Dove sei?

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    Dove sei?

    E' più di un anno che ti cerco, oramai, eppure non ho la benchè minima idea di che fine tu abbia fatto. Dove ti sei cacciato? Perchè hai preso tutto e, di punto in bianco, te ne sei andato? Non ho più tue notizie da non so nemmeno quanto, non ho alcun indizio di come stai o del perchè sei sparito senza avvisare. Nemmeno il tuo rifugio segreto sa dire nulla al riguardo -e così il tuo figlioccio, totalmente sperso, ti reclama a gran Voce.

    Mi sono quindi lasciato alle spalle quel tumulto di cunicoli sepolti che chiamavi casa, traversando così le distese sabbiose che tanto ti erano care: ho setacciato i granelli uno ad uno, alla ricerca di una testimonianza del tuo passaggio, ma persino il deserto da cui traggo potere s'è vòlto crudele a negarmi ogni speranza.

    Ho raggiunto allora quel mare in cui più volte ti sei bagnato ridendo, specchiandomi sulle sue acque scure dense di prospettive torbide: orizzonti inesplorati si stagliavano al mio cospetto, ma la contezza di veleggiare in tua assenza mi ha privato del gusto di razziare altre navi, guidandomi a riva per far rotta verso nuovi lidi.

    Lassù, tra le nuvole della tua spensieratezza, mi sono sporto dai parapetti dell'isola volante a cui ti eri affezionato, scrutando dall'alto quel mondo che ti aveva dato nuova vita: ho così riscoperto la gioia che non hai mai mancato di condividere persino nei tempi più bui, fino a che l'angoscia di averti perduto non mi ha sopraffatto ed io ho avuto orrore di cadere nel vuoto.

    Per distogliermi dai cattivi pensieri ho abbracciato la città ed il suo caos claustrofobico, vivendo i vicoli malfamati del regno che stavi costruendo pur di ritrovarti in una tavola calda: tra insegne al neon e trafficanti d'armi ho varcato quella porta pronto ad un pasto frugale in tua compagnia, ma il desco era vuoto e nessuno aveva raccolto la tua eredità ormai in completo sfacelo.

    Alla tua ricerca mi sono dunque spinto oltre l'intricato chiudersi del bosco, fino a raggiungere le sconfinate vallate per la quali hai scorrazzato libero e felice: mi sono tuffato nell'erba per cogliere il profumo dell'estate, abbeverandomi lungo i torrenti senza più l'ombra della malinconia a perseguitarmi. Ero giunto alla consapevolezza di non dover discutere questa tua scelta, di poter accettare le tue ragioni quali che esse fossero.

    Ma non ero pronto. Stavo mentendo a me stesso nel disperato tentativo di dimenticarti e così trovare pace per me. Appena ti ho rivisto nel riflesso di una bufera ti ho inseguito convinto di riuscire a raggiungerti. Mi hai condotto qui, dove sono ora. E mi sei nuovamente sfuggito.

    Nel gelo assoluto che mi circonda non scorgo altre tracce che mi guidino a te. Il bianco è abbacinante, l'aria pungente, il ricordo di casa lontano come non mai. Eppure questo silenzio penetra nell'intimo e mi sussurra una verità cui non voglio credere. Dice che non ti troverò, nè oggi nè mai. Ciò che più mi sconvolge, tuttavia, è che la quiete si prende gioco di me: il silenzio ha la tua voce e la tua voce mi carezza come tu solo sapresti.

    La mia mente deve essere in preda ai miraggi, giacchè su tuo consiglio ho valicato speroni di roccia che non credevo affrontabili e mi sono affacciato al Nulla che si profila ai miei occhi. Basterebbe un passo per ritrovarti e nell'oblio che mi attende sono sicuro cesserei ogni tormento. E' una prospettiva dolce, rincuorante a tratti. E' pure una scelta codarda, lo ammetto, ma... cosa importa più? Ho fede non avrò crucci oltre questo limite estremo che mi accingo a varcare -ho fede che ti troverò almeno lì, nell'unico luogo che non ho ancora sondato.

    E invece no: vi è un baluginare di candidi spiriti ad accogliermi una volta levato quel passo, eburnee perle a guardia di sacrario nascosto che nulla ha da spartire col Void cui mi ero proteso. Aguzze fauci rocciose m'invitano ad inabissarmi entro una caverna comparsa come per incanto, osservando al suo interno le ossa di antichi guerrieri riposare al sicuro dai malumori del mondo. Ti cerco tra essi, ma ancora una volta tu non ci sei.

    Ciò che mi rincuora, tuttavia, è che nel silenzio che ho imparato ad apprezzare posso finalmente udirti accanto a me. E' tra le ossa dei tuoi avi, in questo fulcro tributato alla tua memoria, che ho infine la certezza per la quale mi sono messo in viaggio. E ad accompagnarmi lungo tutta la via che mi rimane ora so che non mancherai, per sempre sereno nel magnifico ricordo che serbo di te. Qui con me.
     
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