Trasferta x Improvvisazione x Sipario

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    Le luci artificiali della città galleggiavano nel buio sotto di loro come gioielli luccicanti, adagiati sul nero fondo di velluto dello scrigno della notte: fatue come il ricordo di un sogno, e graziose come giocattoli, le luminarie erano ancora troppo lontane perché si potesse riconoscere in esse le mille lanterne di carta dei festoni che adornavano le strade, o le tante insegne al neon di negozi e schermi pubblicitari che sarebbero apparse nitide al loro arrivo... e -dopotutto- era meglio così, perché contemplarle da così in alto e da quella distanza -come non fossero altro che lucciole sospese tra le tenebre- dava a quello spettacolo un che di magico.

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    Mentre bianche dita affusolate scivolavano carezzevoli su lunghi capelli castani, guidando il percorso dei dentini tondeggianti della spazzola di legno nella ciclica immersione in quella folta chioma - massaggiandone la cute e disciplinandola fino alle punte-, una voce di donna canticchiava a bocca chiusa una qualche melodia, e alla fanciulla sarebbe bastato sfruttare il riflesso del vetro che le separava dal vuoto cielo notturno per avere una visuale su quel viso ben noto: ciocche dorate le incorniciavano il volto eburneo e dolce, gli occhi verdi erano tutti concentrati sull'acconciatura che stava componendo per la sua piccola amica, e teneva strette tra le labbra rosse alcune forcine con cui avrebbe rifinito il lavoro su quella testolina bruna.

    Certo, giocherellare con i capelli e la faccia della gente era sempre stato uno dei suoi passatempi preferiti -quello, e inventarsi nuovi nomignoli e soprannomi per chiunque-, ma in quel momento c'era ad animarla una particolare scrupolosità... ma non era chiaro se essa fosse dovuta all'ansia di dover essere impeccabili (sia nell'aspetto che nella prestazione) in qualità di supervisori alla sicurezza di un evento ufficiale così importante, o se la bionda fosse semplicemente entusiasta all'idea di poter presenziare al primo spettacolo per la riapertura di uno dei più grandi ed illustri teatri del mondo senza dover avere addosso lo stress dei riflettori.


    « Fiii-nito! ♥ »
    cinguettò allegra, ancorando un'ultima ciocca con la forcina
    « Come ti sembrano? Ti piacciono così? ♥ »

    « Io! Io! Io! »
    pigolò qualcuno, prima che Jester potesse rispondere
    « Ora tocca a me! »

    A rumoreggiare era stato uno smilzo ragazzetto dai capelli bianchi, con indosso un paio di occhiali da sole nonostante fosse sera inoltrata, che saltellava impaziente sul sedile accanto alla ragazzina, dove se ne era rimasto appollaiato per tutto il tempo come un bimbo sgomitante nell'insofferente attesa che arrivasse il suo turno; e dire che -solo poco prima- era stato lui stesso a cedere cavallerescamente il passo alla Strega della Luna:Prima le signoreera stato il suo motto quando la Presidentessa si era offerta di aiutarli a prepararsi per l'ultimo incarico al Teatro di Mei-Xie...

    Certo -oltre che per devozione alle buone maniere-, il giovanotto aveva scelto di sacrificarsi per questioni pratiche, perché la cura dei lunghi capelli della fanciulla richiedeva un tempo ben maggiore di quello necessario alla sua zazzera bianca (che poi -a dirla tutta- stava in posa anche da sola), ma... ormai erano quasi arrivati a destinazione, e ci teneva a ricevere qualche coccola dalla Maestra.


    « Solo un momento, Owl, da bravo... ♥ »
    promise la bionda, rivolgendogli un sorriso e chinandosi ad abbracciare la Selvatica
    « Aww, sei l'addetto alla sicurezza più carino che abbia mai visto! ♥ »

    « E io? »

    « Sei tanto carino anche tu, ovvio! ♥ »
    lo rassicurò la donna, scostandosi dalla Strega per spostarsi dietro il suo allievo
    « Ma... tu hai perso la licenza, quindi... tecnicamente, non sei un addetto alla sicurezza. »

    « Non l'ho persa... »
    mugugnò il pallido apprendista, mentre la Malkavian gli carezzava il crine
    « ...è solo che non ricordo dove l'ho conservata, ecco. »

    « Ti tornerà in mente! ♥ »
    lo rincuorò lei, con fare materno, posandogli un bacino sulla testolina
    « Mi spiace solo che Abel non sia voluto venire con noi... »

    Rimirando il suo riflesso nel vetro del belvedere, torcendo il busto alla meglio per guardarsi oltre le spalle, Jester avrebbe potuto ammirare la treccia olandese che le teneva in ordine la chioma: l'acconciature le lasciava completamente esposto il viso, dandole un'aria composta e ordinata, senza tralasciare un accenno di morbida eleganza che ingentiliva l'insieme; dopotutto, quella a cui avrebbe dovuto prendere parte era un'occasione eccezionalmente importante.

    Non che ne andasse della vita di qualcuno, ma... si trattava pur sempre di un incontro diplomatico ufficiale della massima rilevanza mondiale, perché avrebbe riunito i V6 -i leader politici delle sei più grandi nazioni moderne- in uno stesso posto, e l'Associazione Hunter era stata convocata per occuparsi del servizio d'ordine dell'evento: nel corso dell'ultima settimana, la Presidentessa e i Cacciatori da lei selezionati avevano seguito i singoli capi di stato in qualità di scorta mentre facevano i turisti per la Federazione di Ochima, e ora che anche gli ultimi documenti erano stati ratificati, la tappa conclusiva di quel viaggio li avrebbe portati al Teatro di Mei-Xie, antica perla di grande valore storico della città di Shansei, per assistere al primo spettacolo dopo la fine dei restauri durati alcuni anni.

    Il network di spionaggio non aveva rilevato alcuna attività preoccupante, e non ci si aspettava nulla di imprevisto per quella sera... insomma: i pronostici la davano come una missione noiosa; inoltre, dal momento che la città e il quartiere ospitante l'edificio sarebbero stati blindati, tutto ciò che era richiesto loro era giustappunto una presenza professionale. Forse, era stato per questo che Kora aveva pensato di portarsi dietro anche una ragazzina fresca di Accademia e un discepolo tanto sbadato da aver smarrito la propria Licenza.


    "Siamo in arrivo all'aeroporto di Shansei.
    Ripetiamo: siamo in arrivo all'aeroporto di Shansei."


    La voce un metallica dell'annunciatrice si riversò con tono quieto ed impersonale dagli altoparlanti della nave, annunciando l'arrivo a destinazione; guardando l'orologio digitale montato su una parere poco distante, la bionda sospirò: segnava le 19:15, come da programma erano in perfetto orario, e tutto stava andando come avrebbe dovuto... allora a cosa poteva essere dovuta quella morsa alle viscere che la rendeva irrequieta? Razionalmente -relativamente a quel che le riusciva, ovviamente-, non ne vedeva alcun motivo, però...

    Scrollandosi interiormente di dosso quella sensazione molesta, senza nome e senza ragione, optò per focalizzarsi su quel che avrebbe dovuto fare, così continuò a canticchiare mentre armeggiava con i capelli del Gufo per ostentare un buonumore che dissimulasse ogni ombra, prima che uno dei suoi due piccini notasse qualcosa.


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    « Ecco fatto! Sei elegantissimo anche tu! ♥ »
    gorgheggiò, stringendo un fiocchetto di raso blu su una ciocca della nuca di Owl
    « Ora, però, prepariamoci allo sbarco: dobbiamo essere super-professionali! »

    E così dicendo, lasciando loro un ultimo sorriso, la Vampira voltò loro le spalle e si allontanò diretta al ponte, dove tutti gli uomini della sua task force -Selvatica e Violinista compresi- si sarebbero radunati prima dell'atterraggio.

     
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    “L’addetto più forte // fra tutte le scorte”
    Così la Strega della Luna avrebbe voluto correggere il presidente dell’Accademia Hunter mentre questo si occupava della sua treccia. Non che la infastidisse quel commento, lei adorava i complimenti, semplicemente non erano importanti. Jester voleva essere una bella ragazza come tante, ma prima di tutto era suo desiderio essere considerata una brillante neo Hunter.
    Quella era la priorità, lei doveva essere temuta!
    Sapete quante fastidiose matricole avevano osato considerarla tutto fumo e niente arrosto? “La cocca di Kora” la chiamavano. Per tutta risposta lei li ribaltava alla prima occasione; inizialmente si era messa nei guai per la sua condotta, poi aveva capito… bastava aspettare l’esercitazione, lo scontro stabilito dall’Accademia per riempirli di botte senza rincorrere in punizioni.
    Così le sue iridi scure vagarono oltre il riflesso di lei, Kora ed Owl proiettato sulla vetrata del dirigibile e si persero nelle luci della città splendenti nella notte.
    Quella era la sua prima vera missione da Hunter, faceva parte di una task force alla protezione di figure politiche estremamente importanti. Ma Jester aveva la sensazione che il rischio non fosse così elevato come voleva farle credere la vampira bionda, nonostante ciò la Selvatica non si era lamentata. In primis perché quel primo lavoro ufficiale le avrebbe fatto bene al curriculum, secondo… lei amava Notre Dame de Paris. Ovvero il musical proposto all’apertura del teatro in cui i V6 avrebbero presenziato quella sera.
    Conosceva a memoria ogni scena, ogni danza, ogni canzone e il ruolo d’ogni singola comparsa. Ovviamente le canzoni che lei poteva permettersi di riprodurre erano cover in rima, ma adeguate perfettamente alle basi strumentali delle originali. Quindi la Strega aveva ottime ragioni per cui fingere entusiasmo -e una certa professionalità.


    “Sì, sei davvero una meraviglia // Quest’è la volta che ti si piglia”
    Cinguettò la ragazza ad Owl mentre si allentava una forcina per poi servirgli un sorriso radioso in modo da smorzare il tono antipatico che accompagnava la rima. Lei adorava il Gufo, ma onestamente preferiva di gran lunga Abel. Lo sapevano tutti che aveva una cotta per lui, molto platonica in realtà, ma tanto le bastava. Intanto con i ragazzi non era mai andata d’accordo… e come poteva? Per anni era vissuta con le Selvatiche che li consideravano esseri inferiori ammazzandoli alla nascita.
    “Kora-chan e se lo lanciassi da qui sopra? // Io con la licenza troverò chi mi copra!”
    Scherzò la fanciulla nascondendosi dietro al Presidente e abbracciandone la vita sottile mentre si preparavano a scendere.

     
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    “Sì, sei davvero una meraviglia // Quest’è la volta che ti si piglia.”

    Per nulla toccato da quelle ignobili illazioni, il Bianco Violinista intrecciò le mani dietro la nuca e sollevò il naso con aria impettita, seguendo la bionda Presidentessa verso l'area di sbarco e restando indietro di un paio di passi rispetto alla Selvatica, che -al solito- approfittava dell'occasione per appiccicarsi alla Maestra.

    “Kora-chan e se lo lanciassi da qui sopra? // Io con la licenza troverò chi mi copra!”

    « Non te la caveresti nemmeno così, invece...! ♪ »
    ritorse con una mezza smorfia, incrollabilmente convinto delle sue argomentazioni
    « Sono troooppo carino, e perché tu possa passarla liscia. ♥ »

    « Basta così, fate i bravi... e pensate un po' anche a me, che devo sentirvi: se succedesse qualcosa a uno qualunque dei miei pulcini sarei ugualmente disperata...! »

    « Ma io sono sempre bravo... E poi: ha cominciato lei! »

    Sospirando avvilita, la Malkavian tenne pazientemente vicini i due allievi finché non ebbero raggiunto tutti e tre il portellone di uscita, assaporando quei piccoli momenti quotidiani a cui per tanto tempo aveva rinunciato... e cullando in segreto quella nostalgia quieta e distante che sempre provava al pensiero -probabilmente un po' infantile- di non poter avere sempre tutti i suoi cari con sé: una cosa impossibile, visto che ognuno -compreso il suo amato- aveva i propri impegni, e che a volte erano persino personalità incompatibili tra loro, ma... non poteva far a meno di sentire la loro mancanza ogni volta che erano distanti.

    Quando si furono riuniti al resto della task-force, e fu il momento di scendere dal dirigibile, la donna batté un paio di buffetti sulle mani di Jester per invitarla a lasciare la presa, e prendendo la testa del gruppo rivolse loro un'ultima raccomandazione.


    « La Missione comincia, quindi dobbiamo essere impeccabili e serissimi..
    Perciò, se non riuscite ad esserlo, fingete tantissimo. ♥ »


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    Tutto si svolse con la massima efficienza e puntualità: esattamente come stabilito, il dirigibile giunse a destinazione alle 19:15, ultimò i procedimenti di atterraggio e sbarco presso l'aeroporto di Shansei entro le 19:35 (come da programmi e in perfetto orario), e mentre il personale diplomatico delle singole Nazioni trasferiva i bagagli in albergo, le auto predisposte al trasporto prelevarono politici, scorta ed entourage alle 19:40 nei tempi e nelle modalità dettate dal protocollo di sicurezza, depositando i loro passeggeri sulla piazza monumentale che costituiva la loro destinazione alle 19:50, senza intoppi né ritardi.

    ...eppure, sebbene tutto fosse filato inverosimilmente liscissimo, la Presidentessa continuava a percepire -appena oltre il limite della propria comprensione- un irrazionale senso di disagio: non avvertiva del pericolo (in quello aveva una sorta di talento – oltre che un'allucinazione ricorrente, che ormai aveva imparato a riconoscere ed ascoltare), ma quell'indecifrabile presagio non l'aveva abbandonata un solo istante da che aveva messo piede ad Ochima, e i suoi occhi verdi continuavano a guardarsi intorno in modo irrequieto.


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    « . . . »

    Sfilando in mezzo alle transenne -sistemate per tenere a distanza di sicurezza la folla di curiosi-, furono accolti all'ingresso dal direttore della struttura, e mentre le personalità più illustri della politica mondiale si scambiavano strette di mano e posavano per le foto ufficiali, e il servizio d'ordine regolare del Teatro faceva il proprio lavoro applicando il proprio eccezionale protocollo di sicurezza (passando gli altri facoltosi spettatori paganti al metal detector e controllando che i documenti di tutti gli ospiti ordinari fossero in regola), gli Hunter fecero cerchio attorno alla loro coordinatrice, in attesa del via alle operazioni.

    « D'accordo: ognuno sa cosa fare, quindi prendete i vostri posti e seguite le direttive. »
    riassunse, avendo cura di non divulgare troppe informazioni ad alta voce
    « Se percepite qualcosa di strano, ricordate la procedura concordata. »

    Con un cenno di assenso e qualche parola di saluto, i Cacciatori si prepararono, ciascuno al proprio ruolo: Fei Long (che era con lei da più tempo, oltre che tra i migliori istruttori della sua Accademia) si sarebbe occupato di gestire i due gruppi -di tre elementi ciascuno- sempre in movimento per la ronda ininterrotta dell'edificio, seguendo gli stessi itinerari ma lungo direzioni opposte, in modo da incrociarsi con regolarità simmetrica a metà percorso, mentre Owl, sarebbe stato presente in Sala, monitorando i movimenti di tutti i presenti con il suo En eccezionale (e anche godendosi lo spettacolo), mentre Jester e Misha avrebbero affiancato Kora nella tribuna dei V6.

    Quando lo splendido orologio dell'atrio batté le 20:00 in punto,
    e la squadra si separò come pianificato.


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    jpgCon il Direttore del Teatro in testa al gruppo, gli ospiti percorsero lo scalone che conduceva al piano superiore, ammirando le solide e ricche architetture dei marmi, l'elaborato stile dei ricchi arazzi, la prorompente espressività delle statue, ed ascoltando un interessantissimo e ben dettagliato racconto delle origini storiche dell'edificio; dopotutto, non capitava spesso di intrattenere così tanti visitatori così illustri nella stessa sera, e per quanto il suo interesse fosse dettato dal prestigio e dall'interesse per potenziali finanziamenti, c'era da ammettere che quell'uomo era oggettivamente abilissimo nel suo mestiere di critico d'arte, e al solo sentirlo parlare era in grado di trasmettere tutto il suo entusiasmo per l'enorme levatura e valore culturale della struttura.

    Chiacchierando amabilmente, erano ormai le 20:15 quando giunsero alla tribuna: il curatore del Teatro -che guidava tutti facendo strada- aprì la porta usando un
    pass-par-tout e avanzò nell'anticamera della balconata, ma si bloccò improvvisamente dopo un paio di passi, rischiando che il resto della delegazione gli finisse addosso; gli ovvi e perplessi interrogativi che seguirono -“cos'è quello?” “cosa significa?” “è uno scherzo?”-raggiunsero l'orecchio della Presidentessa, che subito prese posizione in cima alla colonna, seguita dalle due Hunter fresche di leva.

    Seduto sopra lo schienale della poltroncina, rivolto in modo da salutare chiunque fosse entrato, c'era quello che sembrava un burattino: la testa di legno era scolpita come una zucca intagliata, al collo aveva due catenine chiude da dei lucchetti, e tra le mani stringeva una busta da lettere che esibiva -a mo' di cartello- una scritta a chiare lettere nell'intestazione.


    C A C C I A ~ A L ~ T E S O R O ~ S E G R E T A
    Regolamento di Gioco

     
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    Noia...

    Come richiesto da Kora la neo Hunter stava assolvendo al suo ruolo di scorta con fare professionale e serissimo, nascondendo il proprio disinteresse al cianciare del Direttore del teatro. Questi stava guidando il gruppo verso le tribune d'onore e nel frattempo spiegava minuziosamente l'architettura e le opere artistiche di cui il luogo era intrinseco, ma Jester non ci capiva nulla. Non trovava nulla di interessante in un dipinto o in un arco a volta, le uniche cose che potevano stuzzicarla in quell'ambito erano il gotico e il barocco: il macabro e l'eccessivo che solitamente la caratterizzavano nei suoi abiti giullareschi, il suo carattere ora nascosto da giacca e cravatta camicia.
    Gli ospiti si ritrovarono fuori dalla porta dei balconcini a loro riservati, ma oltrepassando la soia il tono del direttore cambiò e serie di brusii attirarono l'attenzione della fanciulla i cui occhi scovarono immediatamente il fulcro di tante attenzioni. Su una poltroncina era seduto un simpatico burattino che teneva in grembo una letterina con la scritta "C A C C I A ~ A L ~ T E S O R O ~ S E G R E T A
    Regolamento di Gioco".
    Con rapidità fulminea la Hunter dalla lunga treccia castana si mosse prima di chiunque altro, raccattando il pezzo di carta e tornando poi al suo posto accanto a Kora e Misha. A quel punto porse alla Malkavian il contenuto con le regole e nel farlo rivolse un'occhiata soddisfatta all'altra ex matricola - era stata più veloce lei! Inoltre non si sarebbe sorpresa se la ragazza non si fosse neanche resa conto dell'asso nella manica, ovvero quello con cui la Selvatica aveva appena aperto la busta che ancora stringeva tra le mani.
    A quel pensiero fece di tutto per non riderle in faccia e lasciare che il proprio volto assumesse un'espressione seria, così si avvicinò alla presidentessa e sbirciò il foglio che teneva fra le mani.



    50% agilità/ velocità
    10 carte lama
     
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    Nel denso silenzio della tribuna, interrotto dal brusio inquieto dei politici alle loro spalle, il trio di Hunter si soffermò a studiare lo strano burattino per un lungo momento: in questi casi, la prassi richiedeva di sincerarsi che l'oggetto sospetto non nascondesse brutte sorprese, e -con prontezza- la ragazza dai capelli rosa concentrò l'aura negli occhi per una scansione con il Gyo, e...

    « Kora... »
    « ...sì. »

    ...l'aveva notata anche lei l'aura che permeava quella marionetta; non sembrava aggressiva, ma questo non voleva certo dire che non potesse essere pericolosa; dopotutto, il Nen -come le persone- ha mille modi di rivelarsi insidioso e... niente.

    Come non detto: incurante di ogni protocollo di sicurezza e logica di circospezione (fulcro di tante esercitazioni in Accademia), la ragazza dalla treccia castana si era semplicemente fatta avanti per raccogliere la busta di carta e porgerla al suo diretto superiore, che -ritrovandosela davanti- la squadrò con un cipiglio maternamente preoccupato l'incauta allieva, sondandone le condizioni con uno sguardo dei suoi mistici occhi verdi: la lettera risultava “pulita”... e anche la ragazza. Per questa volta. Per fortuna.

    « ...guardati sempre bene intorno, prima di toccare qualunque cosa. »

    L'ammonimento della bionda giunse con tono indulgente e un sorriso di sollievo, ma quando le dita diafane ricevettero l'oggetto dalla mano di Jester -occupata a scoccar occhiatine a Misha-, fu con un secco colpetto del polso che la donna usò il cartoncino rigido per colpirla sulla testolina con un buffetto.

    « Se fosse stata una trappola, avresti già perso contro l'avversario. »

    Riacquistando una parvenza di serietà e compostezza, il Giullare sgattaiolò più vicino alla Presidente, che -intanto- apriva la busta di carta con movimenti disinvolti e scorreva con le iridi smeraldine le righe del suo contenuto: senza che una sola ruga espressiva incrinasse la perfezione del suo volto d'alabastro, la donna bionda ristette un momento in silenzio, facendo ondeggiare le chiome d'oro quando reclinò il capo da una parte; infine, schiuse le labbra rosse e ben disegnate, e lesse il biglietto ad alta voce.

    « “Benvenuti alla Caccia al Tesoro del Signor S.!
    Tredici ordigni esplosivi di mia fabbricazione sono stati nascosti entro il perimetro del teatro: lo scopo del gioco è dunque trovarle e disinnescarle prima dello scadere del tempo a vostra disposizione! Le regole della partita sono poche e semplici, e tutti devono rispettarle.

    1) Le uscite sono sigillate col Nen: provate a forzarle e le bombe esplodono.
    2) Se il panico si sparge in sala e si creano disordini tra il pubblico, le bombe esplodono.
    3) Se lo Spettacolo viene annullato o interrotto prima della conclusione, le bombe esplodono.
    4) Se il teatro e le sue inestimabili bellezze artistiche vengono danneggiate prima dello scadere del tempo, le bombe esplodono.
    5) Gli ordigni sono numerati, ciascuno presenta un indizio per il successivo e l'ultimo ha in allegato precise istruzioni su come disinnescarle tutte nello stesso momento: è permesso consultare l'indizio, ma vanno rimosse fisicamente dall'alloggiamento nel giusto ordine; se la progressione non viene rispettata, le bombe esplodono.
    6) Quando lo Spettacolo finisce, il gioco è concluso e le bombe esplodono.

    Il punto di partenza della vostra Caccia è alle ore 9:00.
    Buona fortuna e buon divertimento!” »


    Nel silenzio attonito che seguì, gli illustri ospiti si guardarono l'un l'altro con aria smarrita, molto probabilmente combattuti tra un discreto numero di possibili reazioni: sul fatto che il biglietto e quel burattino inquietantissimo fossero opera di un pazzo non c'era da dubitare, ma si trattava di un qualcosa di reale, concretamente in grado di minacciare gli uomini più illustri e potenti del mondo? Oppure erano solo farneticazioni senza fondamenta, o -peggio- una qualche trovata di cattivo gusto organizzata a tavolino?

    « ...è uno scherzo? »
    il primo degli astanti che riuscì a riscuotersi seppe proferire solo quelle parole

    « Non saprei! Immagino che lo scopriremo... »
    replicò la bionda con calma, stringendosi nelle spalle e ripiegando il biglietto
    « Adesso raduno i miei uomini, diamo un'occhiata in giro, e... »

    « ...come?! Le nostre vite sono in pericolo e lei reagisce con un'alzata di spalle?! »
    tuonò un altro funzionario, visibilmente spaventato
    « E' inammissibile! Sarebbe questo il modo in cui lavora il Consiglio Supremo?! »

    « Mannò, mannò!
    Non sappiamo nemmeno se c'è davvero qualcosa di cui allarmarsi, suvvia! »

    replicò la donna, sorridendo gioviale e agitando una manina per minimizzare
    « Se anche fosse vero, è un gioco molto semplice! Le regole sono così chiare! »

    « A-allora... cosa suggerite di fare, Miss Lewis? »
    domandò il curatore del Teatro, cercando rassicurazioni

    « Niente di diverso da quanto pianificato: voi ospiti restate qui... vi rilassate... e guardate lo spettacolo... mentre, noi Hunter, ci occupiamo di tutto quanto il resto...! ♪ »
    chiocciò l'interpellata, quasi allegra, con un bel sorriso raggiante
    « Non c'è davvero di che preoccuparsi: è tutto sotto controllo, ve l'assicuro!
    I miei studenti fanno esercitazioni del genere ogni venerdì! »


    jpgE con una risatina delicata, che dissimulava ogni preoccupazione dietro una serafica sicurezza, resa convincente unicamente dalle sue doti di attrice consumata, la Malkavian si congedò dalla rappresentanza di teste coronate e guadagnò la porta, uscendo in corridoio – seguita dalle due allieve.

    « Mooooolto bene: la recita inizia entro mezz'ora, e dura complessivamente tre ore più intervallo; questo vuol dire che abbiamo tempo fino a mezzanotte e mezzo circa per vincere la Caccia al Tesoro! »
    anticipò alle due, prendendo in mano la situazione e preparandosi a dare disposizioni
    « Misha: intercetta Fei e digli di radunare un membro di ogni gruppo di ronda; Jester, ho bisogno che tu vada subito a recuperare Owl dalla platea: i suoi occhi ci serviranno.
    Ci vediamo sotto l'orologio dell'atrio tra 10 minuti: lì faremo il punto della situazione. »


    « Va beeene...! »

    E rincuorata dalla leggerezza con cui la loro Maestra sembrava aver preso la faccenda, la ragazzina coi capelli rosa trotterellò via lungo il corridoio con aria gioviale, lasciando il Giullare da sola con la donna bionda e con il compito impartitole di scendere la scalinata e raggiungere la platea in sala, che -a spettacolo non ancora iniziato- doveva stare intrattenendosi sulle proprie poltroncine.

    Trovare il Gufo -con la sua inconfondibile zazzera bianca e gli inseparabili occhiali da sole- non sarebbe stato difficile;
    convincerlo a lasciare il suo posto riservato, sarebbe potuto esserlo di più...

     
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    La neo Hunter sbuffò ai commenti della sua maestra circa la sua presunta “leggerezza”. Era palese che non ci fosse alcuna trappola, o i suoi sensi di Selvatica sarebbero scattati ancor prima di quelli da Hunter, no?!
    “Mh…”
    Rispose semplicemente la giovane con un mugolio infastidito decidendo di non fare scenate davanti agli importanti ospiti del teatro. Come aveva assicurato a Kora si sarebbe finta serissima in quella situazione. Comunque, a quanto sembrava, uno squilibrato aveva bloccato tutte le uscite dell’edificio e aveva piazzato degli ordigni al suo interno. Il tizio in questione chiedeva che lo spettacolo continuasse mentre gli Hunter avrebbero partecipato ad una caccia al tesoro. In caso queste regole non fossero state rispettate avrebbe fatto saltare in aria tutto, ma alla fine dello spettacolo avrebbe fatto esplodere tutto comunque.
    La Strega della Luna cercò di non far trasparire nessuna emozione mentre la Malkavian spiegava -come se nulla stesse accadendo- la situazione ai capi di stato, ma dentro di lei era furiosa. Non solo stava rischiando di morire, ma non poteva neanche godersi Notre Dame de Paris in pace. Era da una vita che voleva vederlo dal vivo.

    Nonostante ciò Jester non batté ciglio e si andò a chiamare Owl non appena Kora glielo ordinò. Sembrava che la bionda fosse l'unica che la giovane Strega ascoltasse, o perlomeno quando non era troppo arrabbiata. Non corse, ma pur camminando era talmente veloce che avrebbe fatto impressione ai comuni mortali. Una volta in platea trovò l’albino intento a degustare un calice di rosso e annoiare una signora mentre sfogliava il libretto dell’opera teatrale. Veloce la giovane si parò davanti al collega…
    “Perdonate l’interruzione // Ma ti cerca la direzione”
    Chiocciò la Strega sorridendo alla Signora e chinando velocemente il capo in segno di saluto per poi rivolgere un’occhiata seria al Gufo.

     
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    Con rapidità ma senza un reale impegno delle sue capacità -cosa che già bastava a renderla più veloce di qualsiasi persona comune lanciata in corsa-, la giovane Hunter percorse a ritroso il corridoio, scese l'ampia scalinata monumentale che troneggiava nell'atrio, e raggiunse l'ingresso principale della platea a pian terreno per mischiarsi alla folla dell'alta società che già gremiva il teatro.

    Scorrendo il pubblico con gli occhi d'onice non le fu difficile trovare quel che cercava, complici soprattutto le luci ancora accese e la vistosa chioma albina del Violinista, che spiccava nettamente tra teste coronate da colori più sobri e naturali; il fatto che fosse anche piuttosto rumoroso, poi, e che stesse
    ammorbando di chiacchiere l'opulenta nobildonna seduta accanto a lui, di certo non contribuiva a farlo passare inosservato.

    « ...dopotutto, quest'opera ha collezionato più di sette milioni e mezzo di spettatori in tutto il mondo, è stata rappresentata qualcosa come seimila volte, ed è stata tradotta in sette lingue – canzoni comprese! »

    Sprofondato nella sua bella poltrona, con in mano un calice di cristallo riempito di vino rosso, e sulla faccia eburnea -sempre seminascosto dagli occhiali da sole- l'aria da critico d'arte navigato, Owl si era messo decisamente comodo, e mentre gli si avvicinava, la giovane Hunter avrebbe subito trovato un paio di aspetti positivi nel doverlo richiamare altrove: innanzitutto, essendo il suo posto all'inizio della fila, farlo alzare sarebbe stata una procedura facile e discreta, e...

    « Lo so perché mi interesso personalmente di teatro e ho studiato il copione! Soprattutto le canzoni - conosco tuuutte le versioni delle varie lingue a memoria, sa? »

    ...in secondo luogo, la povera signora che era la sua vicina sarebbe riuscita ad evitare un bel mal di testa a fine serata, e avrebbe potuto smettere di far prendere alla propria colonna vertebrale una curvatura strana nel tentativo di starsene reclinata dall'altra parte -riparata dietro il libretto dell'opera e facendo finta di essere molto concentrata a leggere- per distanziarsi il più possibile da quello strampalato e petulante spettatore, sovreccitato per lo spettacolo come un bambino iperattivo per eccesso di zuccheri.

    « Quando le sento suonare mi faccio un po' trascinare dalla musica e...
    Le dispiace se canticchio durante l'esibizione? »


    “Perdonate l’interruzione // Ma ti cerca la direzione”

    La Selvatica di parò davanti al suo Senpai con decisione, rivolgendo alla Signorona un sorriso che quella ricambiò con un sincero sguardo di gratitudine, ma -come prevedibile- la prima reazione dell'interpellato non fu tra le più entusiaste.

    « Eh...? Ma lo spettacolo inizia tra poco! »

    Come un ragazzino che sta per venir ingiustamente confinato in camera sua, Owl protestò, ma incontrare lo sguardo grave del Giullare lo indusse a più miti consigli; reclinò la testolina bianca da una parte, e si decise a seguirla fuori, nell'atrio... naturalmente, non prima di aver sorbito un ultimo sorso di vino dal flute -lasciandolo a un ometto della fila dietro la sua- e rassicurato la nuova amica-di-spettacoli-teatrali dicendo che quella signorina era la sua segretaria e che sarebbe tornato presto.

    Lasciandosi alle spalle la sala -e la Signora intenta a fare gli scongiuri-, i due si immisero di nuovo nell'atrio di ingresso, dove gli altri inviati dell'Associazione si erano già radunanti in cerchio; subito, rincuorato dalla sua sola vista, il Gufo trotterellò leggiadro incontro alla Maestra per ricevere spiegazioni della situazione, ma...quando mosse un passo per riunirsi ai suoi compagni,
    Jester avrebbe scoperto di non riuscire ad avanzare.

    Non era immobilizzata, perché il suo corpo si muoveva normalmente senza nessuna costrizione di sorta, e né il Gyo né i suoi altri sensi avrebbero riscontrato alcun ostacolo etereo o tangibile; piuttosto, era come se una forza misteriosa la trattenesse, tirandola indietro, e... la cosa che sulle prime sarebbe parsa più strana alla ragazza era il fatto che quella condizione le avrebbe trasmesso una sensazione quasi familiare.

    « ...ih-ih-ih... ♣ »

    E nel sentire quella risatina sottile -sinistra e canzonatoria-, tossicchiata da una voce maschile a lei ben nota, un sospetto si sarebbe fatto largo nella mente di Jester... un sospetto che divenne ben più fondato quando -voltandosi- intravide attaccata alla propria schiena una stringa di Nen di un fucsia carico e vistoso, e dalla consistenza elastica; seguendone la lunghezza a ritroso, le ipotesi sull'identità dell'aggressore smorzarono la sorpresa e divennero una certezza quando ebbe trovato la persona all'altra estremità.

    Colui che l'aveva seguita fuori della platea -probabilmente mescolato al pubblico- era un giovanotto sulla trentina, indubbiamente di bell'aspetto, vestito con abiti eleganti adatti all'ambiente e alla serata di gala... e per quanto i capelli rossi fossero tenuti bassi -in un'acconciatura ben più anonima di quella che lo caratterizzava durante il combattimento-, la Strega della Luna avrebbe certamente riconosciuto i lineamenti delicati ed affilati di quella faccia, lo sguardo sornione dei suoi occhi d'oro sottili come fessure, e la curva del sogghigno che gli aleggiava sulle labbra pallide.


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    « Ma guarda quanti piccoli frutti acerbi, tutti eleganti per la serata...
    Siete in gita scolastica? ♥ »

     
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    La giovane Hunter fulminò con lo sguardo il suo collega non appena si sentì chiamare segretaria. Come poteva farla passare per una sua sottoposta? E poi… la voleva proprio vedere una segretaria che andava in giro con una team di bodyguard. Tuttavia Owl ignorò il suo malumore e si diresse da Kora, ma Jester non perse l’occasione. Una volta che l’albino l’ebbe superata scambiò un’occhiata d’intesa con la signora, quella che l’altro stava ubriacando di parole, e si portò l’indice alla tempia scuotendo la testa. Il significato era chiaro “poveretto… è pazzo”. Dopodiché la giovane seguì il Gufo con un sorrisone largo sul volto, ma questo si spense ben presto.
    Non poteva proseguire!
    Riusciva a muoversi, ma non poteva andare avanti. Qualcosa la tratteneva sul posto e la cosa peggiore era che lei sapeva cosa stava succedendo. A conferma di ciò una risatina familiare e una striscia di nen rosa e appiccicosa sulla sua schiena.
    “Facci il favore // Hisoka l’untore!”
    Chiocciò la fanciulla esasperata diventando paonazza, era noto -per quanto lo negasse- che avesse una cotta/o quasi un complesso di Electra per quell’uomo. Quando poi sentì il suo maestro parlare di “frutta acerba”, come era solito, si arrabbiò veramente. In primis non le andava a genio di essere "acchiappata" davanti a tutta la squadra, che poi... quando era riuscito ad agganciarla? Secondo lei non era mica una novellina! Così la Selvatica si girò di scatto -quanto quella posizione le consentiva- e tentò di tagliare via la bungee gum con due delle sue carte-lame impegnate di shu. Poco le importava quanto quella scena dovesse essere bizzarra a sguardi esterni: una ragazza in smoking che si muoveva come un pinguino sventolando carte da poker tirate fuori da una manica.
    Intanto quando i suoi occhi d'onice incontrarono quelli cristallini dell'uomo il suo cuore perse un colpo… awww anche lui era vestito elegante!

     
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    “Facci il favore // Hisoka l’untore!”

    Intrappolata dallo stupido scherzo del suo vecchio Maestro, la fanciulla dalla lunga treccia iniziò ad agitarsi, e le guance le si colorarono d'un rosso brillante: prima per l'imbarazzo che la sua cotta adolescenziale era solita provocarle in presenza di quell'uomo dal fascino mefistofelico (che sapeva perfettamente di esserlo e non aveva nessuno scrupolo nell'ostentarlo), poi per un risentito accesso di collera che le montò dentro al duplice pensiero di essere stata ridicolizzata davanti al resto della squadra, e di essere stata di nuovo sottovalutata.

    In verità, nessuno dei suoi colleghi aveva alcun biasimo per la Selvatica -specie i giovani Hunter che, con poca gioia, riconobbero il figuro anche senza trucco-, ma Jester era un tipino orgoglioso e piuttosto impulsivo, così dette all'elegante giovanotto dai capelli rossi esattamente quel che l'indole dispettosa di lui desiderava:
    soddisfazione.

    Torcendo la schiena come un gatto, ella si voltò di scatto, facendo danzare tra le dita esperte le carte-lama che teneva nascoste nella manica, e dopo aver sferrato un colpo secco all'eterea stringa di aura gommosa che vincolava la sua schiena all'indice sentenzioso del fulvo... niente: rimase a... a fissarlo. Con aria... torva...(?)
    ...certo che era proprio bello conciato così...


    « Hisoka! »

    Chiamandolo per nome ed emergendo dal drappello dell'Associazione, la bionda avanzò senza timore verso il Pierrot in incognito (facendo trasalire di sorpresa chi non aveva ancora capito si trattasse di lui), affiancò la Strega della Luna a falcate rapide, e la superò, prima di arrestarsi davanti all'interpellato; a quel punto, gli prese le mani nelle proprie e sollevò il grazioso faccino eburneo per dedicargli uno sguardo speranzoso dei teneri occhioni verdi.

    « C'è un gioco a tempo, e dobbiamo trovare delle cose nell'edificio: ci aiuti, per favore? »
    « ...va bene. ♠ »
    « Cheeeeee?! »

    Fatta eccezione per l'acuto urletto di protesta di Owl, tra i presenti calò per un denso istante un silenzio interdetto, raggelato ed incredulo, ma se si fosse chiesto loro cosa li avesse sconvolti di più tra il fatto che la Presidentessa avesse avuto la balzana idea di coinvolgere proprio quel sociopatico infido e pericoloso, o il fatto che quello avesse pure serenamente accettato su due piedi e senza condizioni, di certo non avrebbero saputo cosa scegliere...

    Senza perdersi in ulteriori indugi, la task-force di Hunter venne riorganizzata in seguito ai nuovi sviluppi: poiché c'era la possibilità che la questione delle bombe potesse essere solo un diversivo -orchestrato per distrarli dalla sorveglianza dei politici-, molti furono rimandati alle loro mansioni di ronda e piantone come guardie degli ospiti, e nell'ingresso rimasero solo la Presidentessa e quelli che con lei avrebbero partecipato alla Caccia alla Bomba; fu così che Jester si ritrovò in compagnia della sua Luna -piuttosto pensierosa-, del Pierrot in borghese -particolarmente di buon umore- e di un Gufo teso come un fascio di nervi nel dover stare a contatto con quel tipo losco.

    Se avesse potuto, ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma... se c'era una cosa che poteva renderlo più isterico del dover lavorare con Hisoka, sarebbe stato il sapere Hisoka da solo con la Maestra.


    « Allora... cosa dobbiamo trovare? ♦ »

    « Non saprei: non sono sicura di che aspetto abbiano le bombe.
    Il biglietto diceva che l'indizio per trovare la prima sarebbe stato “alle 9”, perciò... »


    In segno di perplessa remissione a qualunque segnale la provvidenza avrebbe voluto mandarle, la donna dagli occhi verdi si strinse nelle spalle e alzò le mani, lasciando che l'orologio sopra di lei sottolineasse il concetto con tempismo impeccabile non appena le lancette si mossero per segnare l'ora fatidica.

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    DON~ … DON~ … DON~ … DON~ … DON~ … DON~ …

    ...e il tremito dei meccanismi fu sufficiente ad incrinare l'equilibrio di qualcosa che era stato sistemato sullo stemma IX, in rilievo sul quadrante: qualcosa di piccolo, sferico ed arancione, che precipitò dritto dritto nella mancina della Vampira; con un breve e sorpresoOh.la bionda sbatté le lunghe ciglia un paio di volte e fissò il volto intagliato di quella che sembrava la riproduzione in terracotta di una piccola zucca di Halloween con un numero “1” inciso sulla fronte. E la faccina ghignante ricambiò gli sguardi di tutti, cominciando ad emettere un lieve ticchettio.

    « Buttala via, Maestra! »
    strepitò Owl, in ansia, saltellando da un piede all'altro

    « Le bombe non vanno rimosse dall'alloggiamento finché non troviamo l'ultima. ♣ »
    ricordò Hisoka, sorridendo sornione e citand le regole che gli erano state riferite

    « Qundi, la mia mano conta come alloggiamento...? Devo andare in giro così? »
    si chiese dubbiosa la Malkavian, contemplando intensamente l'ordigno, e decidendo...
    « ...la chiamerò Guendalina. »

    « Che bel nome. ♥ »

    Con un gemito insofferente ed esasperato, il Violinista si volse verso la Giullare per usare la sua spalla come proverbiale angolino su cui piagnucolare: la Caccia era a malapena iniziata, e oltre ad essere stato costretto a rinunciare allo spettacolo teatrale, la sua adorata Maestra era in potenziale pericolo, ed Hisoka si era già reso insopportabile. Quella sarebbe stata una notte molto lunga.

    « “Sembra che abbiate fatto in tempo: bravi!
    La seconda bomba è visibile solo dal firmamento su cui brillano le Stelle.” »

    recitò Kora, leggendo il biglietto arrotolato e nascosto nell'occhio della zucchetta
    « Secondo voi, dove dobbiamo andare ora? »

     
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    *Pat-pat*

    La mano del Giullare andò a posarsi sul capo del gufo -che piagnucolava sulla sua spalla- con fare stranamente dolce, svelando un affetto che raramente mostrava nei confronti dell'albino. In quel momento la ragazza si sentiva solidale, anche lei era disperata seppur per una diversa motivazione. Hisoka aveva spostato tutta l'attenzione da lei e Kora che ancora una volta le rubava la scena. Andava sempre a finire così, cosa aveva la Malkavian che Jester non aveva?
    Furiosa la donzella prese la balla al balzo quando ebbe modo di attirare l'attenzione su di sé.

    "Il palco credo // Dove Star vedo"
    Cinguettò Jester con un sospiro che molti avrebbero inteso come pensieroso per la difficile situazione. Ma ben altri difficoltà aveva: cosa poteva fare per essere lei la Star della serata? Come poteva attirare tutti gli occhi su di sé compresi quelli d'ambra del suo maestro?
    A quel pensiero lo sguardo della Strega si fece inquietante, i suoi occhi di tenebra erano fissi sulla mano della Malkavian... avrebbe potuto farle cadere la piccola sfera sul suo palmo e condannare tutti a morte. Quel terribile "incidente" avrebbe divertito Hisoka, probabilmente avrebbe apprezzato anche se non fosse sopravvissuto.
    Fortunatamente fu solo un pensiero, un'ombra che scomparve subito dal volto della ragazza che regalò alla Presidentessa dell'Accademia Hunter un sorrisetto dolce quanto il miele.

    "Se pensate sia corretto // Andiamo dove ho detto"

     
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    Dopo aver elargito qualche carezza consolatoria sulla testolina bianca e soffice del Gufo -muto gesto di solidarietà per lo stato di frustrazione in cui entrambi versavano per ragioni diverse-, la Giullare rispose alla domanda che era stata rivolta all'intero gruppo con un sospiro vagamente insofferente.

    "Il palco credo // Dove Star vedo"
    disse, scoccando poi un'occhiata molto strana alla zucca-bomba
    "Se pensate sia corretto // Andiamo dove ho detto"

    « Allora è deciso: verso il palcoooh~! ♪ »

    Non notando -o ignorando deliberatamente- il mood ben poco incoraggiante (e giusto un po' instabile) della sua squadra, la bionda girò allegramente i tacchi brandendo davanti a sé il piccolo ordigno, sempre al centro del suo palmo.

    « Guendalina, facci strada! ★ »

    png

    « State scherzando...? È uno scherzo, vero? »

    In forma di cacofonico chiacchiericcio indistinto, fu quello su per giù l'unanime commento che l'intera compagnia attoriale si lasciò sfuggire dopo che la Presidentessa dell'Associazione Hunter li ebbe radunati in capannello attorno a sé per spiegare loro l'annosa questione.

    Sulle prime, gli attori non avevano preso molto sul serio le parole di quella strana tizia bionda, tanto per la grave situazione al limite dell'assurdo di cui li aveva informati, quanto per la stravagante disinvoltura con cui l'aveva fatto (e poi aveva una zucchetta di Halloween in mano! Dai!), ma quando la serietà delle sue parole era stata convalidata dall'esibizione della sua Licenza di Hunter e confermata dal Direttore del Teatro, una prima ondata di panico dilagò tra i presenti... e a risentirne fu soprattutto la prima ballerina, che avrebbe dovuto interpretare Esmeralda, che dopo essere impallidita e aver cominciato ad iperventilare, cadde a terra come una pera cotta, svenuta.

    Fissandola con una certa perplessità mentre veniva prontamente soccorsa, la Malkavian sbatté le ciglia e lasciò vagare i mistici occhi verdi per l'ambiente; se Jester ci aveva visto giusto, la seconda bomba sarebbe stata visibile dal palcoscenico, però... lo Spettacolo stava iniziando (il narratore era già in scena per il Prologo!), e la richiesta di collaborazione che avevano rivolto alla protagonista doveva considerarsi rifiutata, visto che la ragazza era svenuta: le aveva solamente chiesto di rintracciare la Zucca n°2 con lo sguardo ed indicargliela al termine della scena (non di avvicinarla, né di toccarla), ma i nervi fragili della signorina avevano ceduto.


    Kora se ne sentì in colpa, ma il problema -a quel punto- era un altro: senza l'attrice protagonista in scena, lo spettacolo si sarebbe interrotto, ma con lo spettacolo interrotto, l'attentatore avrebbe fatto esplodere tutto, e se esplodeva tutto, avrebbero perso la Caccia-al-Tesoro, e dei Cacciatori che perdono una Caccia -poi- che figura ci facevano? Non si poteva, no no. Quindi bisognava trovare una soluzione.

    « C'è qualcuno che può sostituire Esmeralda? »

    Gli altri attori si scambiarono occhiate piene di sconforto e nessuno rispose: magnifico. Arricciando le labbra pensosamente, la bionda soppesò l'eventualità di pensarci lei in prima persona: dopotutto, lei e Jester avevano guardato le registrazioni di quello spettacolo decine di volte e conoscevano il copione, i testi delle canzoni e i passi della coreografia a memoria, ma...

    Gli occhi verdi della donna incrociarono quelli intagliati nell'arancione della piccola testa di zucca, e nell'ingaggiare uno
    staring-contest con Guendalina, Kora fu costretta a tener conto del fatto che -oltre alla scomodità di doversi esibire con una mano occupata- le sue percezioni soprannaturali sarebbero state molto più utili se impiegate nella ricerca delle bombe, che non calcando il palco. E allora che fare?

     
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