Come little children!

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    Pentauron, Argenstella
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    Oh, quale tragedia.
    Oh, quale catastrofe!
    Era la fine, se lo sentiva. Colei che -tecnicamente- era senza cuore si sentì cogliere dalle palpitazioni, e un’improvvisa vampata di calore le arrossì violentemente il volto mentre osservava ormai impotente i bambini sparire tra la folla, sgattaiolando in quattro e quattr’otto lontani dalle sue amorevoli cure.
    Ma perché quei dannati altolocati avevano deciso di portarsi dietro anche la prole, ad una festa di gala e per di più serale? Non potevano lasciarli a casa, magari in compagnia di una qualche sorta di educatrice o bambinaia che sicuramente ciascuno di loro avrebbe potuto economicamente permettersi di assumere? No?
    Evidentemente no, pensò Ariel disperata.

    « AAAAAAAAHH! MIRANDAAAAA!! »

    Le porte della cucina si spalancarono di botto, annunciando l’arrivo della ragazza dai capelli rosa con un frastuono. Lì, intenta a tagliare minuziosamente la frutta da posizionare come decorazione in graziosi bicchieri da cocktail, Miranda scattò sull’attenti lasciando la presa sul coltello, che dopo svariate piroette degne di un lanciatore di coltelli finì per conficcarsi sul soffitto.
    « ARIEL! SEI IMPAZZITA?? »
    le gridò di getto. Non fece nemmeno in tempo a domandare quale fosse il problema che Ariel si fiondò tra le sue braccia coi lacrimoni che le scendevano lungo le guance ancora arrossate.
    « I bambini… *sniff* ...li ho persi di vista! »
    Miranda la guardò perplessa.
    « Li hai persi di vista? E allora? »
    Era chiaro che la donna dai folti e biondi ricci non capisse la gravità della situazione. Perciò Ariel la afferrò per il colletto della divisa con entrambe le mani e cominciò a scuoterla in preda alla disperazione.
    « E ALLORA SE RUXIEL DOVESSE SCOPRIRE CHE DEI MARMOCCHI GIRONZOLANO PER LA VILLA MI UCCIDERÀ! »
    le gridò a quasi due centimetri dalla faccia.
    « VA BENE, TI AIUTERÒ A CERCARLI, MA SMETTILA DI SCUOTERMI! »
    replicò subito l’altra, liberandosi dalla presa della compagna.
    « Ci sono dei bambini che curiosano in giro? »

    Per un momento, Ariel si sentì venir meno, mentre un brivido gelido le correva lungo la schiena. Le porte si aprono ancora una volta, e Oberon fece il suo ingresso dopo aver inseguito la ragazza insospettito dal suo sfrecciare verso le cucine.
    Ariel lo fissò mostrando i suoi occhioni dolci e zuppi di lacrime, cui l’uomo reagì solamente con uno sbuffo quasi seccato.
    « Vi aiuterò a cercarli E non lo dirò a Ruxiel. Non devono assolutamente trovare il laboratorio. »

     
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    L'accorata e un po' isterica confessione di quelli che sono i tormenti della povera Ariel viene spiattellata senza alcun pudore o scrupolo di segretezza all'amica Miranda, e dato che il tono piuttosto alto lascia ben poco spazio alla segretezza, la conversazione è facilmente carpita da Oberon: avendo notato la fuga della Cantante verso le cucine, l'uomo sopraggiunge sul posto e apprende della situazione, offrendo alle due colleghe il proprio aiuto (e il proprio silenzio con Ruxiel), in ottemperanza ai suoi doveri di Responsabile della Sicurezza.

    Molto bene! Ora che il team di ricerca è formato,
    non resta che... Beh: cominciare a cercare.

    Per quanto grande, la magione non è un enorme castello labirintico, ed è vero che -con quelle gambette corte- i mostriciattoli bambini non possono essere andati troppo lontano: considerando la struttura di Villa Garnet, si possono evidenziare tre grandi aree tra le cantine, il piano terra dove si sta in questo momento svolgendo la festa, e il piano superiore, perciò... potreste scegliere un livello e controllarlo rapidamente tutti insieme, o dividervi perlustrando un ambiente ciascuno.

    In ogni caso, farsi un'idea di quale fosse la loro meta potrebbe velocizzare la missione dei tre Nessuno: c'è qualche indizio in quello che le pesti hanno detto? Prova a ricordare, Ariel. È possibile che qualcuno possa darvi informazioni sulle intenzioni dei tre bimbetti? Riflettici, Ariel. Fai solo attenzione che le cose non ti scappino di mano, mettendo in allarme gli ospiti o -peggio- Ruxiel, suscitando il panico
    e scatenando il caos...!

     
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    « Hai visto almeno da che parte sono andati? »
    domandò Oberon, incrociando la braccia
    « No, sono scomparsi tra la folla di invitati...*sigh* »
    rispose Ariel con tono affranto.
    « Ahh... inutile come sempre... »
    aggiunse Miranda coprendosi la faccia col palmo della mano
    « AH! Ora che ci penso, uno di loro ha detto di essere nella Casa della Strega... »

    In quel momento, Ariel ebbe un flashback del giorno in cui Ruxiel aveva acquistato la Villa. Si ricordò della simpatica agente immobiliare Paula, e in maniera ancora più vivida la presa salda della mano del Nessuno intorno al suo collo ancor prima di incontrare la donna. Eppure, ricordò che non fu quello il momento più spiacevole della giornata. Certo, veniva rimproverata spesso e in qualche modo la ragazza dai capelli rosa se n'era quasi fatta una ragione, perciò poteva ormai definire quei momenti "ordinaria routine". C'era un piccolo particolare sulla storia di Villa Garnet che le sfuggiva, ma ripercorrendo pian piano la discussione il dettaglio non tardò molto a palesarsi nella sua mente come un fulmine a ciel sereno.

    « ...la m-maledizione! »
    Ecco. Ora non solo doveva fare attenzione ai bambini, doveva anche sperare di non imbattercisi! ... O peggio, che ci si imbattessero i bambini! Oddio, non voleva pensarci.
    « DOBBIAMO TROVARLI! SE MUOIONO SIAMO SPACCIATI ANCHE NOI!! »
    A quel punto, un po' di preoccupazione cominciò a insidiarsi anche nei suoi compagni di sventura. Non aveva tutti i tordi, dopotutto. Se a uno dei bambini fosse successo qualcosa se la sarebbero vista brutta, ma se gli fosse capitato qualcosa di peggio ancora come morire? Tutti, a parte Ariel, erano piuttosto scettici sull'esistenza della maledizione, ma ora era diventata improvvisamente un'ipotesi da non scartare a priori.
    « Dividiamoci, li troveremo più in fretta. »
    « Io controllo in cantina, non devono avvicinarsi alla porta del laboratorio. »
    disse l'omone, scomparendo in un Corridoio Oscuro
    « Io vado al primo piano, tu cerca al piano terra e vedi di non combinare altri guai... »
    la ammonì Miranda, svanendo come il suo collega
    « Uff, ma io non volevo andare da sola! Ho paura! *sniff* »
    E così, ad Ariel non restò che uscire dalle cucine e dirigersi nell'Ala Est tra un passo e un mugugnìo.

     
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    Mentre passa in rassegna gli eventi che ha appena vissuto, analizzando i vari dettagli di quella scena e riflettendo sulle circostanze che l'hanno portata in quella situazione, Ariel ci mette un po' a processare le informazioni in suo possesso: ha registrato la bambina dire qualcosa sulla “casa della Strega”, le torna in mente Paula dell'agenzia immobiliare, e qualcosa di spiacevole... qualcosa legato a quella giornata... alla Villa Garnet... a...

    « ...la m-maledizione! »
    una maledizione che colpisce i bambini... bambini come i figli dei loro illustri ospiti
    « DOBBIAMO TROVARLI! SE MUOIONO SIAMO SPACCIATI ANCHE NOI!!
    Dividiamoci, li troveremo più in fretta. »


    « Io controllo in cantina, non devono avvicinarsi alla porta del laboratorio. »
    annuncia il responsabile della Sicurezza, svanendo nel Corridoio Oscuro

    « Io vado al primo piano, tu cerca al piano terra e vedi di non combinare altri guai... »
    ammonisce la Cuoca, imitando l'altro e svanendo nel portale oscuro

    « Uff, ma io non volevo andare da sola! Ho paura! *sniff* »
    borbotta mestamente la povera Cantante, uscendo dalle cucine


    { Oberon }

    Il Corridoio Oscuro conduce il Nessuno esattamente dove egli desiderava arrivare: con un sospiro di sollievo, egli può constatare che la porta del Laboratorio è proprio davanti a lui -chiusa ed intatta-, e tutto sembra quieto e silenzioso, segno che i bambini non sono qui. O, per lo meno, che non ci sono ancorao arrivati.

    Perlustrare la cantina andando a ritroso lungo il percorso dalla zona proibita fino all'uscita sarà semplice, visto che le scaffalature della collezione di vini del precedente proprietario sono state ritenute utili a delimitare gli spazi in corridoi semplici da sorvegliare; girando i tacchi, l'omone inizia a percorrere l'andito... ed è allora che i suoi occhi scorgono ad altezza d'uomo un'ombra nera e sfuggente svanire al di là della curva a gomito. Qualcuno lo stava osservando?


    { Ariel }

    Non esattamente dell'umore più adatto a lanciarsi nell'esplorazione delle altre stanze del piano terra -remote e spettrali, a quell'ora-, la fanciulla dai capelli rosa esce dalla cucina e si immette nella Sala dove gli invitati stanno serenamente trascorrendo la serata; cercando di fare mente locale per decidere da che parte cominciare la sua ricerca, Ariel fa giusto in tempo a guardarsi intorno prima di venire trattenuta per una manica.

    Voltandosi, però, la ragazza non vede nessuno.... non all'altezza dei suoi occhi, per lo meno: infatti, abbassando un poco lo sguardo, la Nessuno incontra lo sguardo del ragazzino con l'album da disegno; in effetti, lo sta usando per nascondere la parte inferiore della faccia, ed esita un poco prima di voltarlo verso Ariel, esibendole il disegno della talpa rosa per l'assenza di pelliccia.

    « ...era questo l'animale? »


    { Miranda }

    Il Corridoio Oscuro fa in modo che la Nessuno compaia dalle ombre in cima alle scale del primo piano, esattamente dove voleva; nonostante le disposizioni date da Ruxiel circa il mantenere la dimora accogliente e ben illuminata per la serata, quel che la accoglie è una tetra semioscurità e un profondo silenzio.

    Le luci sono spente, e l'unica illuminazione è data dai raggi di luna che attraversano le finestre e rivestono i contorni dell'ambiente di un'atmosfera fosforescente, un poco sinistra e quasi magica... nessuno biasimerebbe quindi Miranda se trasalisse spaventata alla vista di due basse sagome nere, che se ne stanno nell'angolo dell'atrio: due bambini identici, immobili ed inerti, con la faccia contro la parete.

     
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    { Oberon }

    Quando l'omone giunse nelle cantine, fu felice di constatare che la porta del laboratorio fosse chiusa a chiave; Umbriel doveva averlo chiuso per sicurezza. Fu facile a quel punto giungere alla conclusione che i bambini non fossero passati di lì. Non ancora, almeno.
    Cominciò a percorrere a ritroso il corridoio per assicurarsi che non ci fosse nessuno, ed effettivamente pareva proprio così. Eccetto per...

    « Chi c'è? »

    Vide un'ombra svoltare l'angolo; forse i bambini? Allungando il passo, Oberon si diresse in direzione dell'ombra prima di perderla di vista.

    { Ariel }

    Che cos'aveva fatto di male nella sua vita per cacciarsi sempre nei guai? Una domanda che Ariel cominciava a porsi spesso, ultimamente.
    Presa da chissà quale pensiero infausto, la ragazza si fa strada nervosamente tra gli invitati senza degnar loro alcuna attenzione. Qualcosa però l'afferra per la manica, riportandola con i piedi per terra. Voltandosi, vide che era stato proprio uno dei bambini a fermarla, la faccia semi-nascosta dal suo album da disegno. Con un po' d'esitazione, il bambino girò il foglio per rivelare il disegno di una talpa nuda.

    « ... era questo l'animale? »
    le domandò.
    « Aaah~! Era proprio questo! Tu si che sei un bravo bimbo... »
    gli disse dandogli due gentili colpetti sulla testa, come si fa ad un cane obbediente.
    « ... non come gli altri tuoi amichetti. Sai dirmi dove sono andati? »
    chiese, in cerca di qualche indizio in più su dove cercare.

    { Miranda }

    Arrivata al secondo piano, Miranda per un momento credette di trovarsi ancora all'interno del Corridoio Oscuro; le luci erano inaspettatamente spente, e il pallore della luce lunare che filtrava dalle finestre creava un'atmosfera alquanto sinistra.
    La Nessuno si guardò intorno, cercando di distinguere le ombre che la luna proiettava nel corridoio. Scorgendo due sagome che in apparenza le ricordavano un vaso, trasalì non appena il cervello elaborò meglio la forma e la natura di quelle due figure: i bambini.
    Erano scappati solamente in due? Tirò un sospiro di sollievo per averli trovati e cominciò ad avvicinarsi loro, ma... com'erano combinati? Perché tenevano la faccia contro il muro? Rallentò il passo, avvicinandosi con più circospezione.

    « Bambini...? Che state facendo?... »

     
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    { Ariel }

    Assillata da pensieri allarmati che non fanno che sottolineare la sua sfortuna nel trovarsi in situazioni spiacevolmente fuori dall'ordinario, la Cantante si avventura per il salone alla ricerca dei fuggitivi, ma... a sorpresa viene bloccata dal piccolo Zack, che le esibisce il proprio disegno.

    « Aaah~! Era proprio questo! Tu si che sei un bravo bimbo... »
    commenta la Nessuno, elargendogli un buffetto sulla testolina scura
    « ... non come gli altri tuoi amichetti. Sai dirmi dove sono andati? »

    « Sì. »

    Rimettendosi il blocco sotto braccio, il ragazzino risponde pacatamente alla domanda che la Signorina gli ha rivolto, ma... quello che aggiunge dopo, guardandola dal basso con i suoi occhi intensi ed un po' vacui , non è esattamente quello che la povera Ariel spera o si aspetta di sentire.

    « A che gusto è la caramella che ho vinto? »

    A quanto pare, oltre ad essere il più tranquillo e -relativamente- colto della combriccola, il piccolo era stato anche l'unico realmente intenzionato a giocare con Ariel... e visto che ha indovinato l'animale pensato dalla ragazza, ora vuole il suo premio.


    { Oberon }

    « Chi c'è? »

    Naturalmente, alcuna risposta segue la domanda del Nessuno, ma questo non segna certo il termine delle indagini del Capo della Sicurezza, che si lancia all'inseguimento dell'ombra che -ne è certo- ha visto svoltare l'angolo: che si tratti dei bambini? Impossibile: la figura intravista risulterebbe troppo alta...

    E poi non gli risulta plausibile che qualcuno degli invitati si possa essere allontanato dal party ed essere arrivato fin laggiù nella breve finestra di tempo che a lui stesso è stata necessaria per passare dalla Sala alle cucine, e poi alle porte del Laboratorio sotterraneo: non è plausibile, a meno di avere poteri analoghi ai Corridoi Oscuri. E un obiettivo da cercare quaggiù.

    L'omone allunga il passo e svolta l'angolo, abbastanza sicuro di riuscire a catturare almeno una più nitida visione del fuggiasco, visto che quella curva a gomito conduce ad un vicolo cieco tra scaffalature e mura, ma... quello che si trova davanti è ben diverso da ciò che si era aspettato, perché davanti a lui non c'è un solo intruso, ma una piccola moltitudine. E nessuno di essi ha forma umana.

    Svolazzanti nei pressi della parete, tendenti verso il soffitto della cantina,
    c'è solo un innocuo nugolo di farfalle dalle ali blu.


    { Miranda }

    Man mano che il suo sguardo fende l'oscurità e si abitua alle tenebre, il cervello della donna elabora le immagini che l'occhio recepisce, innescando quel meccanismo che rende sottilmente inquietante alle percezioni umane l'intuire che qualcosa di inanimato possa da un momento all'altro prendere vita... e, a quel punto, è inevitabile ritrovarsi a trasalire una volta capito che quelli che ha scambiato per vasi ornamentali del corridoio sono in realtà due ragazzini... probabilmente, i fuggiaschi che Ariel ha perso di vista.

    Con un sospiro di sollievo, la Cuoca avanza verso di loro, ma subito il loro comportamento le appare quanto mai strano, così rallenta l'andatura, divenendo più guardinga.

    « Bambini...? Che state facendo?... »

    Come nel più sinistro dei cliché da film dell'orrore, i bambini restano muti e inerti, ma... con un nuovo accesso di sollievo, la Cuoca può constatare che non hanno nessun tipo di brutta sorpresa da jump-scare: niente facce orribilmente deturpate né dopplegänger malintenzionati e pronti ad aggredirla; semplicemente, i gemelli guardano il muro con occhi vacui, come se fossero incantati al punto da aver perso cognizione di cosa sta loro accadendo intorno.

    Mentre Miranda pondera se scuotere o meno i piccoli per richiamarli alla realtà, una forte brezza proveniente dalle sue spalle le scuote selvaggiamente i capelli; nonostante la suggestione che il tetro ambiente vorrebbe suggerire, non c'è però nessuna entità dietro di lei, quando si volta: solo una forte corrente d'aria che le giunge dal corridoio adiacente con una certa intermittenza.

    Sarà il caso di andare a controllare di là per indagare la causa del fenomeno?
    E i bambini li lascia l' così: da soli, in quello stato, e al buio?

     
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    { Oberon }

    Come volevasi dimostrare, Oberon non ricevette risposta alla sua domanda. Doveva dire che se l'aspettava, in fondo; dopotutto se qualcuno si era nascosto alla sua vista, per quale motivo avrebbe dovuto palesare la sua presenza quando il Nessuno stesso non era certo ci fosse qualcuno?
    Affrettò dunque il passo e infine svoltò l'angolo per ritrovarsi solamente con un pugno di mosche... o di farfalle, in questo caso.
    Sopra la sua testa, infatti, un nugolo di farfalle dalle ali blu svolazzava vicino al soffitto, suscitando curiosità nell'omone. Che cosa ci facevano delle farfalle in cantina? Una domanda che forse non avrebbe mai avuto risposta: lui era lì in cerca dei bambini, e dato che quello era un vicolo cieco, il Nessuno girò i tacchi e lasciò la cantina.

    { Ariel }

    « Sì. »

    Sì.
    Ariel attese con espressione inebetita che il bambino proseguisse il discorso, dicendo alla ragazza dove si fossero cacciati i suoi amichetti, ma quello che ricevette in risposta non fu proprio quello che sperava, lasciandola spiazzata.

    « A che gusto è la caramella che ho vinto? »

    Ancora un'altra pausa, ancora la stessa espressione. Quando realizzò di aver solo perso tempo, e di essere stata una stupida a pensare che un bambino avrebbe potuto esserle stato d'aiuto, la fanciulla dai capelli rosa tirò un lungo sospiro esasperato.

    « Ma certo, bel bambino. Ecco, prendi... »
    gli disse mentre con una mano frugava l'interno di una tasca del suo abito.
    « ... una bella manciata di caramelle alla fragola. Sono tuuuutte tue! Sei contento? »
    mentre diceva questo, Ariel lasciò tra le manine del bambino una manciata di caramelle, ognuna avvolta nel suo incarto colorato.

    { Miranda }

    Avvicinandosi cautamente alle due figure -e abituandosi allo stesso momento all'oscurità di quell'ambiente- Miranda si rese conto di aver effettivamente trovato i bambini. Però... qualcosa non quadrava. I due se ne stavano lì immobili diretti contro il muro, ma lo sguardo perso nel vuoto non presagiva nulla di buono. E proprio mentre quel pensiero la attanagliava sempre più, una forte brezza proveniente dalle sue spalle le scompigliò i capelli. All'improvviso, Miranda fu scossa da un brivido. Quello non era un posto per dei bambini, e in qualche modo sentì di non essere essa stessa la benvenuta in quel corridoio. Perciò, avrebbe fatto quello che l'istinto le suggeriva in quel momento: darsela a gambe.

    « Bambini? Bambini? Svegliatevi, dobbiamo andarcene di qui. »
    disse loro, mentre li scuoteva entrambi cercando di destarli da quello stato.

     
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    { Oberon }

    Poco sorpreso dell'esito del suo brevissimo inseguimento, il Nessuno resta perplesso ma poco interessato dalla presenza di quel nugolo di farfalle blu nella cantina della loro magione.

    Dopotutto, con encomiabile spirito di pragmatismo, il Capo del servizio di Sorveglianza ricorda a sé stesso di essere sceso lì sotto unicamente in cerca dei bambini fuggiti... e dal momento che non sono lì, non ha niente altro da fare nelle cantine.

    Lasciandosi il piano interrato alle spalle, torna così alla festa in corso al piano superiore:
    magari le due colleghe avranno avuto miglior fortuna.

    { Ariel }

    Con una pazienza ammirevole, la dolce Ariel aspetta di ottenere una risposta illuminante dal ragazzino, ma... l'attesa si fa esasperante e si rivela ben presto infruttuosa quando la Nessuno realizza che il piccolo Zack è nella sua stessa condizione: in attesa.

    Dice di sapere dove sono i suoi amichetti, ma prima vuole riscuotere il suo premio.
    Un tipo sveglio... o, al contrario, maniacalmente fissato.

    « Ma certo, bel bambino. Ecco, prendi... »
    nonostante tutto, Ariel gli elargisce tutto quel che trova frugandosi in tasca
    « ... una bella manciata di caramelle alla fragola. Sono tuuuutte tue!
    Sei contento? »


    Nonostante il dono vada probabilmente ben oltre le sue aspettative, il viso di Zack non tradisce alcuna emozione particolare: mettendo in orizzontale il suo album da disegno per usarlo come vassoio su cui raccogliere la propria vincita, il bambino si tiene libera la mano sinistra per puntare un indice verso una delle finestre della sala. Una delle finestre che si affaccia verso il giardino posteriore.

    « Franz e Fred sono di sopra. Mentre Vanessa è lì. »

    In quel momento, lo strillo acuto di una voce bianca sovrasta il chiacchiericcio degli astanti, un'ombra scura scivola rapidissima davanti alle tende, e -millesimi di secondi dopo- un tonfo tremendo dipana il silenzio in sala.

    Forse, persino Ariel può arrivare a capire cosa è appena successo,
    ma probabilmente non si tratterà di niente che le piacerà sapere.

    { Miranda }

    Mentre un brivido le risale la schiena e una forte corrente d'aria le scompiglia la chioma, la Nessuno si avvicina con cautela ai bambini, sempre più convinta dell'esistenza di qualcosa non la vuole in quel corridoio in quel momento: perciò, la cosa migliore non può che essere filare, allontanarsene rapidamente... e ovviamente, non da sola.

    « Bambini? Bambini? »
    la Cuoca chiama i gemelli, scuotendoli con urgenza
    « Svegliatevi, dobbiamo andarcene di qui. »

    ...e sotto quel contatto così reale, i piccoli escono dalla trance, sbattendo le palpebre e iniziando lentamente a scuotersi, guardandosi attorno con i riflessi rallentati e quell'espressione confusa che si ha quando si è appena svegli: prima guardano la donna, poi -stropicciandosi gli occhi- si guardano attorno cercando di mettere a fuoco i contorni della loro stanza, ma...

    ...quella non è la loro stanza, e Miranda non è una dei loro domestici, e quello shock sembra renderli più svegli mentre sbarrano gli occhi spaventati e il ricordo di quello che stavano facendo fino ad un attimo prima -prima di finire imbambolati- sembra affiorare con prepotenza.

    Fred e Franz si scuotono, si guardano con occhi dilatati dall'apprensione,
    e si guardano in giro alla ricerca di qualcosa... o, meglio, di qualcuno.

    « Dov'è Van...? »

    ...e adesso chi è “Van”? Miranda non sa che i bambini dispersi sono tre e non due solamente, ma... è inevitabile realizzarlo quando da un capo del corridoio -la stessa direzione da cui arriva il vento- sente provenire lo strillo acuto di spavento di una voce bianca, un breve ma terribile sibilo nell'aria e -millesimi di secondi dopo- un tonfo tremendo all'esterno della casa, seguito da un silenzio agghiacciante.

     
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