What is Lost in the Echo

Epilogo ~ Drusilia

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    Nelle tenebre soffuse che la cullavano in un benedetto momento di incoscienza, si ritrovò immersa in un sonno sereno, circondata dalla visione familiare di un campo fiorito dove era già stata molte volte in passato: il senso di protezione che la avvolgeva -confortante come l'abbraccio morbido e caldo delle coperte-, e la perfezione tanto assoluta quanto irreale di quel giardino in piena fioritura non fecero mistero del fatto che l'Arcano avesse fatto ritorno alla sua più originaria dimora, ma... quando tese bene l'orecchio, un'ombra di inquietudine si insinuò nell'idillio, perché l'Amore non poté far a meno di notare come in mezzo alla fragranza dolce e intensa di rose -che sempre riempiva l’aria durante le sue visite oniriche- ci fosse qualcosa che mancasse.

    jpg

    Perché non c'erano più note di melodie, né parole di canzoni a colmare quell'angolo di cielo:
    sopra il bianco spartito del frusciare del vento, senza musica né poesie, c'era solo
    Silenzio.

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    « Non osare avvicinarti a lei...
    NON TI AVVICINARE! MI HAI SENTITO?! »


    Udire quella voce -in qualche modo nota- vibrare di stizza e alzarsi di tono all'improvviso bussò ai sensi della Dama del Vento con una veemenza difficile da ignorare, e mentre la sua coscienza si allontanava dalle lande remote ed atemporali della Curtis, le sue percezioni tornarono lentamente ad abitare il suo corpo; ancora confinata in uno stato di dormiveglia, come in risposta a quell'intimazione, la donna avvertì un lieve peso deformare il materasso vicino ai propri piedi.

    jpg« Dannazione! Smettila di fare baccano, maledetto Vecchiaccio! Così la svegli! »
    scandì qualcun altro, a voce bassa ma furiosamente frustrata

    Seduto al capezzale del padre, Kerobal si sporse dal suo scomodo sgabello per cercare di trattenerlo dall'agitarsi e spingerlo a rimettersi in orizzontale sulla branda che gli era stata assegnata, ma... fallendo nel tentativo di costringerne i movimenti, ottenne solo di finire mezzo assordato dall'invettiva successiva che lo Youkai fece seguire ad un ringhio minaccioso.

    « GUARDA CHE PARLO CON TE?! STALLE LONTANO!
    SE CREDI CHE NON ABBIA PIÚ LA FORZA DI SBUDELLARTI, TI SBAGLI! »


    « Basta così. Ti porto fuo- »

    Non appena il Nephilim ebbe afferrato il polso ossuto del genitore, pronto a trascinarlo via se necessario, quello se lo scrollò di dosso con un gesto distratto ed iracondo, assestandogli una gomitata che lo mandò a schiantarsi sul già poco solido mobiletto che era stato collocato nella stanza per il materiale medico... e Kerobal non poté far nulla per evitare che una intera batteria di flaconi e boccette si schiantasse sul pavimento con una scala di note cristalline.

    Sorpreso dalla violenza dell'attacco -segno evidente che suo padre doveva aver lautamente banchettato nel lasso di tempo in cui lo aveva perso di vista, dopo la visita da Endora-, l'Artista accusò l'urto, e con lo stomaco dolente e la collera montante, strinse i denti per trattenere qualche coloratissimo nastro di imprecazioni.
    Decisamente, lo preferiva moribondo e denutrito.

    jpgIntanto, il destinatario di tutta quella furia -un cagnolino bianco e paffutello- si scosse dal punto in cui si era accimbellato per il pisolino, si levò in piedi sulle quattro zampette, e gettò uno sguardo di sufficienza al farneticante Youkai dai lunghi capelli bianchi; poi, si voltò dall'altra parte e tornò ad accucciarsi con estrema nonchalance accanto ai piedi dell'Autocrate di Laputa.

    Naturalmente, non ci vollero che pochi istanti prima che le urla sguaiate dell'antico demone -ma soprattutto il tonfo di suo figlio e la distruzione della cristalleria- richiamassero l'attenzione di chi di quel luogo di degenza era l'angelo custode, e fu non senza una certa preoccupazione che la Regina dell'Est fece il suo ingresso nell'ampia stanza, guardandosi attorno con aria allarmata.


    « Che sta succedendo, qui? »

    « Le chiedo perdono, Lady Kalia... mio padre è molto agitato. »
    rimettendosi in piedi in scioltezza, il Nephilim si affiancò alla Dama Azzurra
    « ...credo gli farebbe bene alla salute dormire un po', ma non mi da ascolto. »

    « Oh... Lord Raizen, la prego... cerchi di calmarsi... »

    Mostrando sul bel volto eburneo un'espressione paziente e conciliante, la Castellana si mosse verso lo Youkai con le mani sollevate a rivolgergli i palmi, come se potesse con quel gesto contenerne le intemperanze; tuttavia, pur abbassando un poco il volume, il Toshin non era affatto propenso a smettere...

    « No. Non finché quell'abominio resta in questa stanza! »
    sbraitò, puntando un indice ossuto verso il botolo che sonnecchiava beatamente
    « SI'! DICO A TE! GUARDA CHE TI TENGO D'OCCH-! »

    ...ma ormai Kalia lo aveva raggiunto, così -richiamati i proprie poteri taumaturgici- le bastò adagiare la destra circonfusa di luce azzurrina sulla fronte dell'esagitato per accompagnarlo dolcemente in un sonno profondo e istantaneo: Raizen ricadde all'indietro sul proprio cuscino, cominciando a ronfare sonoramente, e a quel segnale di cessato pericolo, Kerobal tornò al suo scomodo sgabello con un piccolo sogghigno trionfante.

    Vagamente confusa dalla situazione, la donna cerulea volle concedersi un mezzo sospiro per assaporare la rinnovata quiete, prima di voltarsi a cercare di capire cosa potesse avere di tanto sconvolgente la tranquilla bestiola a cui dovevano il ritrovamento della Dama del Vento, e... fu allora che le iridi blu zaffiro incontrarono il suo sguardo verde e vigile.
    Da quanto era sveglia?

    jpg
    « Drusilia... »

    E non ci pensò due volte prima di correre dall'amica e stringerla in un delicato abbraccio, incastrando il mento sulla sua spalla e cominciando a carezzarle gentilmente i lunghi capelli castani, con nella voce commossa un grande sollievo, e negli occhi qualche lacrima.

    « Come ti senti...? »

     
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    "Troppo a pezzi per dormire, troppo stanco per stare sveglio".

    (Ewan McGregor)


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    Accampamento provvisorio, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Delle voci conosciute la scossero dal suo stato d'incoscienza, e se un placido e profondissimo blackout rappresentava ciò che più aveva desiderato la Dama del Vento in quella Notte di follia e orrori, ritornare alla realtà le destò emozioni contrastanti, non necessariamente negative.

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    « GUARDA CHE PARLO CON TE?! STALLE LONTANO!
    SE CREDI CHE NON ABBIA PIÚ LA FORZA DI SBUDELLARTI, TI SBAGLI! »

    « Basta così. Ti porto fuo- »

    Il rumore della mobilia fracassata fu l'ultimo fra i richiami al mondo dei vivi: ebbe un sussulto, per poi aprire gli occhi di scatto. Percependo un clima astioso e molto baccano, si tirò istintivamente su, posando la schiena sui cuscini e tenendosi seduta.
    Squadrando la situazione con le spalle ben rivolte al muro, tenendo la guardia altissima nonostante fosse disarmata, percepì un segnale di scampato pericolo nel momento in cui riconobbe nei due litiganti i volti di Kerobal e di suo padre. E fu allora che -come ricordi di un sogno- le tornò in mente l'incendio, il sangue e la tragica storia di sua madre. Ricordò anche di come avesse pregato Kerobal di trovare un modo per salvare il genitore... e di rimanere in vita.

    -Siete salvi...

    Le sue prime parole scivolarono dalle labbra rosse in un sospiro di sollievo appena percettibile e che probabilmente non ascoltò nessuno, ma l'Alfiere Errante non ne fu crucciata perché -in un certo senso- non erano volate via per raggiungere qualcuno, piuttosto per liberarla da un peso che le gravava sul cuore.

    -E tu che ci fai qui, piccolino? ♥
    Abbassando lo sguardo smeraldino sui propri piedi, trovò la ragione di quella disputa accoccolata sul materasso: si trattava di un cagnolino di taglia piccola e qualche chilo di troppo, con le zampette corte e l'aria innocua. Aveva un pelo bianco e lucido ed un buffo foulard al collo a sostituzione del più tipico collare, segno che appartenesse a qualcuno -probabilmente ad una qualche ragazzina di buona famiglia. Non cogliendo la ragione per cui un botolo del genere potesse mandare su tutte le furie un Re del Makai, la bella giunse alla logica conclusione che vi fosse stato un qualche comportamento irrispettoso, dettato dall'ovvia natura istintiva e selvaggia di un semplice cagnolino.
    -Hai fatto arrabbiare il signore?

    Si sporse nel tentativo di dedicare qualche carezza per tranquillizzare la bestiolina, ma la porta dell'infermeria si aprì, distraendola e catalizzando le sue attenzioni. A varcarne la soglia fu una fanciulla dai lunghi capelli azzurri ed un viso dolce e bellissimo come quello di una bambola di porcellana: nel riconoscerlo, Drusilia fu travolta da una gioia incontrollata ed una commozione che non seppe trattenere.
    « Drusilia... »
    Quando Kalia corse da lei per avvolgerla in un abbraccio, Drusilia ricambiò la tenerezza stringendola forte a sé, baciandola dolcemente sulle gote e -ahimè- bagnandole il volto con le proprie lacrime.
    « Come ti senti...? »

    Esatto... come si sentiva?
    Allontanandosi appena dalla stretta e fissandola confusa, la Dama del Vento si trovò a ricordare frammenti mescolati di ciò che era stato, eppure -nonostante li avesse vissuti in prima persona- le risultarono in qualche modo distanti. A dire il vero, non riusciva nemmeno a ricordare tutto, quasi quelle memorie fossero appartenute ad una vita precedente. Che fosse solo una fase passeggera, dettata dal risveglio improvviso? Purtroppo non sapeva dirlo, eppure ciò che provava non era troppo dissimile ad un vuoto incolmabile.
    Una solitudine profonda, che nemmeno una camera chiassosa come quella avrebbe potuto spezzare.

    -Non... non lo so.


    Abbassò lo sguardo, mortificata.
    -Cosa... cosa è successo? Dove... dove sono tutti gli altri?
    Si portò una mano al petto, stringendo la stoffa della propria veste fra le dita sottili.
    -Come sono arrivata qui?

     
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    -Siete salvi...

    Nel trambusto che accompagnò l'alterco tra lo Youkai e il Nephilim suo figlio, il risveglio della Dama del Vento e il commosso sussurro di sollievo che lasciò le sue belle labbra alla vista dei loro volti familiari passarono inosservati a tutti... tranne che al cagnolino bianco, che dopo essersi spiaggiato comodo comodo, si limitò ad appuntare gli occhietti su di lei senza mostrare particolare interesse nella cosa.

    -E tu che ci fai qui, piccolino? ♥ Hai fatto arrabbiare il signore?

    Naturalmente, l'animaletto non le rispose, ma dal modo un po' sdegnoso in cui sbuffò -scuotendo appena la testolina in segno di diniego, e rigettando con sufficienza ogni accusa mossa a suo carico- sembrò averla comunque intesa: non che facesse differenza, in ogni caso; intenerita dalla creaturina morbida e tonda, la donna dagli occhi verdi fece per piegarsi in avanti ed elargirle qualche coccola, ma in quel momento la porta si aprì, rivelandole la nota figura della Dama Azzurra.

    Scoprendola desta, la Castellana corse subito dalla Galanodel per informarsi delle sue condizioni, e nella stretta consolatoria che l'una offrì all'altra, mentre le lacrime inumidivano le loro guance, l'Autocrate si scoprì confusa e... per qualche motivo, persino mortificata.


    -Non... non lo so.
    -Cosa... cosa è successo? Dove... dove sono tutti gli altri?
    Come sono arrivata qui?


    jpg« Io... non sono sicura di poterti rispondere. »
    commentò mestamente Kalia, e stavolta fu il suo turno di abbassare il capo
    « L'aria di quel posto era... particolarmente velenosa per me, e ad un certo punto ho perso i sensi: ricordo che dopo la Sala degli Specchi mi sono ritrovata in un posto diverso, con Arthur e altre due persone del gruppo... »

    Per un breve momento, l'Alfiere Orientale tacque, cercando ancora una volta di fare ordine tra i propri pensieri, riconsiderando quel che poteva aver tralasciato, tentando di individuare ponti e connessioni tra i risicati e frammentari scampoli di informazioni che aveva avuto modo di acquisire... ma non aveva una spiegazione completa, esauriente e sensata per la catena di tragici eventi che avevano colpito Endlos in quella notte; non ancora, per lo meno.

    Vedendo entrambe le -uniche- donne per cui nutriva un sincero attaccamento così demoralizzate, Kerobal si avvicinò loro, rimanendo in piedi dietro alla Regina del paese che lo aveva accolto, e posandole una mano sulla spalla, tanto per manifestarle il proprio conforto quanto per richiamarla alla realtà; in fondo, quelle formulate dalla sorella erano domande a cui lui stesso avrebbe desiderato avere una risposta, e dopo aver battuto un buffetto sul dorso della mano del Saggio per rassicurarlo, Kalia riprese il discorso.


    « Abbiamo incontrato diversi Circensi, ma durante la fuga ho perso di vista Arthur, e... l'ultima cosa che ricordo è un corridoio elegante in cui ho trovato Brifos incosciente e gravemente ferito, e di avere provato a guarirlo; devo essere svenuta in quel momento. »
    concluse, tornando a fissare gli occhi verdi di Drusilia con aria afflitta
    « È stato lui a portarmi fuori: quando mi sono ripresa, mi ha detto di aver incontrato Leon, di essere stati guidati fino al palco, e che tu e altri dei nostri compagni eravate là quando è comparsa la Luna. »

    Ma sul Palcoscenico del Center Stage non tutte le persone di cui aveva chiesto notizie erano stati presenti all'appello: in così tanti avevano attraversato le porte di Kisnoth quel giorno, e così pochi erano ancora lì, al sorgere di quella tragica alba... e sebbene non fosse da lei disperare, non c'era possibilità che l'assenza di sua figlia Amelie o del caro Arthur non lasciasse un baratro nel suo cuore, presto colmato da timore, preoccupazioni e brutti presentimenti sulla loro sorte.

    « Mi è stato detto che lei ha aperto una via di fuga, oltre la quale ci siamo ritrovati separati: non appena sono riuscita a riavermi, mi sono dedicata alla coordinazione de soccorsi arrivati da fuori la Barriera e alla cura dei nostri soldati sopravvissuti alla guerriglia per le strade di Kisnoth, così non ho ancora avuto tempo di vagliare quanto accaduto, ma... »
    aggiunse, allungando la destra per stringere delicatamente quella di Drusilia
    « ...in questo momento, Brifos è in giro a cercare gli altri, e quando tornerà cercheremo di fare insieme il punto della situazione: non mi ha spiegato nel dettaglio, ma credo abbia informazioni sui Circensi. E io ho scoperto qualcosa sulla Barriera.. »

    A quell'ultima frase, le labbra ben disegnate della Castellana si incurvarono per un istante in una smorfia amara; poi, tornando a volgere gli occhi di zaffiro nelle iridi di smeraldo dell'amica, si sforzò di sorriderle con dolcezza: l'ultima cosa che desiderava in quel momento era costringerla a farsi peso del suo tutt'altro che lieve o gradevole carico emotivo.

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    « Ma di questo parleremo meglio quando gli altri saranno di ritorno. »
    sollevando la mano a sfiorare la guancia di Drusilia, accantonò l'argomento
    « Questo cagnolino bianco ti ha trovato nel giardino della Cattedrale, e ha fatto da guida a Gilber e Lancelot, che ti hanno soccorsa e portata qui: fortunatamente eri incolume, ma ti ci è voluto un po' per risvegliarti. »
    le spiegò, trovando in quel buffo animaletto un modo per sorridere più sinceramente
    « Lui, comunque, è sempre rimasto al tuo fianco a vegliare sul tuo sonno:
    sembra molto affezionato a te... »


    ...e tuttavia, pur chiamato in causa, il cagnetto non accennò a muoversi: dopotutto, come la maggior parte degli animali, non doveva poter comprendere il linguaggio umano... oppure aveva trovato la sua perfettamente comoda posizione zen, e non aveva alcuna intenzione di muoversi.

     
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    « Io... non sono sicura di poterti rispondere.
    [...] ma durante la fuga ho perso di vista Arthur, e... [...] eravate là quando è comparsa la Luna. »


    Ascoltando le parole della Castellana, Drusilia rimase in ascolto ed in silenzio. Nella sua testa una cacofonia di ricordi strazianti la travolse come un'onda in piena, ricordandole ciò che era accaduto e coloro che aveva perso per sempre. Le labbra rosse tremarono appena e sulle gote accaldate presero a scorrere due piccoli ruscelli.

    « Mi è stato detto che lei ha aperto una via di fuga, oltre la quale ci siamo ritrovati separati: non appena sono riuscita a riavermi, mi sono dedicata alla coordinazione de soccorsi arrivati da fuori la Barriera e alla cura dei nostri soldati sopravvissuti alla guerriglia per le strade di Kisnoth, così non ho ancora avuto tempo di vagliare quanto accaduto, ma... in questo momento, Brifos è in giro a cercare gli altri, e quando tornerà cercheremo di fare insieme il punto della situazione: non mi ha spiegato nel dettaglio, ma credo abbia informazioni sui Circensi. E io ho scoperto qualcosa sulla Barriera.. »

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    -Anche io- sussurrò Drusilia, ricordando le parole di Owl e proseguendo sulla strada più utile del confronto, cercando di sostenere lo strazio -Owl mi ha spiegato come gli eserciti sono riusciti a superarla, prima che...
    Affondò i denti nelle labbra cremisi, ricacciando il dolore nella parte più remota della sua anima. Non riuscì a pronunciare il triste annuncio, quasi non avesse ancora accettato la realtà dei fatti. Le sfuggirono alcuni singhiozzi e se ne vergognò terribilmente, portandosi per un solo attimo istintivamente le mani sul viso in uno strano tentativo di nasconderlo.

    « Ma di questo parleremo meglio quando gli altri saranno di ritorno. »
    Drusilia si lasciò prendere la mano da Kalia, tentando di ricomporsi.
    « Questo cagnolino bianco ti ha trovato nel giardino della Cattedrale, e ha fatto da guida a Gilbert e Lancelot, che ti hanno soccorsa e portata qui: fortunatamente eri incolume, ma ti ci è voluto un po' per risvegliarti. Lui, comunque, è sempre rimasto al tuo fianco a vegliare sul tuo sonno:
    sembra molto affezionato a te... »

    Tirando su col naso, la Dama del Vento si asciugò le lacrime con la manica della veste. Poi, con occhi ancora arrossati, fissò il batuffolo di pelo bianco che la fissava insistentemente, sorridendo al suo indirizzo e protendendosi in avanti per afferrarlo e portarlo a sé.
    -Ma che nobile cavaliere, senza macchia e senza paura che sei! - scherzò, concedendogli dei grattini dietro le orecchie -Sei proprio coraggioso e galante! E sei anche morbidino ♥
    Lo strinse forte fra le braccia, quasi si trattasse di un peluche da bambini.

    -Yoko... sapete dove si trova il mio Yoko?
    Ripresa dallo sconforto, respirò con calma. Poi decise di tornare sulle questioni importanti, le informazioni a cui più teneva. Aveva visto con i suoi occhi che era stato brillantemente tirato in salvo dal palco, tuttavia esisteva la probabilità che fosse ancora disperso in città o bisognoso di cure.
    -Ho bisogno di vedere il mio Amore.

     
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    -Anche io.
    Owl mi ha spiegato come gli eserciti sono riusciti a superarla, prima che...


    Con evidentemente sofferenza, la voce della Dama del Vento si incrinò non appena ebbe fatto menzione del Gufo, e sebbene non le riuscì di proseguire oltre, il volto eburneo della Castellana si incupì... perché non c'era alcun bisogno di indagare in merito al destino della Carta senza numero: la reazione della Galanodel non era che un'ultima dolorosa conferma di quanto la Papessa aveva già avuto modo di capire una volta caduta la Barriera, quando -venuta meno la distorsione spaziale legata al Tendone- era stata in grado di percepire il funebre vuoto siderale lasciato dall'oscurarsi di quella stella del loro entourage.

    Anche per questo, sebbene non fosse a conoscenza di tutti dolori che Drusilia era stata costretta a patire nel corso di quella fatidica Notte, vedere l'Angelo combattere contro le lacrime e tirare su col naso fu più che abbastanza per spingere Kalia a farlesi più vicina per abbracciarla ancora, circondandole le spalle con un braccio e carezzandole gentilmente la testolina castana con l'altra; tuttavia, continuare ad indugiare in pensieri tormentosi non avrebbe affatto giovato né a lei, né alla nuova vita che portava in grembo, così -con la speranza di alleggerire almeno un poco il suo spirito-, la Dama Azzurra preferì cambiare ragionamento.

    -Ma che nobile cavaliere, senza macchia e senza paura che sei! -
    scherzò la donna, prelevando il cagnetto e tirandoselo in braccio
    -Sei proprio coraggioso e galante! E sei anche morbidino ♥

    Il misterioso animaletto bianco fu ovviamente il miglior argomento su cui dirottare l'attenzione dell'amica: fortunatamente, l'aspetto grazioso e soffice della bestiola riuscì persino a strapparle un sorriso -per quanto ancora umido di lacrime-, ma quello non parve sulle prime troppo contento di venir sradicato dalla sua comoda posizione, così finì a contemplare con un cipiglio di maestosa insofferenza il volto della donna, come se si fosse aspettato qualche ringraziamento più sentito e solenne dalla persona che gli era debitrice dei propri soccorsi.

    -Yoko... sapete dove si trova il mio Yoko? Ho bisogno di vedere il mio Amore.

    Quando Drusilia rivolse quella domanda a Kalia, la Dama Azzurra non esitò ad accennare un sorriso gentile, muovendo un cenno affermativo del capo prima di sollevandosi dal bordo del materasso e stirare alla meglio le lunga gonna sgualcita dalla luna Notte.

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    « Non essere in pensiero per lui: è colpa mia se non è qui adesso. È rimasto qui con te fino a poco fa, perché non voleva lasciare il tuo fianco, ma... abbiamo dovuto costringerlo. »
    spiegò la donna cerulea, mostrandosi comprensiva
    « Era necessario che si sottoponesse ad un controllo, per assicurarci che non avesse riportato danni, ma immagino che tra poco avrà finito. »

    Mentre Kerobal tornava a sedersi al capezzale del genitore dormiente, l'Alfiere Orientale prese congedo con un lieve inchino, volse le spalle al letto di degenza della Galanodel, e si diresse alla porta da cui poco prima aveva fatto il suo ingresso.

    « Vado subito a chiamarlo: tu resta a riposo, intesi? »

    Ordini del medico.

     
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    « Non essere in pensiero per lui: è colpa mia se non è qui adesso. È rimasto qui con te fino a poco fa, perché non voleva lasciare il tuo fianco, ma... abbiamo dovuto costringerlo.
    Era necessario che si sottoponesse ad un controllo, per assicurarci che non avesse riportato danni, ma immagino che tra poco avrà finito. »


    Fu quello il momento in cui Drusilia ebbe in qualche modo il coraggio di cercare la luce aldilà del tunnel. Il suo amore, il padre del figlio che portava in grembo era salvo e, per quanto riconoscesse di essere un pochino egoista nel pensarlo in quel momento, cercò di ripetersi che non era tutto perduto e che non sarebbe dovuta crollare o abbattersi per una semplice ed ovvia ragione: i vivi avevano ancora bisogno di lei... e lei di loro.
    -Hai fatto bene: immagino che il peso sul suo cuore non sia stato inferiore al mio... o a quello di noi superstiti- ammise, abbassando il capo -Nonostante tutto, è sempre premuroso e gentile con me. E' anche grazie a lui che sono ancora qui... è grazie a tutti voi.
    Gli occhi smeraldini si levarono su Kalia, poi su Kerobal, su di un Raizen dormiente e perfino sul cagnetto fra le sue braccia.
    -Vi devo molto.

    « Vado subito a chiamarlo: tu resta a riposo, intesi? »
    Drusilia annuì, sforzandosi di sorridere all'indirizzo della castellana.
    Poi, quando se ne fu andata, prese ad analizzare il suo misterioso salvatore: giocherellando con le zampette corte e pizzicandogli delicatamente il pancino, sorrise all'idea che fosse abbastanza grassoccio. Conoscendo la naturale simpatia che le creature mostravano nei suoi confronti, la Dama del Vento giunse infine alla conclusione che probabilmente si trattasse solo di una bestiola rimasta orfana della padrona durante il massacro. Se l'aveva salvata, probabilmente avrebbe dovuto ricambiare il favore.

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    -Certo che sei proprio tondo... immagino ti piaccia mangiare ♥
    Gli parlò come se l'altro capisse, ma con una vocina affettuosa simile a quella che usava per i bambini.
    -Non so il tuo nome... ma credo ti chiamerò Polpetta!
    Tenendolo fra le braccia, gli scioccò un bacino sulla fronte, prima di ricominciare a vezzeggiarlo, in attesa del suo uomo. La bestiola -come era solito anche per molte altre- rimase qualche attimo a fissarla. Iniziò infine a scodinzolare, ricambiandola con una leccata di faccia.

    Molte cose erano accadute quella Notte, tragedie che probabilmente non sarebbe mai riuscita a dimenticare. L'alba era tuttavia giunta, dileguando le tenebre in attesa del prossimo tramonto. A quel pensiero, Drusilia impose a sé stessa di non voler cancellare nulla di quello che era accaduto, per quanto facesse male: aveva promesso ad Owl che lo avrebbe reso orgoglioso e che avrebbe combattuto senza sosta affinché ogni tassello fosse messo al giusto posto. Avrebbe riunito i Fratelli e salvato la sua amata Kora dalle grinfie del mostro scriteriato che l'aveva rapita. Ma -soprattutto- avrebbe continuato a vivere e diffondere la speranza.
    Non avrebbe concesso al nemico nemmeno un briciolo del suo dolore, nemmeno una lacrima in più di quelle che erano già state versate.
    E così avrebbe fatto anche per gli altri, combattendo il dolore con l'affetto, convertendo tutta la rabbia in amore e passione.

     
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