Never bet the devil your head

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    "I am quite sure you will win it, Dammit," said he, with the frankest of all smiles,
    "but we are obliged to have a trial, you know, for the sake of mere form."


    - E. A. Poe, Never bet the devil your head


    Merovish - Bazar delle Talpe

    Quel luogo gli dava la nausea.
    Se qualcuno lo avesse interrogato in proposito, tuttavia, non avrebbe saputo specificare il motivo.
    L'aria stantia che sapeva di polvere e sudore, la troppa folla che rischiava di schiacciarti se solo si fosse mossa in maniera improvvisa, quella sgradevole sensazione di caducità dovuto al sentirsi così piccoli ed indifesi davanti a quel torrente impetuoso e variopinto fatto solo di genti diverse in tutto meno che nel desiderio di acquistare e vendere. O forse era soltanto la consapevolezza di essere al chiuso a inquietarlo. Sapere di avere sopra la testa non un tetto ma le aride pareti di una cava, non poter cullare l'idea di vedere il cielo la sera. Persino frasi come uscire a prendere una boccata d'aria perdevano di significato, a Merovish.
    Tutto era in vendita, per tutto c'era un prezzo - e nemmeno troppo esoso, la maggior parte delle volte.
    Doveva essere uno di questi motivi, o la loro somma, a renderlo inquieto. Di fatto, comunque, il suo passeggiare era più uno sfilare rasente i muri, evitando con accortezza di fissare troppo quello o quell'altro tale, stando attento a non avvicinarsi alle bancarelle quel tanto che sarebbe bastato come appiglio ai venditori per provare ad attaccar bottone.
    Si sentiva come uno sventurato pachiderma ritrovatosi in una cristalleria, con l'improbo compito di doverne uscire senza causare troppi danni.
    Soprattutto a sé stesso.

    Era già sufficientemente indaffarato, a quel punto, quando una mano gli spinse sotto il muso pezzo di carta,
    lasciandolo appeso lì senza che lui potesse vedere chi fosse l'autore di quell'opera di volantinaggio selvaggia. A fatica si divincolò dalla folla vociante, riparandosi in un angolino mentre si tirava via la carta di dosso. L'occhio gli cadde sull'intestazione: Seele Corporation - Esprimi un desiderio.

    Ne avrei almeno cinque o sei - pensò.
    Però, forse quei tizi potevano tornargli utili. Certo, richiedevano in cambio la sua anima ma lui non era mai stato particolarmente attento alla spiritualità - non era nemmeno più sicuro di aver mai creduto ad una qualche divinità.
    Forse valeva la pena tentare.

    Merovish - Sede della Seele Corporation

    Vista da fuori, la sede della Corporazione era quanto di meno appariscente ci si potesse aspettare. Se non altro, di quei tizi si poteva dire che erano piuttosto discreti, al contrario della loro aggressiva strategia di marketing.
    Strategia che, andava detto, sortiva comunque degli effetti, visto che lui stesso stava lì in piedi, davanti l'ingresso, intabarrato nella solita vecchia mantella nera, gingillandosi nell'idea di poter risolvere i suoi problemi per intermediazione superna (o infera, che dir si voglia) e riuscire così a tornare a casa assai prima del previsto.
    L'idea di casa - della sua casa, calda e comoda - lo frastornò, tanto che gli parvere di avvertire alle narici l'odore dello stufato di cavoli di cui un tempo era stato ghiotto e che aveva perso ogni fascino presso di lui ormai da parecchi anni ma che, in quel momento, sembrava degno dell'ultima cena d'un condannato a morte.
    Riavendosi - controvoglia - da quella fantasia culinaria si ritrovò a scampanellare con leziosa vergogna,
    troppo desideroso per non cullare una speranza, seppure falsa,
    ed insieme troppo accorto per non sentirsi
    l'ultimo dei gonzi.

     
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    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


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    Scampanelli.
    La porta si apre da sola.
    All'interno, il locale è completamente buio.

    Non è semplice oscurità da luci spente, questo: la porta è un rettangolo di nero assoluto, talmente omogeneo da sembrare irreale. Se provi a sbirciare dentro, però, noterai un rettangolo di luce galleggiare nell'oscurità.
    Una sorta di quadro luminoso, raffigurante piccole figure umane che... Si muovono?


    a2Mfu9n
    Lucius Nyx.
    Lord of the Dusk

    È che si stava guardando l'ultima stagione di Killing Eve sul portatile, capitelo, e visto che non c'erano clienti in giro, aveva deciso di abbassare davvero le luci per vedere meglio il film. Solo che ha sentito scampanellare, ora.

    «Oh. Scusi.»

    Con un guizzo della mano, dissipa la cortina di tenebra che aveva avvolto il locale. Il luogo appare ora immerso in un'oscurità più normale, e il cliente dovrebbe essere in grado di intravederlo nell'ombra: una figura bassina, dalle orecchie a punta, seduta dietro a una scrivania.
    Sullo schienale della sua poltrona, tre gremlin se ne stanno seduti come piccioni. Creaturine tutte spigoli e gobbe, gli occhiacci gialli che risplendono nell'oscurità.

    «Benvenuto nella Seele Corporation; il mio nome è Lucius. Come posso aiutarla?»
    Un altro cenno, e sfere di luce emergono dalle sue dita. Fluttuano nell'aere, ingrandendosi man mano, e come palloncini ondeggiano fino a cozzare gentilmente contro il soffitto. Così va meglio, vero? Lui non ha bisogno di luce per vedere, ma ora il cliente può vedere meglio lui: un ragazzo sulla ventina d'anni, la pelle scura tipica dei Merovishi segnata da tatuaggi rossicci.
    Si alza per andare a stringere la mano al cliente, l'espressione gentile. Indossa una camicia scura e un semplice paio di jeans.
    Non fosse per i bulbi oculari neri, sembrerebbe quasi una personcina rassicurante.

    ENERGIA: 110%

    PASSIVE

    Wretched body
    [Passive - scurovisione, istant-casting, camminare ovunque, + 50% resistenza fisica]

    Damned Soul
    [Passive - maschera dell'Anima, auspex spiritico, manipolazione gdr-only delle ombre, + 10% energia]

    Dangerous Mind
    [Passive - Cast da altre tecniche/evocazioni, Mindfuck-Alert, percezione pericoli, spara-balle, conoscenza assoluta di demonologia&sciamanesimo, sopportazione del dolore]

     
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    Porte che si aprono da sole, oscurità diffusa e un triangolo luminoso galleggiante. Perfetto.
    Avvertì un brivido solcargli la colonna vertebrale e una tutt'altro che discreta stimolazione della vescica. Quel posto metteva i brividi - o forse era stava semplicemente rendendosi conto dell'enormità di guai in cui stava per cacciarsi.
    Fu quasi sul punto di voltarsi e sparire, quando le ombre si diradarono, rispondendo alle parole venute dall'ombra. La stanza rimase immersa in una penombra meno ostile, meno minacciosa. Era possibile distinguere i contorni di cose e person-- persone?
    Quelle creature gibbose appollaiate sullo schienale della poltrona non erano certamente umane, e quegli occhi gialli nell'oscurità risaltavano troppo per promettere alcunché di buono. In quel posto, doveva ammetterlo, curavano parecchio i dettagli scenografici ma il loro addetto marketing doveva assolutamente seguire un corso di aggiornamento per fare sentire i clienti meno a disagio.
    Riuscì comunque a distinguere la figura che gli aveva rivolto la parola: giovane uomo, orecchie a punta e sfere luminose che gli volteggiavano sulla punta delle dita. Uno spettacolo magnifico, ma per nulla rassicurante. I piccoli globi luminosi aumentarono la loro dimensione ed intensità e finalmente riuscì a vedere. Vide i Gremlin ancora comodamente accoccolati sulla poltrona, ed un ragazzino dai capelli rossicci in tenuta casual venirgli incontro. Non aveva più così voglia di scappare, ma qualcosa gli diceva che stava continuando a commettere errori da quando aveva messo piede su Endlos e la situazione non sarebbe migliorata restando lì.
    Nondimeno...

    « M-Montecristo... molto piacere. » rispose esitante, mentre stringeva la mano del ragazzo.
    Ecco, ora restava solo da capire come quel Lucius avrebbe potuto aiutarlo.
    « Io starei cercando una persona. Vorrei che mi aiutaste a trovarla. »

     
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