Le Vie Infinite

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  1. Dan Mihai Simion
     
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    "Spesso s’incontra il proprio destino nella via che s’era presa per evitarlo".

    (Jean de La Fontaine)


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    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Nella penombra di uno studio scarsamente arieggiato, fra le polveri sospese a mezz'aria, intraviste lì dove le colpiva la luce di una candela, Dan Mihai Simion attendeva paziente seduto ad uno sgabello. Con le gambe accavallate e lo sguardo celeste fisso sulla fiamma, appariva totalmente assorto nei propri pensieri, del tutto incurante delle numerose pergamene che -in quei mesi- si erano accumulate sulla scrivania, assieme all'aria stantia dei luoghi rimasti chiusi troppo a lungo.

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    In realtà non aveva preso appuntamenti con nessuno studente. Muovendosi con grazia fra i corridoi del Mastio, si era limitato a mostrarsi ai passanti nella sua tenuta standard -giacca a scacchi colorati compresa- così che tutti lo riconoscessero. I capelli biondi e lisci erano portati nella medesima acconciatura per la quale era diventato abbastanza famoso prima di sparire nel nulla ed ogni singola sua azione di quel giorno diede l'idea che volesse attirare le attenzioni altrui con garbo.

    Quasi annunciasse un silenzioso invito a chi lo cercava in quei tempi ormai maturi.
    Pronto per un confronto... e per una mossa sulla scacchiera.

     
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    Le falcate rapide con cui la Volpe percorreva i corridoi del Magisterium sollevarono ben più che uno sguardo preoccupato fra i tanti studenti e docenti incrociati. Qualcuno aveva cercato di avvicinare la Kitsune per riferirgli quanto aveva visto, ma... la mano sollevata del Demone ad intercettare e arrestare qualunque chiacchiera era solo il naturale gesto di accompagnamento ad uno sguardo gelido e severo che trasudava consapevolezza.
    Era stato Aciriyar ad informarlo per primo: nessuno meglio di lui avrebbe potuto avvertire la presenza del mago fra le mura della propria anima, nonostante oramai l'intera Accademia fosse allertata su una ricerca che oramai era andata avanti a vuoto per mesi.
    Il TaruTaru era stato chiaro: l'attendeva. La comparsa del Magister era diversa dalle precedenti toccate e fuga degne di un fantasma; ora stava nel suo ufficio, e stava aspettando. Lo poteva percepire.
    Per questo il piccolo stregone -preoccupato- intimò l'Elessedil alla calma. Era irrequieto, come mai prima di allora l'aveva percepito. Sebbene non ne avesse mai fatto parola in modo diretto, non fu affatto difficile per il Rettore ed il suo compagno collegare quella vicenda alle ricerche spasmodiche e folli che occupavano oramai la vita recente del Prorettore.

    La porta si spalancò d'improvviso, sbattendo con vigore contro la parete poco più distante.
    E lo riconobbe. Ebbe la conferma non appena incrociò quel suo solito sguardo.

    « Tu... chi sei? »

    Era lui ad avergli dato quel libro, era lui la figura che avevano incontrato più di una volta, fra una reincarnazione e l'altra. Era chiaro che non si trattasse di semplici coincidenze o somiglianze, così come il suo ruolo di Assistente non era stato altro che una mera copertura.
    Era stato lui ad averlo condotto fino a quel punto, fino a quel preciso istante.

    « In che modo sei coinvolto con la maledizione di Drusilia? »

     
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  3. Dan Mihai Simion
     
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    "Spesso s’incontra il proprio destino nella via che s’era presa per evitarlo".

    (Jean de La Fontaine)


    j24wQdq

    Magisterium, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    « Tu... chi sei? »
    Dan Mihai Simion sollevò lo sguardo lentamente, scrutando la Volpe con occhi attenti -eppure, in qualche modo, distanti.
    « In che modo sei coinvolto con la maledizione di Drusilia? »

    Sorridendo affabile come suo solito, il giovane si concesse altro silenzio, invitandolo il Prorettore ad accomodarsi su uno degli sgabelli.
    -Sono mortificato di averti accolto con tutta questa polvere in giro...- commentò con educazione quasi inappropriata -...ma sei molto rapido e astuto: hai raggiunto delle risposte quando i tempi non erano ancora maturi; son dovuto quindi sparire per un pochino... spero che la mia assenza non ti sia pesata troppo.
    Quella strana premessa non diede alcuna informazione aggiuntiva, se non la conferma dei sospetti di Yoko, e cioè che vi fossero suoi coinvolgimenti nella faccenda.

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    -Quanto alle tue domande, le risposte sono abbastanza complicate.
    Posso comunque assicurarti di non essere un tuo nemico.

    Schioccando le dita, generò dal nulla un paio di tazze di cioccolata fumante. Ne offrì una al Magister, sorseggiando tranquillamente l'altra ed assaporando l'aroma con espressione placida e tranquilla.

    -Io sono molte cose ed ho molti nomi, ma immagino tu lo abbia già visto nelle storie che ho riportato alla tua attenzione- portò la bevanda alle labbra, prima di continuare -Sono Dan Mihai Simion, l'Assistente del Prorettore del Magisterium di Laputa... ma faccio parte anche della tua famiglia, in un certo senso.
    Attese qualche attimo.
    -Sono il Padre della mia amata Drusilia... anche se il termine adatto sarebbe "trisavolo".
    In ogni caso, è da me che è nata la stirpe dei Galanodel.

     
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    In una circostanza differente si sarebbe domandato quanto gli atteggiamenti mostrati dal suo Assistente fossero realmente volti a farlo innervosire.
    Dan era sempre stato un personaggio sfuggente, e quei suoi modi di fare misti fra innocenza e provocazione erano oramai noti ed assimilati. Per questo il Magister non distolse mai lo sguardo dalle iridi azzurre del suo collega, ignorando qualunque invito ad accomodarsi o a sorseggiare una cioccolata calda. Non aveva alcun interesse, né tempo o pazienza, per star dietro a quel suo modo di fare.
    Sorvolò dunque per lo stesso motivo sulle prime parole, e lasciò alla mente il compito di allineare tutte le informazioni di cui disponeva con quanto infine proferito del mago.

    « ...Adam. Anche questo è uno dei tuoi nomi? »

    Il collegamento divenne naturale quando quel pezzo mancante si unì al puzzle nelle mani della Kitsune: le storie che lui aveva riportato alla sua attenzione... e la parentela con Drusilia ed i Galanodel.
    Ecatl glie ne aveva parlato: Adam, il primo degli Angeli, il solo in grado di tessere trame e destini a distanza di millenni.
    Ci sarebbe dovuto arrivare da solo, pensò severamente l'Elessedil... era stato Dan ad avergli dato quel libro la prima volta. Ad averlo introdotto in quel mondo di informazioni, in quei viaggi temporali.
    Era grazie a lui dunque se era venuto a conoscenza della maledizione di Drusilia... Faticava a comprenderne appieno l'operato, ma se non altro riuscì ad accettare in qualche modo la posizione di alleato che l'Assistente si era premurato di offrire subito ai suoi occhi.
    Eppure vi era ancora molto da chiarire: le ragioni che l'avevano spinto ad assumere quelle sembianze per avvicinarlo, tanto per iniziare. Il motivo per cui improvvisamente era scomparso, o chi-cosa avesse scelto di maledire la sua amata.
    Ma un dubbio su tutti, una sola domanda ebbe la volontà di abbandonare i pensieri della Kitsune:

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    « ...quella maledizione. Come possiamo spezzarla? »

    Perché una creatura che aveva visto il mondo nascere era ora al suo cospetto? Perché gli aveva mostrato quella storia, senza che ancora fosse giunta ad una conclusione? Lui, che ne era il Padre...

     
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  5. Dan Mihai Simion
     
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    "Spesso s’incontra il proprio destino nella via che s’era presa per evitarlo".

    (Jean de La Fontaine)


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    « ...Adam. Anche questo è uno dei tuoi nomi? »
    Il biondino sorrise affabile, non sorprendendosi affatto di quell'interruzione.
    -Oh... - si sarebbe limitato a dire -... più che "uno" dei nomi, azzarderei che è il primo che mi fu dato!
    Sorseggiò la propria bevanda, in attesa che la Volpe riuscisse a mettere ordine nei propri pensieri.
    « ...quella maledizione. Come possiamo spezzarla? »

    -Come primo passo da compiere, direi che sarebbe un bene evitare di rivelarlo a Drusilia e Quarion- iniziò, mettendo le cose in chiaro -Come immagino tu abbia capito, sono le anime nate dall'unione di Ecatl con la creatura maledetta che gli fu madre, in una delle sue incarnazioni: grazie al sacrificio di mio figlio, la condanna pare essersi in qualche modo diluita e fortunatamente rimarrà inattiva in questa loro vita, fino alla morte, manifestandosi solo come semplice "sfortuna". Questo non toglie comunque che è bene tenere lontana la Curtis Arcana dalla vicenda, perché per mia esperienza ho notato che interventi diretti dei figli del Card Master nella questione hanno sempre e solo peggiorato la loro condizione.
    Pausa.
    -Quando intendo "loro", intendo "tutti loro", perché la maledizione della tua bella è legata anche ad un enorme mistero che vede frammenti della loro memoria collettiva disordinati o del tutto assenti.

    Si fermò di nuovo, rendendosi conto che divagare avrebbe portato solo ulteriore distrazione. Dunque tornò sui propri passi e sulla missione di Yoko.

    -Lo stesso non vale per me. Sono legato alla Curtis, ma non nell'essenza: inoltre non agisco da questo mondo e ciò che vedi di me è solo una mia immagine. Raggiungermi, fisicamente o tramite incanti, è impossibile per le leggi dell'universo: allo stesso modo questa "distanza" mi rende ogni movimento una possibile miccia per catastrofi in grado d'inghiottire mondi interi.
    Ed ecco spiegata la ragione per cui non se ne era occupato nei modi e nei tempi pensati dalla Kitsune.
    -Per questa ragione ho scelto te: il Libero Arbitrio è il dono più Sacro nel regno dei mortali...- sorrise, dando un insolito peso a quel concetto che sarebbe potuto apparire normalissimo alle orecchie di uno Youkai -...ma se mi è impossibile condizionarti, posso contare sulla tua Volontà di proteggerla.

    Gli sorrise, fiducioso.

    -Nessuno fra i mortali sa al momento come spezzarla. Ma se da solo non hai trovato nulla che si avvicinasse ad una soluzione, il mio consiglio è di cercare alleati molto diversi da quelli a cui sei abituato.
    Quel suggerimento suonò in qualche modo strano: non solo un consiglio, ma un'espressione che celava numerosi sottintesi.
    -La tua essenza ti permette di varcare soglie che io o i miei figli non possiamo in nessun modo attraversare.

     
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    Era ben a conoscenza della necessità di non far scoprire a Drusilia della maledizione: una delle poche informazioni acquisite nel corso delle avventure passate. Ogni qualvolta la sua anima sfiorava il ricordo del suo destino, quest'ultimo incombeva senza vie di fuga sulla loro vita.
    Si trattava di uno degli ostacoli più duri da fronteggiare... la Volpe condivideva qualunque cosa con la sua compagna, erano in grado di leggere i propri pensieri reciprocamente. Mentirle o evitarla, sapendo che lei era perfettamente in grado di comprenderlo, rappresentava una delle condanne peggiori per l'Elessedil.
    Se non altro fu rincuorante apprendere che in questa vita la maledizione sarebbe rimasta inattiva fino alla morte naturale; questo gli dava tempo, qualcosa di cui aveva disperatamente bisogno.

    -Quando intendo "loro", intendo "tutti loro", perché la maledizione della tua bella è legata anche ad un enorme mistero che vede frammenti della loro memoria collettiva disordinati o del tutto assenti.

    Certo quella non fu una piacevole notizia: escludeva Kalia, e una moltitudine impressionante di persone che ruotavano quotidianamente intorno all'Alfiere. Finora aveva agito in solitudine per precauzione, per scelta; apprendere invece di ritrovarsi sotto costrizione rendeva il tutto ancora più pesante. Al pari dell'impossibilità dichiarata di Adam di intervenire direttamente.
    A che serviva possedere un potere di quella portata, se di fatto diveniva esso stesso una catena che gli impediva di agire?

    -Per questa ragione ho scelto te: il Libero Arbitrio è il dono più Sacro nel regno dei mortali...
    ...ma se mi è impossibile condizionarti, posso contare sulla tua Volontà di proteggerla.


    Stavolta fu una smorfia contrariata a prendere forma sul volto della Kitsune. Uno stato d'animo che prese ancor più corpo quando l'Angelo espresse finalmente un indizio.

    -Nessuno fra i mortali sa al momento come spezzarla. Ma se da solo non hai trovato nulla che si avvicinasse ad una soluzione, il mio consiglio è di cercare alleati molto diversi da quelli a cui sei abituato.

    Detestava quel genere di atteggiamenti. Propri di chi sapeva più di quanto non volesse dichiarare.
    Adam aveva orchestrato trame fin dall'alba dei tempi. Non stava suggerendo una strada da percorrere... Lui probabilmente già sapeva, aveva visto -o deciso?- qualcosa che inevitabilmente sfuggiva alle competenze del Magister.

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    « Quanto di quello che accadrà è già stato deciso? »

    La voce calma fu in pieno contrasto con lo spirito rabbioso.
    L'Angelo gli aveva parlato di libero arbitrio, eppure le sue stesse affermazioni lasciavano poco argine di manovra.
    La domanda della Volpe fu perciò assai più lungimirante di quanto non desse a intendere ad un primo ascolto: era veramente questo tutto quello che poteva dirgli?

    « Cosa farai tu nel frattempo? »

    Odiava quel genere di situazioni.
    Ma per il momento non aveva altra scelta se non sottostarvi.

     
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  7. Dan Mihai Simion
     
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    « Quanto di quello che accadrà è già stato deciso? »
    Dan trattenne a stento una risatina nel momento in cui si trovò ad incrociare lo sguardo della Volpe, carico di sospetto ed ostilità verso una situazione che -dal suo punto di vista- era tutt'altro che negativa. Gli aveva infatti concesso un Libero Arbitrio puro ed incondizionato: dal Dreamer degli Amanti si sarebbe aspettato un "grazie"... o comunque una reazione meno sospettosa.
    « Cosa farai tu nel frattempo? »

    Non che cambiasse molto: non era bravissimo nel comprendere gli umani o i mortali in generale, inoltre era già a conoscenza delle Strade da percorrere ed i sentimenti che quel Demone diceva di nutrire nei confronti della Dama del Vento gli bastavano per proseguire.
    -Non pretendo che tu comprenda i misteri della mia onniscienza, né che tu agisca percependoti libero o meno... a prescindere dal dato oggettivo che tu lo sia, visto che le uniche catene che porti sono generate da te stesso, sicuramente non dagli dei - spiegò brevemente, in quel modo conciso che era più congeniale al suo interlocutore -Mi offro solo di indicarti la soluzione meno dannosa che ho considerato per un problema su vasta scala, tale da riuscire a distruggere Drusilia Galanodel anche senza l'ausilio della sua maledizione.

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    -Sarà sempre e solo la tua Volontà a muovere i tuoi passi, a farti prendere decisioni. Non dare mai al Destino questo potere sulla tua anima: è un privilegio che non a tutti è concesso.

    Attese qualche attimo, tentennando sibillino.

    -Detto ciò, mi muoverò contemporaneamente a te, percorrendo le strade che non ti sono adatte. Sarà probabile che non mi rivedrai presto.

     
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    -Non pretendo che tu comprenda i misteri della mia onniscienza, né che tu agisca percependoti libero o meno...

    Ecco: era quello il motivo della diffidenza che il Demone-Volpe nutriva nei confronti delle divinità. L'arroganza, lo scudo inoppugnabile dell'onniscienza; l'interesse verso quella argomentazione cadde nel momento stesso in cui l'Angelo entrò nella discussione.
    E il libero arbitrio... con quale presunzione usava quelle parole? Lui che aveva manipolato trame nel corso dei millenni, coinvolgendolo nel suo disegno angelico senza degnarsi di fornire spiegazioni degne di tale nome.

    -Mi offro solo di indicarti la soluzione meno dannosa che ho considerato per un problema su vasta scala, tale da riuscire a distruggere Drusilia Galanodel anche senza l'ausilio della sua maledizione.

    Questo era libero arbitrio?
    Yoko non sarebbe mai stato in grado di riporre la propria fiducia in quelle creature.

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    « ...mi domando fin dove possa arrivare la tua onniscenza. »

    Ma -volente o meno- Dan era l'unico alleato che aveva attualmente a disposizione.

    « Non mi porrò i tuoi stessi scrupoli. Nei confronti di questo o chissà quale altro mondo. »

    Vi era solo un modo a lui noto per sfuggire alle leggi dell'Ordine.

    « Ma questo probabilmente tu lo sai già. »

    Qualcosa di contrapposto, una strada che Adam non poteva intraprendere.
    E forse proprio per questo l'aveva trascinato in quella storia.
    Lo guardò a lungo, per un'ultima volta, ed infine l'abbandonò all'interno di quella stanza.

     
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  9. Dan Mihai Simion
     
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    "Spesso s’incontra il proprio destino nella via che s’era presa per evitarlo".

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    « Non mi porrò i tuoi stessi scrupoli. Nei confronti di questo o chissà quale altro mondo. »
    Precisò la Kitsune e -nonostante la sua indole e gli intenti gli fossero estremamente distanti- Dan accettò il tutto con la pazienza di un genitore comprensivo; pretendere infatti che ragionassero allo stesso modo sarebbe stato come costringere un pesce ad arrampicarsi su un albero. Inoltre lo aveva scelto esattamente perché gli fosse così differente.
    « Ma questo probabilmente tu lo sai già. »
    -È così.

    Terminato quello scambio di battute, gli concesse di osservare quel suo aspetto umano, adatto a quei luoghi e quei tempi. Non si mosse né aggiunse altro fino al momento in cui l'interlocutore decise di chiudere la conversazione, andandosene. Solo allora abbassò il capo biondo, volgendo lo sguardo celeste a contemplare il vuoto con aria pensierosa, ponderando forse la sua prossima mossa.

    Fu così che -in quel preciso istante, esattamente come era apparso- quel tale scomparve.
    Come se non fosse mai stato lì, lasciando tuttavia come segno del suo passaggio una sola tazza vuota sulla scrivania.

     
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    « ... »

    L'incedere nervoso e spedito della Volpe venne interrotto nei corridoi da una figura minuta, comparsa nella sua strada senza alcun preavviso.
    Non vi fu sorpresa tuttavia nelle iridi dorate dell'Elessedil: se lo aspettava.

    « ...Aciriyar. »

    A dirla tutta... ci sperava. E forse inconsciamente era stato lui stesso a evocarlo.
    La voce del Magister era rotta, segnata. La collera era solo apparente, nient'altro che uno sfogo naturale per la frustrazione che albergava nella sua mente.
    Non si aspettava un esito differente dalla conversazione con l'Angelo, eppure la sensazione di disappunto fu incommensurabile.
    Per l'ennesima volta stringeva fra le mani un pugno di mosche.

    « Ho conosciuto molte persone come te, in passato.
    Bravi uomini o brave donne, disposti a tutto pur di salvare qualcosa o qualcuno a loro caro. »


    La voce calma del Taru-Taru accompagnava uno sguardo compassionevole, il solo contro cui l'Elessedil non aveva mai alzato la voce.
    Fra tutte le divinità che aveva incontrato nella sua vita, lui era il solo a possedere un'indole terrena.

    « Alcuni di loro divennero Eikon. Entità magiche superiori, incarnazioni di un desiderio, una necessità od una falsa speranza. »

    L'Elessedil sapeva come terminava ognuna di quelle storie.
    I ricordi del giovane Mago costituivano buona parte della biblioteca.

    « Non commettere i loro stessi errori. »

    Lo sguardo di Aciriyar divenne pesante da sostenere.

    « Lascia che ti aiuti. »

     
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9 replies since 7/4/2019, 19:46   230 views
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