Even when we're smilin' out of fear...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    Il corridoio immerso nella semioscurità si assemblava rapidamente mano a mano che proseguiva, pannelli di metallo scuro che si montavano uno ad uno con suoni ovattati e piastrelle di un grigio smorto che si saldavano l'una con l'altra come tante dita che si intrecciavano a formare un passaggio. Non c'era luce in fondo al tunnel, solo altro buio rischiarato dalla luna ed un sentiero immerso in una foresta abitata da alberi contorti. Ricordava bene Il Paese delle Meraviglie: era un posto distorto e malato anche prima di perdere il suo sovrano, fatto di colori finto-vivaci e dove ben poche cose avevano senso. Anche quando tutto andava per il meglio le risate nascondevano le grida e non era un bel posto dove perdersi. Adesso quel mondo stava morendo, ma era assai più restio a svanire rispetto alla fiaba di Biancaneve. Alcuni sovrani abitavano ancora quelle lande, tenevano tenacemente in vita i loro sudditi anche se la loro storia era finita da un pezzo. Ormai non erano neanche più fiabe, bensì incubi attaccati ad un'esistenza che non è mai stata tale.

    « Riful, che cos'hai...? Sei strana. Per caso hai sonno? »
    La voce di Bianca le rimbombava nella testa, inattesa e inopportuna. Faticava a tenere gli occhi aperti, ma non era semplice stanchezza. Si trascinava a fatica, lasciando dietro di se una scia di gocce di sangue. Aveva tutta la casacca imbrattata, ormai sembrava nera quasi quanto la mantellina ed il cappello a punta da strega, e l'impugnatura del pugnale d'argento le sbucava dal ventre. Faceva male, ma non aveva il coraggio di toglierlo da lì, temeva che poi sarebbe sopravvissuta.
    Trovarono il sentiero alla luce di una falce di luna, e ben presto i cartelli indicarono la direzione giusta. Il te’ dei matti era dietro l'angolo, e gli invitati erano già ai loro posti. Anche loro avevano un invito, ed era una fortuna. Di solito non c'è mai posto...

    « Oh... eccoci arrivate! Guarda, hanno già servito il te’! »
    Con un gran sorriso piacevole sul bel viso dai lineamenti candidi, Biancaneve iniziò a sbracciarsi per richiamare l'attenzione dei presenti.
    « Ehi, siamo qui!!! Eccoci!!! Siamo in ritardo...? »
    incapace di trattenersi, la principessa corse via, precedendo di poco l'amica che non aveva la forza fisica per imitarla. Trovò subito il suo posto, contrassegnato dal proprio nome, sedette composta e attese che le fosse servito il te’.

    Riful, invece, non aveva bisogno di cercare il proprio nome. In un angolino della lunga tavolata, i bicchieri erano ribaltati ed i piatti spezzati, c'era una teiera rossa dai motivi fioriti sbeccata rovesciata e le zollette di zucchero si erano mezze sciolte nel te’ che si era sparso un po' ovunque. La tovaglia sporca era tagliata in più punti, e con essa anche lo spesso legno della tavola presentava incisioni. Tre distinte incisioni lasciate da un'arma dalla punta uncinata, simile ad una falce...
    Stanca per il lungo viaggio, Riful sedette lì ed attese. Come alzò gli occhi incrociò lo sguardo di un giovane uomo dall'aria distinta, in abiti tipici del milleseicento francese, con un ampio cappello piumato sulla testa e baffi curati. Lui notò il suo sguardo, tolse il copricapo e si produsse in un saluto cortese, con modi compiaciuti.

    « Bonjour! »
    Le disse in tono colloquiale.
    « Sono felice di rivederla così presto! »

    « Tu sei il Gatto con gli Stivali. »
    Sentenziò Riful, al che lui annuì.
    « Sei uno stolto. Te ne sei andato proprio quando è comparso il tuo principe Grimm. »

    « Sono stato precipitoso una volta, mademoiselle. »
    Ammise lui, a malincuore.
    « Inoltre, avevo dei compagni a fare le mie veci. »

    « Hanno fallito. »
    Sentenziò con cattiveria Riful, senza ottenere risposta.
    « Abbiamo fallito tutti quanti. »

    « No, non è così. C'è ancora speranza! Ma non è il momento giusto per indurre in simili storie tristi. Non è bello essere tutti qui a prendere il te’ come amici, almeno un'ultima volta prima di partire... »
    Di fianco al Conte D'Artagnan, sedeva una bella fanciulla dagli occhi color smeraldo e con il cappuccio scarlatto ben calcato sulla testolina incorniciata da trecce biondo oro. Sorrise dolcemente mentre, come gli altri, attendeva l'inizio del party e mordicchiava un biscotto con aria tristemente felice. Aveva sostenuto il Duello della Verità con la sua controparte malvagia, e ne era uscita sconfitta. Ora era solo una fiaba morta e senza nome, Riful dubitava che fosse davvero in grado di andarsene, ma non aveva voglia di contraddirla. Quella era una fiaba particolarmente sciocca ed ottimista, e bisogna essere delle persone davvero buone per cercare di far ragionare gli stupidi...

    png

    « Non sono venuta qui a prendere il te’... »
    Le disse allora Riful, scostando il piattino di fianco ai tre sfregi sul legno. Sotto il piatto vi era un fazzoletto, e avvolta nel fazzoletto vi era una chiave dorata. Allora l'incubo che un tempo era stata la memoria di Riful del casato Von Liebewitz alzò gli occhi ametista, guardò dritta l'ombra situata a capotavola e si rivolse ad essa in tono astioso.
    « Me la riprendo, poiché è ancora mia. Non ti dispiace, non è vero... Cappellaio Matto? »

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    Erano bui i sentieri di quel Paese delle Meraviglie: le leggi di quello stesso mondo lo avevano reso un dedalo contorto di geometrie impossibili, infestato da creature ridotte all'ombra di sé stesse, e dove prima c'era colorata follia, ora incubi grotteschi si celavano nell'oscurità, pronti a ghermire i sognatori troppo incauti come segugi infernali in caccia di anime dannate, inseguendoli nella veglia come echi dei loro ricordi tormentati...

    Per questo, contemplando il singolare spettacolo con mente lucida (un qualcosa che ben strideva con l'essenza stessa del suo titolo usurpato), il padrone di casa trovò sulle prime curioso che quelle Fiabe avesse scelto proprio il
    “suo” desco per la loro adunanza; e tuttavia, quale posto migliore di una pazza Festa da Thé per tenersi aggiornati sulle ultime novità?

    « Oh... eccoci arrivate! Guarda, hanno già servito il te’! »
    esordì Biancaneve con un ampio candido sorriso, sbucando nella radura
    « Ehi, siamo qui!!! Eccoci!!! Siamo in ritardo...? »

    Sbracciandosi per salutare i convitati e richiamarne l'attenzione, la Sanguinaria raggiunse in tutta fretta la tavolata riccamente imbandita e prese seggio davanti al proprio segna-posto, lasciando indietro di qualche passo la fanciulla albina a cui si era accompagnata... e fu proprio su questa che si soffermarono gli occhi cerulei del Cappellaio Matto, belli e distaccati come un cielo sereno e privo di nubi – e come quel cielo, distante mille miglia dalla miseria di quel luogo.

    Dapprima, il Maestro della cerimonia del thé ristette immobile, quasi raggelato, studiando la figuretta della Strega mentre arrancava verso un sedile preciso... e sul suo placido viso intonacato di bianco trapelò la confusa incredulità con cui qualcuno contemplerebbe un fantasma; gli ci vollero alcuni istanti -nonché le conoscenze e le percezioni di cui il suo Ruolo l'aveva dotato- per rendersi conto che quella presenza non corrispondeva alla creatura che sapeva reclusa altrove.

    Quella non era la Riful originale, ma una mera copia generata dai suoi ricordi, e poiché la cosa non poneva a rischio i suoi piani, il suo tipico sorriso affettato tornò ad aleggiare sulle labbra nere del Pierrot.

    jpg
    « . . . »

    Stancamente, l'Incantatrice di Celentir si lasciò cadere sulla medesima sedia che aveva occupato un tempo, e -subito- il giovane e nobile Moschettiere che sedeva di fronte a lei le rivolse la parola.

    « Bonjour! Sono felice di rivederla così presto! »
    esordì quello, rimuovendo il copricapo piumato in un ossequioso saluto

    « Tu sei il Gatto con gli Stivali. »
    ribatté la ragazzina, riconoscendolo, prima di redarguirlo
    « Sei uno stolto. Te ne sei andato proprio quando è comparso il tuo principe Grimm. »

    « Sono stato precipitoso una volta, mademoiselle.
    Inoltre, avevo dei compagni a fare le mie veci.
    »

    « Hanno fallito. Abbiamo fallito tutti quanti. »

    « No, non è così. C'è ancora speranza!
    Ma non è il momento giusto per indurre in simili storie tristi.
    »
    si intromise la Vera Fiaba dal cappuccio cremisi, seduta accanto a D'Artagnan
    « Non è bello essere tutti qui a prendere il te’ come amici,
    almeno un'ultima volta prima di partire...?
    »

    « Non sono venuta qui a prendere il te’... »

    E mentre il Cappellaio sollevava con eleganza la destra, per muovere con essa un cenno che avrebbe imposto alle porcellane in tavola di servire il thé per tutti i commensali, la Strega recuperò da sotto il proprio piattino un fazzoletto in cui un'altra sé stessa aveva un tempo ormai remoto celato una chiave dorata.

    « Me la riprendo, poiché è ancora mia. »
    con tono astioso, interpellò direttamente il padrone di casa
    « Non ti dispiace, non è vero... Cappellaio Matto? »

    L'arco di un sorriso affabile ridisegnò la bocca dipinta del Pierrot al pensiero di come sarebbe stato ribattere che, no: non era affatto “sua” come pensava, ma dal momento che le beghe di quel mondo lo riguardavano poco o nulla, preferì soprassedere alla succosa tentazione di compiere quella cattiveria gratuita; tuttavia, non era nemmeno così propenso a lasciare che la Memoria morente si dileguasse tanto in fretta... dopotutto, anche così ridotta poteva ancora servirgli in almeno un paio di modi.

    jpg« Nessun dispiacere per una vecchia chiave dorata,
    cara Strega d'Argento Riful – si figuri. »

    la rassicurò benevolo, con un'alzata di spalle e un tono conciliante
    « Vederla andare via senza neppur accettare una tazza di thé, quello sì che sarebbe avvilente. »

    Ad un nuovo discreto gesto dell'essere assiso in trono a capotavola, un grazioso canestrino di neri giunchi intrecciati -e coronato di un bel tovagliolo di seta vermiglia- si avvicinò alla fanciulla albina, sgambettando sulla tovaglia con le sue sottili zampette di ragno e offrendole il suo contenuto fatto di biscotti, madeleine, scones e riproduzioni di piccoli frutti in pasta di mandorle.

    « E se non dovesse aver tempo da dedicarci, in cambio della piccola gentilezza di aver custodito il suo segreto, mi accontenterei di sapere cosa le è accaduto... e, magari, di vedere un po' più da vicino quel bel coltello d'argento. »

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    « Nessun dispiacere per una vecchia chiave dorata,
    cara Strega d'Argento Riful – si figuri. »

    Riserbò al Sovrano di quei luoghi uno sguardo diffidente, sulla difensiva come se si aspettasse un inganno.
    « Vederla andare via senza neppur accettare una tazza di thé, quello sì che sarebbe avvilente. »
    Riful deglutì, sentendo la gola riarsa e la mente annebbiata. Quella tavolata, quel luogo, le ricordavano un dipinto malato che aveva visto in un'altra vita, in un altro mondo. Fate, fauni e labirinti, una tavola imbandita ed un demone cieco. "Vedrete un sontuoso banchetto...", avvertì una voce immaginaria. "... Ma non bevete e non mangiate... nulla! Assolutamente... nulla! Ne va della vostra vita..."
    Fu in quel momento che Riful ebbe un capogiro. Per un momento le fronde degli alberi vorticarono, le stelle sorrisero e la luna sembrò sghignazzare canzonatoria, ma si resse al tavolo con una mano e scacciò quella sensazione. Non è ancora il momento... Ripeté stoica a se stessa. E non doveva confondere le fiabe, si trovava nel Paese delle Meraviglie, e quello era solo il Cappellaio Matto, non un demone. Quasi a scacciare quelle sensazioni orribili, prese con foga un dolcetto di marzapane e lo infilò in bocca, masticando in un gesto quasi rabbioso. La sensazione dolce si diffuse nella bocca, ma ben presto diventò amara come una medicina e riuscì a buttarlo giù solo con un grande sforzo.

    « E se non dovesse aver tempo da dedicarci, in cambio della piccola gentilezza di aver custodito il suo segreto, mi accontenterei di sapere cosa le è accaduto... e, magari, di vedere un po' più da vicino quel bel coltello d'argento. »
    Lei annuì, avvicinandosi a piccoli passi. Socchiuse gli occhi, prese un sospiro e una volta al cospetto del trono del Cappellaio dai capelli arancioni, afferrò con entrambe le mani l'impugnatura del pugnale che Zero le aveva conficcato nel ventre.

    « E sia. Un giusto pagamento per averla conservata per... »
    Esitò, un lampo di disperazione che le fiammeggiava negli occhi ametista.
    Giorni? Mesi? Anni? Quanto tempo era passato...? Il tempo nelle fiabe non ha senso...
    « ... Per tutto questo tempo. »
    Concluse infine, con il rischio di piangere di nuovo.
    Non avrebbe voluto togliere il pugnale, temeva che la ferita e la perdita di sangue non sarebbero state sufficienti ad ucciderla, e lei in quel momento desiderava talmente tanto cessare di nuovo di esistere, tornare all'oblio e dimenticare. Quel pugnale non era solo un modo per distruggere un incubo, era anche l'unico mezzo per far cessare il dolore. Però era alla tavola del Cappellaio Matto. Lui voleva vedere da vicino quel pugnale, e Riful per un'ultima volta l'avrebbe accontentato. Strappò via l'arma, rischiando di perdere i sensi per il lampo di sofferenza. Le carni sembravano fuoco liquido, ma non avrebbe ceduto, né si sarebbe piegata di nuovo. Con un riflesso di orgoglio si tenne in piedi, e abbandonò l'arma stregata su di un piatto vuoto di quel pazzo commensale dal volto dipinto.

    « Il pugnale d'argento incantato dall'Arcimaga Almerius, il Saggio della Luce. Capace di rimuovere un incubo dal tessuto di una fiaba allo stesso modo in cui una lama incandescente cauterizza una ferita infetta. »
    Spiegò Riful, sedendo senza però abbandonarsi allo schienale.
    « Avevo lasciato... una mia memoria, tanto tempo fa. Un ricordo. Era contenuta in un sogno, il più bello che io abbia mai fatto. Ma col tempo si è corrotto, ha attirato a se tanti piccoli frammenti di incubi che lo hanno lentamente destabilizzato, finché non era prossimo ad estinguersi. Avrebbe dovuto finire così, spegnersi come tanti altri sogni... invece è successo qualcosa che ignoro. Qualcuno è arrivato e... ha alimentato quel ricordo, in qualche modo. Gli ha dato vita, ed in questo modo da semplice burattino di legno è diventato una bambina vera in grado di camminare nel mondo umano... »
    Chiuse gli occhi, prese un respiro.
    « Quel ricordo non... sa di essere tale. Ignorando con ostinazione tutte le contraddizioni dei suoi stessi ricordi si è convinta di essere me, di essere Riful, arrivando perfino a tornare qui per rispondere a delle domande, l'ultimo posto dove avrebbe dovuto cercare. L'avevo affidata a Zero dei Sette Saggi, ma anche lei è diversa da come la ricordavo. Non sapendo bene che fare e temendo di vedere anche quel ricordo trasformarsi in un incubo, lei ha tentato in tutti i modi di eliminarlo con ogni mezzo. »
    Con un ultimo sforzo si rialzò dalla sedia per avviarsi sul suo sentiero. Non poteva più aspettare...
    « Voglio... provare a proteggere questo ricordo così fragile. Però deve rimanere all'oscuro di tutto. Se scoprisse la verità impazzirebbe. Allora userò ciò che hai custodito per me. Aprirò un'ultima volta il mio personale Vaso di Pandora. » la piccola chiave d'oro brillò fra le sue dita. « Mi chiedo solo se... non sia davvero troppo stupido chiedere scusa ad un proprio ricordo. Cappellaio Matto... posso chiedere scusa per ciò che ho fatto, per ciò che sono diventata...? O è davvero troppo, troppo sciocco perfino per me...? »
    Voltò le spalle ai commensali, e senza una parola di commiato abbandonò la tavola, inoltrandosi nella foresta dove era facile smarrire la via, il senno e la ragione. Ma stavolta Riful non aveva paura.
    Lei conosceva la strada.

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    L'Avatar dei ricordi della Strega d'Argento, paradossalmente più vicina al vero di quanto sarebbe potuta essere l'originale, scrutò con iniziale diffidenza la figura garbata di quel Cappellaio bianco e nero: mentre barcollava sotto lo sforzo di essere ancora al mondo, Riful ne soppesò le parole affettate ma alla fine scelse di lasciare dietro di sé gli istintivi indugi e di accettare l'offerta del suo ospite; sbocconcellando rabbiosamente un dolcetto, annuì alle richieste che le erano state rivolte, e si fece strada fino al seggio a capotavola.

    « E sia. Un giusto pagamento per averla conservata per...
    ... Per tutto questo tempo.
    »

    Circondando con entrambe le mani l'elsa del pugnale -l'unica parte dell'arma che le affiorava dal ventre-, la fanciulla albina se lo estirpò dalle carni con un gesto secco e brutale, che contrasse il suo faccino in una smorfia sofferente e increspò persino la maschera serafica del Cappellaio con un cipiglio di sorpresa; infine, in un tintinnare argentino, il coltello sacrificale fu poi abbandonato su un vassoio circolare della stessa cromatura.

    « Il pugnale d'argento incantato dall'Arcimaga Almerius, il Saggio della Luce. Capace di rimuovere un incubo dal tessuto di una fiaba allo stesso modo in cui una lama incandescente cauterizza una ferita infetta. »

    jpgMentre le iridi azzurre del Satana Sovrano percorrevano ogni orpello di quell'artefatto, lasciando che i polpastrelli delle dita bianche e affusolate sfiorassero con cautela il piatto della lama, la ragazzina si mise seduta al proprio posto, probabilmente con null'altro intento che quello di cercare un appoggio nell'angolo del sedile e celar così l'opprimente debolezza che doveva starle rendendo le ginocchia malferme.

    « Avevo lasciato... una mia memoria, tanto tempo fa. Un ricordo. Era contenuta in un sogno, il più bello che io abbia mai fatto. Ma col tempo si è corrotto, ha attirato a se tanti piccoli frammenti di incubi che lo hanno lentamente destabilizzato, finché non era prossimo ad estinguersi. Avrebbe dovuto finire così, spegnersi come tanti altri sogni... invece è successo qualcosa che ignoro. Qualcuno è arrivato e... ha alimentato quel ricordo, in qualche modo. Gli ha dato vita, ed in questo modo da semplice burattino di legno è diventato una bambina vera in grado di camminare nel mondo umano... »

    Con uno stanco sospiro, la Strega chiuse momentaneamente gli occhi d'ametista, ma dopo quella breve pausa riprese la propria spiegazione, ripercorrendo con una lucidità che raramente le era appartenuta tutte le tappe che -a piccoli passi- l'avevano ricondotta lì... e, in rispettoso silenzio, il Cappellaio le dimostrò tutta la propria partecipazione, riportando su di lei le iridi cerulee che esprimevano persino un contegnoso rammarico.

    Nel mentre, si interrogò sulla possibile identità del misterioso artefice, responsabile di aver ridato corpo all'ombra di un ricordo, ricreando la vita -reale e concreta- da un sogno... e nella sua mente si fece strada un'idea. O, meglio,
    Ventidue.

    « Quel ricordo non... sa di essere tale. Ignorando con ostinazione tutte le contraddizioni dei suoi stessi ricordi si è convinta di essere me, di essere Riful, arrivando perfino a tornare qui per rispondere a delle domande, l'ultimo posto dove avrebbe dovuto cercare. L'avevo affidata a Zero dei Sette Saggi, ma anche lei è diversa da come la ricordavo. Non sapendo bene che fare e temendo di vedere anche quel ricordo trasformarsi in un incubo, lei ha tentato in tutti i modi di eliminarlo con ogni mezzo. »

    Menzionando persone ed eventi ignoti all'interlocutore dal volto dipinto, la Fiaba Morente si rimise in piedi e proseguì il suo racconto, che ormai -si poteva intuirlo- volgeva al termine: si alzò nuovamente dal proprio seggio, e stavolta non si sarebbe trattenuta dal proseguire; dopotutto, le mancavano da percorrere solo poche leghe prima di giungere alla ormai inevitabile conclusione della sua storia, e meta finale del suo ultimo viaggio...

    « Voglio... provare a proteggere questo ricordo così fragile. Però deve rimanere all'oscuro di tutto. Se scoprisse la verità impazzirebbe. Allora userò ciò che hai custodito per me. Aprirò un'ultima volta il mio personale Vaso di Pandora. »

    Il luogo del peccato da cui era fuggita...
    L'unico posto a cui aveva desiderato poter fare ritorno.


    « Mi chiedo solo se... non sia davvero troppo stupido chiedere scusa ad un proprio ricordo. Cappellaio Matto... posso chiedere scusa per ciò che ho fatto, per ciò che sono diventata...?
    O è davvero troppo, troppo sciocco perfino per me...?
    »

    Suscitando in lui una certa sorpresa, la fanciulla albina rivolse quella domanda direttamente al Sovrano del Paese delle Meraviglie, e mentre le di lui ciglia nere frustavano l'aria un paio di volte, accompagnando il battito delle sue palpebre ombreggiate dal trucco pesante, l'interpellato non poté far a meno di notare quanto fosse bizzarro e surreale chiedere una cosa del genere proprio al Satana della Superbia: la Superbia, che è regina di tutti i vizi capitali, che mai sbaglia e mai chiede scusa.

    Ma le Tenebre bramano la Luce, tanto da rimanerne affascinate, e -in quel momento- il dolore che la Strega d'Argento stava sperimentando bruciava puro come il sale e brillante come il sole... e la disperazione e il quieto abbandono nei suoi occhi d'ametista toccarono qualcosa nel Cappellaio, suscitandogli un accesso di compassione tutto sommato sincera verso quell'ingenua creatura.

    jpg« Per quel che valgono le parole di un folle Cappellaio... »
    esordì il Pierrot con tono rassicurante, indulgendo in una pausa ad effetto
    « ...confrontarsi con gli errori del passato e le gioie perdute è un gesto di grande coraggio. »
    sebbene Riful si fosse già voltata, incurvò le labbra nere in un sorriso affabile
    « Perciò... se può sembrare privo di senso chiedere scusa a un ricordo e a quello che abbiamo fatto a noi stessi:
    no, non lo è mai. »


    Per fortuna era pur sempre un Demone,
    così
    non gli costò nulla mentirle.

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    « Per quel che valgono le parole di un folle Cappellaio...
    ...confrontarsi con gli errori del passato e le gioie perdute è un gesto di grande coraggio. »

    Mentre il Cappellaio Matto proferiva quelle parole, la sagoma di Riful era già avvolta dalle nebbie magiche dei varchi dimensionali, oltre le fronde del Paese delle Meraviglie.
    « Perciò... se può sembrare privo di senso chiedere scusa a un ricordo e a quello che abbiamo fatto a noi stessi:
    no, non lo è mai. »


    Nessuno volle commentare le parole del Sovrano in nero, e nemmeno aggiungere qualcosa di suo. la Ragazza Scarlatta nel Cielo, che un tempo era stata Cappuccetto Rosso ed ora era solo una fiaba senza nome, si era limitata ad osservare la scena con occhi tristi, sorseggiando il suo te' come se la bevanda potesse sublimare quel momento. Davanti a lei, il Conte Dartagnan, che regnava sulle terre dei gatti come vassallo del Principe delle Fiabe, si era abbandonato sullo schienale, gli occhi socchiusi e le dita impegnate a tormentarsi i baffi sontuosi con aria meditabonda, poiché più di chiunque altro a quel tavolo era colui cui premeva la sorte del regno di fantasia in cui si trovavano, ed anche la scomparsa definitiva della Strega d'Argento per lui era un segno ed un presagio. Infine all'altro capo della lunga tavolata vi era Biancaneve la Sanguinaria, gli occhietti grigi vacui e distratti mentre teneva fra le mani la tazzina colma di liquido caldo e ambrato, soffiandovi dolcemente per un tempo tanto prolungato che veniva da chiedersi se avesse davvero intenzione di bere.

    « Un altro invitato... »
    Sussurrò senza rivolgersi a nessuno in particolare, al che le altre due fiabe sollevarono il capo e volsero lo sguardo nella stessa direzione da dove erano comparse Riful e Bianca poco prima. Quest'ultima finalmente bevve un sorso, poi prese un biscotto e ne morse un'estremità.
    « Aspettiamo molti altri invitati...? »
    Chiese in tono composto, prima che anche quel lampo di vitalità sparisse dal bel faccino di porcellana dell'Incubo.

    « Oheeee!!! Scusatemiiiiiii, sono in ritardo!!! Sono in ritardo!!! »
    Correndo e quasi inciampando nel comparire sulla scena, l'invitata più ovvia, ma non per questo la più scontata, finalmente comparve come al solito per ultima, come sempre quando ormai tutto era successo. O quasi.
    « Scusatemi! Chiedo scusa, ci ho messo tanto!!! Ho perso la strada, c'era la fila, non trovavo le chiavi, sono inciampata, ho dormito troppo, la valigia non si apriva, sono... Oh, salve! »

    png

    « Piacere di conoscervi, siete... degli amici del Cappellaio!!! Piacereeee, sono felicissima di conoscervi!!! »
    Era un'altra figura eccentrica, ma decisamente per nulla fuori luogo nel Paese delle Meraviglie. Il vestitino azzurro candido ed i lunghi capelli di un biondo lunghi, lisci e ben curati, ma non come il colore del grano o dell'oro bensì assai più chiari del previsto, quasi stessero cercando di diventare bianchi. Aveva una quantità di oggetti con se: una valigia con un sacco di sticker, uno per ogni mondo visitato, l'ombrellino personale della regina di cuori sotto cui vi era un eterno cielo sereno, ed il grande orologio da taschino che portava con se il Bianconiglio, ed ora le apparteneva, ma sopratutto una sfavillante pietra di zaffiro di un blu cangiante legata al collo, la quale emetteva un'aura misteriosa, cui nessuno dei presenti era in grado di rimanere indifferente. Sorridendo ed esibendosi in un inchino grazioso, la ragazzina corse da colui che presiedeva quel party di matti e gli balzò al collo, abbracciandolo felice.

    « Cappellaio Matto!!! Mi sei mancato tanto!!! Sono io, Alice!!! Sono tornata!!! »
    Nel ricomporsi, sciolse un piccolo nastro che teneva un piccolo cappello di colore scarlatto ben saldo sulla sua testolina, poco al di sopra della passata da cui sbucavano la parodia di orecchiucce da coniglio bianco che sembravano sottratte ad un peluche a grandezza naturale. Con un gran sorriso radioso, Alice offrì il cappellino al legittimo proprietario, poiché infine esso aveva ultimato il suo compito.
    « Posso finalmente ridartelo!! Ho fatto come mi hai detto, ci sono saltata dentro e grazie ad esso ho viaggiato un sacco! Ho visto posti bellissimi!!! Oh, avresti dovuto essere con me, Cappellaio Matto! Sapessi quante meraviglie ho visto, non basterebbe un giorno e una notte per raccontarti tutto! Inoltre... »
    Prese fra le mani la catena d'oro, e mostrò ai presenti lo zaffiro sfavillante.
    « L'ho trovata! E' la memoria che contiene Moojdart! Dicono che fosse un grande saggio di un certo ordine che un tempo era impegnato a salvaguardare questo mondo, lei ed altri cinque! Se trovo le altre, forse riuscirò a salvare tutti quanti, potrò... »

    « Sei. »
    La interruppe Cappuccetto Rosso, sorridendo. Alice, che era lanciatissima nel suo discorso, improvvisamente perse il filo e rimase per un po' sospesa a balbettare, poi infine guardò la fiaba rossa, facendo capire dal faccino dall'aria un po' tonta che non aveva capito.
    « Erano Sette, i saggi. Quindi dovresti dire lei ed altri sei. »
    Alice continuava a non capire, quindi la Ragazza Scarlatta nel Cielo sorrise e le spiegò meglio:
    « Almerius della Luce, Zero della Speranza, Fiethsing del Vento e Milest della Fiamma Vivente, Moojdart la Regina del Fantastico, Grusbalesta il Custode delle Pietre magiche ed infine Riful delle Ombre. Erano sette. »

    « Le troverò tutte! Tutte quante!!! »
    Annunciò sicura di se Alice stringendo i pugni, con la convinzione e l'entusiasmo degli ingenui.
    « Assieme al Cappellaio proteggerò il Paese delle Meraviglie e tutte le altre fiabe ad ogni costo!!! E' diventata la mia casa dopo che il mio mondo è stato distrutto, non lascerò che sparisca! »
    Guardò il diretto interessato e sorrise con coinvolgimento assolutamente inopportuno, in cerca di supporto.
    « Vero?? Vero??? Sapete, anche il Cappellaio Matto è scappato qui, io e lui siamo uguali!! ♥ »

    « Perbacco! »
    Esclamò Dartagnan sinceramente sorpreso da quella rivelazione, sfiorandosi il pizzetto appuntito.
    « Non vi sapevo originario di un altro mondo, monsieur Chapelier Fou! Cosa vi ha portato a trovare rifugio qui fra noi...? »

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    Così come era entrata in scena, la giovane Riful -colei che era stata la Strega d'Argento e il flagello di Celentis- si dileguò, lasciandosi alle spalle i paesaggi incredibili del Paese delle Meraviglie, gli effluvi deliziosi di thé e biscotti, ma -soprattutto- il rispettoso silenzio di commiato che fu osservato dai commensali in plenaria... fortuna che ci fossero novità in arrivo, o quella Festa si sarebbe facilmente trasformata in un deprimente mortorio.

    « Un altro invitato...Aspettiamo molti altri invitati...? »
    « Oheeee!!! Scusatemiiiiiii, sono in ritardo!!! Sono in ritardo!!! »

    Il flebile mormorio di Biancaneve arrivò con tempismo impeccabile a preannunciarne l'ingresso: una ragazzina dai lunghi capelli -di un biondo meno dorato e più cinereo dell'ultima volta-, con un abitino azzurro e un gran armamentario di accessori, fece la propria comparsa nell'ampia radura, incespicando nel tentativo di muoversi in tutta fretta.

    « Scusatemi! Chiedo scusa, ci ho messo tanto!!! Ho perso la strada, c'era la fila, non trovavo le chiavi, sono inciampata, ho dormito troppo, la valigia non si apriva, sono... Oh, salve! Piacere di conoscervi, siete... degli amici del Cappellaio!!! Piacereeee, sono felicissima di conoscervi!!! »

    Distribuendo a tutti i presenti sorrisi raggianti ed inchini graziosi, la protagonista di quella fiaba -o, meglio, colei che ne impersonava il ruolo- avanzò fino al seggio del capotavola per gettare le braccia al collo del suo occupante, con evidente confidenza e un certo trasporto; quello, incurvando le labbra nere in un sorriso benevolo, ricambiò in modo rapido e fugace la stretta, cingendole delicatamente la vita con il braccio destro e apponendo qualche buffetto sulla sua schiena.

    « Cappellaio Matto!!! Mi sei mancato tanto!!! Sono io, Alice!!! Sono tornata!!! »
    « Ne sono lieto...! ♪ »

    Terminati i convenevoli, l'esuberante ragazzina si scostò dal Sovrano, sciolse il fiocco che le assicurava il cappellino cremisi alla gola -incastrato in mezzo alle orecchie da coniglio di pezza, che le sormontavano la testolina-, e lo restituì all'ospite, prima di stringere le manine delicate attorno alla catena d'oro dell'orologio da taschino, ed esibire fieramente agli sguardi degli astanti il grosso zaffiro luccicante.

    « Posso finalmente ridartelo!! Ho fatto come mi hai detto, ci sono saltata dentro e grazie ad esso ho viaggiato un sacco! Ho visto posti bellissimi!!! Oh, avresti dovuto essere con me, Cappellaio Matto! Sapessi quante meraviglie ho visto, non basterebbe un giorno e una notte per raccontarti tutto! Inoltre... L'ho trovata! E' la memoria che contiene Moojdart! Dicono che fosse un grande saggio di un certo ordine che un tempo era impegnato a salvaguardare questo mondo, lei ed altri cinque! Se trovo le altre, forse riuscirò a salvare tutti quanti, potrò... »

    « Sei. Erano Sette, i saggi. Quindi dovresti dire lei ed altri sei. »
    la corresse Cappuccetto Rosso, interrompendola e lasciando Alice spiazzata
    « Almerius della Luce, Zero della Speranza, Fiethsing del Vento e Milest della Fiamma Vivente, Moojdart la Regina del Fantastico, Grusbalesta il Custode delle Pietre magiche ed infine Riful delle Ombre. Erano sette. »

    « Le troverò tutte! Tutte quante!!!
    Assieme al Cappellaio proteggerò il Paese delle Meraviglie e tutte le altre fiabe ad ogni costo!!!
    »
    rinvigorì l'altra, senza abbattersi, con la faciloneria degli stolti e degli indomiti
    « E' diventata la mia casa dopo che il mio mondo è stato distrutto, non lascerò che sparisca! Vero?? Vero??? Sapete, anche il Cappellaio Matto è scappato qui, io e lui siamo uguali!! ♥ »

    Fu allora che il sorriso affabile del Maestro di Cerimonia del Thé scricchiolò un poco, appena appena, incrinandosi impercettibilmente giusto in un angolo: la signorina Alice era una fanciulla deliziosa e piena di energie, una di quelle dal carattere ingenuo che tanto adorava sporcare, e il suo entusiasmo offriva un piacevole diversivo nei tempi morti dei piani che in quegli anni si era prodigato ad architettare... ma aveva il vizio di parlare troppo.

    C'era un buon motivo se per tutto quel tempo aveva sempre agito in sordina, tanto su Endlos -tirando le fila da dietro le quinte, servendosi di sottoposti e intermediari, e limitando a sporadici episodi ogni suo intervento diretto- quanto entro i confini del Regno delle Fiabe; aveva delle solide ragioni per aver compiuto la precisa scelta di mantenere un basso profilo e non attirare nessun tipo di attenzione... e adesso si ritrovava diverse paia di occhi addosso, curiosi di saperne di più.

    « Perbacco!
    Non vi sapevo originario di un altro mondo, monsieur Chapelier Fou!
    »
    esclamò Dartagnan, sinceramente sorpreso da quella rivelazione
    « Cosa vi ha portato a trovare rifugio qui fra noi...? »

    In ogni caso, non era grave: sia perché non si trattava di una situazione che il suo talento di attore consumato non gli permettesse di gestire magistralmente, dissimulando la propria reticenza a scoprirsi ed evitando ogni marcata contrazione dei muscoli facciali (cui comunque non erano abituati), sia perché -per sua fortuna- le peculiarità dei suoi commensali erano un valido deterrente per chiunque a dar troppo adito e diffusione alla faccenda; dopotutto, le persone a conoscenza di quel segreto sarebbero stati solamente un Moschettiere con una maledizione sul capo, un Incubo poco presente a sé stesso, una ormai Fiaba Morta, e una stravagante Ragazzina svampita... E nessuno di loro costituiva un narratore affidabile.
    .
    Così, senza far trapelare qualcosa di diverso dalla pacata compostezza del viso di porcellana intonacato di bianco, il Cappellaio dette in un mezzo sospiro nostalgico.

    « La guerra e il tradimento, monsieur le Comte. »
    esordì in modo affettato, concedendo a quel prologo una pausa ad effetto
    « Nel mondo da dove provengo ero al servizio di un grande Re: più bello, intelligente e nobile di chiunque altro; da tempo, conduceva una guerra contro suo Padre, che pretendeva di imporre ai propri figli e sudditi delle Leggi molto crudeli – e ingiuste. »
    sarebbe rimasto sul vago, senza scendere in dettagli, ma quella era la verità
    « Sua Eminenza cercò di cambiare le cose, ma fu messo a tacere, così non rimase altra strada che lo scontro aperto: il regno si spaccò in due, tra i suoi sostenitori e i suoi delatori, e il Padre riuscì a rivoltargli contro il suo stesso fratello. »

    Chinandosi leggermente in avanti, per recuperare dal ripiano del tavolo la propria tazza di thé, il Pierrot accostò il bordo della raffinata coppa di ceramica alle labbra nere, e ne sorbì un sorso con calma, prima di riporla sul piattino di appoggio -sostenuto nella mancina- e risistemarla al suo posto.

    jpg« Seguendo il nostro Re, abbandonammo le nostre case, e fu lui -con il suo potere- a creare un luogo per noi, dove potessimo essere liberi; lì ci riorganizzammo, e infine venne il giorno dello scontro finale. »
    accavallando elegantemente le gambe, ricercò una posizione più comoda
    « Il mio Re e suo fratello stavano affrontandosi in un leale duello, quando qualcosa si è intromessa, rapendoli entrambi; purtroppo, allora mi trovavo troppo lontano per intervenire, e così il massimo che potei fare fu disporre la ritirata per ricompattare le nostre forze, ma... »
    giungendo a quel punto, una sfumatura amara colorò la sua voce e il suo viso
    « ...con la scomparsa del nostro Re, la nobiltà che attorno a lui si era riunita cominciò a questionarne l'autorità, congiurando per usurparne il trono: mi opposi, ma ben presto mi ritrovai il solo ad essergli rimasto fedele, e -in netta minoranza- fui costretto ad allontanarmi. Così, eccomi qui. »

    Con tranquillità, il Cappellaio Matto si strinse nelle spalle, ripeté i gesti rituali che l'etichetta esigeva per sorbire altro thé, e rivolgendo uno sguardo sereno agli altri commensali, indirizzò un sorriso gioviale alla giovane Alice.

    « Allora... Mia cara Alice, perché non ti accomodi con noi? Potresti accettare una tazza di thé e della torta di non-compleanno mentre ci racconti qualcosa: sono curioso di sapere com'è stato il tuo viaggio. »

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    Con la dovuta eccezione di una Biancaneve (che si era già addormentata con la testolina riversa sul tavolo), tutti i presenti pendevano dalle labbra del Cappellaio Matto, mentre questi narrava delle sue origini. Alice aveva gli occhioni bicolore sognanti e lucidi per l'emozione, mentre se ne stava ad ascoltare con i gomiti poggiati sul bracciale del trono del capotavola rivelando fin da subito come era avvezza a starsene a lungo ad ascoltare fiabe e altri racconti fantastici; la Ragazza Scarlatta nel Cielo era attenta ai dettagli di quella storia ed anche un po' commossa, mentre fra tutti il Conte Dartagnan sembrava oltremodo impressionato e colpito da quel racconto, ed era facile immaginare come egli stesse immaginando il contesto in cui si ponevano, fra castelli e villaggi come quelli della Francia di inizio ottocento, con un Re anziano ed incanutito dalla lunga barba grigia ed un figlio dall'aspetto nobile e grandioso che guidava eserciti di cavalieri dall'aspetto magnifico.

    « Monsieur, lei ha smosso il mio cuore! »
    Disse il moschettiere, con grande trasporto.
    « Ah! Se solo fossi stato lì, nel pieno della battaglia! Ben volentieri avrei dato il mio sangue e la mia spada per un signore così nobile! Se solo mi fosse dato un simile onore! Oh, amici miei! Giuro sul mio orgoglio che lascerei volentieri la mia stessa vita sul campo in sua difesa! »
    Probabilmente non era una grande idea far scendere una fiaba su di un vero campo di battaglia. Tendono ad essere poco adeguate ad un contesto reale come quello di una vera guerra.
    Specie il tipo di guerra di cui parlava il Cappellaio...

    Rimpiangendo quindi l'occasione perduta di dimostrare il suo valore, il moschettiere annegò la tristezza in una tazza di thé, e così fece anche la Ragazza Scarlatta nei Cieli, solo accompagnando il tutto con dei pasticcini al miele. solo Alice difettava ancora di una sedia e di una tazza di buon thé caldo, al che il mastro cerimoniere non tardò nel voler risolvere il problema.

    « Allora... Mia cara Alice, perché non ti accomodi con noi? Potresti accettare una tazza di thé e della torta di non-compleanno mentre ci racconti qualcosa: sono curioso di sapere com'è stato il tuo viaggio. »
    A quelle parole il visetto di Alice si illuminò di nuovo. Non aveva ancora notato l'esercito di dolci dall'aspetto tetro e delizioso distesi sul tavolo, e tantomeno... la torta. Ammirò il dolce con aria sognante, come se non avesse mai visto una torta di (non)compleanno in vita sua.
    « Sì!!! »
    Disse balzando in piedi e prendendo posto di fianco al Cappellaio, salvo servirsi immediatamente una generosa porzione di torta. Al contrario di Riful, Alice non aveva bisogno di farsi pregare per dar sfoggio alla sua natura di golosa.

    « Dunque, vediamo... »
    Disse dopo qualche istante, dopo essersi doverosamente ripulita dai residui di panna con l'ausilio di un tovagliolo.
    « Oh! Sì! Ecco! »
    Sollevò sopra al tavolo un altro dei suoi molti armamenti, stavolta una scatolina simile ad un portagioie, ma piccola, color zaffiro e deliziosamente rifinita in oro e argento. Usando la chiave tenuta alla stessa catena dell'orologio da taschino la aprì, e ne rivelò il contenuto: un'intera collezione di scacchi color avorio, dalla quale però evidentemente mancavano i due pezzi più importanti.
    « Questa è Blu Profondo! Me l'ha donata la Regina Bianca! Il signor Humpty Dumpty mi ha ceduto il suo diritto di chiamare a se tutti i soldati del Re!!! »
    Disse con entusiasmo, salvo poi soffermarsi un attimo e precisare:
    « ... Ha detto che avrebbe fatto il possibile per non cadere. »
    Non era molto convinta. Forse perché in fondo un po' si sentiva in colpa: magari proprio in quel momento il signor Humpty Dumpty era caduto a terra e non c'era più nessuno per rimetterlo in piedi.
    « Posso usare i soldati in essa contenuti in qualsiasi momento, per la salvezza del regno delle fiabe! Non è meraviglioso, Cappellaio Matto? Con questa posso combattere i nemici che minacciano il regno, recuperare tutte le pietre magiche dei saggi e ripristinare l'armonia! Tutti gli incubi spariranno come al mattino, proprio come mi ha detto lo Stregatto! A proposito... »
    Nominando lo Stregatto, le era tornato in mente un dettaglio importante.
    « Poco dopo l'ultima volta che ci siamo visti... mi trovavo nel giardino della regina di cuori. Oh, Cappellaio Matto! Non esiste più nulla là! Le siepi sono diventate nere, gli abitanti sono spariti nel nulla ed il cielo è eternamente al buio, mi hanno detto che non verrà più il giorno finché il mondo non sarà sanato! E dunque, cercavo l'uscita dal labirinto, quando un brutto ceffo dall'aria cattivissima mi ha aggredita! Vedessi che brutto che era, Cappellaio Matto! Aveva la faccia deforme, la bocca come quella di un mostro, il viso tutto dipinto di bianco ed un buffo cappello a sonagli che suonava ad ogni suo passo! Era davvero brutto! Urlava e imprecava mentre mi inseguiva per i dedali! Per fortuna è intervenuto lo Stregatto, ha chiuso il labirinto alle mie spalle e mi sono salvata. Ma c'era anche prima un simile mostro nelle terre della Regina di Cuori? »

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    « Monsieur, lei ha smosso il mio cuore!
    Ah! Se solo fossi stato lì, nel pieno della battaglia!
    »

    Con un sorriso cordiale e condiscendente ad incurvargli le labbra dipinte di nero, il Cappellaio ascoltò graziosamente le parole dense di entusiasmo e rimpianto del Conte Dartagnan, non potendo fare a meno di covare una puntina di nostalgia al pensiero che -dopotutto- quello era esattamente l'effetto che sua Eminenza suscitava negli altri; metà della popolazione non si sarebbe sollevata in rivolta, altrimenti.

    Rassegnandosi al fatto che quell'occasione di epica rivalsa fosse ormai sfumata, il Moschettiere tornò a sorseggiare il proprio thé con mestizia, e altrettanto fece la Ragazza Scarlatta, addolcendo il suo simpatetico dispiacere per l'esilio del loro ospite con qualche pasticcino; Biancaneve, invece, era già crollata di faccia sul tavolo bellamente addormentata. Con un po' di fortuna, non doveva aver sentito nulla.


    « Sì!!! Dunque, vediamo... »

    Riscuotendosi dallo stato di trance sognatrice in cui il racconto del Sovrano l'aveva indotta, la giovane Alice balzò in piedi, staccandosi dal bracciolo della poltrona su cui si era accoccolata e raccogliendo immediatamente l'invito del Pierrot, servendosi così una monumentale fetta di torta che cominciò a gustare senza fare complimenti; dopo un primo voluttuoso assaggio, si pulì il musetto con un tovagliolo, rimuovendo gli sbaffi di panna montata che le erano finiti sulle guance e la punta del nasino, e incominciò la propria confusionaria narrazione.

    « Oh! Sì! Ecco!
    Questa è Blu Profondo! Me l'ha donata la Regina Bianca!
    »

    Esordì con un certo orgoglio la ragazza, esibendo ai convitati lo scrigno blu zaffiro e i pezzi di scacchi dell'esercito bianco custoditi sotto chiave al suo interno... salvo poi lasciare che un certo rammarico trapelasse dal pensiero che rivolse alla più famosa Testa-d'Uovo di quel reame.

    « Il signor Humpty Dumpty mi ha ceduto il suo diritto di chiamare a sé tutti i soldati del Re!!!
    ... Ha detto che avrebbe fatto il possibile per non cadere.
    »
    in ogni caso, quale che fosse il suo cruccio, la fanciulla se ne riebbe alla svelta
    « Posso usare i soldati in essa contenuti in qualsiasi momento, per la salvezza del regno delle fiabe! Non è meraviglioso, Cappellaio Matto? »
    l'interpellato, le rivolse un gioviale e composto sorriso, annuendo condiscendente
    « Con questa posso combattere i nemici che minacciano il regno, recuperare tutte le pietre magiche dei saggi e ripristinare l'armonia! Tutti gli incubi spariranno come al mattino, proprio come mi ha detto lo Stregatto! »

    All'udir menzionare lo Stregatto, un sottile sopracciglio si mosse impercettibile sul viso pacato e dipinto di bianco del Maestro della Cerimonia del Thé: per quanto -nella gerarchia di quella Favola- lo Stregatto gli fosse subordinato, il nero Sovrano sostituto doveva ammettere di non esser ancora riuscito ad inquadrare che tipo fosse quell'essere... probabilmente, a causa della sua anomala natura, che in alcuni tratti oscillava tra Favola ed Incubo, contribuendo a render inafferrabile il suo ruolo e le sue intenzioni nel già intricato mosaico di leggi e fazioni che governavano quell'universo immaginario.

    Dopo tutto il tempo trascorso dal proprio arrivo su quei lidi, l'unico elemento sul suo conto di cui il Pagliaccio potesse dirsi sicuro era l'attaccamento che il Gatto del Cheshire aveva sempre dimostrato verso la dolce ed esuberante Alice... il che rendeva l'ignara ragazza un potenziale asso nella manica da giocare nel remoto caso in cui il felino avesse deciso di curiosare nei suoi piani.


    « A proposito... Poco dopo l'ultima volta che ci siamo visti... mi trovavo nel giardino della regina di cuori. Oh, Cappellaio Matto! Non esiste più nulla là! Le siepi sono diventate nere, gli abitanti sono spariti nel nulla ed il cielo è eternamente al buio, mi hanno detto che non verrà più il giorno finché il mondo non sarà sanato! E dunque, cercavo l'uscita dal labirinto, quando un brutto ceffo dall'aria cattivissima mi ha aggredita! Vedessi che brutto che era, Cappellaio Matto! »
    d'un tratto, la vivace fanciulla riprese a parlare, ridestando l'altro dai suoi pensieri
    « Aveva la faccia deforme, la bocca come quella di un mostro, il viso tutto dipinto di bianco ed un buffo cappello a sonagli che suonava ad ogni suo passo! Era davvero brutto! Urlava e imprecava mentre mi inseguiva per i dedali! Per fortuna è intervenuto lo Stregatto, ha chiuso il labirinto alle mie spalle e mi sono salvata. Ma c'era anche prima un simile mostro nelle terre della Regina di Cuori? »

    ...e man mano che Alice definiva la sua esperienza, aggiungendo dettagli alla descrizione del suo ributtante inseguitore, un enigmatico cipiglio increspò la fronte liscia del Pierrot.

    « No davvero, mia cara... I giardini di sua Maestà la Regina
    non hanno mai ospitato altro che carte da gioco e il Bianconiglio. »


    Con un sospetto a farglisi largo nella mente, l'elegante figuro nerovestito puntellò un gomito su un bracciolo del suo scranno, frugando il proprio tovagliolo con una mano, finché non ne estrasse un foglio di carta patinata, piegato in quattro; una volta aperto, lo depose sulla porzione di tavolo tra sé e la ragazza, per mostrargliene il contenuto.

    Si trattava di un'illustrazione dal gusto
    rétro, che ritraeva una buon numero di personaggi estrosi, quasi sicuramente artisti itineranti: al centro, immortalato nell'atto di fare un inchino -ma col collo rigido perché lo sguardo fosse rivolto all'osservatore- c'era un elegante presentatore col viso coperto da una Maschera integrale, e... tra i tanti intorno a lui spiccavano un Mangiafuoco con il volto scarnificato e in braccio un cagnolino con il musetto rattoppato da vistose cuciture, una donna dalla chioma d'ebano con braccia e collo circondati da spire di aspidi, un'altra signorina dai capelli rosa simili a tentacoli, e un Lanciatore di Coltelli albino con una benda sugli occhi; l'arco di lettere in basso recitava “Circus Diabolique”.

    L'indice affusolato, dalla lunga unghia laccata di nero, percorse la superficie un po' sgualcita della locandina, superando una donna dai folti ricci -che doveva essere una Domatrice- e un bel giovane dai lunghi capelli neri che sfuggivano all'ampio cappuccio da Mago, per arrestarsi sotto la faccia feroce di un inquietante Clown, dal cappello a sonagli e una sciatta blusa dai colori sgargianti.

    « Per caso... il brutto ceffo che ti ha inseguito somiglia a questo...? »
    chiese alla giovinetta, trovando conferma nell'espressione meravigliata del suo visetto
    « Allora posso confermarti che non è di qui: so che ha lavorato qualche tempo per questa compagnia di artisti mercenari, ma... non era molto bravo come intrattenitore. »

    jpgIl che, per amore di cordialità, era uno squisito eufemismo: stando alle premesse dello show, i numeri di quel tale avrebbero dovuto far “ridere da morire”, ma... se nell'ultima parte se la cavava egregiamente, sulla prima non c'eravamo proprio - oltre al fatto che avesse la sgradevole e controproducente abitudine di coprire di insulti la platea.

    « Si faceva chiamare Blazer. »
    riprese, abbandonandosi contro lo schienale del suo seggio e servendosi altro thé
    « A vederlo non si direbbe, dato che non ne dimostra affatto la magnificenza, ma si tratta di un Drago in forma umana; pare si sia ridotto così per via di qualche problemino di tossico-dipendenza. Sangue di demone: una brutta storia. »
    aggiunse, col delicato imbarazzo che il pettegolezzo richiede
    « Un tipaccio poco raccomandabile, mia cara Alice: stagli più alla larga che puoi. »

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    « Si faceva chiamare Blazer.
    A vederlo non si direbbe, dato che non ne dimostra affatto la magnificenza, ma si tratta di un Drago in forma umana; pare si sia ridotto così per via di qualche problemino di tossico-dipendenza. Sangue di demone: una brutta storia.
    Un tipaccio poco raccomandabile, mia cara Alice: stagli più alla larga che puoi. »


    Chissà perché, Alice si immaginava vicoli bui di notte e gente strana, mal vestita e dinoccolata che si guardava attorno con aria sospetta mentre trafficava con dolci riempiti con polverine bianche. Quando era piccola e andava al parco sua sorella si raccomandava sempre di non accettare niente dagli sconosciuti, perché ci sono persone che mettono quelle strane sostanze sugli oggetti e nelle caramelle per trasformare gli altri in drogati. In realtà Alice non aveva mai capito perché lo facessero, ma fin da piccola dava per scontata la cosa senza indagare troppo.

    « Oheeee~ »
    Piagnucolò Alice in risposta alla raccomandazione del Cappellaio, poiché davvero non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi di nuovo a quell'essere sporco e sboccato, tuttavia poiché l'ultima volta era stato lui a darle la caccia temeva di imbattersi di nuovo in lui, e davvero non voleva in alcun modo ripetere l'esperienza!
    « Cappellaio... mi ha inseguito per tutto il parco, se non fosse stato per lo Stregatto non so come mi sarei salvata. Vorrei non averci più a che fare... »
    Non voleva nemmeno pensare ad una simile evenienza.
    « Senti... adesso cosa mi consigli di fare? Devo cercare le memorie magiche dei grandi saggi, ma da quale dovrei cominciare...? Ce ne sono davvero tante, ed io devo prenderle tutte. Secondo te qual'è la più facile da prendere? »
    L'ultima volta il Cappellaio Matto le aveva dato una piccola spintarella nella direzione giusta, dandole l'accesso al mondo oltre lo specchio dove aveva vissuto un sacco di avventure, tuttavia era sempre stato lo Stregatto a consigliarla, e non lo vedeva in giro da un po'.

    « Signori miei... il tempo è davvero tiranno! Ahimè, devo tornare alla mia contea. Il Principe Grimm potrebbe tornare da un momento all'altro, sarebbe davvero un disastro se non mi trovasse lì ad attenderlo! »
    L'eroico moschettiere si alzò, fece un bell'inchino rivolto al sovrano nero di quel regno, ed un secondo più breve e accompagnato da un sorriso per ciascuna delle tre signorine lì presenti, compresa Biancaneve che nel frattempo dormiva beatamente. Di fronte a lui, anche la Ragazza Scarlatta nei Cieli si alzò, chiedendo scusa per dover già abbandonare la tavola e ringraziando per il thé.
    « A quanto pare non vi rivedrò per un po', ma sono certa che un giorno ci incontreremo di nuovo! »
    Disse con ottimismo sporcato da una punta di malinconia, rivolta tanto al Cappellaio che ad Alice.

    « Oh... come mai...? Devi partire? »
    Il faccino di Alice si corrucciò in un broncio appena accennato. Gli addii non le piacevano, anche quelli mascherato da arrivederci.
    « Ho fallito nel mio Duello della Verità, ed ora la mia essenza è sublimata in una Memoria in possesso del Principe della Promessa. Con un po' di fortuna, presto egli tornerà come nella profezia della Veggente della Luna Blu, e riporterà l'equilibrio e l'armonia in questo reame. Se tutto va bene, userà la mia Memoria e, forse, mi richiamerà ancora in questo mondo. Fino ad allora dovrò dormire... »

    « Oooh... Capisco. »
    Alice non ci aveva capito niente, quindi rispose come a scuola quando la maestra tentava di inculcarle la matematica. Funzionava sempre, e funzionò anche allora giacché la fiaba senza nome sorrise dolcemente ed abbandonò la tavola, svanendo presto dietro la vegetazione spettrale in compagnia del quarto moschettiere. Alice li salutò entrambi con la manina, sentendosi un po' triste scoprendo che il party era già finito...
    Un altro pezzo di torta avrebbe risolto.

    « Ah-ehm. »
    Tossì graziosamente una volta eseguito il misfatto, non senza sentirsi un po' in colpa per quella doppia porzione mentre col tovagliolo cercava inutilmente di cancellare ogni prova del delitto, sebbene uno sbuffo di panna sfuggiva con tenacia alla rimozione.
    « Cappellaio Matto... mi aiuti, vero? »
    Lo pregò mettendo all'opera tutte le sue naturali ed innate doti di persuasione.
    « Devo solo recuperare le memorie, ma... non conosco la strada. »

     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    « Oheeee~ Cappellaio... mi ha inseguito per tutto il parco, se non fosse stato per lo Stregatto non so come mi sarei salvata. Vorrei non averci più a che fare... »
    la giovinetta accolse le notizie e le raccomandazioni con un gemito preoccupato
    « Senti... adesso cosa mi consigli di fare? Devo cercare le memorie magiche dei grandi saggi, ma da quale dovrei cominciare...? Ce ne sono davvero tante, ed io devo prenderle tutte. Secondo te qual'è la più facile da prendere? »

    « Dunque, vediamo un po'... »

    « Signori miei... il tempo è davvero tiranno! Ahimè, devo tornare alla mia contea. »

    A ritardare la replica del Sovrano in nero, concedendogli tempo per elaborare una risposta al quesito della Vagabonda dei Mondi, giunsero -in successione- il commiato del Conte D'Artagnan e il congedo della Ragazza Scarlatta, che suscitarono nella fanciulla bionda un mesto dispiacere per l'incipiente termine della Festa, e nulla più che un sorriso condiscendente e un benevolo cenno del capo da parte del Maestro di Cerimonia.

    Mentre Alice si serviva una seconda fetta di dolce, assorbendo -senza comprenderele- quelle che potevano essere preziose notizie riguardanti la mitica figura del Principe Grimm, i due convitati imboccarono il sentiero che conduceva alla selva che circondava la radura consacrata al Tea-Party, e svanirono tra gli alberi spettrali e la quiete notturna; fatta eccezione per Biancaneve -svenuta su una delle poltroncine disposte lungo la tavola imbandita-, il Cappellaio rimase dunque solo con la sua protetta.


    « Ah-ehm. Cappellaio Matto... mi aiuti, vero? »
    riprese la giovane, pulendosi il musetto sporco di panna e zucchero a velo
    « Devo solo recuperare le memorie, ma... non conosco la strada. »

    « Oh, mia cara Alice... Ma certo che ti aiuto: lo sai che di me puoi fidarti...! ♥ »
    la blandì il Pierrot, recitando magistralmente la propria parte di buon consigliere
    « Devo ammettere che non ne so molto, ma... da quanto ho sentito, alcune delle Pietre che cerchi si sono accidentalmente radunate in un mondo esterno a quello delle Fiabe... per quanto, in verità, vi sia molto affine. »
    proseguì, con voce gioviale e un dolce sorriso, sereno e rassicurante
    « Si chiama Endlos: è un posto di orrori e meraviglie, ma non dovrai avere nulla da temere... troverai anche molti eroi valorosi pronti a darti una mano. »

    Inabissando la mano al di sotto del ripiano di legno, il Cappellaio frugò al di sotto dei drappi della lunga tovaglia, alla ricerca di qualcosa; quando lo trovò, tornò a ricomporre compostamente la propria postura, sollevando oltre il bordo del tavolo una raffinata ed elegante cuffietta di velluto ceruleo e candido merletto fiammingo.

    Inclinando il busto in avanti per avvicinarsi all'unica commensale rimastale, stese con cura il copricapo sui capelli biondo cenere della ragazza, facendo passare i nastrini azzurri dietro le sue orecchie graziose e allacciandoglieli -stretti il giusto- sotto il mento con un fiocchetto grazioso; infine, si ritrasse, contemplando l'immagine d'insieme con un sorriso compiaciuto:
    carina come una bambola...

    jpg« Questo ti porterà lì: puoi partire non appena sei pronta. »
    la incoraggiò gentilmente il Pierrot, sollevando la mano eburnea
    « Per ritornare, ti basterà fare come l'altra volta. »

    Alice avrebbe saputo cosa fare: dopotutto, si trattava dello stesso mezzo di locomozione dell'altra volta -solo un modello diverso-, perciò... non appena la fanciulla avrebbe dato il suo assenso, le unghie laccate di nero del Sovrano avrebbero danzato in uno schiocco di dita, e lei sarebbe scomparsa, lasciandosi alle spalle il Paese delle Meraviglie e ricominciando il suo viaggio.

    ~ S - N - A - P ~

     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    « Questo ti porterà lì: puoi partire non appena sei pronta.
    Per ritornare, ti basterà fare come l'altra volta. »


    « Oheee? Ora che ci penso... avrei dovuto portare con me la merenda. »
    Disse Alice toccandosi la testolina esibendo un sorriso dolcissimo, mentre l'incantesimo dimensionale la catturava.
    « Tornerò presto, Cappellaio!! Stavolta con le Memorie dei Saggi! »

    Ed in uno schiocco di dita scomparve, proiettata alla prossima tappa del suo viaggio, sicura che stavolta avrebbe senza dubbio salvato il regno delle fiabe. Furono i venti evocati dal portale dimensionale a spegnere le candele, oppure fu un refolo dispettoso a compiere il misfatto. Non fu un gran danno: la foresta del paese delle meraviglie dimora del Cappellaio Matto e teatro del thé dei matti era sempre stata un posto un po' buio e in ombra, riflesso delle anime che la abitavano ed ora forse un indizio della vera natura di chi la abita. La presenza di Alice illuminava sempre quel luogo, ma ora lei se n'era andata di nuovo e se n'erano andati anche gli altri commensali, perfino l'incubo che un tempo era la fiaba chiamata Biancaneve non era più lì, scomparsa come un illusione evanescente; dunque niente più luci di candele e niente più tepore di un'anima colma di speranza, rimaneva solo la penombra e la luce della luna che si riflette sull'argenteria.

    O forse nemmeno quella...? Poiché non c'era alcuna luna nel paese delle meraviglie. Non c'era mai stata -dicevano alcuni-, anche se i più matti ripetono da un po' di tempo che in realtà è scappata via, nascosta. La verità la conosceva solo il Cappellaio Matto. Ma se quella riflessa sui calici non era la luce della luna, allora forse nemmeno il vento che ha spento le candele era frutto di un caso o di un erratico spostamento d'aria.
    Perché i gatti, si sa, preferiscono il buio.

    Anzitutto lo spicchio di luna si raddrizzò nell'aria, perché lui era una di quelle poche creature al mondo a non avere mai la luna storta. Poi sulla sua superficie simile ad una falce qualcuno disegnò tante piccole stanghette, a mo' di riso sbilenco, bieco e divertito da cui grondava liquido violaceo. La luna s'era macchiata di sangue, icore densa e disgustosa simile a poltiglia, qualcuno poi si divertì a gettarci sopra due bulbi oculari grassi come palle da biliardo, fermi e immobili intenti a contemplare il Cappellaio Matto come a volerlo giudicare, eppure troppo grandi, sgraziati ed inespressivi per appartenere alla creatura che li stava muovendo. Erano gli occhi di un cadavere, e la luna stessa diventò un rotodo, grassoccio corpo morto e mutilato, un faccione dalle guance cadenti blu cobalto ed un grande naso simile ad una pallina da tennis allungata e molliccia. Qualcuno aveva assassinato il Bruco e l'aveva posto su di un ramo con una candela in bocca, trasformato con una piccola magia nella macabra riproduzione della luna.

    « Mmmh, girano voci... di certi che han perso la testa. »
    Disse la voce dello Stregatto da chissà quale angolo del tavolo.
    « La Principessa della Luna in persona ha aiutato certi piccoli topolini nel regno delle fiabe. E con loro vi era anche il Principe Grimm, niente di meno! Oh, lo dicono tutti, lo dico perfino io che nemmeno ci sono stato... »
    Il Gatto del Cheshire era apparso al lato opposto della lunga tavolata rispetto al sovrano nero, comodamente sdraiato in mezzo alle pietanze e con in mano un bicchiere vuoto, di cui gustava il contenuto a piccoli sorsi. I piedi nudi, la pelle alabastro bianca come quella dei cadaveri, occhi di un color zaffiro magico e fatato e poi un corpo sinuoso e volgare, a malapena coperto da pochi veli e trini che lo facevano sembrare una puttana con coda, occhi e orecchie feline. Aveva un aspetto osceno per cui era stato cacciato da tutte le sale dei re e delle regine di quel mondo e di tutti gli altri, ci avevano provato in tutti i modi a sbarazzarsi di lui una volta e per tutte ma in qualche modo era sopravvissuto sempre a sentenze ed esecuzioni, a condanne e maledizioni di tutti i tipi. Perfino la piaga che si spandeva in quel reame di fiaba non l'aveva ancora toccato in alcun modo, sebbene avesse ucciso o trasformato in incubi uno ad uno tutti i suoi occupanti. Perfino il bruco, a ben vedere. Come ad un gesto del gatto cadde l'ultimo velo di illusione, ecco che il faccione buffo del Bruco si mostrò in tutto il suo orrore: rigonfio e farcito di ogni liquame, ritratto di un odio profondo perfino dopo il trapasso. Il Bruco era uno dei pochi rimasti, se lo Stregatto l'aveva ammazzato di certo non era per caso, ed intuire il perché era fin troppo facile.

    « "Ma perché non fanno niente? Ma perché non agiscono e basta?" » Disse il gatto sbracciandosi, interpretando il ruolo di qualcuno intento a lamentarsi, forse il Bruco stesso. « "Oh, se non lo fanno avranno i loro bravi myaotivi", dico io. Ma lui "nooo, sono mmyalvagi! Malvagi ti dico!" Ma tu pensa! Mmh. » Sedendosi sul tavolo a gambe incrociate, la strana creatura parodiò un sorriso divertito che rivolse al Cappellaio. « Che motivo avrebbe mai il... mmhhyah, Cappellaio Matto o la Principessa dei Conigli di non aiutarci, dico io! Di certo stanno facendo... mh-mh! Tuuuutto ciò che è in loro potere. Guarda il Cappellaio, dico io. Non ha appena aiutato la nostra dolce sovrana? Ahnnn, ma certo, ma certo! E di certo, se avrebbe... mmhyavuto qualche altra informazione, magari un... mmh, campione da mandare al posto della nostra dolce signora l'avrebbe fatto! Ma cosa può fare un... mmmh, povero Cappellaio solo e sconsolato...? »
    Prese un dolcetto e tornò a sdraiarsi sul tavolo, senza rovesciare piatti, tazzine e teiere per chissà quale miracolo.
    « Oh, poi il Bruco ha detto perfino che il tuo cappello è diverso da quello di una volta! Mmmh, era pazzo, secondo me. P-p-p-p-p-a-a-a-a-azzo! E dove andrà adesso il sovrano di questi pazzi? Mi sa anche che hai una... mmmh corte un po' ristretta ormai, Mmyah, Cappellaio Matto! »
    Il suo sguardo vagò nel punto dove era scomparsa Alice, con un'ombra appena percettibile negli occhi azzurri.
    « Lei non deve mai stare da sola. Ha già rischiato troppo. Hai visto anche tu i suoi occhi, mmmh...? Ha preso anche il ruolo del Bianconiglio, quando è impazzito. Senza di lui la fiaba non poteva nemmeno iniziare, e così lei ha... Ed ora... è partita di nuovo. Chi mai la proteggerà, in quel posto così brutto, pieno di realtà e cose da adulti? Potrebbe perfino... dover essere responsabile! Capisci? Agire con giudizio. E quale giudizio, poi? Qui siam tutti pazzi! Lei dovrebbe stare qui con noi, lo capisci? »

     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar


    Group
    Staffer
    Posts
    40,061
    Location
    A Mad Tea Party

    Status
    Anonymous

    Pur rammaricandosi per la mancata realizzazione della tardiva idea di metter via per il viaggio qualche leccornia del banchetto come futura merenda, nell'accomiatarsi con la promessa di esser presto di ritorno vittoriosa, Alice rivolse al padrone di casa un caldo sorriso... e quella fu l'ultima immagine che ella lasciò dietro di sé, prima che il portale dimensionale -incorporato nel suo vezzoso copricapo- la rapisse altrove, verso altre destinazioni e nuovi guai... spegnendo in sequenza tutte le candele della già tetra tavolata, e precipitando la Festa nel buio.

    Una riuscita
    curiosa, dato che la perturbazione magica e il conseguente teletrasporto
    non erano soliti generare un tale spostamento d'aria.

    Qualcosa era in arrivo: il Maestro della Cerimonia del Thé lo lesse senza fatica nella tempistica sospetta con cui Biancaneve era svanita dal suo territorio senza essersi nemmeno ridestata... ma poiché né l'oscurità né la teatralità gli dispiacevano, non si scompose; deciso -come al suo solito- a godersi lo spettacolo, si limitò a pescare un biscottino al burro dal più vicino paniere, morsicandone con grazia un pezzettino mentre le iridi cerulee vagavano serenamente in giro per il giardino...

    ...e un cipiglio perplesso increspò la fronte bianca e perfetta come porcellana alla vista della sottile falce di luna che ora spiccava nitida contro la nera volta del cielo: per quanto ne sapeva lui, la Luna era stata di recente strappata al Mondo dei Sogni, e dubitava che il suo geloso carceriere le avesse concesso di affacciarsi ad una finestra d'evasione, sebbene tanto ridicolmente angusta; così, lo sguardo azzurro indugiò su quell'arco pallido, e il Pierrot lo vide coricarsi su un fianco, ricoprirsi di solchi neri e squadrati, trasformandosi in una bocca dentata grondante denso icore vermiglio.

    Seguendo ogni istante della suggestiva coreografia, il Cappellaio vide due bulbi oculari -occhi vitrei, da morto- rimbalzare dallo spazio fuori campo per posizionarsi sopra quel ghigno, e mentre fissava il risultato finale, il velo di magia che aveva conferito un tocco onirico alla visione scivolò via, rivelando la verità al di sotto: il pallido satellite era semplicemente il cadavere rigonfio -tondo e grassoccio- del Brucaliffo, composto in posa sopra il ramo di un albero, con la pelle livida nella cianosi del trapasso, e con una candela tra le fauci spalancate, nella pantomima di una lanterna grottesca.


    « Mmmh, girano voci... di certi che han perso la testa. La Principessa della Luna in persona ha aiutato certi piccoli topolini nel regno delle fiabe. E con loro vi era anche il Principe Grimm, niente di meno! Oh, lo dicono tutti, lo dico perfino io che nemmeno ci sono stato... »

    Apprezzando il gusto macabro con cui gli elementi erano stati armonizzati nella messa in scena di quell'entrata in scena singolarmente drammatica -oltre che le informazioni sibilline che il nuovo commensale gli aveva portato-, il Cappellaio riconobbe la voce e lo stile dello Stregatto... e quando ne intravide la sagoma sinuosa al capo opposto della lunga tavolata, gli rivolse un sorriso benevolo, portando la mano dalle unghie laccate di nero alla falda del bel copricapo, rivolgendole un cenno di benvenuto.

    « "Ma perché non fanno niente? Ma perché non agiscono e basta?" "Oh, se non lo fanno avranno i loro bravi myaotivi", dico io. Ma lui "nooo, sono mmyalvagi! Malvagi ti dico!" Ma tu pensa! Mmh. Che motivo avrebbe mai il... mmhhyah, Cappellaio Matto o la Principessa dei Conigli di non aiutarci, dico io! Di certo stanno facendo... mh-mh! Tuuuutto ciò che è in loro potere. Guarda il Cappellaio, dico io. Non ha appena aiutato la nostra dolce sovrana? Ahnnn, ma certo, ma certo! E di certo, se avrebbe... mmhyavuto qualche altra informazione, magari un... mmh, campione da mandare al posto della nostra dolce signora l'avrebbe fatto! Ma cosa può fare un... mmmh, povero Cappellaio solo e sconsolato...? »

    Indolente come l'animale che aveva dato spunto alla creatività del suo favolista, la Fiaba in forma umanoide aveva pensato bene di acciambellarsi direttamente sopra il desco -in mezzo ai piatti da portata e ai pezzi del servizio da thé-, riportandogli interessanti notizie su quanto plausibilmente accaduto con il defunto Brucaliffo.

    « Oh, poi il Bruco ha detto perfino che il tuo cappello è diverso da quello di una volta! Mmmh, era pazzo, secondo me. P-p-p-p-p-a-a-a-a-azzo! E dove andrà adesso il sovrano di questi pazzi? Mi sa anche che hai una... mmmh corte un po' ristretta ormai, Mmyah, Cappellaio Matto! »

    Senza perdere il suo sorriso conciliante ed affettato, cercando di non mostrarsi realmente compiaciuto come in vero si sentiva nell'ammirare la candida e disinvolta /e rinfrancante) promiscuità di quella creatura, il Satana annuì con fare solenne, grave e paziente.

    « Lei non deve mai stare da sola. Ha già rischiato troppo. Hai visto anche tu i suoi occhi, mmmh...? Ha preso anche il ruolo del Bianconiglio, quando è impazzito. Senza di lui la fiaba non poteva nemmeno iniziare, e così lei ha... Ed ora... è partita di nuovo. Chi mai la proteggerà, in quel posto così brutto, pieno di realtà e cose da adulti? Potrebbe perfino... dover essere responsabile! Capisci? Agire con giudizio. E quale giudizio, poi? Qui siam tutti pazzi! Lei dovrebbe stare qui con noi, lo capisci? »

    « Capisco le tue preoccupazioni, mio buon Stregatto, ma non temere: il mondo verso cui la nostra cara Alice sta viaggiando è pieno di eroi, bugiardi e scrittori... e tutte le categorie di poveri folli sognatori che vi sono nel mezzo; ho fatto in modo che una fanciulla così dolce trovi facilmente aiuto e protezione da parte di qualcuno di loro. »
    replicò placido il Cappellaio, trovando prioritario rassicurare il suo interlocutore
    « Quanto a cose spaventose come il rischio dover essere “responsabile”, non succederà: nessuno lo è da quelle parti! Pensa che persino preservare la fibra dell'esistenza è dato dall'impegno di poche persone – e quando qualcosa non va sono loro le uniche ad occuparsene, anche se quanto accaduto gli è estraneo. »

    Raccogliendo ancora una volta la propria tazza di thé -sempre convenientemente caldo al punto giusto- dal proprio posto, e traendone pacatamente una quieta sorsata di liquido ambrato come per rinfrancarsi lo spirito, il Demone dal volto dipinto gorgheggiò una risatina ilare -attutita con garbo da una mano candida-, prima di riadagiare la porcellana sul tavolo e tornare a rivolgersi al Gatto con un'alzata di spalle.

    « ...un po' come per i Sovrani, immagino. »

    Il suo titolo di “Matto” per antonomasia (e il fatto d'esser in ogni caso circondato da squilibrati) gli concedeva una certa libertà nell'esprimersi -un lusso non da poco-, ma in ogni caso... scoccando un'occhiata eloquente alla testa mozzata del Brucaliffo, il Satana mostrò di aver preso la questione con serietà, ma anche con filosofia: l'assassinio di un personaggio tanto iconico non era di certo una buona cosa per quella Fiaba, ma nel toglierlo di mezzo, lo Stregatto gli aveva effettivamente fatto un favore.

    « Ti ringrazio per il servigio che hai reso: è importante che almeno noi si mantenga il regno il più possibile scevro da dissidi interni; se tutti cominciassero a cercare un colpevole invece di una soluzione, il Paese delle Meraviglie crollerebbe su sé stesso. »

    Certo, ci sarebbero stati modi più lungimiranti e scaltri di gestire la questione, ma non gliene fece una colpa: quell'ambigua creatura era semplicemente guidata dai propri istinti e aveva agito in immediato accordo a quella che gli era parsa la reazione più giusta... ciò non di meno, era una pedina potente su quella scacchiera, e sarebbe stato inusitatamente sciocco inimicarsela; era anche per questo che Alice era importante.

    « ...e la dolce Alice non avrebbe più un posto a cui fare ritorno. Sarebbe sola e disperata. »
    mormorò con un sospiro grave, interpretando sincero dispiacere sul volto dipinto
    « Tu sei l'unico a cui stia a cuore proteggere la nostra Salvatrice, quindi sei il solo su cui possa contare, caro Stregatto. Perciò, ti prego, sii un tesoro... »
    concluse, appuntando gli occhi cerulei sul viso dell'ultimo ospite
    « ...se dovessi udire qualche altra Fiaba sragionare come il Brucaliffo, portalo da me...
    ...prima che perda la testa. »

     
    Top
    .
11 replies since 1/10/2018, 00:24   279 views
  Share  
.