Sangue di demone - Cuore di tenebra

Dov’era arrivato e soprattutto Come ci era arrivato li, non ne aveva la minima idea. Dopo il rocambolesco incontro con gli altri ragazzi in città, aveva camminato per forse un’ora o due da solo in mezzo a quelle strette e pericolose vie di Merovish leggendo ogni insegna e scrutando dentro ogni vetrina o bancherella in cerca di qualcuno che in quella curiosa città piena di polvere e sabbia fosse in grado di aiutarlo a riparare l’arma spezzata a metà dal demone ficcanaso di qualche settimana prima.
L’aria scoglionata mentre si guardava a destra e a sinistra fra le vie che da un po' erano iniziate a incupirsi, lasciando la luce del sole alle sue spalle e facendo posto a una chiarore soffuso che faceva brillare quella parte di città con calde luci sparse ogni dove lungo le strade altrimenti buie.
Forse avrebbe fatto bene a chiedere informazioni a qualcuno del luogo ma nessuna delle persone che percorrevano quelle strade sembrava disponibile ad aiutare un giovane come lui. Le mani incrociate dietro la testa mentre si guardava a destra incrociando lo sguardo con un tipo col turbante e marchiate rughe nella pelle scura che lo guardava e scrutava con curiosità e un apparente disprezzo sputando per terra mentre il giovane passava per poi tornare alle proprie faccende, si guardò a sinistra e un uomo incappucciato dall’aria sospetta gli urtò il gomito senza preoccuparsene e passando oltre. Black si girò per lanciargli una severa occhiata ma l’uomo incappucciato proseguì dritto e cosi decise di lasciar perdere, ma fu in quel momento che la vide: oltre il tipo col cappuccio, impegnato a fare chissà cosa un uomo, particolare, brutto, ma particolare, quasi più degli altri rozzi che lo circondavano attirò la sua attenzione. Alzò un sopracciglio mentre lo guardava. Si avvicinò incuriosito alla bancarella rimanendo un attimo a osservare l’uomo dal viso tanto vecchio quanto il corpo era giovane e muscoloso sotto il lungo abito, poi lo sguardo si posò sulla merce esposta e purtroppo per lui sembrava che nemmeno questa bancarella fosse il posto giusto per trovare qualcuno che potesse aiutarlo e fece per andarsene, imprecando fra sé e se portando le mani nelle tasche e sbuffando
“Dannazione!...”