Ceruleo Risveglio

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    Cherish

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    Quando la porta del boudoir che utilizzava come studio si era spalancata all'improvviso, con tutta la relativa delicatezza che poteva consentire una pedata ben assestata, la Castellana non aveva potuto far a meno di trasalire sulla poltroncina foderata di raso blu: intenta come era stata a smaltire la corrispondenza, a valutare le richieste di permessi, e a leggere le novità contenute nei dispacci, non si era per tempo accorta dell'avvicinarsi in corridoio di alcune voci concitate, e se l'ambrato liquido della tazzina da cui stava sorseggiando un thé -unico conforto nei suoi doveri burocratici- non si era rovesciato sulle pile di documenti ordinatamente allineato davanti a sé, era stato davvero per pochissimo.

    Tuttavia, quel piccolo scampato pericolo era immediatamente passato in secondo piano quando le iridi blu zaffiro della donna avevano raggiunto l'uscio, mettendo a fuoco i contorni dei suoi inattesi ospiti ed intercettando gli occhi verde acqua del suo fidato Lancelot: con i corti capelli d'argento un po' scarmigliati per la corsa, egli teneva tra le braccia il corpo apparentemente inerte di una ragazza dai capelli biondi e coperta di sangue...


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    « Mia Regina...! »

    Un mormorio affaticato -insospettabilmente più dalla preoccupazione che non dalla corsa- forzò le labbra dell'albino, e mentre già si scostava dal tavolo per alzarsi e darsi da fare, l'Alfiere puntò un indice sul a-lui-più-vicino divanetto del salottino, in un muto invito ordine di adagiarvi la paziente; senza questionare, il Cigno di Shea depose delicatamente la giovane sulle imbottiture per poi ritrarsi, facendosi prontamente da parte per lasciare piena libertà di manovra alla Guaritrice, che li raggiunse e si inginocchiò con leggerezza al capezzale della degente, cominciando ad ispezionare i danni.

    « È ferita: ha perso i sensi e -temo- molto sangue. »
    « Che cosa è accaduto? »
    « L'addestramento con il Segretario Braginski. »

    E mentre -senza aggiungere altro- lo sguardo del Cavaliere si induriva in una muta protesta che avrebbe tuttavia taciuto, un'ombra amareggiata velò per un istante il viso eburneo della Dama Azzurra, che esalò un mezzo sospiro addolorato.

    Dopo che lui e l'Ambasciatore erano stati avvisati dell'incidente occorso sul campo d'addestramento di Taldor, il Protettore di Shea aveva all'istante riconosciuto l'identità della nuova recluta, e sebbene non fosse tipo da lasciare gli sbagli impuniti, in quel momento aveva dovuto dare un ordine alle sue priorità: lasciato al Nobile Galanodel il compito dirimere la questione dall'alto delle sue abilità di conciliazione, il Cavaliere del Lago si era tempestivamente risolto a spogliare Elysandra dell'armatura -che sarebbe stata di intralcio nel trasporto- e a condurla da Lady Kalia, affinché Sua Grazia le fornisse soccorso.

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    « Starà di nuovo bene, non temere:
    le ferite sono abbastanza profonde, ma non è in pericolo di vita. »

    lo rassicurò l'Alfiere, allungando una mano a sfiorare quella guantata dell'altro
    « Se potessi farmi una cortesia, vorrei che avvertissi i paggi
    di far preparare subito l'occorrente per il thé. »

    aggiunse la Dama, tornando a rivolgersi interamente alla dormiente Elysandra
    « Vorrei trovasse qualcosa di buono al suo risveglio. »

    Producendosi in un lieve inchino, il Cavaliere del Lago superò la soglia in silenzio, volgendosi solo per chiudersi i battenti della doppia porta alle spalle; rimasta da sola con la giovane ancora svenuta, la Castellana prese a carezzarle la fronte con le dita in un gesto teneramente materno per scoprire la fronte e adagiarvi la mano fresca.

    Chiuse gli occhi di zaffiro, concentrò la mente sul suo obiettivo, e focalizzò le proprie energie, che si irradiarono dal suo corpo come una sacra aureola azzurrina, invocando su Elysandra il miracolo di guarigione che l'avrebbe risanata del tutto... e una volta guarita, si sarebbe certamente svegliata presto.



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    Custode dei Segreti
    Nell'iconografia dei Tarocchi, la carta della Papessa -cui Kalia è associata- incarna l'intuizione, la percezione, e la conoscenza misterica in tutte le sue forme; rappresenta colei che sa, ma che solo in parte svela il suo sapere, per questo è anche chiamata “Custode dei Segreti”.
    Sebbene grande sia il potere di questo Arcano -in parte dimostrato da un quantitativo di mana superiore alla media e dall'immediatezza istintiva nel richiamarlo-, esso non si esprime a livello materiale, ma su un dominio più profondo, quali i mondi sottili che permeano l'esistenza eterea... e prova ne é la vista mistica del suo occhio interiore: la Dama Azzurra è difatti in grado di sentire quando energie magiche e spirituali sono all'opera attorno a lei, individuando incantesimi di natura offensiva, avvertendo i movimenti delle anime presenti d'intorno (disincarnate o in forma fisica), e vedendo l'aura impressa su oggetti e persone, riconoscendone le emozioni positive e negative che vi albergano in base al colore che esse assumono ai suoi occhi; talvolta, il misticismo e la lungimiranza le permettono di vedere le cose nascoste e focalizzarsi sulla verità, riuscendo anche a percepire imminenti pericoli o intenti ostili nell'aria, e -in alcuni casi- avendo perfino visioni di sprazzi del futuro.
    Ciononostante, la Sacerdotessa è calma e distaccata, e sa aspettare il tempo giusto per agire, perché la sua purezza interiore le permette di non essere contaminata da sentimenti negativi o alieni, di resistere alle manipolazioni mentali e di riconoscere le parole sincere dalle menzogne -che produrranno al suo orecchio un sibilo serpentino-, distinguendo la realtà dagli inganni e snudando l'apparenza offuscata da illusioni e travestimenti magici, così da poter difendere sé stessa e coloro che a lei si votano; se il destinatario è consenziente, Kalia potrà anche proiettare i suoi pensieri in quelli di un altro o in un oggetto per trasmettergli un messaggio, sotto forma di visioni, suoni o sensazioni.

    [+10% al Mana | Istant-Casting | Percezione Magica | Auspex Spiritico | Empatia | Mindfuck-Alert | Trick Detector | Percezione dei Pericoli | Precognizione (GDR-only) | Lie-Detector | Difesa Mentale Variabile | Telepatia (Variabile)]



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    Figlia del Mare
    Nell'antica mitologia, le Nereidi -conosciute anche col nome di Oceanine- erano creature immortali e di natura benevola, figlie del dio del mare ed ancelle del suo corteo, e pertanto considerate potenti dee delle acque; venivano rappresentate come fanciulle dai lunghi capelli ornati di perle, a cavallo di delfini o cavalli marini, e... fu incontrando una prematura morte nell'abbraccio di acque gelide che la allora giovane Kalia Menethil finì per assomigliarvi: i suoi capelli un tempo biondi hanno assunto il tenue colore del cielo che si specchia nel mare, la sua carne -anziché corrompersi in quella tomba liquida- ha acquisito l'eterna freschezza dell'immortalità, e il suo corpo ha sviluppato una disumana resistenza alla fatica, alla stanchezza, al digiuno e all'assenza di sonno, mentre il mondo al di sotto della superficie ha smesso di essere un ostacolo per il suo respiro o i suoi movimenti, conferendo alle sue movenze un'aggraziata fluidità persino superiore di quando si trova sulla terraferma.
    Tuttavia, l'affinità tra la Dama Azzurra e il suo elemento ha radici ancor precedenti alle sventurate circostanze che posero fine alla sua vita, poiché già in gioventù (quando si occupava delle ragioni di Stato al fianco o in vece di suo padre il Re), c'era chi tra i Senatori la chiamava “sirena”: per l'impatto che la sua presenza esercitava su quanti la rimiravano, ma soprattutto per la capacità che la sua dolcissima e incantevole voce aveva di irretire coi suoi discorsi coloro che l'udivano, ispirando rispetto, saggezza e autorità, sciogliendosi nell’atmosfera, diffondendosi nell’aria come un profumo, fino a trasformare ogni parola conciliante in armonia e luce, accompagnando la forza alla grazia ogni qualvolta si trovava ad esprimere un’opinione o un comando; dopotutto, a causa dei ruoli politici che è sempre stata chiamata a rivestire, Kalia ha dovuto -per forza di cose- imparare a farsi ascoltare, usando l’arte oratoria per rendere incisivi e ragionevoli i propri interventi, e sfruttando i propri talenti naturali per catturare l’attenzione degli interlocutori, rendendo piacevole per loro prestarle udienza.

    [Immortalità | Apnea | Movimenti Subacquei | Voce Ammaliatrice]


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    Sposa del Cielo
    Per via dell'aspetto algido e puro che la fa sembrare una eterea statuina di cristallo, e dei suoi modi sempre gentili come quelli di un angelo premuroso o di una dea benevolente, Kalia possiede un innegabile carisma, capace di catturare l'attenzione di chi si trova alla sua presenza e di toccare l'anima e il cuore delle persone con cui entra in contatto: il senso di tranquillità che promana è paragonabile alla contemplazione di un cielo azzurro, la fiduciosa attrazione che suscita è tale da colmare ogni riserva con un solo sguardo, così come un gesto compassionevole può spezzare la prudenza o la paura nel condividere sentimenti angosciosi per l’inconfessato e inconfessabile desiderio di liberazione... perché oltre a comprendere i motivi e le emozioni che animano gli altri, ispirare in loro sentimenti positivi e rassicuranti è esattamente ciò che fa la differenza tra un'amicizia e una guerra.
    Si dice che “il Cuore abbia le sue ragioni che la Ragione non può comprendere”, e che “la Mente si lasci sempre abbindolare dal Cuore”, ma questo non è che il più felice esito di un’eterna antitesi -quella tra sentimento e logica- che ha ispirato ben più di un artista, e che si trasforma in una coerente armonia quando ci si ritrova al cospetto della Dama: ciò che Ella ispira nel prossimo è un amore disinteressato e un altruismo spassionato, che fanno presa anche sull’uomo più cinico e diffidente, sulla mente protetta dalla logica più spietata, e sul cuore reso più duro dal dolore o dalla rabbia... perché è semplicemente questo ciò che ella stessa prova per prima nel proprio cuore; spesso non è nemmeno possibile comprendere o spiegarsi come ci si ritrovi abbracciati -o colpiti- da questi stati d'animo, perché quando l'Amore vuol parlare, la Ragione deve tacere, e una gentilezza sincera può trascendere i filtri imposti dalla mente, superare le barriere della diffidenza, e colmare il vuoto scavato dal dolore e dalla solitudine.
    Per qualche arcano motivo, da quando è tornata in vita una tenue ma persistente fragranza pare avvolgere la Dama Azzurra ovunque ella sosti o vada; la sua pelle, i suoi capelli, i suoi abiti... tutto di lei pare emettere un dolce profumo di gigli, che segue i suoi passi come una scia e le si spande gentilmente intorno entro un raggio massimo di 10 metri, sortendo effetti rasserenanti su quanti la circondano; l’effluvio floreale sembra ispirare negli altri pensieri nostalgici e dolcemente malinconici, spesso legati alla regressione verso i propri ricordi di infanzia, evocando sentimenti romantici e teneri, che rafforzano il senso di pace che la delicatezza e la gentilezza di Kalia generano nel prossimo - se le circostanze lo permettono, è anche facile che l’essenza di gigli concili il sonno.

    [Malia di Pace | Profumo di Gigli]


    Panacea
    Ponendo le mani su tagli, ferite, lividi e fratture, o anche in corrispondenza di emorragie interne, la Dama Azzurra è in grado di rigenerare i tessuti lacerati e risanare il danno; a patto di aver accesso a tutti i pezzi, le è possibile anche riattaccare i moncherini agli arti menomati, riconnettendo vasi sanguigni, ossa, nervi e muscoli, e ripristinandone perfettamente le funzionalità.
    Naturalmente, il risultato del potere è proporzionale al dispendio di energia, e -per quanto accelerate dalla natura magica del catalizzatore- le cure richiedono del tempo per sortire effetto (specialmente se prestate a ferite serie), quindi non è possibile attuarle nel bel mezzo di una battaglia... a meno che qualcun altro non tenga nel frattempo occupati eventuali aggressori. [GDR-only]
    Consumo: Variabile > Alto

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    Quell'onda di luce che la investì fu, inaspettatamente, fresca e carica di energia, decisamente diversa dal solito. Elysandra non si rese conto di quanto tempo passò in quella luce, ma più a lungo rimaneva investita dall'energia che la invadeva, più si sentiva in forze.
    A ben pensarci, non era mai stata così bene, capace di affrontare il mondo intero per l'eternità.
    La luce sparì pian piano, e mentre spariva la giovane Lyvellin apriva lentamente gli occhi, i quali si ritrovarono ad osservare un soffitto che non riconoscevano, così come la schiena non riconobbe la morbidezza del divanetto sul quale era stesa... era davvero comodo, altro che il letto di casa sua, questo semplice divanetto era decisamente meglio!
    Ely avrebbe voluto chiudere nuovamente gli occhi e sprofondare nella dolce pigrizia, però era tutto fin troppo strano e sconosciuto per fare finta di nulla, anche perché avrebbe dovuto trovarsi... al campo di addestramento, no?
    Sopratutto, sentiva la mano di qualcuno sulla propria fronte, così delicata e morbida, fresca al tocco... Distrattamente, la Lyvellin non potè che pensare che fosse più morbida quella mano che il divanetto. Chiunque fosse la persona che la stava accarezzando, comunque, aveva un anima particolarmente deliziosa e limpida, di grande bellezza ed era sconfinata.
    Più analizzava i propri sensi, più rivelava cose strane e mai sentite prima d'ora, e seppure non era preoccupata dalla presenza che aveva vicino a sè, la giovane ragazza non poteva che chiedersi dove fosse finita, perché era lì e cosa fosse successo.
    La cosa si fece un tantino più inquietante quando le sue piccole narici inspirarono un odore acre e ferroso, un odore che aveva già sentito prima e che non le era mai piaciuto: sangue.
    Con troppe domande in mente, alla Lyvellin non rimanette che spostare le sue iridi di smeraldo verso la dama che le stava accanto, era una donna estremamente bella, dalla chioma azzura e gli occhi di un blu intenso, risaltati dal pallore del suo viso, quella figura così esila la calmava e...
    I pensieri di Elysandra si fermarono per un istante, riesaminò mentalmente gli aspetti caratteristici della dama che aveva accanto, iniziò a vagliare le varie persone che corrispondevano a quella descrizione.
    «M-mia signora?» disse con un filo di voce Elysandra mentre spalancava gli occhi, incredula di essere al cospetto dell'Alfiere del Presidio dell'Est, o almeno così credeva.
    La Lyvellin tentò di mettersi a sedere, il cuore iniziò a battere più veloce dall'emozione di trovarsi vicino alla persona più importante del Presidio, e in un solo istante la mente della fanciulla dalla bionda chioma iniziò a farsi mille domande, dal chiedersi se avesse il vestito adatto o se avesse fatto una pessima figura, o ancora... magari aveva combinato problemi così grandi da richiedere l'intervento della Dama Azzura? Che accidenti aveva combinato? Forse avrebbe dovuto chiedere direttamente perdono, per precauzione, e anche solo per il fatto per averla disturbata con la sua sola presenza.
    «Io... i-io le...» si bloccò all'improvviso quando un altro pensiero le fulminò la mente: non aveva dato modo alla Dama di dire nulla, parlare per prima forse l'avrebbe offesa, forse rimanere muti sarebbe stato perfino peggio... doveva inchinarsi? Ma in tal caso avrebbe dovuto alzarsi dal divanetto senza il suo permesso!
    La mente della povera Elysandra entrò rapidamente nel pallone, tra il tentare di bofonchiare parole e l'osservare, stupita, la Dama Azzura che si trovava lì, a pochi centimetri da lei.
    Mai si sarebbe aspettata una situazione simile, sperava solo di non fare altre pessime figure, tipo svenire dall'emozione davanti ai suoi occhi.

     
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    Non passò molto prima che la fanciulla dette segno di star rinvenendo: la Castellana stava ancora delicatamente scostando i ciuffi biondi dalla fronte imperlata di sudore della giovane quando occhi verdi come la giada si schiusero dietro il velo della palpebre, contemplando un soffitto sconosciuto per un lungo momento.

    Lasciandole spazio per acclimatarsi a quella nuova situazione con i propri tempi, la Dama Azzurra osservò l'altra fiutate l'aria, forse disturbata dall'aroma ferruginoso del sangue che doveva sentirsi addosso e che probabilmente si ergeva al di sopra del più delicato profumo floreale che invece da lei si dipanava; tuttavia, non appena l'ospite le rivolse l'attenzione, sbarrando gli occhi con fare un po' sconcertato, l'altra fu pronta a rassicurarla, accogliendo quello sguardo con un sorriso benevolo.


    «M-mia signora? Io... i-io le...»

    Allarmata, la bionda fece per scattare a sedere, e Kalia cercò di trattenerla sollevando le mani e rivolgendole i palmi e... in qualche modo, quella muta richiesta funzionò straordinariamente bene, dal momento che la fanciulla si congelò sul posto, rivolgendole un'occhiata smarrita; trovandola teneramente buffa, la donna cerulea piegò nuovamente le labbra in un dolce sorriso.

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    « Ben svegliata, cara; spero di non averti spaventata. »
    salutò gentilmente l'Alfiere, ritraendosi un po' per lasciarle spazio
    « Come ti senti? Ti fa male da qualche parte? »

    E restando inginocchiata sul tappeto, accoccolata tra le pieghe della gonna, disposte attorno a sé come la corolla di un fiore capovolto, la Castellana attese serenamente una risposta.

     
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    Nonostante il disagio che Elysandra sentiva, il sorriso della Dama Azzurra la tranquillizzò parecchio, quantomeno quel che bastava per esprimere delle frasi di senso compiuto e per compredere le parole della sua guaritrice.
    « Ben svegliata, cara; spero di non averti spaventata. » non era solo il sorriso, ma anche la sua dolce voce allietava la mente della povera cavaliera, che ancora non aveva compreso cosa fosse successo e come ci fosse arrivata dall'Alfiera dell'Est.
    « Come ti senti? Ti fa male da qualche parte? »
    Elysandra tentò di ricomporsi come meglio poteva, si sistemò velocemente i capelli dorati per fare un po' di posto sul divanetto per la gentile signora, anche se in realtà avrebbe preferito alzarsi completamente.
    Però non era ancora sicura, seppur si sentisse bene, tutto quel sangue non le faceva presagire bene.
    «Assolutamente, mia signora, anzi: la ringrazio infinitamente per avermi soccorso e le chiedo scusa per averla importunata, mi sento bene e non ho dolori, solo che.... non ricordo quello che è successo: dovevo esser sottoposta ad una prova per entrare nei Cavalieri Celesti...» Elysandra si bloccò, aveva la mente annebbiata, aggrottò la fronte come se questo l'aiutasse a ricordare meglio, ma riuscì solamente a recuperare solo frammenti nebbiosi del passato. Mentre rifletteva, gli occhi della Lyvellin caddero sulle numerose macchie di sangue che imbrattavano i suoi vestiti, non potè che sgranare nuovamente gli occhi: aveva combattuto un mostro? Cosa l'aveva ridotta in quello stato? E soprattutto la Dama Azzura l'aveva guarita senza alcuna difficoltà, completamente! La ragazza si toccò, quasi incosciamente, sulle parti che si trovavano sotto le macchie di sangue, ricevendo così conferma che era guarita del tutto.
    Era meravigliata dalle capacità dell'Alfiera, Elysandra era capace di curare piccole ferite o alcuni tagli, richiamò una flebile luce dalla mano destra, che si trovava in una delle macchie di sangue più grandi, e rimase impressionata dal constatare come la sua magia non riusciva nemmeno a coprire interamente il liquido rappreso sui suoi vestiti.
    «Le vostre cure sono davvero miracolose, mia Signora.»

     
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    Affrettandosi a ricomporsi come meglio le consentivano i suoi mezzi al momento, ravviandosi i capelli d'oro e lisciandosi la stoffa degli abiti, la giovane ospite si raddrizzò sul divanetto e si tirò da una parte, facendo posto alla padrona di casa in un muto invito per questa ad accomodarsi a sua volta; sorridendo in maniera gentile, la Castellana mosse un garbato cenno di diniego col capo e si levò in piedi, rimanendo davanti alla sua interlocutrice, con la schiena ben dritta e le mani serenamente intrecciate in grembo.

    «Assolutamente, mia signora, anzi: la ringrazio infinitamente per avermi soccorso e le chiedo scusa per averla importunata, mi sento bene e non ho dolori, solo che.... non ricordo quello che è successo: dovevo esser sottoposta ad una prova per entrare nei Cavalieri Celesti...»

    Nel tentativo di rievocare gli ultimi eventi nella sua memoria, la fanciulla si accigliò un poco, lasciando vagare gli occhi verdi sulle macchie di sangue che le imbrattavano i vestiti, ed evocando un bagliore arcano nella propria mano, in corrispondenza delle ferite che doveva aver riportato durante l'addestramento; vedendola così assorta in quello sforzo di concentrazione, Kalia ristette in silenzio per un altro momento, già mettendo ordine nei propri pensieri e pesando le parole che avrebbe dovuto sceglier per spiegarle tutto quanto.

    «Le vostre cure sono davvero miracolose, mia Signora.»

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    « Ti ringrazio, cara fanciulla, ma... in realtà ho ben poco merito: come tutti i talenti, i miei poteri sono un dono; io cerco soltanto di farne un buon uso. »
    sorridendo a quella giovane, l'Alfiere inclinò il capo in un leggero inchino
    « So che hai subito degli infortuni durante l'Addestramento a Taldor, e uno dei miei Cavalieri ti ha condotta qui per ricevere tempestivamente delle cure. »
    spiegò brevemente la donna cerulea, inclinando un poco la testolina azzurra da una parte
    « Prima che ti racconti in dettaglio le circostanze che ti hanno portata qui, mi farebbe piacere conoscere il tuo nome – e invitarti a restare per il thé come mia ospite, se ti va. »

     
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    La Dama Azzurra rifiutò cortesemente il posto offerto da Elysandra, anzi si alzò da terra e stette nobilmente davanti a lei, con la schiena dritta e lo sguardo amorevole.
    « Ti ringrazio, cara fanciulla, ma... in realtà ho ben poco merito: come tutti i talenti, i miei poteri sono un dono; io cerco soltanto di farne un buon uso. »
    Probabilmente era vero, eppure Elysandra non poté che ammirare le abilità e i poteri della Regina dell'Est, e naturalmente non poté fare altro che costatare quanto lei stessa fosse ben lontana da raggiungere il suo livello.
    In ogni caso, la giovane Lyvellin si sentì in dovere di alzarsi anche lei dal divanetto, se l'Alfiere stava in piedi, non c'era alcuna ragione al mondo perché una semplice nobilotta stesse seduta.
    « So che hai subito degli infortuni durante l'Addestramento a Taldor, e uno dei miei Cavalieri ti ha condotta qui per ricevere tempestivamente delle cure. Prima che ti racconti in dettaglio le circostanze che ti hanno portata qui, mi farebbe piacere conoscere il tuo nome – e invitarti a restare per il thé come mia ospite, se ti va. »
    « Sì!» Elysandra rispose di getto, non ci pensò due volte, mentre ascoltava le parole della Dama quasi non credeva che stesse succedendo davvero, eppure ora eccola là, con la persona più gentile e nobile del Regno che le offriva un thè.
    Se il cuore aveva iniziato a battere più veloce, probabilmente un velo di rosso dipinse il chiaro volto di Elysandra, la quale si accorse sempre dopo qualche istante che si stava comportando in maniera sgarbata, inchinò il capo e tossí leggerissimamente.
    «E-emh, le chiedo venia per la mia maleducazione. Mi chiamo Elysandra, ultimogenita della famiglia Lyvellin di Shea, vassalli della nobile famiglia DuLac. Sarebbe un vero onore per me accettare il vostro invito, mia Signora, ma ho paura di rovinarvi la bevanda con questi miei indumenti, reduci dall'addestramento»


     
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    Con un entusiasmo che rallegrò il sorriso della Dama Azzurra, e un ben salubre colorito sulle gote pallide, la giovane ospite scattò in piedi alla svelta, raccogliendo l'invito che le era stato offerto.

    « Sì! E-emh, le chiedo venia per la mia maleducazione. »
    esordì, inutilmente preoccupata di aver fatto qualcosa di sbagliato
    « Mi chiamo Elysandra, ultimogenita della famiglia Lyvellin di Shea,
    vassalli della nobile famiglia DuLac. »


    Nell'intavolare le presentazioni formali, la Castellana trovò l'immediato riscontro dei nobili natali della fanciulla nei suoi modi cortesi e confacenti all'etichetta-, ma nell'apprenderne la provenienza dalla Regione delle Sorgenti Celesti, e ricordando del legame della famiglia Lyvellin con i Protettori di Shea, non poté fare a meno di chiedersi che tipo di rapporti avesse quella giovane con Lance: al suo arrivo, il Cavaliere si era dimostrato abbastanza preoccupato (relativamente a quelli che erano i suoi standard espressivi, ovviamente), e il pensiero che lo fosse stato ad un livello più personale di quello che i suoi doveri gli imponevano...

    « Sarebbe un vero onore per me accettare il vostro invito, mia Signora, ma ho paura di rovinarvi la bevanda con questi miei indumenti, reduci dall'addestramento»

    Prima ancora che l'Alfiere dell'Est potesse dar voce al cruccio che le aveva increspato la fronte liscia con un cipiglio dispiaciuto, e addolcito lo sguardo blu zaffiro in un'espressione conciliante, un lieve bussare alla porta del Salottino richiamò la sua attenzione: una volta dato il via libera con una sola parola, i doppi battenti si schiusero per lasciar entrare un carrello d'argento, carico di porcellane e vettovaglie - e un paggio dietro di esso.

    Non appena la Regina ebbe accolto il servitore con un sorriso e qualche parola di ringraziamento, e gli ebbe riservato un cenno di invito a procedere verso la porta-finestra che affacciava su una graziosa terrazza, quello cominciò con perizia e velocità ad allestire il tavolino della balconata per una sontuosa cerimonia del thé mentre Kalia tornava a rivolgersi alla sua ospite.


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    « Non abbiate timore di questo: non è l'abito a definire il valore di una persona, Lady Elysandra, né la piacevolezza della sua compagnia; inoltre... Ritengo sia in parte una mia responsabilità il fatto che vi siate ritrovata in queste condizioni. »
    esordì calma la Dama, preannunciando uno degli argomenti della conversazione
    « Per tale ragione, mi starebbe particolarmente a cuore potervi presentare al più presto delle spiegazioni e delle scuse per quanto accaduto, ma... non intendo naturalmente trattenervi contro la vostra volontà. »

    In maniera mite ed accomodante, la Dama Azzurra sorrise alla fanciulla bionda, rimanendo pacatamente in attesa della sua risposta; in vero, sperava di averla incuriosita almeno quel tanto che bastava a spingerla a rimanere, ma se avesse avuto ancora reticenze di sorta per via del suo vestiario, non avrebbe sollevato alcuna obiezione a lasciarla andare: l'ultima cosa che in cuor suo Kalia avrebbe potuto desiderare era costringere una così cara giovane in una qualche situazione di disagio.

     
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    Mentre la Lyvellin presentava i suoi nobili natali alla Dama Azzurra, un inserviente bussò alla porta e, dopo aver ricevuto l'ordine dalla Regina, entrò nella stanza con tutto il necessario per preparare la cerimonia del thé, che si sarebbe svolta sulla terrazza che si trovava vicino alla finestra.
    Di per sè, la giovane Elysandra non aveva mai avuto intenzione di rifiutare l'invito della sua salvatrice, men che meno ora che il servo stava preparando il tutto sotto i suoi occhi! Sarebbe stato troppo scortese rifiutare.
    «Non abbiate timore di questo: non è l'abito a definire il valore di una persona, Lady Elysandra, né la piacevolezza della sua compagnia; inoltre... Ritengo sia in parte una mia responsabilità il fatto che vi siate ritrovata in queste condizioni. »
    La cavaliera ascoltò con attenzione le parole di Kalia, si sentì sollevata quando capì che lo stato in cui si trovava non sarebbe stato di alcun fastidio, non rimaneva che abituarsi a quel tenue odore di sangue e sarebbe scomparso del tutto, magari prima di inficiare il gusto del thé.
    Ma perché la Dama Azzura si prendeva la responsabilità delle condizioni in cui si trovava? Ora la Lyvellin era un po' confusa, non ricordava di averla vista a Taldor o nel campo di addestramento, sarebbe stato impossibile non notarla... E allora di cosa stava parlando?
    «Per tale ragione, mi starebbe particolarmente a cuore potervi presentare al più presto delle spiegazioni e delle scuse per quanto accaduto, ma... non intendo naturalmente trattenervi contro la vostra volontà. »
    Ora Elysandra aveva decisamente tutti i motivi per rimanere, non che ne avesse veramente bisogno, si elargì quindi in un altro inchino-
    «Accetto con gioia il suo invito, Mia Signora, d'altronde è sempre stato un mio desiderio fin da bambina incontrarla di persona. Non so cosa sia accaduto, ma so con certezza che si sia trattato di un incidente che, malauguratamente, ho dato inizio con la mia goffagine. Sono io che le chiedo venia, e la ringrazio per l'onore che mi sta offrendo.»

     
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    Fortunatamente -in risposta alle parole che la donna cerulea le aveva rivolto-, la fanciulla dai capelli biondi parve mettere da parte le proprie preoccupazioni e accettare l'invito per il thé, e mentre il paggio ultimava gli allestimenti per la tavola e si dirigeva alla porta dopo essersi educatamente congedato dalle due Dame, la giovane Lyvellin prese la parola.

    «Accetto con gioia il suo invito, Mia Signora,
    d'altronde è sempre stato un mio desiderio fin da bambina incontrarla di persona.»

    asserì, prodigandosi in un inchino
    «Non so cosa sia accaduto, ma so con certezza che si sia trattato di un incidente che, malauguratamente, ho dato inizio con la mia goffaggine. Sono io che le chiedo venia, e la ringrazio per l'onore che mi sta offrendo.»

    « Ti sono molto riconoscente per la tua disponibilità e la tua comprensione. »
    replicò la Castellana, inchinandolesi di rimando e rivolgendole un sorriso
    « Prego, accomodati da questa parte. »

    Facendo strada attraverso il budoir, la Dama Azzurra superò le doppie ante già spalancate delle porte-finestre e scortò la propria ospite fino all'ampio terrazzo di marmo bianco, affacciato sui verdi e lussureggianti giardini del Maniero, sormontato da un limpidissimo cielo turchino e senza nubi, e naturalmente ombreggiato dal sole smagliante del giorno per merito delle architetture del castello.

    Lì, le attendeva un bel tavolo rotondo, vestito di una candida tovaglia lavata di fresco e circondato da alcune seggiole imbottite, imbandito da un elegante servizio di porcellane bianche e blu -teiera, lattiera, tazzine e piattini-, cucchiaini e zuccheriere d'argento, tovaglioli di candida stoffa ricamata, ma soprattutto
    dolci.

    jpg

    « Servitevi pure e non fate complimenti: spero tanto siano di vostro gradimento. »
    esordì gentile non appena si furono accomodate entrambe; poi, entrò in argomento
    « Dunque... Lady Elysandra, so che avete sostenuto il vostro Addestramento a Taldor con il Segretario Ivan, non è vero? Ricordate cos'è successo? »

    E sorseggiando thé caldo e profumato dalla sua tazzina,
    Kalia attesa quella risposta per decidere come organizzare l'esposizione degli eventi.

     
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    Quando il servitore ebbe finito di preparare il tavolo, e dopo essersi congedato dalle due donne, la Dama Azzurra precedette Elysandra sul terrazzo. Era un posto davvero meraviglioso, il giardino del Maniero era di un verde acceso e fresco, il cielo era limpido come non mai e il sole era bello alto, era un luogo pacifico e rilassante. La cavaliera osservò quell'ambiente per diversi istanti, perdendosi nella natura interna del castello, magari avrebbe potuto riarrangiare il giardino di casa propria affinché assomigliasse a questo.
    Il tavolino, invece, era ben preparato, vi era tutto il necessario affinché non mancasse nulla alla cerimonia del tè, tra cui anche diversi dolci dall'aspetto invitante per accompagnare la bevanda.
    Era da un sacco di tempo che non mangiava dolci...
    « Servitevi pure e non fate complimenti: spero tanto siano di vostro gradimento. »
    Elysandra guardò la Dama e la ringraziò con un sorriso e con un cenno del capo, e visto che Lady Kalia l'aveva appena inviata a servirsi, la Lyvellin allungò la mano per prendersi un biscotto che aveva adocchiato da prima e che sembrava assai invitante.
    « Dunque... Lady Elysandra, so che avete sostenuto il vostro Addestramento a Taldor con il Segretario Ivan, non è vero? Ricordate cos'è successo? »
    Ely fece giusto un piccolo morso, facendo attenzione a non fare briciole, poi appoggiò il biscotto sopra un fazzoletto mentre finiva di deglutire.
    « Si, mia Signora: sono stata condotta da messer Ivan al campo di addestramento per affrontare la prova, ma purtroppo non ricordo l'incidente: il combattimento era appena iniziato, ricordo che ero riuscita a sbilanciarlo e a farlo cadere e...» Ely aggrottò la fronte nel tentativo di ricordare, nel recuperare quell'episodio che la memoria si ostinava a non fare riemergere.
    « Io... Credo di essergli saltato addosso per colpirlo con lo scudo in pieno volto, forse... Probabilmente gli ho rotto il naso.» la giovane fanciulla abbassò man mano la voce e lo sguardo, sentendosi in colpa delle sue azioni. Aveva esagerato.
    « Ho esagerato, e per questo ho ferito il signor Segretario, vi chiedo venia per la mia condotta e, appena ne avrò l'occasione, porrò le mie scuse anche a Sir Ivan.» con lo sguardo ancora basso, Elysandra tentò di recuperare qualche altra informazione e... Gli venne in mente che aveva percepito la sua anima in maniera... Strana. Nel riportare quell'indizio, alzò d'istinto lo sguardo.
    « Ricordo pure di aver percepito qualcosa di strano nella sua anima, sembrava oscura e... Pericolosa.»
    Appena finí di parlare, si rese conto che poteva sembrare di star parlando con una pazza visto che la Dama non sapeva della sua capacità di percezione.
    « Emh, fin da piccola sono sempre stata in grado di percepire spiriti e anime, nella mia famiglia sono l'unica ad avere tale capacità.» aggiunse subito dopo, sperando di non aver fatto una pessima figura.

     
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    La giovane ospite accettò di buon grado l'offerta della donna cerulea, e nel vederla assaggiare graziosamente un biscotto, Kalia si ritrovò a sorridere con la stessa benevolenza che riservava ai bimbi di Miséricorde – come la pacifica vecchina che in verità era, ma che il suo aspetto fresco di eterna fanciulla rendeva impossibile immaginare.

    Aggrottando le sopracciglia in uno sforzo di concentrazione, la bionda ripercorse con la memoria i momenti del suo addestramento sulla terra rossiccia dei campi di Taldor, ma... la voce di Elysandra andò facendosi sempre più sommessa -forse tormentata da un qualche senso di colpa crescente-, e anche le iridi smeraldine finirono per abbassare man mano il tiro, scivolando sulla candida tovaglia che rivestiva il ripiano tavolino.


    « Ricordo pure di aver percepito qualcosa di strano nella sua anima,
    sembrava oscura e... Pericolosa. »


    Nell'udire quella dichiarazione, la Castellana non poté fare a meno di sbarrare un istante gli occhi blu e serrare un poco le labbra morbide, ma la sua reazione sorpresa non era da imputarsi alla rivelazione di quelle impressioni sul conto di Ivan, quanto alla scoperta delle capacità mistiche che la giovane Lyvellin doveva possedere. Probabilmente, però, la cosa risultò fraintendibile, visto come l'altra sollevò il capo di scatto, quasi giustificandosi.

    « Emh, fin da piccola sono sempre stata in grado di percepire spiriti e anime,
    nella mia famiglia sono l'unica ad avere tale capacità.»


    Per chiarire il malinteso, e con l'intento di rincuorarla, Kalia portò la destra a sovrapporsi a quella della ragazza, cercando di conciliarne le insicurezze con un sorriso comprensivo e un tocco carezzevole sul dorso della di lei mano.

    « Che il vostro cuore non si turbi, Lady Elysandra, perché tutte le vostre capacità sono un dono... e per quanto è vero che talvolta succederà che ciò non sia compreso, sappiate che non dovete mai ed in alcun modo sentirvene in difetto.

    A volte essere diversi può far sentire isolati, ma non è mai davvero così: sempre, da qualche parte, qualcuno combatte in segreto le nostre stesse battaglie... è anche e soprattutto per loro che non bisogna permettere che le virtù restino celate. »


    Con calma -sperando di non essere risultata troppo invadente con quel suo gesto-, la Regina ritirò la mano, interrompendo il contatto fisico e tornando a circondare con le dita la propria tazza, per assaporare in via indiretta il delizioso calore del profumato liquido ambrato: provando a scegliere le parole più adatte a raccogliere l'argomento dal giusto angolo, si prese un istante per ordinare le idee, ma... con un mezzo sospiro, sollevando la ceramica e sorbendovi un sorso di thé, Kalia si convinse che sarebbe stato opportuno arrivare al nocciolo della questione nel modo più diretto possibile.

    jpg« Ciò di cui sto per parlarvi è vostro diritto conoscerlo, ma...
    Al contempo, vi chiederei la cortesia di tenerlo in considerazione con un certo riserbo. »

    esordì, come premessa, spostando gli occhi di zaffiro sul viso della ragazza
    « Il fatto è che... la causa del vostro incidente è strettamente legata ad un delicato problema del Segretario Braginsky; dovete sapere che lui e suo fratello sono rifugiati, giunti ad Est alcuni anni fa dal vicino Presidio Settentrionale: erano rampolli di una casata nobile di Najaza. »
    narrò, abbassando malinconicamente lo sguardo sulla tazzina di porcellana
    « È stato Victor -il più giovane- a prendere la decisione di portare suo fratello via dal Nord: a quanto pare, là gli è successo qualcosa che lo ha cambiato, e... non mi è stato possibile capire con chiarezza come sia accaduto o perché, dato che Victor non era presente e Ivan ha ricordi annebbiati in merito. »

    Con un sospiro addolorato, la Dama Azzurra cercò di contenere la sincera preoccupazione e il profondo rammarico che le veniva naturale nutrire per gli abitanti del Presidio, a cui era ormai da secoli devota come una madre: dopotutto, il fatto di non essere riuscita a rimuovere completamente la macchia scura che era rimasta aggrappata all'anima del Segretario, ricadeva sulle sue spalle come una colpa pesante quanto un macigno.

    « Non conoscendo le circostanze, posso solo fare delle ipotesi, ma... penso di poter affermare con certezza che Ivan sia entrato in contatto con qualche entità demoniaca, e quelle sensazioni che hai percepito ne sono probabilmente una conseguenza. »
    con un sospiro, Kalia tornò ad appuntare lo sguardo blu in quello verde dell'ospite
    « So che il suo aspetto può incutere timore, ma Ivan non è affatto cattivo: in vero, è un gigante gentile; i miei poteri e la Canzone del Vento hanno in buona parte esorcizzato gli influssi più nefasti, ma... qualcosa nel vostro scontro deve aver scatenato una reazione.

    Non so se riuscirai a perdonarlo, ma... spero tu possa riuscire a non portargli rancore. »

     
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    Mentre parlava, Elysandra non si accorse del lieve stupore che apparve sul volto della Regina, ma restò quasi totalmente paralizzata quando la Signora mise la mano destra sulla sua per confortarla, però si sciolse subito godendosi quel tocco materno. La Lyvellin ascoltò con attenzione le parole della Regina, anche se fu inevitabile alle moltitudini di difficoltà che Ely aveva vissuto a causa di questa sua abilità: incubi, smarrimento, isolamento...
    Almeno finché la madre priora non le aveva dato accesso al tempio e non l'aveva presa come aiutante, era una delle poche persone esterne alla sua famiglia a vederla con un potenziale.
    Per quello aveva deciso di entrare nei Cavalieri Celesti, per fare in modo che il suo dono non fosse limitato a Shea, così che potesse raggiungere più persone possibili.
    Quando Kalia finì di parlare ritirò anche la preziosa mano, e così come prima, Elysandra avrebbe tanto voluto che quel contatto continuasse, era fin troppo simile al tocco della propria anziana madre... In ogni caso, dopo il discorso di incoraggiamento, la Regina bevve un sorso del tè e Elysandra fece altrettanto, decise di non rispondere subito alle parole della Sovrana perché sembrava pensierosa, come se stesse soppesando altre parole: che avrebbero finalmente parlato di quello che era successo durante la prova con Sir Ivan?
    Però la Lyvellin non potè non sorridere a quella donna così gentile e paziente.
    « Ciò di cui sto per parlarvi è vostro diritto conoscerlo, ma...
    Al contempo, vi chiederei la cortesia di tenerlo in considerazione con un certo riserbo. Il fatto è che... la causa del vostro incidente è strettamente legata ad un delicato problema del Segretario Braginsky; dovete sapere che lui e suo fratello sono rifugiati, giunti ad Est alcuni anni fa dal vicino Presidio Settentrionale: erano rampolli di una casata nobile di Najaza. È stato Victor -il più giovane- a prendere la decisione di portare suo fratello via dal Nord: a quanto pare, là gli è successo qualcosa che lo ha cambiato, e... non mi è stato possibile capire con chiarezza come sia accaduto o perché, dato che Victor non era presente e Ivan ha ricordi annebbiati in merito.»

    La cavaliera ascoltò con attenzione e serietà le rivelazioni della Dama Azzura, le sue parole coincidevano con le sensazioni che la giovane aveva avuto durante il primissimo incontro con Sir Ivan, tuttavia rimase un po' sconcertata nell'apprendere che neppure lei, la Protettrice dell'Est, non era riuscita a capire quale male si celasse nel povero segretario.
    Magari poteva fare qualcosa lei, con il suo dono? Fu un singolo pensiero che attraversò la mente di Ely, ma che fu quasi subito messo a tacere: aveva a malapena il controllo di quell'abilità, e se nemmeno la persona più potente dell'Est era riuscita a fare qualcosa, che possibilità aveva lei?
    La regina sospirò con amarezza, e fu un sospiro che entro dentro la giovane ragazza come un pesante colpo di spada: vedere Kalia così... demoralizzata e preoccupata - anche se non lo dava a vedere - era un grosso peso.

    «Non conoscendo le circostanze, posso solo fare delle ipotesi, ma... penso di poter affermare con certezza che Ivan sia entrato in contatto con qualche entità demoniaca, e quelle sensazioni che hai percepito ne sono probabilmente una conseguenza.»

    La Lyvellin forse impallidì per qualche istante, tornarono in mente la moltitudine di incubi che la tennero sveglia per parecchie notti, così come quelle presenze spiacevoli che tentavano, di soppiato, di avvicinarsi alla propria, di anima. Essere contaminati da una creatura così spregevole... non poteva sapere con precisione come potesse essere, ma sapeva per certo che era qualcosa di molto grave.

    «So che il suo aspetto può incutere timore, ma Ivan non è affatto cattivo: in vero, è un gigante gentile; i miei poteri e la Canzone del Vento hanno in buona parte esorcizzato gli influssi più nefasti, ma... qualcosa nel vostro scontro deve aver scatenato una reazione.

    Non so se riuscirai a perdonarlo, ma... spero tu possa riuscire a non portargli rancore.»


    La Regina aveva detto parecchie cose, molte delle quali spiacevoli, in quell'istante Ely avrebbe voluto più che mai che la Dama la prendesse nuovamente per mano, ma aver scorto quel lampo di preoccupazione e rammarico... Come poteva non fare qualcosa per darle una mano? E Sir Ivan, così gentile, eppure con un peso del genere sul proprio cuore? Con gli anni, Elysandra si era sempre più affidata sulla propria percezione delle anime per conoscere le persone, convinta che fosse un metodo sicuro per non farsi abbindolare dalle presenze.
    A quanto pare, però, anche così aveva giudicato erroneamente una persona.
    Si fece coraggio.
    «Mia dolce Signora, non posso perdonare qualcuno che non ha colpe, non posso portare rancore ad una persona sofferente che non ha commesso alcun male.» disse inizialmente, aveva lo sguardo chino sulla propria tazzina, ma poi alzò il capo e incontrò gli occhi della Dama Azzura «Io non sono che una donna che ha appena intrapreso il cammino della cavalleria, non conosco appieno il dono che posseggo, ma non posso restare a guardare Sir Ivan mentre il suo spirito è occupato da un demone oscuro. Io... non so quanto potrò essere utile, paragonata a lei i miei poteri non sono che infimi, ma farò il necessario per aiutare il segretario.» gli occhi di smeraldo erano decisi, ora che era al corrente di cosa stava succedendo, non poteva fare semplicemente finta di niente, ma come fare? Probabilmente avrebbe dovuto studiare meglio l'interazione che poteva avere con i vari spiriti visto che fino ad ora era stata solo in grado di percepirli.
    Forse la sua insegnante sapeva qualcosa.
    «Potrei chiedere alla mia vecchia maestra, Madre Elisabeth: lei mi ha aiutato ad apprendere la mia magia, è stata la prima a fornirmi gli strumenti per poter combattere il dolore. Magari conosce qualcosa che ci può essere utile.»

     
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    «Mia dolce Signora, non posso perdonare qualcuno che non ha colpe, non posso portare rancore ad una persona sofferente che non ha commesso alcun male. Io non sono che una donna che ha appena intrapreso il cammino della cavalleria, non conosco appieno il dono che posseggo, ma... »
    esordì la fanciulla, sollevando gli occhi ad incontrare quelli dell'altra
    « ...non posso restare a guardare Sir Ivan mentre il suo spirito è occupato da un demone oscuro. Io... non so quanto potrò essere utile, paragonata a lei i miei poteri non sono che infimi, ma farò il necessario per aiutare il segretario.»

    Mentre una rinvigorita determinazione avvampava nello sguardo verde della Cavaliera, la Dama Azzurra non poté evitare che un sorriso lieto le ridisegnasse la curva morbida delle labbra, dando forma concreta al sollievo e alla speranza -un po' commossa- che le suscitava ogni volta apprendere che nel mondo esistessero ancora persone capaci di provare empatia verso i tormenti del prossimo; inoltre, come se quella dichiarazione di nobiltà d'animo non fosse sufficiente, la giovane Lyvellin stava finanche già proiettandosi nel futuro, col proposito di prodigarsi alla ricerca di una soluzione per risolvere la condizione di Ivan.

    Magari, ora che conosceva il suo problema, la ragazza bionda sarebbe forse riuscita a superare la paura istintiva che il Nordico suscitava negli altri, divenendo persino una buona amica per il Segretario dalla sinistra presenza.


    «Potrei chiedere alla mia vecchia maestra, Madre Elisabeth: lei mi ha aiutato ad apprendere la mia magia, è stata la prima a fornirmi gli strumenti per poter combattere il dolore. Magari conosce qualcosa che ci può essere utile.»

    « Il vostro proposito è quantomai nobile, Lady Elysandra, e vi sono riconoscente già solo per il pensiero che vi date; naturalmente, se vi viene in mente qualche rimedio, non ho riserve verso la vostra volontà di investigare la faccenda, ma... »
    con un sospiro un poco afflitto, la donna si concesse una pausa prima di proseguire
    « ...in questo come in molti altri casi, studiare la malattia è spesso più proficuo del cercare semplicemente una cura, e mi risulta purtroppo personalmente difficile realizzare la possibilità di recarmi a Nord per indagare le cause del- »

    Toc - Toc – Toc

    Il ticchettio secco e nitido di tre netti rintocchi alla porta interruppe la conversazione, dirottando l'attenzione di entrambe le fanciulle all'interno del salottino, in direzione delle doppie porte chiuse; senza troppa sorpresa, dopo aver scoccato un'occhiata enigmatica alla bionda, la Castellana replicò comandando il via libera, e -subito- i battenti si schiusero per lasciar passare la figura solenne ed elegante di un Cavaliere ben noto ad entrambe.

    « Eccoti qui, Lance! Cominciavo a chiedermi dove fossi... »
    lo salutò gentilmente l'Alfiere, muovendogli un cenno di invito

    jpg
    « Mia Regina, perdonate il riardo: sono stato trattenuto. »
    esordì l'albino, omaggiando entrambe le dame con un inchino
    « Lady Lyvellin, sono lieto di ritrovarvi in salute. »

    Sebbene l'ampio mantello gli drappeggiasse al di là delle spalle, nascondendolo in parte alla vista, mentre l'uomo si avvicinava fu inevitabile per gli sguardi delle due notare la vivida macchia di colore che con tanta squillante allegria spiccava sull'algido candore che il Cigno irradiava: nella destra, il Protettore di Shea stringeva un bel girasole dalla corolla gialla, e fu senza troppe cerimonie che l'albino porse il fiore alla fanciulla dai capelli dorati.

    « Questo è per voi, da parte del Segretario Braginsky.
    Ve lo manda con tutti gli auguri di una pronta guarigione. »

     
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    Mentre Elysandra parlava e ragionava sulla tragica problematica di Ivan, la cavaliera non si accorse del gentile sorriso della Dama Azzurra.
    « Il vostro proposito è quantomai nobile, Lady Elysandra, e vi sono riconoscente già solo per il pensiero che vi date; naturalmente, se vi viene in mente qualche rimedio, non ho riserve verso la vostra volontà di investigare la faccenda, ma... » Ely fu felice che la Regina avesse dato alla Lyvellin il via libera alla sua idea, stava già progettando quando e dove incontrare la madre priora, però fu interrotta dal "ma" di Kalia.
    « ...in questo come in molti altri casi, studiare la malattia è spesso più proficuo del cercare semplicemente una cura, e mi risulta purtroppo personalmente difficile realizzare la possibilità di recarmi a Nord per indagare le cause del- » la giovane cavaliera iniziò a riflettere sulle parole della sua interlocutrice, e si annotò mentalmente di doversi poi dirigere al Presidio Nord, magari avrebbe trovato una pista lì.
    Però qualcuno aveva appena bussato alla porta, interrompendo la discussione tra le due donne e spostando la loro attenzione alle porte.
    Quando Kalia diede il permesso di entrare, Sir Lance entrò nella stanza, elegante e stoico come al solito.
    Il Cavaliere del Lago e la Regina si scambiarono alcune parole, e mentre Lance si appresta a salutare entrambe le donne con un inchino, la Lyvellin si alzò dal tavolo e rispose con un inchino a sua volta, leggermente in disagio per le condizioni in cui versava davanti al proprio superiore.
    « Lady Lyvellin, sono lieto di ritrovarvi in salute. »
    « La ringrazio per la sua premura, mio Signore.»
    Rispose Elysandra ancora inchinata, e alzandosi si ritrovò il cavaliere che le stava porgendo il girasole che prima aveva scorto, ma che non aveva prestato molta attenzione.
    Fu un gesto inaspettato, tentò di razionalizzare velocemente quel che stava succedendo e si ritrovò ad arrossire e a trattenere il fiato.
    « Questo è per voi, da parte del Segretario Braginsky.
    Ve lo manda con tutti gli auguri di una pronta guarigione. »

    Ma certo, aveva pensato male, non avrebbe mai potuto succedere una cosa del genere... All'improvviso, poi.
    « Oh. » escalmò Elysandra, anche se non sapeva nemmeno lei se fosse delusa o sorpresa della cosa, e se prima aveva trattenuto il fiato per un istante, riprese a respirare normalmente.
    « Vi ringrazio per avermi portata tale dono da parte del segretario, appena possibile gli farò visita per ringraziarlo a dovere.»
    disse Ely mentre prendeva il fiore e se lo portava vicino il naso per odorarlo.
    « È davvero bello, messer Ivan è stato davvero gentile.»



    Edited by Templare_Bren - 16/5/2019, 10:18
     
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    « La ringrazio per la sua premura, mio Signore.»

    Scattando in piedi, la fanciulla bionda ricambiò l'inchino che l'albino le aveva rivolto, ma nel tornare a raddrizzarsi nella propria altezza, Elysandra si trovò davanti il girasole che le veniva porto, e... arrossì, in una maniera che Kalia trovò rivelatrice; in ogni caso, le parole di Lancelot disambiguarono la situazione, e la giovane ospite accolse la notizia con un misto di genuina sorpresa e sospetta delusione.

    « Oh. Vi ringrazio per avermi portato tale dono da parte del segretario,
    appena possibile gli farò visita per ringraziarlo a dovere.»

    replicò la ragazza, ricevendo il fiore e portandoselo davanti al viso
    « È davvero bello, messer Ivan è stato davvero gentile.»

    Sebbene si trattò di un mutamento impercettibile nella sua algida presenza, uno spasmo di irritazione serrò le labbra pallide del Cavaliere del Lago in una rigida linea sottile: in una muta domanda, gli occhi verde acqua saettarono fino alla Dama Azzurra, incontrando la sua espressione serena e un suo lieve cenno affermativo del capo, segno che la sua Regina aveva provveduto ad informare la Lyvellin della situazione, ma...

    ...mentre riportava lo sguardo sull'ospite, inarcando un sopracciglio con perplessità, il Cigno non poté far a meno di pensare che se la giovane parlava di rincontrare Braginsky con tanta disinvoltura, appariva piuttosto chiaro che il cuore troppo generoso della sua vecchia amica poteva facilmente tradursi in un potenziale rischio di peccare di ingenuità – e una conseguente tragica mancanza di autoconservazione.

    In ogni caso, si trattenne dal fare osservazioni in merito, sia perché Elysandra si era appena ripresa, sia perché Lady Kalia si diceva spesso preoccupata dal suo modo eccessivamente duro di sfogare la propria iperprotettività; così, trovò naturale avanzare una proposta di compromesso tra la consapevolezza che non fosse affar suo supervisionare i comportamenti della giovane recluta in quell'ambito, e lo scrupolo che nessun nuovo incidente si verificasse alle di lei spese.


    « Volete che vi accompagni, Lady Elysandra? »

    jpg
    « Lance, perché non ti accomodi a prendere un thé insieme a noi? »
    lo invitò gentilmente la Castellana, indicandogli la seggiolina accanto alla sua ospite
    « A me e a Lady Elysandra farebbe piacere. »

    E il sorriso che l'Alfiere rivolse alla fanciulla bionda sembrò incoraggiarla a concordare.
    Quello sarebbe di certo stato un bel pomeriggio.

     
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