Devil With The Kings Card

« Cos...? »
Ahri arretra fino a toccare il muro con le spalle; è un'immagine quasi poetica per come rappresenti accuratamente come si debba sentire ora quella ragazza. Denver non avanza più del necessario. Si limita ad ascoltarne la risposta, le mani nelle tasche dei pantaloni.
« So badare a me stessa. »
La Storm Rider avvampa in viso, tanto è concitata. Il giornalista vorrebbe obiettare a quell'affermazione in luce di tutto ciò che ha appreso nell'ultima ora e mezza, ma sa che è più saggio tacere e continuare a lasciare che si spieghi. Non vuole correre il rischio di tornare al punto di partenza.
« Comunque hai frainteso tutto. Ho solo fatto da garante per alcuni amici... si sono fatti beccare a vendere roba nel locale, quello là voleva dieci volte tanto i soldi che gli hanno fatto perdere, altrimenti gli spaccava tutte quante le ossa delle dita, così ha detto... allora mi sono messa in mezzo, che dovevo fare? Stare a guardare? Due di loro neanche c'entravano nulla, erano solo con quei due fessi. Mi hanno promesso che la prossima settimana porteranno allo stronzo i suoi soldi e la faccenda finirà lì. Ora la smetti di starmi con il fiato sul collo? Sei tu quello nei guai, non io! Io non ho una gigataglia sulla testa!! »

Denver si stringe il naso fra le dita, le sopracciglia aggrottate pensosamente. Sospira, valutando se credere o meno a quella versione e... decide di darle fiducia. Sospira quindi un'altra volta, stavolta così forte da essere quasi uno sbuffo.
Ci sono così tante cose che le sfuggono. A cominciare dal fatto che il giornalista è un uomo con più del doppio dei suoi anni, un'educazione universitaria alle spalle, un lavoro e in generale molte più esperienze di vita da vantare. Anche senza voler far pesare il classico motivo “sono più grande di te” (che egli stesso avrebbe odiato se fosse stato in quel momento nella stessa posizione e fascia d'età di Ahri), Denver gode dell'appoggio del Presidio Orientale attraverso l'intera congrega dei Custodi delle Sette Vie e l'Ambasciatore Quarion Galanodel. Taglia o no.
Mentre Ahri decide che è una buona idea intercedere per degli imbecilli che si sono fatti scoprire mentre vendevano sostanze quasi sicuramente illegali nella casa di un dannatissimo mafioso! Anche ammettendo che due di essi non fossero effettivamente coinvolti, perché non difendere loro e basta?! Se Denver da un lato è lieto di vedere Ahri confermarsi quella ragazza altruista che già sospettava che fosse, dall'altro preferirebbe che simili slanci non fossero allo stesso tempo così odiosamente autodistruttivi.

« E comunque Inomuta non è di una scuola qualsiasi, va alla Honnōji!! Non posso farmi vedere lì conciata così! Devi trovarmi dei vestiti per cambiarmi! Ed anche delle AT, se devo andare in quel posto del cavolo voglio essere pronta a prendere a calci eventuali scocciatori! »
« Su questo non hai di che preoccuparti, » risponde Denver, producendo una semplice maschera bianca dall'interno della giacca, « con questo gioiellino sarai irriconoscibile. Credici o no, questa maschera è incantata. Ti avverto solo che servirà a me per il tragitto fino alla scuola, perché... Lo hai detto tu stessa: gigataglia. »
La rimette al suo posto, lanciandosi occhiate circospette attorno.
« Quanto alle AT, non ne ho la più pallida idea, non usandone. Voglio suggerirti piuttosto di mantenere la cagnara ai minimi termini – meno ci facciamo notare, e meno corriamo il pericolo di finire entrambi nei guai. »

Nel peggiore dei casi, Denver rimane pur sempre un veterano di guerra. Egli dubita però che questa argomentazione possa attecchire su una come Ahri, che probabilmente è convinta che il giornalista non possa competere con un sedicenne con dei pattini a rotelle ipertecnologici ai piedi. Poco importa che perfino lui avrebbe probabilmente potuto vincere contro Kaji in quello scontro nel cubo.

« Incantata? Cioè magica? »
Denver fa cenno di sì con la testa. Non riesce ad ignorare la nota di scetticismo in quella domanda.
« Non dirmi che credi a quelle storielle su maghi, streghe, mostri e vampiri. Anche Seiryu sa fare i trucchi, ma non è magia! »
Ahri indica le proprie orecchie da volpe che fanno capolino dalla sua testa ramata in quello che il giornalista non può che vedere come uno dei gesti più involontariamente ironici mai eseguiti, tant'è che si ritrova a dover trattenere un sorriso divertito.
« Quando ero piccola mi capitò un incidente che mi ha lasciato queste. »
« Così ho sentito. »
Chissà se quella ragazza si ricorda del fatto che Denver aveva letto i dossier riguardanti ognuno dei membri di Trident che erano stati portati a Codec per l'interrogatorio dopo l'incidente a Klemvor – Ahri compresa. A giudicare dal tono di voce, probabilmente no; una delle tante, decisamente troppe cose che paiono sfuggirle su di lui.
« Siccome i miei sono sempre in viaggio per lavoro, mia zia è letteralmente impazzita quando è successo. Ho passato anni costretta in casa con preti di tutti i tipi che venivano a farmi esorcismi, dicevano che ero posseduta dal diavolo! Dicevano che potevano salvarmi con le loro... uff. "Arti magiche" »
Denver si passa una mano nei capelli, incredulo. Ahri è, per quanto egli crede che ne sappia ella stessa, umana. Un'umana con un paio di orecchie animali in aggiunta alle proprie, che ella sa non essere dovute ad una mutazione alla nascita. Viene spontaneo a quel punto domandarsi come, come diavolo sia possibile che rifiuti così categoricamente il concetto stesso di magia?!

« "Magia" è la parola che gli ignoranti usano per definire tutto ciò che non capiscono. »
Se quella frase gli fosse stata detta tre anni fa, il giornalista si sarebbe dichiarato d'accordo senza pensarci due volte. Dire una frase simile su Endlos, però, ha a dir poco del surreale.
« Ce l'ha detto perfino il preside. Quella roba lì dovresti buttarla, mi da una sensazione strana. Non mi piace. Dici che può proteggerti in qualche modo, ma scommetto che nemmeno sai come funziona. Come minimo potrebbe essere un qualcosa di tecnologico con delle pile nascoste che possono scoppiare o... o... o che ne so?! Potrebbe essere di tutto! Non mi piace. Io non la indosso. Inoltre è orribile e mi starebbe malissimo, di certo non muoio dalla voglia di metterla davanti ai mocciosi. A proposito... »
Anche il preside.
Mentre Denver ancora cerca di capacitarsi di ciò che ha appena sentito, le dita che afferrano la sua fronte, Ahri sgattaiola via dall'angolo in cui il giornalista l'ha costretta poco fa, indicandogli con un gesto i bambini ai margini della pista da ballo.

« Vai a recuperare quelli là, io mi procuro al volo un paio di AT, so già a chi chiedere. »
Il sesto senso del reporter gli sta suggerendo di preoccuparsi. Con passi cauti, Denver si allontana di pochi passi in direzione di Gregory Laisné, del quale tenterà di richiamare l'attenzione con un sonoro fischio, per poi fargli cenno con un gesto del braccio di seguirlo. Subito dopo, il Trigger tornerà a rivolgere la propria attenzione ad Ahri, senza tuttavia tallonarla. Gli basta non perderla di vista.
Nel frattempo si ripromette di fare due chiacchiere sulla questione “magia.” Ci sono davvero troppe cose sbagliate in ciò che ha appena sentito.