Le sfide del futuro

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    Impeto e tempesta

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    "I nostri fratelli e sorelle sono lì con noi
    dall’alba delle nostre storie personali
    fino all’inevitabile crepuscolo".


    (Susan Scarf Merrell)


    png

    Caserma di Taldor, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.


    « È la signorina Elysandra. »
    La risposta dell'omone non corrispondeva alla domanda, tuttavia Victor rimase in silenzio ad osservarlo accostarsi alla fanciulla svenuta, ricomponendola con delicatezza in una posa più composta, sollevandola poi fra le braccia per facilitarne il trasporto.
    « Voleva entrare nelle Spade dell'Est, così la stavo mettendo alla prova. ...sono io che le ho fatto male? »

    Victor sussultò a quella domanda, abbassando il capo e non riuscendo a guardare negli occhi il fratello maggiore. Nonostante la mole e l'età, Ivan era sempre stato il più delicato e buono fra i due. Dopotutto, anche senza rituali, Victor si era sempre mostrato più astuto, risoluto ed incisivo, oltre che intraprendente. Fin da piccolo covava il desiderio di combattere e confrontarsi con avversari migliori di lui, così da diventare più forte a sua volta: non era quindi un caso o il suo solo aspetto piacente ad aver convinto l'Ambasciatore nel nominarlo sua guardia del corpo.
    Ivan, invece... lui sarebbe stato un bravissimo giardiniere.
    Era pacato, paziente, delicato e... sensibile.
    Per quello Victor tremava ogni volta in cui doveva dirgli la verità.

    -... non lo hai fatto apposta: è questa l'unica cosa importante.
    Non riuscì a mentire, ma cercò di addolcire quella verità amara e pesante.

    -Anche questa è una prova, sai?
    Alzando gli occhi verso di lui, cercò di infondergli la stessa speranza che il proprio superiore era riuscito a dargli, nel momento in cui si era confessato a lui.
    -Una volta il mio capo mi disse che un Cavaliere, se desidera proteggere gli altri, non deve per forza essere forte di spada- sorrise gentile -Deve essere forte qui... e qui.
    Nel pronunciare quelle frasi, indicò prima la propria tempia, posando infine la mano sul cuore.
    -La signorina è stata messa alla prova e, se è forte come un Cavaliere, sono certo che capirà e ti perdonerà.

    Terminato il discorso, il ragazzo si voltò, procedendo lentamente verso la porta da cui era arrivato. La aprì delicatamente e si fece da parte, così che Ivan riuscisse a passare con la fanciulla fra le braccia.
    -Ora, però... facciamo in modo che si senta meglio.
    E così sparirono oltre la soglia, lasciando al loro passaggio solo orme bagnate.

     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    1aN2Uyu
    Elysandra si accorse dopo qualche secondo di trovarsi in un posto totalmente bianco e luminoso, si guardò attorno lentamente mentre gli occhi di smeraldo riconoscevano quel luogo ormai familiare, tant'è che non si stupì nemmeno quando una figura eterea, dalle sembianze umane, la attraversò come se niente fosse, come se una leggera brezza accarezzasse l'interno del suo corpo, poi ne apparvero altre che fluttuavano verso chissà dove.
    Quando era piccola aveva paura di quel posto, così silenzioso e strano, inizialmente non vi erano nemmeno questi spiriti, che iniziarono ad apparire man mano che la ragazza cresceva, e ovviamente non c'era niente di più spaventoso che sentirsi bloccati in un luogo che non si conosce, senza vie di uscita.
    Però pian piano quel luogo sembrava sempre più pacifico e calmo, il fluttuare degli spiriti rilassava il suo animo, e fu dopo parecchi anni che Elysandra si accorse di conoscere quelle entità.
    Mamma, papà, i suoi fratelli, la priora del tempio... tutte le persone che erano importanti per lei, inizialmente aveva creduto che fossero morti tutti, ma poi tornava sempre nel mondo reale e constatava che non era così.
    Che razza di posto era quello? Di preciso non lo sapeva, ma si ritrovava lì solamente quando le accadeva qualcosa di strano, ormai si sentiva a suo agio in quel posto, iniziò a camminare senza una meta, semplicemente si mosse per assaporare la lucentezza di quel posto, e capitava spesso di vedere, nei vari spiriti che incontrava, un ricordo che li legava ad essi, quelli belli e quelli brutti.
    La contentezza di ricevere finalmente la sua spada e l'orgoglio di aver battuto il padre in un duello - anche se sapeva che lui si era trattenuto - si alternavano a momenti di sconforto, quando la sua magia non era sufficiente per curare i pazienti del tempio, quelli che perirono lentamente fra le sue braccia.
    Un sorriso e una lacrima, ma continuava a camminare con leggiadra mentre i suoi occhi si posavano su un altro spirito, e di solito continuava così fin quando, all'improvviso, quel luogo non diventava così luminoso da accecarla, ed era in quel momento che ritornava nel mondo terreno.
    Quella volta, però, Elysandra incontrò uno spiritello che non aveva mai visto prima, e che non riuscì nemmeno a riconoscere: era piccolo, come un bambino, e non fluttuava a caso come gli altri. La Lyvellin iniziò ad avvicinarsi a quella anomalia quasi senza pensarci, i suoi piedi scalzi camminarono senza rumore, e una volta vicino si inginocchiò al suo fianco.
    Restarono così, fermi, per alcuni secondi o per alcuni minuti, poi Elysandra si voltò per guardarlo con i suoi occhi verdi scintillanti, ammirava con curiosità l'ignoto che aveva vicino.
    «Chi sei, anima bella?» la voce della ragazza parve un lieve sussurro, flebile e delicata, carica di emozione nel vedere quel piccolo spirito essere più brillante rispetto agli altri, eppure sembrava ancora più inafferabile, come se non esistesse.
    Eppure era lì, davanti ai suoi occhi.
    Il presunto bambino non rispose, non che Elysandra si aspettasse di poter parlare con uno spirito, ma era la prima volta in vita sua che desiderava così ardemente una risposta. Non sapeva di preciso perché voleva sapere, era una cosa nata in quel preciso istante, e nonostante fosse un sentimento forte, la ragazza non volle disturbare quella presenza.
    Restarono nuovamente in silenzio, gli occhi di lei non smettevano di gustarsi quello splendore, non smisero nemmeno quando lo spirito si sedette per poi appoggiare, lentamente, la sua testa sul braccio candido della fanciulla.
    A differenza degli altri spiriti, che con il loro tocco portavano il fresco, quest'anima portò ad un lieve calore, lo stesso calore che si prova quando ci si abbraccia con una persona cara.
    Era tutto così insolito che Elysandra avrebbe voluto rimanere di più, ma improvvisamente la luminosità di quel posto iniziò ad aumentare, pian piano divenne una luce abbagliante.
    Prima di venire completamente avvolti dalla luce, però, la Cavaliera vide un altro spirito in lontananza, era l'anima della priora che aveva aiutato, era come se li stesse osservando. Normalmente, la Lyvellin si sarebbe posta mille domande in quell'istante, ma l'unica cosa che voleva fare, in quel momento, era salutare quell'anima tanto speciale, e vederla un'ultima volta prima di ritornare.
    Chissà quando si sarebbero rivisti.
    «Spero che ci incontreremo di nuovo, piccola anima splendente.» mentre lo salutava con un dolce sorriso, Elysandra ebbe l'impressione che anche lo spirito la stesse contraccambiando, sorridendo, poi la luce travolse ogni cosa.
    Era davvero strano, il volto degli spiriti non hanno degli occhi, un naso, una bocca o degli allineamenti, però Elysandra era sicura di aver percepito un sorriso, in qualche modo.

     
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16 replies since 23/6/2018, 16:28   423 views
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