Hello Darkness, my old friend

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    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


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    Lucius Nyx Abaddon
    Lord of the Dusk. Lady of the Pits.

    È così stufa di quella situazione.
    Quello che avevano fatto—cannibalismo dell'anima, un Uroboro spirituale che si mangia la coda, il totale annichillimento dell'io—avrebbe dovuto dare vita a una creatura nuova, migliore dell'uomo e più antica delle stelle. Ma ciò non è avvenuto totalmente, e lei ora continua a sentirsi rotta, divisa in due metà incapaci persino di concepirsi a vicenda.
    Lei è qualcosa di troppo grande e antico per le limitate percezioni del fu Lazarus Lee. E lui è qualcosa di troppo strano per lei— troppo fissato con la gente, la materia, gli infiniti dettagli della vita quotidiana. Il leggere fumetti al pc. L'andare a passeggio con il cane. Ridere tagliandosi le braccia.
    Così insignificante.

    Lei è lui e lui è lei e insieme sono io io io io, ma in certi momenti la nausea è tale da rendere difficile guardarsi allo specchio.
    (Lei. Lui. Importano davvero i generi quando si tratta di concetti primordiali? Sapeva nell'intimo di essere femmina, eppure non le importava d'avere una forma maschile.
    Difficile provare disforia quando non hai mai avuto un corpo. Eppure c'era una piccola parte di lei che provava ribezzo all'idea di considerarsi un ragazzino).

    L'essere quel ragazzino portava però a dei vantaggi; alla consapevolezza reciproca dei propri ruoli. E con il nuovo titolo di Generale di Nyx veniva per lei il diritto di fare un po' il cazzo che le pareva nel presidio Sud, inclusa la possibilità di andare a scasinare l'Upperdark.

    Agli occhi esterni sembrerebbe poco equipaggiata per una missione così folle. Nessuna armatura addosso, nessuna arma oltre al bastone uncinato legato dietro la schiena. Solo un ragazzino vestito con un mantello rosso e un paio di pantaloni scuri, una torcia tra le mani.
    Stregoni più attenti noterebbero il complesso intrico di rune protettive dipinte sulla sua pelle. E i suoi occhi, che di solito mantengono un vestibolo d'umanità sotto forma di iridi chiare, sono ora due perfette sfere di pece.
    Improprio chiamarla "possessione", poiché non puoi essere posseduto da ciò che in parte sei. Diciamo che Lucius Nyx, al momento, sta seduto sul sedile posteriore.

    «Hello darkness, my old friend
    I've come to talk with you again
    Because a vision softly creeping
    Left its seeds while I was sleeping...
    »

    Non è abituata a canticchiare—il vecchio Lazarus non lo faceva mai, la voce troppo roca, da vecchio. Ma le sembra giusto annunciarsi, in un certo senso. La sua voce rimbalza tra i cunicoli, scomponendosi in una cascata d'echi.
    I cunicoli di Merovish sono un labirinto mortale per i meno attenti, ma lei sa dove andare. Sente il richiamo del suo essere stritolarle il cuore, e i suoi piedi nudi seguono istintivamente un cammino dipinto in tutti i colori del buio.
    La torcia disegna ombre sui muri che spiraleggiano e ridono come spettri. Non ha veramente bisogno della luce per vedere nel buio, ma teme che la sua scurovisione sia così potente da penetrare persino l'Upperdark. Quando non vedrà più il riverberio del fuoco, sarà sicura di trovarsi al centro del ventre di Abbadon—un altro frammento di sè, io-sorella perduta tra le pieghe del Multiverso.
    Spera solo che l'autocannibalismo non sia una cosa di famiglia.

    «And the vision that was planted in my brain
    Still remains
    Within the sound of silence...
    »


    PASSIVE

    Wretched body
    [Passive - scurovisione, istant-casting, camminare ovunque, + 50% resistenza fisica]

    Damned Soul
    [Passive - maschera dell'Anima, auspex spiritico, manipolazione gdr-only delle ombre, + 10% energia]

    Dangerous Mind
    [Passive - Cast da altre tecniche/evocazioni, Mindfuck-Alert, percezione pericoli, spara-balle, conoscenza assoluta di demonologia&sciamanesimo, sopportazione del dolore]



    Edited by Zero - 22/11/2018, 23:22
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Passo dopo passo, Merovish ti scivola dalle spalle come un vestito, lasciato cadere pigramente sul pavimento.
    Il cielo di roccia e stelle dei distretti del Bazar delle Talpe vengono rapidamente sostituiti dai ben più angusti soffitti dei cunicoli della Tana, che si snodano come tentacoli nella fredda terra del presidio meridionale.

    Nessuno ferma il tuo cammino, nessuno si frappone fra te e la tua preda. Non subito, almeno. Quella è Merovish. La Tana. A nessuno frega un cazzo di un ragazzetto che ha deciso di morire nelle profondità della Capitale, e la città stessa è un insegnante severa, con ben scarsa pazienza. Un istinto primordiale, tuttavia, fa in modo che tagliagole e borseggiatori, almeno per oggi, ti stiano ben alla larga. Semplice istinto di sopravvivenza, o è il destino ad agire in tuo favore, tessendo neri fili lungo il tuo cammino?

    La città scompare dietro di te, e restano solo i cunicoli. Anche le ultime abitazioni, anche l'ultimo posto di blocco della Legione delle Sabbie, tutto ormai è irrimediabilmente lontano.
    La fiamma continua a bruciare, proiettando luce e ombre tutto attorno alla tua figura.
    L'ambiente muta più volte, durante il tuo procedere. Il tunnel che percorri si biforca, si attorciglia. A volte si apre in una grotta più ampia, uno spazio vuoto al centro della terra portato alla luce dallo scavare di chi, secoli fa, gettò le fondamenta della Tana.
    A volte questi spazi sono tetri, avvolti dall'oscurità. E anche se la tua torcia non riesce sempre nel disperderla completamente, i tuoi occhi la penetrano senza difficoltà, mettendo a nudo le mostruosità annidiate nei suoi angoli.
    A volte invece, ti ritrovi ad attraversare spazi luminosi così rari che pochissimi esploratori possono dire di averne mai visto uno. Funghi luminosi o pietre luminose che affiorano naturalmente dal terreno illuminano le pareti di queste caverne, ricoperte da una rada vegetazione sotterranea.

    Ma la marcia prosegue, perché non è quel tipo di oscurità che vai cercando, ne quel tipo di luce. No, la tua preda è ben più peculiare.

    L'Upperdark.
    Un fenomeno inspiegabile, un anomalia infallibile. Un buio assoluto, quasi vivo, capace di azzerare i sensi di chiunque abbia la sfortuna di infilarvici dentro.
    Fin ora, a nulla son valsi gli incantesimi, gli artefatti, le tecnologie... nemmeno le passive più lamer pagate care e salate in revisione sono riuscite a squarciare quel buio.
    Una voce va diffondendosi, fin dai tempi delle prime colonizzazioni.
    Una voce sottile ma persistente, una voce che afferma che in quei cunicoli sia celato un segreto così importante che, quando giunse il momento di nasconderlo, qualcuno rubò tutta la luce di quei luoghi, oscurandoli per sempre.

    L'Upperdark è imprevedibile: potrebbe colpire un turista al primo passo nel cunicolo di accesso a Merovish, come non succedere mai nell'intera vita di un esploratore provetto. Le ultime vittime registrate ad essere cadute preda di questa impossibile tenebra sono state i membri di una squadra di esplorazione mandata dai Pasha della Fame e del Kanti a indagare sulla macabra scomparsa di alcuni minatori. Per settimane vennero cercati, una volta che furono persi i contatti. E quando finalmente i sopravvissuti furono trovati, questi dissero di essere finiti all'interno dell'Upperdark per appena qualche minuto, un ora al massimo.

    Ma per te è diverso.
    Tu sai.
    Forse.

    Raggiungi un ultimo sprazzo di selvaggia civiltà. Tracce della civiltà Elldroc sono tutte attorno a te: pitture sui muri, cunicoli diversi, perfino dell'illuminazione, di tanto in tanto.
    Le chimere – insetto non tardano a palesarsi, ma anche se armate le sentinelle non ti sono ostili.
    Non troppo tempo fa, il popolo dell'Alveare ha stretto un alleanza con la Tana... o forse, le creature sono semplicemente intimorite dal tuo passaggio. Le loro lance si limitano a indicarti altre vie, lontano dalla loro casa, più vicine alla tua meta.

    A volte devi chinarti, a volte strisciare.
    A volte divorare qualche creatura che ha la sfortuna di ostruirti il passaggio.

    Ma dopo diverse ore di viaggio, forse anche più, sei finalmente abbastanza in profondità da aver battuto qualsiasi esploratore che sia effettivamente riuscito a tornare indietro a vendere le sue mappe di pergamena e lacrime.

    Chissà se il cambio di pressione, durante il tragitto, ha avuto modo di penetrare tutta l'oscurità, l'odio e le psicosi che ti avvolgono per farti fischiare le orecchie.

    Poco importa.
    La fiamma della tua torcia finalmente traballa, come se mossa da un vento che però non c'è. La sua luce tremola, esitante... come la preda che intravede, nel folto, il cacciatore appena prima che questi gli balzi addosso.

    Forse ci sei.
    Ancora un passo... avrai il coraggio di farlo?
     
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1 replies since 13/7/2018, 22:17   61 views
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