Follow The Voice, Calling

Squadra Α (Alpha)

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Fanedell
    [Little Red]

    Quella che per molti è una foresta oscura e piena di creature dalla dubbia natura, per te è un luogo familiare e per niente spaventoso. Avete molte cose in comune, non trovi? All’apparenza così delicate, eppure celate una natura per niente affabile e tranquilla.
    Sarà per questo che le creature più ostili ti evitano e restano delle ombre ai limiti del tuo campo visivo, tra i cespugli. Gli animali più tranquilli, o forse solo più ingenui, invece, non si preoccupano di venirti vicino.

    La sera sta calando sulla foresta e gli ultimi raggi del sole filtrano debolmente dalle fronde degli alberi, regalando alla tua vista uno spettacolo magico. Sembra anche di vedere qualche fata volare nei riflessi ramati della luce che risplende debolmente tra le foglie.

    Mentre ti stai godendo lo spettacolo su uno dei rami più alti dell’albero più grande della foresta, una folata di vento ti distrae dai tuoi pensieri e senti qualcosa insinuarsi tra il corpo e il tronco.

    Etlerth
    [The Unspeakable One]

    Le lande gelide del Nord si estendono per miglia oltre la piccola cittadina in cui ti trovi. Il posto ideale per chiunque voglia starsene per conto proprio e irretire i passanti senza dare troppo nell’occhio. L’unica luce che brilla tra le strade proviene dalle poche lampade disseminate fuori dalle pochissime locande della zona.
    Dopotutto, in un posto del genere, non si fanno grandi affari con le locande.

    Tuttavia, qualche mercante ha ancora i suoi buoni motivi per passare nei villaggi del Nord e girare di notte negli angoli bui e luridi delle strade. Peccato che sia la serata sbagliata per farlo. Al primo che cerca di cacciarti malamente - gli stracci che indossi riescono alla perfezione a tramutarti in un lebbroso ai suoi occhi - i tuoi tentacoli si avvinghiano attorno al corpo dello sventurato e lo bloccano.
    Cosa gli farai dopo non è saggio indagare.

    Mentre una folata di vento ti scompiglia le vesti, senti qualcosa insinuarsi sotto la tua scarpa. Qualcosa che non pensavi potesse mai capitarti di pestare in una notte come quella. Tanto da attirare la tua attenzione.

    Laputa
    [Kagayaku Yami]

    Quanto è bella Laputa la sera?
    Dall’Isola nel Cielo vedi chiaramente le stelle, mentre il sole calante è un riflesso di colori dal rosso all’arancio sulle basse nuvole che si estendono sotto l’isola. Non ti capita spesso di soffermarti sulla bellezza del paesaggio, preso come sei dagli impegni della tua gilda.

    Certo, mandare avanti un’intero Presidio sotto il comando dell’Alfiere non è facile, ma anche fermarsi a osservare il cielo è qualcosa che va fatto. Soprattutto se abiti sopra il livello delle nuvole.

    Intanto che le stelle fanno capolino dalla volta oscura fuori dalla finestra, le persone iniziano ad abbandonare la biblioteca dov’eri andato a consultare alcuni volumi. Passa qualche minuto e il silenzio nella sala è assordante, mentre fuori le persone passeggiano per strada.
    Non puoi farci nulla, è proprio una bella serata.

    Mentre ti alzi, pronto a lasciare anche tu quel luogo di pace, noti un angolo di carta bianca uscire dalle pieghe del libro aperto sul tavolo. Quello che stavi leggendo fino a un attimo prima. Eppure non hai messo nessun segnalibro, ne sei sicuro.

    Volti le pagine fino a raggiungere quello strano triangolo per accorgerti che, tra le pagine, si trova un oggetto che non dovrebbe esserci.

    Ovunque
    [Tutti]

    Una busta.
    Strano che un oggetto tanto insignificante abbia attirato la vostra attenzione. All’apparenza è una semplice busta per lettere chiusa e immacolata, tranne che per uno scarabocchio sulla parte frontale. Scarabocchio che riconoscete immediatamente come il vostro nome.
    Sembra che qualcuno voglia mandarvi un messaggio.




    BONX’ BOX
    Benvenuti, questanti!

    Mentre siete affaccendati nelle vostre cose, una misteriosa busta attira la vostra attenzione.
    L’oggetto in questione è il seguente:

    Busta Una normalissima busta bianca, almeno finché non viene indirizzata a qualcuno. La persona il cui nome sarà scritto sulla busta sarà attratta da essa in modo innaturale. Nulla avrà più importanza se non aprire la busta e scoprirne il contenuto.
    [Passiva di malia]


    Per motivi in-game, ogni tanto vi darò una turnazione da rispettare. Se avete domande o bisogno di proroghe, scrivetemi nel bando o in pvt.

    Turni: //
    Scadenza: 29 settembre.
     
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    Un semplice lume di candela illuminava ancora il viso che Kagayaku, immerso nella sua lettura.
    Pile su pile di libri accanto a lui, era da un bel pò il quella biblioteca, per aumentare il suo sapere ma anche per colmare il vuoto di informazioni che questo nuovo mondo aveva causato.
    Ma perché limitarsi a leggere un libro quando si può "creare" il contenuto del libro.
    Sembrerà una cosa da pazzi a prima vista, e forse lo è, ma un fenomeno bizzarro accade quando si legge un libro.
    L'immaginazione prende il volo, mentre gli occhi inconsciamente continuano a leggere e la mente si mette in moto iniziando a definire più realisticamente ciò che il libro, purtroppo, solo può delineare.
    Ed era proprio quello che stava accadendo nella testa del ragazzo, battaglie, creature fantastiche prendevano forma nella sua testa mentre gli occhi divoravano le pagine dei libri una dietro l'altra.
    Era talmente perso nei suoi pensieri che non si accorse l'ora tarda che si era fatta.
    Sospirò dicendo fra se e se

    Che faticaccia

    Richiuse delicatamente il libro e iniziò a guardare il soffitto cercando di rimettere a posto i propri pensieri

    Dunque... facciamo il punto della situazione.
    Ho vitto e alloggio.
    Ho una biblioteca che posso usare a mio piacimento.
    Cosa mi manca?
    Alcool?
    Donne?
    Più alcool?


    Si rialzò dalla sedia pronto per un meritato riposo ma qualcosa non andava.
    Nell'enciclopedia che fino a poco fa stava sfogliando qualcosa era cambiato, un piccolo angolo di carta bianca usciva dalle pagine.
    Stette a fissare il libro incuriosito per poi iniziarsi controllare intorno se qualcuno gli stava facendo uno scherzetto.
    Ma non c'era anima viva.
    Si avvicinò ipotizzando cosa potesse essere effettivamente quel piccolo pezzo di carta che sbucava fuori.

    Un segnalibro? No, non l'ho usato.
    Magari ho chiuso una pagina male e si è messa così, dovrei rimetterla apposto subito nel caso.


    Disse a bassa voce mentre annuiva con la testa.
    Si avvicinò e riprese la pagina in cui il foglietto si trovava e a suo grande sorpresa trovò una busta con qualche strana scritta scarabocchiata.
    Solo dopo poco tempo, mentre cercava di capire cosa volesse dire quella strana scritta, si accorse che assumeva più la forma di un nome a lui conosciuto... il suo.
    Fece qualche passo indietro dallo spavento e si iniziò a guardare in giro per cercare nuovamente l'artefice di questo strano evento ma ancora una volta non riuscì a vedere nessuno.

    Rifletti dai.
    Se mi volevano morto, come sono entrati qua per mettere una busta, potrebbero facilmente tagliarmi la gola.


    Rimuginò il ragazzo per darsi una calmata.
    Si avvicinò comunque alla busta, pieno di paura, dubbioso se aprirla fosse veramente una scelta saggia, ma qualcosa di strano lo attirava.
    Più la fissava, più diventava "invitante".
    La prese in mano e aprendola piano piano il ragazzo cercava di sbirciare il contenuto.


    Salute: 100%

    Energia: 100%

    Classe: Figther [Primaria] | Elementalist

    Passive:

    - Day form: Il suo corpo è in grado di catturare e immagazzinare raggi UV dati dal sole che verranno poi trasformati passivamente in energia cinetica che Kagayaku canalizza nel proprio corpo naturalmente.
    Facendo ciò il suo corpo cresce esponenzialmente per sostenere l'energia cinetica canalizzata.
    Ciò aumenta forza, velocità e agilità di Kagayaku esponenzialmente in base all'orario.
    Nel caso non fosse possibile trasformarsi, Kagayaku sarebbe ancora in grado di utilizzarla ma non al suo pieno potenziale o nel caso usasse il 100% il suo corpo riceverebbe gravi ustioni e lesioni.
    Uno volta raggiunto un picco a mezzogiorno, il suo potere inizierà a diminuire fino al tramonto, al contrario tra l'alba e mezzogiorno ci sarà un continuo aumento di potere.
    [Bonus: Forza | Velocità | Agilità {Malus: Pomeriggio}]

    - Nigth form: Durante la notte, in base al tipo di luna(nuova,piena,ecc..), grazie alla luce che viene riflessa dalla luna, Kagayaku è in grado di manipolare la luce che viene immagazzinata nel corpo.
    [Cambio elemento + Bonus diurni]

    Metamorfosi: Durante il giorno Kagayaku assume le sembianze di un biondo muscoloso ma al calare della notte i suoi muscoli si "sgonfiano" lasciando spazio ad un gracile ragazzino con i capelli neri.
    [Metamorfosi Scenica]

    Equipaggiamento:
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    Un mercante si era svegliato nel cuore della notte, sentendo bussare alla porta della propria stanza. Dallo spioncino aveva intravisto una sagoma sgargiante nel corridoio buio, svanita dopo un battito di cuore. Sotto la porta era infilata una lettera in filigrana dorata: un invito al gran ballo che si sarebbe tenuto allo corte di un Re sconosciuto. Il mittente si era firmato con uno strano simbolo, una sorta di occhio con tre uncini, la cui visione perforò il cranio dell’uomo con un dolore lancinante.

    Il mercante si risvegliò nel suo letto
    e si convinse che era stato soltanto un incubo.

    Rigirandosi tra le coperte non riuscì a riprendere sonno. Ancora angosciato dai postumi del sogno, si sentiva perseguitato da ogni minimo scricchiolio. Nel buio scorse i profili delle statuette artigianali che aveva acquistato per rivenderle all’estero. Nel silenzio si accorse di poter sentire la loro conversazione: discutevano della sua morte imminente e lo scongiuravano di presentarsi alla corte del Re per impedirla. La fitta pungente dietro all’occhio tornò a bruciare, perciò strizzò le palpebre per farla smettere.

    Quando riaprì gli occhi si trovò in mezzo ai vicoli innevati.
    Ricordò che era da anni che non soffriva di sonnambulismo.

    Intirizzito dal gelo notturno, si strinse nella vestaglia e si voltò per tornare alla locanda dove pernottava… ma invece si ritrovò in un salone sontuoso, rivestito di marmo giallo e tappezzato da tinture dorate. I numerosi invitati del gala erano già arrivati tutti, mancava solo lui, ma fortunatamente era giunto appena in tempo per assistere all’ingresso del Re.

    Bastò un battito di ciglia e si ritrovò in cima alla scalinata d’oro, con indosso una maschera cerea e circondato dai suoi sudditi. Discese i gradini trionfalmente, seguito dai paggi che reggevano lo strascico dei suoi cenci regali. Tutti inneggiarono a Sua Altezza Reale, l’Innominabile.

    Riconobbe che questo era il culmine della sua esistenza, nonché il motivo per cui era nato.
    Questa era la Follia del Re Aureo.

    ~ ~ ~

    Quando l’esistenza del mercante fu sovrascritta, al suo posto prese forma un contorto abominio vestito di stracci. La gelida brezza della tundra fece scivolare sotto di lui una busta, indirizzata personalmente al Re Aureo. Una coincidenza curiosa, che lo portò a scartare la lettera senza troppe cerimonie: d’altronde chi più di lui poteva conoscere l’importanza degli inviti ufficiali?

     
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    Cappuccetto Rosso guardava il sole ormai morto dalla sommità del ramo più alto di un'antica quercia secolare, miracolosamente in equilibrio su di una fronda troppo piccola e leggera per sostenere il peso di una bambina. Quel giorno aveva fantasticato di un altro luogo, di un altro mondo. Aveva immaginato un sogno, e quel sogno aveva l'aspetto di una fata dai capelli azzurri. Agitando i piedini nel vuoto, la ragazza-lupo rise divertita immaginando la vera faccia della fata, dalle carni bruciate ed arse da un incendio, e di come abilmente le nascondesse dietro maschere finte, perfetti simulacri di pelle impossibili da rivelare perfino con una carezza, perfino con un bacio. Le labbra scarnificate, gli occhi vuoti e morti, le guance ridotte a grotte senz'anima, ma per tutti era un esempio di grazia e bellezza. Con un sorriso aveva strappato via il cuore dal petto al cavaliere blu cobalto, al bardo stolto e credulone ed al grasso verme di fango e melma che abita le radici di un ulivo, aveva giocato con i loro sentimenti e se n'era inebriata. Era una fata, le fate vivono dei sentimenti degli uomini. Senza amore, muoiono.

    Per primo, il cavaliere aveva riconosciuto il suo vero aspetto. L'aveva vista riflessa su di uno specchio magico ed ora odiava la sua sola vista. Credendo nelle fiabe e nei lieti fini, l'uomo aveva sperato che oltre l'aspetto orribile si celasse un animo delicato, e per sessanta giorni e sessanta notti l'aveva amata ugualmente, sostenendo quell'immagine disgustosa che si rifletteva ogni volta nello specchio incantato. Ma la fata era tanto mostruosa nel volto quanto contorta nell'anima, voleva solo l'amore del cavaliere per sostentarsi, e nemmeno le bastava a sentirsi satolla. Al tramonto accettava il suo spasimare, ma appena il sole moriva all'orizzonte correva dal bardo ingenuo, e poi a notte inoltrata giaceva col verme sotto le radici dell'ulivo. Tanto soffrì il cavaliere blu cobalto che tentò di gettarsi dal suo destriero e togliersi la vita, ma l'armatura lo proteggeva da ogni danno e non riuscì nell'intento. Tentò allora di lanciarsi nelle più furiose delle battaglie, sperando che la spada di un uomo o le zanne di un mostro ponessero fine al suo tormento. Da allora vaga disperato per i campi di battaglia, ma alla fata non importava. Aveva ancora l'amore del bardo e del verme, anche se al calar del sole a volte sentiva pungente la mancanza del cavaliere blu.

    Per quanto stolto e idiota, il bardo alla fine volle reclamare la fata a se anche di notte, quando lei doveva correre dal verme. Incapace di decidere, tentò mille scuse ed alla fine il bardo si adirò. La sorprese a giacere col verme, e con insulti e pianti la abbandonò. Anche allora la fata si strinse nelle spalle, e sussurrando dolci menzogne tornò a coricarsi di fianco al verme. Ma il fango e la mota sembravano ogni giorno più brutti, umidi e disgustosi, le parole con cui il verme la blandiva sempre più oppressive. Avendo visto il cavaliere prima e poi il bardo abbandonarla, il verme sapeva che ormai la fata aveva solo lui a dargli amore, e questo la rendeva sua. La fata ora aveva paura: temeva di perdere l'amore del verme, poiché senza amore le fate sono destinate a morire di inedia. E dall'alto della quercia, Cappuccetto Rosso la guardava e rideva di quanto fosse miserabile, anche se la fata dai capelli azzurri non esisteva e non era altro che un sogno.

    « Non fa ridere anche a voi...? »
    Chiese ridacchiando, poi allungò una mano ed una coppia di uccellini si adagiò sull'indice proteso.
    « Oh, sì! Ma certo che fa ridere! E' misera! Più misera di voi! Tutti ridono davanti a qualcosa di così miserabile! »
    Una folata di vento la raggiunse, agitando la mantellina rossa e scompigliando i lunghi capelli castani legati in delle trecce.
    Il cappuccio le cadde, rivelando due curiose orecchie da lupo che smosse percependo della magia nell'aria.
    « Nyahahahah! Una lettera! Divertente!!! Divertente!!! »
    Con la mano libera ghermì uno dei due uccellini, che pigolò terrorizzato mentre il compagno volava via spaventato. Little Red premette con forza finché fra le dita non ebbe nient'altro che un grumo di sangue, interiora, piccole ossa spezzate e piume dai colori vivaci, ora scarlatte quanto la sua mantellina.

    png

    « Anche tu sei solo, adesso. »
    Disse all'uccellino sopravvissuto, ora in fuga. Aprendo la busta e ridacchiando aggiunse:
    « Sono certa troverai qualcuno disposto a ridere di te e della tua miseria. »



    Edited by Yomi - 28/9/2018, 07:25
     
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    Non fate alcuna fatica ad aprire il semplice sigillo in ceralacca rossa che blocca i bordi della busta. Dopotutto, l’intento non era quello di tenervi all’oscuro del messaggio del vostro misterioso mittente.

    Dentro vi è un semplice foglio bianco di poco più piccolo della busta che lo contiene, spesso e ruvido al tatto. Nel prenderlo in mano (o appendici simili), però, avvertite immediatamente una sensazione strana sulla pelle che non riuscite a identificare. Nel giro di un istante, un capogiro vi sorprende, ma non abbastanza da farvi cadere. I suoni, tuttavia, si fanno ovattati intorno a voi.

    Capite subito che qualcosa non torna, ma, attirati da quel semplice foglio bianco, non potete fare a meno di girarlo e svelare la scritta nera, che verga l’altro lato della carta nella stessa grafia del vostro nome sulla busta.

    « Sogni D’oro »

    Piano Astrale
    [Little Red]

    Quando apri gli occhi ti ritrovi su un ramo, proprio come quello dov’eri. Intorno a te si estende una foresta simile a Fanedell. Questo posto, però, ti è estraneo, anche se è più una sensazione dettata dai tuoi altri sensi che non dalla debole vista.

    Il sole è sempre in posizione calante, ma se aspetti qualche minuto e aguzzi tutti i tuoi sensi, ti sarà chiaro che non solo è nella stessa posizione di dove lo avevi lasciato, ma non si muove del tutto. Allo stesso modo, la fauna e la flora sono come congelati nel tempo.

    Nulla si muove intorno a te, nemmeno un alito di vento.
    Il silenzio è totale, tranne che per uno strano suono, molto lieve, che riesci a catturare grazie alle tue orecchie da lupo. Un debole e lontano ticchettio metallico.

    [Re Aureo]

    Come si accoglie un Re? Doni, donne o cos’altro?
    Che domande: oro.

    Come un novello Re Mida, attorno a te si apre una stanza fatta d’oro. Dal letto a baldacchino agli armadi, dalle cornici al colore delle pareti. Tutto rispecchia il tuo nome, o almeno quello con cui sei solito “presentarti” e che era scritto sulla busta a te indirizzata. Persino il cesto di frutta e il tavolino su cui è poggiato non sono stati risparmiati da quella condizione.

    Osservando la stanza, non noti finestre. Le tende, ricamate da una preziosa seta bianca con cuciture dorate, si aprono su uno specchio finemente decorato, anch’esso dell’aureo colore che adorna la stanza in ogni sua parte.

    Dentro, non vedi riflessa la tua figura, però. C’è una foresta. Immobile in ogni sua parte, tranne che per una figura incappucciata di rosso. La visione si sposta con lei e ti consente di seguirla nei suoi spostamenti.

    A un certo punto, mentre la visione nello specchio continua, al lato opposto della stanza compare una porta e senti qualcuno bussare.

    [Kagayaku Yami]

    Quando ti risvegli, noti che sotto la tua testa ci sono dei volumi aperti che ti fanno da cuscino. Non ti serve molto per capire che sei ancora in biblioteca. Forse ti sei appisolato?

    No, non può essere. Anche perché… non avevi una busta? E cosa diceva il contenuto?
    Ci metti un attimo a riprenderti del tutto e a ricordare. Solo allora ti si palesa agli occhi quello che non riuscivi a mettere a fuoco dentro di te: i libri su cui stavi dormendo sono completamente bianchi. Non una pagina è segnata d’inchiostro e la copertina presenta delle scritte sfocate, impossibili da mettere a fuoco.

    Intorno a te, comunque, la scena che ti si presenta non è molto diversa da quella che hai lasciato. Schiere di librerie piene zeppe di tomi ti circondano da ogni dove, aprendosi ogni tanto a immensi tavoli vuoti. Non ci sono finestre e, come per i volumi sul tavolo, non riesci a mettere a fuoco nessun titolo di quei libri internamente bianchi.

    Il silenzio è totale, tranne che per alcuni passi in lontananza.


    BONX’ BOX
    Eccoci arrivati nel Piano Astrale o Mondo dei Sogni, se preferite.

    La lettera che ricevete è un artefatto di cui trovate di seguito la descrizione. Insieme, però, c’è anche un piccolo “dono” che si attiva a contatto con la vostra pelle.
    Dopo aver letto la scritta, considerate un blackout di un tempo indefinito.
    A voi la scelta, poi, se seguire gli stimoli sonori del luogo dove siete capitati o meno.

    Lettera Un semplice foglio bianco rettangolare, spesso e ruvido al tatto. Caricato con l’aura, può rilasciare una tecnica nel momento in cui le scritte sulla carta vengono lette. La tecnica in questione è un attacco di livello Critico alla mente del destinatario che lo addormenta senza alcun danno fisico o mentale.
    [Passiva + Attiva di consumo Critico]
    [Veleno: a contatto con la pelle di una creatura senziente, questo veleno si espande in tutto il corpo, raggiungendo il cervello e inibendo le difese psichiche di cui la mente è dotata. Nel farlo, provoca un lieve capogiro e un ovattamento dei sensi.]


    Tutti: considerate l’avvelenamento come un Malus Medio alle difese psichiche, attivo fino a fine scena.

    Re Aureo: come avrai capito, nello specchio puoi vedere quello che fa Little Red.

    Per qualsiasi cosa, scrivetemi nel bando o in privato.

    Turni: Re Aureo dopo Little Red. Kagayaku quando preferisci.
    Scadenza: 7 ottobre.
     
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    "Sogni d'oro"
    Recitava così, il retro di quella piccola subdola trappola mentale.

    « Ufuf... mai sognato in vita mia... »
    Mentì Little Red leggendo la scritta, anche se in quel momento non c'era nessuno ad ascoltare quella piccola bugia. Aveva ridotto a brandelli la busta con gli artigli, e la sensazione di torpore l'aveva assalita quasi nel momento stesso in cui era entrata in contatto con la lettera che conteneva. Aveva intuito l'esistenza di un veleno psionico qualche decimo di secondo prima che il suo corpo le suggeriva l'esistenza di una potente magia della mente, ma non volle sostenere lo sforzo di respingerlo. Le sarebbe costato molto a livello di stamina, e così facendo non avrebbe mai scoperto dove voleva andare a parare il mittente, tanto pazzo o disperato da sfidare proprio lei. Qual'era il motivo di tanto interesse, e perché un mezzo così subdolo come un plagio psionico misto ad un veleno della mente?

    Sbatté le palpebre, sentendosi vagamente intontita e decisamente a disagio. Qualcosa non tornava, ed i sensi le dicevano che qualcosa non andava. Tutto troppo immobile. Troppo ovattato e silenzioso. Ma sopratutto gli odori erano diventati all'improvviso strani, più simili a vaghi echi distorti. Perfino il cielo al tramonto sembrava un dipinto. Stava sognando?
    Prese la lettera e la annusò, cercando informazioni su chi l'ha confezionata. Doveva esserci qualcosa, anche solo una vaga traccia... Poi il suo udito le annunciò una presenza metallica da qualche parte alle sue spalle, e le orecchie da lupa si agitarono una, due, tre volte. Little Red si voltò di scatto, emise un ringhio ferino e si preparò ad attaccare, ma non vide nulla. Le pupille auree saettarono a destra ed a sinistra più e più volte, ma l'udito continuava ad insistere nel dargli il suono fantasma del ticchettio di un orologio. Balzò giù dal ramo, saltando direttamente su di un albero più basso, a quattro zampe come i cani. Si guardò d nuovo attorno con sospetto, agitando nuovamente le orecchie in cerca della fonte di quel rumore. Se si trattava di un oggetto materialmente presente in quel contesto onirico, allora doveva essersi avvicinata ad esso almeno di un poco. Se invece era solo un eco nella propria mente, la distanza fra lei e la fonte del suono era rimasta immutata. In base a ciò avrebbe deciso come agire, nel primo caso si sarebbe fiondata nella direzione del rumore, nel secondo caso sarebbe rimasta immobile, in attesa di altri eventi che le permettessero di capire a che razza di gioco stava giocando...

     
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    La busta si aprì con molta facilità e all'interno il ragazzo poté notare il foglio che attentamente sfilò dalla busta prima di gettarla da una parte sul tavolo.
    Una strana sensazione lo pervase, un capogiro iniziava a far ruotare tutto intorno a lui, ma perseverante e pieno di curiosità iniziò a girare piano piano il foglio, con le ultime forze rimaste.

    « Sogni D’oro »

    Ma che caz-

    Non riuscì a terminare la frase che la lettera sembrava farsi sempre più lontana, la distanza tra il ragazzo e la lettera veniva occupata da una galleria buia che si espandeva sempre di più, rendendo sempre più difficile identificare il messaggio.
    Fino a che tutto ciò che poté vedere fu buio.
    Al suo risveglio aprì leggermente gli occhi, un libro gli faceva da cuscino e tutte le pagine sulla quale poggiava la testa il ragazzo erano rimaste appiccicate al suo viso.
    Se le staccò con estrema facilità, facendo molta attenzione a non strapparle ma qualcosa non andava.

    Che stavo facendo ieri sera?
    Leggevo alcune enciclopedie e poi...


    I suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa e disse tra se e se

    La busta! Dove diavolo è finita?!

    Si girò verso il tavolo dove apparentemente si era appisolato rendendosi conto solo allora che le pagine dei libri era completamente vuote, prive di ogni traccia di inchiostro

    Che abbia sognato anche di leggere?

    Si chiese perplesso il ragazzo mentre continuava a sfogliare il libro davanti a se in cerca di qualche parola

    Come diavolo è possibile? Sono sicurissimo che stavo leggendo questo libro ieri sera...

    Disse il ragazzo mentre richiudeva il libro e si preparava a rimettersi a sedere, se non fosse stato per un rumore strano in lontananza.
    Sembravano passi ma non ne poteva essere molto sicuro, era ancora un po’ intontito dalla sua pennichella per capire bene ciò che stava accadendo intorno a lui.
    Così iniziò a camminare verso gli altri tavoli sfogliando qualche pagina dei libri lì presenti per poi passare ad un altro, e un altro ancora, speranzoso di vedere qualche parola scritta sui libri come prova per auto convincersi di non essere diventato pazzo.

    Salute: 100%

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    - Day form: Il suo corpo è in grado di catturare e immagazzinare raggi UV dati dal sole che verranno poi trasformati passivamente in energia cinetica che Kagayaku canalizza nel proprio corpo naturalmente.
    Facendo ciò il suo corpo cresce esponenzialmente per sostenere l'energia cinetica canalizzata.
    Ciò aumenta forza, velocità e agilità di Kagayaku esponenzialmente in base all'orario.
    Nel caso non fosse possibile trasformarsi, Kagayaku sarebbe ancora in grado di utilizzarla ma non al suo pieno potenziale o nel caso usasse il 100% il suo corpo riceverebbe gravi ustioni e lesioni.
    Uno volta raggiunto un picco a mezzogiorno, il suo potere inizierà a diminuire fino al tramonto, al contrario tra l'alba e mezzogiorno ci sarà un continuo aumento di potere.
    [Bonus: Forza | Velocità | Agilità {Malus: Pomeriggio}]

    - Nigth form: Durante la notte, in base al tipo di luna(nuova, piena, ecc..), grazie alla luce che viene riflessa dalla luna, Kagayaku è in grado di manipolare la luce che viene immagazzinata nel corpo.
    [Cambio elemento + Bonus diurni]

    Metamorfosi: Durante il giorno Kagayaku assume le sembianze di un biondo muscoloso ma al calare della notte i suoi muscoli si "sgonfiano" lasciando spazio ad un gracile ragazzino con i capelli neri.
    [Metamorfosi Scenica]

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    La busta conteneva un rozzo invito nel piano astrale, perpetrato con un narcotico abbastanza concentrato da agire anche a contatto coi tessuti alieni dell’avatar dell’Innominabile: una vulnerabilità già preventivata dalla psiche abissale di cui il Re era araldo, poiché tra i compromessi necessari per adattarsi all’ecosistema del semipiano rientrava anche la permeabilità alle sostanze chimiche. Pur considerando assai primitivo quel metodo di convocazione onirica, l’abominio si abbandonò al flusso di coscienza designato dal mittente ignoto.

    Le frequenze cerebrali su cui si sintonizzò lo incuriosirono morbosamente, giacché - come un codice sorgente - erano state programmate per accoglierlo in un vestibolo dorato. Di fronte a una convocazione personalizzata - seppur grezza - seguita da una messinscena che voleva imitare (o forse parodiare?) il leitmotiv dei suoi incubi indotti, il Re Aureo reputò valevole del suo tempo quella digressione imprevista.

    Analizzando quella proiezione mentale per ricostruire un eventuale messaggio sottostante, notò due varchi nella rete neurale: il primo trasmetteva il segnale visivo di una sagoma rossa che vagava per una di quelle “macchie vegetali” tanto comuni in quel mondo, mentre dal secondo filtrava soltanto il segnale audio tipico del “bussare” – un gesto codificato in molte società per chiedere l’autorizzazione a sconfinare in spazi personali. Ormai ferrato negli usi e costumi locali, il Re Aureo interagì col sogno per agevolare l’ingresso altrui e rintracciare chi fosse stato tanto sconsiderato da attirare su di sé proprio il suo sguardo.

     
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    Tic… Tac… Tic… Tac…

    Continua incessante il suono dell’orologio, unica traccia sonora in una foresta immobile. Man mano che ti incammini, il ticchettio si fa più vicino. L’odore, o meglio la debola traccia, che sei riuscita a carpire dalla busta ti sta portando nella stessa direzione delle lancette che scandiscono un tempo apparentemente inesistente.

    La vegetazione si apre lungo il sentiero che riesci vagamente a cogliere nel terreno: una traccia sfocata aggravata dalla tua debole vista. Mentre ti incammini, intorno a te puoi notare che la fauna locale non è poi così assente come l’assenza di suoni può far pensare. Piccoli passerotti e animali soliti delle foreste sono congelati nello svolgere azioni abitudinarie: dagli uccellini che cinguettano allo scoiattolo fermo in aria, immobilizzato in un salto da un ramo all’altro.

    A un certo punto, gli alberi si aprono su un grosso ingresso che getta la propria ombra su una piccola radura ai suoi piedi. Una scalinata in pietra collega la radura alla porta in pietra sbarrata. Le lancette che producono quel suono metallico appartengono all’orologio intarsiato d’oro incastonato al centro dello stipite. Mentre quella dell’ora segna le 9 e quella dei minuti punta il 59esimo, la lancetta dei secondi scatta avanti e indietro tra la compagna e il simbolo della dodicesima ora.

    All’ombra della costruzione, puoi vedere un lungo tavolo anch’esso in pietra. Sei sedie gli sono state posizionate intorno e solo quella a capo tavola dal lato opposto al tuo è occupata. Un giovane ragazzo corvino dagli occhi grigi ti accoglie con un sorriso, comodamente seduto e intento a girare un cucchiaino dentro una tazza fumante. Nel vederti, allunga una mano verso la sedia vuota di fronte a lui.

    « Prego, accomodati pure. »

    [Re Aureo]

    Ti volti, dunque, ad accogliere il misterioso bussatore oltre la porta d’oro. Alle tue spalle, lo specchio-finestra si spegne, rimanendo solo un disco opaco che riflette, smorzato, l’aureo colore della stanza.

    Oltre l’uscio ti attende un ragazzo giovane, corvino, con le iridi di un profondo grigio e lo sguardo basso e spento. Veste un frac nero sbiadito, leggermente lungo sulle maniche e stretto in vita. Non sembra guardare direttamente verso di te, né la sua mente emette alcun tipo di segnale. Potrebbe essere un fantasma, se non fosse per il vassoio che porta stretto tra le mani. Si inchina leggermente, prolungando la posa per qualche attimo più del necessario, a marcare la consapevolezza di trovarsi di fronte qualcuno di rango superiore.

    « Prego, se vuole seguirmi. »

    Con la mano aperta, indica il corridoio alle proprie spalle, pronto a incamminarsi a un cenno dell’ospite d’onore. Oltre le sue spalle, però, puoi notare che il corridoio termina in un’altra apertura da cui provengono dei tenui raggi arancio di un sole calante. Tra le ombre, sono abbastanza chiari i profili di alcuni rami e di foglie sospese.

    [Kagayaku Yami]

    « Ciao, Kagayaku. »

    Ti saluta una figura alle tue spalle, mentre ancora sei intento a camminare per la biblioteca. Come ti volti, puoi vedere un giovane sorridente dai capelli corvini e le iridi grigie fisse su di te. Indossa una maglietta nera sotto una giacca di pelle marrone. I semplici pantaloni grigio scuro terminano in un paio di scarponi che, puoi notare, sono sporchi di fango e terriccio. Sul pavimento intorno a lui, però, non ve n’è traccia, come se non fosse arrivato camminando.

    « Spero tu stia bene. Facciamo un giro, ti va? »

    Girato l’angolo dietro la libreria, dove hai visto il ragazzo sparire, ti si apre una porta che dà su una foresta addormentata. Il sole, fermo in posizione calante, illumina con i propri ultimi raggi gli alberi e getta ombre tutto intorno.
    Addentrato già di qualche metro, puoi vedere la figura del ragazzo di spalle camminare a passo sicuro tra la boscaglia, come se ci fosse un sentiero che non riesci a cogliere.


    BONX’ BOX
    È arrivato il momento di incontrare il vostro committente… e di riunirvi!

    Re Aureo, se decidi di seguire il tuo accompagnatore, ti porterà lungo un sentiero simile a quello di tutti gli altri, fino ad arrivare alla sinistra dal tavolo dove il mittente del messaggio vi aspetta.
    Kagayaku anche per te vale lo stesso discorso, solo che arriverai alla destra del tavolo.
    Una volta che entrambi vi avranno portato a destinazione, si andranno a posizionare alle spalle della figura seduta a capotavola.
    Le tre figure sono identiche tra loro.

    Tutti: considerate i vostri interlocutori come provvisti di una passiva di malia che vi spinge ad ascoltarli.

    Per qualsiasi cosa, scrivetemi nel bando o in privato.

    Turni: Little Red per prima. Re Aureo e Kagayaku Yami quando volete.
    Scadenza: 16 ottobre.
     
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    Lei era il tipo di creatura in grado di continuare una caccia per un tempo lunghissimo, con la stessa perseveranza ostinata di chi è preda di un'ossessione, fosse anche per la cosa più piccola e sciocca; allo stesso modo però era capacissima di provare subito irritazione e fastidio nell'essere obbligata ad un inseguimento, fosse anche brevissimo... Ed in quel momento, era proprio quest'ultimo il caso. Il suono dell'orologio le dava fastidio, la irritava. Un ticchettio continuo e metallico, frutto di ingranaggi fantasma che le rimbombavano nella mente facendole venire voglia di strappare la testa a qualcosa di vivo e grande, almeno delle dimensioni di un bambino umano, meglio ancora un adulto dotato di organi interni in cui rotolarsi finché il sangue è caldo. Anche la foresta così congelata le dava fastidio: i suoi sensi erano troppo acuti e ferini ed il suo istinto troppo sollecitato da quella situazione di potenziale pericolo per arrendersi e basta all'evidenza dei fatti, cioè che tutto era immobile, privo di vita. Invece, tutti quanti gli istinti animali e umani gridavano in coro senza sosta, facendole venire voglia di urlare per la frustrazione. Quando finalmente arrivò alla radura, piombò al suolo di gran fretta, con dipinto sul viso la parodia di un sorriso folle, tutti i lineamenti infantili ridotti alla stregua della stessa maschera che una posseduta dal demonio avrebbe volentieri messo su davanti ad una croce.

    « Prego, accomodati pure. »
    Disse la figura intenta ad agitare il liquido fumante contenuto in una tazzina da te'.
    Little Red prese un sasso, avanzò di due passi e poi lo lanciò con tutta la considerevole forza di cui era capace, mirando alla tazzina per infrangerla di colpo. E quella non era neanche una minaccia o una dichiarazione di guerra, le andava solo di farlo.
    « Costringimi! ♥ »
    Rispose lei in tono maligno, arrivando alla sedia e sbattendola via con una manata.

    png

    « Oh, non sta bene! ♬ Non sta bene niente, qui! Hai dimenticato la cosa più importante di tutte... »
    Balzò sul tavolo a piedi uniti, fece sventolare la fluente coda da lupo e calcando ben bene il cappuccio scarlatto sulla testolina mostrò la lingua mentre incedeva senza timore verso l'altro.
    « Non mi hai dato fin da subito un buon motivo per non strapparti via la pelle dalle ossa. ❤ »
    Lo sconosciuto aveva giusto pochi secondi per trovare le parole giuste ed una buona motivazione -anzi, quanto meno una decisamente ottima- per evitare di farsi seriamente sfuggire la situazione di mano. E se già il poco tempo a disposizione non era sufficiente, aveva a disposizione un singolo tentativo e giusto una manciata di parole, prima di pentirsi sul serio della scelta molto poco a favore dell'istinto di autoconservazione di invitare un lupo a prendere il te'.

    Status: Perfetto
    Riserva energetica: 105%
    Abilità Passiva: Hollow Inside - Riserva energetica aumentata
    Abilità Passiva: Faceless - Mindfuck Alert.

    Lying - Inganna i nemici, inganna gli amici, inganna fratelli e sorelle, il padre e la madre, il Dio del cielo e l'umile contadino che lavora la terra. Ingannali tutti, compreso te stesso. Fintanto che le menzogne di Little Dread sono più potenti degli inganni altrui, non esiste alcuna malia di natura psionica in grado di lederle. Non ne è affatto immune, tuttavia può cancellarla con una bugia di pari livello annullandone l'effetto. (Consumo Basso)
     
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    [Little Red]

    La tazzina va in frantumi sotto il sorriso del giovane corvino che, immediatamente, muta in uno sguardo irritato. Le iridi grigie si posano su di te, seguendo attentamente i tuoi movimenti. Il liquido scuro, intanto, cola lungo il tavolo in pietra e si posiziona nei pori del materiale, visibilmente grezzo.

    jpg

    « Hai ragione. »

    Scandisce lentamente il tuo ospite. Mentre la tensione aumenta, puoi sentire cambiare la consistenza della pietra di cui il tavolo è composto. I tuoi piedi iniziano a sprofondare nell’illusione di essere intrappolata e il liquido che si era posato sul tavolo, ora galleggia nell’aria in piccole bolle scure.

    « Dobbiamo rimediare. »

    Le iridi grigie si posano su di te, mentre la bocca del tuo ospite muta in un sadico sorriso. L’aria inizia a farsi pesante, ma non è solo la tensione accumulata tra i vostri sguardi, che quasi fa sprigionare delle scintille. Anche se la tua vista non te lo consente, sicuramente percepisci grazie ai tuoi sensi sviluppati che la densità dell’aria è cambiata.
    Non solo. L’ossigeno sembra allontanarsi da te, come se una forza misteriosa lo spinga lontano dalla tua posizione.

    Mentre l’aria si fa pesante, composta principalmente da azoto e anidride carbonica, sei bolle scure ti si scagliano contro come proiettili, puntando alle tue gambe e al basso ventre.


    BONX’ BOX
    Interrompo la normale rotazione per portare avanti questo piccolo scontro. Così facendo, avete guadagnato altri dieci giorni per postare.

    Little Red: l’illusione del tavolo è una tecnica di livello Alto, contrastabile con una tecnica apposita. Le sei bolle contano come un attacco multiplo di consumo Medio (eventuale danno da perforazione), mentre la mancanza di ossigeno considerala come una tecnica ad Area di consumo Medio, con te come epicentro (7m da te).

    Re Aureo & Kagayaku: se seguite i vostri interlocutori, arrivate durante questo turno: decidete voi se intervenire o meno.

    Per qualsiasi cosa, scrivetemi nel bando o in privato.

    Turni: Little Red per ultima. Re Aureo e Kagayaku Yami quando volete.
    Scadenza: 23 ottobre.
     
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    Oltre la porta di quel salone olografico incontrò la proiezione di un esemplare maschio di ominide. Intuì che si trattava di una mera scorciatoia ambulante, generata per orientare il visitatore verso l’origine della visione onirica, perciò si avviò attraverso quel limbo mentale. Raggiunse la macchia vegetale precedentemente avvistata, dove un esemplare ibrido di canide-ominide femmina stava ingaggiando battaglia con un altro omuncolo, sosia della guida di poc’anzi.

    Si palesò capovolto, appeso come un pipistrello al ramo di un albero al limitare della radura. Sfidando la finta gravità di quel non-luogo, anche gli stracci dorati del Re sarebbero rimasti ordinatamente a coprirne le fattezze.

    « Perché mi hai evocato? »

    Mantenendo un’opportuna distanza di sicurezza dallo scontro in atto, l’Innominabile trasmise il suo messaggio con cadenza innaturale ma perfettamente comprensibile: la continua assimilazione di menti senzienti locali gli aveva permesso di afferrare i fondamenti della comunicazione fonetica, senza contare che nel mondo dei sogni poteva facilmente connotare un flusso di pensieri tramite recondite implicazioni.

    Pur riconoscendo nell’ominide ostile il mandante della convocazione, il Re Aureo non conosceva invece il ruolo degli altri bipedi sopraggiunti nel sogno: per quel che ne sapeva, poteva trattarsi di semplici visioni o di altri ospiti trattati con dubbio riguardo. La figura anomala vestita di cenci d’oro aspettava di conoscere le motivazioni di un avvicinamento così poco ortodosso, e nel mentre lasciava la propria firma occulta incidendo il tessuto del piano astrale: un osservatore esterno lo avrebbe interpretato come un banale dondolio, ma l’avatar dell’abominio stava tracciando la propria triscele sul ramo a cui era agganciato – una semplice precauzione nel caso in cui quell’incontro fosse degenerato ulteriormente.


    Stato fisico: ottimale
    Stato mentale: ottimale
    Energia: 100%
    Equipaggiamento:
    Otherwordly Anatomy
    Ho contemplato qualcosa che non dovrebbe esistere: qualcosa di estraneo, alieno e inconcepibile. Un surreale abominio che piega le leggi della realtà per com’è intesa dai comuni mortali. Nessuno sa da dove sia giunto - se sia un rigurgito del Maelstrom o un’anomalia autoctona di questo mondo - né che cosa sia veramente: le appendici tentacolari che talvolta straripano dai suoi cenci d’oro seguono i dettami di una geometria a me ignota. La conformazione di quei criptici barbigli non gli ha comunque impedito di strisciare sul soffitto, per poi sgusciare agilmente alle spalle del mio scudiero e strangolarlo senza pietà coi due prolungamenti più estesi.
    [Due appendici aggiuntive | Aderenza alle superfici]

    Passive:
    Unspeakable Presence
    Fissando il vuoto mi sono sentito impotente al suo cospetto. La sola vicinanza di quell’essere mi ha fatto dubitare del mio raziocinio. Non potevo accettare ciò che stava succedendo, dovevo svegliarmi subito da quell’incubo. Pizzicarmi nervosamente la pelle fino a sanguinare non è bastato a far smettere quella colata di metallo fuso nel mio cervello. Quando sono rinvenuto dallo stato catatonico ho preferito negare l’accaduto, anche di fronte ai cadaveri e alla scia di miseria che si era lasciato alle spalle. Era stata solo un’orribile allucinazione… niente di più.
    [Aura di alienazione]

    Golden Glyph
    L’icona dell’Innominabile è una triscele deforme e repellente, con cui in breve tempo ha inquinato gli angoli più frequentati del Presidio, riuscendo al contempo a celarla agli sguardi coscienti. Il Glifo Aureo si rivolge infatti al subconscio, come un messaggio subliminale occultato nei luoghi più disparati: tra gli incastri delle fronde nella foresta boreale, nella foschia che risale le pendici montuose, perfino sull’acciottolato delle piazze in cui gli ignari popolani subiscono una prolungata esposizione al simbolo. Una volta familiarizzate le masse con un tappezzamento tanto pervasivo, l’attivazione del marchio provoca una risposta morbosa negli astanti, che si scoprono mentalmente assuefatti al suo fascino magnetico – come se un paraocchi etereo impedisse loro di rivolgere l’attenzione sul resto del mondo.
    [Grafia su qualunque superficie | Malia variabile di dipendenza]

    Attive utilizzate: /
     
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    « Ciao, Kagayaku. »

    Un brivido percosse la schiena del ragazzo, che lentamente si voltò nella direzione del suo interlocutore.
    Si aspettò un figura oscura, magari incappucciata, tipica degli killer.
    Invece, a sua grande sorpresa, si ritrovò un ragazzo allegro dai capelli neri che lo stava fissando.
    Il suo abbigliamento casual poi, non poteva nemmeno richiamare alla mente la figura di un assassino classico, però poteva notare che i suoi scarponi sporchi sembravano sporchi di terra, ciò fece riflettere il ragazzo.

    Non sembra per nulla un assassino come quelli dei libri che leggevo, magari è uno così esperto che non ha bisogno di cammuffarsi? Può essere.
    E le sue scarpe? Perchè sono sporche di terra? Che sia tornato ora dal sotterrare un cadavere? Però, che efficenza.


    « Spero tu stia bene. Facciamo un giro, ti va? »

    Il ragazzo annuì con la testa e senza emettere un suono, seguì lo sconosciuto, cercando di capire il "come" e il "perché" di questa faccenda?

    Di certo la fuga, pur giusta, sarebbe inutile.
    Se mi ha trovato così, chissà quanto ci metterebbe a trovarmi una seconda volta...


    Pensò Kagayaku, mentre valutava l'opzione di darsela a gambe, una "ritirata strategica" è, quasi sempre, una soluzione molto allettante.
    Si iniziò ad avviare con calma verso la posizione e girando l'angolo si iniziò ad aprire una porta che sembrava condurre su una foresta, entrò, quasi esitando, in quel curioso luogo.
    Colse con la coda dell'occhio il ragazzo con cui stava parlando in biblioteca e iniziò a seguirlo, facendo un po’ di fatica a camminare nella boscaglia, fino a quando non giunse finalmente ad un tavolo, poté notare una battaglia in corso e poi... qualcun'altro, o meglio qualcosa, qualcosa coperto da uno strato di tessuto fatto a brandelli seppur dorato.
    Quando posò gli occhi su questa creatura un senso di incompetenza colpì Kagayaku, qualcosa stava crescendo all'interno del ragazzo, una voglia di fuggire, voleva andarsene, voleva avere solo un briciolo di libertà, non voleva di certo avere a che fare con combattimenti o quella cosa.
    Ripensando però alle sue conclusioni poco fa, si fece coraggio, stando immobile sul luogo, stringendo i pugni e abbassando lo sguardo.


    Salute: 100%

    Energia: 100%

    Classe: Fighter [Primaria] | Elementalist

    Passive:

    - Day form: Il suo corpo è in grado di catturare e immagazzinare raggi UV dati dal sole che verranno poi trasformati passivamente in energia cinetica che Kagayaku canalizza nel proprio corpo naturalmente.
    Facendo ciò il suo corpo cresce esponenzialmente per sostenere l'energia cinetica canalizzata.
    Ciò aumenta forza, velocità e agilità di Kagayaku esponenzialmente in base all'orario.
    Nel caso non fosse possibile trasformarsi, Kagayaku sarebbe ancora in grado di utilizzarla ma non al suo pieno potenziale o nel caso usasse il 100% il suo corpo riceverebbe gravi ustioni e lesioni.
    Uno volta raggiunto un picco a mezzogiorno, il suo potere inizierà a diminuire fino al tramonto, al contrario tra l'alba e mezzogiorno ci sarà un continuo aumento di potere.
    [Bonus: Forza | Velocità | Agilità {Malus: Pomeriggio}]

    - Nigth form: Durante la notte, in base al tipo di luna(nuova, piena, ecc..), grazie alla luce che viene riflessa dalla luna, Kagayaku è in grado di manipolare la luce che viene immagazzinata nel corpo.
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    Metamorfosi: Durante il giorno Kagayaku assume le sembianze di un biondo muscoloso ma al calare della notte i suoi muscoli si "sgonfiano" lasciando spazio ad un gracile ragazzino con i capelli neri.
    [Metamorfosi Scenica]

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    Si rese conto solo allora che aveva fame. Quella sensazione di morsi, come avere una bocca all'interno della pancia che si apre, si chiude. Sputa aria fetida. Si contorce agitando le viscere. La fame è la sensazione più disgustosa del mondo. Si può saltare merenda e avere appetito e non è niente. Si può stare dieci giorni senza toccare cibo ed essere affamati, ma è meno di niente. Quanti hanno provato la vera fame? Oh, devi assaggiare il fiele dell'ossessione prima di provarla davvero. E quando arrivi a sentirla sei già pazzo.
    I lampi di energia erano scialbi e senza carattere, cibo non speziato a dovere. Manca tutto, manca perfino il sale, una roba così è immangiabile. Cappuccetto Rosso l'avrebbe assaggiata ugualmente per far contento l'ospite, ma di nascosto l'avrebbe sputata via, per non vomitare. Una roba così non si può servire, è un'offesa. Ma come si fa a sprecare il cibo quando si ha fame? Che domanda stupida da idioti con la bocca sporca di latte! Fate funzionare il cervello: lei non sarebbe mica così tanto affamata se potesse buttar giù un boccone così insipido.

    Il suono delle bolle di liquido che le fracassano la carne penetrando in profondità le rimbomba otto volte in tutto il corpo, scuote il sangue e le fa ribollire i sensi, i cinque normali e poi tutti quelli spirituali, gli unici che avevano vagamente notato altre presenze. Non gliene fregava niente in quel momento, doveva buttar giù un boccone immangiabile, era già una rottura. Non c'è posto per voi, avvicinatevi mentre mangio e vi ammazzo. Come toccare la ciotola ad un cane con la rogna che non mangia da giorni, ma che ha ancora i denti tutti quanti al loro posto.

    png

    « EhEhE. HeH heH Heh! »
    Ma va bene così. Posso esser buona.

    Strapparti la carne dalle ossa. Dovevi solo darmi un buon motivo per rimandare a dopo.
    Me ne hai dato uno buono per farlo ora e adesso.


    Strappò via l'illusione a mani nude, squarciandola come si fa con un sudario di seta delicata. Premette gli artigli e tirò verso l'esterno, attraversandolo come se fosse di consistenza fisica. Poiché per lei lo era senza dubbio. Ci sono creature per cui la magia è come acqua per i pesci, come aria per gli uccelli. E la magia non richiede trucchi evolutivi come branchie o ali, bastano solo occhi in cui specchiare la propria anima, ed una volontà virtuosa o implacabile. Era consapevole di un qualche trucco che le aveva sottratto via ossigeno, aveva percepito le energie magiche avvilupparla prima ancora di notare il cambiamento nell'aria. Il fatto che si trattasse di semplice anidride carbonica e non di un veleno che le negava il respiro era irrilevante: non aveva né il tempo né il bisogno di rifletterci su, agiva d'istinto. Se lei non può respirare, nemmeno lui avrebbe potuto farlo. E mentre balzava in avanti con rabbia ferina le scappava da ridere, anche se così sprecava anche quelle poche stille di preziosa aria ancora immagazzinata nei polmoni.

    In un lampo, si lanciò addosso alla preda in tre rapide falcate, mirando ad aggrapparsi al polso destro di questi con tutta la sua considerevole forza fisica. Gli artigli potevano lacerare la carne come fossero coltelli, aiutata dallo slancio avrebbe premuto fino a spezzare l'osso, mentre con tutta la violenza dello slancio si sarebbe proiettata sul collo mordendo come un cane, tirando e squarciando con la dentatura umana ma con la ferocia di una bestia. E solo allora sarebbe arrivato il resto del suo peso, e l'impatto più considerevole. Era piccola e minuta, ma si era scagliata in avanti con la forza di un treno in corsa, il suo peso era moltiplicato molte volte dallo slancio ottenuto e dalla brutale veemenza dell'assalto, mirava a buttarlo al suolo, di schiacciargli lo stomaco con una ginocchiata, non immediatamente letale come fendere le ossa del polso o strappargli via la giugulare con un morso ma ancora più devastante in quanto l'aura in cui non era più possibile respirare si estendeva con lei come epicentro, ed ora l'incantesimo si ritorceva contro il suo stesso caster poiché né lui né lei erano più in grado di attingere alla risorsa vitale chiamata ossigeno.
    E quindi tutto si riduceva solo una efferata lotta per la sopravvivenza, la resistenza del fisico contava molto più della magia o della destrezza. Chi dei due avrebbe vantato la maggiore tenacia per continuare a dibattersi senza sosta pur con i polmoni in fiamme? Chi avrebbe ceduto per primo, l'arcanista o la bestia?

    Status: Danni multipli da perforazione (Medio)
    Riserva energetica: 75%
    Abilità Passiva: Hollow Inside - Bonus Forza; Bonus Agilità; Riserva energetica aumentata; Artigli Retrattili
    Abilità Passiva: Faceless - Udito Potenziato; Olfatto Potenziato; Auspex; Mindfuck Alert; Immortalità

    Sintesi: Squarcia la tecnica illusoria usando Fill a Dream, si lancia in avanti usando The First Lie e subendo danni dalla grandinata di colpi alle gambe ed al basso ventre, nonché la tecnica che le sottrae ossigeno. Si scaraventa sull'avversario portandosi a distanza zero per fare in modo che anche quest'ultimo sia affetto dalla sua stessa tecnica, tenta di afferrare il polso e di stringerlo con le mani trasformate in artigli e quindi di triturarlo, gli azzanna la gola per strappare la giugulare e gli preme tutto il peso in una ginocchiata alla bocca dello stomaco per cavargli fuori tutto l'ossigeno che gli è rimasto nei polmoni.

    Fill a Dream - La magia scorre libera nel reame delle Fiabe, ed esse ne sono permeate. Se i corpi degli esseri umani sono per il settanta percento composti d'acqua, le essenze delle fiabe sono per il settanta percento costituite di magia, e per il restante trenta percento di speranza, disperazione, sogni ed incubi in egual misura. Cappuccetto Rosso può interagire fisicamente con la magia e con le tecniche elementari, quindi ne consegue che immettendo la propria energia nelle trame magiche le può infrangere con la stessa facilità con cui un mortale strapperebbe a mani nude un velo di seta. Si tratta di un'abilità puramente difensiva che consente di disgregare tecniche di natura magica usando come tramite il contatto fisico, mediante un consumo di energia pari o superiore a quello della tecnica che si vuole distruggere. (Consumo Alto)

    The First Lie - Essenzialmente tre balzi di rapidità straordinaria e tre attacchi fisici separati, tre movimenti che Cappuccetto Rosso ha facoltà di gestire come preferisce. Individui poco preparati e non dotati di riflessi molto al di sopra della norma riusciranno a malapena a seguire con lo sguardo i suoi spostamenti, mentre lei colpisce con rabbiosi attacchi ciascuno in grado di strappare via pelle e carne o spezzare ossa. (Consumo Medio)
     
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    [Tutti]

    Sotto lo sguardo indifferente del Re Aureo e quello (giustamente) terrorizzato di Kagayaku, la figura di rosso vestita strappa l’illusione che aveva preteso di intrappolarle i piedi. La roccia si lacera sotto le sue unghie, ormai divenuti artigli, e, senza un suono, brandelli di illusione planano docilmente verso il suolo, sparendo prima di toccar terra.

    Incurante delle ferite, Little Red si lancia in avanti, sulla misteriosa figura che vi ha invitati in quel luogo. Preso alla sprovvista, il giovane non fa in tempo nemmeno ad alzarsi. Gli artigli afferrano facilmente il polso avversario e spezzano l’osso con un suono secco, che per un attimo rimbomba nella foresta, coprendo il ticchettio dell’orologio rotto alle spalle della scena.

    Immediatamente, le iridi grigie del giovane si spengono e la testa ricade all’indietro, come svenuto. Little Red addenta facilmente il collo esposto e l’impatto del ginocchio contro il costato avversario, ormai inerte e già sbilanciato dal peso della giovane, sfonda la cassa toracica con un altro sonoro clack di ossa rotte. Il sangue schizza sul volto e sui vestiti della figura che sovrasta il corpo morto, saziandosi delle sue carni. Strappata la giugulare con forza, uno zampillo di sangue macchia il terreno con una pozza scura e densa, che si allarga fino allo svuotamente del cadavere.

    Sotto gli ultimi raggi spenti del sole calante, mentre il ticchettio dell’orologio continua incessante alle spalle della scena, gli alberi perdono le foglie e la temperatura si abbassa sulla radura. Le lancette, ora, segnano le 10:59, mentre la compagna dei secondi si ritrova ancora incastrata nel suo loop infinito.
    Un vento gelido, come quelli che spirano nelle steppe del Nord, spazza la radura, soffiando le foglie morte in un vortice che si concretizza davanti all’enorme porta alle spalle del tavolo.

    Quando il vento si placa e le foglie spariscono prima di toccare terra, come l’illusione della pietra poco prima, due figure si parano davanti alla scena. Vestono entrambe un lungo cappotto nero fino al ginocchio, pantaloni del medesimo colore e una maglia chiara sotto. Hanno entrambe lo stesso volto, identico a quello del cadavere, del maggiordomo e del giovane che ha vi hanno accolti e che ora sono spariti come le foglie morte. Ed entrambi non vengono percepiti dai vostri sensi se non come parte del luogo, proprio come il tavolo o gli alberi.

    « Te l’avevo detto. È perfetta. »

    Esordisce quello di destra, visibilmente compiaciuto.

    « Perfetta? È un animale rabbioso. Ti sbranerà alla prima occasione. »

    « È proprio ciò che ci serve. »

    Con un sorriso affabile quanto sinistro, la figura di destra fa un passo avanti.

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    « Ti andrebbe di sbranare qualcuno per me? »

    La figura di sinistra, intanto, è semplicemente scomparsa dal suo posto per riapparire vari metri alle spalle di Little Red. Posa il suo sguardo sul Re Aureo con un cipiglio interrogativo, per poi spostare le iridi grigie in quelle di Kagayaku.

    « Abbiamo una missione per voi. Possiamo contare sul vostro aiuto? »


    BONX’ BOX
    Morto il fantoccio che avrebbe dovuto trattare con voi, appaiono le due figure che si celano dietro il tutto (sì, le due del bando, esatto!). I vostri auspex, così come eventuali sensi sviluppati, non le percepiscono come figure a sé, ma come parte del luogo dove vi trovate, per cui non percepite nemmeno i loro spostamenti.

    Anche questa volta, vi lascio l’iniziativa.

    Per qualsiasi cosa, scrivetemi nel bando o in privato.

    Turni: //
    Scadenza: 28 ottobre.
     
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