[LAM] Nuovi Orizzonti

"Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e coloro che piantano.
I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia.
Quelli che piantano sono soggetti a piogge o tempeste,
ma il giardino non cesserà mai di crescere".

(Paulo Coelho)

Giardini dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Comodamente seduta all'ombra di una delle grandi arcate dell'Albero Casa -che, sinuosa, si ergeva fuori dalla terra per poi tuffarsi nuovamente fra l'erbetta fresca ed i fiori- l'Alfiere errante contemplava distrattamente un paio di Aviatori novizi non troppo distanti da lei, tutti intenti a lamentarsi della difficoltà di alcuni compiti assegnati loro dal comandante Firion. Carezzandosi con dolcezza un ventre particolarmente gonfio -segno che ormai era vicina ad un lieto evento- sorrideva intenerita ai loro borbottii da scansafatiche e ricordava i tempi ormai andati in cui si occupava lei stessa delle nuove leve.
Sospirò sconsolata, riflettendo su quanto i suoi doveri l'avessero nel tempo allontanata dalle attività che più amava, ma decise di non scomporsi: dopotutto, era il naturale evolversi delle cose e doveva semplicemente accettarlo.

Con gli occhi smeraldini vagò fra fontane d'acqua alla ricerca di Augustus, per poi abbassare lo sguardo e lanciare un sorriso gentile alla bestiola che l'aveva fedelmente seguita fino al luogo del suo appuntamento. Discostando appena la gonna dell'abito candido, si piegò appena in avanti, allungando il braccio verso la testolina dal pelo bianco e profumato. Mosse le dita dietro l'orecchio morbido e ben teso in un affettuoso grattino e si lasciò leccare le stesse quando le allontanò di poco da lui, prima di ricomporsi.

Augustus apparve in perfetto orario e con il suo solito aspetto: Drusilia lo salutò con la mano, accennandogli di avvicinarsi. Lo avrebbe fatto accomodare di fianco a lei, così da poter discutere in tranquillità assieme.

-E' bello vederti, Augustus- gli avrebbe infine detto, con tono allegro e gioviale -Come vanno le giornate? Sai, da quando mi hanno consigliato di riposare, non riesco più a seguirvi tutti per bene...
Nel dirlo, abbassò involontariamente lo sguardo sul pancione.

-Ma raccontami, porti delle novità? Posso fare qualcosa per te?
Contemporaneamente, il cagnolino grassottello al suo fianco zampettò all'indirizzo del nuovo arrivato, limitandosi ad annusargli la gamba e scodinzolando appena.

"Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e coloro che piantano.
I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia.
Quelli che piantano sono soggetti a piogge o tempeste,
ma il giardino non cesserà mai di crescere".

(Paulo Coelho)

Giardini dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Salve, è un piacere vederLa, vederTi
Come era già accaduto altre volte, Augustus iniziò a far confusione e a gesticolare come un matto.
Drusilia sorrise come suo solito negli ultimi tempi: forse per il suo stato interessante -o magari per il riposo che da esso ne era derivato- si sentiva insolitamente più serena. Nonostante le ferite che ancora portava nel cuore, nonostante le paure per il futuro, aver superato quell'orribile Notte l'aveva resa stranamente ottimista. Sempre ferma nelle sue posizioni... ma con una speranza nel cuore e la Volontà decisamente rinvigorita. Una fiamma che -invece di spegnersi, lasciando solo una nuvola di fumo nero- aveva scelto di bruciare con più insistenza al giungere delle tenebre.
Ah...bhè, ho vissuto un periodo un po' strano, sai...cioè...tornare da lì, voglio dire...ti fa vedere le cose in maniera differente. Non è che le cose cambiano, sarebbe impossibile, però, quello che cambia è il punto di vista, la prospettiva e la profondità con cui si osserva la medesima situazione.
-Lo trovo un buon modo di approcciarsi alle cose.
Lo avrebbe assecondato, annuendo.
Bhè, si in realtà avrei due grandi novità, per così dire. [...] Mi spiego meglio, ho parlato con Asaliah e mi sono reso conto che vive, che viviamo, in un periodo particolarmente difficile e complesso. Sta facendo passi da gigante, riesce a parlare ed esprime le sue idee, ma siamo ancora ben lontani dal dire che è una persona autosufficiente. E cosa ben più importante, io non posso esserci sempre...basti pensare emh...ecco...esatto, a quando è successo quel che è successo.
Lo sguardo della Dama del Vento si fece più serio, comprendendo bene quanto fosse delicato l'argomento.
Voglio aiutarla a proteggersi e proteggere gli altri, oltre a capire meglio le persone che ha davanti a sè. Ho chiesto che le vengano impartite lezioni di autodifesa da parte di qualche volenteroso aviatore verde, ma vorrei far qualcosa di più.
Sto studiando un rituale su misura per lei...

Iniziò a tergiversare, diventando paonazzo.
E mentre la Dama del Vento gli si avvicinava con garbo, rassicurandolo con una mano delicata sulla spalla ed invitandolo a proseguire con sguardo incoraggiante, il silenzioso Polpetta parve stranamente interessato al Comandante Rosso, al punto da rimanere ad ascoltarlo per lunghi attimi con la testolina inclinata verso destra e gli occhi verdi fissi su di lui.
Le mie particolari abilità con le anime mi permettono di selezionare una delle anime fidate in mio possesso e si cucirla vicino quella di Asaliah: lo scopo è semplice, permetterle di avere un'anima buona e candida che le funga da guida nei momenti di difficoltà. Quest'anima potrebbe filtrare la veridicità di quello che le dicono, potrebbe avvertirla sulle emozioni provate dai suoi interlocutori ed in caso di estrema necessità creare una protezione assoluta che la tuteli da malintenzionati.
Una pausa. Guardò il cane... e il cane continuò a guardare lui, mentre stringeva i pugni e si rivolgeva poi al Gran Maestro.
Io non voglio che le capiti nulla. E questa mi sembra una buona soluzione, ecco, ma prima di procedere volevo il tuo parere.

-Nessuno di noi vuole che capiti nulla alla piccola Asaliah, ma posso capire perfettamente le tue preoccupazioni- avrebbe risposto Drusilia, intenerita da tutta quella passione -Non ho dubbi che farai qualunque cosa per proteggerla, quindi hai il mio permesso. Desidero tuttavia porti una sola condizione...
Mentre lei parlava, nonostante Augustus fosse già precedentemente indietreggiato, il cane grassottello interruppe finalmente il suo contatto visivo, avvicinandosi ancora all'Aviatore... e sdraiandosi sulle sue scarpe.
- ...che sia anche lei a darti il suo permesso, dopo che le avrai spiegato per bene cosa desideri farle.

Attese qualche attimo, in modo che lo sciamano comprendesse, nonostante fosse una richiesta alquanto banale ed ovvia. Non dubitava che Augustus le avesse parlato a riguardo ma... era sempre molto attenta alle questioni in cui era coinvolto il libero arbitrio.

-Va bene?

"Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e coloro che piantano.
I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia.
Quelli che piantano sono soggetti a piogge o tempeste,
ma il giardino non cesserà mai di crescere".

(Paulo Coelho)

Giardini dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Quando Augustus la rassicurò su ciò che avrebbe fatto -nel rispetto di tutte le parti coinvolte- Drusilia annuì con garbo, sorridendo intenerita al suo essere imbranato in un modo che trovava simpatico.

Ci sarebba anche un'altra questione di cui ti volevo parlare. continuò il Numerologo, ed il volto di entrambi si fece più serio
Da giovane ho preso parte ad un rituale per entrare in risonanza con la Numerologia. Non ricordavo molto di quella notte, ma da quando ho fatto quel certo viaggetto sono riuscito a recuperare alcuni frammenti di memoria. Ho scoperto con un certo disappunto che quella notte sono stato vittima di un demone degli incroci che mi ha tratto in inganno: il demone dell'ingordigia Asmodeus.
Drusilia tacque, eppure s'incupì vistosamente. Aveva letto tutti i rapporti dei superstiti a quella Notte ed il nome pronunciato da Augustus era ben presente su uno di essi: quello di Firion. Oltre all'aggravante della natura demoniaca, Asmodeous portava in sé ben altri due peccati, primo fra tutti l'essere in combutta con chi aveva organizzato l'evento più tragico dell'ultimo secolo.
Ho letto di lui nei resoconti della sera della Prima. Ho letto di Firion e di una tale Volpe che sono entrati in possesso di oggetti in grado di evocare il suo servitore ed il demone stesso. [...] Vorrei trasformare la mia personale crociata in un obiettivo ambizioso per tutta la gilda ed il Presidio!
Nel sentirlo, Drusilia mostrò evidenti dubbi sul volto, mordendosi la lingua come se avesse cose da dire, ma temesse l'effetto che ne sarebbe derivato.
Ci hai insegnato ad amare queste terre ed hai infuso nella nostra Volontà la voglia di difenderla. Ma ora, non possiamo abbarbicardi dietro i confini della nostra isola, dobbiamo muoverci per essere pronti. Gli eventi di quella notte sono la prova della nostre colpe in tal senso. Se potessi, emh, ecco, darmi supporto fisico e materiale, vorrei approfondirmi nei miei territori natali, recuperare informazioni su questo demone dell'ingordigia e dei suoi alleati e preparare un piano per trarlo in cattura sfruttando il suo servitore. Mi rendo conto che questa missione va ben oltre quelli che possono essere gli interessi della Gilda, ma...ecco, te lo chiedo come favore personale, aiutami a "gestire" questa situazione.

Drusilia ristette, poi abbassò il capo con aria afflitta ed un mezzo sorriso.
-Immagino che ci proveresti anche da solo...- lo disse senza un particolare tono accusatorio, piuttosto comprendendo le motivazioni del ragazzo stesso, finito in quell'inferno non certo per sua volontà... o almeno, non del tutto -Vorrei dirti che è pericoloso, ma forse non comprenderesti realmente ciò che vorrei spiegarti. Quindi... permettimi di raccontarti una cosa.
Respirò profondamente, poi si lasciò andare in qualcosa di molto personale che aveva tenuto a tacere per almeno un decennio.
-Io... sono diventata orfana quando ero appena sedicenne. I miei genitori, come l'intero casato a cui appartenevo, sono stati sterminati in un mondo lontano per mano di una setta, su ordine di una persona che voleva il mio male- abbassò lo sguardo, cercando di non trasmettergli il proprio dolore -Asmodeous è il nome del complice del mandante, nonché creatura venerata da questa setta.
Aveva letto il suo nome -scritto rigorosamente nel sangue- sia sui muri della propria magione che nella chiesa dove Virginia aveva cessato di vivere, brutalmente assassinata. Alla sua resurrezione ricordava ben poco del trapasso, ma nemmeno lei aveva dimenticato quel nome maledetto.
-Andrai incontro a qualcosa che è riuscito ad annientare una delle famiglie più potenti del mio mondo. Non si tratta di un demone qualsiasi e ci serviranno tutti i mezzi e la cautela che possiamo accumulare. Quindi... resta con i piedi per terra, è tutto quello che ti chiedo.
Sollevò lentamente il braccio, e la mano candida e sottile gli carezzò il volto dolcemente. Il piccolo Polpetta, ancora sui piedi del Numerologo, dopo aver drizzato le orecchie all'ascolto del nome infausto, si sollevò dalla propria posizione e raggiunse la padrona.
-Ho lasciato sole molte persone, durante la mia vita. Non voglio sbagliare di nuovo, ancor meno con te. Per questo motivo, voglio che tu accetti questo da parte mia- prendendogli la mano con delicatezza, gli avrebbe dato uno dei suoi anelli -Ho fatto preparare un anello per tutti coloro che saranno al mio fianco in questo alfierato. E' un simbolo del vostro rango, oltre che un oggetto magico dalle particolari peculiarità.

Si allontanò piano, concedendogli tempo e spazio per guardarlo bene, raccogliendo il proprio cagnolino fra le braccia e lasciando che questo le leccasse le mani.
Il dono di Drusilia era un anello d'oro con incastonato un diamante; sull'intera superficie era intarsiato da rune magiche. Conosciuto come "Lacrima dell'Alfiere", portava dietro di sé numerose dicerie: alcune affermavano che le rune fossero solo un abbellimento in memoria del vecchio Alfiere, ed in realtà il potere magico dell'artefatto risiedeva nella gemma. I pettegolezzi dei più romantici davano molto credito a questa versione, ed aggiungevano che le gemme di questi anelli altro non erano che le lacrime versate dall'Alfiere prima dello scontro finale con Cesare Borgia, in seguito raccolte dai suoi seguaci e trasformate poi in diamanti.
Da anni le Lacrime dell'Alfiere erano l'unico segno di potere sull'isola, indossabili solo dagli Ufficiali di Presidio.

-Ti chiederei di combattere al mio fianco, ma lo fai già da tanti anni...- sorrise, affabile -Hai già fatto tutto quello che serve per essere qui ed ora. Credo sia giusto affidarlo a te: ti aprirà molte porte e mi autorizzerà ad aiutarti con tutto ciò di cui dispongo.

"Gli uomini si dividono in quelli che costruiscono e coloro che piantano.
I costruttori concludono il loro lavoro e, presto o tardi, sono colti dalla noia.
Quelli che piantano sono soggetti a piogge o tempeste,
ma il giardino non cesserà mai di crescere".

(Paulo Coelho)

Giardini dell'Albero Casa, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.

Sono consapevole della difficoltà di questa missione. Ma quella creatura continua, anno dopo anno, ad accumulare potere [...] Io però ho la mia famiglia, la mia gilda ed il mio Presidio che certo non valgono di meno. Li proteggerò e farò molto di più, passo dopo passo tesserò una tela per catturarlo e renderlo inoffensivo.
E' questa la mia missione.

Le parole di Augustus la compiacquero e terrorizzarono al tempo stesso: se infatti di fronte a lei vedeva la realizzazione concreta di ciò che in decenni aveva cercato di ottenere nella propria gilda, dall'altro la paura di perderlo per una terza volta straziò il suo cuore, non permettendole di sentirsi realmente soddisfatta del proprio operato.
Eppure, erano proprio le anime più pure e belle, quelle a cui lei avrebbe auspicato una vita serena, lunga e felice, ad avere il coraggio di andare in prima linea, dove tutto si faceva realmente pericoloso, con la sola volontà di proteggere qualcun altro. Erano le anime più ardenti a brillare in quel mondo fatto di grigi ed ombre, risplendendo di luce propria e cedendola per riflesso a chi le circondava... per poi consumarsi e spegnersi prima. Erano le anime che più amava ad andarsene per prime.
Che cosa spingeva Augustus ad affrontare circostanze tanto avverse? Coraggio? Temerarietà, forse.
Forse era semplicemente matto nel seguirla, ma la Dama del Vento non riusciva a non trovare quella follia semplicemente meravigliosa. Dopo essere entrambi morti, continuare a lottare li aveva resi un po' come dei martiri. Anche quelli venivano sempre uccisi prima. Proprio come gli eroi.
Non sono incline all'esagerazione, lo sape...lo sai. Resterò con i piedi per terra e guadagnerò metro per metro la distanza che ci separa dal nemico.

Ovviamente le rassicurazioni servirono a poco: l'Alfiere Errante tentò di non mostrare le sue preoccupazioni, nascondendosi dietro un mezzo sorriso. In quel momento lo avrebbe bloccato all'istante, eppure una parte di lei continuò a ripeterle insistentemente che Augustus non le apparteneva, e se quella era la sua Missione non avrebbe dovuto in alcun modo fermarlo. Sarebbe stato egoista ed ingiusto; doveva lasciarlo andare... ed accettare il rischio.

Ti...rigrazio. Combatterò al tuo fianco in questa battaglia ed in quelle che verranno. Proteggeremo Laputa dai nemici e riporteremo la pace nel presidio. Ti...ringrazio...per la fiducia, ecco...Grazie.
Il piccolo cane bianco sbuffò seccato all'indirizzo dell'Ufficiale, alzando gli occhietti verdi al cielo.
-Ed io ringrazio te per accompagnarmi su questa strada buia e terrificante- sorrise amaramente -Anzi... vi ringrazio.
Non poté vederli, ma sapeva tutti gli Spiriti di cui Augustus era fatto erano in grado di udirla. Dopotutto... anche per loro non doveva essere affatto semplice. Intanto, lo sbuffo del cane in sovrappeso si fece più violento; un suono simile a colpetti di tosse, che -fosse stato umano- sarebbero suonati come una risata.

-Se non hai altro di cui parlarmi, forse è meglio congedarci- continuò infine, accarezzando dolcemente la bestiola -Asaliah sarà in giro a cercarti, a quest'ora.