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L'odore di marcio le solleticò le narici prima ancora che le sue orecchie fossero in grado di distinguere i suoni e dar loro un senso. Era già notte, ma alzando gli occhi al cielo non trovò lo sguardo della luna a riflettersi sui suoi occhi dorati. Sbuffò, trovando quella mancanza fastidiosa e desiderando che le nubi si scansassero una volta per tutte, possibilmente per sempre. Irritanti come tanti diavoletti dispettosi, quei batuffoli di tutte le sfumature del grigio avevano il potere di metterla di malumore anche nelle giornate migliori come quella che stava vivendo. Giusto pochi attimi fa era tutta contenta e felice e non c'era un solo problema al mondo, poi ecco che vuole semplicemente dare uno sguardo alla luna e questo piccolo desiderio le viene negato da semplici veli di nebbia e fastidio, troppo lontani ed irraggiungibili perché possa sbranarli e scacciarli via dalla sua vista o anche solo usare vendetta su di loro in qualche modo. Guardò i suoi compagni, si chiese se facendoli a pezzi e lanciandoli un frammento alla volta verso il cielo ci fosse una qualche possibilità di allontanare quei demonietti capricciosi e riavere indietro la sua adorata luna, ma con un sospiro dovette ammettere a se stessa che era un'eventualità troppo assurda per essere realizzata: il sangue sarebbe colato via e le carni, esangui e putrescenti, non sarebbero servite a granché se non a provocare le risatine malvagie delle nubi, che magari indispettite si sarebbero coalizzate con un accanimento ancora maggiore per tenerle nascosta la luna. Quel pensiero fece sbuffare la piccola Cappuccetto Rosso: era del tutto impotente. Però magari se trovava abbastanza sangue poteva provare a fare un bel fiocco, legare assieme tutte le nuvole e...

D'istinto alzò il braccio sinistro, mentre denti le affondavano nella carne arrivando fino all'osso ed una tremenda sensazione di dolore lancinante le percorreva il corpo. Little Red guardò davanti a se, rendendosi conto che era arrivata fino al punto dove si teneva quel gran banchetto di cui aveva sentito i suoni e gli odori poc'anzi. I commensali per qualche motivo ignoto si erano rivoltati contro di loro, strano visto che c'era cibo in abbondanza. Trovò abbastanza sciocco per un predatore ridursi ad una simile ingordigia, anche se ad un secondo sguardo capì che i resti umani che facevano parte della portata principale erano già guasti e putridi.

« Ho capito. Sei davvero... »
Disse lei, comprensiva, calando gli occhi dal sinistro bagliore aureo sul divoratore di cadaveri che l'aveva azzannata, mentre questi furiosamente le dilaniava l'arto che lei aveva offerto. Tese il braccio in un gesto fulmineo, un guizzo a malapena percepibile per una creatura dotata di riflessi umani, tanto violento da sfondare una corazza di acciaio spessa diversi centimetri. Se il colpo fosse andato a segno, la testa strappata di netto dal resto del corpo sarebbe volata via per chissà quanti metri, in un arco di sangue tanto alto da arrivare, forse, perfino alla luna.
« ... un golosone. ♥ »
Little Red si sarebbe accontentata di quella risposta. Non le dava troppo fastidio avere un braccio maciullato, piuttosto le interessava l'arco rosso che la testa mozzata avrebbe prodotto nella sua parabola verso il cielo notturno. Quello non era esattamente il massimo sforzo che poteva azzardare, ed in effetti forse con un po' di impegno sarebbe davvero riuscita ad arrivare al cielo con uno schizzo di sangue abbastanza grande da spaventare le nuvole e farle fuggire via.
Chissà. Magari in quel caso le avrebbero ridato indietro la luna...?

Si fece avanti con il nasino puntato all'insù, per controllare se per caso le nubi si erano prese spavento da quell'alto arco di sangue che le aveva dedicato, sperando di rivedere la faccia pallida della luna incastonata nel cielo notturno. Nulla di tutto ciò, al che sbuffò infastidita ormai giunta a destinazione: le spalle della bestia che si stava accanendo sull'individuo che si portava a spasso quell'odore orribile, e che per qualche motivo aveva deciso di risparmiare il suo diretto opponente.
Mentre l'essere attaccava, Cappuccetto Rosso colpì con gli artigli fra le scapole, all'altezza del cuore, affondando due volte con la mano destra, salvo poi piantargli il piede sul retro del ginocchio in un pestone violento che l'avrebbe costretto a piegarsi in ginocchio, per poi passargli sul collo le dita adunche provviste di artigli spietati per aprirgli la gola senza un solo attimo di esitazione.

« Vogliamo andare...? »
Chiese in tono neutro al resto della banda, senza nemmeno appurare l'esito positivo di quella successione di colpi. La preda era già ferita, e lei aveva colpito a tradimento mentre era impegnata ad accanirsi sull'essere d'oro. Insoddisfatta, esibì un sorriso ferino divertito, i canini bene in vista. Non era solo la luna assente ad irritarla, e nemmeno il braccio ferito gravemente. Non si stava divertendo per niente, era questo il punto. Non si stava divertendo affatto...