[LAM] Porta.

"La via per uscire da un fallimento passa dalla porta.
Chissà perché nessuno la prende mai".

(Confucio)

Sentiero, Feudo del Kijani Fahari.
Presidio Occidentale, Endlos.

Seguendo il consiglio del misterioso Zakar e scegliendo di percorrere una nuova strada in sua compagnia, il Numerologo si addentrò nella parte più selvaggia dell'Ovest -ma anche la più nascosta dalle incursioni nemiche. Andando verso sud, la boscaglia si fece più fitta ed impenetrabile, e se prima alberi di ciliegio e foreste di bambù decoravano le alture ripide, disegnando sentieri e permettendo a chiunque il passaggio, ad ogni passo dei viandanti le piante si tramutarono in ostacoli, più colorate ed esotiche delle sorelle nordiche, riconducibili piuttosto a quelle di una foresta pluviale.

Diverse erano le storie legate a quella terra: molto antica e particolarmente conosciuta anche su Laputa era la leggenda di una Strega dei boschi dall'animo volubile -seduttrice di uomini e donne, oltre che protettrice della Natura- a guardia delle zone boschive. Altra diceria, invece, non aveva alcuna Strega come protagonista, piuttosto la Volontà del bosco stesso che, da circa un decennio, era divenuto sempre più cupo ed ostile verso le forme di vita straniere e gli umani in particolare. In molti erano partiti senza mai tornare, innumerevoli le storie di taverna riguardanti grandi massacri e predatori invisibili. Ultima ma non meno affascinante -narrata proprio al Numerologo per bocca di Zakar, che non pareva esser troppo bravo nell'arte del silenzio- la leggenda di una Sibilla di Berjaska che, secoli prima, aveva annunciato la venuta della Morte stessa sulle terre Occidentali. Secondo tale profezia, tramite la Mano e la Falce, avrebbe percorso i boschi, le spiagge e le alture fino a salire su un trono vuoto di una capitale defunta che l'avrebbe attesa a braccia aperte, in placida attesa per intere stagioni.

Quasi inconsapevolmente avevano infine varcato il confine della Vergine, come poeticamente definivano quel feudo alcune canzonette bardiche. Eppure Undarm "vergine" non era e se ne sarebbero resi conto ben presto inoltrandosi fra la fitta vegetazione, discostando liane e fogliame, giocando agli ostacoli con immense radici nodose ed evitando insetti e serpenti dai colori e forme bizzarre. Intanto il sole si levava alto in cielo, eppure la temperatura continuava ad abbassarsi... e l'aria farsi sempre più umida.

"La via per uscire da un fallimento passa dalla porta.
Chissà perché nessuno la prende mai".

(Confucio)

Sentiero, Feudo del Kijani Fahari.
Presidio Occidentale, Endlos.

La Morte stessa?
Quindi magari la strega dei boschi è anche la Morte stessa, può essere?
-Potrebbe- aveva risposto l'accompagnatore di Berjaska -Son vecchie storie, alcune discordanti: francamente non saprei nemmeno io come interpretarle, ammesso che abbiano fondamento. Di sicuro esiste un trono rimasto vuoto dalla scomparsa della piccola Aranwe, ma non ho proprio idea di chi -fra i Nobili pretendenti- riuscirà ad ottenere la corona, questa volta.

Con quei dubbi e quelle incertezze, continuarono per la loro strada.
Ad ogni loro passo, il sentiero si fece difficile da attraversare, l'aria umidiccia e calda.

Che strana temperatura...
Magari possiamo incontrare la Strega, sarebbe interessante, no?
-Oh, lo sarebbe certamente... "interessante"...

Zakar rispose con un mezzo sorrisetto sulle labbra, allungando la gamba e discostando una delle tante liane sul suo passaggio. Sudava copiosamente, come probabilmente accadeva anche al povero Augustus che, in mancanza di alternative valide, aveva scelto di seguirlo.
Poi -improvvisamente- arrestò la sua avanzata, fermandosi di colpo.
Ben attento a non far rumore, osservando il laputense, portò lentamente un dito sulle labbra, invitandolo al silenzio. Attese alcuni attimi, prima di parlare.

-... lo hai sentito anche tu?

"La via per uscire da un fallimento passa dalla porta.
Chissà perché nessuno la prende mai".

(Confucio)

Sentiero, Feudo del Kijani Fahari.
Presidio Occidentale, Endlos.

Il gesto di diniego di Augustus non destò una particolari reazioni da parte di Zakar. In effetti, quel tale nemmeno gli rivolse lo sguardo, troppo preso a fissare un punto preciso di fronte a loro. Alla vista del Numerologo -tuttavia- nulla sarebbe parso strano o diverso da quanto ci si sarebbe aspettato da un luogo come quello: piante strane, umidità e insetti.

Proseguirono con più cautela, ormai zuppi del loro stesso sudore, ed impiegarono parecchi minuti per superare una zona boschiva più fitta delle precedenti. Liane, tronchi e cespugli di ogni sorta impedivano la visuale e -sebbene non fosse ancora accaduto nulla di spiacevole- nulla avrebbe eliminato il dubbio di quanto sentito poco prima. Poi -finalmente- uno spazio vuoto.
Zakar si lasciò andare in un sospiro di sollievo particolarmente rumoroso, e probabilmente lo avrebbe fatto anche Augustus, ma... effettivamente, qualcosa di strano evidentemente c'era.

Con un bilancio conclusivo di parecchi graffi, alcune punture di insetti ed ovviamente aver rischiato in un paio di tratti di cadere in qualche burrone, i due viaggiatori erano riusciti a passare inosservati a tutti gli Youkai della zona. La decisione secondo cui si sarebbe rivelato positivo o meno dipendeva da ciò che in quel momento sostava di fronte ai loro occhi, imponente e granitico: un'enorme pietra alta più di due metri e scolpita magistralmente in modo da assumere le fattezze di un capo a tre facce. La centrale, ben aperta e decisamente sproporzionata, conteneva un vortice luminoso facilmente riconducibile a quello che doveva essere un varco.

-Curioso...

Con cautela, Zakar si avvicinò alla scultura, levandosi il guanto e posando la mano con inumana lentezza su una delle facce laterali. Completamente assorto dalla scoperta, non si preoccupò nemmeno di dire qualcosa al povero Augustus. Anche se -a dirla tutta- forse Augustus già sapeva qualcosa su quella scultura.
Ad esempio, era identica ad un'altra presente nel Latifondo Laputense.
Una perennemente sorvegliata dai dipendenti del Magisterium.

"La via per uscire da un fallimento passa dalla porta.
Chissà perché nessuno la prende mai".

(Confucio)

Sentiero, Feudo del Kijani Fahari.
Presidio Occidentale, Endlos.

La piccola sfera generata dal Numerologo raggiunse placidamente la struttura, obbedendo fedelmente ad Augustus ed ottenendo informazioni.

La struttura esterna non era altro che pietra, esattamente come appariva. Curioso invece si rivelò essere un dettaglio sulla sua origine: non si trattava infatti di costruzione o arte su materie prime così semplici, piuttosto la pietra aveva composto quella precisa forma partendo dal... nulla. Nessuno spostamento dimensionale e nemmeno un capriccio del Maelstrom, piuttosto genesi nel vero senso biblico. "In principio Dio creò il cielo e la terra", recitava il libro "La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu". Così era stato per quelle pietre, in quella forma: prima non esistevano, poi furono lì.
"Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte". Allo stesso modo qualcuno aveva separato Endlos da qualcos'altro ed inserito una porta. Qualcuno dal potere riconducibile ad Aeon stesso, o a lui simile. Un Re, un Dio... o entrambe le cose.
La porta, tuttavia, era rimasta chiusa dalla sua creazione e questo poteva essere sia un bene che un male.
Dipendeva da cosa si nascondeva dietro di essa.

-Credo di aver già visto una magia come questa.
A spezzare il flusso dei pensieri del Numerologo giunse la voce del Mago, ancora intento ad osservare da vicino la struttura.
-Una magia né buona, né malvagia. Non Bianca, non Nera. Si tratta di qualcosa di davvero antico...

Sorrise, allontanandosi piano dal suo oggetto di studio ed afferrando il bastone. Le dita guantate si strinsero attorno ad esso, mentre il ghigno sul suo volto si deformò in una effige di bramosia. Poi, senza aggiungere altro o comunicare i propri pensieri con il compagno di viaggio, diede una bastonata al naso della faccia centrale.

Una luce violacea li travolse.
Poi venne il Buio.