Trucchi di Trasfigurazione.

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    Impeto e tempesta

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    "So di non essere il Mago che stavi aspettando,
    ma posso essere il Mago di cui ha bisogno".


    (Dal film Il grande e potente Oz)


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    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Erano trascorsi diversi giorni dal suo arrivo su Endlos, e Nightingale attendeva paziente seduto ad una scrivania, sfogliando distrattamente un libro d'incantesimi. Per quanto trovasse interessante rivolgere la propria attenzione ad un linguaggio nuovo fatto di diversi elementi e parole rispetto al proprio mondo d'origine, un pensiero incupiva la sua mente brillante e distoglieva tutte le attenzioni su pensieri fugaci.

    Gli era stato consigliato -differentemente dagli altri viaggiatori dimensionali, che non aveva più rivisto dalla loro bizzarra avventura- di trattenersi al Magisterium quanto gli era possibile, in attesa di colui che aveva ideato la missione di recupero... ma del Dan Mihai Simion di cui aveva più volte sentito parlare non vi era nemmeno l'ombra. Una ragazzina -accogliendo le richieste insistenti del Mago in cerca di una spiegazione al ritardo sospetto- si era scusata, parlando di un suo urgente viaggio ad Est che non era possibile rimandare. Un vecchio incrociato in uno dei tanti corridoi borbottò qualcosa sulle ferie ben pagate ed un apprendista parlò addirittura di malattia incurabile.

    Ormai scoraggiato dal caos di cui quella misteriosa figura pareva sapersi circondare, Nightingale era infine giunto alla conclusione che -qualunque cosa fosse a tenere il Magister Simion lontano da lui- non era quasi sicuramente nessuna delle tre versioni, o di quelle che gli sarebbero giunte all'orecchio.
    Così si era limitato ad alloggiare in quel posto, riempiendo il proprio tempo con ricerche e studi sul mondo che lo aveva accolto, strappandolo alla sua vita con violenza e nessun preavviso.

    Un rumore di passi leggeri raggiunse la porta socchiusa del piccolo angolo di solitudine che il Mago si era creato. Quando il cigolio della porta lignea annunciò l'ingresso di qualcuno, egli sollevò lentamente lo sguardo, il volto perennemente nascosto sotto il cappuccio dell'abito lungo.

     
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    Quella situazione gli creava inevitabilmente dell'imbarazzo.
    Volente o nolente il Demone-Volpe sentiva la responsabilità gravare direttamente sulle sue spalle, essendosi di fatto lui esposto come garante nei confronti dell'assistente. Loro avevano portato a termine la missione, e Dan -tanto per cambiare-... era scomparso. Inutile sottolineare come quella pessima sceneggiata non giovasse nemmeno all'immagine dell'Accademia.
    Cosa fare dunque del mago neo-arrivato, se non costringerlo ad un'attesa quasi certamente straziante?
    Poteva capirlo. Sarebbe stato difficile per Nightingale distogliere il pensiero dal suo mondo, dalle condizioni in cui l'aveva abbandonato, da ciò che sarebbe potuto accadere in sua assenza. A tutte le cose che avrebbe potuto fare, l'aiuto che avrebbe voluto dare.
    Ed invece era lì, prigioniero di una scuola di magia in un mondo straniero.

    « Nightingale. »

    Per questo l'Elessedil si sentì in dovere di andarlo a trovare. Si vergognò di aver aspettato così tanto, ma lui stesso in prima persona si era prodigato fino a quel momento nella ricerca dell'assistente. Anche -e sopratutto- per motivazioni personali.

    « Mi scuso in prima persona per l'attesa, l'assenza di Dan non era prevista. »

    Il volto della Volpe palesava un'espressione sinceramente dispiaciuta ed imbarazzata; non stava mentendo, ma al tempo stesso non diceva nemmeno una verità.
    Attese dunque qualche istante prima di muoversi nella stanza, andando ad accomodarsi in uno dei posti vicini a quello occupato dal mago.

    « Come procede per ora il "soggiorno"? C'è qualcosa che posso fare per te? »

    Se non altro il Magister volle sincerarsi che il personale dell'Accademia fosse stato quanto meno premuroso nei suoi confronti. Era forse l'unica cosa che l'Elessedil poteva garantirgli, oltre all'accesso indiscriminato all'infinita conoscenza offerta dal Magisterium.
    Attese dunque una risposta, sebbene in qualche modo sentì di poter prevedere quali sarebbe state le sue parole...

    Passive
    • Instant Casting: casting istantaneo degli incantesimi
    • Riserva Energetica: mana al 110%
    • Percezione Magica: auspex magico
    • Vento Magico: auspex radar
    • Schermo di Pensieri: mind-fuck alert + trick-detection + difesa malie
    • Maestro degli Inganni: anti-auspex [percezione magica + radar] per [evocazioni e personaggio]

    Equipaggiamento
    • Lacrima dell'Alfiere: tecnica per richiamare l'Alfiere di Laputa
    • Occhio della Notte: casting tecnica nei turni successivi
     
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    ma posso essere il Mago di cui ha bisogno".


    (Dal film Il grande e potente Oz)


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    Presidio Errante, Endlos.

    « Nightingale. Mi scuso in prima persona per l'attesa, l'assenza di Dan non era prevista. Come procede per ora il "soggiorno"? C'è qualcosa che posso fare per te? »

    Nel vedere il Magister Saddler entrare, il Mago tese lievemente la schiena -in quel momento curva sull'enorme tomo magico- guadagnando centimetri d'altezza. Posando le mani sulle ginocchia ed abbassando nuovamente il capo nascosto dal voluminoso cappuccio, trasse un profondo respiro. Era stanco, ma non scoraggiato: scosse appena la testa, prima di parlargli con la sua voce da ragazzino.

    -Prima o poi dovrà tornare: mi troverà qui, come ho promesso- spiegò con aria l'aria calma e paziente di un vecchio saggio -Mi son tuttavia reso conto di sentirmi a disagio come vostro "ospite".
    Lo confessò con l'aria tranquilla e pacata di chi trovava insensato mentire, in una situazione del genere. Inoltre, gli sarebbe parso bizzarro il contrario - e la considerazione di Nightingale riguardo sé stesso ne avrebbe certamente risentito.
    -Se mi chiedi se puoi fare qualcosa... in effetti... è possibile che io abbia una richiesta a cui tengo particolarmente.

    Nel dirlo, si sollevò dal suo angolo di pace, dirigendosi a passi lenti verso lo Youkai.
    -Se devo vivere in questi luoghi, sarebbe bene che trovassi un modo per guadagnarmi da vivere e ricostruire una vita che abbia quantomeno un senso- iniziò, aspettandosi comprensione dal Prorettore -Ho molte conoscenze magiche riguardanti il mondo da cui provengo, ma ne conosco poche su questo: vorrei lavorare per voi come divulgatore di ciò che è in mio potere... ed usufruire delle vostre lezioni come Apprendista dove son manchevole.
    Attese qualche attimo, così che Yoko afferrasse quelle che erano le sue esigenze.

    -Sarebbe possibile acconsentire a questa mia richiesta?

     
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    La reazione del giovane mago spiazzò per qualche istante la Volpe.
    Sebbene l'esperienza vissuta insieme nel Naos avesse messo in mostra fin da subito l'indole estremamente responsabile di Nightingale, l'Elessedil si era mentalmente predisposto per affrontare una discussione da toni ed argomenti assai differenti. La fretta e la necessità di dover tornare nel suo mondo, il trattamento poco rispettoso e curato che poteva aver ricevuto... nulla di tutto questo: lo stregone del Naos era determinato a voler mantenere la parola data, andando addirittura incontro alle migliori aspettative del Magister stesso.

    -Sarebbe possibile acconsentire a questa mia richiesta?

    La risposta della Kitsune non si fece attendere un solo secondo -quasi temesse un ripensamento.

    « Sarò sincero: era quello che mi auguravo. »

    Allora l'espressione preoccupata abbandonò il suo volto, lasciando spazio ad un ritrovato entusiasmo. Dopotutto era il Prorettore dell'Accademia, espandere gli orizzonti della scuola rientrava fra le sue mansioni ed i suoi interessi.

    « Quando nel tuo mondo ti parlavo delle grandi possibilità che avresti potuto trovare da questo lato del portale, non stavo mentendo per cercare di convincerti. »

    L'Elessedil allora si sarebbe alzato, prendendo uno qualunque dei documenti presenti su una delle librerie, per aprirlo e sfogliarlo distrattamente.

    « Sai, questa Accademia è... viva. Quando sfogli le pagine di questi libri intraprendi un viaggio nella mente e nei ricordi del più grande mago che sia mai esistito su questo mondo. E non solo, probabilmente. »

    Sorrise, compiaciuto. La storia del Magisterium lo affascinava ed entusiasmava ogni volta che la raccontava, come fosse la prima volta.

    « Ogni incantesimo imparato nella sua esistenza, ogni stregoneria appresa nei suoi infiniti viaggi... è finita qui. A disposizione di tutti. Accessibile e divulgabile senza restrizione alcuna.
    Ma sai qual'è la caratteristica che adoro più di ogni altra? »


    Si voltò per qualche istante, lasciandolo in sospeso nei suoi pensieri, prima di voltarsi per afferrare un altro libro.
    Una volta aperto avrebbe mostrato le sue pagine bianche.

    « E' che non esiste un punto di arrivo. Ciò che non ha appreso nella sua esistenza viene aggiunto e tramandato da chi lo visita. Viaggiatori di passaggio, ricercatori, insegnanti... maghi provenienti da altri universi - come te. »

    Man mano che il Demone-Volpe parlava, intanto nuove parole venivano magicamente incise con inchiostro sulle pagine mostrate.
    Era la lezione di un nuovo insegnante che si svolgeva qualche stanza più in là.

    « Sono convinto che questa esperienza possa portare grande giovamento ad entrambi... e non solo. »

    Lo sguardo dell'Elessedil tornò serio e determinato contro Nightingale. Alludeva chiaramente al suo mondo.

    « Accolgo dunque ben volentieri la tua richiesta, ma ti invito a spingerti oltre: esplora il nostro Presidio.
    Osservalo, parla con le persone, apprendi. Maghi, umani e razze di ogni tipo possono coesistere: vorrei che il vostro mondo trovasse un suo equilibrio, in qualche modo simile al nostro. »


    Chissà, magari fra quelle mura avrebbe potuto trovare anche una soluzione al vincolo che legava i demoni agli stregoni del loro mondo?

     
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    « Sarò sincero: era quello che mi auguravo. »
    Improvvisamente, la tensione che permeava l'aria si allentò, ed entrambi gli interlocutori trassero un sospiro di sollievo.
    « Sai, questa Accademia è... viva. Quando sfogli le pagine di questi libri intraprendi un viaggio nella mente e nei ricordi del più grande mago che sia mai esistito su questo mondo. E non solo, probabilmente. » disse, prendendo un tomo a caso fra i tanti « Ogni incantesimo imparato nella sua esistenza, ogni stregoneria appresa nei suoi infiniti viaggi... è finita qui. A disposizione di tutti. Accessibile e divulgabile senza restrizione alcuna. Ma sai qual'è la caratteristica che adoro più di ogni altra? »
    Nightingale rimase in attento ascolto, scegliendo di tacere per permettergli di continuare.
    « E' che non esiste un punto di arrivo. Ciò che non ha appreso nella sua esistenza viene aggiunto e tramandato da chi lo visita. Viaggiatori di passaggio, ricercatori, insegnanti... maghi provenienti da altri universi - come te. Sono convinto che questa esperienza possa portare grande giovamento ad entrambi... e non solo. »

    Gli occhi dello straniero, anch'essi nascosti dall'ombra del suo copricapo, raggiunsero il libro che il Demone-Volpe aveva scelto. Durante il suo discorso, lo aveva aperto verso di lui e... nuove parole apparivano dal nulla, come se qualcuno le stesse trascrivendo proprio in quel momento, tramite dettato. Nightingale ne fu sorpreso ed interessato.
    « Accolgo dunque ben volentieri la tua richiesta, ma ti invito a spingerti oltre: esplora il nostro Presidio.
    Osservalo, parla con le persone, apprendi. Maghi, umani e razze di ogni tipo possono coesistere: vorrei che il vostro mondo trovasse un suo equilibrio, in qualche modo simile al nostro. »


    Terminata quella discussione così carica di entusiasmo, la Volpe dovette attendere qualche attimo per ottenere una risposta: quel misterioso mago che Dan aveva tanto ricercato (per poi sparire senza dar loro spiegazioni) era rimasto in silenzio di fronte a lui, ed i tessuti che gli incorniciavano il viso non permettevano di capire cosa trapelasse in lui, se interesse o delusione, convinzione o indecisione.
    -In questo mondo la Fortuna gira in mio favore, dunque: così tante possibilità e persone decise ad aiutarmi- solo la voce tradì della gratitudine, difficilmente celata -Non sono il tipo di persona che prende ciò che non ritiene di meritare, quindi permettimi di ricambiare la fiducia che hai deciso di donarmi con la mia, che ancora non ho concesso.

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    Nel dirlo, portò le mani alla testa, sciogliendo quell'intreccio di drappi che mimavano un cappuccio, così che finalmente scoprisse il proprio volto: non più scarnificato come quello del futuro che avevano modificato, ma pieno ed in salute.

    -Il mio nome è Sylas Sirawan, Nightingale è come mi faccio chiamare.

    Aveva le guance piene e rosee, gli occhi azzurri come il cielo in estate. I capelli d'oro erano corti e scompigliati sul suo capo, di un taglio maschile, perfettamente calzante al modo in cui spesso si mostrava, aiutata da una voce non particolarmente acuta. Il volto era pulito e gentile. Lo sguardo convinto e dall'aria intelligente.

    -Farò del mio meglio come insegnante ed allieva.

     
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    Evidentemente Nightingale aveva preso gusto nel cercare di sorprendere il Demone-Volpe.
    Se prima ad aver colpito l'Elessedil erano state le parole e la volontà manifestata, questa volta il mago la maga si presa la scena con le azioni, calando il cappuccio e rivelando un mistero che portava con se fin dal loro primo incontro.
    Furono due allora i pensieri che attraversano la mente della Kitsune in quel momento, il primo dei quali tanto semplice quanto ingenuo: perché fino ad allora nessuno vi aveva fatto caso? Avevano accettato senza alcuna remora che un individuo incappucciato li accompagnasse per l'intera spedizione. A ben pensarci... si trattava di una scelta sconsiderata. Tremendamente sconsiderata. Che fossero troppo presi e coinvolti dalla loro missione per dedicarvi le dovute attenzioni? Non che per lui facesse alcuna differenza, ad essere sinceri.
    Motivazione per cui la seconda idea trovò sfogo immediato e consequenziale nelle sue parole:

    « Piacere di ri-conoscerti allora, Sylas. » sorrise «Ma... perché hai scelto di nasconderlo fino a questo momento? »

    L'espressione incuriosita della Volpe l'avrebbe forse rassicurata sul fatto che non vi fosse alcun pregiudizio riguardo la rivelazione, soltanto una sincera sorpresa verso un dettaglio che non riteneva così fondamentale o pericoloso. Che fosse uomo o donna, che vi fosse un essere umano o una qualunque altra creatura sotto il mantello, per l'Elessedil non avrebbe fatto alcuna differenza. Dopotutto nel loro primo incontro non aveva esitato un solo istante a mostrarle fin da subito le proprio fattezze animali.
    ...no, a ben pensarci il Demone-Volpe poteva immaginare da se quale fosse il motivo di tanta premura e segretezza. Bastava soffermarsi a riflettere un solo istante sulle condizioni sociali e politiche del mondo da cui Nightingale proveniva. Ulteriore ragione per cui il Magister decise di non ritirare la domanda, ma aspettò anzi di ricevere conferma -o smentita?- nella sua risposta. Quelle parole sarebbero servite più a rafforzare la sicurezza di lei verso il nuovo mondo, che non a soddisfare la curiosità stessa della Volpe.

     
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    « Piacere di ri-conoscerti allora, Sylas.
    Ma... perché hai scelto di nasconderlo fino a questo momento? »


    Si sorprese e si compiacque il Mago di quella reazione della Kitsune, così insolita da quelle che si sarebbe aspettata nel suo mondo, abbassando lievemente lo sguardo e ricambiando timidamente il sorriso. Per quanto ne fosse consapevole, doveva ancora abituarsi a tutta quella tolleranza.

    -Nel mio mondo la cultura è un fardello per pochi- avrebbe introdotto, riferendosi principalmente al culto religioso e -appunto- ai maghi -Oltre a ciò, l'esser nata donna può portare degli svantaggi, a seconda dei regni in cui ci si trova. In alcuni, fortunatamente, la disparità è minima... in altri no.

    In un mondo apparentemente rimasto al Medioevo come il Naos, flagellato da guerre di classe o di razza fondate sulla paura del diverso, era abbastanza comprensibile anche una pesante distinzione nella sessualità. Una donna come quella che sostava di fronte al Prorettore -non di bellezza rara come molte dame di sua conoscenza, ma di un acume che la rendeva affascinante e dall'autorevolezza tipica di poteva vantare una cultura particolarmente vasta- aveva certamente trovato moltissimi ostacoli per affermarsi come una figura di rilievo calzante a quella che sostanzialmente era la sua natura d'intellettuale indipendente.

    -Ho scelto il nome di Nightingale come mio, così da evitare inutili ritardi "burocratici" o problemi che ritengo insensati quanto evitabili.

    La chiuse in fretta e senza soffermarsi troppo sull'argomento, nonostante avesse l'aria di chi si era ritrovata troppe volte in situazioni antipatiche. Magari, in futuro e con più confidenza, si sarebbe aperta di più e gliene avrebbe anche parlato.

    -Da questa reazione suppongo che qui non sia affatto un problema...

     
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    La risposta di Nightingale confermò dunque l'intuizione dell'Elessedil: la lotta fra maghi e clero a cui loro avevano assistito non era altro che una piccola crepa di un mondo da riformare molto più a fondo. Ai conflitti di natura politica e religiosa si sommavano problemi razziali, discriminazioni sessuali e chissà cos'altro ancora; a separare la realtà Endlossiana da quella del Naos vi erano secoli di cultura e battaglie.

    « Capisco... »

    Il commento sintetico della Volpe servì solo ad accompagnare il pensiero che già in precedenza aveva palesato.
    Forse l'arrivo della nuova maga avrebbe accelerato l'intero processo evolutivo...

    « E... sì, supponi bene! Il Rettore di questa Accademia, mago a sua volta, è una donna. Di razza Taru-Taru oltretutto.
    Così come il regnante del Presidio su cui ti trovi, l'Alfiere, è una donna guerriero. Razza Angelica.
    Ti consiglio di conoscerle in prima persona, credo che andreste molto d'accordo. Chiedi pure in giro di Shantotto e Drusilia. »


    L'entusiasmo tornò protagonista nel volto compiaciuto della Kitsune, sperando a modo suo di risultare contagioso ed incoraggiante.

    « Questi sono solo alcuni esempi ovviamente. Certo -puntualizzò per senso di dovere- non è tutto rose e fiori. Esistono anche qui fenomeni di discriminazione, ma si tratta principalmente di casi ben isolati e sopratutto condannati. Le mele marce purtroppo esistono ovunque, a far la differenza è il modo in cui esse vengono gestite. »

    In tal senso una bella chiacchierata con Drusilia sarebbe stata assai utile alla nuova arrivata: prima di guadagnarsi il rispetto attuale aveva dovuto affrontare insulti ed accuse di ogni natura, discriminatorie e personali. Ma se il Presidio Errante ed Endlos stessa erano diventate un posto migliore per tutti, certamente molto era dovuto alle sue lotte ed i suoi sacrifici.

    « Bene: direi che ti ho trattenuto abbastanza! Hai un intero mondo da scoprire ed esplorare.
    Sentiti libera di muoverti come preferisci, e mi raccomando: se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi.
    Nel frattempo... beh, io continuerò a cercare Dan, spero di portarti buone notizie quanto prima... »


    Un leggero imbarazzo tornò sul volto dell'Elessedil, ma scacciò immediatamente il pensiero con rinvigorita determinazione.
    Un cenno della mano, e si avviò a passo spedito verso l'uscita.
    Era proprio curioso di scoprire come il nuovo mago si sarebbe ambientato nel loro mondo.

     
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