The Blazecaller

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    Anche dopo che Ahri riuscì finalmente a procurarsi delle Air Treck, ci volle comunque del tempo prima che tutto lo strano gruppo assemblato sul momento fosse pronto a partire alla volta dell'istituto Honnōji. Gregory, che doveva fare da guida a Denver ed introdurlo presso l'hacker Inomuta, aveva dato per scontato fin da subito che anche il resto dei suoi compagni sarebbero venuti con lui, tuttavia a turno uno dopo l'altro i ragazzini di undici/dodici anni che facevano parte della piccola combriccola andavano via via disperdendosi qua e là per il locale, senza mai riuscire a radunarsi tutti nello stesso punto. Erano solo in cinque, per fortuna, gli altri tre rimasero a fare da zerbini ai tre bulletti in bianco che avevano avuto da ridire con Ahri. Denver ne avrebbe incrociato lo sguardo più e più volte, nel corso della lunga attesa.
    Il problema vero, comunque, era e rimaneva il tenere a bada Ahri. Le AT le aveva prese da Kaji, che per un bel po' non ne avrebbe avuto bisogno. Denver aveva avuto modo di osservare da lontano mentre la ragazza bisticciava in modo animato con i ragazzi che avevano tratto in salvo il giovane storm rider dal "cube", i quali erano comprensibilmente restii a permettere che il loro compagno cedesse un bene così prezioso alla prima che passa. Era facile immaginare il contenuto della conversazione: Kaji sembrava passato sotto uno schiacciasassi dopo il trattamento di Sharyu, ed Ahri insisteva con lui perché voleva le sue Air Treck. Lo sa il cielo come ha fatto la ragazza a convincere quel poveretto nonostante le proteste di tutti quelli che lo circondavano, ma ormai alla corona di Palanthas il modus operandi di quella scapestrata doveva essere abbastanza chiaro. Eppure perfino così ci voleva una bella dose di fantasia per immaginare che tipo di bugia avesse propinato a quel poveretto per convincerlo cedere i peculiari pattini ipertecnologici tipici degli Storm Rider, che dovevano valere un bel po' anche al di fuori della società di Klemvor. Infine, quando sembravano definitivamente pronti a partire, era stata sempre "Suzaku" a bloccare tutto. Prese praticamente di peso l'unica altra ragazza della combriccola, la trascinò nei bagni con se e ne riemerse solo venti minuti dopo con la ragazzina praticamente in lacrime dopo che era stata obbligata a scambiare i propri vestiti con quelli di Ahri. Ora la primina aveva addosso l'uniforme dell'istituto Hoshimiya che le cadeva addosso, mentre Ahri sfoggiava con disinvoltura l'uniforme bianca e azzurra della Honnōji, corta in modo quasi imbarazzante. Con quelle premesse e con quelle tempistiche totalmente sballate, Denver si ritrovò a passeggiare alle due di notte per le vie di quartieri non particolarmente "bene" del Pentauron in compagnia di sei ragazzini delle medie di cui una che poteva benissimo essere scambiata per una molto poco di buono, che attirava gli sguardi di ogni singolo essere vivente nel raggio di chilometri... e non solo per via dei capelli rossi così appariscenti.

    Per fortuna l'area del liceo era tranquilla. Ormai si erano lasciati alle spalle le zone meno graziose del Pentauron, per immergersi invece in un quartiere eccellente, lontano dalle aree residenziali, fatto di strade silenziose e bene illuminate. La scuola era un titano addormentato che sorgeva attorno ad una piccola macchia di verde, fra lecci ben curati e file di campi dedicati agli sport più comuni bene allineati l'uno di fianco all'altro, circondati da reti e piccole gradinate progettate per ospitare non più di una trentina di individui. La Honnōji è un liceo superiore, ma Gregory ed i suio amici dimostrano di conoscerlo bene perché è lì che frequentano molte attività extra scolastiche, senza contare che la scuola media Hoshimiya frequentata anche da Ahri, Vlad, Darius ed Echo è poco lontana. Nel vasto piazzale proprio innanzi all'ingresso, tuttavia, un primo ed inaspettato imprevisto. Mentre i primini incalzano tranquilli chiacchierando e scherzando senza un solo problema al mondo, Ahri punta gli occhi in una direzione precisa, rallentando fino quasi a fermarsi. Seguendo il suo sguardo, Denver individua a lato in uno spiazzo più in basso separato da tre scalini dal corridoio che porta all'ingresso un quadretto decisamente inusuale: un'auto sportiva curatissima e lucente, veramente ben tenuta e customizzata con cerchioni in lega, vetri scuri che impediscono di vederne l'interno e vari kanji dipinti con cura maniacale sulla carrozzeria immacolata. Di fianco ad essa due ragazze più o meno dell'età di Ahri, due gemelle dagli sguardi torvi appoggiati all'auto che hanno da subito notato l'arrivo di quel gruppo di intrusi. Una delle due porta un maglione bianco con cappuccio, una gonna corta e calze alte scure per proteggersi dal freddo, lo sguardo aggressivo che sembra intimare di girare al largo. L'altra è di schiena sula portiera del veicolo e fuma tranquillamente, ha accanto a se una bottiglia di birra vuota, maglietta nera e pantaloncini dello stesso colore. Tutte e due hanno sulle guance tatuaggi con motivi tribali, e quelle che in un primo momento sembrano accessori, ma che poi si rivelano senza dubbio corni sottili e acuminati che ne denunciano la natura non del tutto umana.

    « Sono dei corrieri. »
    Dichiara Ahri. Gli altri ragazzi le vedono con colpevole ritardo e si fermano pure loro, salvo voltarsi per cercare di capire che cosa vuol fare Denver. Quella, evidentemente, era già una notte particolarmente movimentata alla Honnōji anche prima dell'arrivo del Trigger e di quell'assembramento scalcinato di ragazzini.

     
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    Ahri è stata più veloce di quanto il giornalista abbia preventivato nel recuperare delle Air Treck – egli non sa ancora come esattamente, ma se c'è qualcosa di cui Denver è certo è proprio non volere compromettere la propria sanità mentale ponendosi più domande di quante ne siano davvero necessarie. Ogni volta che si gira e vede Ahri rivolgere la parola a qualcuno, egli tende ad apprendere qualcosa di nuovo e quasi mai felice sul conto della ragazzina.
    Ha bisogno di una pausa.

    Gli altri si fanno attendere molto di più: se Gregory Laisné è sempre rimasto più o meno in vista, i suoi amici hanno continuato a spargersi per il locale come tanti piccoli topolini con ancora il sapore del latte materno in bocca; il bambino ci ha messo un po' a radunarne almeno cinque, con altri tre rimasti al tavolo con Fury e i suoi compagni di merende della White Light.
    Quei bambini delle scuole medie saranno tuttavia il minore dei suoi problemi. Denver ha avuto il dispiacere di osservare Ahri bisticciare con i ragazzi che avevano tirato fuori Kaji dal Cube, per poi chiedere a quest'ultimo quelle sue Air Treck che tanto non avrebbe più potuto usare per un bel po'. L'ultima parte è ciò che il giornalista si è immaginato, almeno.

    Questo senza contare che, poco prima del momento della partenza, Ahri aveva deciso di trascinare nei bagni l'unica bambina nel gruppo di dodicenni guidato da Gregory. Quando ne uscì venti minuti più tardi, i suoi vestiti si erano fatti all'improvviso molto più ristretti e corti, costringendo il giornalista a distogliere sdegnato lo sguardo solo per posarlo poi sulla compagna più giovane, del tutto in lacrime e con indosso degli abiti troppo larghi e cascanti per essere i suoi.
    Alzando gli occhi al cielo esasperato, Denver si è rassegnato a camminare alle due di notte insieme ad un mucchio di marmocchi piccoli abbastanza da essere i suoi alunni a Misericorde e una ragazzina di quindici anni che potrebbe essere scambiata tranquillamente per una prostituta sulla quale nel tragitto si sono soffermate le occhiate fameliche di mezzo Blood Runner.

    Si spostano insieme verso il centro di Blood Runner, nell'area controllata da Yin Da Xing. Più si addentrano, più le strade si fanno meno affollate, meglio illuminate e più pulite. Denver, tuttavia, decide di non sentirsi ancora al sicuro all'aperto, e continua ad indossare la maschera che lo ha servito fedelmente per giorni. Del resto, se c'è una cosa peggiore di essere visto come un inquietante adulto dal volto nascosto in mezzo ad un gruppo di bambini, è essere riconosciuto come un enorme buono pasto da chiunque nella zona abbia un paio di occhi e delle orecchie funzionanti. Meglio far sospettare che i ragazzini siano in pericoli, che mettere a rischio sul serio la loro incolumità.

    Denver ammira la proprietà che si espande davanti ai suoi occhi da dietro i fori della maschera. Sotto la luce dei lampioni riesce a distinguere distintamente i contorni dell'edificio, il quale si staglia in mezzo ad un piccolo parco privato costellato di troppi campi sportivi per giustificare un numero così basso di posti a sedere attorno a questi.
    Anche se ha vissuto a Blood Runner per un po', quella è la prima volta che il giornalista vede la famosa e prestigiosa – ma che adesso egli preferirebbe definire famigerata scuola Honnōji. Non ha quasi mai avuto interesse ad avventurarsi nei quartieri residenziali, perché difficilmente il suo lavoro si svolgeva da quelle parti (anche se era pur sempre Blood Runner). Quanto ad abitarci... Oh, gli affitti sono sempre stati a dir poco proibitivi, rispetto al margine di sicurezza che uno come lui può guadagnarci.

    Ahri rallenta all'improvviso il suo passo. Quando il giornalista si gira verso di lei, ne nota gli occhi fissare nella direzione di uno spiazzo poco distante. Facendo distrattamente cenno agli altri ragazzini di fermarsi, Denver decide di investigare su cosa abbia appena attirato l'attenzione della quindicenne, trovando un autentico mostro di automobile custodito da altre due ragazze sulla stessa età della Storm Rider. Hanno un'espressione truce, ostile, e una di loro addirittura fuma e, a giudicare da quella bottiglia di birra vuota abbandonata ai suoi piedi sull'asfalto, beve.
    Hanno entrambe delle corna, indizio che potrebbero non essere del tutto umane ma... potrebbero essere anche semplicemente come Ahri. Solo che al posto della volpe, quelle due sorelle dai capelli corvini e dagli occhi color nocciola dovevano avere incontrato un capriolo.

    « Sono dei corrieri. »
    Afferma la sua riluttante compagna di avventure.
    « Già me li aveva accennati quella tua conoscente. Ho sentito che sono gente informata, » commenta Denver con tranquillità. Contatti con la mala o no, non si sente troppo intimorito da due ragazzine delle superiori. « Non possono riconoscermi. Cionondimeno, dovremmo temere qualcosa da loro? Dal canto mio, non sono troppo interessato a sapere in che guaio si stiano cacciando. Non stanotte. »
    Perché anche volendo, non può diventare la tata di tutta la gioventù bruciata del Pentauron.

     
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    « Già me li aveva accennati quella tua conoscente. Ho sentito che sono gente informata, » Ahri buttò un'occhiata al gruppetto di primini che li stavano distanziando, poi di nuovo un'occhiata animosa al duo di corrieri, che la fissavano torve di rimando « Non possono riconoscermi. Cionondimeno, dovremmo temere qualcosa da loro? Dal canto mio, non sono troppo interessato a sapere in che guaio si stiano cacciando. Non stanotte. »
    Le orecchie da volpe di Ahri si mossero, ma lei sembrò dissimulare nervosismo. Scosse il capo in cenno di diniego, tornando ad incamminarsi verso l'ingresso.
    « Non mi danno noia dei semplici corrieri, stupido! »
    Disse arricciando il naso.
    « Di solito però trasportano guai. Uff, bisogna sempre spiegarti tutto. A Klemvor non reggeresti mezza giornata. »
    Fece spallucce ed accelerò precedendo il Trigger, salvo poi prendere a male parole i primini colpevoli di non essersi accorti che i due erano rimasti indietro rispetto a loro. I cinque ragazzini non ribatterono, anzi si presero tutti i rimproveri a capo chino tentando di giustificarsi come potevano. Il vociare sembrò svegliare qualcosa all'interno della scuola, perché Denver poté notare le luci di almeno due stanze accendersi senza preavviso e alcune ombre affacciarsi ai vetri, salvo poi eclissarsi verso l'interno della scuola lasciando le luci delle aule accese.

    « Quanta gente c'è a quest'ora in questa cavolo di scuola...? »
    Gregory, di fatto a capo del gruppetto di dodicenni, si strinse nelle spalle, le mani ben piantate nelle tasche della giacca.
    « Non lo so. Non veniamo mai qui, di notte... »
    E sarebbe stato strano il contrario, chiaramente. Anzitutto quello era un liceo superiore, poi non era neanche della stessa accademia di Gregory e compagnia. E nemmeno di Ahri, oltretutto! Erano decisamente in un ambiente sconosciuto, però il silenzio di tomba che aleggiava poteva significare solo che per il momento non avrebbero avuto guai. Che tanta fortuna proseguisse fino all'aula di informatica era quasi chiedere troppo, invece andò tutto straordinariamente liscio come l'olio. L'ingresso era aperto, privo di custodi e senza nemmeno telecamere visibili all'ingresso! Il gigantesco ingresso era silenzioso e non c'era anima viva, al che i ragazzi entrarono con disinvoltura come se stessero andando a delle lezioni serali, e si incamminarono sicuri di se verso l'ala più ad est, quella dedicata ai laboratori scientifici dove, fra le altre, c'era anche la vasta aula di informatica che da qualche tempo a questa parte era diventata la casa di Inumuta.

    « Che cavolo... qui è tutto nuovo di zecca. Guarda qua, sembra abbiano appena levato il nastro rosso. Quando andavo in prima, nella nostra aula funzionava male perfino il riscaldamento e c'era da fare a botte con quelle stronze della classe a fianco per il bagno delle ragazze... »
    Stando alle informazioni di Denver, anche la scuola di Ahri era piuttosto prestigiosa, ma anche altrettanto antica, una delle prime di quel tipo aperte nel Pentauron. La Honnōji invece era molto più recente, ma quei locali sembravano effettivamente inaugurati solo il mese scorso, i pavimenti erano bianchissimi e brillavano alla luce della luna che filtrava dalle vetrate, non c'era un solo segno di scalfittura sui corrimano o macchie sull'intonaco bianco e immacolato, tutto quanto era perfettamente pulito ed impeccabile come ci si aspetterebbe da una scuola per signorini di buona famiglia.
    « Non lo sai? Hanno rifatto tutto meno di tre anni fa. La famiglia di Lady Satsuki ha fatto una donazione enorme per ristrutturare ogni cosa. »
    Ahri sembrò irritata da quella scoperta.
    « E poi ti chiedi perché Seiryu ce l'ha con lei... »

    Arrivarono all'aula di informatica in fretta, senza trovare nessuno che volesse ostacolarli. Vista dall'esterno l'aula sembrava enorme, di fatto una sezione a parte dell'edificio a parte cui si accedeva solo tramite un lungo corridoio ed una vasta porta a quattro battenti sufficiente a far passare dieci alunni uno di fianco all'altro. Per l'abitudine Gregory non bussò neanche -d'altronde mica era una casa, era solo un'aula di scuola!- e pure questa porta si rivelò aperta.
    Come ampiamente preventivato dall'esterno, l'aula era davvero grande, sufficiente ad ospitare una classe di centoventi alunni e munita di una quantità di strumenti elettronici da far invidia ai reparti di ricerca e sviluppo del Codec. Fasci di cavi correvano lungo tutto il perimetro della stanza, passando di scaffale in scaffale, tutti quanti occupati da terminali e server da cui provenivano ronzii di vario tipo, segno che la quantità di corrente elettrica assorbita da quel posto doveva essere decisamente superiore a quella necessaria a tutto il resto della scuola. Oltre file e file di banchi spessi ed alti muniti di sedie da studio nere, spiccava su di una piattaforma rialzata una vasta cattedra che occupava praticamente tutta la lunghezza dell'aula, oberata di periferiche di tutti i tipi, per lo più dozzine di tastiere i cui cavi andavano tutti a confluire su di un terminale collegato ad un proiettore acceso. Sul telo usato per il proiettore vi era un'immagine sfocata piuttosto anonima di una via urbana sconosciuta, un vicolo invaso dalla spazzatura e da una fila di una decina di macchine massacrate dalla ruggine fino ad essere ridotte a scheletri, dettaglio che collocava il frame di video come ambientato in Klemvor, anche se non c'erano altri elementi per confermare quella prima impressione. Denver notò le finestre spaccate dell'edificio e vari graffiti molto peculiari. Chiunque occupasse quell'aula stava lavorando su quel video, forse l'avevano disturbato...?

    « Uhm, salve...? »
    Azzardò Gregory dopo che Ahri gli aveva rifilato una gomitata per costringerlo a dire qualcosa, tuttavia non ottenne risposta.
    « S-sono Laisné, del club. Ehm, ho qui alcuni amici... C'è nessuno...? »
    Il proiettore ebbe uno scatto meccanico, poi l'immagine proiettata cambiò di colpo passando alla gigantografia della faccia di un ragazzino che sembrava più o meno dell'età di Ahri, in realtà di un paio di anni più grande. Un diciottenne albino con gli occhiali, viso anonimo e gli occhi stretti e sospettosi puntati di fronte a se. C'era chiaramente almeno una telecamera da qualche parte nella stanza che gli permetteva di osservare gli intrusi, ma stando alla quantità immane di tecnologia stipata in quell'edificio probabilmente anche più di una.

    « Parla, Gregory Laisné. »
    Le casse sparse in tutto l'edificio gracchiarono all'unisono la voce di Inumuta, che rimbombò sottolineando un tono particolarmente sprezzante.
    « Perché hai portato qui dei nemici di Lady Satsuki e degli assassini...? »
    Chiese lui, puntando gli occhi sul diretto interessato dalla gigantesca proiezione sullo schermo ed ottenendo da questi soltanto un silenzio che imponeva a Denver di prendere in mano la situazione...

     
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    « Non mi danno noia dei semplici corrieri, stupido! » si sente rispondere il giornalista, « Di solito però trasportano guai. Uff, bisogna sempre spiegarti tutto. A Klemvor non reggeresti mezza giornata. »
    Denver sbuffa a denti stretti, piegando nervosamente le dita e combattendo la tentazione di stringerle intorno al collo di Ahri. Razionalmente si è in realtà già arreso alla stupidità della ragazzina, ma il resto del suo essere impiegherà un po' più di tempo a digerire la nozione.
    « Appunto, non voglio finire coinvolto nelle loro faccende, ho detto. »
    Forse a Klemvor non durerebbe a lungo, quello no, ma a Blood Runner ci ha vissuto per mesi. Ha già imparato da un pezzo quali gruppi di persone sia meglio evitare a tutti i costi, quali siano più facilmente gestibili e, soprattutto, che i pesci più piccoli possono al massimo ambire a tirargli qualche coltellata. A occhio, quelle ragazzine devono essere plancton.

    Scuote la testa e allunga il passo per raggiungere il resto del gruppo, il quale nel frattempo sta subendo senza fiatare i rimproveri di Ahri che, pronunciati da qualsiasi altra persona, sarebbero stati anche sensati. Cinque bambini nelle medie non dovrebbero girare da soli a Blood Runner di notte, direbbe più o meno chiunque. Come si sono permessi di lasciarla indietro, sbotta invece la loro compagna più grande.
    Ahri schiamazza abbastanza rumorosamente da destare l'attenzione di qualcuno all'interno dell'accademia stessa. Denver nota due finestre illuminarsi all'improvviso. Alcune figure vi si affacciano, curiose e a malapena distinguibili come delle ombre cinesi che tuttavia, come sono apparse, svaniscono all'interno delle aule. Le luci, però, rimangono accese.

    « Quanta gente c'è a quest'ora in questa cavolo di scuola...? »
    « Non lo so. Non veniamo mai qui, di notte... » risponde Gregory. Denver si sarebbe stupito dell'opposto. Forse, riflette il giornalista, sarebbe stato meglio lasciare almeno i cinque dodicenni al Subject 9, e raggiungere la Honnōji con la sola Ahri. Sarebbero state cinque persone in meno esposte al pericolo. Cinque sulle quali egli non avrebbe avuto alcuna responsabilità. Cinque in meno da dover proteggere.
    Attraversa i cancelli indisturbato, il silenzio notturno rotto appena dai bisbigli dei ragazzini e da un debole rumore di passi che echeggia a malapena nei corridoi immacolati della scuola. Ora che sono nei confini della proprietà, non dovrebbero più correre alcun rischio particolare. Almeno, nessuno che degli Storm Rider non possano gestire.
    Non ci sono nemmeno telecamere – nemmeno troppo strano per una struttura che, per quanto prestigiosa, rimane comunque una semplicissima scuola superiore. O forse ci sono, e il giornalista non può vederle. Poco male, finché esse non possono riconoscere lui.

    « Che cavolo... qui è tutto nuovo di zecca. Guarda qua, sembra abbiano appena levato il nastro rosso. Quando andavo in prima, nella nostra aula funzionava male perfino il riscaldamento e c'era da fare a botte con quelle stronze della classe a fianco per il bagno delle ragazze... » narra Ahri, e Denver alza le sopracciglia e annuisce in un gesto di comprensione. Ai tempi delle superiori, intorno agli anni dieci, il già allora antiquato sistema di riscaldamento della scuola si guastava pressoché ogni giorno, perfino in inverno. E gli inverni del Wisconsin sono dannatamente freddi.
    « Non lo sai? Hanno rifatto tutto meno di tre anni fa. La famiglia di Lady Satsuki ha fatto una donazione enorme per ristrutturare ogni cosa. »
    Il giornalista si lascia scappare un fischio. Ahri, invece, pare innervosita.
    « E poi ti chiedi perché Seiryu ce l'ha con lei... »
    Gelosa, forse.

    Come sarebbe stato prevedibile in qualsiasi altra circostanza, il gruppo non si imbatte in anima viva mentre si fa strada nell'ala est del complesso. Quella che i sette hanno raggiunto non è una semplice aula di informatica: è un'intera sezione della Honnōji dedicata esclusivamente ai computer, così grande e tecnologicamente avanzata che non sfigurerebbe in un college.
    Gregory spalanca uno dei quattro battenti dell'enorme porta che hanno davanti – anch'essa evidentemente lasciata aperta. Denver lo segue subito dopo, guardandosi attorno in quel laboratorio grande abbastanza da poter ospitare anche un centinaio di persone e le cui attrezzature sono degne di Codec. Cammina facendo attenzione a non inciampare nei cavi sparsi per tutto l'ambiente, assorbendo il ronzio degli apparecchi i quali, insieme, probabilmente consumano almeno quanto un'intera lavanderia.
    All'altro capo del locale c'è una cattedra, posta su una piattaforma rialzata e lunga quasi quanto l'aula stessa, sommersa di marchingegni elettronici, tutti allacciati ad un terminale a sua volta collegato ad un proiettore acceso. Denver riconosce l'immagine sul telo come uno scorcio di Klemvor, o uno di una parte molto abbandonata di Blood Runner. Quest'ultima ipotesi, visto dove egli si trova in quel momento, gli pare tuttavia piuttosto improbabile.

    « Uhm, salve...? » tenta timidamente Gregory. Silenzio. « S-sono Laisné, del club. Ehm, ho qui alcuni amici... C'è nessuno...? »
    Uno scatto improvviso, e subito dopo appare sul drappo il volto di un giovane albino dai lineamenti sottili che, nel giro di tre o quattro anni al massimo, diventerà un uomo in tutto e per tutto. Denver si guarda istintivamente attorno in cerca di telecamere, ma oramai è troppo tardi.

    « Parla, Gregory Laisné. »
    La voce del ragazzo viene diffusa e distorta attraverso delle casse sparse per tutta l'aula.
    « Perché hai portato qui dei nemici di Lady Satsuki e degli assassini...? »
    Gregory rimane in silenzio, intimorito dagli occhi giganteschi e bidimensionali del compagno più grande che, con ogni probabilità, si tratta di Inumuta.

    « Siamo qui per fare chiarezza, » interviene Denver, « e cercare la verità proprio in merito a Satsuki Kiryuin, e del suo presunto assassino... Trigger. Ci serve il tuo aiuto, Inumuta, affinché giustizia possa essere realmente fatta, poiché questo casino indegno insozza la memoria di quella povera ragazza. »
    Si toglie la maschera, e fissa l'altro dritto negli occhi.
    « A chiedertelo è Denver Brockmann. Il Trigger in persona. »

     
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    « A chiedertelo è Denver Brockmann. Il Trigger in persona. »
    Silenzio.
    Denver si ritrovò addosso gli sguardi di tutti, ma a parte i ragazzini che avevano l'aria per lo più stranita si trattava proprio di quel tipo di sguardo da "ma che ca...?" e "what the hell is going on...?" condito da un vuoto di parole che non ce la faceva proprio a suonare teso o carico di pathos. Ecco: semmai era quel tipo di silenzio imbarazzato ed imbarazzante molto in tinta con le atmosfere di un liceo. Col suo faccino riprodotto in gigantografia tramite i riflettori, Inomuta non sembrava essersi scomposto granché, aveva a malapena smosso un paio di muscoli facciali in quella che non si poteva neanche definire una smorfia. Denver lo conosceva da trenta secondi e già era palese che si trattava del tipo di persona mono-espressione, totalmente inadatta alla carriera da attore ed anche un pelo più complessa da decifrare rispetto ai volti espressivi tipici dei ragazzini di terza liceo. Con calma flemmatica si avvicinò al microfono, e parlò di nuovo:

    « Signor Laisné? Potresti cortesemente fare un passo indietro? »
    « Uh?? S-sì, certo! Come no? »
    Il primino non se l'aspettava di essere interpellato direttamente. Guardò i suoi amici, rimasti indietro fuori dall'aula, poi ubbidì facendo un passo indietro. Ahri si scostò per farlo passare, così si ritrovò giusto sulla soglia per il disappunto evidente di Inomuta.
    « Ancora un ultimo passo, per favore. » Blandì nuovamente il presidente delle associazioni culturali del liceo. « Vorrei avere la visuale sgombra sul Trigger. »
    Come Greg ubbidì, Denver poté vedere chiaramente come Inomuta faceva un gesto delle spalle che poteva solo indicare che, fuori campo, aveva appena premuto un tasto su di una qualche consolle che aveva davanti a se. Immediatamente e senza dare il minimo preavviso o modo di reagire, sbarre di acciaio emersero dal nulla sfondando il sottile strato di intonaco del soffitto e si schiantarono al suolo, coprendo interamente ogni singolo centimetro quadrato delle pareti e generando una sorta di scatola metallica impenetrabile. Denver avrebbe fatto appena in tempo ad intravedere Gregory e gli altri ragazzini che balzavano via di riflesso, spaventati da quel fenomeno inatteso, ed Ahri che di contro faceva lo stesso identico gesto ma nella direzione opposta, ritrovandosi quindi intrappolata all'interno con Denver stesso.

    « Quelle testine di merda!!! »
    Commentò rialzandosi da terra e massaggiandosi il fianco dolorante. Difficile dire a chi si riferiva parlando al plurale, ad intuizione però ce l'aveva con Inomuta. Si accesero delle luci al neon e si aprì una porta laterale, da cui emersero tre figure. Dietro a tutti, bassino e dal profilo decisamente anonimo, c'era Inomuta. Sembrava sparire nel nulla alle spalle del colosso di quasi due metri di altezza che faceva sembrare basso Darius "Gembu" Noxus che lo precedeva, un tipo dall'aria decisamente incazzata che oltretutto Denver aveva già conosciuto in passato: l'aveva visto proprio quel giorno, durante la battaglia frenetica per liberare Quarion. Era affiliato alla fazione di Lady Satsuki, e con lei aveva combattuto contro la fazione di Trident ribelle, finché Denver non aveva sparato quel fatidico colpo di pistola alla tempia di Seiryu. Infine, di fronte a tutti, c'era una terza figura che però il giornalista non avrebbe riconosciuto affatto, ed anzi per un presentimento scaturito da una commistione di elementi indiziari e semplice intuito era quasi certamente del tutto nuova a quella faccenda. Un... corpo estraneo, diciamo. Era di bell'aspetto, più o meno l'età era la stessa di Inomuta e del gigante biondo platinato che gli faceva da bodyguard in quel momento, terza liceo quindi. Era più o meno della stessa altezza di Ahri, e come lei aveva un faccino grazioso, ma rovinato da una vistosissima benda nera con tanto di simbolo pirata che ad una prima analisi sembrava essere solo uno dei classici accessori di cattivo gusto in voga fra i riders. Un occhio critico ed allenato a questo genere di indagini avrebbe però fatto intuire ben altro: la curvatura della stoffa non era naturale, inoltre c'erano delle impercettibili cicatrici sul sopracciglio e sul lato destro del viso che arrivavano quasi a lambire le tempie, segno che quella benda non era per gioco o per atteggiarsi. A quella ragazza mancava un occhio, e probabilmente quello era il motivo dello sguardo altezzoso con cui squadrava non più Denver... bensì Ahri.

    « Ahri Kobayashi!!! »
    Ringhiò il titano in uniforme bianca, sopravanzando gli altri due e sbattendo l'indice accusatorio in faccia alla ragazzina.
    « Come ti permetti di indossare l'uniforme ufficiale del glorioso istituto Honnōji?? E' uno scandalo, inoltre quelle misure non sono assolutamente regolamentari, sei del tutto senza vergogna!!! »

    « Hai davanti il Trigger in persona e l'unica cosa che ti viene in mente è come mi vesto...? »
    Rispose Ahri con sufficienza, al che alle spalle del bestione Inomuta si sfiorò la montatura degli occhiali.
    « Gamagori, effettivamente per queste cose ci sarà tempo e modo. Questa notte la fortuna ci porta la possibilità di fare della giustizia per dei morti, e sopratutto far luce su certi aspetti delle vicende che riguardano Lady Satsuki... »

    « Lo so benissimo, Inomuta!!! »
    Rispose con voce tonante il bestione, sventolando i pugni all'indirizzo di Denver. Era decisamente alterato, la faccia contorta in una smorfia mentre cercava di trattenere la rabbia.
    « Ma ti ripeto che questo va oltre le nostre competenze!!! Lei non vorrebbe che andasse così. Noi non abbiamo il diritto di fare giustizia! Ci sarà un tribunale adatto, da qualche parte. E se non esiste possiamo sempre usare i soldi della taglia per un processo degno del nome e della memoria di Satsuki Kiryuin!!! »
    Vaneggiava. O forse no? Forse quello che diceva aveva perfino delle fondamenta più nobili e idealiste di quanto Denver stesso possa concepire. O magari era solo l'enorme idiota che sembrava. Al reporter l'ardua sentenza. L'elemento davvero particolare di quella strana scenetta comunque era la ragazza priva di un occhio...

    « Quindi... »
    Disse in tono neutro, mentre si avvicinava ad Ahri fino a fronteggiarla faccia a faccia. Aveva con se un fodero contenente una piccola spada di foggia orientale, un'arma piccolina e non più lunga di un metro. Ad ogni passo dava l'impressione di essere sul punto di impugnarla e toglierla dal fodero, e non aveva proprio del tutto l'aria di un giocattolo...
    « Saresti tu, mi dicono. »
    Disse una volta trovatasi a pochi centimetri dalla faccia di Ahri. Lei fece una smorfia, distolse lo sguardo.
    « Ti serve qualcosa...? Gli autografi li fa lui, non io. Quello famoso è lui, sai? »
    Quando Ahri fa la spavalda in questo modo di solito è perché si sente a disagio. Brutto segno...

    « Takeuchi... » disse Inomuta, rimasto indietro all'ombra di Ira Gamagori, « devi solo dirmi di sì. Io so già che si tratta di loro. Quelli che ti hanno quasi ucciso gettandoti dal tetto di un palazzo a Klemvor durante la scorsa stagione delle piogge. Sono loro i veri Headhunters, sto aspettando solo la tua conferma per fare giustizia. »
    La ragazza non disse niente, continuava a fissare Ahri in faccia in modo sempre più insistente. Denver doveva fare qualcosa, era una situazione abbastanza... pericolosa. Per lui, quanto per Ahri.

     
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    Sposta il suo sguardo da un ragazzino all'altro, mantenendo un'espressione stoica mentre ne osserva i volti sconvolti. Cade un silenzio tombale, ma Denver può giurare di praticamente udire i mormorii che stanno riempiendo le loro teste. Solo Inumuta è rimasto imperturbato. Egli è un pelo più grande, più maturo e, abusando parecchio di questa parola, anche più vissuto rispetto a quella piccola masnada di ragazzini delle scuole medie e alla focosa Ahri. Il giornalista sente di potersi permettere di giustificare una reazione così contenuta, almeno fino a quando non si ricorda che quel giovane non doveva avere comunque più di diciassette anni. A volte gli viene da chiedersi se alcuni di essi sono veramente degli esseri umani come comunemente concepiti.

    Inumuta si china impassibile sul microfono.
    « Signor Laisné? Potresti cortesemente fare un passo indietro? »
    « Uh?? S-sì, certo! Come no? »
    Gregory lancia un'occhiata ai suoi compagni di classe rimasti fuori dall'aula, e obbedisce.
    « Ancora un ultimo passo, per favore. Vorrei avere la visuale sgombra sul Trigger. »
    Ancora un passo indietro. Guardando lo schermo, Denver nota un movimento sospetto delle spalle dell'informatico. Quest'ultimo deve avere appena premuto un qualche bottone perché, nemmeno un istante più tardi, file di sbarre d'acciaio irrompono nella stanza dal soffitto, facendo breccia nell'intonaco e schiantandosi sul pavimento vicino ad ogni parete, chiudendo ogni via d'uscita o d'entrata dall'aula. Gregory e gli altri, praticamente all'uscita, riescono a salvarsi, ma Ahri balza sciaguratamente verso l'interno del locale, ritrovandosi intrappolata con il giornalista come un canarino in gabbia.

    « Quelle testine di merda!!! »
    « Davvero. »
    Denver, che non si è mosso durante quella piccola sorpresina, sospira. All'improvviso si accendono delle luci al neon, e da una porta che prima non aveva visto fanno capolino tre figure davvero molto difficili da confondere. C'è innanzitutto un ennesimo colosso alla Darius Nox, un adolescente evidentemente cresciuto a pane e steroidi più grande perfino dello stesso Gembu e dai vistosi capelli platinati. Un volto familiare, a dire il vero, perché il giornalista rammenta di averlo intravisto al fianco di Satsuki Kiryuin mentre egli era impegnato con Seiryu. Subito dietro si intravede l'anonima figura dello stesso Inumuta.
    Ad aprire la strada è invece una ragazza oramai non molto lontana dal diventare una donna e che, al contrario, Denver non conosce affatto. Capelli viola, forse tinti o forse no, e un occhio coperto da una benda nera decorata da un Jolly Roger dai motivi felini. A primo acchito sembra uno dei classici accessori portati per darsi un'aria da dura, ma la piega della stoffa e le cicatrici sul sopracciglio parlano chiaro: quella poveretta ha perso davvero un occhio tempo fa. L'unico occhio nocciola di lei è puntato su Suzaku.

    « Ahri Kobayashi!!! » sbraita il gigante, che supera gli altri due e punta un indice accusatorio sulla ragazza fino a toccarla. « Come ti permetti di indossare l'uniforme ufficiale del glorioso istituto Honnōji?? E' uno scandalo, inoltre quelle misure non sono assolutamente regolamentari, sei del tutto senza vergogna!!! »

    Sebbene molto d'accordo, Denver alza gli occhi al soffitto con uno sbuffo di esasperazione.
    « Hai davanti il Trigger in persona e l'unica cosa che ti viene in mente è come mi vesto...? »
    « Gamagori, effettivamente per queste cose ci sarà tempo e modo. Questa notte la fortuna ci porta la possibilità di fare della giustizia per dei morti, e sopratutto far luce su certi aspetti delle vicende che riguardano Lady Satsuki... » si frappone Inumuta, sistemandosi gli occhiali.

    « Lo so benissimo, Inomuta!!! »
    Aspetta, è Inumuta o Inomuta?
    « Ma ti ripeto che questo va oltre le nostre competenze!!! Lei non vorrebbe che andasse così. Noi non abbiamo il diritto di fare giustizia! Ci sarà un tribunale adatto, da qualche parte. E se non esiste possiamo sempre usare i soldi della taglia per un processo degno del nome e della memoria di Satsuki Kiryuin!!! »
    « Aspetta, come hai detto?! »
    Denver riesce a trattenersi a malapena dall'afferrare l'avambraccio di Gamagori e stritolarlo con rabbia. Non con un ragazzino di diciassette anni. Non con un ragazzino di diciassette anni alto sei piedi e mezzo, in un territorio sconosciuto, nessuna via di fuga garantita e diversi bambini di cui sente di essere per il momento responsabile.
    La ragazza con la benda interviene prima che il giornalista possa chiedere spiegazioni.

    « Quindi... »
    Si avvicina ancora una volta ad Ahri. Alla cintura è allacciato un fodero nel quale spunta l'elsa di una spada di quelle che si usano in Asia e, per qualche ragione, anche nel Presidio Occidentale. Ad ogni momento sembra in procinto di estrarla e di scatenarne la lama su di lei. Le dita di Denver stanno orbitando intorno alla fondina del revolver praticamente come satelliti.
    « Saresti tu, mi dicono. »
    « Ti serve qualcosa...? Gli autografi li fa lui, non io. Quello famoso è lui, sai? »

    « Takeuchi... » interviene ancora l'informatico, nascondendosi dietro il gorilla « devi solo dirmi di sì. Io so già che si tratta di loro. Quelli che ti hanno quasi ucciso gettandoti dal tetto di un palazzo a Klemvor durante la scorsa stagione delle piogge. Sono loro i veri Headhunters, sto aspettando solo la tua conferma per fare giustizia. »

    « Torcetele un capello e vi prometto che vi renderò impossibile prendere appunti a scuola per almeno un paio di mesi, » replica Denver, la voce ferma e glaciale, « e ora spiegatemi che cazzo sta succedendo – anzi, comincio io dicendo che vi state sbagliando: Ahri Kobayashi non è una Headhunter. Ho sbattuto la testa per settimane sull'immane casino che ha coinvolto la vostra allegra società di scavezzacollo, e di quella lunga, logorante sequenza di assurdità posso almeno dire con certezza che se state cercando un cattivo da giustiziare, non lo troverete né in lei né nel resto del suo team. Quindi piantiamola con le accuse, ragazzo, perché non è per questo che siamo qui. »

     
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    Nota bene: il nome esatto del personaggio è Hōka Inumuta, però pur sapendolo continuo a scrivere INOmuta perché evidentemente sono storto e mi riesce meglio scrivere "ino" che "inu". Se in futuro faccio di nuovo l'errore, sappi che è tale. A livello di gioco si potrebbe giustificare perché il suono del nome corretto e di quello sbagliato sono simili, oppure addirittura potremmo dire che alcuni personaggi usano il nome errato (Inomuta) come una sorta di presa in giro o storpiatura, infatti anche se Denver questo ancora non lo sa, Inumuta è soprannominato in termini dispregiativi come "Il Cane", più avanti spero salterà fuori anche questo dettaglio su di lui. In alternativa possiamo sempre passarci sopra bellamente ed ignorare la cosa per semplicità e comodità.

    « Torcetele un capello e vi prometto che vi renderò impossibile prendere appunti a scuola per almeno un paio di mesi, »
    Promette Denver in tono di minaccia, al che il massiccio Gamagori si fa avanti incrociando le braccia, frapponendosi fra i due liceali ed il Trigger con fare al tempo stesso protettivo nei loro confronti e di sfida verso il ricercato.
    « e ora spiegatemi che cazzo sta succedendo – anzi, comincio io dicendo che vi state sbagliando: Ahri Kobayashi non è una Headhunter. Ho sbattuto la testa per settimane sull'immane casino che ha coinvolto la vostra allegra società di scavezzacollo, e di quella lunga, logorante sequenza di assurdità posso almeno dire con certezza che se state cercando un cattivo da giustiziare, non lo troverete né in lei né nel resto del suo team. Quindi piantiamola con le accuse, ragazzo, perché non è per questo che siamo qui. »

    « Era una minaccia?? »
    Ringhia il gigante dai capelli platinati incombendo su Denver e fissandolo dritto negli occhi, pronto a raccogliere la minima provocazione. Poteva avere la metà dei suoi anni, ma superava il reporter di tutta la testa e di certo non mancava di massa muscolare, un fisico tanto sproporzionato nella muscolatura delle spalle e del collo da sembrare quasi grottesco alla luce dei neon dell'aula di informatica trasformata in un gabbio dalle serrande metalliche.
    Il primo movimento, tuttavia, fu quello della misteriosa ragazza dai capelli scuri e con la benda sull'occhio, la stessa che per qualche attimo interminabile aveva fronteggiato Ahri faccia a faccia, e che ora improvvisamente sembrava aver perso interesse per la rossa, allontanandosi da lei e prendendo posto placidamente su di una sedia alle spalle di Hōka Inumuta, che frattempo seguitava ad armeggiare con dei palmare. Quest'ultimo le scoccò un'occhiata interrogativa, cui lei rispose semplicemente scostandosi i capelli lunghi dal viso con aria contraddetta e snob, le si leggeva in faccia una nota di delusione mista al fastidio di chi aveva grandi aspettative ed invece aveva appena perso tempo.

    « Ci fai un torto se ci pigli per ragazzini che giocano a fare gli adulti, Trigger. »
    Sentenziò lei in uno sbuffo, appuntando l'unico occhio scoperto sul reporter, ora ignorando Ahri come se non le interessasse nemmeno più. Quest'ultima a lato di Denver dette segni di nervosismo sbuffando indignata, ora più di prima.
    « Sei mesi fa stavamo cercando un guasto sulla linea elettrica che comprometteva il percorso del Glory Rain, io ed i miei compagni. Non ricordo granché di quel giorno, ma dall'incontro con i Cacciatori di Teste mi procurai lesioni ad entrambe le ginocchia, un occhio perso chissà dove, schegge conficcate nel nervo ottico fino al cervello ed ho persino perso le mie regalia del senzacorona della Wind Road che erano mie di diritto. E pensa che mi è andata bene. Dei miei compagni non siamo mai riusciti a trovare nemmeno le teste, oltre che le AT. I bastardi si sono portati via pure quelle. »
    Accennò al presidente dei club culturali dell'istituto, che di contro la stava guardando da un po'.
    « Comunque non è lei. I suoi occhi non sono quelli della persona che mi ha gettato giù dal palazzo. »

    « COME SAREBBE A DIRE??! »
    Sbottò Gamagori, furioso. Il torreggiante presidente del comitato disciplinare smise di rivolgere le sue attenzioni su Denver, per concentrarsi sulla ragazza, furibondo.
    « Avevi detto che saresti stata in grado di riconoscere i tuoi assalitori! »
    Lei, di contro, non sembrò particolarmente impressionata e probabilmente era più che ben disposta ad una battuta tagliente, ma l'altro ex braccio destro di Lady Satsuki, ovvero Inumuta, fu lesto a placare gli animi.

    « Calmi. Tutti e due. Gamagori: in ogni caso nessuna corte accetterebbe la testimonianza della signorina Takeuchi. Durante l'incidente ha subito lesioni importanti al cervello, è possibile che alcuni o tutti i suoi ricordi di quel giorno siano alterati, o perfino frutto di una ricostruzione inconscia della sua mente. Era solo un tentativo, tutto qui. Eravamo d'accordo che avremmo comunque proseguito con una valutazione obbiettiva in ogni caso, ricordi? »
    Il gigante sbuffò, ma si placò immediatamente. La ragazza, di contro, fece altrettanto ma si capiva lontano un miglio che era il tipo di persona che quando si mette in testa qualcosa di cui è assolutamente certa non si smuove di un centimetro. La signorina Takeuchi era assolutamente certa del fatto che non è stata Ahri a tentare di ucciderla mesi prima, quindi per lei era già caso chiuso. Rimase quindi defilata sulle sue, mentre Gamagori scalpitava e Inumuta seguitava ad armeggiare con i palmare.
    « Teniamo la signorina Kobayashi da parte per un momento. Ora come ora sono molto più interessato al Trigger. »
    Guardò Denver.
    « Che tu ci creda o no, hai davanti i rappresentanti della fazione più moderata nei tuoi confronti fra i sostenitori di Lady Satsuki. La nostra scuola è divisa in quattro grandi aree di influenza, ciascuna delle quali con un proprio capo. Ciascuno di noi agisce a modo suo, ma prima eravamo tenuti uniti dal carisma di Lady Satsuki. Ora che lei non c'è più, il capo dei club sportivi Uzu Sanageyama si è isolato dopo aver proclamato la tua sicura innocenza, pur senza portando prove, mentre la presidentessa delle associazioni artistiche della scuola semplicemente ti ritiene responsabile del fatto e ti vuole morto a tutti i costi. »

    « Se ti trovi davanti Nonon Jakuzure... » avvertì Gamagori, serio in volto, « ti consiglio di scappare più rapido che puoi. »
    Poco più in là, Ahri sbuffò di nuovo.
    « Il massimo che può fare quella là è annoiarlo a morte con la sua vocetta da ranocchio. »
    Borbottò a metà fra il pensiero espresso ad alta voce ed una battuta pungente. Ma Gamagori era serio.
    « E' l'attuale Regina del Legame. Ha modificato per il combattimento Axis, le Pledge Regalia, e si è messa a trafficare con i cacciatori di taglie per trovare il Trigger. Perfino noi non abbiamo idea di quali casini sta combinando, ma di certo è ossessionata dal Trigger e vuole la sua testa, anche senza le evidenze della sua colpevolezza. »

    « Noi invece vogliamo la verità. »
    Proseguì Inumuta, tornando ai suoi palmare.
    « Ed io so come ricavarla. Ma prima vorrei sapere cosa vi ha portato qui. »
    Ora tutti gli sguardi della stanza si puntarono su Denver, all'unisono.
    « Prima hai detto che non sei qui per ricevere delle accuse. Ebbene? Per quale motivo hai corso un rischio enorme venendo qui di notte, senza nemmeno una scorta? » Ahri borbottò qualcosa circa il fatto che faceva parte della guardia pretoriana del Comandante Generale di Trident ed era un rider di classe A, ma nessuno le prestò granché attenzione. « Se è noi che cercavi, beh ci hai trovati. Ti ascoltiamo. »

     
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    « Ci fai un torto se ci pigli per ragazzini che giocano a fare gli adulti, Trigger. »
    Rimbecca Takeuchi, la quale nel frattempo pare abbia perso ogni interesse verso Ahri. Quest'ultima sbuffa ancora più scocciata, come se essere oggetto di attenzioni ostili da parte di qualcuno sia in qualche modo preferibile a non riceverne affatto.
    Denver inarca scettico un sopracciglio, tuttavia non commenta. Egli non sa per cosa altro debba prenderli – per cosa chiunque debba prenderli, ma mostrare di non volerli prendere sul serio è una sicura condanna a restare rinchiuso lì dentro per chissà ancora quanto, oltre ad un modo per assicurarsi di non ottenere altro che antipatia da parte di quel gruppetto che, oltretutto, potrebbe davvero essere in possesso di informazioni preziose.
    « Sei mesi fa stavamo cercando un guasto sulla linea elettrica che comprometteva il percorso del Glory Rain, io ed i miei compagni. Non ricordo granché di quel giorno, ma dall'incontro con i Cacciatori di Teste mi procurai lesioni ad entrambe le ginocchia, un occhio perso chissà dove, schegge conficcate nel nervo ottico fino al cervello ed ho persino perso le mie regalia del senzacorona della Wind Road che erano mie di diritto. E pensa che mi è andata bene. Dei miei compagni non siamo mai riusciti a trovare nemmeno le teste, oltre che le AT. I bastardi si sono portati via pure quelle. »
    « Cazzo, mi spiace. »
    Perché non se ne rimangono semplicemente a casa?
    « Comunque non è lei. I suoi occhi non sono quelli della persona che mi ha gettato giù dal palazzo. »

    Il giornalista annuisce. Ahri è altamente instabile e antisociale, ma non è un'assassina. Come ha già accennato loro, Denver ha avuto modo di conoscere tutta la guardia reale di Kumagawa: sicuramente gioventù da recuperare, sicuramente, ma non riesce a credere che qualcuno come Darius Nox possa avergli mentito in modo tanto spudorato rispetto allo scopo delle loro azioni. Una persona così non dovrebbe essere nemmeno capace di mentire.

    « COME SAREBBE A DIRE??! »
    Gamagori, però, non è d'accordo. Denver lo fulmina con lo sguardo.
    « Avevi detto che saresti stata in grado di riconoscere i tuoi assalitori! »
    Takeuchi sembra essere pronta a rispondergli per le rime, ma Inumuta interviene subito per allentare le tensioni.
    « Calmi. Tutti e due. Gamagori: in ogni caso nessuna corte accetterebbe la testimonianza della signorina Takeuchi. Durante l'incidente ha subito lesioni importanti al cervello, è possibile che alcuni o tutti i suoi ricordi di quel giorno siano alterati, o perfino frutto di una ricostruzione inconscia della sua mente. Era solo un tentativo, tutto qui. Eravamo d'accordo che avremmo comunque proseguito con una valutazione obbiettiva in ogni caso, ricordi? »
    « Cerchiamo di non trovare altri colpevoli di convenienza, per cortesia. »
    Aggiunge il reporter, senza entrare nel merito dell'attendibilità della ragazza come testimone. Chi sia stato davvero gli interessa fino ad un certo punto; quegli adolescenti non devono tuttavia dimenticare il più fondamentale dei principi del diritto: una persona è innocente, fino a quando non se ne dimostra la colpevolezza.
    Gamagori, invece, sta solo cercando di attuare qualche bislacca vendetta personale contro Ahri. Qualunque essa sia. Per quanto il giornalista sappia, potrebbe trattarsi perfino di un caso di cuore spezzato, e di non saper accettare con serenità un “no.”

    « Teniamo la signorina Kobayashi da parte per un momento. Ora come ora sono molto più interessato al Trigger. »
    « Sì? »
    « Che tu ci creda o no, hai davanti i rappresentanti della fazione più moderata nei tuoi confronti fra i sostenitori di Lady Satsuki. La nostra scuola è divisa in quattro grandi aree di influenza, ciascuna delle quali con un proprio capo. Ciascuno di noi agisce a modo suo, ma prima eravamo tenuti uniti dal carisma di Lady Satsuki. Ora che lei non c'è più, il capo dei club sportivi Uzu Sanageyama si è isolato dopo aver proclamato la tua sicura innocenza, pur senza portando prove, mentre la presidentessa delle associazioni artistiche della scuola semplicemente ti ritiene responsabile del fatto e ti vuole morto a tutti i costi. »

    Se questi sono i moderati, riflette Denver, allora non vuole assolutamente conoscere gli estremisti. Quelli che vorrebbero la sua testa, soprattutto. Ad ogni frase che sente, egli si domanda come un'intera scuola possa essere deragliata così tanto fuori dal controllo di presidi e insegnanti.
    Anche per gli standard di Bloodrunner.

    « Se ti trovi davanti Nonon Jakuzure... » interviene Gamagori, stavolta senza toni di minaccia o anche solo arroganza, « ti consiglio di scappare più rapido che puoi. »
    Nonon Jakuzure, se il giornalista non ricorda male, è l'adolescente che ha diretto gran parte delle operazioni a Klemvor in quella giornata fatidica.
    « Il massimo che può fare quella là è annoiarlo a morte con la sua vocetta da ranocchio. »
    Sbotta Ahri in risposta. Gamagori non le dà troppo peso (per una volta), e continua:
    « E' l'attuale Regina del Legame. Ha modificato per il combattimento Axis, le Pledge Regalia, e si è messa a trafficare con i cacciatori di taglie per trovare il Trigger. Perfino noi non abbiamo idea di quali casini sta combinando, ma di certo è ossessionata dal Trigger e vuole la sua testa, anche senza le evidenze della sua colpevolezza. »

    Ah-ha.
    Denver era convinto che fosse stato principalmente Maiev a mettere in moto il tutto, almeno in questi giorni, spinto almeno in parte da una Ahri Kobayashi intenta a trovarlo; che una persona pressoché sconosciuta come la Jakuzure fosse coinvolta in quella storia non l'avrebbe mai immaginato. Ora va solo stabilito se sia stata colpa sua anche l'aver diffuso un video falsificato apposta per incastrarlo.

    « Noi invece vogliamo la verità. »
    Interviene Inumuta.
    « Ed io so come ricavarla. Ma prima vorrei sapere cosa vi ha portato qui. »
    Denver passa lo sguardo su ogni persona presente nella stanza. Queste lo fissano con il fiato sospeso di rimando.
    « Prima hai detto che non sei qui per ricevere delle accuse. Ebbene? Per quale motivo hai corso un rischio enorme venendo qui di notte, senza nemmeno una scorta? »
    Ogni protesta di Ahri riguardante il suo status come ella facesse parte della guardia pretoriana di Trident rimane tragicomicamente inascoltata.
    « Se è noi che cercavi, beh ci hai trovati. Ti ascoltiamo. »

    S9OuvHn« Quindi avrei perfino un fan club qui dentro, e... qualunque cosa sia il contrario di un fan club, giusto? » commenta, « Ho visto tantissime cose che non credevo possibili da quando sono giunto su questo semipiano, roba che credevo appartenere esclusivamente al reame del fantastico, ma tutto questo, non me ne vogliate, è a dir poco surreale. »

    Scuote la testa. Continuerà a sfogarsi in un altro momento.
    « Sono qui perché speravo avevaste più informazioni di me, e infatti avete trovato una pista che io neppure avevo considerato, » prosegue poi. Rilassa le braccia e le mani, lasciando che la pistola resti nella fondina. « Quel video di me che sparo a Satsuki Kiryuin è un falso, per quanto realistico possa sembrare, e le prime cose che voglio capire sono chi l'ha realizzato e per quale scopo. »
    Sospira.
    « Chiunque sia stato – e potrebbe essere un gruppo di persone, non necessariamente un solo individuo – ha anche dissacrato il corpo del vostro capo. Ho avuto modo di sapere dei risultati dell'autopsia, dalla quale risulterebbe che quella ragazza è morta per dei colpi di proiettile, ma io ero lì. » Stringe i denti, irritato. Sa esattamente anche chi l'ha uccisa, ma non può permettersi di consegnare Seiryu in pasto a degli adolescenti che vogliono farsi giustizia da soli. « Satsuki Kiryuin non è caduta per delle ferite da proiettile. Ammetto di aver esploso dei colpi quel giorno, ma il mio bersaglio era un altro e l'avevo colpito. È sopravvissuto, ma ha ancora i segni delle ferite che gli ho inflitto, escludendo quindi la possibilità illusioni o allucinazioni. »
    Sempre ammesso che tutto ciò fosse realmente vero, e che l'amnesia di Seiryu non fosse stata provocata da qualcos'altro... o qualcun altro.
    « Potete dirmi di più in merito alla posizione di Sanageyama e in particolare di Jakuzure? Esiste la possibilità che quest'ultima abbia deliberatamente manipolato le immagini lì presenti per incastrarmi e, suppongo, vendicarsi del fatto che non sia riuscito a prevenire la morte di Satsuki? »

     
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    « Se hanno toccato il corpo di Lady Satsuki... »
    Gamagori stringeva forte i pugni, che tremavano di rabbia.
    « Ci sono cavi, nelle pareti. Se sfondi l'intonaco con un colpo consegnerai giornali alle cinque del mattino per il resto della tua vita per pagare i danni. »
    Gli promise Inumuta, facendo calmare subito il collega, che subito incrociò le braccia al petto furibondo.

    « Potete dirmi di più in merito alla posizione di Sanageyama e in particolare di Jakuzure? Esiste la possibilità che quest'ultima abbia deliberatamente manipolato le immagini lì presenti per incastrarmi e, suppongo, vendicarsi del fatto che non sia riuscito a prevenire la morte di Satsuki? »
    Da dietro gli occhialini, gli occhi di Houka Inumuta rimasero inespressivi alla illazione del Trigger, poi scosse impercettibilmente il capo.
    « No, lo escludo totalmente. Il campo di Nonon verte più sulla meccanica, non ha competenze informatiche di quel tipo. E poi se vuoi dimostrare che quel video è un falso allora stai cercando nella direzione sbagliata. »
    Si voltò in direzione della parete di fondo, su cui spiccava un vasto telo bianco adatto ai riflettori, e con un tasto del palmare altri quattro pannelli più piccoli calarono automaticamente con un ronzio sommesso degli strumenti automatizzati in funzione. Sui vari pannelli comparvero una quantità incredibile di immagini, tutte riprese dal famoso video incriminante che incastrava completamente Denver, con sovrapposti una miriade di dati in verde acceso. Anche se era difficile capirci qualcosa in quel marasma di informazioni, a quanto pare Inumuta aveva già analizzato quel video, ed a fondo.
    « Una volgare riproduzione ben fatta può tranquillamente trarre in inganno i meno preparati, ma non possono aggirare i programmi di riconoscimento dei tratti somatici che ho approntato. Peggio ancora, un video alterato lascerebbe più tracce di quante ne possa contare, quindi posso trarre una sola conclusione... »
    Indicò il video, e fissò il Trigger negli occhi, serio.
    « Ai fini di qualsiasi analisi basata sulla tecnologia, questo video è assolutamente autentico. »
    Dietro di lui, Gamagori a momenti si sfasciava la mandibola, mentre digrignava i denti, le braccia conserte per non sbattere i pugni da qualche parte.
    « Questa cosa ce l'hai già detta. Allora mi spieghi una volta per tutte perché non sarebbe una prova sufficiente? »
    Inumuta sbuffò, sfiorandosi la montatura degli occhiali sottili.
    « Perché esistono cose al di là della semplice tecnologia. »
    Sentenziò risoluto, beccandosi in tutta risposta un istante di silenzio totale, seguito da un commento sarcastico da parte della Takeuchi, che si era messa in disparte e non sembrava nemmeno intenzionata a prender parte alla discussione, ma che evidentemente non era in grado di rimanere zitta davanti a quel commento.

    « Fantastico, è colpa della fata turchina. »
    Indicò la benda che le copriva l'occhio.
    « Il colpevole di questo invece lo posso trovare nel paese delle meraviglie? »

    « Non ho capito. »
    Dissero all'unisono Gamagori ed Ahri, sovrapponendo le loro voci in modo del tutto involontario e poi squadrandosi in cagnesco.
    « Esiste una sola soluzione. Un solo modo per cui perfino io non sono in grado di dimostrare che questo video è un falso. »
    Esclamò Inumuta in modo plateale,
    « La magia!!! Questo video è stato alterato mediante qualche arte arcana sconosciuta!!! »
    Silenzio in aula.
    « Nessun tribunale accetterebbe una simile confutazione delle prove. »
    Commentò Gamagori, irritato.
    « Magari non è che non vuoi ammettere che esiste qualcuno più bravo di te con quelle robe di computer? »
    Lo punzecchiò Ahri, che pure sembrava trovare divertente il fatto che il leader della branca culturale della scuola si rifiutasse di ammettere la propria inferiorità nel campo dell'informatica, fino al punto da tirare fuori una soluzione semplicistica e tutto sommato debole come "la magia" per giustificare la propria impotenza. Dal punto di vista di Denver, invece, una motivazione simile apriva scenari inquietanti. Perché nemmeno gli specialisti informatici del Garwec pagati da Quarion avevano tirato fuori un ragno dal buco con quel video, ma una soluzione come quella proposta da Inumuta conduceva a strade davvero troppo lontane dall'ambiente degli storm riders. E se il burattinario dietro a tutto quel casino non era da ricercarsi fra i riders, allora quanto lontano portavano le indagini...?

    « Comunque accetta un consiglio e lascia perdere Nonon. La sua famiglia è ricca quasi quanto quella di Lady Satsuki, anche se non altrettanto influente. Lei assieme a Sanageyama rappresenta un po' il lato irrazionale del gruppo, ha bisogno di un colpevole su cui sfogare la rabbia e gliene hanno dato uno perfetto, uno sconosciuto senza valore su cui scaricare la propria rabbia. Il proverbiale piatto d'argento su cui manca solo una testa da porre, la tua. Riguardo Uzu ed i suoi, sono alla sponda diametralmente opposta: quando ci ho parlato mi ha detto che considera "fratello di battaglia" un tuo conoscente, che a sua volta ha garantito sul suo onore per te, dunque ti da automaticamente per innocente. Era presente sulla scena dei fatti, il giorno in cui Lady Satsuki è morta, probabilmente qualcuno dei suoi ha fatto da testimone oculare. Comunque si sono schierati nella fazione del Re della Giada Scarlatta e vogliono creare una megastorm con altri due Re Senzacorona, adesso hanno fatto la tana in un magazzino poco distante dal Big Bird e non accennano a voler tornare nel Pentauron. »

    « Quegli idioti! » Commentò Gamagori, duro, « di questo passo non potranno diplomarsi! Ho tentato di riportarli qui, ma si sono rifiutati anche solo di leggere i miei richiami disciplinari. »
    Hoka sospirò.
    « Non fate caso a lui. Comunque Sanageyama ed i suoi sono destinati a diventare Storm Riders a tutti gli effetti. »

    « Per caso si è messo con Fury e gli altri della Gladio Road? Erano al Project-9, si comportavano come se fossero loro i padroni di Genesis, adesso. Vogliono fondare una megastorm con i resti di Trident? »
    Inumuta annuì.
    « Sì, Trident e vari dissidenti di Genesis. Ufficialmente saranno indipendenti, di fatto ci sono voci per cui dietro tutto c'è Nike, il Re della Giada, che non può in alcun modo contrastare lo strapotere del Re del Cielo e quindi sta creando un nuovo braccio armato del tutto privo di Gravity Children. »

    « Che stronzate. »
    Commentò la Takeuchi, che adesso aveva l'aria di trovare un barlume di interesse nella conversazione.
    « Mio zio non è affatto interessato a questo tipo di trame, era solo incazzato con i Cacciatori di Teste, poi ne ha preso uno a pugni e si è dato una calmata. Lo descrivete come una sorta di mostro mitologico, se vi dicessi che quando vuole è buono come il pane non mi credereste mai. »

    « Infatti non ti credo. »
    Rispose secco Gamagori.
    « E' un demone con dodici omicidi accertati, capi di accusa di stupro e rapine a non finire, ed ha una taglia sulla testa grossa quasi quanto quella del Trigger. Se mettesse piede nel Pentauron verrebbe giustiziato sul posto. »
    « Se vuoi puoi spiegarlo direttamente a lui la prossima volta che viene a trovarmi. »

    « Ascoltami, Trigger: come dicevo prima c'è un dettaglio di cui voglio parlarti, ed un modo per scagionare completamente la tua persona anche di fronte ad un tribunale imparziale, nonché per confermare le mie teorie. »
    Un click sul palmare, e sugli schermi comparvero quelli che a prima vista sembravano schemi di costruzione, che dopo un primo momento Denver avrebbe certamente riconosciuto come le Air Treck, le scarpe futuristiche utilizzate dagli Storm Riders e che di fatto li rendono tali. A prima vista semplici pattini, permettono balzi assurdi ed acrobazie sovrumane, ed a giudicare dagli schemi presentati da Inumuta erano molto più complesse ed articolate di quanto si possa immaginare. Trafficando col palmare, il ragazzo ingrandì una zona compresa fra le ruote delle AT, un alloggio che conteneva un microchip removibile.
    « Conosci la Rete Inorganica? E' un supercomputer in possesso di una certa persona, l'unico terminale rimasto in tutto il sempiano in grado di leggere ed analizzare a fondo i dati immagazzinati nella scheda di memoria di una Air Treck, riuscendo perfino a mostrare ogni singolo movimento eseguito dalle AT stesse in un certo lasso di tempo. Adesso potresti sorprenderti, ma devi sapere che nel loro mondo di origine le Air Treck non erano affatto delle armi, piuttosto erano giocattoli, oppure strumenti usati per attività sportive o comunque ricreative. Viste le loro applicazioni, evidentemente chi le ha costruite ha inserito queste schede di memoria al loro interno, senza le quali i motori all'interno delle AT non si attivano. Come ricorderai, quel giorno sia Lady Satsuki, sia ogni altra persona presente sulla scena ad eccezione di voi Abusivi indossava delle Air Treck. Ebbene: se entriamo in possesso delle AT di Lady Satsuki e delle persone immediatamente nelle vicinanze, Rete Inorganica può riprodurre in tre-D la scena del delitto e replicare ogni singolo movimento effettuato dalle persone al suo interno. »

    « Le Air Treck di Seiryu le avete voi. »
    Commentò subito Ahri. Inumuta annuì, poi concluse.
    « Pochi sanno di questo dettaglio riguardo le Air Treck. Ma di certo se le AT di Lady Satsuki non sono state distrutte o alterate ciò dimostra una cosa: chi c'è dietro a questa storia non ha che una conoscenza superficiale delle Tribù della Tempesta, il che rafforzerebbe la mia teoria che si tratta di un elemento esterno che ha alterato le prove-video mediante della stregoneria. Ora ecco il punto: trovate Rete Inorganica e le quattro Air Treck dei pretoriani di Kumagawa, sopratutto quelle di Seiryu che sono quelle che più ci interessano in assoluto. Noi recupereremo le AT di Lady Satsuki e quelle degli altri presenti sulla scena. »
    « Non sarà facile trovare Rete Inorganica. »
    Avvertì Gamagori.
    « Abbiamo cercato il suo custode per settimane, ma si è già spostato dalla sua ultima residenza ed è come un fantasma. »
    Ahri ridacchiò divertita.
    « Io posso trovarlo facilmente. »
    Silenzio in sala.
    « Ho anche un'altra condizione, Trigger. »
    Disse ancora Inumuta, fissando Ahri con aria scettica. Gamagori pure la guardava malissimo come se avesse appena detto una bestemmia, ma anche lui evitò di commentare. Hoka Inumuta guardava Denver, ma indicò Ahri.
    « Vogliamo sottoporre la Kobayashi ad un test della verità. Accetteremo di collaborare con te solo se i capi di accusa di omicidio e tentato omicidio che pendono su di lei saranno caduti definitivamente. »

     
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    « No, lo escludo totalmente. Il campo di Nonon verte più sulla meccanica, non ha competenze informatiche di quel tipo. E poi se vuoi dimostrare che quel video è un falso allora stai cercando nella direzione sbagliata. »
    Quindi la pista che vorrebbe Nonon Jakuzure come una fanatica in cerca di un capro espiatorio non è che un vicolo cieco. Questo significa di conseguenza che quella ragazza è solo un'altra utile idiota che contribuisce a dare carburante a quella ridicola macchina del fango che vede il giornalista come bersaglio.
    Inumuta però apre un altro interrogativo: cosa vorrebbe dire con quella frase, che il video non è un falso?
    « Sbagliata? »
    Chiede scuotendo la testa con fare perplesso. Quattro pannelli calano dal soffitto con un ronzio elettrico di macchine automatizzate grazie ad un tocco del ragazzo sul palmare. Su di essi compaiono d'un tratto diversi fotogrammi tratti da quel maledettissimo video e, in sovrapposizione, tante spie verdi che vorrebbero confermarne l'attendibilità.
    Denver stringe nervosamente i denti.
    « Una volgare riproduzione ben fatta può tranquillamente trarre in inganno i meno preparati, ma non possono aggirare i programmi di riconoscimento dei tratti somatici che ho approntato. Peggio ancora, un video alterato lascerebbe più tracce di quante ne possa contare, quindi posso trarre una
    sola conclusione... »
    Continua Inumuta.
    Al reporter non rimane che annuire e ascoltare.
    « Ai fini di qualsiasi analisi basata sulla tecnologia, questo video è assolutamente autentico. »
    « Pft. »
    Stessa conclusione raggiunta dai cervelloni di Garwec, insomma. Morale della storia: inutile chiedere agli Storm Rider, o almeno questo in particolare. In fin dei conti, per quanto brillante e ben attrezzato egli possa essere, Hōka Inumuta rimane pur sempre un ragazzo delle superiori.
    « Questa cosa ce l'hai già detta. Allora mi spieghi una volta per tutte perché non sarebbe una prova sufficiente? »
    Sbotta Gamagori.
    « Perché esistono cose al di là della semplice tecnologia. »

    Oh-ho.
    Questo Denver già lo sa, in realtà. Aveva perfino preso in considerazione questa possibilità, che però fu esclusa proprio perché nessuno di quegli scalmanati ragazzini di Klemvor ha chissà quali conoscenze magiche e taumaturgiche. Né loro né la stragrande maggioranza degli stronzi che uno potrebbe incontrare a Bloodrunner, a dire il vero.
    Nessuno a parte Inumuta, a quanto pare.

    « Fantastico, è colpa della fata turchina. »
    Commenta sarcastica Takeuchi, puntando il dito verso la sua benda.
    « Il colpevole di questo invece lo posso trovare nel paese delle meraviglie? »
    Denver si ritrova suo malgrado a dover trattenere un risolino.
    Se solo Takeuchi sapesse.

    « Non ho capito. »
    Intervengono Ahri e Gamagori praticamente in coro, scambiandosi poi delle occhiate truci proprio per questa ragione.
    « Esiste una sola soluzione. Un solo modo per cui perfino io non sono in grado di dimostrare che questo video è un falso. »
    Risponde Inumuta.
    « La magia!!! Questo video è stato alterato mediante qualche arte arcana sconosciuta!!! »
    Cade il silenzio. Denver attende le risate del pubblico, ma nessuno sembra essere in vena di facezie.
    Meglio così, perché Inumuta potrebbe non avere nemmeno torto.
    « Nessun tribunale accetterebbe una simile confutazione delle prove. »
    « Magari non è che non vuoi ammettere che esiste qualcuno più bravo di te con quelle robe di computer? »

    « Ahri, hai delle orecchie da volpe per ragioni misteriose e solo stasera mi hai visto volare senza Air Treck. Oltre a tutto quello che dovresti aver visto a Klemvor quando rapiste quello che sarebbe diventato poi il Re del Cielo. Seriamente, non ti sei mai posta due domande? » Il giornalista allarga le braccia esasperato. « Voialtri invece avete mai sentito parlare del Magisterium di Laputa? Da educatore credo che una visita lassù potrebbe rivelarsi un'esperienza molto interessante per voi. »
    Egli stesso potrebbe rivolgersi a chi di dovere per arrangiare al meglio qualcosa di simile. Non serve nemmeno essere una Corona per riuscire a ottenere un favore tanto piccolo.

    « Comunque accetta un consiglio e lascia perdere Nonon. La sua famiglia è ricca quasi quanto quella di Lady Satsuki, anche se non altrettanto influente. Lei assieme a Sanageyama rappresenta un po' il lato irrazionale del gruppo, ha bisogno di un colpevole su cui sfogare la rabbia e gliene hanno
    dato uno perfetto, uno sconosciuto senza valore su cui scaricare la propria rabbia. Il proverbiale piatto d'argento su cui manca solo una testa da porre, la tua. Riguardo Uzu ed i suoi, sono alla sponda diametralmente opposta: quando ci ho parlato mi ha detto che considera "fratello di battaglia" un tuo conoscente, che a sua volta ha garantito sul suo onore per te, dunque ti da automaticamente per innocente. Era presente sulla scena dei fatti, il giorno in cui Lady Satsuki è morta, probabilmente qualcuno dei suoi ha fatto da testimone oculare. Comunque si sono schierati nella fazione del Re della Giada Scarlatta e vogliono creare una megastorm con altri due Re Senzacorona, adesso hanno fatto la tana in un magazzino poco distante dal Big Bird e non accennano a voler tornare nel Pentauron. »
    « Ah, immagino si trattasse di Rhaziel. »
    Si limita a commentare Denver, che crede accetterà di buon grado il consiglio di Inumuta. Non ha bisogno di rendersi la vita più complicata di quanto già non lo sia.

    « Quegli idioti! Di questo passo non potranno diplomarsi! Ho tentato di riportarli qui, ma si sono rifiutati anche solo di leggere i miei richiami disciplinari. »
    Sbotta Gamagori, in risposta al quale il suo compagno di scuola sospira esasperato.
    « Non fate caso a lui. Comunque Sanageyama ed i suoi sono destinati a diventare Storm Riders a tutti gli effetti. »

    « Per caso si è messo con Fury e gli altri della Gladio Road? Erano al Project-9, si comportavano come se fossero loro i padroni di Genesis, adesso. Vogliono fondare una megastorm con i resti di Trident? »
    « Sì, Trident e vari dissidenti di Genesis. Ufficialmente saranno indipendenti, di fatto ci sono voci per cui dietro tutto c'è Nike, il Re della Giada, che non può in alcun modo contrastare lo strapotere del Re del Cielo e quindi sta creando un nuovo braccio armato del tutto privo di Gravity Children. »

    « Che stronzate. » Interviene Takeuchi. « Mio zio non è affatto interessato a questo tipo di trame, era solo incazzato con i Cacciatori di Teste, poi ne ha preso uno a pugni e si è dato una calmata. Lo descrivete come una sorta di mostro mitologico, se vi dicessi che quando vuole è buono come il pane non mi credereste mai. »

    « Infatti non ti credo. » ribatte Gamagori, « E' un demone con dodici omicidi accertati, capi di accusa di stupro e rapine a non finire, ed ha una taglia sulla testa grossa quasi quanto quella del Trigger. Se mettesse piede nel Pentauron verrebbe giustiziato sul posto. »
    « Quasi. »
    Denver non vuole tuttavia ascoltare altro. Non sa neppure se sentirsi o meno lusingato.
    « Se vuoi puoi spiegarlo direttamente a lui la prossima volta che viene a trovarmi. »

    « Ascoltami, Trigger: come dicevo prima c'è un dettaglio di cui voglio parlarti, ed un modo per scagionare completamente la tua persona anche di fronte ad un tribunale imparziale, nonché per confermare le mie teorie. »
    Ancora un tocco sul palmare, ma anziché di altri pannelli e immagini incriminanti appaiono sugli schermi i progetti quelle che il giornalista in qualche secondo riconosce essere gli schemi di costruzione delle Air Treck. Quegli strumenti che permettono agli Storm Rider di non prenderle sonoramente dal primo Aviatore vagamente preparato che passa.
    Inumuta ne ingrandisce un particolare con la funzione zoom. Un alloggio in cui montare qualcosa di estremamente piccolo. Qualcosa come un microchip, ad esempio.
    « Conosci la Rete Inorganica? E' un supercomputer in possesso di una certa persona, l'unico terminale rimasto in tutto il sempiano in grado di leggere ed analizzare a fondo i dati immagazzinati nella scheda di memoria di una Air Treck, riuscendo perfino a mostrare ogni singolo movimento eseguito dalle AT stesse in un certo lasso di tempo. Adesso potresti sorprenderti, ma devi sapere che nel loro mondo di origine le Air Treck non erano affatto delle armi, piuttosto erano giocattoli, oppure strumenti usati per attività sportive o comunque ricreative. Viste le loro applicazioni, evidentemente chi le ha costruite ha inserito queste schede di memoria al loro interno, senza le quali i motori all'interno delle AT non si attivano. Come ricorderai, quel giorno sia Lady Satsuki, sia ogni altra persona presente sulla scena ad eccezione di voi Abusivi indossava delle Air Treck. Ebbene: se entriamo in possesso delle AT di Lady Satsuki e delle persone immediatamente nelle vicinanze, Rete Inorganica può riprodurre in tre-D la scena del delitto e replicare ogni singolo movimento effettuato dalle persone al suo interno. »

    Questa è in realtà un'idea che il giornalista sta elaborando nella propria testa da un po', solo che avrebbe chiesto di esaminare la videocamera che aveva ripreso la scena – non ha minimamente pensato alle Air Treck.

    « Le Air Treck di Seiryu le avete voi. »
    Aggiunge Ahri. Inumuta conferma con un cenno del capo.
    « Pochi sanno di questo dettaglio riguardo le Air Treck. Ma di certo se le AT di Lady Satsuki non sono state distrutte o alterate ciò dimostra una cosa: chi c'è dietro a questa storia non ha che una conoscenza superficiale delle Tribù della Tempesta, il che rafforzerebbe la mia teoria che si tratta di un elemento esterno che ha alterato le prove-video mediante della stregoneria. Ora ecco il punto: trovate Rete Inorganica e le quattro Air Treck dei pretoriani di Kumagawa, sopratutto quelle di Seiryu che sono quelle che più ci interessano in assoluto. Noi recupereremo le AT di Lady Satsuki e quelle degli altri presenti sulla scena. »
    « Non sarà facile trovare Rete Inorganica. »
    Avverte Gamagori.
    « Abbiamo cercato il suo custode per settimane, ma si è già spostato dalla sua ultima residenza ed è come un fantasma. »
    Si sposta? Difficile da rintracciare? Ahri ridacchia.
    « Io posso trovarlo facilmente. »
    Commenta. Cade nuovamente il silenzio.
    « Ho anche un'altra condizione, Trigger. »
    Dice Inumuta, fissando Ahri con aria contrariata.
    « Vogliamo sottoporre la Kobayashi ad un test della verità. Accetteremo di collaborare con te solo se i capi di accusa di omicidio e tentato omicidio che pendono su di lei saranno caduti definitivamente. »

    Denver tace per qualche secondo. Sospira.
    « Okay, andiamo con ordine. »
    Dice, massaggiandosi le tempie con le dita.
    « Ricapitoliamo: Air Treck. Servono quelle di Satsuki, Seiryu, Darius, Justin, Ahri e... Kumagawa, giusto? Sempre se non ricordo male, al momento non ne abbiamo mezza. »
    Anche perché quelle di Ahri sono state sottratte a Kaji al Project 9. A Denver ne basterebbe forse solo un paio per confermare a sé stesso di essere innocente, ma servirebbe un modo per trasmettere le immagini ricavate con il suo potere d'Ascolto ad un supporto accessibile a chiunque. Se esistesse, però, tanto varrebbe utilizzarlo direttamente per creare una copia fisica della sua stessa memoria.
    « Quanto al custode di cui parlate, si tratta per caso di un certo Falco? »
    Perché mi sono appena ricordato di avere in tasca il suo indirizzo.
    « Perché in tal caso penso anch'io di riuscire a rintracciarlo. »
    Perfino con una certa facilità, aggiunge fra sé e sé.
    « Se poi volete sottoporre Ahri ad un test della verità, è con lei che dovete parlarne- » indica la diretta interessata col capo, « -non di certo con me. Ad ogni modo, esiste per caso un modo per trasferire delle immagini mentali su un supporto fisico? Qualcosa tipo un disco o perfino psicolunghezza. »
    Si toglie la giacca, appoggiandola su una sedia poco distante, e si tira su le maniche della camicia sottostante fino ai gomiti, rivelando delle misteriose rune nere a costellare gli avambracci dell'uomo. Quando questi vengono ricoperti all'improvviso di una patina di ossidiana che arriva fino alle punta delle dita, i simboli diventano al contrario bianchi come l'avorio.
    « Perché io posso trasferirle solo ad altre persone. »

     
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    « Ahri, hai delle orecchie da volpe per ragioni misteriose e solo stasera mi hai visto volare senza Air Treck. Oltre a tutto quello che dovresti aver visto a Klemvor quando rapiste quello che sarebbe diventato poi il Re del Cielo. Seriamente, non ti sei mai posta due domande? Voialtri invece avete mai sentito parlare del Magisterium di Laputa? Da educatore credo che una visita lassù potrebbe rivelarsi un'esperienza molto interessante per voi. »
    Chiamata in causa, Ahri arrossì in modo violento e si coprì le orecchie da volpina con entrambe le mani balbettando qualcosa in tono offeso, al che Denver avrebbe capito di aver toccato un nervo scoperto.

    « Ricapitoliamo: Air Treck. Servono quelle di Satsuki, Seiryu, Darius, Justin, Ahri e... Kumagawa, giusto? Sempre se non ricordo male, al momento non ne abbiamo mezza. »
    « Misogi non aveva delle Air Treck ai piedi, quel giorno. »
    Obiettò Ahri, nominando Kumagawa.
    « Mentre miss sopracciglia schiattava, lui era con il Re del Cielo, la Rondine Migratoria e Crazy Apple. »
    Gamagori annuì in tono solenne.
    « Non ricordo di aver visto Misogi Kumagawa quel giorno. »
    La conferma del gigante in qualità di testimone oculare bastò a far scartare dalla lista le AT di Kumagawa, il che restringeva il campo a soli cinque paia di pattini.
    « Quanto al custode di cui parlate, si tratta per caso di un certo Falco? Perché in tal caso penso anch'io di riuscire a rintracciarlo. »
    « E' il primo "Re delle Zanne" di Sleeping Forest... »
    Inumuta armeggiò con i tasti del telecomando, finché sullo schermo non comparve un fermoimmagine che apparteneva ad una telecamera di sicurezza, in bianco e nero e con un contrasto piuttosto scadente, ma nel quale si poteva chiaramente vedere un tipo sulla ventina, lunghi capelli ossigenati legati in una coda da cavallo, sopracciglia che delineano un viso dai tratti alteri e nobili, abiti stravaganti a metà fra la moda vittoriana e quella cyber-punk futuristica con giacca multicolore e multiple cravatte dai motivi disparati intrecciate fra loro, completate dalle immancabili Air Treck ai piedi che lo definivano come uno Storm Rider. Ahri guardò l'immagine, aggrottando le sopracciglia molto poco convinta.

    « Quello non è lui. »
    Disse in un tono schifato e quasi offensivo decisamente ingiustificato.
    « Guardate che io lo conosco, non è lui. »

    « Certo che è lui. »
    Rimbeccò Inumuta in tono scocciato, sentendosi aggredito.
    « Questa è un'immagine di repertorio, risale a quasi quattordici anni fa, poco prima della "Guerra dei Signori della Notte", la scontro intestino a Sleeping Forest per il possesso delle Regalia del Cielo. Falko apparteneva alla fazione sconfitta, coloro che tentarono di prendere con la forza le Regalia del Cielo ed incoronare Sora, che allora era il Re del Vento. Durante la guerra il Re del Rombo Dauntless ed il Re del Tuono Black Burn morirono nello scontro con Gabishi il Senzavolto, mentre Falko e Spit Fire subirono ferite gravissime in un duello con il Re dell'acqua, Orm. Da allora Falko si è ritirato qui nel Pentauron, dove è diventato il custode di Rete Inorganica. Adesso dovrebbe avere trentatrè o trentaquattro anni, è ovvio che è un po' cambiato. »

    « Se poi volete sottoporre Ahri ad un test della verità, è con lei che dovete parlarne, non di certo con me. Ad ogni modo, esiste per caso un modo per trasferire delle immagini mentali su un supporto fisico? Qualcosa tipo un disco o perfino psicolunghezza. Perché io posso trasferirle solo ad altre persone. »
    « Io non faccio proprio un bel niente! »
    A quelle parole Ahri sbuffò offesa, beccandosi uno sguardo aggressivo da parte di Gamagori che in quel momento sembrava un mastino ringhiante. Inumuta notò la cosa ma glissò rapidamente concentrandosi sulla seconda parte del discorso, ben sapendo dove sarebbero finiti a discutere altrimenti.
    « Non abbiamo niente del genere qui nel mio laboratorio. Ma nel Bloodrunner certi sub-umani che somigliano a nani deformi e si fanno chiamare alchemicanti sono in grado di fissare su materia i ricordi e le sensazioni. Ne deriva una sostanza gelatinosa che chiamano Garmonbozia, è molto popolare fra i tossici ed i pervertiti e va forte in certi locali come le droghe sintetiche. La puoi ingerire per rivivere alcuni flashback, ottenendo un blando effetto di stordimento, oppure puoi sparartelo direttamente nel cervello spremendolo con l'ausilio di una siringa senza ago direttamente nelle narici, in tal caso vieni letteralmente proiettato in un trip di acidi in cui rivivi ciò che è stato registrato nella gelatina. Se vuoi posso incaricare Gamagori di scortarvi in uno dei locali che conosciamo, ma ti avverto che nessun tribunale accetterebbe una roba del genere come prova. I ricordi sono soggettivi e molto facili da alterare, tuttavia una volta in possesso di una ricostruzione mediante i microchip delle Air Treck potremmo fare una prova comparativa paragonando il risultato ad una proiezione in video dei tuoi stessi ricordi. Ci sarebbe utile, anche se da sola non varrebbe granché. »
    Mentre Inumuta parlava rivolto al Trigger, dietro di lui si svolgeva un furioso scontro a base di toni alti ed insulti.

    « Sottospecie di bisonte minorato mentale! »
    Attaccò Ahri, affatto intimorita dalla figura massiccia di Gamagori che le incombeva contro.
    « Hai ancora il coraggio di dichiararti innocente?? Sei senza ritegno, Kobayashi! »
    « Usalo per friggerti il cervello, testa vuota! »
    « Una persona senza niente da nascondere non avrebbe paura di un semplice test! »
    Ahri mostrò l'indice alzato, sempre più aggressiva nonostante avesse a che fare con un individuo più alto di lei di un buon trenta centimetri e almeno tre volte più pesante.
    « Io faccio come mi pare, culo rotto! »
    « Se ti rifiuti di dimostrare la tua innocenza per me sei colpevole! »
    « Pensa quello che vuoi, stronzo!! »

    « Finitela. »
    Ahri girò i tacchi, sbuffò e si piazzò davanti alle paratie corazzate che nascondevano l'uscita, le braccia incrociate e dando le spalle a tutti, Denver compreso. Gamagori invece se la prese con Inumuta.
    « Non possiamo fidarci di loro! Hanno capi di accusa che vanno ben oltre le competenze del comitato disciplinare! »
    Sbottò il gigante, calmato a stento dal compagno.
    « Innocenti fino a prova contraria. Se il Trigger è disposto a collaborare per il momento per il momento possiamo mettere da parte la questione della Kobayashi. Anche Takeuchi è d'accordo. »
    Chiamata in causa, la ragazza volse lo sguardo sul presidente del comitato culturale, confermando quanto diceva.
    « Vi dico che non è lei. »

    « Non erano questi i patti, Hōka Inumuta. Se ti sbagli stai lasciando due pericolosi assassini a piede libero per il Pentauron. »
    Lo fronteggiò Ira Gamagori.
    « Ma se ho ragione abbiamo una chance di avere giustizia per Lady Satsuki. Credevo fosse questa la cosa più importante. »
    Rispose l'altro, lapidario, annuendo in direzione di Denver. Poi tanto per rimarcare la cosa, prese il telecomando e premette un pulsante, facendo ritrarre le paratie che isolavano il laboratorio. Immediatamente Ahri afferrò la maniglia della porta e uscì fuori, senza attendere oltre. I ragazzi che erano venuti con loro erano rimasti nel corridoio in attesa, e senza capirci granché la videro sfilare davanti a loro come una furia, lasciandoli perplessi. Gamagori digrignò i denti ma dovette lasciarla andare.

    « Vado anche io. I corrieri mi aspettano. Se mi sbrigo forse sarò di nuovo a Klemvor per il pomeriggio... »
    Disse Takeuchi, avviandosi a sua volta con aria scocciata.
    « E' stata una delusione. A quanto parte hai speso una piccola fortuna per nulla, Inumuta. »
    « Non importa. »
    La salutò Hōka, decisamente poco interessato alla questione. Tornò a rivolgersi al Trigger, cui adesso spettava il difficile compito di scegliere la prossima mossa.
    « Non posso darti la mia fiducia incondizionata, questo immagino che lo capirai. Ti propongo un compromesso... »
    Accennò al suo irruento compare, che inarcò un sopracciglio senza capire dove Inumuta stava andando a parare.
    « Prendi Gamagori con te. So che non siete partiti proprio con il piede giusto, ma ti sarà utile. Torna il prima possibile con le Air Treck della guardia pretoriana di Kumagawa, l'accesso a Rete Inorganica e la Garmonbozia contenente i tuoi ricordi, io in cambio mi procurerò le AT di Lady Satsuki e produrrò delle prove capaci di scagionarti. »

    CITAZIONE
    Devi decidere come proseguire con le indagini. Anzitutto devi decidere se continuare a perseguire questa strada, cioè procurarti delle prove che scagionano la tua persona dalle accuse, oppure cambiare completamente scenario per indagare sul perché ti hanno usato come capro espiatorio. Nel primo caso devi decidere se cercare Rete Inorganica oppure trovare gli Alchemicanti per registrare le tue memorie e se portare con te o meno Gamagori. Possiamo assumere che le Air Treck di Seiryu, Gembu, Ahri e Byakko siano virtualmente già in tuo possesso perché sequestrate nel momento in cui i quattro si sono costituiti, quindi quelle le puoi recuperare off-gdr assumendo che torni ad Est per riprenderle.
     
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    Annuisce. Denver non può nascondere di aver fatto fin troppo poco caso ai presenti mentre era impegnato a non soccombere sotto i colpi martellanti di Seiryu, a non farsi incenerire dall'incantesimo congiunto di Riful e del sergente Nesrín e, sopratutto, a guardare impotente una ragazza di appena diciannove anni morire per proteggerlo.
    Misogi Kumagawa era stato allora l'ultima delle sue preoccupazioni; perfino una volta tornato a Laputa il giornalista non avrebbe visto altro che una foto del vicecomandante di Trident, e in seguito la persona stessa di sfuggita poco prima degli interrogatori a Codec.
    Denver ricorda a malapena che faccia abbia.

    Kumagawa dovrebbe inoltre trovarsi in compagnia del Re del Cielo, quindi nel Presidio Orientale a Chediya o nel Garwec. Sarebbe impossibile recuperare le sue Air Treck da laggiù nel giro di poche ore, salvo trovare un folle disposto a teletrasportarsi a Bloodrunner nel cuore della notte.

    Inumuta traffica ancora un po' con i bottoni del telecomando. Sullo schermo appare un fotogramma estratto dal contenuto di una telecamera di sicurezza. La qualità dell'immagine e il fatto che questa sia in bianco e nero suggerisce un vecchio modello, ma al giornalista basta e avanza per distinguervi nitidamente la figura un giovane dai capelli lunghi raccolti in una coda di cavallo e dall'abbigliamento stravagante. Addirittura troppo per i suoi gusti. Denver distoglie disgustato lo sguardo nel momento in cui realizza che quelle al petto sono tre cravatte intrecciate l'una con l'altra, e si imbatte in quello scettico di Ahri.

    « Quello non è lui. »
    Commenta innervosita la ragazzina.
    « Guardate che io lo conosco, non è lui. »

    « Certo che è lui. »
    Ribatte difensivamente Inumuta.
    « Questa è un'immagine di repertorio, risale a quasi quattordici anni fa, poco prima della "Guerra dei Signori della Notte", la scontro intestino a Sleeping Forest per il possesso delle Regalia del Cielo. Falko apparteneva alla fazione sconfitta, coloro che tentarono di prendere con la forza le Regalia del Cielo ed incoronare Sora, che allora era il Re del Vento. Durante la guerra il Re del Rombo Dauntless ed il Re del Tuono Black Burn morirono nello scontro con Gabishi il Senzavolto, mentre Falko e Spit Fire subirono ferite gravissime in un duello con il Re dell'acqua, Orm. Da allora Falko si è ritirato qui nel Pentauron, dove è diventato il custode di Rete Inorganica. Adesso dovrebbe avere trentatrè o trentaquattro anni, è ovvio che è un po' cambiato. »

    Denver ammette a sé stesso non senza una punta di vergogna di aver smesso di ascoltare poco dopo “quattordici anni fa”, isolando la mente da quell'ennesima parentesi storico-aneddotica lasciando filtrare solo l'essenziale – ovvero quelle informazioni che gli permettono di concludere che Falko dovrebbe avere oggi intorno ai trentatré o trentacinque anni, e che avrebbe appeso le Air Treck al chiodo in seguito ad una sconfitta per diventare poi il guardiano di Rete Inorganica una volta trovato rifugio a Bloodrunner.
    Quasi si perde il rifiuto di Ahri a sottoporsi alla macchina della verità. Denver fa spallucce, tutt'altro che sorpreso. Altrettanto prevedibilmente Gamagori non è entusiasta della risposta, ma oramai è accertato che il peggio che potrà succedere in quella stanza sarà l'ennesimo battibecco fra studenti.

    « Non abbiamo niente del genere qui nel mio laboratorio. Ma nel Bloodrunner certi sub-umani che somigliano a nani deformi e si fanno chiamare alchemicanti sono in grado di fissare su materia i ricordi e le sensazioni. Ne deriva una sostanza gelatinosa che chiamano Garmonbozia, è molto popolare fra i tossici ed i pervertiti e va forte in certi locali come le droghe sintetiche. La puoi ingerire per rivivere alcuni flashback, ottenendo un blando effetto di stordimento, oppure puoi sparartelo direttamente nel cervello spremendolo con l'ausilio di una siringa senza ago direttamente nelle narici, in tal caso vieni letteralmente proiettato in un trip di acidi in cui rivivi ciò che è stato registrato nella gelatina. Se vuoi posso incaricare Gamagori di scortarvi in uno dei locali che conosciamo, ma ti avverto che nessun tribunale accetterebbe una roba del genere come prova. I ricordi sono soggettivi e molto facili da alterare, tuttavia una volta in possesso di una ricostruzione mediante i microchip delle Air Treck potremmo fare una prova comparativa paragonando il risultato ad una proiezione in video dei tuoi stessi ricordi. Ci sarebbe utile, anche se da sola non varrebbe granché. »
    Continua il ragazzo, mentre dietro lui e il giornalista è scoppiato, appunto, un acceso scambio di opinioni fra Ahri e Gamagori. Denver alza ancora una volta gli occhi al soffitto, ma decide di lasciarli continuare.

    « Sottospecie di bisonte minorato mentale! »
    « Hai ancora il coraggio di dichiararti innocente?? Sei senza ritegno, Kobayashi! »
    « Usalo per friggerti il cervello, testa vuota! »
    « Una persona senza niente da nascondere non avrebbe paura di un semplice test! »
    Ahri alza stizzita un indice, incurante dell'abissale differenza di taglia che la separa da quel gorilla.
    « Io faccio come mi pare, culo rotto! »
    « Se ti rifiuti di dimostrare la tua innocenza per me sei colpevole! »
    « Pensa quello che vuoi, stronzo!! »

    « Finitela. »
    Intima Inumuta. Ahri sbuffa sdegnata, e si pianta davanti all'uscita bloccata dalle paratie dando le spalle a tutti i presenti.
    « Non possiamo fidarci di loro! Hanno capi di accusa che vanno ben oltre le competenze del comitato disciplinare! » ribatte invece Gamagori.
    « Innocenti fino a prova contraria. Se il Trigger è disposto a collaborare per il momento per il momento possiamo mettere da parte la questione della Kobayashi. Anche Takeuchi è d'accordo. »
    « Vi dico che non è lei. » conferma la ragazzina chiamata in causa.

    « Non erano questi i patti, Hōka Inumuta. Se ti sbagli stai lasciando due pericolosi assassini a piede libero per il Pentauron. »
    « Ma se ho ragione abbiamo una chance di avere giustizia per Lady Satsuki. Credevo fosse questa la cosa più importante. »

    Denver sospira, sentendosi quasi in colpa nel non poter dir loro il nome del vero colpevole dell'omicidio di Satsuki Kiryuin, non finché la loro ricerca di giustizia per quella povera ragazza coinciderà con quella personale del giornalista. Ottantuno milioni sulla testa sono troppo ingombranti per farsi simili scrupoli.
    Senza contare il fatto che non affiderà mai il compito di amministrare della giustizia ad un gruppo di ragazzini del liceo, anche quando piuttosto maturi per la loro età come nel caso di Hōka Inumuta. Soprattutto quando questi ragazzini del liceo sono al tempo stesso degli Storm Rider.
    Nel frattempo Inumuta apre finalmente una via d'uscita. Ahri ne approfitta immediatamente, ricongiungendosi ai bambini delle medie che li hanno accompagnati.

    « Vado anche io. I corrieri mi aspettano. Se mi sbrigo forse sarò di nuovo a Klemvor per il pomeriggio... »
    Annuncia Takeuchi, avviandosi subito dopo Ahri.
    « E' stata una delusione. A quanto parte hai speso una piccola fortuna per nulla, Inumuta. »
    « Non importa. »
    Inumuta torna a rivolgersi a Denver.
    « Non posso darti la mia fiducia incondizionata, questo immagino che lo capirai. Ti propongo un compromesso... Prendi Gamagori con te. So che non siete partiti proprio con il piede giusto, ma ti sarà utile. Torna il prima possibile con le Air Treck della guardia pretoriana di Kumagawa, l'accesso a Rete Inorganica e la Garmonbozia contenente i tuoi ricordi, io in cambio mi procurerò le AT di Lady Satsuki e produrrò delle prove capaci di scagionarti. »

    « Sicuro? » domanda il giornalista, accennando alla rossa appena uscita con un cenno del capo. Sta già sfrecciando attraverso il corridoio verso chissà dove. « Perché, con tutto il rispetto, temo che lui e Ahri finiranno a litigare tutto il tempo, facendosi venire il sangue amaro a vicenda e facendolo venire anche a me nel lungo andare. Quanto al resto, francamente recuperare le Air Treck di Trident non mi sarà difficile, ma dovrò prima mettermi in contatto con i miei collaboratori a Codec. » Ovvero la punta più meridionale dei domini di Lady Kalia, a centinaia di leghe da lì. « Voglio inoltre portare Ahri il più lontano possibile da Bloodrunner, almeno per un po'. Conosco qualcuno ad Altatorre che potrebbe eventualmente portarla con sé a Laputa, visto che a quanto pare Istvàn non le piace. »
    Abbassa cauto la voce, assicurandosi di essere fuori dalla portata delle orecchie della ragazza.
    « Spero che almeno là non si caccerà in altri guai. No, non mi sto riferendo a te, Gamagori, o a qualsiasi altro casino che riguardi strettamente gli Storm Rider. »
    Perché quelli sono la sua gente, per quanto burrascosa possa essere la sua relazione con loro. Maiev, però, è ben oltre ogni linea che il giornalista sarà mai disposto a tracciare.
    « Gamagori sarà ad ogni modo libero di seguirmi e di tenermi d'occhio quanto lo riterrà necessario. »

     
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    « Sicuro? »
    Domanda Denver, dubbioso.
    « Perché, con tutto il rispetto, temo che lui e Ahri finiranno a litigare tutto il tempo, facendosi venire il sangue amaro a vicenda e facendolo venire anche a me nel lungo andare. Quanto al resto, francamente recuperare le Air Treck di Trident non mi sarà difficile, ma dovrò prima mettermi in contatto con i miei collaboratori a Codec. Voglio inoltre portare Ahri il più lontano possibile da Bloodrunner, almeno per un po'. Conosco qualcuno ad Altatorre che potrebbe eventualmente portarla con sé a Laputa, visto che a quanto pare Istvàn non le piace. »
    Inumuta rimase inespressivo, mentre Gamagori commentò con un grugnito irritato. Non serviva certo l'intuito da reporter del Trigger per capire che la sorte di Ahri era quasi del tutto indifferente al primo, concentrato com'era su questioni che riteneva ben più importanti come ottenere giustizia per Lady Satsuki... oppure più semplicemente risolvere l'enigma attorno al video modificato che vedeva proprio Denver come protagonista. Sicuramente le intenzioni di base di Inumuta erano nobili, ma sotto-sotto celavano la necessità quasi patologica di dimostrare a se stesso o al mondo di non essere affatto inferiore a colui che ha alterato le registrazioni. Gamagori, al contrario, desiderava con ferocia inquisire la ragazza per i suoi crimini -veri o presunti tali- ed il suo accanimento non trovava grosse giustificazioni, a meno che non si entrava sulla sfera del personale come già ipotizzato da Denver stesso. A meno che non agisse allo stesso modo con tutti, il che era abbastanza inumano. Una persona che prende così sul personale ogni infrazione alla giustizia come minimo è uno psicopatico.
    « Spero che almeno là non si caccerà in altri guai. No, non mi sto riferendo a te, Gamagori, o a qualsiasi altro casino che riguardi strettamente gli Storm Rider. »
    Altro grugnito, che poteva quasi sembrare di approvazione. Quasi.
    « E' sospettata di omicidio, Trigger. Non mi fido del tuo giudizio: sei coinvolto emotivamente. »

    « Tzè. »
    Commenta Inumuta, in tono pratico.
    « Dovete sempre complicarvi la vita. Bastava costringerla a sottoporsi ad un banale test della verità e saltava fuori tutto. »

    « Gamagori sarà ad ogni modo libero di seguirmi e di tenermi d'occhio quanto lo riterrà necessario. »
    Sentendosi interpellato, lui tirò fuori da una tasca un mazzo di chiavi di dimensioni notevoli, con un portachiavi rosa shocking a forma di porcospino sorridente con le gambette aperte come se stesse cercando di dare un abbraccio.
    « Niente mezzi pubblici. »
    Disse seccamente.
    « Usiamo la mia macchina. E prima di andare riportiamo quei disgraziati che ti sei trascinato dietro alle loro case. »
    Indicò con cattiveria il gruppetto di ragazzini delle medie, che trasalirono all'unisono.
    « Sono minorenni, non sono autorizzati a restare fuori di casa a questi orari. Non so se dovrei essere più furioso con i loro tutori legali o con un adulto che incita questo genere di comportamenti fuori dalla norma dei regolamenti scolastici, Trigger. »
    Disse ancora in tono freddo, ma con lo sguardo fisso su di lui.

     
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    « E' sospettata di omicidio, Trigger. Non mi fido del tuo giudizio: sei coinvolto emotivamente. »
    « Può darsi, » concede il giornalista, reggendo senza timore lo sguardo accusatorio di Ira Gamagori. « Ma rimane vero anche il fatto che Ahri sia già sfuggita alla giustizia congiunta del Presidio Errante e quello Orientale, e dunque non avrebbe dovuto in partenza trovarsi qui. »
    Il messaggio che il giornalista vuole fare passare è che qualunque istituzione rappresentata da quei ragazzini è irrilevante di fronte all'autorità di due interi Presidi.
    « Senza contare che al momento non è nemmeno al sicuro, non dopo essere sgattaiolata via dalla custodia di Maiev. »
    Aggiunge infine, il tono grave.

    « Tzè. »
    Commenta Inumuta. C'è ben più di una nota di sarcasmo nella sua voce.
    « Dovete sempre complicarvi la vita. Bastava costringerla a sottoporsi ad un banale test della verità e saltava fuori tutto. »

    « Bah, non prendiamoci in giro. Sai sicuramente meglio di me che i poligrafi si basano sulle reazioni fisiologiche di una persona nel momento in cui mente. Ci vuole meno di quanto si pensi per ingannarne uno. » Specie per qualcuno come Ahri Kobayashi, decide di non aggiungere ad alta voce. « A prescindere dalla colpevolezza o meno, comunque, non è conveniente per voi provare a farla sotto il naso ad Istvàn e Laputa. »
    Anche perché egli rappresenta in un certo senso entrambi, pur agendo in tutti gli altri casi da indipendente.

    Gamagori estrae intanto un ridicolo portachiavi rosa dalle sembianze di un'istrice cartoonesca. Cartoonesca e affettuosa, a vedere come sembri in procinto di abbracciare qualcuno.
    « Niente mezzi pubblici. »
    Denver non obietta.
    « Usiamo la mia macchina. E prima di andare riportiamo quei disgraziati che ti sei trascinato dietro alle loro case. Sono minorenni, non sono autorizzati a restare fuori di casa a questi orari. Non so se dovrei essere più furioso con i loro tutori legali o con un adulto che incita questo genere di comportamenti fuori dalla norma dei regolamenti scolastici, Trigger. »

    « Li ho trovati al Subject 9, » ribatte stizzito il giornalista. « Sono solo una conseguenza per loro, non certo una causa. Se vuoi parlare a me di regolamenti scolastici, tieni bene a mente che possiedo un diploma di laurea e che insegno a Misericorde. Ora, se permetti, devo chiamare il mio contatto. »
    Si allontana dai ragazzini fino a raggiungere il cancello esterno della scuola con la maschera di nuovo addosso. Scandaglia il piazzale che gli si estende davanti e, circa un minuto più tardi, trova finalmente ciò che cerca.
    Infine, fischia.

    wNojWV4« Qui, bello! Chiamami Peste Bianca! Capito? Peste Bianca! »
    Un randagio di media stazza dal pelo rossiccio si gira seccato verso il giornalista, nelle fauci i rimasugli di una coscia di pollo che avrebbe voluto finire in santa pace. Tuttavia, dopo aver fissato per alcuni lunghissimi momenti l'uomo in maschera, giacca e cravatta, il cane appoggia rassegnato sull'asfalto il suo spuntino di mezzanotte.
    E ulula.
    Qualche secondo dopo, altri latrati cominciano a levarsi nei vicoli più vicini, per poi moltiplicarsi sempre di più con il passare dei minuti, fino a quando quell'assurdo concerto finisce per riempire tutto il Bloodrunner, arrivando a farsi sentire perfino nei Distretti vicini.
    Denver attende con le orecchie tappate. Passano una ventina di minuti prima che la cagnara scemi e poi si interrompa definitivamente, e altri dieci perché un giovane bulldog inglese faccia poi capolino dalla penombra, avvicinandosi mansueto ai cancelli della Hoshimiya con un cucchiaio di legno stretto nella bocca.
    Lo molla ai piedi del giornalista, il quale lo afferra con un ghigno di soddisfazione.
    « Molto bene. »

     
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