[LAM] Condividere Informazioni II

La Volpe si era da poco lasciata alle spalle le porte di Shiju quando quello strano piccione aveva cominciato a seguirlo lungo le vie del Nishikaigan. Dopo gli ultimi eventi non era sua consuetudine rimanere nella Capitale troppo a lungo. Sebbene la minaccia della sedicente Imperatrice fosse ormai sventata e gli scontri fossero diminuiti in numero, le strade del Feudo non erano ancora del tutto sicure e lui, come molti altri, aveva deciso di dare la caccia ai demoni dell’esercito del Makai rimasti ancora in circolazione.

Inizialmente non ci fece troppo caso, concentrato com’era a stabilire il suo piano di viaggio, decidendo quali sentieri seguire e quali villaggi visitare. Quando però realizzò che il piccolo volatile non aveva intenzione di andare per la sua strada, e che non rispondeva alle minacce, si accorse anche del rotolo che la creaturina portava legata ad una zampetta. La invitò quindi ad appollaiarsi sul suo braccio ed una volta che ebbe accettato l’invito Mugen ebbe modo di sfilarle la pergamena. Senza troppo sorprese conteneva un messaggio rivolto direttamente a lui. La missiva non era altro che un invito, semplice e diretto, da parte di Firion di raggiungerlo a Laputa per discutere alcuni eventi della Prima ed altri risvolti della guerra dell’Ovest.

Non dovette pensarci che pochi istanti prima di mettersi quindi in marcia verso l’Isola del Cielo. Non che avesse considerato l’idea di rifiutare l’invito dell’amico aviatore, ma aveva giusto bisogno di fare mente locale su come raggiungere la città volante. Durante i suoi anni trascorsi su Endlos aveva più volte incrociato molti abitanti di Laputa, quasi tutti aviatori, ma non aveva mai avuto motivo di recarsi in prima persona sulla città fortezza. In generale si era sempre tenuto alla larga dai contesti cittadini, in cui spesso il suo aspetto di Volpe aveva attirato delle occhiate poco amichevoli. Solo di recente lo stesso Presidio Occidentale aveva cominciato ad accettare i non-Umani. Gli stessi abitanti di Shiju dovevano essere ormai abituati alla sua presenza, così come a quella dei piccoli Ciclopi e degli Worren suoi alleati.

In ogni caso, localizzare Laputa non fu troppo difficile e grazie ai poteri del suo haori riuscì ad approdare sull’Isola con facilità. Facendo anche bella mostra della lettera recante la firma del Comandante Verde attraversò senza difficoltà le mura cittadine ricevendo istruzioni su come effettivamente raggiungere il luogo dell’incontro. Così, passeggiando per quelle vie sconosciute, Mugen prese a studiare quell’ambiente così diverso dall’Ovest che conosceva. Non solo le botteghe e le case, ma anche i suoi abitanti sembravano differenti. Forse era solo la sua impressione, ma sembravano anche avere reazioni diverse dagli abitanti del Presidio Occidentale ogniqualvolta incrociavano il suo sguardo. Forse era tristemente abituato a vedere fin troppe vittime di guerra e di soprusi e il Presidio Errante era semplicemente un posto che aveva conosciuto la pace.

Gli capitò poi di pensare a tutti i Laputensi che aveva incontrato nelle sue avventure e si stupì di non aver mai chiesto a Firion del suo predecessore Grifis. Era stato proprio grazie all’intervento dell’elfo che aveva imparato a controllare i poteri di quella che un giorno sarebbe diventata la sua fidata Anguirel.

Immerso in quei pensieri nostalgici la Volpe raggiunse finalmente il luogo dell’incontro, trovando l’amico già in attesa.

“Firion, eccomi!”

Saaaaalve, piacere il mio nome è Augustus

Con incredibile tempismo la Volpe e Firion vennero raggiunti da un terzo individuo, presentatosi con il nome di Augustus. Aveva un’aria familiare, eppure Mugen non riusciva a ricordare dove aveva già visto il suo volto. Forse tra le fila della Resistenza durante la guerra per Sequerus? No, da qualche altra parte ma in quel momento non riusciva a capir dove.
Il nuovo venuto allungò quindi una mano nella sua direzione, come a completare la sua presentazione. Solo con le parole di Firion la Volpe fu in grado di fare due più due e ricordarsi del misterioso Comandante Rosso.
Era uno dei prigionieri nelle cucine del Circo.

La Volpe lo guardò comunque dubbioso ancora per qualche, prima di ricambiare quella forma di saluto che aveva imparato essere comune tra gli umani.

“Piacere, Mugen.”

Senza perdersi in chiacchiere il Comandante Verde prese quindi in mano le redini della discussione spiegando di averlo convocato per due ragioni, la prima era collegata alla loro strana avventura nei corridoi del tendone, subito dopo essersi separati da Augustus e prima di ricongiungersi con gli altri aviatori.

« Ti ho invitato nella nostra terra per due motivi, e penso valga la pena affrontarli uno per volta con ordine.
Asmodeus, il Demone dell'Ingordigia...ricordi il nostro incontro con il suo servitore? »

Asmodeus, il Demone dell’Ingordigia, come dimenticarlo? Certo non ci avevano avuto a che fare direttamente, ma non avrebbe mai potuto dimenticare quel surreale incontro con il suo servitore. Era stato infatti l’uomo-farfalla ad avvertirlo dell’imminente invasione di Palden Wang-Mu e quindi, involontariamente, a guidare le sue scelte una volta libero dalle grinfie del Circo.

“Certo che lo ricordo, ma… in cosa posso esservi utile?”

Per lui la presenza del Demone dell’Ingordigia nel semi-piano endlossiano era passata in secondo piano di fronte alla minaccia rappresentata dall’Imperatrice del Makai. Evidentemente, le attività del Demone non erano però state ignorate dalle alte sfere del Presidio Errante e forse questo spiegava quell’incontro con ben due Comandanti degli Aviatori. Gli occhi dorati di Mugen, seguendo Firion di concerto, si spostarono quindi verso il Comandante Rosso in attesa di ricevere ulteriori ragguagli.

Mugen ascoltò le parole di Augustus con attenzione. Il Comandante Rosso rivelò infatti di essere originario del Presidio settentrionale e di avere un conto in sospeso con il Demone dell’Ingordigia. Il suo scopo era quindi semplice e diretto: stanare Asmodeus e il suo servitore e porre fine alla loro esistenza e ai loro loschi affari nel semi-piano endlossiano. Un obiettivo nobile e senza dubbio necessario dati gli ultimi eventi. Mugen non poteva quindi che apprezzare quel cambio di paradigma in cui finalmente si decideva di muovere per primi battaglia contro quei vili nemici.

Per questo suo obiettivo il Comandante Rosso aveva bisogno di informazioni e di ogni aiuto possibile. Questo non spiegava comunque il motivo della sua convocazione. Che informazioni poteva mai dare su Asmodeus che non fossero già note anche al Comandante Verde? Poteva anche mettere la sua spada al servizio di quella causa, ma non avrebbe certo fatto la differenza per una gilda che poteva contare su uno degli eserciti più preparati di Endlos.

Fu quindi Firion a svelare in maniera più diretta la ragione di quell’incontro. Erano infatti interessati al biglietto che il Servitore gli aveva lasciato in dono. Contavano di utilizzarlo per rintracciare l’arcidemone e stanarlo.

“Capisco.”

Mentre gli rispondeva, con una mano andò a tastare una tasca interna del kimono alla ricerca del prezioso biglietto. Era una fortuna per loro che non se ne separasse mai. Un po’ perché non aveva una fissa dimora, un po’ perché non voleva lasciarlo incustodito, ma da quando ne era entrato in possesso non se ne era mai separato.

“Vi confesso che me ne libero più che volentieri.”

Disse estraendo il biglietto dorato dalla tasca interna del kimono.

“Non ho mai avuto intenzione di utilizzarlo e non volevo che finisse nelle mani sbagliate, quindi mi sono limitato a custodirlo. Ho pensato più volte di distruggerlo, ma non sapevo che cosa sarebbe successo se ci avessi provato.”

Aveva anche pensato di sbarazzarsene, ma aveva subito rinunciato all’idea, preoccupato che potesse finire nelle mani di qualche sprovveduto pronto a vendere l’anima pur di stringere un patto con l’Arcidemone.

Allungò quindi la mano in direzione dei due comandanti porgendo loro l’insolito biglietto.

La reazione del Comandante Rosso, dopo che ebbe recuperato il biglietto con mano esitante, fu certamente inaspettata e quasi esagerata. Firion invece, sempre riconoscente, fu comunque più pacato. Mugen, dal canto suo, non sentiva il bisogno di nessuna riconoscenza speciale. Per lui la cessione di quel dono era davvero un atto di poco conto. In fin dei conti stavano combattendo la stessa guerra e se con quel piccolo gesto poteva aiutare a far cadere un pezzo grosso dello schieramento avversario non aveva che esserne contento.

“Non avete davvero alcun motivo di ringraziarmi.
Confido nel fatto che troverete il modo migliore per utilizzarlo. E così anche questo nemico potrà essere eliminato.”

Senza trascurare il fatto che nelle sue mani quel biglietto era piuttosto inutile.
Mugen non aveva infatti né i mezzi per mettere in piedi un’operazione come quella programmata dai due Comandanti né le conoscenze adeguate per utilizzare il biglietto in modi diversi da quelli specificati dal rituale di evocazione.

In ogni caso, quella era solo una delle questioni che avevano spinto Firion a convocare il Demone Volpe sull’isola volante. Della seconda voleva parlarne nientemeno che al cospetto dell’Alfiere del Presidio Errante in persona. Drusilia Galanodel li attendeva infatti al Mastio, il grande Castello che torreggiava sull’intero Presidio.

Quell’annuncio lo colse un po’ di sorpresa a dire il vero. Quando aveva ricevuto la lettera di Firion non pensava di essere stato convocato per un’udienza così ufficiale, ecco. Nonostante stesse comunque conversando con due Comandanti del Presidio. Quindi quasi si sentì a disagio per non essersi preparato meglio, ed essersi presentato su Laputa con quelle vesti rese polverose dal viaggio.

Nonostante tutto non poteva comunque declinare l’invito, quindi si limitò ad annuire col capo invitando gli Aviatori a fare strada.