Buon ritorno a casa Agrodon

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    "Sai Ted stavo pensando ...", con quelle parole il lossodonte attirò l'attenzione del pugile che era tutto intento a guardare l'uovo di grifone che gli era stato tempo addietro, "... non hai avuto paura quando siamo andati su Naos? Intendo che quando abbiamo viaggiato nel tempo avremmo potuto anche morire o non tornare affatto.”

    L’uomo spostò lo sguardo verso l’elefante con aria perplessa. Una domanda come quella sarebbe potuta risultare fuori posto a molta gente, ma Carter era genuino e non pensò quindi che ci fosse qualche secondo fine.

    "Come ben sai ne ho avuta e anche parecchia devo dire. Però se fossi andato nel panico tutti avrebbero pensato che se uno grande e grosso come me se la faceva sotto, allora la situazione era davvero disperata. La mia vera paura era che fossero gli altri a provarla … anche più della mia."

    Era sempre di buono umore e con una parola da dire, anche se spesso era quella sbagliata. Ma come faceva ad essere sempre tanto allegro nonostante si fosse lasciato tutta la sua vita alle spalle? Ancora Agrodon non era riuscito a capirlo.
    Lui non c’era riuscito. Pensava che allenando Ted per sdebitarsi del fatto che lo avesse accolto nella sua vita, lo avrebbe fatto sentire meglio.
    Si era però sbagliato.
    Non voleva rischiare di nuovo la vita come era successo su Naos. Lui voleva tornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi figli, sperando che non fosse passato troppo tempo.

    ”Te l’ho chiesto perché ho preso una decisione!”

    Il pugile lo guardò.
    Aveva così tante parole da dirgli che probabilmente lo avrebbe lasciato con il mal di testa. Non era mai stato uno a cui piaceva ascoltare.

    "Ma certo dimmi pure"

    Entrambi si misero a sedere sul letto del pugile ed iniziarono a parlare.
    Fiumi di parole uscirono dalle loro bocche.
    Agrodon voleva ritornare alla sua vecchia vita e stare lontano dalle avventure troppo pericolose, Ted invece gli fece notare che se lo avesse fatto il contratto stipulato con la Seele sarebbe stato inutile.
    All’elefante questo non importava e il pugile si ritrovò senza argomentazioni convincenti.
    Tante volte lo aveva tenuto lontano dalle sue missioni o anche semplicemente dagli scontri che aveva affrontato. Nel profondo lo capiva ma non voleva che se ne andasse.

    "Non dirmi che vai via perché ho studiato poco la magia elementale … posso fare di meglio se resti."

    Mustang scosse la testa. Ormai la sua decisione era già stata presa e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
    Aveva analizzato ogni pro e ogni contro della situazione e la differenza fra i punti negativi e positivi era abissale.

    ”Guarda il lato positivo! Ci sarà più posto libero in camera.”

    Ted voltò lo sguardo da un’altra parte.
    Come avrebbe fatto ad avanzare nell’uso della magia senza il suo aiuto? Sarebbe stato strano rientrare in camera e non trovarlo più ad aspettarlo con il libro in mano.

    ”Ho già fissato un’incontro con i maghi del Magisterium. Preparo le valigie e poi me ne vado … vuoi venire?!”

    Con aria triste e sconsolata, Carter, annuì con la testa.
    Le labbra erano corrugate dal prematuro e inaspettato addio da parte del suo compagno, anche se la discussione era durata più di un’ora.
    Si alzò e prese alcuni libri che erano accatastati sulla mensola del suo letto.

    png

    Quando rientrò nella sua stanza il cielo era già stato avvolto da l’abbraccio oscuro della notte.
    Era solo.
    Avere accompagnato Agrodon dai maghi del Magisterium lo aveva rattristato molto, tanto che aveva preferito andarsi a bere un bicchiere in uno dei locali lungo la via del Mastio. Il liquore ave soltanto rimandato la tristezza.
    Nel mentre l’elefante si era fermato più volte durante la strada ad ammirare l’architettura Laputese. Trovava affascinante che una città tanto imponente volasse nei cieli.
    Ted aveva provato a dire qualcosa ma la maggior parte del tempo era rimasto in silenzio.

    L’ultimo saluto era stato rapido e frettoloso. Entrambe le parti sapevano che più tempo avrebbero passato a salutarsi e più sarebbe stato controproducente.
    Si erano quindi limitati a un rapido saluto e ad un’ultimo regalo: un libro.
    Agrodon lo aveva tirato fuori dalla veste che indossava solitamente e lo aveva passato a Ted. Gli disse che lo aveva comprato ad una libreria non appena aveva preso la decisione di andarsene.
    Il pugile lo gettò sul letto senza guardarlo più di tanto.
    Erano molte le emozioni che stava provando in quel momento e non voleva buttare altra legna nel fuoco leggendo quel libro.
    Si mise quindi seduto sul letto e si passò le mani lungo le tempie. La notizia della partenza aveva aumentato a livelli vertiginosi il suo stress.

    "Questo quel brutto elefante del cazzo non me lo doveva fare …", se non fosse stato sicuro che con l’impatto avrebbe rotto qualcosa, si sarebbe sfogato tirando uno dei suoi pugni più forti,"… quindi adesso sono di nuovo solo. Maledizione e adesso cosa faccio?"

    Si alzò con l’intento di tirare un calcio a qualcosa, quando lo sguardo gli cadde su degli oggetti comprati tempo addietro da un misterioso mercante.

    "Ma certo … potrei indossare l’armatura di Ercole. Questo mi potrebbe aiutare nelle prossime missioni e anche senza Agrodon …"

    Non era sicuro che sarebbe riuscito a sopportare tanto potere. Aveva avuto qualche piccolo problema con il bracciale destro ma cosa poteva fare altrimenti?
    Guardò prima il libro di Agrodon e poi i componenti dell’armatura.

    "Beh … non avevi ad abbandonarmi."

    Prese i componenti e gli indossò.

     
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