Fanedell: Pure Forest

Fanedell, un luogo invero incantevole ove passeggiar, decisamente di mio gusto: il sentiero in mezzo alla boscaglia era ben illuminato dalle fronte degli alberi, aperte così da lasciar filtrare la luce solare, che tenue rischiarava il cammino in quell'altrimenti selva oscura, mentre il placido silenzio boschivo veniva saltuariamente spezzato dal canto degli uccelli, e dai versi dei docili animali inabitanti di quel silvano angolo di mondo.
Un luogo meraviglioso per la sua tanto nobile quanto ostentata purezza, la quale però in me instillava un sentimento completamente differente ed antitetico alla meraviglia che avrebbe generato in chiunque altro: provavo un intenso senso di disgusto dinnanzi a cotanta purezza, sbattuta con prepotenza dinnanzi ai miei occhi. Per mia grande fortuna, prima di entrar in quell'ambiente boschivo che tanto ripugnavo, avevo avuto modo di trovar qualcosa, o meglio qualcuno, che al contrario di quell'immacolato spettacolo che era la foresta, non era stato capace di rivoltarmi le viscere: un umano in preda alla disperazione più totale, derubato di ogni suo avere da dei banditi che lo avevano assalito lungo il percorso; non mi feci attendere nel sentir la sua triste storia, culminante nel desiderio di non doversi più preoccupar d'alcunché, al che, fui io stesso a proporgli ciò che anelava: un'esistenza priva di qualsiasi preoccupazione ed obbligo, senza la benché minima responsabilità a gravar sulle sue spalle.
Accettò senza pensarci due volte, lo stolto, e così, nel crudele abbraccio del mio essere, il mio contraente perì.
Lo divorai, anima e corpo, inghiottendo le sue spoglie mortali in un sol boccone, facendolo così sparir dal mondo esterno, relegato a divenir nulla più che nutrimento per il mio corpo: lo digerì vivo, neppur dandogli il tempo di combattere mentre assaporavo il gusto della sua disperazione e della sua rassegnazione, rimastimi sul palato. Un po' amari, come la rassegnazione di quell'umano al suo fatale destino, ma tutto sommato godibili, e sufficienti a darmi la spinta per entrare nella foresta senza sentirmi a disagio.
E così mi addentrai al suo interno, spinto dalla curiosità, dalla brama di conoscenza a riguardo di ogni sfaccettatura appartenente a quel mondo per me nuovo, di cui avrei voluto assaporar ogni aspetto, sinché la mia fame di nozioni non si sarebbe estinta.