Un atto di Fede

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    "Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
    A essere contento senza motivo.
    A essere sempre occupato con qualche cosa.
    A pretendere con ogni sua forza quello che desidera".


    (Paulo Coelho)


    lqbRWSY

    Appartamenti dell'Alfiere, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    -Ma è proprio bravissimo l'amore della mamma!

    Con voce lievemente più acuta ed allegra del solito, l'Alfiere Errante vezzeggiava il proprio secondogenito, entrambi distesi su uno dei divanetti lì presenti. Sopra di loro una volta affrescata con le immagini di un cielo nuvoloso ritraeva dei grandissimi grifoni in volo, ed i colori erano brillanti e bellissimi. Al loro fianco -invece- ben tre vassoi di biscotti al cioccolato erano quasi finiti e disposti disordinatamente su un tavolino altrimenti sgombro.

    Li avevano preparati assieme, o almeno era ciò che pensava il bambino: galvanizzata dall'idea di poter giocare con lui durante un giorno libero, Drusilia si era lanciata nella preparazione di numerosi biscotti -ricetta segreta affidatale da Kalia- con gocce di cioccolato. Terminato l'impasto, aveva permesso al piccolo di metterlo nelle formine, prima di infornarlo, così da scegliere l'aspetto della loro merenda. In attesa del termine della cottura -invece- avevano giocato prima ad acchiapparello, poi al "gioco del regno" per cui Ren andava matto e nel quale si proclamava Re di Endlos. Ridendo divertita ed assecondandolo, la Dama del Vento aveva addirittura raccolto una pergamena usata e ritagliato una piccola corona da indossare.

    Avevano giocato in questo modo fino alla fine della cottura: a quel punto erano entrambi giunti alla conclusione che sarebbe stata una scelta saggia mangiarseli tutti, prima che si rovinassero. Per digerire si sarebbero limitati a qualche coccola.

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    -Potrai anche somigliare molto al tuo papà... però sei e resti un angioletto come la mamma ♥

    Strinse a sé il piccolo Nephilim, per poi mordicchiargli scherzosamente le guance tonde e paffute. Il bambino rimase tranquillo, nonostante l'esser tutto strapazzato. Poi, quando Drusilia prese a carezzargli la testolina e le piccole orecchie da volpe, Ren chiuse gli occhi verdi, crogiolandosi nella morbidezza e nel profumo buono della propria mamma. Stanco per le corse e per la mangiata di biscotti, rilassato e felice per tutti quei baci, il piccolo Principe finì per addormentarsi.
    L'Alfiere se ne accorse subito, ma non lo condusse nella culla, piuttosto continuò a tenerselo ben stretto, vegliando sul suo sonno con sguardo innamorato.

     
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    « ...me lo auguro! »

    La voce bassa per non svegliare il piccolo appena addormentato avrebbe finalmente rivelato la presenza del Demone-Volpe, poggiato all'ingresso di una porta poco lontana. Era rimasto in disparte ad osservarli, con lo sguardo amorevole di chi ancora faticava a credere ai propri occhi.
    I tempi del Makai e di Celentir sembravano appartenere ad una vita precedente, così distante da non sembragli più sua. Quanto era cambiato in quegli ultimi anni?

    « Un angioletto di una tale bellezza e con un'intelligenza latente senza pari.
    C'è poco da scherzare: vedo un ottimo candidato al trono del semipiano. »


    Sorrise scherzoso come suo solito mentre indicava la coroncina, avvicinandosi pian piano alla propria compagna.
    Ogni volta che le iridi dorate si posavano sulla piccola Volpe restava incantato dalla somiglianza; la gioia della mamma, ovviamente, che ora aveva una doppia coppia di coda ed orecchie di cui prendersi cura. Raramente ricordava di aver visto Drusilia così dedita ad attività domestiche... certo adorava i dolci, ma spesso mangiava quelli che le venivano regalati, o andava in giro per i negozi a procacciarli.
    Una novità piuttosto interessante, e senza alcun dubbio piacevole: era forse il momento più intenso in cui l'Autocrate riusciva a spogliarsi del suo titolo e dei suoi doveri.
    Quel bimbo rappresentava una benedizione, in tutti i sensi.

    « Posso? »

    Alle parole della Kitsune avrebbe dunque fatto seguito il movimento lento e delicato delle braccia ad avvicinarsi al bimbo, con le mani aperte pronte ad accoglierlo.

     
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    « ...me lo auguro! »
    Alzando lo sguardo smeraldino, l'Alfiere Errante notò l'argentea presenza del suo amore sulla soglia della porta.
    « Un angioletto di una tale bellezza e con un'intelligenza latente senza pari.
    C'è poco da scherzare: vedo un ottimo candidato al trono del semipiano. »


    Sorrise di rimando alla battuta, riflettendo fra sé che -in effetti- un bambino così sveglio, quale Ren si era immediatamente rivelato, avrebbe portato loro molte buone notizie in futuro. Da parte sua avrebbe fatto qualunque cosa in suo potere per farlo crescere forte nelle sue passioni e nello spirito. La Volontà rappresentava una forza per tutti loro indistintamente, a prescindere dal ruolo che la piccola Volpe avrebbe ricoperto in futuro.

    « Posso? »

    Assecondando le richieste del papà, Drusilia strinse il piccolo al proprio petto, sollevandosi lentamente. Quando fu perfettamente seduta, una mano affusolata si posò sul posto rimasto vuoto della poltrona, lì dove prima erano adagiate le chiome d'ebano. Lo invitò ad accomodarsi: solo allora gli avrebbe adagiato il bambino fra le braccia, assicurandosi che fosse in una posizione comoda e congedandolo con un bacino sulla fronte.
    Approfittò comunque della posizione vantaggiosa per accoccolarsi lei stessa alla kitsune, adagiando il capo sulla spalla del proprio uomo e crogiolandosi in quel bel momento di pace.

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    -A volte penso di non aver abbastanza braccia per dedicarmi ad entrambi quanto vorrei.
    Un sorrisetto malizioso e divertito comparve sul suo volto ovale.
    -E spazzole. Non ho nemmeno abbastanza spazzole.

    Si compiacque all'idea che il Magister avrebbe facilmente intuito a cosa si riferisse, cioè al loro primo rocambolesco incontro ed allo strano rapporto che era nato nonostante le sue passioni strambe nei confronti di animaletti, bambini... e soprattutto volpi. Si trattava di un dettaglio solo apparentemente minuscolo, ma che avrebbe portato loro ad un allargamento esponenziale del nucleo familiare nel giro di pochi anni. Consapevole delle proprie manie, Drusilia non dubitava di esser stata scambiata per pazza numerose volte, ma Yoko aveva imparato ad amarla anche per le sue stranezze.

    -Siete bellissimi ♥

     
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    Lasciandosi guidare dall'esperienza ben più consolidata della compagna, la Volpe si accomodò sul divano prima di ricevere il pargolo fra le proprie braccia. La sensazione di calore e delicatezza che quel bimbo era in grado di emanare riusciva a sorprenderlo ogni volta...
    Era trascorso poco tempo dalla nascita, eppure era cresciuto così rapidamente; tratto distintivo del sangue demoniaco, creature costrette a convivere in un mondo complicato che non era disposto a concedere tempo.
    Accolse con un bacio sui capelli la testa dell'amata che li raggiunse subito dopo, in un terzetto familiare decisamente originale.

    -A volte penso di non aver abbastanza braccia per dedicarmi ad entrambi quanto vorrei.
    E spazzole. Non ho nemmeno abbastanza spazzole.

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    « Certo... questo è... sicuramente un problema. »

    Vi era una probabilità piuttosto elevata che l'Autocrate avesse sottoposto la preoccupazione al Consiglio del Presidio, e quasi certamente al Magisterium stesso.
    Con due genitori diversamente -ma equamente- deviati, quali erano le probabilità che il piccolo Nephilim crescesse sano mentalmente..?
    Un gesto simile ad una carezza spostò i ciuffi, anch'essi argentati, dalla fronte della piccola Kitsune

    « ... »

    ed un istante dopo l'espressione giocosa abbandonò il volto del Magister, lasciando spazio ad una più malinconica.
    Sospirò profondamente, come se si stesse preparando ad affrontare una discussione di cui avrebbe volentieri fatto a meno.

    « Sai... nel prossimo periodo potrei assentarmi un po'. »

    Non ebbe il coraggio di guardare Drusilia negli occhi quando pronunciò quelle parole, e la ragione fu presto spiegata.

    « Non che ultimamente sia stato molto presente... »

    Abbozzò un sorriso, visibilmente tirato e nervoso, di autorimprovero. Era consapevole delle sue scelte recenti e delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro, ma non aveva avuto alternative. Da quando aveva appreso della maledizione che gravava sulla sua amata aveva perso il sonno.
    E i recenti avvenimenti della Prima non avevano fatto altro che aumentare le preoccupazioni e i rischi associati.

    « Non posso spiegarti le ragioni. E'... complicato.
    Ma lo faccio per te. »


    A quel punto le iridi dorate tornarono ferme verso quelle smeraldo della compagna, forti stavolta delle proprie convinzioni.
    Era importante per lui comprendere il suo stato d'animo, ma sopratutto...

    « Ho bisogno che ti fidi di me. »

    ...sapere di poter contare sul suo supporto.
    Anche in una situazione ai limiti dell'assurdo.

     
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    « Sai... nel prossimo periodo potrei assentarmi un po'. Non che ultimamente sia stato molto presente... »
    Traendo forza dalle proprie convinzioni, Yoko prese la parola, volando altrove con il proprio sguardo. La Dama del Vento al suo fianco -in realtà- non se ne sarebbe forse nemmeno accorta: con gli occhi chiusi lo ascoltava in silenzio, concentrata sì alle sue parole, ma anche al calore della presenza, alla serenità che il suo amore riusciva a donarle con il solo contatto fisico.
    « Non posso spiegarti le ragioni. E'... complicato.
    Ma lo faccio per te. »


    Lui continuò a parlare, cercandola questa volta con lo sguardo e riuscendo a perdersi nelle profondità smeraldine nel momento in cui lei scelse di ricambiarlo. Drusilia non parve sorprendersi, piuttosto trattenne ancora il suo pensiero fra le labbra, attendendo che la kitsune terminasse.
    « Ho bisogno che ti fidi di me. »
    -E' quello che faccio tutti i giorni della mia vita- sorrise placida e tranquilla, tornando a chiudere gli occhi, lasciando il capo ancora posato sulla sua spalla -In realtà avevo notato dei turbamenti nel tuo animo da molto tempo, ma ho preferito attendere che decidessi di parlarmene.

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    Che Yoko si fosse comportato in modo insolito, era abbastanza evidente, soprattutto per chi -come lei- lo aveva conosciuto in tempi migliori e forse più spensierati. Dal ritirarsi molto tardi al dormire poco e male; davvero molti erano i segni visibili di un malessere, ed il carattere più cupo l'aveva preuccupata diverse volte. Cedendo ai numerosi dubbi che la tormentavano, aveva domandando ad Aciryar se vi fossero problemi al Magisterium, ma era sempre stata rincuorata. A quel punto, scartando varie ipotesi, aveva intuito che la ragione la riguardasse e temuto che Yoko non l'amasse più. Se non lo aveva tormentato, era stato solo per dargli modo di ragionare sul problema... ma anche per la paura di scoprire verità che l'avrebbero potuta distruggere.
    In fin dei conti... anche Drusilia Galanodel sapeva essere vigliacca, a modo suo.

    -In tutta la mia vita non ho fatto altro che osservare i miei cari soffrire e non poter far nulla per loro- ammise con un certo rammarico, guardando la realtà in faccia come si fa con un'amica di vecchia data -Spesso lo hanno fatto per colpa mia. A volte sono morti.
    Lo sguardo smeraldino si rivolse alla volta affrescata, immaginando un piccolo gufo bianco volare all'interno del dipinto.
    -Mi fido di te e della tua parola, ma non voglio che tu faccia idiozie per colpa mia: giurami che non ti metterai nei guai seri.
    Drusilia Galanodel riconosceva perfettamente il valore del suo uomo, ma sapeva anche quanto non fosse completamente incline a molte regole e leggi -come non lo era nemmeno lei, dopotutto. In fin dei conti, si trattava pur sempre di uno Youkai, oltre che di un ladro leggendario del Makai. La semplice constatazione che Yoko non potesse parlargliene, le diede inoltre l'impressione che non covasse idee totalmente "legali" o che avrebbe approvato.
    -Promettimi che non ne uscirò con il cuore spezzato.

     
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    -E' quello che faccio tutti i giorni della mia vita.
    In realtà avevo notato dei turbamenti nel tuo animo da molto tempo, ma ho preferito attendere che decidessi di parlarmene.


    Quella situazione era frustrante.
    Di tutte le persone che aveva incontrato nella sua vita, Drusilia era l'unica a cui il Demone-Volpe si era aperto dal profondo dell'anima. Lei conosceva le sue insicurezze, i suoi dubbi, le sue sconfitte. Era in grado di avvertire il cambio di umore nella voce, di interpretare le espressioni microscopiche del suo volto; mentirle, riconoscendo nel suo silenzio quella consapevolezza, era uno dei pesi più insostenibili a cui l'Elessedil sarebbe potuto andare incontro.
    Una condanna che, suo malgrado, costringeva a sopportare di rimando anche alla compagna.

    -Mi fido di te e della tua parola, ma non voglio che tu faccia idiozie per colpa mia: giurami che non ti metterai nei guai seri.
    Promettimi che non ne uscirò con il cuore spezzato.


    La Kitsune distolse allora leggermente lo sguardo, abbozzando un secondo sorriso tirato, mentre spostava le iridi dorate sul figlio che stringeva fra le braccia.
    Le avrebbe fatte, delle idiozie... ma non era un qualcosa che si sarebbe più potuto permettere. Poiché avrebbe significato abbandonare la sua famiglia, condannando all'ennesimo ingiusto senso di colpa la discendente della stirpe Galanodel. Come se non bastasse, il destino aveva riservato loro un legame in quanto Dreamer ed Arcano... cadere nelle idiozie avrebbe forse risolto il problema attuale, ma avrebbe rischiato di crearne uno persino peggiore.

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    « Nah... Non ti preoccupare, non ho in programma niente del genere. »

    L'aver ricevuto la comprensione della sua amata sembrò donare un'espressione più distesa e consona agli standard della Volpe, come se la fiducia della Dama servisse a rinvigorire la propria. Ed in un certo senso era stato così: mantenere il completo anonimato sulla faccenda iniziava ad essere mentalmente opprimente... ora, se non altro, vi era uno spiraglio di condivisione. Minimo, ma necessario per non rischiare di ledere il loro legame.

    « E poi... »

    Un sorriso vispo accompagnò le dita dell'Elessedil ad afferrare le guanciotte del kitsunino, stringendole l'una contro l'altra fino a creare una buffa espressione sulle labbra del bimbo. Che, ovviamente, si risvegliò.
    L'aver incrociato subito lo sguardo del padre, e quello poco più vicino della madre, permise al piccolo demonietto di conservare l'indole angelica che aveva mostrato sino a quel momento.

    « ...fintanto che sarò via, ci penserà il piccolo Re a proteggere la mamma, non è vero? »

    Un dentino appuntito fece capolino sotto le labbra del giovane Galanodel, ora rilasciate e piegate in una smorfia estremamente convinta. Era il suo modo di mostrarsi pronto ad accettare l'onorevole incarico che gli era stato assegnato.

    « Bene, allora sto più tranquillo! »

    Un bacio sulla fronte sigillò giocosamente -ed affettuosamente- l'accordo fra gli Youkai.
    ...a proposito, ma il vestito che indossava Ren in quel momento non era una identica miniatura di uno dei kimono presenti nell'armadio del Magister?

     
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    « Nah... Non ti preoccupare, non ho in programma niente del genere. »
    Al sentir quelle parole, Drusilia si riscoprì più sollevata del previsto.
    « E poi... fintanto che sarò via, ci penserà il piccolo Re a proteggere la mamma, non è vero? »

    La Dama del Vento osservò con perplessità il suo uomo. Intento a stropicciare il faccino tondo e paffuto del kitsunino placidamente addormentato, Yoko finì per svegliarlo. Drusilia non lo interruppe, ritenendo quell'azione non eccessivamente pericolosa nei confronti del piccolo, ma abbastanza strana da metterla in dubbio su quali fossero le intenzioni del Magister.
    Che si trattasse di semplici usanze del Makai?
    Il bambino -dopotutto- non sembrava particolarmente disturbato; accettando l'insolito quanto inaspettato dato di fatto, l'Alfiere Errante dovette piuttosto ammettere che, a vedere l'espressione di risposta del neonato alle parole del padre, Ren dava perfino l'idea di aver capito il messaggio. Questo le sembrò strano, soprattutto considerando l'età del piccolo, che nemmeno raggiungeva l'anno di vita.

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    « Bene, allora sto più tranquillo! »

    Il volto della bella si rilassò comunque nel momento in cui i suoi due più grandi amori suggellarono il loro patto con un bacio affettuoso. Quando poi la Kitsune si soffermò a fissare troppo a lungo gli abiti del piccolo, lei scostò lo sguardo smeraldino con un'aria tanto innocente quanto falsa.
    Quasi in un tentativo di distogliere le attenzioni del proprio amato dagli ovvi pensieri che a quel punto gli sarebbero potuti sorgere alla vista di una miniatura di uno dei propri abiti, decise quindi di avvicinarsi ad entrambi: riprese il bambino fra le proprie braccia, dunque si posizionò fra quelle del proprio uomo, sorridendogli con aria maliziosa.

    -In ogni caso, sappi che non potrò sopportare la distanza senza una buona riserva di coccole ♥


     
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    Permettendo all'amata di riprendere il piccolo fra le proprie braccia, il Demone-Volpe fu più che lieto di accogliere positivamente la nuova richiesta, stringendo il proprio petto contro la schiena della compagna. In quel modo riusciva a racchiudere entrambi in un unico abbraccio.
    Poggiò con delicatezza le labbra sui capelli del suo amore, e così rimase per qualche lungo istante, prima di sospirare come se fosse alla ricerca di nuovo coraggio.

    « ...in realtà ci sarebbe anche un'altra cosa. »

    Sarebbe stato bizzarro probabilmente per Drusilia notare questa volta dell'imbarazzo nella voce della Kitsune; avrebbe capito fin da subito che non si trattava di qualcosa di più grave di quanto detto in precedenza, ma... certamente doveva essere qualcosa di inusuale, considerando quanto poco a suo agio si sentì improvvisamente il Magister, leggermente irrigidito.

    « Recentemente... »
    da parecchio tempo
    « Virginia ha iniziato a farmi delle... raccomandazioni »
    lanciandogli quotidianamente addosso acqua santa
    « riguardo a come ci si dovrebbe comportare nella nostra "situazione". »

    Se l'Alfiere conosceva bene la sua cara amica, avrebbe potuto comprendere fin da subito le evidenti allusioni al mancato matrimonio, all'aver avuto un figlio prima della cerimonia e via discorrendo. Voci che Yoko aveva abbondantemente ignorato, non tanto per cattiveria quanto per diversità culturale: nel Makai non esisteva nulla del genere, né tanto meno trovava un significato al dover giurare amore e fedeltà dinnanzi ad un Dio che nemmeno conosceva. Luoghi e costumi diversi, insomma.
    Ma poiché Drusilia conosceva altrettanto bene il suo compagno, probabilmente aveva già compreso l'incipit di quella discussione: il punto di vista dell'Elessedil non era minimamente cambiato. Semplicemente... stava usando Virginia come scusa per affrontare un qualcosa che avrebbe avuto imbarazzo a far nascere di sua spontanea volontà.

    « Faccio fatica a comprendere alcune cose, ma... »

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    La mano della Volpe scivolò allora ad afferrare quella dell'amata, nel contempo che l'altra abbandonava la morbidezza del suo fianco per frugare improvvisamente nelle tasche degli abiti.
    Accarezzando le dita affusolate del suo amore avrebbe rivelato presto la sorpresa.

    « ...trovo bello il messaggio che sta dietro a certi gesti.
    Ho fatto preparare questi, per noi. »


    Degli anelli d'oro, sottili ed eleganti come le dita che li avrebbero indossati.
    Nel lato più interno del cerchio gli occhi smeraldini del Gran Maestro avrebbero potuto notare delle incisioni: Yoko in uno, Drusilia nell'altro. I loro nomi, affinché ognuno potesse portare sempre con se quello dell'altro.
    Guidando i movimenti della mano bianca e delicata, il Demone-Volpe avrebbe infilato il proprio nell'anulare dell'amata.

    « Così, anche quando sarò via, potrò accarezzarlo e saprai che ti starò pensando. »

    Allora avrebbe affidato l'altro nella stessa mano della compagna, affinché anche lei potesse ricambiare il gesto.
    Il rinnovo di una promessa, non dinnanzi ad alcun Dio, ma a loro e a loro stessi.

     
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    « ...in realtà ci sarebbe anche un'altra cosa. »
    Nonostante la Volpe fosse proprio alle sue spalle, Drusilia percepì comunque dell'evidente imbarazzo nella sua voce: non si voltò per semplice garbo, più che convinta di ritrovarselo completamente rosso in viso, nel caso avesse ceduto alla tentazione.
    « Recentemente... Virginia ha iniziato a farmi delle... raccomandazioni riguardo a come ci si dovrebbe comportare nella nostra "situazione". »

    Nell'ascoltare quella premessa, le venne involontariamente da ridere... e fu un vero miracolo se riuscì a trattenersi. Sapeva bene a cosa si sarebbe potuta riferire l'amica... ed anche che -in un certo senso- Yoko non era il tipo da cedere ad insistenze, a meno che non gli fossero servite come scusa per arrivare ad altro.
    « Faccio fatica a comprendere alcune cose, ma... trovo bello il messaggio che sta dietro a certi gesti.
    Ho fatto preparare questi, per noi. »


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    Avvertendo il tocco delle dita di Yoko sulle proprie, la Dama del Vento abbassò istintivamente lo sguardo. Fu così che le ciglia folte e nerissime vibrarono alla vista di un paio di anelli d'oro, sottili ed eleganti, dal cui lato più interno apparivano chiare e nette due semplici incisioni: Yoko sul primo, quello più piccolo, e Drusilia sull'altro.
    « Così, anche quando sarò via, potrò accarezzarlo e saprai che ti starò pensando. »
    Sorridendo emozionata ed arrossendo non poco, Drusilia permise allo Youkai di farle indossare l'anello più piccolo all'anulare sinistro. Forse lui non conosceva o comprendeva bene determinate usanze e lei aveva accettato le loro diversità da molto tempo... ma in cuor suo aveva sempre sperato in quel momento. Per quanto avesse nel tempo ricoperto più cariche politiche e militari che altro, terrorizzando alcuni e combattendo contro altri, era sempre rimasta un'inguaribile romantica. Quel gesto così semplice, ai suoi occhi aveva un valore inestimabile.
    -Lo stesso sarà per te, amore mio: quando lo guarderai e penserai a me, saprai sempre che c'è una persona disposta ad attenderti. Una persona che non smetterà mai di amarti.

    Le labbra rosse si piegarono in un dolce sorriso.
    Nonostante tutto, dal dolore della perdita al terrore di un futuro buio e spaventoso, per qualche motivo si sentì finalmente in pace. L'espressione si rilassò, esattamente come le sue membra, improvvisamente e totalmente consapevole che la sua vita non fosse poi così misera. Che il destino non fosse del tutto crudele.
    Qualunque cosa avesse dovuto affrontare nei tempi futuri, si sarebbe sentita meno sola... e molto più forte.

     
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8 replies since 25/4/2019, 22:58   208 views
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