The Outsider

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    Si risvegliò con un leggero pizzico sul viso. Dapprima stentò a fare caso al mondo che lo circondava, lasciandosi cullare dal caldo abbraccio della sabbia che s'era adagiata alla forma del suo corpo come un letto, dal pungente profumo della salsedine e dal gentile fruscio delle onde che si infrangevano contro la riva. Erano tutte sensazioni che conosceva bene e che gli davano la sensazione di essere a casa. Solo dopo pochi istanti la coscienza dell'immediato passato piovve su di lui come gli ultimi stralci di un incubo: l'ultimo ricordo che aveva era quello di una tempesta grande come non ne aveva mai viste. Un titanico tifone si ergeva dall'acqua verso il cielo come una torre senza fine, che sembrava assorbire nelle sue correnti anche la luce del sole dando luogo ad una notte eterna. Le onde marine impazzite lo avevano afferrato come le enorme mani di un gigante e gettato con violenza dentro un vortice mostruoso che aveva scoperchiato le profondità degli abissi più scure del buio sovrastante. All'improvviso un nuovo pizzico lo stuzzicò sulla guancia, e mentre nella sua mente ancora si susseguivano quelle immagini meravigliose e terrificanti Stefan levò la mancina di scatto come a tentar di fermare lo schiaffo delle onde sul suo volto. La sua mano intorpidita incontrò una canna di bambù, e di riflesso la strinse, la strappò a quella che sembrava la mano di qualcuno e la lanciò via contro l'acqua. Spalancò gli occhi, ormai completamente cosciente, e il suo sguardo stralunato incontrò quello terrorizzato di una bimba china su di lui: non doveva aver vissuto più di dieci inverni. Lei lo guardò come se avesse davanti un lich, lanciò un grido di paura e fuggì via, scomparendo all'interno di un canneto alle sue spalle. Ignorandola, Stefan si trasse da disteso a seduto, si guardò intorno e prese a pensare.
    I fiammeggianti colori rosa e giallo del tramonto tinteggiavano soffusamente il cielo dinanzi a lui. Il sole si apprestava ad inabissarsi in qualche ora, niente di più. Alle sue spalle invece a pochi metri dalla costa si levava una fitta boscaglia verdastra di canneti, lì dove si era dileguata la ragazzina che lo aveva svegliato. Doveva essere nelle vicinanze di un villaggio. Lentamente la sensazione di familiarità che l'aveva inizialmente accolto scemò via: la sua terra, lì dove il sole tramontava alle spalle delle montagne e il paesaggio era una fitta scura distesa di foreste di conifere ricoperte di neve per la maggior parte dell'anno, doveva essere più lontana di quanto aveva inizialmente creduto.
    Che fosse ancora vivo era un fatto che non lo sorprendeva ma, in effetti, non gli procurava alcun dispiacere. Aveva cercato la morte con le sue stesse mani, dopo essere sopravvissuto sia all'eventualità del caso sia alla violenza della sua gente, e anche quella volta le era sfuggito. Si scoprì disilluso e stanco di inseguirla. D'altronde non era nemmeno contento di riscoprirsi ancora in vita, poiché era sopravvissuto alle ire del dio abissale ma non poteva tornare a casa a raccontarlo. Pur di vederlo morire lo avrebbero soffocato con le loro stesse mani.
    Si chiese che cosa avrebbe fatto di lì in poi. Non aveva niente e nessuno, non poteva ritornare dalla sua gente e gli dèi lo odiavano o, peggio, non esistevano affatto. Sul suo volto si dipinse un ghigno amaro e sogghignò di una risata acuta e spezzata, a metà tra l'autoironia e la disperazione. Rimase solo ad osservare l'orizzonte, cercando una risposta.



    Scena privata tra me e Stanfa ^^


    Edited by vinegar - 26/4/2018, 19:04
     
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    Ricordate quindi tutte le sere prima di andare a letto di innalzare una preghiera votiva ai Kami, che possano sempre aiutare il villaggio e proteggerlo dai malvagi, come i demoni
    Il Teologo paziente spiega al gruppetto di ragazzini i principali dogmi per la salvezza del Presidio.
    Come al solito Nobunaga è in battuta di caccia intorno il villaggio per scacciare i demoni minori che assediano la zona, di contro il suo ruolo è quello di favorir eil ritorno delle divinità protettrici ed aiutare la popolazione con quello che sa fare: chiacchiere motivazionali.
    Certo, se vorrete potrete anche cercare di evocare i Kami dei mari, così che possano proteggere le imbarcazioni dei vostri genitori.
    Lascia loro un paio di rotoli in cui sono già scritte alcune orazioni, così da poterle riportare sulle chiglie per favorirne la salvezza e sempre un ricco pescato.
    Mentre è lì tutto a rispondere alle domande, si accorge di essersi perso un bambina del gruppo che gli è stato affidato. Strabuzza gli occhi mentre sospira grave e scatta in piedi. Ammonisce i bambini di star tranquilli, gli sciorina un paio di rotoli di carta e dell'inchiostro e li mette tutti a disegnare i Kami.
    A gran velocità guizza nel canneto vicino alla ricerca della bambina. In realtà, per fortuna, la trova a breve giro, aiutandosi anche con il bastone per spostare le canne. La bambina, però, gli rivela di aver trovato qualcosa o qualcuno giù nella spiaggia. Messa in sicurezza la piccola il Teologo scende in spiaggia. Non è che abbia propri i vestiti più adatti per l'occasione, ma insomma meglio di niente: una toga da monaco simil buddisha di un color terra scuro, sandali in paglia intrecciata, una grossa collona a grani viola ed il solito bastone che gli fa da contrafforte.
    Il pelato sepreggia nella spiaggia, ha visto in lontananza la figura di qualcuno lambido dai flutti e dal richiamo della spuma delle onde. Aumenta il passo mentre si sbraccia.
    Ehi! Tu! Tutto bene?!
    La voce è gentile, il viso orientaleggiante si dipinge una certa apprensione, un reticolo di rughe arriva a disegnarsi su tutto il capo pelato.
    Ehi TU!
    Urla ancor più forte mentre si avvicina quanto più rapidamente possibile. Giusto per sicurezza di tanto in tanto si guarda attorno, una zona così aperta potrebbe essere pericolosa per l'invasione di demoni.


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    "Sono stato peggio"
    rispose Stefan, traendosi goffamente in piedi con le gambe atrofizzate dall'acqua e dal gelo. Lo disse con sincerità, sicché il peggio in effetti era passato, ma dell'altro sicuramente stava nascosto ad aspettarlo. Si avviò verso il bonzo barcollando come un ubriaco, ma pian piano riguadagnava la funzionalità delle gambe. Giunto dinanzi a lui, lo guardò fisso nel volto glabro e nei grandi occhi bruni simili a due pietre d'ambra incastonate nel marmo per qualche secondo, come se cercasse di capire se fosse degno di fiducia. Era alto e robusto come un bastone, ricoperto da una scomoda tunica che gli dava l'aspetto di un bazaar di tappeti. Eppure anche in lui il familiare s'univa allo sconosciuto, poiché ne aveva visti tanti di bonzi ma nessuno di questi gli somigliava. Nella mente mille domande imperversavano come i fulmini di una tempesta, susseguendosi l'una dopo l'altra.
    "Amico dimmi, avresti qualcosa da bere per un povero naufrago?"
    chiese soltanto, alla fine.

     
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    Ehi tu!
    Continua a spostarsi rapidamente verso lo sconosciuto che potrebbe aver bisogno d'aiuto. In giro non sembra esserci nessuno e cosa più interessante nemmeno all'orizzonte si intravede nessuna nave, scialuppa o quel che sia. Non gli sembra nemmeno di notare la presenza di relitti o cose del genere. Il dubbio che chi si trova davanti, possa essere un naufrago dimensionale, e non uno di quelli marittimi, si insinua rapida. Nobunaga gli ha spiegato che accade più spesso di quello che sembra.
    Giunge a tiro del tizio e si ferma, pianta il bastone al suolo che sprofonda nella sabbia fina.
    Sei ferito?
    Domanda prima di tutto, lo vede barcollare ed allunga una mano pronto per sostenerlo se dovesse star lì lì per cadere, ma sembra star meglio del previsto. Per sua fortuna ha davanti a sè una specie di mezzo santone anche in grado di risanare le ferite, se dovesse servire.
    Lo sguardo inadagatore dello sconosciuto viene accolto con un sorriso gentile.
    Purtroppo non ho con me dell'acqua, ma qui vicino vi è un piccolo villaggio di pescatori che ti daranno ciò di cui hai bisogno.
    Resta un secondo in silenzio, studia il suo interlocutore con attenzione e poi pone una domanda serissima.
    Naufrago in che senso?
    Eh si, perchè qui il termine può avere differenti valenze e non capisce in che sfumatura di "senso" è stata utilizzata la parola.
    Certo, se si trattasse di una naufrago dimensionale, non potrebbe mica sapere che ci si appella in questo modo a chi giunge da altri piani dell'esistenza.
    Tira un sospiro ed aggiunge
    Sai dove ti trovi, mio caro?
    Ecco, giusto per star tranquillo di non fraintendere tutto.



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    "No, affatto" ammise, secco, nonostante la vergogna. "Non ne ho idea." Aveva sempre avuto l'esplorazione nel sangue, e non riusciva a credere di non sapere dove fosse. Eppure, per la prima volta, persino quella divenne una nozione di secondaria importanza. Non aveva più una casa dalla quale poteva definirsi lontano, se ce l'aveva mai avuta.
    "Vengo da lontano" si limitò a dire, senza sapere se fosse effettivamente così. Poi decise di mentire, perché non era importante che il bonzo sapesse la verità. Gli raccontò una cosa che gli era già successa, ma così tanti anni prima che quei ricordi sembravano di un'altra persona. "Io e i miei compagni eravamo di ritorno da un lungo viaggio, ma una tempesta si è abbattuta sulla nostra nave e l'ha distrutta. Devo essere l'unico sopravvissuto." Nonostante le bugie, il suo volto colmo di rassegnazione e i suoi occhi spenti difficilmente avrebbero fatto sospettare che le cose fossero andate altrimenti.
    "In quale parte del Mondo ci troviamo?" chiese poi atono, sapendo che avrebbe ricevuto una risposta che non gli sarebbe stata utile, ma incuriosito dalla serietà con cui il bonzo gli aveva posto quella domanda. Era come se non fosse la prima volta che qualcuno approdasse in quelle rive e in quelle circostanze. Ma in fondo nella sfortuna era stato fortunato, perché non sembrava essere capitato in un luogo ostile. In assenza di null'altro da fare e di un posto dove andare, l'unica cosa che gli importava veramente era di andare a bere qualcosa. Quella sola divorante voglia che aveva era l'unica che non poteva essere messa in discussione.
    "E ti prego, amico mio, indicami la strada per il tuo villaggio. Ho la gola riarsa, devo bere del vino."

    Quando Stefan dice "Mondo" intende il proprio. :asd:

     
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    Meglio così! Il mio nome è Ego, è un piacere fare la tua onorevole conoscenza
    Gentile muove in senso affermativo, è veramente contento che alla fin fine sia andato tutto bene per il povero naufrago, nel senso ancora da definire.
    Lontano?
    A quanto pare si tratta di un concetto piuttosto ostico da comprendere e capire in un mondo potenzialmente infinito come è questo semipiano. Cerca una posizione un po' più comoda e scarica il peso ora sulla mano destra e poi sulla sinistra.
    Ascolta la storia dell'arrivo del tizio, ma qualcosa non gli quadra. Prima di tutto almeno nella zona il tempo è stato sereno, ma è anche vero che il mare aperto è ben altro. L'altra cosa è che non vi sono i residui di una tempesta, non vede legni, pezzi di scafo o simili. Storce appena le labbra pensieroso ma poi continua a rispondere.
    Mi dispiace per i tuoi compagni. Spero che le loro anime siano ora in pace. Sei certo di essere l'unico sopravvissuto? Altrimenti potremmo inviare qualche barca in soccorso!
    Si preoccupa seriamente per la presenza di altri superstiti. Intanto continua con la spiegazione.
    Ti trovi nel Presidio Ovest, per esser preciso nel distretto del Nishikaigan. Il villaggio qui vicino è così piccolo da non avere nemmeno un nome, in realtà.
    Spiega con estrema calma, passa una mano sulla zucca calva quindi le mani vanno a sfiorare le labbra.
    Di che Presidio sei originario? E da quanto tempo eravate in mare?
    Domanda quindi per comprendere se sia nativo dell'Ovest o se deve introdurlo sulle criticità al momento presenti, vedi demoni ed amenità simili. Afferra con entrambe le mani il bastone per andarlo a districarlo dalla sabbia, si limita quindi ad aprire il passo verso il cannetto lì vicino.
    Prego, prego
    Gli dice mentre comincia a muoversi a grossi passi, utilizza come al solito il bastone stretto nella mano per sostere il passo.
    Dopo il canneto siamo praticamente arrivati, la gentile Signora Ondinu ti accoglierà con gioia e ti offrirà del buon grog.
    Sai, mi deve un favore per aver reso il ritorno dei kami propizio, stiamo riaccendo le speranze di questo Presidio.

    Non lo dice con boria o superbia, semplicemente chiacchiera del più e del meno durante il tragitto. Con il bastone, intanto, si aiuta a spostare le canne per un più semplice incedere. Di tanto in tanto si volta a controllare che il naufrago non sbandi troppo.



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    "Apprezzo il tuo interesse, mio buon Ego, ma purtroppo esso è vano.
    Ho la sensazione di che sia passato molto, molto tempo da quando il mare ci ha separati
    " gli disse, per mettere a tacere le sue preoccupazioni intorno a problemi inesistenti e chiudere l'argomento. "Ho paura che non li troverò mai."
    Non aveva mancato di notare che il suo racconto aveva destato dei sospetti nel monaco, piuttosto chiari nelle espressioni del suo viso. E non aveva mancato di chiedersi come mai quel sospetto non si fosse trasformato in diffidenza. D'altronde anche la bontà degli uomini di fede aveva i suoi confini, e finché quella sottile corda tesa non si spezzava doveva approfittarne il più possibile.
    Seguì la sua sagoma variopinta e longilinea inoltrarsi nel boschetto di canneti, tuffandosi in un labirinto di sottili dita verdastre, tendenti al giallo, che si levavano verso il cielo solleticandone la volta color tramonto. Era piuttosto fitto, tant'è che spesso il monaco si voltava a controllare di averlo ancora dietro di sé. Ma Stefan scostava energicamente le canne intorno a sé, tenendo il passo nonostante il poco vigore che gli era rimasto.

    "Ti devo un favore anche io. Considerami un tuo alleato tutte le volte che ne avrai bisogno" affermò, non mancando di sottolineare il suo debito. Comunque fosse andata, sapeva bene che una volta rifocillatosi sarebbe partito dal villaggio. Aveva solamente bisogno di qualcosa da bere per riflettere.
    "Mi chiamo Stefan" esordì dunque. Non aveva bisogno di mentire sul suo nome, ma avvertì la necessità di farlo un'ultima volta. Non disse da dove veniva, ma menzionò un luogo molto vicino. "Vengo dall'Edhel, ma non ho mai sentito parlare del Presidio Ovest né di alcun Presidio. Quanto sono lontano da casa?
    Pronunciare quella parola gli provocò la stessa amara sensazione dell'acqua di mare che scendeva lungo la gola."



    Questi suoi compagni in realtà sono finiti su Endlos anche loro, ma tanto tempo fa, in un naufragio precedente :asd:
     
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    La storia fa acqua da tutte le parti (per restare in tema di naufragi), questo è poco ma sicuro, ma chi è lui per permettersi di giudicare? Magari gli altri naufraghi non erano così amici di qusto Stefan, magari la storia è completamente invetanta o chi ha davanti è una persona cinica e cattiva.
    In ogni caso lui non può giudicare, potrebbe consigliare se mai il suo interlocutore deciderà di esser sincero.
    Si limita a proseguire utilizzando il bastone come leva per spostare le canne più rigide e robuste. I bambini del villaggio si divertano tanto a zigzagare nel canneto e sbucare poi a metri e metri di distanza.
    E' un piacere fare tua conoscenza e non preoccuparti, sentiti libero da ogni dovere nei miei confronti.
    Faccio ciò che sento di dover fare.

    Una breve pausa mentre si ferma e si volta verso il neo-conosciuto. Un sorriso sereno.
    Questa è parte della mia missione per salvare questo Presidio. Anche se non sono nativo di queste zone, ho deciso di votarvi la mia vita, o almeno questa parte di vita.
    Spiega senza dilungarsi in dettagli che probabilmente non capirebbe.
    La frase successiva fa scattare un campanello d'allarme nella mente del Teologo. Che le sue supposizioni inziali siano in realtà giuste? Passi che lo studioso non conosca tale "Edhel", ma il fatto che il suo interlocutore non sappia dei Presidi è quasi una certezza.
    Si schiarisce la voce e con una mano ferma il ragazzo nel gesto universale di "stop".
    Forse ti dirò una cosa che potrebbe sconvolgerti, o forse è una banalità, ma temo che tu sia un naufrago diverso dalla comune accezione del termine.
    Suspance, luci, voce grave.
    Tu potresti essere un naufrago dimensionale!
    Il Teologo si è immaginato tante volte di incontrare un novello naufrago e si è figurato la scena in tanti modi diversi, si è ripromesso che quello semi-teatrale sarebbe stato il modo esatto di dare la notizia.
    Ci troviamo un Endlos, un semipiano che risulta essere un crocevia nel multiuniverso, spesso e volentieri le correnti caotiche risucchiano cose e persone da altre realtà e le sputano qui...appunto come se fossero dei naufraghi dalla loro realtà.
    Si ferma per saggiare la reazione altrui. Magari è tutto un disguido e la sua spiegazione è semplicemente inutile, forse troppo affezionato all'idea di incontrare un naufrago per la prima volta.




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    La fronte di Stefan si corrugò come la corteccia di un vecchio pino, generando un'espressione incerta a metà tra la confusione e una crescente rabbia. Inizialmente lo guardò con gli occhi spenti, come se di tutto quello che il monaco aveva detto lui non avesse sentito proprio nulla, distratto da un pensiero nella sua mente. E proprio quando sembrava che si fosse pietrificato in quell'espressione corrucciata scoppiò in una grassa, sguaiata risata, guastando improvvisamente il silenzio della foresta al crepuscolo come il rumore di un fulmine.
    "Ahaha! I tuoi dei ti raccontano storie meravigliose, amico mio!!" biascicò ridacchiando fastidiosamente, come una cornacchia, scoprendo tutti i denti marcescenti. Tentò anche di dargli una leggera pacca sulla spalla come fossero due vecchi amici che si raccontavano una battuta. Ne aveva sentite raccontare di cose strane nella sua vita, specialmente dagli uomini di fede, e quella storia non doveva essere che l'ultima. D'altronde aveva sempre pensato una cosa: in fondo, discutendo di quello che non si vede, chiunque può dire la propria ed aver ragione. E questo non significava altro che tutti hanno potenzialmente torto. Anche lui stesso, ma aveva sperato di scoprirlo per davvero una volta morto.
    "Immagino che non si possa essere più lontano di così... Non era quello che desideravo, ma penso che mi accontenterò" ironizzò, pensando che si era messo in mare per non tornare mai più in superficie. Senza attendere risposta, Stefan proseguì il passo nella direzione che stava seguendo il monaco, che si era fermato, con l'intenzione di procedergli oltre. In realtà non aveva propriamente ben afferrato quanto detto dal monaco, ma se n'era fatto una vaga idea, e non mancò di sfuggirgli l'ironia delle circostanze. Se fosse tornato a casa raccontando la storia di un mondo nuovo da esplorare ai confini del mare, probabilmente quelli della sua gente si sarebbero gettati tutti in pasto alla furia dell'oceano per andarlo a conquistare. Si chiedeva se qualcuno non ci avesse mai pensato, che ci fosse qualcosa al di là della costa, anziché nelle profondità del mare. Infine si chiese se qualcuno ci avesse mai provato a raggiungerlo; riuscendoci e senza, magari, mai riuscire a tornare per raccontarlo.
    E all'improvviso si fermò anche lui, e voltò la testa girando soltanto le spalle. Lo scrutò con uno sguardo divertito, ironico, ma sottilmente indagatore. Aveva appena sentito una storia assurda, che non stava né in cielo né in terra, ma d'altronde lui era sopravvissuto almeno una volta alla morte.
    "E dimmi, Ego" esordì, senza emettere un fiato per ridere, ma soltanto per parlare "secondo te è possibile che i miei compagni siano finiti tutti in questo posto che tu chiami Endlos, ma lontani da me?"
    Aveva appena sentito una storia assurda che se fosse stata vera sarebbe significata soltanto una cosa: che quel posto in cui erano finiti i suoi fratelli non era l'oltretomba, ma una costa infinitamente lontana, così lontana che loro, come lui, non erano stati in grado di capire dove erano finiti né in grado di tornare. Una versione dei fatti che lo compiaceva fin troppo.
    "E' possibile che siano ancora vivi?"



    Edited by vinegar - 8/5/2018, 00:37
     
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    Ed alla fine è realmente riuscito ad incontrare un naufrago, quello spazio-temporale e non reale, per la prima volta. Vorrebbe sorridere, rispondere con pacche amichevoli, ringraziare, ma tutte queste piccole gioie se le tiene in cuor suo, per non sembrare un folle.
    Purtroppo mio caro non sono storie meravigliose.
    Io stesso sono stato vittima del ciclone che circonda questo semipiano e che trascina qui poveri viandanti inconsapevoli.

    Una breve pausa in cui la mano destra cerca la spalla altrui, la stringe mentre mostra un sorriso consolatorio.
    Mi rendo conto che trovarsi in una situazione del genere può essere qualcosa di estremamente shockante, perdere i propri cari, gli amici, in un batter di ciglio è sicuramente un capovolgimento straordinario.
    Fa spallucce. Un sospiro mentre ricorda in un breve istante ciò che ha lasciato oltre il velo sottile, nella sua realtà. Gli affetti, l'amore, la famiglia e quella tanta, tantissima "materia" che ha riempito la sua vita.
    Se però ti fidi delle parole di chi si è sempre occupato del senso della vita, con il tempo riuscirai a vedere le cose in una nuova ottica, tutta nuova e speciale!
    Sorride consolatorio liberando il viandante dalla stretta della sua mano.
    E poi pensa che c'è chi è stato accolto da selvaggi demoni scimmia che volevano mangiargli il cuore!
    Sghignazza appena cercando di sdrammatizzare la situazione, cosa che come al solito gli riesce sempre piuttosto male. Si umetta le labbra e torna a riflettere sulla domanda che gli viene posta. In realtà non è così esperto da poter dare una certezza assoluta, ma ha chiesto parecchie cose a Nobunaga e quindi si sente di rispondere.
    E' una possibilità, può essere che il Maleostrom abbia divorato solo te, come tutti quelli che ti erano vicini.
    Potreste essere precipitati insieme, ma esser stati sparpagliati tra tutti i presidi

    Alza le mani a mezz'aria, vorrebbe essere più utile, ma al momento non ha altre risposte.
    Penso che tu abbia ancora più bisogno di quel vino, vero?
    Sereno annuisce il monaco avvicinandosi al ragazzo per dargli un paio di pacche amichevoli per rincuorarlo delle recenti notizie.
    Con calma lo porterà nel piccolo villaggio di pescatori dove potrà spiegargli con maggior cura e dettaglio lo strambo posto in cui ha avuto la fortuna, o sfortuna, di ritrovarsi.



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    Edited by Stanfa - 13/6/2018, 15:31
     
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