Sangue di demone - Cuore di tenebra

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Dai un coltello ad un uomo ed egli imparerà a ferirsi. Ripara la spada demoniaca ad un ragazzo ninja e quest’ultimo, di uomini, ne ucciderà a centinaia.

Aveva sempre un gran da fare in quei ultimi tempi.
Costruire un orologio per un pollo, munire di un fucile un giovane alchimista, correre nelle profondità di Merovish con il pollo citato al rigo di sopra.

”Gargastico!”

Esclamò dunque Gingillo.
Di avventure ne aveva vissute tante da poterci riempire almeno due biblioteche, eppure quelle su Endlos si erano dimostrate più “divertenti” del previsto. Che fosse perchè la tempesta eterna aveva spezzato tutti i suoi legami con i robot che solitamente richiamava.
Si stava liberando il naso da una caccola enorme, quando venne richiamato da un giovane ragazzo dall’aria bizzarra.

“Dannazione!...”

Il Mastro si mise subito sulla difensiva alzando le mani come un colpevole colto sul fatto.

”Wo wo wo giovanotto! Vedi di calmarti prima che mi venga un infarto.”

Nonostante fosse vecchio era altamente improbabile che gli venisse un attacco cardiaco. Era sempre stato un vecchietto attento a queste cose.

”Riconosco quello sguardo. Sei venuto qui alla ricerca di qualcosa, giusto?”

Gli avrebbe detto ignorando il fatto che usava quella frase praticamente per tutto.
PER TUTTO.

”Come può Gran Mastro Gingillo servirti o esserti in qualche modo utile?”

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Dai un coltello ad un uomo ed egli imparerà a ferirsi. Ripara la spada demoniaca ad un ragazzo ninja e quest’ultimo, di uomini, ne ucciderà a centinaia.

“cosa vendi di preciso? Souvenir? Cianfrusaglie? Perché in tal caso non mi interessa nulla. Ho bisogno di miglioramenti, di qualcosa”

Qualcosa simile a un sospiro riempì la bocca di Gingillo.
Cosa avevano mai udito le sue povere e vecchie orecchie?! Per qualche secondo perse anche l’equilibrio, parendo (oltre che vecchio) ubriaco.
Le sue erano invenzioni e cimeli appartenenti a dimensioni tanto lontane che il ragazzo, se ne fosse venuto a conoscenza, si sarebbe subito pentito di quella scelleratezza.
Come poteva trovare inutile uno dei migliori pezzi che aveva sul banco? Il mitico (oltre che sicuramente unico) grattaschiena a Stronzio potenziato?! Con quell’arnese si potevano scavare buchi nelle montagne e grattarsi i punti più difficili da raggiungere nella schiena … ovviamente.

“Che possa rendermi più forte di quanto non lo sia già, e di qualcuno in grado di riparare la spada spezzata del più grande Dei Guerrieri ... che sarei io, ovviamente”

Poteva credere che Ted Carter fosse il campione mondiale di boxe ma che quel ragazzo fosse il più grande dei guerrieri proprio no.

”Come mai al più grande dei guerrieri si è rotta la spada? Hai per caso affrontato un demone infernale o che so io? Senti ragazzo io non sono un fabbro ma per il giusto compenso posso fare tutto, di tutto ti dico.”

Una spada rotta non era forse un gingillo senza senso? E lui non era Gran Mastro Gingillo? E oggi il ventuno aprile (giorno in cui sto scrivendo il post) non è forse risorto nostro Gesù salvatore e redentore? Questa parte non era molto inerente alla situazione, il senso è che comunque l’affare si poteva fare.

”Cosa hai da offrirmi? Prima il compenso e poi ci penso.”

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Dai un coltello ad un uomo ed egli imparerà a ferirsi. Ripara la spada demoniaca ad un ragazzo ninja e quest’ultimo, di uomini, ne ucciderà a centinaia.

“cosa?... tu, tu come diavolo… Come fai a saperlo?!”

Un sorriso divertito sul volto di Gingillo lasciò intendere tante cose, senza che il vecchio mercante dicesse effettivamente niente.
Le informazioni erano una merce di scambio preziosa a Merovish e lui sapeva come contrattare con le persone, venendo quindi a conoscenza di una certa baraonda a largo del Porto Sepolto.

“Cosa ti posso offrire? Stai parlando col più grande dei Guerrieri, potrei autografarti un cappellino o quella bell’armatura scintillate, cosi potrai andare a vantarti con gli altri commercianti e dire: -Black Star, il più grande dei guerrieri e l’uomo dalla potenza più grande degli dei, è stato a comprare nel mio negozio- mentre metti in mostra la tua magnifica armatura firmata, cosi da attirare centinaia di clienti diventando a dir poco ricco.”

Il sorriso divenne sottile come una lama ma di fatto era ancora restio a voler lasciare la faccia del Mastro. Una mano scoprì le placche metalliche agli occhi del giovane ragazzo, rivelandogli che di firme su di essa ve ne erano molte.

”Non saprei proprio dove metterla un’altra firma, difficile farci entrare ancora una scritta su questa bella corazza. L’ultimo spazio rimasto me lo ha autografato niente popò di meno che il campione dell’arena nera ...”, un dito battè sul ferro come una lancetta batte i minuti in un’orologio, ”... Ted Carter in persona e questa cosa non ha alzato affatto le mie entrate. L’oro è assai sopravvalutato ragazzo mio.”

Come se Gingillo non avesse pronunciato affatto quelle parole, Black Star provò a fare un tentativo. Ammirevole ma inutile.

“Oppure potrei offrirti delle banalissime monete d’oro, bagnate dal sangue rammuffito di qualche Ghoul ucciso direttamente con queste mani.”

Tante volte in passato l’oro aveva sporcato la coscienza dell’alchimista, lasciandolo tutte le volte assai deluso. Quando si riesce a vivere più di trecento anni, le monete diventano tante e inutili, una montagna di sassi colorati.
Rimase invece piacevolmente colpito da quella strana figura che sembrò essere rigettata direttamente dal suolo, il cui padrone era proprio il ragazzo e il cui compito era sorvegliare quello che era rimasto della spada.

”Ah, capisco! Sembra essere ridotta male discendente di Isildur...”, che strano ricordare quel film in quel momento, ”... ma non c’è niente che i miei aiutanti non riescano a riparare, per il giusto prezzo ovviamente. Che a tal proposito, l’unica cosa che mi interessa da te è un pezzo della tua … ombra.”

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Dai un coltello ad un uomo ed egli imparerà a ferirsi. Ripara la spada demoniaca ad un ragazzo ninja e quest’ultimo, di uomini, ne ucciderà a centinaia.

“Vorresti un pezzo della miaa… Ombra?! Come vedi, non so come tu l’abbia fatto a capirlo, ma non è un’ombra normale la mia, ma in ogni caso non saprei proprio come fare per dartene un pezzo…”

La forma dell’ombra essere esile e all’apparenza fragile, come una foglia mossa dal vento ma di consistenza estremamente dura e corposa al pari della spada che il ragazzo aveva con sé.

”Vedi caro il mio cliente, in cambio di merce di qualità non c’è niente che io non possa fare per ottenere ciò che più voglio.”

Gingillo non sapeva se quella strana figura oscura fosse il risultato di qualche esperimento andato male, una maledizione o la concretizzazione della volontà del guerriero. L’unica cosa che sapeva era che prendendole un pezzo, sarebbe riuscito a creare qualcosa assieme alla sua alchimia.
Non si sarebbe lasciato sfuggire quella occasione tanto rara quanto insolita.

”Per mia fortuna posso disporre tranquillamente di materiali ben più duri di quelli a cui sei abituato. Certo, potrei ripararti la spada con essi ma non avrebbero la stessa funzionalità e spirito di adattamento, se paragonati alla riforgiatura dell’arma se a ricongiungere i pezzi fosse l’ombra stessa.”

Un discorso ingarbugliato come una matassa di fili per il povero ragazzo. Era palesemente il tipo che adorava più i fatti che le parole, a differenza del Mastro.
Il vecchio evocò, così come aveva già fatto altre volte in passato, una motosega. I “denti” dello strumento erano molti e decisamente appuntiti. Il metallo era splendente, dando l’idea che fosse stata creata solo per quell’occasione.

”Ecco di che cosa parlavo ...”, la mise in moto premendo solo un piccolo pulsante, ” … e adesso con un piccolo taglio risolverò sia il tuo problema che la mia cupidigia.”

La lama della motosega affondò nel petto dell’ombra, che dapprima oppose resistenza per poi lasciarsi andare tutto insieme alla rimozione del suo essere.
Un pezzo grosso come un palmo della mano venne infine tagliato in malo modo dal petto, per poi essere lanciato brutalmente sul tavolo assieme a tutte le altre chincaglierie che sembravano essere raccolte lì.
L’operazione era stata veloce e aveva reso Gingillo più simile ad un incapace macellaio che a un provetto chirurgo come si era professato.

”Ottimo, meglio battere il ferro finché è caldo.”

Allungandosi ben oltre le sue capacità, afferrò la lama spezzata del ninja trascinandola verso di sé. Un polpo avido che provava a guadagnarsi il suo pezzo di profitto in quella storia.
La motosega sparì e lasciò invece spazio ad una piccola fucina. La bocca del forno era simile a quella di un demone e tutt’attorno, come carie che infestavano quella bocca infernale, vi erano piccoli e insoliti ominidi fatti in metallo.
Gingillo gli passò la spada e il pezzo d’ombra sapendo che erano estremamente abili nel loro lavoro.
I piccoli esseri presero tutto l'occorrente e svanirono dentro la bocca, che si chiuse di scatto come la più classica trappola per orsi.

”Niente male questa fucina, nata dalla fusione dell’anima di un demone maggiore e dell’incantevole metallo. Questa bellezza riscalda come l’inferno.”

Che fosse plateale lo si poteva tranquillamente dedurre dalle braccia che erano state allargate verso l’alto, non si poteva però dire lo stesso sul fatto che fosse un bugiardo.
Un forte colpo come di un martello sull’incudine, fece aprire nuovamente la bocca della forgia, facendo uscire così i piccoli esseri robotici.
Nelle loro piccole mani tenevano la spada, intera e intrisa di oscurità. Emanava un’aura atipica e il filo della spada era brillante come la luce della luna.

”Come nuova, guarda come splende. Acciaio diciotto dieci non per nulla, se capisci cosa intendo.”