And out of good still to find means of evil

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    effortless perfection

    Group
    Member
    Posts
    1,086
    Location
    ~ An Unseen world ~

    Status
    Anonymous
    « Our labour must be to pervert that end,
    and out of good still to find means of evil. »


    - J. MILTON, PARADISE LOST

    ~

    q0VxPdt

    "Ho avuto le informazioni che desideravi."
    Metzengerstein, come aveva preso a farsi chiamare elidendo il nome di battesimo, squadrò con malagrazia l'uomo che gli aveva rivolto la parola - se di uomo era ancora lecito parlare, riferendosi a quell'essere dalla pelle cascante coperta di rughe, il cranio lucido e gli occhi infossati.
    Tenne a freno il proprio ribrezzo, seppur con evidente difficoltà. Lo irritava doversi affidare ad una creatura del genere per raggiungere i propri scopi, e il suo interlocutore pareva avvedersene - e goderne moltissimo, a giudicare dal ghigno beato con cui rimestava il contenuto ambrato del suo bicchiere.
    Non rispose, aspettando che l'altro continuasse. E questi, prima di farlo, ondeggiò leggermente il bicchiere, si sistemò il nodo della cravatta con quelle sue dita nodose e consunte, gli sorrise con aria complice.
    "L'Alfiere del Presidio Errante è, come già saprai, una donna: Drusilia Galanodel. Una donna di una bellezza disarmante, mi dicono. Luminosa come il sole, pelle di pesca e labbra di corallo" aggiunse, lasciandosi sfuggire un sospiro. "Ti invidierei, se non fosse per quel caratterino."

    "Queste sono cose che non mi interessano." tagliò corto Metzengerstein,
    cui premevano informazioni di ben altro genere.

    Il suo interlocutore sbuffò, annoiato da tanta austera severità.
    "Non sei abbastanza antico per permetterti di essere così vecchio." lo rimbrottò, prima di proseguire con eccessivo sussiego. "Ma... come il lord qui presente desidera. Pare che la signorina in questione abbia dato prova di non essere solo un bel faccino; si è dimostrata una guida lungimirante e ferma per la sua gente, oltre che un'eccelsa combattente, quando ve ne sia stata l'occasione."
    Fece una breve pausa, approfittandone per bere. Mise giù il bicchiere con uno schiocco soddisfatto della lingua sul palato.
    "In più, pare che la gente di Laputa la ami follemente."

    "A chi importa se il popolo la ama? L'unica certezza di un sovrano risiede nella sua forza."
    L'interlocutore annuì brevemente. "Quanto a questo, non hai di che preoccuparti: le forze speciali di Laputa sono conosciute in tutto il semipiano già da prima della guerra civile."
    Metzengerstein fece spallucce, incapace di trattenere l'ennesimo commento acido.
    "Non sarà certo la sua guardia che potrà salvarla. Se la storia ci ha insegnato qualcosa è che chiunque può essere ucciso."

    Il volto dell'interlocutore si fece improvvisamente serio - più del solito, comunque.
    "Spero, solo per il tuo bene, che tu non debba mettere alla prova questa tua teoria." rispose, in tono greve.
    "Non mi sei particolarmente simpatico, ma mi dispiacerebbe vederti accorciato della testa. Non gioverebbe al tuo già discutibile fascino, se mi licenzi."
    Metzengerstein sorrise, di un sorriso crudele e del tutto privo di gioia, come testimoniavano i suoi occhi freddi come il ghiaccio. Agitò una mano con fare permissivo.
    "Ti licenzio, ma continua."

    L'altro spostò il sigaro dall'angolo sinistro della bocca a quello destro, aggrottando le sopracciglia.
    "L'Autocrate ha dei giorni prefissati per le udienze--"
    "Il Barone di Metzengerstein non si mette in fila come un qualsiasi postulante!" lo interruppe il nobile, quasi ululando la sua insofferenza.

    L'interlocutore sospiro, accendendo il sigaro con calcolata lentezza.
    "Voglia il cielo che quella cara ragazza riesca a curare la tua alterigia." disse, prima di sbuffare il fumo ai piedi del Fantasma; sorrideva compiaciuto nel vedere il fumo avvolgere la controparte e trasportarla lontano da quel luogo. Molto lontano, lassà, tra le nuvole dell'antico Castello Errante dell'Inconnu.
    Dal punto in cui era stato seduto lord Metzengerstein solo fino a qualche attimo prima, risuonò una voce,
    ovattata e distorta.

    "Addio, Novecento. Spero di non doverti vedere ancora,
    ma grazie. Un Metzengerstein ricorda sempre i propri debiti.
    "

    Rimasto solo, il vecchio pianista si concesse un ultimo sorso di liquore, prima di completare il suo pensiero.
    "Spero solo che per curarlo non utilizzi il ferro d'una spada, o del caro Barone di Metzengerstein non resterà che una testa impilata su una picca."
    Si alzò, mettendosi a posto la giacca. Era ora di andare.

    ~

    Laputa, Cancelli della Città Alta

    "La ricordavo diversa." disse il Metzengerstein, sbagliandosi.
    Era vero, la Città Alta era ben diversa da come era stata all'arrivo di Laputa sul semipiano; le Nove Giornate erano state inclementi con tutto il Presidio Errante e la ricostruzione aveva mutato radicalmente l'architettura della parte più alta di Laputa.
    Tuttavia, lui non aveva mai visto il Presidio Errante prima di quel giorno, o almeno non di persona. L'aveva visto solo attraverso gli occhi di altri, di chi quel castello l'aveva conquistato, quando ancora era possibile espugnarle, certe fortezze.

    Era da poco trascorsa l'alba, il nuovo giorno stava rapidamente prendendo forma a giudicare dai rumori che iniziavano a sollevarsi dalla città bassa e dai raggi di sole che come lance si spezzavano sui bastioni della cinta muraria che proteggeva il mastio.
    Era da poco trascorsa l'alba, ed un giovane uomo dai tratti efebici e i capelli d'argento si stagliava in tutto il suo maestoso metro e settanta centimetri di insolenza e boria di fronte alla più prossima delle guardie.
    "Il Barone di Metzengerstein desidera conferire con l'Autocrate di Laputa."
    Come inizio, non era affatto male.

    [...]

    Le udienze, scoprì poco dopo, si tenevano direttamente nella sala del trono.
    Spaziosa, luminosa, imponente nelle sue decorazioni, trasmetteva l'idea di un potere giusto, trasparente - e per questo tanto più temibile quanto riusciva ad apparire desiderabile. Questo contrastava con l'idea che Frederick aveva del potere, ne era quasi la perfetta antitesi; ritenendo che non esistessero poteri buoni, la sua aspra considerazione dell'esistenza vedeva in quelle che ad altri sarebbero apparse come indubbie qualità - la luminosità, la trasparenza, la giustizia - nient'altro che l'ipocrita manto di cui si ammantava il potere, lo scettro dorato con cui amministrava i propri sopprusi. Un potere doveva essere temuto, rispettato, odiato - seppure in silenzio.
    Il potere - specialmente quello degli altri - è un brutto veleno da cui guardarsi con attenzione, riflettè, guardandosi intorno.

    Il numero dei postulanti, quel giorno, non era molto alto - o almeno così gli parve di capire. In definitiva, benché non avesse alcuna inclinazione naturale alla pazienza, ma potendo contare sulle sue discrete qualità di attore per fingere di possederne,
    si dispose ad aspettare pazientemente che fosse il suo turno.
    Sperando, in cuor suo, che nessuno dei suoi conoscenti venisse mai a sapere a quale oscena umiliazione si fosse dovuto piegare per essere ricevuto da quella che reputava - pur non avendola mai conosciuta - una bambina viziata.
    Era fatto così, purtroppo: pur volendo, non gli riusciva di non essere in errore.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    "La mia corona è nel mio cuore, non sulla mia testa:
    fregiata essa non è di diamanti o di perle dell’India,
    nè risplende allo sguardo. La mia corona è il contento,
    ed è tale che di rado ne godono i Re".


    (William Shakespeare)


    lqbRWSY

    Appartamenti dell'Alfiere, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    In una giornata che già profumava di primavera, i raggi del sole nascente carezzavano i tendaggi leggeri di una piccola camera per bambini, dipingendo i muri e la mobilia candida di un lieve rosa pastello.
    Una ragazzina bionda e dagli abiti blu portava fra le braccia un neonato in fasce. Gli occhi nocciola osservavano il faccino tondo inteneriti, ed un sorriso involontario e quasi ebete le si era disegnato in volto al pensiero di poterlo accudire per qualche ora.

    UlykOsK

    -Ricorda che, se ti sorge un dubbio, non dovrai farti problemi ad interrompermi.
    La ragazzina annuì al suo Alfiere
    -Qualunque sia il dubbio... o il problema... oppure... hai capito.

    Ci fu un gesto d'intesa fra le due, e la piccola Virginia comprese l'agitazione negli occhi verdi della Dama del Vento.

    l2RotW4

    Stretta fra le sue braccia vi era una creaturina di pochi giorni soltanto: nonostante avesse dimostrato sin da subito di essere sano ed in salute, il figlio dell'Autocrate era comunque un infante indifeso e fragile, ragion per cui sarebbero state necessarie tutte le cure e le attenzioni possibili. Ancor più quando la madre era via, costretta altrove dai suoi doveri.

    -Sono sicura che starà bene: dorme come un angioletto ♥
    Gli occhi smeraldini dell'Alfiere si adagiarono per l'ennesima volta su di lui, carezzandone i lineamenti paffuti, soffermandosi sulle piccole orecchie argentate che sbucavano dai fori dalla cuffietta. Nonostante i tratti spiccatamente demoniaci, la madre non riuscì a vedere altro che una piccola benedizione del cielo.
    -Si, lo è senza dubbio.

    Adagiò le labbra rosse sulla testa del bambino. Poi, con passo leggero, indietreggiò sorridendo.
    La levatrice la salutò con un inchino.

    lqbRWSY

    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando giunse il suo turno, Metzengerstein avrebbe potuto scorgere la Dama del Vento seduta su di un trono marmoreo posto alla cima di una breve scalinata. Su di lei "splendevano" -se così era possibile dirsi, per delle semplici rappresentazioni scultoree- tre stelle completamente d'oro e cave nell'interno in un falso cielo fatto di drappi celesti ed azzurri.

    vyOUClQ

    Numerose erano le guardie disposte lungo il perimetro ed il percorso che conduceva all'Alfiere, eppure sarebbe parso abbastanza evidente che fossero lì quasi solo in veste rappresentativa.
    Un monito verso i cittadini e gli stranieri, ma non la ragione dell'inviolabilità del Mastio o della serenità dei presenti: le loro armature erano belle al punto da riflettere la luce che -dalle ampie vetrate sul soffitto- riempiva l'intera sala in modo che non vi fossero zone d'ombra, ma non sembravano particolarmente comode o resistenti. Le loro armi erano lavorate e brillanti, ma non affilate.
    Fu una di loro -un ragazzo molto giovane e dall'aria curata- a fare un passo in avanti, invitando lo straniero ad imitarlo nel momento in cui il precedente postulante si voltava soddisfatto per tornare alla propria dimora.
    -Il prossimo è il Barone di Metz...- la guardia tentennò, abbassando fugacemente lo sguardo sulla pergamena che portava con sé, e su cui aveva scritto tutti i nomi dei presenti -Metz...engerstein. Vuole... ehm... conferire con voi.

    L'Alfiere notò -ma non condannò- il panico del giovanotto nel pronunciare quel termine in effetti alieno su Laputa, piuttosto finì per domandarsi se quel titolo appartenesse a qualche Presidio o se magari rappresentasse il retaggio di un uomo antecedente al suo naufragio su Endlos.

    jpg

    Ciò su cui comunque si posarono gli occhi smeraldini non non fu altro che un semplice ragazzo. Dal fisico longilineo e le iridi grige, aveva i capelli d'argento, tuttavia dava l'idea di essere comunque umano.

    -Il Barone di Metzengerstein avrà ora la mia attenzione.

    La sua voce suonò mite ed accomodante, adatta più che mai al suo aspetto sereno, a tratti raggiante. Le labbra rosse erano piegate in un discreto sorriso sul bel viso eburneo, le onde lucenti dei folti capelli d'ebano le incorniciavano il volto perfettamente ovale, ricadendo sulle spalle velate dagli abiti come un'imponente cascata. Nulla in lei -la cui stirpe fu risparmiata dalle colpe dei primi umani, e dunque dai castighi- dava l'idea dei postumi di una lunga gravidanza, ed altrettanto curioso sarebbe stato osservare la sua pelle morbida e liscia emanare un lieve candore tutto intorno, quasi impercettibile.

    -Di cosa desiderate parlarmi?

    GALANODEL »

    « i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
    e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
    Bereshit (Genesi) VI,2.

    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo di un Galanodel presenta tratti di entrambe le razze.
    Per comprendere una delle caratteristiche alla base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che, sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo perchè -come gli angeli- i Galanodel sono legati alla Fonte. Questa li rende immuni da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete" quali batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie e, qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta senza che il corpo ne subisca effetti deleteri.
    Altra eredità della progenie celeste vi è certamente la capacità di sollevarsi in aria -talvolta generando candide ali sulla schiena- o irradiare luce dalla propria pelle, intensificandola o meno a seconda del caso. Questa non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare. Essendo quindi provvisti di un corpo luminoso, questo non sarà provvisto di ombra ai propri piedi.
    Essendo inoltre il corpo parzialmente costituito di luce, esso avrà capacità di rigenerazione superiori a quella di un normale umano; non conserva inoltre i segni delle cicatrici. Inoltre ha un adattamento alla diversa luminosità che va aldilà dell'umano: è infatti in grado di vedere perfettamente al buio, come se fosse pieno giorno.
    E' infine cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son predilette fanciulle vergini ed infanti. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica e sola fonte di potere.
    Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue di un Galanodel "puro" porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.

    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]



    GODDESS OF LOVE »

    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.


    L'Amore è un sentimento intenso e profondo simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile. Impossibile da concepire appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo è rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse questo a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore -la forza più potente dell'Universo- ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stessa le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.

    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5]



    LADY OF THE WIND »

    «L'Amore ci passa accanto, rivestito di soavità, ma noi fuggiamo via impauriti, andiamo a nasconderci nelle tenebre o, ancora, l'inseguiamo per far del male in suo nome. Anche il più saggio tra noi si piega sotto il formidabile peso d'Amore; eppure esso è, in verità, leggero come la brezza lieve del Libano.»
    Kahil Gibran.


    E' innegabile che, dal suo arrivo su Endlos, il potere della Dama del Vento sia sensibilmente cresciuto: questo può essere in parte dovuto al fatto che ella abbia abbracciato il suo destino di guerriero Galanodel -imparando a non lasciarsi più frenare dal suo cuore tenero-, e in parte al fatto che la permanenza presso l'Isola nel Cielo l'abbia portata ad un più alto livello di comunione col suo elemento... Fatto sta che l’ambiente attorno a lei sembra aver sviluppato un legame quasi empatico con Drusilia, reagendo alla sua presenza e riflettendo come uno specchio i suoi stati d’animo. Il potere non genera mai effetti disastrosi o disagevoli, nemmeno per gli avversari, ma è una spia più che utile per capire che aria tira; se -all’improvviso- il cielo si annuvola... e se è stato fatto o detto qualcosa di fuori luogo, sarebbe meglio a preoccuparsi di quei neri cumoli temporaleschi, perché potrebbero essere un terribile presagio di tempesta.
    La comprensione del suo elemento è tale da poter considerarlo "tutt'uno" con la sua Signora. Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel può comandarlo a suo piacimento con rapidità e naturalezza sconosciute ad un mago qualunque. E' anche in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio, un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro, come anche la composizione chimica in caso di sostanze gassose. Allo stesso modo la sua essenza non è in realtà nemmeno relegata ad uno stato fisico vero e proprio, ma più simile al vento; nonostante Drusilia sia di fatto un corpo, con il tempo ha finito per somigliare al suo elemento al punto da diventare percepibile non solo come soggetto singolo, ma anche come l'aria che la circonda, rendendo di fatto difficile determinati tipi di localizzazione.
    Similmente all'aria è perfino in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana, ed ha particolarità fisiche quali una elasticità muscolare fuori dalla norma che le permette di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante.
    Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove.

    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Bonus all'Agilità: 5]



    GODDESS OF BEASTS »

    «Io sono colei che a notte, nel cielo, riempie di luce il firmamento. Colei che genera il timore e l’inquietudine della notte, sono. Colei che richiama dagli abissi i pesci alla superficie. Dov’è la mia parola perentoria e chiara? In una rete a larghe maglie stesa sui campi. In una rete a strette maglie tirata su dai campi, sì che nessun uccello voli via. La mia parola attraversa il mare ed il mare ne è spaventato. La mia parola attraversa laghi ed acquitrini; penetra la corrente dell’Eufrate e ne diventa essa stessa corrente.»
    Inno a Ishtar.


    Se è vero che, chiunque abbia a che fare con la Dama del Vento, vedrà in lei ciò che desidera nel profondo dell'anima, lo è ancor di più per le creature più istintive: queste subiranno maggiormente l'effetto della sua sola presenza, proprio in virtù della natura emozionale ed istintiva dell'amore stesso.
    Qualunque bestia, mostro o creatura intelligente ma dotata di istinto sarà infatti portata a sentirsi a suo agio in presenza della bella, non percependola mai come una minaccia ma sempre un alleato: una madre, una figlia, un componente del branco o qualcuno verso cui sentirsi invitati ad abbassare le difese. Non sarà quindi insolito che creature anche non solite ad assumere determinati atteggiamenti mansueti, in sua compagnia si riveleranno affettuosi, felici e desiderosi di tenerezza.
    Nell'aiutarla ad ispirare tali sentimenti, vi è anche l'abilità di Drusilia di comprendere perfettamente i linguaggi animali fatti di suoni semplici e gestualità del corpo, interagendoci così con maggior sicurezza e generando danni minori rispetto ad altri.

    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5]



    AURA DEI GIUSTI »

    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).


    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.

    [Malia di carisma]
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    effortless perfection

    Group
    Member
    Posts
    1,086
    Location
    ~ An Unseen world ~

    Status
    Anonymous

    Ci sono uomini il cui amore per la verità è superiore a quello per la loro stessa vita; altri, in maniera più prosaica, combattono virilmente per un ideale; altri ancora, si battono perché sono coraggiosi e leali - e non importa che questa lealtà si riferisca ad una persona, uno stendardo o un'idea.
    Costoro - che sovente vengono additati come eroi - hanno questo in comune: raramente muoiono nel loro letto.
    Metzengerstein l'aveva imparato dal padre: un eroe è solo un imbecille
    abbastanza fortunato da sopravvivere alla propria idiozia.

    ~

    La guardia fece un passo avanti, lui la imitò. La guardia si schiarì la gola, lui attese,
    centellinando quelle ultime stille di pazienza che gli rimanevano.
    Fu quando la guardia sembrò sul punto di sbagliare il suo cognome che sentì sprofondare quel che restava della sua buona grazia e - ormai prossimo ad un parossismo di urla e improperi osceni che mal si sarebbero addetti al suo lignaggio - prese a tamburellare nervosamente le dita sull'avambraccio.

    Ojwmxfh

    "Il Barone di Metzengerstein avrà ora la mia attenzione."
    La voce lo colpì per il suo tono calmo, quasi sorridente
    - ma può una voce sorridere? Non ne era sicuro, non era importante -
    e fu quella voce che lo costrinse a sollevare lo sguardo. Allora la vide. La vide davvero, non da lontano, come un postulante in fila che sta rodendosi il fegato per il solo fatto di essere un postulante. La vide come un interlocutore che - seppure non da pari a pari - avrebbe dovuto rispondere, spiegare, dirimere. Sentì le fauci seccarsi di colpo, la salivazione azzerata e lo sguardo vacuo. La mascella leggermente dislocata lasciava le sue labbra socchiuse in una smorfia di stupore che sarebbe potuta durare in eterno.
    Era splendida. Novecento aveva tentato d'avvertirlo, ma le parole di quel vecchio mentecatto non rendevano affatto giustizia alla donna che aveva di fronte. Altro che pella di pesca e labbra di corallo!
    La sua pelle, compatta e levigata, aveva la perfezione del marmo - di cui condivideva l'illusoria morbidezza; erano tutte le terre promesse fuse in un'unica, vellutata prateria. I suoi occhi erano il bosco di Fanedell, la sua voce il canto di Chediya.
    E le sue labbra erano una promessa tradita, l'ultimo anelito su cui spirare, felici e scontenti.
    Così imbambolato, quando la voce risuonò una seconda volta fu come svegliarsi di soprassalto, ché l'Alfiere Errante stava rivolgendosi proprio a lui e da lui si aspettava - se non proprio un discorso - almeno una risposta un po' meno che balbettante.

    "Di cosa desiderate parlarmi?"

    Buonissima domanda. Se solo gli fosse riuscito di parlare, avrebbe avuto una risposta altrettanto buona.
    Ma come poteva - ora che l'aveva veduta - dirle ciò che aveva avuto in animo di dire solo fino a qualche istante prima?
    Gliene mancava non solo l'ardire, ma la stessa volontà: per quella donna si poteva anche morire felici, commossi e soddisfatti del proprio destino - ché ci sono tanti modi peggiori d'andarsene da questo modo, che non nel nome di un tale splendore.
    Fu la voce di suo padre, a venirgli in soccorso: un eroe è solo un imbecille
    abbastanza fortunato da sopravvivere alla propria idiozia
    .
    La devozione non era virtù che gli appartenesse e - se proprio doveva farne la conoscenza - poteva ben farlo in un secondo momento.
    Era lì per parlare di affari e - perdìo - l'avrebbe fatto. Anche se a malincuore.
    Restava pur sempre il Barone di Metzengerstein.
    (eccheccazzo)

    Xu1u9RO

    Accennò un inchino. Non troppo profondo - non era un servo, né la sua nobiltà era legata all'Alfierato - ma abbastanza da non risultare insolente.
    "Frederick von Metzengerstein." si presentò, mentre raddrizzava velocemente la schiena. "Incantato di poter conoscere l'Autocrate di Laputa. La vostra fama non vi rende affatto giustizia."
    E con quelle parole - ahilui! - potevano dirsi ben conclusi salamelecchi e smancerie.

    "Il mio nome potrebbe non dirvi nulla. Non sono nativo del semipiano e questa è la mia prima visita al Presidio Errante."
    Modulà la voce in maniera da renderla leggermente più acuta, perché tutti i presenti potessero udirlo con chiarezza. Si ravviò i capelli d'argento, piegando le labbra in un sorriso assai meno freddo e credibile di quanto avrebbe voluto. Sfortunatamente, quella donna riusciva a distrarlo.
    "Tuttavia, il mio nome è legato a queste mura tanto quanto il vostro, Lady Galanodel. Il mio parente, Balthasar Metzengerstein, il cui corpo riposa proprio nel Mastio del Presidio Errante, era un socio alla pari del vostro predecessore - Mastro Raylek - insieme con Dorian Gray di Celentir, nella fondazione dell'Inconnu, quella società segreta che per prima si appropriò del segreto di Laputa, gettando il seme per quello che oggi è il vostro alfierato."
    Sorrise di nuovo, stavolta con più convinzione, guardandosi intorno con aria melliflua.
    "Qualcuno potrebbe arrivare a dire..." chiosò,
    "...che avrei assai più diritto di voi a sedermi su quel trono."

    "Qualcuno, ma non il Barone di Metzengerstein." disse,
    anche se dal tono con cui pronunciò quelle parole sembrava volesse intendere a cominciare dal Barone di Metzengerstein.
    "Laputa appartiene al suo popolo e a chi ha protetto e sorretto quel popolo. Dunque a Mastro Raylek prima, ora a voi."
    Quasi sussultò nell'udire la propria voce pronunciare tali parole - parole in cui almeno una parte di lui credeva fermamente.
    Evidentemente - si disse, non senza un discreto sconcerto - c'era ancora del buono e del giusto nel suo cuore avvizzito e pigro.
    "Sono un uomo semplice, ancorché nobile, e non desiderio una gigantesca preoccupazione come il dominio su un presidio.
    Le mie pretese sono assai più modeste: chiedo solo quanto spetta alla mia famiglia.
    "

    "Dunque, vi chiedo formalmente che mi venga restituito il corpo di Balthasar Metzengerstein." concluse, quasi rincorrendo la propria voce nel pronunciare l'ultima frase, con l'inconfessabile desiderio di fermarsi. Gli rincresceva enormemente di essersi mostrato in una qualche maniera sgradevole a quell'incantevole dama; pure, tutto l'amore del mondo non sarebbe riuscito a curare l'algida superbia del Primo dei Metzengerstein. Non del tutto, almeno.
    "Converrete che si tratta di una richiesta assai misera. In cambio..." aggiunse,
    quasi a volersi redimere per le sue parole vanamente minacciose, "...non ho altro da offrire che i miei servigi per Laputa ed il suo Alfiere, se vorrete accettarli."


    Il riferimento è chiaramente al più antico background di Laputa come Castello Errante sede dell'Inconnu in quel di Celentir, prima che Raylek lo portasse su Endlos e ricevesse l'assenso alla creazione del Quinto Presidio da parte degli altri Alfieri e di Lord Aeon.
    Per quanto riguarda la conservazione della salma di Balthazar Metzengerstein presso il Mastio di Laputa, il riferimento è a questo topic, a suo tempo scritto dal sottoscritto e postato da Daeniem.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous

    "La mia corona è nel mio cuore, non sulla mia testa:
    fregiata essa non è di diamanti o di perle dell’India,
    nè risplende allo sguardo. La mia corona è il contento,
    ed è tale che di rado ne godono i Re".


    (William Shakespeare)


    lqbRWSY

    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    "Frederick von Metzengerstein. Incantato di poter conoscere l'Autocrate di Laputa. La vostra fama non vi rende affatto giustizia." iniziò quel tale, confermandole immediatamente di essere uno straniero "Il mio nome potrebbe non dirvi nulla. Non sono nativo del semipiano e questa è la mia prima visita al Presidio Errante."

    Terminate le presentazioni, la Dama del Vento lo ascoltò modulare la voce in quella che appariva a tutti gli effetti una dimostrazione pubblica, piuttosto che una richiesta personale. Decise comunque di non interromperlo: aldilà dei modi, desiderava realmente comprendere ciò che voleva da lei; in più di un decennio di governo l'Alfiere Errante aveva infatti compreso quanto la conoscenza profonda degli individui e dei loro desideri fosse la chiave di un governo stabile e lungimirante. Quel tale non faceva eccezione, come tutti quelli prima o dopo di lui.

    "Tuttavia, il mio nome è legato a queste mura tanto quanto il vostro, Lady Galanodel. Il mio parente, Balthasar Metzengerstein, il cui corpo riposa proprio nel Mastio del Presidio Errante, era un socio alla pari del vostro predecessore - Mastro Raylek - insieme con Dorian Gray di Celentir, nella fondazione dell'Inconnu, quella società segreta che per prima si appropriò del segreto di Laputa, gettando il seme per quello che oggi è il vostro alfierato. Qualcuno potrebbe arrivare a dire...che avrei assai più diritto di voi a sedermi su quel trono."
    Nonostante le parole dello straniero, la Dama del Vento non sembrò ne' sorpresa e neppure preoccupata. Che vi fossero pretendenti al suo trono era vero, e ne aveva incrociati tanti lungo la scalata, primo fra tutti il Maestro del Conio Cesare Borgia, anche lui legato sia a Raylek che a Dorian tramite il Sodalizio. Alla sparizione del goblin, costui aveva cercato di fermare la sua scalata ricorrendo a stratagemmi ed un intero esercito di mercenari, permettendo che la loro disputa sfociasse in una terribile guerra civile. Alla fine -però- lei lo aveva sconfitto e risparmiato; nominata quindi Alfiere dallo stesso Lord Aeon, preferì convertirlo in alleato, riconoscendo in lui delle doti a lei utili ed un amore incondizionato per il Presidio Errante.
    Come Cesare, anche altre figure apparirono periodicamente a reclamare qualcosa o tentare detronizzarla: dai figli illegittimi di suo fratello agli esuli dell'ormai defunto Sodalizio, ad addirittura perfetti sconosciuti che provavano a rivoltarle contro i suoi più stretti alleati. Credette quindi alle parole del Barone, ma non si scompose perché consapevole della loro natura reale solo in potenza.
    "Qualcuno, ma non il Barone di Metzengerstein. Laputa appartiene al suo popolo e a chi ha protetto e sorretto quel popolo. Dunque a Mastro Raylek prima, ora a voi. Sono un uomo semplice, ancorché nobile, e non desiderio una gigantesca preoccupazione come il dominio su un presidio.
    Le mie pretese sono assai più modeste: chiedo solo quanto spetta alla mia famiglia.
    "

    png

    Fu solo a quel punto che l'Alfiere sembrò provare maggiore interesse verso le sue parole, cogliendo forse fra le righe e le pretese uno dei desideri del Barone di Metzengerstein.
    "Dunque, vi chiedo formalmente che mi venga restituito il corpo di Balthasar Metzengerstein.
    Converrete che si tratta di una richiesta assai misera. In cambio... non ho altro da offrire che i miei servigi per Laputa ed il suo Alfiere, se vorrete accettarli.
    "

    Compreso il "problema", Drusilia attese qualche attimo, riflettendo sul da farsi.
    Fortunatamente ricordava abbastanza bene di aver già parlato in passato con il goblin riguardo quella tomba. Quello che le aveva detto Frederick von Metzengerstein non corrispondeva perfettamente a quanto spiegato dal precedente Autocrate, tuttavia trovò plausibile che il tempo ed il passaparola fra parenti ed amici avesse modificato la versione originale. Non era comunque un problema per lei: il punto della questione ruotava al corpo del defunto Balthasar, ed a riguardo aveva una sola perplessità.

    -Non ho nulla contro la restituzione di una salma alla famiglia, mi sembra una richiesta più che comprensibile- avrebbe detto, accomodante e sorridente -Ricordo tuttavia quanto Raylek tenesse al suo amico e per rispetto nei suoi confronti preferirei essere scrupolosa, prima di acconsentire.
    Lo disse con una nota dispiaciuta nella voce tonda e gentile, quasi mortificata da quel dettaglio.
    -Mi sentirei in pace con la coscienza se aveste modo di provare in qualche modo la parentela con il defunto.

    GALANODEL »

    « i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
    e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
    Bereshit (Genesi) VI,2.

    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo di un Galanodel presenta tratti di entrambe le razze.
    Per comprendere una delle caratteristiche alla base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che, sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo perchè -come gli angeli- i Galanodel sono legati alla Fonte. Questa li rende immuni da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete" quali batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie e, qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta senza che il corpo ne subisca effetti deleteri.
    Altra eredità della progenie celeste vi è certamente la capacità di sollevarsi in aria -talvolta generando candide ali sulla schiena- o irradiare luce dalla propria pelle, intensificandola o meno a seconda del caso. Questa non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare. Essendo quindi provvisti di un corpo luminoso, questo non sarà provvisto di ombra ai propri piedi.
    Essendo inoltre il corpo parzialmente costituito di luce, esso avrà capacità di rigenerazione superiori a quella di un normale umano; non conserva inoltre i segni delle cicatrici. Inoltre ha un adattamento alla diversa luminosità che va aldilà dell'umano: è infatti in grado di vedere perfettamente al buio, come se fosse pieno giorno.
    E' infine cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son predilette fanciulle vergini ed infanti. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica e sola fonte di potere.
    Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue di un Galanodel "puro" porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.

    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]



    GODDESS OF LOVE »

    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.


    L'Amore è un sentimento intenso e profondo simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile. Impossibile da concepire appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo è rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse questo a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore -la forza più potente dell'Universo- ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stessa le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.

    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5]



    LADY OF THE WIND »

    «L'Amore ci passa accanto, rivestito di soavità, ma noi fuggiamo via impauriti, andiamo a nasconderci nelle tenebre o, ancora, l'inseguiamo per far del male in suo nome. Anche il più saggio tra noi si piega sotto il formidabile peso d'Amore; eppure esso è, in verità, leggero come la brezza lieve del Libano.»
    Kahil Gibran.


    E' innegabile che, dal suo arrivo su Endlos, il potere della Dama del Vento sia sensibilmente cresciuto: questo può essere in parte dovuto al fatto che ella abbia abbracciato il suo destino di guerriero Galanodel -imparando a non lasciarsi più frenare dal suo cuore tenero-, e in parte al fatto che la permanenza presso l'Isola nel Cielo l'abbia portata ad un più alto livello di comunione col suo elemento... Fatto sta che l’ambiente attorno a lei sembra aver sviluppato un legame quasi empatico con Drusilia, reagendo alla sua presenza e riflettendo come uno specchio i suoi stati d’animo. Il potere non genera mai effetti disastrosi o disagevoli, nemmeno per gli avversari, ma è una spia più che utile per capire che aria tira; se -all’improvviso- il cielo si annuvola... e se è stato fatto o detto qualcosa di fuori luogo, sarebbe meglio a preoccuparsi di quei neri cumoli temporaleschi, perché potrebbero essere un terribile presagio di tempesta.
    La comprensione del suo elemento è tale da poter considerarlo "tutt'uno" con la sua Signora. Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel può comandarlo a suo piacimento con rapidità e naturalezza sconosciute ad un mago qualunque. E' anche in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio, un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro, come anche la composizione chimica in caso di sostanze gassose. Allo stesso modo la sua essenza non è in realtà nemmeno relegata ad uno stato fisico vero e proprio, ma più simile al vento; nonostante Drusilia sia di fatto un corpo, con il tempo ha finito per somigliare al suo elemento al punto da diventare percepibile non solo come soggetto singolo, ma anche come l'aria che la circonda, rendendo di fatto difficile determinati tipi di localizzazione.
    Similmente all'aria è perfino in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana, ed ha particolarità fisiche quali una elasticità muscolare fuori dalla norma che le permette di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante.
    Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove.

    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Bonus all'Agilità: 5]



    GODDESS OF BEASTS »

    «Io sono colei che a notte, nel cielo, riempie di luce il firmamento. Colei che genera il timore e l’inquietudine della notte, sono. Colei che richiama dagli abissi i pesci alla superficie. Dov’è la mia parola perentoria e chiara? In una rete a larghe maglie stesa sui campi. In una rete a strette maglie tirata su dai campi, sì che nessun uccello voli via. La mia parola attraversa il mare ed il mare ne è spaventato. La mia parola attraversa laghi ed acquitrini; penetra la corrente dell’Eufrate e ne diventa essa stessa corrente.»
    Inno a Ishtar.


    Se è vero che, chiunque abbia a che fare con la Dama del Vento, vedrà in lei ciò che desidera nel profondo dell'anima, lo è ancor di più per le creature più istintive: queste subiranno maggiormente l'effetto della sua sola presenza, proprio in virtù della natura emozionale ed istintiva dell'amore stesso.
    Qualunque bestia, mostro o creatura intelligente ma dotata di istinto sarà infatti portata a sentirsi a suo agio in presenza della bella, non percependola mai come una minaccia ma sempre un alleato: una madre, una figlia, un componente del branco o qualcuno verso cui sentirsi invitati ad abbassare le difese. Non sarà quindi insolito che creature anche non solite ad assumere determinati atteggiamenti mansueti, in sua compagnia si riveleranno affettuosi, felici e desiderosi di tenerezza.
    Nell'aiutarla ad ispirare tali sentimenti, vi è anche l'abilità di Drusilia di comprendere perfettamente i linguaggi animali fatti di suoni semplici e gestualità del corpo, interagendoci così con maggior sicurezza e generando danni minori rispetto ad altri.

    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5]



    AURA DEI GIUSTI »

    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).


    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.

    [Malia di carisma]
     
    Top
    .
3 replies since 17/1/2019, 03:38   162 views
  Share  
.