Obsidian Guardian

All the World's Evil ~ Atto III

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    { Geisine, Kerak }
    Lucius Nyx

    Il primo giorno di lavoro del Generale Nyx era iniziato con la consegna della divisa ufficiale e del manuale di protocollo militare. Quest’ultimo conteneva le direttive generali che ogni membro della Legione doveva rispettare in servizio, a cui si aggiungeva un addendum d’indicazioni riservate al suo grado superiore: regole d’ingaggio, norme di segretezza, disposizioni di condotta, dettami di cerimoniale, prassi consolidate e molti altri capitoli erano rilegati in quel tomo austero che recava in copertina l’emblema del Presidio Sud. Un funzionario dell’esercito gli aveva poi mostrato la caserma assegnata alla Divisione Infernale e l’ufficio che Lucius avrebbe occupato. Purtroppo non ebbe molto tempo per familiarizzare col nuovo ambiente prima che la sua presenza fosse nuovamente richiesta agli estremi confini del mondo.

    Davanti al portale iridescente situato a Kerak c’era una figura scarlatta ad attenderlo: non il Comandante Bid’daum bensì un altro Generale di Divisione, incaricato di accompagnare Lucius nella sua prima vera immersione a Krarth.

    « Sono Obsius, Generale della Divisione di Repressione. »

    Il possente umanoide carbonizzato riluceva come un tizzone ardente. Non fece il saluto militare ma restò ritto, attenendosi al cerimoniale tra parigrado.

    « Lieto di conoscerla. »

    Dalla sua voce granitica non traspariva alcun segno di diffidenza, eppure il dubbio aleggiava senz’altro nell’aria: quel giovanotto estraneo alla carriera militare e nominato personalmente dal Castigo sarebbe stato all’altezza di una spedizione nella prigione atavica dei Titani?

     
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    Lucius Nyx.
    Lord of the Dusk

    Lucius Nix, nella vita, era stato molte cose.
    Un nerd, un fallimento agli occhi del padre, un imbranato.
    Uno sciamano principiante.
    Una persona chiamata Lazarus Lee.
    Il capo della Seele.
    Un figlio adottivo.
    Un nemico.
    Un allievo.
    Un maestro.
    Un mostro.

    Ma mai un Generale prima, mai. Un ruolo nuovo che al momento significa nuovi dettagli e regole da imparare e un ufficio nuovo e persone che lo guardano come cagnolini scodinzolanti in attesa di ordini ordini ordini, e non è sicuro che tutto ciò gli piaccia.
    È abituato ad essere un capo, ma non ad essere parte di un sistema. C'è qualcosa di profondamente nauseante nel sentirsi un ingranaggio, schiacciato da mille inghippi e responsabilità e persone nuove che lo osservano con sospetto. E la divisa! Così... Seria. Così non lui.
    Era quello che aveva sempre voluto, no? Essere vicino a Bid e fare cose malvagie insieme. Peccato che tutte le storie sui signori del male omettano sempre quanto sia faticoso organizzare un impero malvagio.

    Fortuna che c'è Kerak. Fortuna che non ci sono regole né pietà, nel labirinto dei Titani.

    ____________



    Quel che Obsius vede arrivare dal ponte di Kerak è un ragazzino dall'aria scompigliata, i capelli spettinati che incorniciano il volto nascosto da una nera, liscia maschera di ossidiana.
    Più che aver indossato una divisa, sembra essersela trovata addosso accidentalmente dopo essere rotolato in un armadio: i pantaloni non sono stirati, un guanto su due è assente, la giacca spiegazzata e aperta mostra il petto nudo, intarsiato di simboli rossi.
    Se fosse un comune soldatino, meriterebbe di mandato a pulire i cessi con la lingua. Ma è del nuovo Generale che stiamo parlando, giusto? Non si nota che è un Generale?

    «Yo.»
    Si avvicina e si toglie la maschera, presentandosi con un sorrisone da bambino. Unico dettaglio innaturale del suo volto, gli occhi: due pozze nere in cui paiono rilucere lontane stelle.

    «Lucius Nyx, ma immagino tu lo sappia già. Sono pronto.»
    Lo sguardo si assottiglia, e l'espressione ingenua si trasforma in un ghigno più subdolo. Fissa il suo nuovo amico dall'alto in basso e fa un cenno col capo—metà approvazione, metà un invito ad avviarsi in direzione di Krarth.
    .
    «Mi piace il tuo... Tutto, comunque. La tua estetica. Posso chiederti cosa sei? »
    Uno spirito vulcanico? Un Djinn? O solo qualcuno che, come lui e Bid, si era straziato il corpo e l'anima fino a diventare altro?


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    [Passive - Cast da altre tecniche/evocazioni, Mindfuck-Alert, percezione pericoli, spara-balle, conoscenza assoluta di demonologia&sciamanesimo, sopportazione del dolore]

     
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    { Geisine, Kerak }
    Lucius Nyx

    Se il volto carbonizzato di Obsius avesse avuto ancora un sopracciglio, in quell’occasione si sarebbe inarcato vistosamente. Privo però della maggior parte dei connotati umani, il suo volto restò inflessibile mentre squadrava il Generale fresco di nomina. Per quanto il nuovo venuto si fosse preso immediatamente molta confidenza, l’Uomo Lavico lo apostrofò senza abbassare il proprio registro linguistico.

    « Mostri rispetto per la divisa: rappresenta generazioni di Legionari che hanno dato la vita per il Sud. Piuttosto che disonorarla o rovinarla, non la indossi affatto… tanto dove siamo diretti l’autorità che rappresenta non è riconosciuta. »

    In effetti in quel frangente il Generale Obsius non indossava la propria uniforme - ignifuga e prodotta su misura - e tendenzialmente ne limitava l’utilizzo alle cerimonie ufficiali: in missione era fin troppo probabile ridurla a brandelli.

    « Io sono un discendente della tribù che formò il primo nucleo della Legione delle Sabbie ai tempi del Conquistatore. Incidentalmente, lo stesso vale per l’internato che quest’oggi siamo chiamati a incontrare. »

    Mentre si avviava verso il portale che li avrebbe condotti nel carcere tetradimensionale, le fiamme del suo corpo avvamparono di riflesso, preparandosi alla discesa nel dominio dei Titani.

    « La mia gente tramanda la leggenda di un dissidente che - per contrastare la decisione della tribù di allearsi col Primo Alfiere - commise la scelleratezza di fecondare il magma vulcanico, distorcendo i precetti del Culto dell’Ossidiana per concepire un guerriero in grado di opporsi al Condottiero. Si narra che l’abominio partorito dalla lava non riuscì comunque a sconfiggere la nemesi del padre, finendo infine sigillato nel Labirinto di Krarth. »

    La voce granitica non si fletté minimamente durante il racconto mitologico.

    « Trattandosi del più giovane Titano imprigionato, si ritiene anche che sia il meno potente. Se non ha obiezioni, cominceremo da lui. »

    Stavolta non ci sarebbe stato nessun maestro o patrigno pronto a salvare il ragazzo dai pericoli che si celavano oltre il passaggio arcano. Con lui ci sarebbe stato solo un commilitone di cui doveva ancora guadagnarsi la fiducia. Quella spedizione sarebbe stata senz’altro un banco di prova, a prescindere da quanto il prigioniero in questione potesse rivelarsi collaborativo o riottoso: la minaccia minore offerta da Krarth rappresentava l’asticella dei requisiti minimi per quel ruolo nella Legione.

     
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    Ascolta la predica dell'uomo-lava con roteare d'occhi, e pare sul punto di aggiungerci anche uno sbuffo, ma si ferma.
    Ci pensa.
    E si schiaffa una mano contro la fronte, realizzando di aver fatto una cazzata.

    «Oh. Giusto. Scusi.»

    Un lungo respiro. Raddrizza la schiena, si passa una mano sugli occhi. Quando li riapre, la sua espressione non è più quella di un ragazzo, ma quella di un Generale.
    Serio. Glaciale. Leggermente seccato. E gli occhi, se possibile, paiono essere diventati ancora più neri.

    «Ho passato anni a fingermi un ragazzino per celare le mie capacità, e tendo ancora a farlo di riflesso. Questa cosa dell'avere dei parigrado con cui non è più necessario... Mi ci devo ancora abituare.
    Non riaccadrà.
    » conclude con una smorfia, mentre si abbottona la giacca della divisa.
    (Fermo restando che se davvero i Legionari ci tengono tanto alla divisa, avrebbero dovuto farne una versione LEGGERA E BIANCA.
    Bello il nero, eh. Elegante. Ma è difficile incutere timore quando c'hai le ascelle pezzate.)

    Segue l'uomo di lava nelle profondità del carcere, allisciandosi distrattamente i capelli con una mano mentre ascolta le sue spiegazioni. Sperava in verità di scoprire perché era fatto di lava anziché beccarsi lo spiegone di background, ma tant'è. Informazioni necessarie.
    Utili.
    Interessanti.

    "...commise la scelleratezza di fecondare il magma vulcanico..."

    «Avrei molte domande su questa storia.»

    Solleva una mano, l'indice alzato come un grosso punto esclamativo.

    «Ma non credo che le farò.»

    Abbassa l'indice, chiudendo la mano a pugno.
    Sta cercando fortissimo di non immaginare atti copulatori tra uomo e lava, ma sappiamo benissimo che li sta immaginando. E che ora li state immaginando pure voi, ha.
    Perché insomma. Cioè.
    Che schifo.
    Ma come funziona poi?
    Cioè non...

    Ok basta.

    «Nessuna obiezione.»
    Meno potente non significa che sarà il più semplice con cui trattare, ma occorre pur cominciare da qualche parte.
    «Ha un nome, quest'abominio?»

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    { Labirinto di Krarth }
    Lucius Nyx

    La domanda del Generale Nyx - che aveva finalmente dimostrato la compostezza richiesta dal suo ruolo - raggiunse l’Uomo Lavico ad un passo dal varco dimensionale.

    « Il mito lo ricorda solo come il “Guardiano d’Ossidiana”, forse nessuno gli diede mai un nome… o forse nessuno sopravvisse a sufficienza per tramandarlo. »

    Oltre il portale iridescente si stagliò un ambiente cupo, illuminato soltanto da gelide fiaccole verdognole. Le statue impolverate e le grate arrugginite ornavano un salone in pietra dalla tendenza architettonica incerta, che pareva più una commistione di stili differenti generati casualmente piuttosto che un progetto organico. Un lampadario pericolante in ferro battuto sormontava l’intero salone, diffondendo a sua volta la luce di un fuoco fatuo e freddo.

    « In questa prigione non ci sono celle nella loro accezione comune, poiché relegare per secoli un Titano nello stesso punto di confinamento potrebbe minare la stabilità della struttura del Labirinto. »

    Obsius spiegò come i Titani fossero creature in grado
    di erodere il tessuto dello spazio semplicemente esistendo.

    « Per tale motivo gli internati sono liberi di vagare, tuttavia gli incontri tra prigionieri sono estremamente improbabili: Krarth è uno “Spazio di Singolarità” virtualmente infinito e in continuo mutamento, perciò non ha confini ed è pressoché impossibile passare due volte per lo stesso anfratto. »

    La conformazione procedurale del Labirinto poteva quindi mostrare infiniti ambienti detentivi, impedendo ai reclusi di trovare punti di riferimento da utilizzare per orientarsi o per pianificare un’evasione.

    « È possibile raggiungere uno specifico detenuto solo conoscendone le coordinate prima di varcare il portale dall’esterno. Perciò dovremmo essere vicini… »

    Fu allora che una luce rossastra invase un corridoio che si affacciava sul salone, precedendo una colonna di fuoco che eruppe dall’androne come se quest’ultimo fosse un enorme sfiatatoio. L’aria s’increspò per il calore estremo e la pietra circostante si affumicò. Nella sfera percettiva di Lucius comparve una creatura in rapido avvicinamento, la cui anima ne preannunciava la natura aberrante.

    Il latrato inumano del Guardiano d’Ossidiana
    eclissò perfino il crepitio delle fiamme.


    La fiammata conta come un critico di natura energetica, presagibile dalla passiva di percezione dei pericoli. L’anima del Titano pare un ibrido tra umano e aberrazione, ma quest’ultima componente è quella preponderante.
     
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    so2TVaH
    Lucius Nyx.
    Lord of the Dusk

    Ah, questo posto ci piace. La materia è sottile, qui. L'aria si fa lieve.
    In questo spazio, la Realtà esiste con meno convinzione. E dato che il contrario della realtà è il Buio, il Vuoto, l'assenza di ogni forma, la cosa non può che fargli piacere. È un luogo che sa di casa; riporta alla mente confusi ricordi che non sono suoi, ma che non per questo sono meno piacevoli.
    Nessun evento in particolare: solo un profondo senso di quiete, silenzio e pace. Vorrebbe quasi procedere ad occhi chiusi, lasciandosi cullare da quei sentimenti, ma il dovere gl'impone di prestare a tutto la massima attenzione. Si sforza persino di ascoltare gli ulteriori spiegoni di Obius mentre analizza la stanza, osservando le antiche statue, le fiaccole verdi, le grate. Analizzando possibili nascondigli, elementi sfruttabili in un combattimento, vie di fug-

    ...Sta arrivando qualcosa.
    Qualcosa che brucia con la potenza di una stella morente.

    «Corridoio. Pericolo.»

    Mentre il calore già invade il corridoio dedica un'occhiata a Obius, chiedendosi per un istante se difendere anche lui. Ma se il suo parigrado non è in grado di resistere a questo, decide, allora non si merita i gradi che porta sulla sua adorata divisa.
    (E poi il fuoco non è molto efficace contro fuoco, su. A Pokemon ci abbiamo giocato tutti.)

    La sua ombra guizza di fronte a lui, sollevandosi dal pavimento per formare una parete che blocchi l'avanzata vulcanica.
    L'aria si fa rovente, e dopo pochi istanti la sua parete ondeggia come se fosse sul punto di fondersi. Pianta i piedi a terra e allunga le braccia, concentrando energia magica per rafforzare le sue difese.
    Un sottile strato d'ombra tra lui e l'inferno.
    Gocce di sudore gli rigano il volto. Ogni respiro è come una manciata di carboni ardenti cacciata a forza nella sua gola.

    Il fuoco si spegne.
    Silenzio.

    È vivo. Incolume, in realtà, anche se non si sente tale: sta ansimando, la gola bruciata, sudore nerastro che gli riga la pelle scura. Si sforza di tenere la cortina nera in piedi ancora per qualche istante — il tempo necessario per asciugarsi la fronte, per raddrizzare la schiena.
    Il tempo di tornare ad essere una persona forte quanto il mostro che lo aspetta dietro il suo scudo.

    «Guardiano d'Ossidiana!»
    Decide d'infrangere la sua barriera camminandoci in mezzo, lasciando che le schegge di oscurità si infrangano al suolo come vetri rotti.
    «Sono Abaddon, Signora delle Pozze, e sono qui per farti un'offerta — da abominio ad abominio.
    Cessa le ostilità o sarò costretto a contrattaccare.
    »
    Allarga le braccia e nel contempo si spoglia della sua cortina spirituale, mettendo a nudo la propria anima mostruosa. In parte umana, parte qualcos'altro, come l'aura che vede scintillare nel cunicolo.
    Un altro passo avanti.
    E si sforza di non sorridere, perché per la prima volta dopo mesi, gli sembra che il suo cuore abbia ricominciato a battere.

    ENERGIA: 110 - 40 = 70%

    ATTIVA USATA
    CITAZIONE
    Jux Sanct
    Lucius allunga la propria ombra e la alza, facendola uscire dalla sua natura bidimensionale e mutandola in una parete di energia in grado di bloccare gli attacchi magici o fisici, a seconda della sua composizione.
    [Difesa Energetica, consumo Critico, 1 turno]

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    { Labirinto di Krarth }
    Lucius Nyx

    Come un frangiflutti nero pece, il muro d’ombra si frappose tra il torrente di fiamme e il Generale Nyx. I lapilli deviati cosparsero il salone, raffreddandosi gradualmente a contatto con le superfici inerti. La vampata invece travolse in pieno il Generale Obsius, che tuttavia riemerse ancora in piedi e incolume: sul suo corpo d’ossidiana baluginavano delle rune identiche a quelle che arroventavano la figura massiccia del Guardiano.

    « Quinto comandamento del Culto: “La Fiamma di un altro accolito sarà la tua Fiamma. Essa non ti consumerà e non potrai estinguerla”. »

    L’Uomo Lavico salmodiò con tono neutro eppure fervente, riconoscendo nell’internato un potere affine al proprio: in precedenza aveva dubitato che la distorsione dei precetti del Culto potesse aver generato un esponente genuino del suo stesso Credo, eppure - sentendo sulla propria pelle magmatica il calore della stessa Fiamma da cui attingeva a sua volta - il Generale riconobbe finalmente quel Titano come il più antico esponente ancora in vita della sua stessa etnia.

    Il Guardiano d’Ossidiana si mise sulla difensiva all’annunciazione di Abaddon, assumendo la posa di una belva minacciata da uno sconfinamento nel proprio territorio. La proposta diplomatica non parve attecchire, poiché il Titano si scagliò contro i due invasori. Obsius mutò all’istante il braccio destro, riplasmandolo per ottenere un’alabarda con cui artigliò il lampadario. Con uno strattone sovraumano scardinò la lumiera dal soffitto e l’abbatté sul colosso, atterrandolo con un assordante tonfo metallico.

    « Non posso colpirlo direttamente, cerchi d’immobilizzarlo! »

    Il prigioniero sotto le lamiere si riscosse in fretta, emettendo una nube di cenere rovente che ottenebrò l’intero salone e che minacciava di scorticare Lucius col proprio tocco.


    Energia di Obsius: 110 – 10 = 100%
    Tecnica attiva:
    Obsidian Weapons
    La capacità di generare magma o di cristallizzarlo in ossidiana è divenuta utile ad Obsius per liberarlo dal fardello delle armi. Pur essendo abituato a combattere a mani nude, è in grado - se la situazione lo richiede - di modellare rudimentali armamenti come estensioni naturali delle sue braccia. La consistenza sarà la stessa dell'armatura che lo ricopre, dall'efficacia pari a quella di qualsiasi armamentario in acciaio. Asce, martelli da guerra, lame lunghe e corte e perfino una picca hanno reso Obsius un avversario temibile soprattutto nel combattimento ravvicinato.
    Consumo: variabile (usata a medio)

    Note: la nube di cenere conta come un medio di privazione sensoriale (vista e auspex passivi relativi alla visione) e un alto di danni fisici da scottatura.
     
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    so2TVaH
    Lucius Nyx.
    Lord of the Dusk

    Sigh.
    Anche i masochisti schizzati come lui hanno degli standard, sapete?
    Limiti. Preferenze. Gusti. Il dolore non è tutto uguale; il modo in cui ti fa vibrare la carne è differente. E il fuoco rientra nella categoria di torture che non gli garba nemmeno un po' — poco elegante, troppo soverchiante, eccessivamente dannoso per il corpo.
    Preferirebbe evitare, davvero. Perché non sedersi intorno a un tavolo e contrattare davanti a una tazza di caffé, invece? Più comodo. Meno stressante.
    Immaginatevi il Guardiano d’Ossidiana in giacca e cravatta.

    La nube rovente lo avvolge. Sa di non poterla evitare, e sa di non poter fare nulla per attutirne gli effetti: una parete di oscurità può poco contro un calore così avvolgente e asfissiante. Fiocchi di cenere gli volano davanti agli occhi, mentre il fuoco gli cuoce le carni facendolo gemere — e non di piacere. I segni magici sulla sua pelle si illuminano, attivando una patina di oscurità difensiva, ma il calore la scioglie in pochi istanti.
    Digrigna i denti. Sente calore anche nel petto, ora, ed è un'emozione strana, poco familiare. Gli ci vuole qualche istante per riconoscerla.
    Incazzato! Ecco come si sente.
    Perché avete idea di quanto siano brutte le cicatrici da ustione?

    Questo è il suo corpo. È piccolo e inutile, ma se l'è scelto lui. Ed era stato così attento fin'ora, combattimento contro Bid a parte.
    Si era sforzato di mangiare in modo equilibrato. Di fare ginnastica. Ed aveva evitato di tagliarsi, anche se gli sarebbe piaciuto tanto. Perché questo è il suo nuovo corpo, e non intende rovinarlo come il suo vecchio guscio di carne.
    Era stato attento. Era stato bravo.
    E poi arriva un mostrone a caso e gli sputtana tutto il lavoro.

    «Sii più socievole.» mugugna a mezza bocca.
    L'aria è troppo rovente, gli brucia la gola ad ogni nuovo respiro. I suoi occhi lacrimanti faticano a vedere in quell'oceano rovente, ma non ha bisogno di guardare l'Abominio per percepire la sua anima: è come un sole ai margini del suo campo visivo, talmente luminoso da poterlo vedere anche ad occhi chiusi.
    Si volta nella sua direzione. La sua ombra si allunga, andando a lambire il corpo del Guardiano d'Ossidiana. Tentacoli di Tenebra si sollevano dal suolo, avvinghiandosi al rottame del lampadario e stritolando gli arti del mostro. Cercando di tenerlo a terra, fermo sotto il peso della carcassa di metallo.

    Tossisce troppo per poter urlare "gate of Babylon", ma lo pensa con rancore mentre rilascia l'incantesimo, incalanandolo direttamente attraverso la propria ombra. Si sposta barcollando, il dolore a sottolineare ogni suo passo mentre cerca di portarsi al lato della stanza opposto a quello di Obsius.

    Buchi neri si aprono nell'aria intorno al Guardiano. Una cascata di spade di luce fuoriesce da essi, andando ad impalare l'abominio contro il pavimento.


    RIASSUNTO: si prende la nube infuocata in faccia, rimanendo cieco e subendo scottature di livello Alto (attutite leggermente dalla passiva di resistenza fisica).
    Utilizza l'auspex spirituale per individuare il Guardiano e tenta di immobilizzarlo, avvinghiando il lampadario al pavimento con dei tentacoli di oscurità.
    Utilizza la passiva di casting dalle altre tecniche/evocazioni per evocare delle spade davanti ai tentacoli, trafiggendo il Guardiano per bloccarlo ulteriormente al suolo.
    Per concludere, barcolla in direzione opposta a quella di Obsius.

    ENERGIA: 70 - 10 - 20 = 40%

    STATUS: danni da ustione di livello Alto. Visione alterata.

    ATTIVA USATA
    CITAZIONE
    In Jux Lor Ylem
    Lucius si trattiene fortissimo dall'urlare GATES OF BABYLON mentre evoca delle lame fluttuanti. Coltelli e spade luminose si materializzeranno di fronte a lui, per poi dirigersi ad un cenno della mano in direzione del nemico.
    Numero e forza delle lame dipendono dal consumo energetico.
    [Danno fisico multiplo, Consumo medio, 1 turno]


    Korp Lor Por
    Lucius evoca dal proprio corpo o dalla propria ombra tentacoli di oscurità che si avvinghieranno al nemico, con l'obiettivo di bloccarne i movimenti. La potenza della tecnica sarà ovviamente suddivisa tra i vari tentacoli evocati.
    (basso/4 tentacoli, medio/6 tentacoli, alto/8 tentacoli, critico/10 tentacoli).
    [Consumo alto, 1 turno]

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    Edited by Zero - 16/10/2018, 02:34
     
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    { Labirinto di Krarth }
    Lucius Nyx

    L’eruzione cinerea ustionò gravemente il Generale Nyx, scivolando invece su Obsius come se fosse innocua foschia. Il salone offuscato non disorientò il giovane, abituato a captare le anime anche in assenza di contatto visivo: diverse appendici oscure avvilupparono con precisione i resti della lumiera, inchiodando il Titano al suolo come richiesto dall’Uomo Lavico. Simultaneamente comparvero piccoli portali oscuri tutt’intorno che - al pari d’increspature nell’aria liquefatta - riversarono sul Guardiano d’Ossidiana una raffica di lame lucenti.

    Tuttavia, prima di potersi coordinare col parigrado per le prossime mosse, Lucius fu travolto da un riverbero di coscienza: il contatto avvenuto tra la Tenebra e l’abominio aveva fatto entrare in risonanza le due essenze, trasmettendo il contraccolpo spiritico fino alla sorgente del potere oscuro. Mentre Lucius perdeva il contatto con la realtà, una sorta di déjà-vu l’avrebbe sfiorato: quella sensazione di sprofondamento era molto simile all’Abbraccio degli Spiriti di Daleli – un ricordo un po’ sbiadito della sua vita precedente.



    { ??? }
    pov – ???

    Flottavi nel tepore di un’indistinta profondità vischiosa. Un gorgoglìo sommesso ti cullava dolcemente, mentre la pressione circostante temprava gradualmente il tuo corpicino. I giorni si susseguivano identici tra loro, inframezzati puntualmente da una presenza familiare, di cui potevi riconoscere la voce dall’esterno della fornace liquida. Il suo tono rassicurante ti rinfrancava quando il liquido amniotico era turbato dalle scosse telluriche, che mutavano i delicati equilibri omeostatici del magma vivente in cui ti stavi sviluppando. La sua vicinanza coadiuvò l’ardua gestazione, trasformandosi in un appuntamento quotidiano che scandiva i giorni che ti separavano dalla nascita.

    L’uomo che imparasti a riconoscere come tuo padre t’istruì sulle leggende tribali, che riuscivi a comprendere intuitivamente pur non sapendo ancora parlare. Ti raccontava di come la vostra gente fosse un fiero popolo guerriero, le cui tradizioni erano purtroppo minacciate dall’avvento di un Invasore: invece di respingerlo a fronte unito, gli anziani della tribù stavano soppesando l’idea di sacrificare la libertà collettiva in cambio della sopravvivenza. Il tuo vecchio però non si sarebbe mai piegato a questa decisione, anche a costo di opporsi da solo all’avanzata dell’esercito che stava dilaniando quelle terre in nome di un ideale di conquista.

    Col passare del tempo, di pari passo con l’approssimarsi delle forze nemiche, le sue visite si fecero sempre più brevi e angosciate. Nemmeno il calore della lava riuscì a intiepidire la tensione e i sudori freddi che accompagnarono il suo addio: tra le lacrime ti disse che - nel malaugurato caso in cui il suo piano di guerriglia fosse fallito - ti avrebbe affidato la missione di difendere l’identità della tua stirpe.

    Il giorno successivo tuo papà non tornò.

     
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    Lucius Nyx.
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    Così dolce, cadere. Abbandonare il mondo materiale per diventare oscurità, calore e silenzio. Ed è come essere a casa, per un istante — nuovamente nelle pozze più profonde dell'Ade, in un oceano fatto di pece e pace.
    Si aggrappa a quelle sensazioni, cercando di ignorare la voce che gorgoglia oltre il vuoto. Sente che la Narrazione lo sta obbligando a diventare qualcun'altro; sostituisce le sue memorie con scosse telluriche e calore magmatico.
    Il cervello gli scivola via, una memoria alla volta. Vorrebbe urlare, ma la sua bocca non esiste ancora.

    Non ha veramente paura. La sensazione è spiacevole, ma non troppo dissimile dall'inferno della sua prima passeggiata a Kerak. Sa che la morte dell'io sarà una cosa temporanea.
    Ma un istante prima di sbriciolarsi, si chiede se a tornare sarà lui, o Lei, o qualcosa di totalmente differente.

    _ __ ___________ __ _



    Se ora ha un nome, non è Lucius Nyx.
    Se ora ha un nome, esso non ne è a conoscenza. utto ciò che conosce è il calore del magma, l'arricciarsi di un cordone ombelicale, la danza delle ombre al di là di un sacco amniotico. E poi la voce di Lui, che gli racconta storie.
    Cresce ascoltando le storie di colui che chiama Padre. Impara, eppur non capisce.
    Guerriero. Invasore. Battaglia. Parole che sa essere importanti, ma troppo estranee alla sua vita per essere immaginabili.
    Sa che c'è un mondo al di fuori del suo grembo materno. Immagina un oceano dalle infinite direzioni, in cui altre persone nuotano agitando le braccine. I cordoni ombelicali che penzolano inerti, ondeggiando nel liquido.
    Ogni tanto chiede a suo padre quando potrà nuotare con gli altri.
    Suo padre non risponde mai.

    Non ha veramente un concetto di "tempo", rinchiuso in quello spazio prenatale. Sa che la voce del Padre a volte svanisce, e dopo un quantitativo indeterminato di attimi, a volte ritorna.
    Quando sparisce del tutto, ci mette un po' a realizzare che qualcosa non va.
    Curioso. Preoccupante? Forse. Non ha davvero il concetto di "preoccupazione" — l'idea che qualcosa, nel suo mondo, possa cambiare.
    Nuota portandosi vicino ai margini del suo mondo, ma non vede che ombre. Poggia una mano contro la parete.
    Sente delle voci in lontananza. Sono diverse da quelle del Padre, e non riesce a capirne le parole. Forse lui ha più di un Padre?
    Preme la testa contro il muro. Si stanno avvicinando.

    Quando la lama del coltello penetra la parete del suo utero, ogni istante del suo essere si ferma. La novità è così grande, così strana, che nemmeno sa come reagire.
    Non ha nemmeno il tempo per pensarci. Il coltello viene portato verso il basso, squarciando il suo mondo, e tutto quello che segue viene annichilito da una nuova rivelazione:

    luce.

    Un suono straziante riempie le sue orecchie. Ci mette un po' a capire che le urla sono le sue.


    ENERGIA: 70%

    STATUS: danni da ustione di livello Alto. Visione alterata.

    PASSIVE

    Wretched body
    [Passive - scurovisione, istant-casting, camminare ovunque, + 50% resistenza fisica]

    Damned Soul
    [Passive - maschera dell'Anima, auspex spiritico, manipolazione gdr-only delle ombre, + 10% energia]

    Dangerous Mind
    [Passive - Cast da altre tecniche/evocazioni, Mindfuck-Alert, percezione pericoli, spara-balle, conoscenza assoluta di demonologia&sciamanesimo, sopportazione del dolore]

     
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    { ??? }
    pov – ???

    Quando il contingente di ricognizione trovò il grembo magmatico in cui stavi crescendo, i soldati si limitarono ad eseguire gli ordini: dovevano forzare l’aborto dell’abominio concepito tramite pratiche proibite da quel dissidente della Tribù dell’Ossidiana. I guerrieri s’immersero nella lava con l’aiuto della magia e - un fendente dopo l’altro - si fecero strada attraverso l’immensa sacca amniotica incandescente. Lo sbalzo di pressione provocato da quel parto cesareo prematuro fece collassare la placenta magmatica, causando un’eruzione di lapilli e secrezioni pseudo-organiche. Le truppe furono travolte in pieno ma erano preparate anche per quell’evenienza.

    Ciò che invece non avevano previsto fu il tuo vagito disumano.

    « Il Titano è vivo! Chiamate subito… AAAAH! »

    La tua furia si scatenò su di loro, talmente ribollente da superare le difese arcane che li avevano protetti fino a quel momento. L’atmosfera livida di Geisine fu arroventata dal tuo pianto, disperato come poteva essere un neonato e al contempo letale com’era tipico dei Titani.

    « Così piccolo eppure così agguerrito… Mi spiace, ma non posso permettere che la mia Legione ti veda. »

    Una luce accecante invase quel mondo antico, superando addirittura il velo della reminiscenza – tanto da far sussultare la Tenebra che stava facendo da tramite a quel flusso di ricordi. Il bagliore di quell’aura gravò tanto sul Guardiano quanto sulla mente di Lucius: il potere soverchiante di quella presenza filtrava a distanza di secoli anche attraverso le memorie altrui.

    Ogni tentativo di opporsi fu vano.
    Ogni fiammata s’infranse contro vampate uguali e contrarie.
    E quando infine le energie vennero meno, iniziò la lunga detenzione a Krarth.



    { Labirinto di Krarth }
    Lucius Nyx

    Il Generale Nyx rinvenne nello stesso luogo dove aveva perso i sensi. Nel salone il fumo si era posato, lasciando nell’aria soltanto un alone viziato di cenere. Le colonne mostravano nuovi segni di liquefazione, il pavimento era crepato e due figure crepitanti come braci vive stavano lottando corpo a corpo nei pressi del lampadario ormai squagliato.

    Pressati vicendevolmente in una sorta di lotta greco-romana, Obsius e il Titano stavano cercando di prevalere l’uno sull’altro sul piano della pura forza fisica. Il Guardiano d’Ossidiana presentava un aspetto differente da quello di partenza, evidentemente mutato mentre Lucius era assente: la sua stazza era paragonabile a quella dell’avversario, così come la sua fisionomia si era approssimata a quella dell’Uomo Lavico – per quanto ancora connotata da alcuni tratti mostruosi. Le interiora dei due combattenti ribollivano come noccioli nucleari, irradiando un calore infernale mentre facevano leva sulle rispettive articolazioni granitiche.

    I piedi di Obsius arretravano al passare di ogni secondo, scavando sul pavimento due fenditure parallele di roccia fusa. Il Generale della Divisione di Repressione non poteva resistere ancora a lungo.

     
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    Lucius. Abaddon.
    C̙̘o͈͓͉͙̺ͅn̡̯͇f̱u͙s̹i̴͙̱o̸̳̰̘n̮̤ẹ̟̠̮́.̪̩

    Lui(/lei) si aggrappa a quella visione e la rigetta al tempo stesso, perché fa male (MALE), ma sa che deve ascoltare. Capire. Conoscere. Ma il mondo cade a pezzi come uno specchio, e le urla del neonato (sue?) si mescolano al suono dei vetri rotti.
    Poi, il nulla.

    Lui(/lei) è di nuovo in sé, ora —cerebralmente a pezzi, ma nuovamente cosciente di ciò che ha intorno, dal peso delle sue ossa all'afa del calore magmatico. Lui(/lei) posa gli occhi sul titano combattente, e un unico sentimento riempie il suo cuore nero:

    pena.

    Perché lui(/lei) sa come ci si sente quando si è in una gabbia.
    Quando si viene tradite.
    Quando ogni tua potenzialità viene negata.
    Quando qualcuno penetra la tua pozza di calma e pace e la fa a pezzi.

    Lui(/lei) ha un piano. È un'idea folle, ma condivisa da ogni parte della sua mente fratturata — abbastanza forte da tenere insieme i cocci mentre il suo corpo barcolla.
    Lui(/lei) si trascina verso i due combattenti, ricoprendo le sue carni di oscurità per sopportare il calore. Sente il sudore gocciolare sotto la sua scorza nera, e la carne farsi bollente, ma non importa. Lui(/lei) avanza ansimando, portandosi alle spalle del Titano d'Ossidiana. Grondando sudore e pece, si slancia in avanti, le braccia spalancate

    e va ad abbracciare la schiena dell'Abominio.

    «Sa̳̻r͔͕̦ò̮̗̜͚̭̥ ͔͕̼̯ͅt̳̦̯u̗̮o̮̯̯̬̳̜ ̛̬͈̗̬̟̬ͅp̲͇̳͎a̬d̵r̺̻̺̝͢ẹ,̣͔̫͙ͅ» gorgoglia con incertezza, le parole come bolle di bile sotto la sua lingua. Tutte sbagliate.
    Ripensa a Lazarus Lee in giacca e cravatta, parole sicure che uscivano da uno corpicino scheletrico. Dizione. La bocca che si muove per far uscire esattamente i suoni che voleva.
    «S̟͟a̖͚̰r̞̤ò̹̲̱̩̹̣ ̸t̪̯̝u̝̼̦͍̝͝a ͎̞̝̺ͅm̜̼̤̼̟ͅa̵̠̹̼̘͓̣̪dr͟e̗̳̘̱͎̗͡.̧͈͖͕ ͟Ṯ̞͕i͇̙̣ ̻́ mostrerò il̶ mondo. Ti farò us͞c͟ire͠ di͝ qu͜i҉.́ Ricordi la tua missione? Proteggere... La tua stirpe. Pͨ͐̓͂r͠oͫͩ̆̈́̋͌͢tͭ̍́̾̂͏ẻ̵̊ͭg̛̽ͣͬ̔̈̇ͥg̴ͨ̓͐̋i͒̿̇ci e nessuno ti abbandonerà più.»
    Lui(/lei) concentra le tenebre intorno a loro, richiamando le ombre da ogni interstizio per occludere la visione del Titano. Cerca di riportarlo nella mente a uno stadio larvale, quando intorno a lui non c'erano che calore, pace, e la voce di un genitore lontano.

    «Ora calmati. R̉ͬͥi̧͑̅ͫͪ͊ͪ͂p͠o̸ͧ̌͐̌͑̋͋sͪͧ͆͂ͭ͜ą̋.͛͏ Non sei più da solo.»
    Bolle nere nel suo campo visivo. Il calore è insopportabile. Gran parte di sé è già svenuta, in verità.
    Lui(/lei) dovrebbe smetterla di impietosirsi di fronte a ogni cane randagio che trova.

    ENERGIA: 45% (70 - 20 - 5)

    RIASSUNTO: usa una barriera energetica per ricoprire il proprio corpo e ustionarsi meno, più una bassa di persuasione mentre parla + manipolazione gdr-only delle ombre per occludere la visione del Titano.

    STATUS: danni da ustione di livello Alto. Visione alterata.
    Mentalmente un tantino a pezzi.

    CITAZIONE
    Jux Sanct
    Lucius allunga la propria ombra e la alza, facendola uscire dalla sua natura bidimensionale e mutandola in una parete di energia in grado di bloccare gli attacchi magici o fisici, a seconda della sua composizione.
    [Difesa Energetica, Consumo alto, 1 turno]

    Let me tell you about...
    Ogni venditore che si rispetti impara qualche trucco del mestiere. E quando sono i Demoni a insegnarti come contrattare, beh... I trucchetti divengono quasi stregoneria.
    Parlare con voce ferma e chiara non è sufficiente: è indispensabile caricare le parole con tutta la propria energia, esercitare il proprio ascendente attraverso i propri discorsi. Solo così la voce diventa un'arma, e ogni parola risuona vera e sensata nella mente del proprio interlocutore.
    [Tecnica attiva di persuasione - Consumo basso]

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    [Passive - scurovisione, istant-casting, camminare ovunque, + 50% resistenza fisica]

    Damned Soul
    [Passive - maschera dell'Anima, auspex spiritico, manipolazione gdr-only delle ombre, + 10% energia]

    Dangerous Mind
    [Passive - Cast da altre tecniche/evocazioni, Mindfuck-Alert, percezione pericoli, spara-balle, conoscenza assoluta di demonologia&sciamanesimo, sopportazione del dolore]

     
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    { Labirinto di Krarth }
    Lucius Nyx

    Il calore estremo generato dai due combattenti irraggiò la sagoma oscura in avvicinamento, squagliando il buio come se fosse burro. Mentre i due Generali stringevano i denti e contraevano i muscoli per non cedere nelle rispettive prove fisiche, il Titano pareva esaltato dal confronto con Obsius: dalle sue fauci uscivano ghignate gutturali mentre agitava il muso con foga.

    L’Uomo Lavico era ormai sul punto di perdere l’equilibrio nella mischia quando Lucius si avvinghiò al Guardiano, lasciando colare la pece bollente sul suo corpo d’ossidiana. Le parole distorte fecero appello ai ricordi remoti della creatura, tanto da bloccare sul nascere ogni tentativo di divincolarsi dalla presa. La spinta s’indebolì, le zampe smisero di artigliare il pavimento e i ghigni si affievolirono. Con gli occhi coperti e sentendo una voce che rievocava l’infanzia ormai perduta, il Titano si calmò.

    Obsius barcollò all’indietro, spossato dall’intensa lotta e incredulo alla vista del parigrado che stava rischiando ustioni mortali per ammansire il prigioniero. Quest’ultimo accolse l’esortazione di Abaddon e si sedette per terra, come se la battaglia appena conclusa fosse stata solo un’innocua scaramuccia. La sua fornace interiore smise di avvampare furiosamente, limitandosi a irradiare un tepore termale.

    « Ora comprendo perché il Comandante le ha affidato questo incarico. »

    Obsius riconobbe mestamente la propria inadeguatezza: se aveva faticato così tanto per contenere il più debole dei Titani, sarebbe stato una zavorra al cospetto delle altre creature antiche – a maggior ragione se non avrebbe più goduto dell’immunità circostanziale nei confronti dei poteri di un improbabile confratello.

    Avvicinandosi al parigrado, l’ufficiale militare comunicò il protocollo
    che riteneva più adeguato alla situazione creatasi.

    « Se è d’accordo, farei rapporto consigliando per lui un periodo di osservazione: potrà accompagnarla dagli altri Titani senza uscire da Krarth, così avrà modo di capire se il suo ascendente su di lui è sufficiente per garantire ubbidienza. Successivamente valuterà col Comandante le condizioni di amnistia e inquadramento nella Divisione di sua pertinenza. »

    Mentre i Generali confabulavano, il Guardiano d’Ossidiana li scrutava con curiosità,
    dedicando soprattutto a Lucius uno sguardo denso di aspettative.

     
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    Lucius. Abaddon.
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    Scivola a terra come un orologio di Dalì, il suo corpo ridotto ad una pozza di pece e sudore.
    Le parole di Obsius, il fresco della pietra contro la sua guancia, il pulsare ritmico dell'abominio fornace: sensazioni fisiche a cui aggrapparsi mentre la sua mente ancora naviga nel caos.

    "Ora comprendo perché il Comandante le ha affidato questo incarico."

    Comandante.
    Bid.
    Il pezzo di puzzle intorno a cui ricostruire il proprio io.

    Si mette seduto e ascolta il discorso di Obsius, annuendo debolmente alle parole del suo parigrado.
    Ordini. Piani. Regole. Tutto quello che vorrebbe, al momento, è una doccia.
    «Punto uno:» mormora, alzando un dito. «Propongo di stabilire qui un campo base, per riprendere le forze e organizzare il resto dell'operazione. Se esco dal labirinto, il Guardiano potrebbe percepirlo come un abbandono. Nel peggiore dei casi, potrebbe reagire con violenza.»

    Una rapida occhiata al Titano; un vago senso di colpa nel parlare di lui come se non fosse lì.
    È davvero in grado di comprendere le sue parole, o a calmarlo è stato semplicemente il tono della sua voce?

    «Punto due: stiamo parlando di una creatura che è stata isolata fin da piccola e ha vissuto da sola per un periodo incalcolabile. So che non si direbbe dall'aspetto, ma... A livello mentale, questo qui è un cucciolo.» Agita una mano ad indicare il colosso seduto accanto a lui. «Prima di parlare di inquadramento nella legione, dovremmo parlare di inquadramento nella società.
    Tenere al guinzaglio un bestione simile comporta dei rischi. Insegnamogli ad interagire con altri esseri viventi senza arrostirli, e sarà molto più semplice tenerlo sotto controllo.
    »

    E troviamogli un nome.
    Perché ogni essere vivente ha diritto ad averne uno.

    ENERGIA: 45%

    RIASSUNTO: //

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    [Difesa Energetica, Consumo alto, 1 turno]

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    Ogni venditore che si rispetti impara qualche trucco del mestiere. E quando sono i Demoni a insegnarti come contrattare, beh... I trucchetti divengono quasi stregoneria.
    Parlare con voce ferma e chiara non è sufficiente: è indispensabile caricare le parole con tutta la propria energia, esercitare il proprio ascendente attraverso i propri discorsi. Solo così la voce diventa un'arma, e ogni parola risuona vera e sensata nella mente del proprio interlocutore.
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