano da una figura autoritaria potesse esistere.

    « Ehi, stronzetti. Lo sapete che solo i team di rider possono prenotare i tavoli in questo locale? »
    Ci misero alcuni secondi a rispondere. La guardarono, poi guardarono Denver. Poi si resero conto che nessuno si prendeva la responsabilità di ribattere, e si guardarono l'un l'altro in cerca di un volontario. Poi il più spigliato del gruppo tirò fuori un po' di umorismo e provò a farci la battuta sopra:
    « Allora com'è che non te ne trovi uno, zia? Di team, dico. »
    Un ragazzo e una ragazza di fianco a lui scoppiarono a ridere, salvo smettere rendendosi conto che il resto del gruppo non si univa all'apprezzamento. Erano decisamente spaccati a metà, con il simpaticone del gruppetto ed i suoi due amici che non capivano perché gli altri cinque si facevano bullare da una ragazza comparsa dal nulla che faceva la gradassa.
    « Guarda che ce l'abbiamo un team. Siamo entrati nelle juniores della Gladio Road, il tavolo è di Fury, gli teniamo il posto... »
    Disse uno dei più titubanti, indicando il ragazzo che aveva a fianco, che pure era rimasto in silenzio ed ora si ritrovava chiamato in causa.

    « Merde che siete. » lo blandì Ahri amareggiata. « Trident è sciolto da due giorni e voi già fate le puttane con quelli di altri team. Ehi, Greg. Questo qui ti vuole parlare, alza il culo e rispondi. »
    Il ragazzetto più a lato rimase sorpreso, se n'era stato in silenzio fino a quel momento evitando accuratamente di mettersi in mezzo, ed ora era chiamato in causa dal nulla. Guardò Denver come se temesse di ritrovarsi puntata addosso una pistola da un momento all'altro e si alzò lentamente.

    « E' per mio fratello? »
    « Ma che c'entra tuo fratello, testa d'uovo? »
    Gli rispose stizzita Ahri, al che lui si fece avanti ancora più preoccupato per non riuscire ad indovinare il motivo per quella convocazione.

    « Porca puttana! »
    Esclamò allora una ragazza del tavolo.
    « Ma io lo so chi è quello! E' il Trigger! »
    « Non dire cretinate, gallina. » La zittì istantaneamente Ahri. « Non gli somiglia neanche »
    « E' vero, è vero. Non ha le cicatrici sugli occhi... »
    Confermò uno dei ragazzi, il che c'era da chiedersi che cacchio di immagine avevano di Denver quei giovani...



    Edited by Yomi - 1/1/2019, 09:48
     
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    « Sharyu. Ma da domani entrerò ufficialmente a far parte dell'unità di crisi del Re del Cielo, quindi sarò nota come "la scimmia". »
    Sharyu sorride raggiante nell'annunciare il suo nuovo soprannome, ma Denver non ha il coraggio di dirle che preferirebbe di gran lunga utilizzare il suo nome di battesimo. Sapere che quella donna entrerà nell'entourage di Quarion lo rincuora; a maggior ragione il giornalista sa che la rivedrà, presto o tardi. Quella sensazione di sollievo dura, ironicamente, fino al momento in cui Sharyu accetta il suo invito.
    « Vada per un caffè al Dark Haven, il proprietario è un mio amico. E' stato un piacere conoscere il famoso Trigger. Ti immaginavo molto più grottesco. »

    Come?
    Vorrebbe domandarle un chiarimento rispetto all'ultima frase, ma Ahri pare essere di un'altra opinione. Forse per il meglio, almeno per questa volta: il reporter stesso non è certo di voler davvero sapere come viene immaginato da quelle parti. Anche se quello nel suo avviso di taglia non è uno dei suoi ritratti migliori, definirlo addirittura grottesco gli pare abbastanza esagerato.

    Contemporaneamente il volume della musica sta aumentando tanto che ogni tentativo di proseguire una qualsiasi conversazione si rivelerebbe un'impresa piuttosto ardua. Denver non riesce più a sentire altro che percussioni, poi quei “graffi” elettronici che si sentono nella musica da discoteca, e infine un cantante che inneggia ad atti a dir poco perniciosi contro vari tipi di uccelli terricoli. Se c'è un significato più profondo dietro quel testo – ma ne dubita – non è dato sapere; in tutta franchezza, non gliene importa nulla.
    Si apre così un varco dopo l'altro in mezzo ad un nuovo oceano di persone; facendo slalom fra ragazzini scatenati sulla pista da ballo, tavoli e code chilometriche davanti ai bagni; saluta anche Amara con fare affrettato. Arriva – anche se sarebbe più corretto dire che viene guidato fino ai pressi del bancone.

    « Windmill!! Devi darmi una mano, mi serve un favore! »
    A rispondere all'appello di Ahri è un ragazzino non troppo alto né basso, magro come un chiodo, che riuscirebbe senza alcun dubbio a ballare all'interno di quegli enormi pantaloni grigio topo di almeno una o due taglie troppo grandi; i suoi capelli, lunghi e scuri, danno l'idea di non aver ricevuto il tocco di un barbiere da diverso tempo. Senza contare il berretto, che... che messaggio vorrebbe trasmettere quel copricapo sminuzzato?
    Ad ogni modo, “Windmill” non pare troppo contento di vedere la ragazzina; nei suoi occhi si legge il desiderio di trovare un modo per sgattaiolare via indisturbato. Praticamente come guardare in uno specchio, solo in uno che distorce la realtà eliminando le responsabilità.

    « Un favore. Che novità... »
    « Devi passare un messaggio da parte mia allo stronzo del tuo boss. »
    « Ahri, le parole! »
    « No. Col cazzo! Io me ne sto fuori da queste cose, non voglio perdere il lavoro. »
    « Stronzo! Ti ho parato il culo con Darius! Se non era per me ti spaccava la spina dorsale! »
    « Ancora?? E' la terza volta che mi rompi i coglioni con 'sta storia, ma chi te l'ha chiesto poi?? »
    « Allora fra poco saprà chi è stato a vendere i biglietti a suo fratello, che ne dici? »
    Windmill sbianca in volto. Denver alza gli occhi al soffitto, ma sceglie di non rovinarle il gioco, se questo equivarrà ad arrivare dove vuole il prima possibile.
    « E' qui??? Porca puttana Kobayashi, ti sei portata quell'armadio qui nel locale?? »
    « Siamo tutti e quattro qui, hai capito?? Abbiamo da fare. »
    Oh, se solo quel ragazzino sapesse.
    « Va bene, va bene. Che vuoi? Che gli devo dire? »
    « Che è un verme!! »
    Ottimo messaggio da riferire, soprattutto a quello che il giornalista presume trattarsi del proprietario di quel posto, nonché un (relativamente) potente boss mafioso.
    « Digli anche che mi fa schifo! E di non farsi mai più rivedere da me! »
    « Cos...? Ma te ne vuoi andare? E i soldi? Quello là ti ammazza. »

    « Soldi?! »
    Ma Ahri sta già tirando dritto, ignorando il ragazzino e anche il giornalista. Soldi. Quella ragazzina ancora deve uscire dalle scuole medie, e deve dei soldi ad un capo mafioso. Spiegherebbe in effetti il perché sia di fatto una “prigioniera” all'interno del Subject 9; rimarrebbe soltanto da domandarsi quanto debba restituire a Maiev, e per quale fottutissimo motivo. Ci pensa su un attimo mentre la segue. Poi realizza.

    « Aspetta, non è che quei soldi sono... »
    ...la sua taglia. Altrimenti, perché mai uno come Maiev si disturberebbe a scatenare una simile caccia all'uomo? Ciò sarebbe in realtà un problema secondario se il boss avesse avuto intenzione di consegnare il giornalista a Ragyo Kiryuin, riscuotendo così i soldi persi; questo però non è parso il piano dell'uomo, che vorrebbe da lui nient'altro che delle informazioni. Ottantuno milioni, però, sono una cifra troppo importante per essere investita senza avere un adeguato collaterale. Ahri, sospetta Denver, deve essere diventata esattamente questo.
    « Dopo ne discutiamo. A fondo. »
    Appena il reporter avrà finito il suo tour de force fra i teenager di Blood Runner, magari. Spera di essere arrivato alla tappa finale, o almeno qualcosa che ci vada vicino, quando la fanciulla lo conduce fino ad un tavolo attorno al quale sono seduti otto... otto bambini a cui nessuno potrebbe dare più di undici o dodici anni ad essere generosi. Denver decide di non investigare su ciò che stanno bevendo, dandoli automaticamente per succhi di frutta.
    Sembrano terrorizzati da Ahri.

    « Ehi, stronzetti. Lo sapete che solo i team di rider possono prenotare i tavoli in questo locale? »
    Ora il giornalista ne comprende il motivo. Esitano visibilmente, taluni addirittura cercando aiuto nell'adulto davanti a loro che, tuttavia, non saprebbe nemmeno come aiutarli. Ci vogliono alcuni secondi prima che uno di loro trovi la baldanza di ribattere.
    « Allora com'è che non te ne trovi uno, zia? Di team, dico. »
    Una risata. A ridere però sono meno della metà dei presenti; gli altri non accennano nemmeno l'ombra di un ghigno.
    « Guarda che ce l'abbiamo un team. Siamo entrati nelle juniores della Gladio Road, il tavolo è di Fury, gli teniamo il posto... »

    « Merde che siete. Trident è sciolto da due giorni e voi già fate le puttane con quelli di altri team. Ehi, Greg. Questo qui ti vuole parlare, alza il culo e rispondi. »
    Aspetta, Greg sarebbe quello? Quando ha sentito “primino”, Denver aveva creduto che avrebbe incontrato un ragazzino di almeno quattordici o quindici anni, non un bambino.

    « E' per mio fratello? »
    Chiede il piccolo, al ché Ahri risponde irritata:
    « Ma che c'entra tuo fratello, testa d'uovo? »

    « Porca puttana! »
    Interviene poi dal nulla un'altra bambina.
    « Ma io lo so chi è quello! E' il Trigger! »
    « Non dire cretinate, gallina. » La contraddice Ahri. « Non gli somiglia neanche »
    « E' vero, è vero. Non ha le cicatrici sugli occhi... »

    Okay, questo spiega perfettamente perché Sharyu avesse menzionato di avere avuto un'immagine ben peggiore del giornalista. Quest'ultimo sospira, decidendo comunque di non smentire Ahri.
    « Moderate il linguaggio, innanzitutto. Tutti quanti. »
    Guarda ora Greg.
    « Non ti facevo così giovane. Comunque seguimi un attimo al bancone, e non preoccuparti: tuo fratello non c'entra nulla. Sono qui per farti delle domande, alla luce delle tue... doti, diciamo. »

    Gli fa cenno di alzarsi col capo, avviandosi poi verso dove indicato. Una volta fattosi strada in quel marasma di squinternati, chiamerà l'attenzione del barista, urlando:
    « SCOTCH PER ME E UN ANALCOLICO PER IL GIOVANE! »

    Appoggia quindi una mano sulla spalla di Greg in una maniera che vorrebbe essere rassicurante. Sarà quasi sicuramente un vicolo cieco, ma ora che è arrivato così lontano, tanto vale ballare.
    « Ascolta, mi è stato detto che sei piuttosto bravo con i computer, non è così? » Aspetta una conferma. « Bene, perché al momento sto investigando sul famoso video che mostra come è morta Satsuki Kiryuin. Ora, mi è stato riferito anche che da quando Satsuki è venuta a mancare, ti sei rintanato parecchio nell'aula di informatica della tua scuola, correggimi se sbaglio. »
    Che fosse stato davvero Greg a fabbricare quel video?
    « Sospettiamo – anzi, siamo sicurissimi che quel video sia un falso molto ben fatto. Quello che vorremmo capire non è tanto chi abbia fabbricato qualcosa del genere, quanto piuttosto per conto di chi e, soprattutto, perché. Sei disposto a darmi una mano? »

     
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    « Moderate il linguaggio, innanzitutto. Tutti quanti. »
    Ahri gli scoccò un'occhiata obliqua fra il deluso e l'irritato.
    « Ma lo sai che parli proprio come un vecchio? »
    Sudando freddo, Gregory si alzò e seguì docilmente Denver, anche se aveva l'aria di qualcuno mandato al patibolo.

    « Uuuhh... se i sempai del team arrivano adesso... »
    I primini erano piuttosto ansiosi. Era chiaro che dalle loro parti il nonnismo non fosse roba da poco, a meno che Ahri non fosse un caso estremo di bullo da quartiere, il più alto livello di cattiveria che si può avere nei confronti di un gruppo di inermi kohai di prima media, poco più che bimbetti anche messi al confronto con una ragazzina. Ed essendo che Denver aveva avuto il dubbio onore di conoscere gente del calibro dei suoi compagni di squadra c'era da dubitarne. Probabilmente era solo sul livello medio di crudeltà raggiunto da quelle parti...

    « SCOTCH PER ME E UN ANALCOLICO PER IL GIOVANE! »
    Gridò il reporter al bancone, e si ritrovò un bicchiere di ghiaccio con due dita di liquore ed un bicchiere alto e stretto con un liquido rosso acceso pieno di bollicine dal forte odore fruttato. Lo scotch costava l'ira di dio e l'analcolico quasi tanto quanto, ma non c'era di che stupirsi considerando il tipo di locale.

    « Ascolta, mi è stato detto che sei piuttosto bravo con i computer, non è così? »
    Interloquì allora il giornalista, aspettandosi una risposta da parte dell'inquisito. Greg prese il suo succo, fece vagare gli occhi a destra, poi a sinistra, e la sua espressione non era proprio quella del tipo più sveglio del locale.
    « S... Sono nel club di informatica. »
    Disse addentando la cannuccia, come se quella fosse una risposta.
    « Bene, perché al momento sto investigando sul famoso video che mostra come è morta Satsuki Kiryuin. Ora, mi è stato riferito anche che da quando Satsuki è venuta a mancare, ti sei rintanato parecchio nell'aula di informatica della tua scuola, correggimi se sbaglio. »
    Altro sguardo piuttosto smarrito del ragazzo.
    « Sospettiamo – anzi, siamo sicurissimi che quel video sia un falso molto ben fatto. Quello che vorremmo capire non è tanto chi abbia fabbricato qualcosa del genere, quanto piuttosto per conto di chi e, soprattutto, perché. Sei disposto a darmi una mano? »

    « Certo. »
    Disse il ragazzo di impulso, stranamente molto collaborativo: Bevve un altro lungo sorso, poi aggiunse:
    « Senti, zio, io ti aiuto volentieri però l'aula di informatica del club ora è chiusa. Ci vive il presidente del club dove sto io, il signor Inumuta da quando è morta Lady Satsuki, la presidente del consiglio studentesco. Tipo che dorme lì. Non ci entro da due settimane, tipo. Inoltre il signor Inumuta ha requisito i pc da molti altri club minori, gli servono per una ricerca... anche lui sta analizzando un video, sai? Vuoi parlarci? Posso portarti da lui. »
    Inumuta. Oh, sì. L'aveva nominato anche Amara. Solo che... oh. C'era stato un fraintendimento. E non per colpa di Denver, semplicemente perché quei ragazzi avevano un linguaggio per cui serviva un traduttore. Quando parlava di un hacker Amara non si riferiva a Gregory, bensì ad Inumuta! Ma che bella esperienza edificante condurre una ricerca con degli informatori in una discoteca con la musica a tutto volume di sfondo...

    Alle spalle del giovanissimo hacker wannabe, nel frattempo, si apre per un istante la folla mostrando meglio il tavolo in fondo alla sala dove Ahri e gli altri sette primini aspettavano l'esito di quel buffo colloquio. Solo che erano intervenuti altri tre tizi piuttosto ben piazzati vestiti di bianco, con giacche di pelle, camice dal collo alto e pantaloni con tanto di cinture dorate. Quello nel mezzo, in particolare, stava discutendo in modo piuttosto animato con Suzaku, che dal canto suo non era a sua volta particolarmente tranquilla. Vista la distanza ed il casino generale era impossibile capire che cosa si stavano dicendo, ma di sicuro Ahri gli stava letteralmente urlando addosso, infischiandosene bellamente di trovarsi in una situazione di tre-contro-uno e con ciascuno dei ceffi che aveva di fronte grossi almeno il doppio di lei...

     
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    « Ma lo sai che parli proprio come un vecchio? »
    Osserva Ahri; in tutta risposta Denver si stringe nelle spalle con aria noncurante. Sarebbe superfluo ricordarle di essere di fatto maturo a sufficienza per potere essere tranquillamente scambiato per il padre di quasi ogni singola persona che abbia mai incontrato lì dentro, con esattamente tre eccezioni di cui si ricordi il nome o la faccia.
    Forse è proprio per questo motivo che Gregory pare terrorizzato all'idea di seguirlo al bancone. Perché Denver è un adulto, una figura autorevole, e quel bambino ha la coscienza sporca – qualunque azione grave possa combinare uno che va in prima media.

    « Uuuhh... se i sempai del team arrivano adesso... »
    Forse, però, non è il giornalista a preoccuparlo – ciò consola quest'ultimo; per uno che sta lavorando come professore a Misericorde, incutere paura nei più piccoli non è qualcosa che vorrebbe mettere su un eventuale curriculum vitae.
    Ha studiato lo slang delle Tribù della Tempesta; Gregory si sta riferendo ai propri compagni di team più grandi. Se si comportano come Ahri o peggio, allora si spiegherebbe alla perfezione tanto timore.

    Comunque, un po' di bullismo per ora non è un problema che lo riguardi troppo; ci sono passati in tanti nella propria vita prima di loro, si sopravvive.
    Gregory stringe fra i denti la cannuccia di quel costosissimo succo di frutta, lanciando in giro di tanto in tanto delle occhiate che il giornalista scambia inizialmente per circospette, prima di realizzare che sono solamente distratte.
    « S... Sono nel club di informatica. »
    Risponde. Denver sospira, e opta per prendere quella risposta come un sì piuttosto modesto. Se non altro, andare al sodo e approfondire aiuta. Sente, però, che nonostante il suo sesto senso, sta per fare un ennesimo buco nell'acqua...

    « Certo. Senti, zio, io ti aiuto volentieri però l'aula di informatica del club ora è chiusa. Ci vive il presidente del club dove sto io, il signor Inumuta da quando è morta Lady Satsuki, la presidente del consiglio studentesco. Tipo che dorme lì. Non ci entro da due settimane, tipo. Inoltre il signor Inumuta ha requisito i pc da molti altri club minori, gli servono per una ricerca... anche lui sta analizzando un video, sai? Vuoi parlarci? Posso portarti da lui. »

    Beh, fuochino.
    « Ah, quindi è Inumuta, » ripete il giornalista, come se stesse assaporando quel nome, « mi piacerebbe sapere quanti anni abbia a questo punto e, soprattutto, se posso trovarlo qui. Altrimenti, fammi capire un attimo, per raggiungerlo dovremmo entrare nella tua scuola di nascosto, a sera inoltrata? »
    Istintivamente liquida l'idea come del tutto folle e inaccettabile, poi si rammenta del fatto che fuori da lì c'è un piccolo esercito di persone pronte a tutto pur di portarselo a casa vivo o morto. Invadere un edificio pubblico o una proprietà privata, anche se si tratta di una scuola, è tutto sommato un prezzo morale minimo da pagare.

    Si accorge nel frattempo di un varco che si apre nella folla alle spalle di Gregory. Al tavolo dei ragazzini delle medie si sono avvicinati tre uomini enormi vestiti di bianco, con camice a collo alto, giacche in pelle e delle pacchiane cinture dorate. Al di là della differenza di età e della vistosità, Denver si accorge di loro perché Ahri ci sta litigando animatamente.
    « Quegli energumeni sarebbero...? »

     
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    « Ah, quindi è Inumuta, mi piacerebbe sapere quanti anni abbia a questo punto e, soprattutto, se posso trovarlo qui. Altrimenti, fammi capire un attimo, per raggiungerlo dovremmo entrare nella tua scuola di nascosto, a sera inoltrata? »

    « Al project?? Il presidente?? »
    Il ragazzino fa una faccia quasi spaventata, come se temesse di subire in prima persona delle conseguenze per le parole ingiuriose del reporter.
    « No, no, no!! » Disse scuotendo la testa in modo energico. « I membri del consiglio studentesco mica ci vengono ai posti. La loro reputazione, sai zì? Cioè, è troppo fuori per quelli come loro. Poi li prez è tipo nerd, preferisce il laboratorio. Quanti anni ha il capo?? Dunque, fa la terza... »
    Guardò in basso, mentre ci pensava su. Poi come se non bastasse si guardò le dita di una mano, muovendole appena mentre contava.
    « Diciannove. »
    Annunciò in tono solenne. Ed intenhdeva anni, senza dubbio.
    Quindi non terza media, bensì terza liceo. Al che un breve flash riguardo il ground zero di tutto quel pasticcio, ovvero quel giorno terribile a Klemvor in cui si era scatenata letteralmente una battaglia fra i vari gruppi di storm riders: da una parte Kumagawa e la sua guardia pretoriana, decisi ad eleggere il nuovo Re del Cielo, dall'altra la guardia personale di Quarion e tutti i riders che Lady Satsuki era riuscita a radunare. La cosa che saltava all'occhio dei due schieramenti era che da un lato erano tutti ragazzini di età anagrafica molto più bassa della media dei riders, dall'altra tutti studenti fra i sedici e i diciannove, più o meno. Era buffo che Ahri, una ragazzina delle medie, facesse parte di fatto della fazione che guidava Trident e aveva tirato le fila di quella guerra intestina, mentre i liceali erano subordinati al ruolo di secondi. Guardando al comportamento da bullo da periferia della ragazza nei confronti dei compagni più giovani, questo però almeno in parte spiegava l'astio degno dei peggiori teppisti che c'era fra le varie fazioni.

    « Ci vuoi andare, alla scuola, zì? Ti ci portiamo noi. Si entra facile, se sai la strada... »
    Disse il ragazzo, finendo la sua bibita. Intanto là dietro c'era movimento, e Denver aveva notato Ahri intenta ad attaccar briga con un trio di ragazzi più grandi vestiti bianco, senza dubbio degli Storm Riders pure loro.
    « Quegli energumeni sarebbero...? »
    Chiese Denver. Il ragazzino rispose di getto, come se stesse ad un'interrogazione a scuola.
    « Il sempai Fury ed i suoi. Sono tutti e tre team-leader, appartengono alla White Light. Tempo fa stavano con Trident, poi si sono sciolti. La Gladio Road ha tentato di rovesciare il Comandante Generale ma è andata malissimo e hanno dato gli emblem. E' meglio se stiamo ancora un po' qui, se ci immischiamo passiamo guai. Sai, siccome la signorina Suzaku è la Decoy di Trident è anche colpa sua, poi quel giorno ha giocato un brutto scherzo in partita, quindi ce l'hanno a morte con lei. Vuoi che ti racconto com'è andata?? »
    Disse il ragazzino, con l'entusiasmo di un appassionato di sport che racconta della partita domenicale dei suoi beniamini.

    « Io non c'ero quel giorno, ma lo sanno tutti che è successo. Di solito le partite di Trident sono un bagno di sangue. L'Ultimate ed il Panther del team sono dei mostri, ma quel giorno venivano da sei duelli di fila. Allora invece di puntare subito al Balloon si sono sparpagliati, la Gladio Road è fatta di duellisti e gioca in formazione, hanno tipo tre middle. Sono andati per il due-contro-uno ma l'emblem di Trident ce l'aveva la Decoy, che ha preso il Baloon in meno di quindici minuti con zero fatica. Fury si è incazzato parecchio e se l'è legata... »
    Comunque in quei pochi istanti il confronto si era concluso, i ragazzini si alzarono tutti di gran fretta lasciando il posto ai compagni più anziani, Ahri abbandonò il campo furiosa in volto mentre i tre individui in bianco occuparono i divanetti parlottando fra loro con aria compiaciuta. A quel punto c'era davvero troppo casino perché la ragazza riuscisse da subito ad individuare il giornalista nella calca, e si limitò a vagare di qualche passo guardando sempre nella direzione sbagliata. Denver invece aveva vita facile, era davvero arduo perdere di vista i capelli lunghi rosso rame di Ahri.

    « Vado a sentire che fanno i miei amici. »
    Disse allora "Greg" indicando il gruppetto di rider che si stavano mischiando con la calca a loro volta.
    « Quindi che vuoi fare...? »

     
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    « Al project?? Il presidente?? »
    Gregory pare quasi scandalizzato dalla sua domanda, come se il giornalista avesse appena insinuato qualcosa di profondamente blasfemo. Forse è proprio così.
    « No, no, no!! » Nega, scuotendo con decisione il capo. « I membri del consiglio studentesco mica ci vengono ai posti. La loro reputazione, sai zì? Cioè, è troppo fuori per quelli come loro. Poi li prez è tipo nerd, preferisce il laboratorio. Quanti anni ha il capo?? Dunque, fa la terza... »
    Quindi solo tredici, o nel peggiore dei casi quindici anni? Qualche calcolo più tardi, il bambino annuncia la sua conclusione:
    « Diciannove. »

    « Oh. »
    Non terza media, bensì terzo anno di scuola superiore. Almeno, questo è ciò che il giornalista si augura, poiché a quell'età egli aveva già cominciato a frequentare il college, dopo essersi diplomato all'età di diciotto anni nel 1912. Normalmente, ne è quasi certo, anche da quelle parti si finiscono le superiori a pressapoco a quell'età... o forse no, ma il rendimento scolastico degli Storm Rider non è un dettaglio di grande interesse quanto il fatto che Inumuta e la Kiryuin avessero di fatto la stessa età o giù di lì.

    Se non altro, quella conversazione non è stata del tutto a vuoto. Ora, decide di tornare a volgere la propria attenzione su quei gorilla al tavolo di Ahri.
    « Il sempai Fury ed i suoi. Sono tutti e tre team-leader, appartengono alla White Light. Tempo fa stavano con Trident, poi si sono sciolti. La Gladio Road ha tentato di rovesciare il Comandante Generale ma è andata malissimo e hanno dato gli emblem. E' meglio se stiamo ancora un po' qui, se ci immischiamo passiamo guai. Sai, siccome la signorina Suzaku è la Decoy di Trident è anche colpa sua, poi quel giorno ha giocato un brutto scherzo in partita, quindi ce l'hanno a morte con lei. Vuoi che ti racconto com'è andata?? »
    Denver annuisce, pur sapendo in anticipo che se ne pentirà. Nel frattempo, medita sull'idea di recarsi davvero presso quella scuola, e fare due chiacchiere con quel fantomatico presidente.

    « Io non c'ero quel giorno, ma lo sanno tutti che è successo. Di solito le partite di Trident sono un bagno di sangue. L'Ultimate ed il Panther del team sono dei mostri, ma quel giorno venivano da sei duelli di fila. Allora invece di puntare subito al Balloon si sono sparpagliati, la Gladio Road è fatta di duellisti e gioca in formazione, hanno tipo tre middle. Sono andati per il due-contro-uno ma l'emblem di Trident ce l'aveva la Decoy, che ha preso il Baloon in meno di quindici minuti con zero fatica. Fury si è incazzato parecchio e se l'è legata... »

    Denver non conosce il significato di nessuno di quei termini, ma non serve chissà quale mente prodigiosa per capire che l'Ultimate e il Panther sono con ogni probabilità Darius “Gembu” Nox e Vladmyr “Seiryu” Murray. Ad ogni modo, il succo rimane che a Fury stia semplicemente rodendo ancora una sconfitta cocente, e se la stia prendendo di conseguenza con colei che non solo è stata la causa della sconfitta di White Light, ma si tratta anche dell'anello più debole dell'intero gruppo. Approfittando dello scioglimento di Trident, dei propri numeri e del fatto che Ahri fosse in quel momento da sola. Codardi.
    « Capisco. »

    Nel mentre, il gruppo di bambini si è alzato in piedi, decidendo di cedere il proprio posto a quei tre piccoli, sbarbati gorilla. Con Ahri che si allontana, furiosa, nella direzione sbagliata, cercando il giornalista in ogni direzione meno che quella corretta.

    « Vado a sentire che fanno i miei amici. »
    Interviene Gregory, facendo cenno al suo gruppo che si sta mescolando nella folla. Denver annuisce distrattamente.
    « Quindi che vuoi fare...? »

    « Vado a recuperare Ahri, e poi ti faccio sapere. »
    Si alza dallo sgabello e si lancia nella calca, seguendo la chioma rossa della ragazzina come un marinaio si orienta con la stella polare. Quando la raggiungerà, poserà una mano sulla sua spalla, chiamandola:
    « Ahri! Va tutto bene? Cerchiamo di non perderci di vista, e... Beh, lascia che quei primati si rodano il fegato e lascia intatto il tuo. » Le sorride. « Sì, Gregory mi ha accennato qualcosa. »
    Si fa serio però solo poco dopo.
    « Mi è stato proposto di andare a fare una visita ad Inumuta. Prima, però, voglio scambiare due parole con te in merito ad una faccenda importante, e voglio che tu sia sincera con me, intesi? Perché di qui in poi, altrimenti, rischiamo di intralciarci a vicenda. »

     
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    « Vado a recuperare Ahri, e poi ti faccio sapere. »
    Mentre Denver si allontana, Greg lo fissa sorpreso e preoccupato.
    « Ahr... cioè, conosci il vero nome della sempai Kobayashi? Ma... ma viene anche lei?? Cioè, zì, e ora che dico ai miei amici?? »
    Senza aspettare risposta il ragazzino corre dal resto del gruppo, dove per i successivi cinque minuti avrà una discussione molto animata. Quel che si stanno dicendo, probabilmente, Denver lo può benissimo intuire da solo visto la reputazione di Ahri nell'ambiente. Il che, considerando il modo in cui trattava i suoi colleghi del primo anno, non era poi neanche troppo immeritato tutto sommato.

    « Ahri! Va tutto bene? Cerchiamo di non perderci di vista, e... Beh, lascia che quei primati si rodano il fegato e lascia intatto il tuo. » Lei si esibisce in uno sbuffo. Quando Denver le ha poggiato la mano sulla spalla per attirare l'attenzione ha sobbalzato, segno che non si aspettava di ritrovarselo accanto all'improvviso. « Sì, Gregory mi ha accennato qualcosa. »
    Lei arrossisce, gli rivolge uno sguardo tanto imbarazzato quanto accusatorio, del tipo "la devi smettere di farti i fatti miei".
    « Ah... certo, immagino. »
    Dice, poi sbuffa dissimulando e si scosta i capelli dalle spalle con un gesto delle mani mentre scosta il viso sfuggendo dallo sguardo di Denver.
    « Sono tutte cazzate!!! Le ha inventate Slit per mettermi in imbarazzo!!! Non c'ero a quella festa, mi hanno arrestata per sbaglio e non c'entravo nulla con quel casino!!! »
    Non serviva un raffinato istinto da reporter per intuirlo: sebbene con un certo ritardo c'era da far notare che la descrizione dell'evento che sarebbe la presunta causa scatenante di tanto odio vigliacco nei confronti di Ahri viene da un ragazzino praticamente alla stregua di un fan sportivo, la reazione di Ahri significava chiaramente che c'erano risvolti che Denver non conosceva. Ed a questo punto si poteva anche iniziare a sospettare che probabilmente quei tre vigliacchi un motivo plausibile per prendersela in tre con una ragazzina da sola in quel modo ce l'avevano.

    « Mi è stato proposto di andare a fare una visita ad Inumuta. Prima, però, voglio scambiare due parole con te in merito ad una faccenda importante, e voglio che tu sia sincera con me, intesi? Perché di qui in poi, altrimenti, rischiamo di intralciarci a vicenda. »
    Ahri si mise sulla difensiva. Frattempo la musica martellava, ma un passo dopo l'altro si erano ritrovati in una zona abbastanza tranquilla, ai margini della pista e dove la musica non pestava troppo. L'unico lato negativo era che poco più in là c'erano un paio di coppie di giovanissimi che limonavano duro piantati contro la parete, evidentemente non troppo interessate al fatto che si trovavano in pubblico ed in un locale piuttosto affollato.
    « Capito. Beh: spara e basta, cos'è successo? Hai scoperto qualcosa? »

     
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    « Ahr... cioè, conosci il vero nome della sempai Kobayashi? Ma... ma viene anche lei?? Cioè, zì, e ora che dico ai miei amici?? »

    Denver annuisce in silenzio. Ogni tanto si scorda quanto poco utilizzati siano i nomi propri fra gli Storm Riders –almeno quelli di un certo livello– ma nemmeno si aspettava che alcuni di quei ragazzini ne fossero addirittura del tutto all'oscuro. Anche se in realtà sembra che Gregory sia stupito del fatto che sia un outsider ad essere in possesso di una simile informazione; del resto quel bambino l'ha appena chiamata “Kobayashi.”
    Non che il giornalista senta di dover rendere conto ad un gruppo di ragazzini rispetto al modo in cui egli abbia il diritto di chiamarli.

    Quando riesce a raggiungere Ahri, quest'ultima gli risponde scoccandogli un'occhiata da chi si sentiva sulla difensiva, come se sentisse il bisogno o il dovere di nascondere qualcosa.
    « Ah... certo, immagino. »
    Liquida lei, cercando di dissimulare ostentando noncuranza. Denver, però, si accorge in fretta che la ragazzina sta rifuggendo lo sguardo dell'adulto; come se avesse qualcosa di cui vergognarsi rispetto a quella sua partita. Sempre che Ahri non abbia frainteso, e ci siano altri retroscena sui quali il giornalista non è al corrente.
    « Sono tutte cazzate!!! Le ha inventate Slit per mettermi in imbarazzo!!! Non c'ero a quella festa, mi hanno arrestata per sbaglio e non c'entravo nulla con quel casino!!! »
    Come volevasi dimostrare. A quel punto qualunque persona con un minimo di acume intuirebbe che potrebbero esserci ben altre ragioni dietro il litigio di poco fa. Se Ahri fosse sua figlia, Denver adesso insisterebbe per sapere a cosa diavolo ella si stia riferendo. O almeno le direbbe che ne avrebbero riparlato a casa.
    « Non ho sinceramente idea di cosa tu stia parlando. Gregory mi ha solo accennato delle tue... chiamiamole prodezze sportive. »
    Ammette candidamente il giornalista, anche nel tentativo di confortarla. Dopodiché si guarda attorno: non c'è nessuno che possa ascoltarli, salvo per una coppia di ragazzini troppo impegnati a pomiciare per curarsi di chiunque altro.

    « Capito. Beh: spara e basta, cos'è successo? Hai scoperto qualcosa? »
    « Che Inumuta è in una scuola, tanto per cominciare. Ciò che voglio chiederti è invece un'altra cosa. » Si schiarisce la voce, e fissa Ahri con un'espressione dura. « Come diavolo hai fatto a contrarre un debito con Maiev?! Soprattutto, come caspita pensavi di andartene da qui senza rischiare delle grosse conseguenze?! Ahri, voglio davvero aiutarti a sfuggire quanto prima dalle grinfie di quel voyeur impomatato, ma bisogna capire formulare prima il giusto piano d'azione, non puoi semplicemente mandare qualcuno del genere a fare in culo! Capisci cosa intendo? »

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Preoccupato
    Energia: 85/100 (90 - 5)
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Scoop, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
    Artefatti: Unguento di Rendalim, Cuscino Astrale, Interprete di Babele, Proiettile del Destino, Maschera del Mistero

    Slot #1:
    Ascendente
    Nessun Saggio è un amante della violenza, in quanto la conoscenza non nasce dall’istinto e dalle pulsioni. Non è raro quindi che i membri di Gilda fungano spesso da pacieri o da guide di grossi gruppi per la loro propensione ad evitare ogni conflitto. Eppure, può capitare che persino l’inoppugnabile logica di un Saggio non riesca a convincere un interlocutore ostinato o propenso allo scontro. E’ in casi come questo che il Saggio userà tutta la sua bravura per far sì che le sue parole penetrino nella mente del bersaglio come una lama nel burro. Basterà udire le suddette parole che esse diverranno improvvisamente più sensate facendo sì che obbedirvi non sia più un’imposizione ma bensì buon senso.
    [Consumo Basso | Tecnica di Gilda]
     
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    « Che Inumuta è in una scuola, tanto per cominciare. Ciò che voglio chiederti è invece un'altra cosa. »
    Gli occhi di lei si muovono furtivi, pieni d'ansia. E' preoccupata per quello che sta per sentire, non le piace il tono serioso di Denver.
    « ... Spara. »
    Dice infine, mai abbastanza pronta a ricevere brutte notizie.
    « Come diavolo hai fatto a contrarre un debito con Maiev?! Soprattutto, come caspita pensavi di andartene da qui senza rischiare delle grosse conseguenze?! Ahri, voglio davvero aiutarti a sfuggire quanto prima dalle grinfie di quel voyeur impomatato, ma bisogna capire formulare prima il giusto piano d'azione, non puoi semplicemente mandare qualcuno del genere a fare in culo! Capisci cosa intendo? »

    « Cos...? »
    Arretra ancora, fino a ritrovarsi con le spalle al muro. Non può più scappare, però dal modo in cui fugge con lo sguardo il reporter può intuire che al contempo non ha alcuna intenzione di affrontare la situazione a carte scoperte. Tuttavia è costretta...
    « So badare a me stessa. »
    Afferma rossa in viso, senza guardare l'altro negli occhi. Contraddirla su questo punto può non essere una buona idea, perché ha un orgoglio da difendere e perché è donna, seppure ancora una ragazzina.
    « Comunque hai frainteso tutto. Ho solo fatto da garante per alcuni amici... si sono fatti beccare a vendere roba nel locale, quello là voleva dieci volte tanto i soldi che gli hanno fatto perdere, altrimenti gli spaccava tutte quante le ossa delle dita, così ha detto... allora mi sono messa in mezzo, che dovevo fare? Stare a guardare? Due di loro neanche c'entravano nulla, erano solo con quei due fessi. Mi hanno promesso che la prossima settimana porteranno allo stronzo i suoi soldi e la faccenda finirà lì. Ora la smetti di starmi con il fiato sul collo? Sei tu quello nei guai, non io! Io non ho una gigataglia sulla testa!! »
    Sembrava sincera. Anche se, ancora una volta, il sesto senso di Denver faceva i capricci. Impossibile dire con certezza se aveva detto la verità oppure un monte di cazzate. Comunque da lì Suzaku fece in fretta a cambiare argomento, additando alla gonna dai motivi scozzesi che aveva addosso, l'uniforme della sua scuola.
    « E comunque Inomuta non è di una scuola qualsiasi, va alla Honnōji!! Non posso farmi vedere lì conciata così! Devi trovarmi dei vestiti per cambiarmi! Ed anche delle AT, se devo andare in quel posto del cavolo voglio essere pronta a prendere a calci eventuali scocciatori! »

     
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