[LAM] Guardando ad Ovest

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    « Non preoccuparti, il nostro Alfiere è poco avezzo ai formalismi. »

    Sorrisi in direzione di Mugen lungo il sentiero che abbandonava i giardini dell'Albero Casa. L'idea di un incontro con la massima carica del Presidio poteva averlo messo in leggera agitazione... dopotutto non l'avevo in alcun modo informato, ma non consideravo la faccenda un problema: conoscevo bene Drusilia, non aveva pretese o richieste di alcun tipo verso i visitatori. Era un guerriero, così come lo eravamo noi stessi. Certo la Kitsune questo non poteva saperlo... per questo evidenziai ai suoi occhi l'abbigliamento indossato da me per l'occasione: l'armatura. Ero certo che la Volpe avrebbe compreso subito il clima disteso che l'avrebbe accolto.

    Mi premurai tuttavia lungo la strada di rimediare alla scarsa accoglienza che gli avevo riservato al suo arrivo. Mostrai la magnificenza dell'Albero Casa, spiegandogli come esso fosse la dimora della gilda degli Aviatori. Una constatazione che gli sarebbe probabilmente sembrata superflua, alla vista in cielo dei Grifoni che volteggiavano liberi fra le alte fronde.
    Attraversammo poco dopo il Terzo Girone, cuore pulsante del settore secondario dell'Isola, per accarezzare poi con lo sguardo il Magisterium, Accademia della Magia senza pari; insegnanti e studenti provenivano da tutto il mondo. Era lì che venivano formate le menti più illustri nonché consiglieri dell'Alfiere.
    Infine, ad accoglierci al termine della nostra passeggiata, il Mastio: Dimora dell'Autocrate e della famiglia reale, mastodontico castello simbolo del potere, eretto nel più alto dei cieli sopra l'Isola Volante.
    Invitai la Volpe ad entrare non appena i soldati spalancarono i portoni al nostro arrivo. Io mi sarei mosso al suo fianco, scortandolo fino al trono laddove il Gran Maestro ci attendeva paziente.

    « Drusilia. »

    Un rapido inchino fu il saluto che riservai, quel giorno come per ogni incontro passato, all'Alfiere a cui prestai giuramento.

    « Nei miei rapporti passati, dalla Notte della Prima all'ultima spedizione all'Ovest, ho parlato spesso di un prezioso alleato, senza il cui aiuto probabilmente non sarei sopravissuto fino a questo giorno. »

    Lo sguardo si spostò per qualche istante in direzione di Mugen, invitandolo ad avanzare di qualche passo.

    « Ci tenevo a condurlo al tuo cospetto, affinché anche tu potessi conoscerlo. »

    A quel punto avrei ceduto la parola ai diretti interessati, alla Kitsune in particolar modo, per dargli modo di presentarsi in prima persona.

     
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    "Con la volpe convien volpeggiare".

    (Proverbio)


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    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Alla sommità del Mastio, oltre gli ambienti mastodontici del Vestibolo e della Sala Centrale, la sala del trono raccoglieva in sè non solo la bellezza esotica di Laputa, ma anche l'enorme senso di appartenenza degli abitanti ai cieli endlossiani.
    Il marmo candido delle pareti richiamava infatti le rade nuvole primaverili, i bassorilievi o gli intarsi di giada ed azzurro i ritagli di cielo fra le nubi cariche di pioggia. Perfino le dimensioni della sala davano ai presenti la medesima sensazione di piccolezza che si aveva fissando l'enorme volta celeste e cercandone invano i confini.

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    Terminato di percorrere un lungo colonnato, alla sommità di una breve scalinata avrebbero potuto scorgere il trono destinato all'Autocrate sormontato da tre stelle completamente d'oro. Queste splendevano sul capo dell'Alfiere Errante in un falso cielo fatto di drappi celesti ed azzurri e la più grande -quella alla sommità- era coronata a sua volta da altre più piccole, equamente distribuite ad ogni punta.

    « Drusilia.
    Nei miei rapporti passati, dalla Notte della Prima all'ultima spedizione all'Ovest, ho parlato spesso di un prezioso alleato, senza il cui aiuto probabilmente non sarei sopravissuto fino a questo giorno. »


    Nonostante i lunghi anni di governo, la più alta carica di Laputa appariva come una donna molto giovane, forse più dello stesso Firion.

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    In abito lungo e priva di qualsivoglia corona, sedeva al proprio trono con aria tranquilla. Il volto perfettamente ovale era candido e brillante come la neve esposta al sole, al punto da dare l'impressione di emanare luce propria.
    In quell'incarnato di porcellana, coronato solo da una folta chioma di capelli castani e mossi, labbra cremisi erano deformate in una piega gentile ed occhi verde smeraldo fissavano il proprio Cavaliere con un'espressione amorevole più simile a quella di una madre, che ad un vero e proprio regnante.

    « Ci tenevo a condurlo al tuo cospetto, affinché anche tu potessi conoscerlo. »

    Voltando il capo in direzione del proprio ospite, la Dama del Vento ebbe una specie di sussulto nel notarlo ed un luccichio molto strano fu appena visibile nel suo sguardo, divenuto improvvisamente più vigile ed attento.

    -...

    Scegliendo tuttavia di rimanere in silenzio -probabilmente per permettere allo straniero di presentarsi- la bella si limitò a quello.
    Lo osservò a lungo, dalla punta delle orecchie pelose a quella della coda e delle zampe, insistentemente... forse anche troppo.

    GALANODEL »
    « i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
    e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
    Bereshit (Genesi) VI,2.

    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo di un Galanodel presenta tratti di entrambe le razze.
    Per comprendere una delle caratteristiche alla base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che, sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo perchè -come gli angeli- i Galanodel sono legati alla Fonte. Questa li rende immuni da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete" quali batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie e, qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta senza che il corpo ne subisca effetti deleteri.
    Altra eredità della progenie celeste vi è certamente la capacità di sollevarsi in aria -talvolta generando candide ali sulla schiena- o irradiare luce dalla propria pelle, intensificandola o meno a seconda del caso. Questa non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare. Essendo quindi provvisti di un corpo luminoso, questo non sarà provvisto di ombra ai propri piedi.
    Essendo inoltre il corpo parzialmente costituito di luce, esso avrà capacità di rigenerazione superiori a quella di un normale umano; non conserva inoltre i segni delle cicatrici. Inoltre ha un adattamento alla diversa luminosità che va aldilà dell'umano: è infatti in grado di vedere perfettamente al buio, come se fosse pieno giorno.
    E' infine cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son predilette fanciulle vergini ed infanti. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica e sola fonte di potere.
    Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue di un Galanodel "puro" porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.
    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]

    GODDESS OF LOVE »
    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.

    L'Amore è un sentimento intenso e profondo simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile. Impossibile da concepire appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo è rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse questo a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore -la forza più potente dell'Universo- ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stessa le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.
    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5]

    LADY OF THE WIND »
    «L'Amore ci passa accanto, rivestito di soavità, ma noi fuggiamo via impauriti, andiamo a nasconderci nelle tenebre o, ancora, l'inseguiamo per far del male in suo nome. Anche il più saggio tra noi si piega sotto il formidabile peso d'Amore; eppure esso è, in verità, leggero come la brezza lieve del Libano.»
    Kahil Gibran.

    E' innegabile che, dal suo arrivo su Endlos, il potere della Dama del Vento sia sensibilmente cresciuto: questo può essere in parte dovuto al fatto che ella abbia abbracciato il suo destino di guerriero Galanodel -imparando a non lasciarsi più frenare dal suo cuore tenero-, e in parte al fatto che la permanenza presso l'Isola nel Cielo l'abbia portata ad un più alto livello di comunione col suo elemento... Fatto sta che l’ambiente attorno a lei sembra aver sviluppato un legame quasi empatico con Drusilia, reagendo alla sua presenza e riflettendo come uno specchio i suoi stati d’animo. Il potere non genera mai effetti disastrosi o disagevoli, nemmeno per gli avversari, ma è una spia più che utile per capire che aria tira; se -all’improvviso- il cielo si annuvola... e se è stato fatto o detto qualcosa di fuori luogo, sarebbe meglio a preoccuparsi di quei neri cumoli temporaleschi, perché potrebbero essere un terribile presagio di tempesta.
    La comprensione del suo elemento è tale da poter considerarlo "tutt'uno" con la sua Signora. Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel può comandarlo a suo piacimento con rapidità e naturalezza sconosciute ad un mago qualunque. E' anche in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio, un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro, come anche la composizione chimica in caso di sostanze gassose. Allo stesso modo la sua essenza non è in realtà nemmeno relegata ad uno stato fisico vero e proprio, ma più simile al vento; nonostante Drusilia sia di fatto un corpo, con il tempo ha finito per somigliare al suo elemento al punto da diventare percepibile non solo come soggetto singolo, ma anche come l'aria che la circonda, rendendo di fatto difficile determinati tipi di localizzazione.
    Similmente all'aria è perfino in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana, ed ha particolarità fisiche quali una elasticità muscolare fuori dalla norma che le permette di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante.
    Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove.
    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Doppio Bonus all'Agilità: 5+5=10]

    GODDESS OF BEASTS »
    «Io sono colei che a notte, nel cielo, riempie di luce il firmamento. Colei che genera il timore e l’inquietudine della notte, sono. Colei che richiama dagli abissi i pesci alla superficie. Dov’è la mia parola perentoria e chiara? In una rete a larghe maglie stesa sui campi. In una rete a strette maglie tirata su dai campi, sì che nessun uccello voli via. La mia parola attraversa il mare ed il mare ne è spaventato. La mia parola attraversa laghi ed acquitrini; penetra la corrente dell’Eufrate e ne diventa essa stessa corrente.»
    Inno a Ishtar.

    Se è vero che, chiunque abbia a che fare con la Dama del Vento, vedrà in lei ciò che desidera nel profondo dell'anima, lo è ancor di più per le creature più istintive: queste subiranno maggiormente l'effetto della sua sola presenza, proprio in virtù della natura emozionale ed istintiva dell'amore stesso.
    Qualunque bestia, mostro o creatura intelligente ma dotata di istinto sarà infatti portata a sentirsi a suo agio in presenza della bella, non percependola mai come una minaccia ma sempre un alleato: una madre, una figlia, un componente del branco o qualcuno verso cui sentirsi invitati ad abbassare le difese. Non sarà quindi insolito che creature anche non solite ad assumere determinati atteggiamenti mansueti, in sua compagnia si riveleranno affettuosi, felici e desiderosi di tenerezza.
    Nell'aiutarla ad ispirare tali sentimenti, vi è anche l'abilità di Drusilia di comprendere perfettamente i linguaggi animali fatti di suoni semplici e gestualità del corpo, interagendoci così con maggior sicurezza e generando danni minori rispetto ad altri.
    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5]

    AURA DEI GIUSTI »
    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).

    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.
    [Malia di carisma]
     
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    Lasciatisi alle spalle i giardini ed Augustus, la Volpe e l’Aviatore cominciarono la loro ascesa verso il castello.
    Mugen si limitò a seguire Firion in silenzio, prendendo nota delle spiegazioni fornitegli dalla sua guida ed ammirando i paesaggi esotici del Presidio Errante.

    Dopo aver attraversato quello che l’Aviatore aveva chiamato Terzo Girone i due giunsero finalmente nel punto più alto dell’Isola, alle porte del Mastio.

    Il simbolo del potere di Laputa era quanto di più maestoso e grandioso avesse avuto occasione di visitare da quando aveva fatto la sua comparsa nel semi-piano Endlossiano. Mugen contemplò quindi con curiosità i marmi bianchi della grande sala e gli splendidi bassorilievi mentre continuava a seguire l’Aviatore che gli faceva da cicerone.


    Terminata la camminata lungo il colonnato si ritrovarono finalmente al cospetto dell’Autocrate di Laputa.
    Drusilia Galanodel occupava il trono regale a lei destinato.

    Mugen, ammirando il volto tranquillo della dama, non mancò di notare la somiglianza con l’Ambasciatore dell’Est che aveva avuto modo di incontrare tempo addietro.
    A dire il vero questa non era la prima volta che la sua strada incrociava quella della Dama del Vento, ma questa era la prima occasione di un incontro così ravvicinato. Stranamente, il timore di essere inadeguato in quel contesto così solenne sembrò quasi svanire quando in lui si fece largo un nuovo inaspettato senso di serenità.

    Firion fu il primo a prendere la parola, richiamando l’attenzione della sua Signora e introducendole il suo accompagnatore.

    « Drusilia. »
    « Nei miei rapporti passati, dalla Notte della Prima all'ultima spedizione all'Ovest, ho parlato spesso di un prezioso alleato, senza il cui aiuto probabilmente non sarei sopravvissuto fino a questo giorno. »


    Di concerto anche il Demone avanzò quindi di qualche passo, imitando di riflesso l’inchino di Firion. Non sapeva bene come comportarsi in certi casi.

    « Ci tenevo a condurlo al tuo cospetto, affinché anche tu potessi conoscerlo. »

    Alzando gli occhi dorati in direzione dell’Alfiere Mugen notò una certa insistenza nel suo sguardo verde smeraldo. Che lo stesse in qualche modo esaminando? Che stesse valutando il guerriero che aveva affiancato il suo prezioso comandante in quegli ultimi tragici eventi? Dai rapporti che l’Aviatore doveva averle fatto non dubitava che fossero emerse anche le sue debolezze e le sue mancanze.

    In ogni caso la Volpe si schiarì la voce -emettendo un suono a metà tra un colpo di tosse e quello che per un orecchio umano avrebbe potuto ricordare il guaito dei suoi cugini più piccoli- prima di prendere la parola di fronte all’Alfiere del Presidio Errante.

    “Io sono Mugen Fudo ed è un onore essere al vostro cospetto.”

    Prese una pausa prima di proseguire, rivolgendosi poi anche al compagno di tante sventure.

    “Le parole di Firion sono fin troppo lusinghiere. Sono io che devo ringraziarlo. Se sono qui oggi lo devo soprattutto a lui.”

    Dagli scontri contro i circensi fino alle più recenti battaglie contro i demoni di Palden Wang-Mu il supporto del Comandante Verde si era sempre rivelato più che fondamentale. Negli Eventi tragici di Kisnoth, con tutto ciò che ne era derivato, la Volpe poteva quantomeno essere grata di aver trovato in Firion un prezioso alleato.

    In fondo la matrice di quell’incontro risiedeva appunto nella fiducia e nel rispetto reciproco che condividevano.

     
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    Le attenzioni che Drusilia rivolse alla Kitsune furono particolarmente... strane.
    Era insolito il suo silenzio, tanto per iniziare; l'Autocrate era sempre stato molto accogliente nei confronti dei nuovi arrivati. Che l'avesse già incontrato in passato? Forse vi erano dei trascorsi di cui non ero a conoscenza?
    Non sembrava, a giudicare dalla presentazione di Mugen... che mi stesse sfuggendo un qualche dettaglio..?
    Attesi ancora qualche istante, nella speranza che la Dama del Vento replicasse alle parole del guerriero, ma... beh, la situazione d'imbarazzo iniziò a farsi sempre più evidente.

    « Presentartelo non era ovviamente l'unico motivo per cui desideravo condurlo al tuo cospetto. »

    Decisi dunque di riprendere la parola per smorzare la tensione, addentrandomi nella vera ragione per cui quell'incontro aveva preso vita.
    Forse Drusilia -dall'alto della sua esperienza- aveva già compreso ed attendeva quel momento prima di pronunciarsi?

    « Il Presidio dell'Ovest è in preda al caos.
    Senza una guida forte e consolidata, demoni selvaggi hanno preso il controllo di gran parte dei territori, costringendo alla fuga -o peggio- gli abitanti delle varie regioni. Alcune città sono abbandonate, distrutte.
    E non è tutto... »


    Il tono della voce diveniva via via più pesante, la rabbia ed il disprezzo prendevano possesso delle mie parole.

    « I Circensi... le creature immonde della Prima.
    Le ho viste con i miei occhi. Ho assistito ai disastri che hanno creato, e a cui tuttora continuano a dar vita. »


    Solo per miracolo avevamo sventato l'esecuzione di un nostro alleato per mano di Palden Wang-Mu, e quel misterioso tizio vestito di bianco...

    « Non posso permetterlo. Non voglio che l'Ovest sia il nuovo teatro degli orrori avvenuti nel Pentauron.
    Non posso abbandonare quelle persone al loro destino, alla loro battaglia. »


    Non era un guerra che riguardava solo il Presidio Occidentale: era una guerra che coinvolgeva l'intero Semipiano.

    « Ho condotto Mugen al tuo cospetto di mia spontanea volontà, come rappresentante e testimone della sua Terra.
    Dinnanzi alla sua persona ti chiedo dunque di concedermi il permesso di accompagnarlo in questa guerra.
    Con l'Esercito del Presidio Errante al mio seguito. »


    Nessuno avrebbe mai più dovuto combattere da solo.
    Endlos aveva subito fin troppe ingiustizie per mano loro: di pieno accordo con le parole di Augustus, era giunto il momento di passare al contrattacco.

     
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    "Con la volpe convien volpeggiare".

    (Proverbio)


    png

    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando la kitsune alzò gli occhi verso l'Alfiere, lo sguardo dorato dello Youkai s'intrecciò con quello smeraldino della donna. Quello di lui perplesso e lievemente dubbioso, quello di lei stranamente insistente.
    La scena insolita si protrasse a lungo, dilatandosi nel tempo e generando in alcuni dell'imbarazzo, finché non fu Mugen stesso a spezzare il silenzio, chiarendosi la voce ed emettendo un suono che suonava simile ad un colpo di tosse, come anche ad un guaito di un cucciolo di volpe.

    wXo4BpP

    L'Alfiere Errante -per la prima volta- si mosse chiaramente, e sembrò quasi sussultare.
    “Io sono Mugen Fudo ed è un onore essere al vostro cospetto.”
    Lei tornò immobile ed in ascolto, ma Firion avrebbe potuto notare le mani del Gran Maestro farsi strette sulla struttura del trono e l'intero corpo della donna diventare teso e rigido.
    “Le parole di Firion sono fin troppo lusinghiere. Sono io che devo ringraziarlo. Se sono qui oggi lo devo soprattutto a lui.”

    « Presentartelo non era ovviamente l'unico motivo per cui desideravo condurlo al tuo cospetto.
    Il Presidio dell'Ovest è in preda al caos.
    Senza una guida forte e consolidata, demoni selvaggi hanno preso il controllo di gran parte dei territori, costringendo alla fuga -o peggio- gli abitanti delle varie regioni. Alcune città sono abbandonate, distrutte.
    E non è tutto... »

    Con l'aria di chi era appena cascata dalle nuvole, Drusilia riunì brevemente le informazioni di cui disponeva, integrando ad esse ogni singola parola pronunciata dal cavaliere di Laputa. Era infatti a conoscenza della situazione ad Ovest: per quel motivo Augustus era stato inviato ad avvisare le Nobili Famiglie riguardo i piani dell'Imperatrice e, se era andato tutto nel peggiore dei modi, era stato solo per delle sfortunate coincidenze che avevano portato il suo Ufficiale di Presidio a sparire misteriosamente per mesi, generando un brutto effetto a catena.
    « I Circensi... le creature immonde della Prima.
    Le ho viste con i miei occhi. Ho assistito ai disastri che hanno creato, e a cui tuttora continuano a dar vita.
    Non posso permetterlo. Non voglio che l'Ovest sia il nuovo teatro degli orrori avvenuti nel Pentauron.
    Non posso abbandonare quelle persone al loro destino, alla loro battaglia. »

    La Dama del Vento annuì, comprendendo il suo dolore.
    « Ho condotto Mugen al tuo cospetto di mia spontanea volontà, come rappresentante e testimone della sua Terra. Dinnanzi alla sua persona ti chiedo dunque di concedermi il permesso di accompagnarlo in questa guerra.
    Con l'Esercito del Presidio Errante al mio seguito. »

    NojuCDF

    -Certo che voglio adottarlo!
    La risposta dell'Alfiere Errante giunse rapida e di getto, ragion per cui nessuno dei presenti -nemmeno lei stessa- fu in un certo senso "preparato" a ciò che la sua decisione comportava.
    Ammesso che non ci fossero fraintendimenti.
    -Cioè... voglio adottare la tua... ahem... soluzione, si.

    Visibilmente a disagio, Drusilia lasciò vagare il suo sguardo a destra e sinistra mentre si toccava nervosamente le ciocche di capelli con le dita.
    -Dopotutto, la faccenda dell'Ovest era già in programma e... e io non potrei mai adottare una volpe gigante in questo modo. Non avrei nemmeno la spazzola giusta... sarà alto due metri!

    Sembrava in difficoltà. Se da un lato aveva ammesso che la questione dell'Ovest era già avviata e che non sarebbe quindi stato troppo difficile per lei assecondare alle richieste del Comandante Verde degli Aviatori, dall'altro qualcosa la turbava. E cosa centravano le spazzole?

    -Io... cioè... per me andrebbe anche bene... ma...
    Balbettò, diventando rossa.
    -Signor... ehm... signor Mugen- prese un profondo respiro, facendosi più seria -...posso abbracciarti?


    Lascio lo spoiler tecnico al mio primo post, così da non ripeterlo a tutti i giri.
     
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    Dopo che la Volpe si fu presentata la Dama dei Venti se ne rimase in silenzio. Non sapendo se fosse il caso o meno di proseguire, non avendo comunque idea di cosa aggiungere alle sue parole, anche Mugen se ne stette in attesa. Fortunatamente ci pensò Firion a spezzare quel momento di crescente imbarazzo, spiegando, tra le altre cose, il vero motivo -oltre alla faccenda di Asmodeus- per cui lo aveva convocato quel giorno sul Presidio Errante. La Volpe lo ascoltò quindi fare un breve ed accurato resoconto delle tristi condizioni in cui versava l’Occidente, per poi giungere al nocciolo della questione.

    « Ho condotto Mugen al tuo cospetto di mia spontanea volontà, come rappresentante e testimone della sua Terra. Dinnanzi alla sua persona ti chiedo dunque di concedermi il permesso di accompagnarlo in questa guerra.
    Con l'Esercito del Presidio Errante al mio seguito. »


    Mugen non poteva credere alle sue orecchie.
    Sapeva di aver trovato nell’Aviatore un alleato ed un compagno fidato, ma non avrebbe mai potuto immaginare che il guerriero volesse unirsi alla causa dell’Ovest. Ed era disposto -con il benestare dell’Alfiere- ad intervenire con la forza del Presidio Errante a dargli man forte.

    -Certo che voglio adottarlo!

    La risposta dell’Alfiere fu tanto rapida quanto inaspettata.

    -Cioè... voglio adottare la tua... ahem... soluzione, si.

    La Volpe non sapeva davvero cosa dire. I suoi occhi dorati, spalancati dallo stupore, passarono da Firion a Drusilia almeno un paio di volte.
    Quando aveva lasciato Shiju per rispondere alla chiamata dell’Aviatore non avrebbe mai immaginato di poter ritornare dai suoi compagni con la notizia di una nuova alleanza.
    In fondo le ferite inferte dagli eventi della Prima si estendevano lungo tutti i Presidi e non avevano di certo risparmiato Laputa e il suo Alfiere. Nessuno li avrebbe quindi biasimati se avessero deciso di impegnare le loro forze in altre cause.

    -Dopotutto, la faccenda dell'Ovest era già in programma e... e io non potrei mai adottare una volpe gigante in questo modo. Non avrei nemmeno la spazzola giusta... sarà alto due metri!


    Scosso da quelle nuove rivelazioni, e di ciò che comportavano per il gruppo del Nishikaigan, si vergognò di aver perso il filo del discorso. Credette di aver mancato di ascoltare qualche frammento fondamentale, dato che non capiva come o perché si fosse passati a discutere la situazione dell’Ovest a parlare di spazzole.
    Prima che comunque potesse prendere la parola per ringraziare l’Alfiere il tono della Dama dei Venti sembrò cambiare di colpo.

    -Io... cioè... per me andrebbe anche bene... ma...

    Che avesse cambiato idea?
    Forse si era resa conto di non poter assecondare le richieste del suo Comandante. O forse aveva delle condizioni da porre o delle domande da fare prima di acconsentire alla richiesta di Firion.

    -Signor... ehm... signor Mugen-

    Quale che ne fosse la ragione la Volpe si preparò preoccupato ad ascoltare ogni sua parola con attenzione, consapevole di come la voce del’Alfiere si stesse facendo sempre più seria e solenne.

    -...posso abbracciarti?

    La Volpe tirò un sospiro di sollievo e le parole gli uscirono fluide di bocca con tono tranquillo e naturale.

    “Sarebbe un onore.”

    Per poi rendersi veramente conto di cosa stava dicendo e di cosa gli sembrava che gli avesse chiesto. Spaesato si girò quindi verso Firion ed abbassando leggermente la voce -ma chiaramente a portata d’orecchio di tutti i presenti- gli chiese delucidazioni.

    “Ehm… Non ho capito. Che cosa sta succedendo?”

     
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    -Certo che voglio adottarlo!

    ...come avevo fatto a non pensarci prima?
    Era tutto così evidente ed ovvio, a cose fatte. Gli occhi sorpresi e luccicanti, il silenzio inusuale ed improvviso...
    Seriamente non avevo considerato la preoccupante ossessione amorevole passione di Drusilia per le volpi, quando avevo pensato di condurre Mugen al suo cospetto?

    e io non potrei mai adottare una volpe gigante in questo modo. Non avrei nemmeno la spazzola giusta

    Una argentata l'aveva presa come suo compagno di vita, un'altra in miniatura era diventata ovviamente il figlio, e tutte le altre presenti sul Presidio Errant-... no, su tutto il semipiano, erano praticamente state adottate da lei. Aveva creato persino centri di accoglienza e leggi ad hoc, per loro!
    Ed io, come se non conoscessi minimamente l'Alfiere a cui avevo prestato giuramento, me ne dimenticai così ingenuamente.

    -Signor... ehm... signor Mugen...posso abbracciarti?

    Eccolo, l'aveva chiesto veramente.
    Ad una Kitsune guerriera come lui: rispettosa, onorevole...

    “Sarebbe un onore.”

    ...rigida e salda, che difficilmente si sarebbe mai-

    « Cosa?! »

    Mugen aveva seriamente risposto in quel modo?

    “Ehm… Non ho capito. Che cosa sta succedendo?”

    « No... sì, volevo dire... giusto. Giusto, bene così. »

    Portai le mani dietro la schiena in un goffissimo tentativo di nascondere rapidamente l'imbarazzo che aveva preso vita nei miei gesti animati.
    Che cosa stava succedendo, chiedeva? Avrei voluto chiederlo io per primo all'Alfiere, all'Autocrate, Gran Maestro, Capo dell'Esercito che chiedeva il permesso per abbracciare ambasciatori delle sembianze volpose. Dopo aver asserito ad una richiesta di adozione.
    E chi l'aveva fatta, poi?!

    « E' una... usanza. Del Presidio Errante. »

    Annuii goffamente in modo piuttosto eccessivo, nel tentativo di risultare convincente.

    « Si usa per... »

    Cercai aiuto nello sguardo di Drusilia, ma fu una richiesta persa. Stava decisamente pensando a tutt'altro.

    « ...sugellare il... dei... degli accordi... quando le cose vanno... bene, . »

    Assunsi anche una posa rispettosa, nel concludere la mia spiegazione. Per dare un tono di formalità ed ufficialità della faccenda, che non guasta mai.
    Bravo, Firion: ed ora come sarei riuscito a liberarci da quella situazione?

     
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    "Con la volpe convien volpeggiare".

    (Proverbio)


    png

    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    “Sarebbe un onore.”
    Quelle parole bastarono all'Alfiere per distendere la curva delle sue labbra in un ampio sorriso. Poco importava se dopo Mugen si fosse riscoperto assai confuso, ed ancor meno avrebbero influito sul suo stato i vani tentativi di Firion di rendere in qualche modo "formale" quell'incontro. Mugen le aveva dato il permesso di abbracciarlo, e questo le bastava.

    “Ehm… Non ho capito. Che cosa sta succedendo?”
    « No... sì, volevo dire... giusto. Giusto, bene così. E' una... usanza. Del Presidio Errante. »
    Contenta che tutto fosse andato per il meglio, la Dama del Vento si levò dal proprio scranno esibendo l'aria di qualcuno che era riuscito a liberarsi di un grosso peso rimasto troppo a lungo sulla propria coscienza. Procedette quindi verso di loro a passo spedito, regale e leggiadra, ma anche visibilmente entusiasta.
    « Si usa per... ...sugellare il... dei... degli accordi... quando le cose vanno... bene, . »

    ZnoIqGf

    -Firion ha perfettamente ragione!- lo assecondò -Oggi va tutto nel migliore dei modi!
    Che si riferisse all'accordo raggiunto o alla possibilità di abbracciare una volpe gigante, poco importava: il favore di un sovrano era sempre una cosa positiva. Chiunque -infatti- quel giorno sarebbe tornato a casa con qualcosa di bello: Mugen avrebbe trovato degli alleati, Drusilia una nuova volpe con cui fare amicizia e Firion...

    -A tal proposito, Firion, da tempo conservo un pensiero ricorrente che ti riguarda, ma credo di aver preso una decisione proprio oggi.

    Attese alcuni attimi, ormai giunta davanti alla kitsune.
    Improvvisamente, quando gli occhi si soffermarono sul pelo dall'aria soffice, perse evidentemente il filo del discorso. Sorrise ancora più all'indirizzo di Mugen, per poi lanciarglisi letteralmente contro con la medesima grazia di una bambina di fronte ad un peluche gigante, cosa che -in effetti- sembrava anche nelle apparenze, con quei trenta centimetri di differenza fra lei e lo Youkai.
    -... ♥
    Si concesse lunghi ed interminabili secondi in quella posa, rasserenandosi in quell'abbraccio confortante e morbidissimo. Poi lo lasciò andare, così che non si sentisse eccessivamente soffocato dalla sua presenza. Ricomponendosi, ricordò il discorso rimasto in sospeso con il Comandante, dunque si rivolse a lui, mostrandosi pienamente soddisfatta.

    -Hai lavorato più di un decennio per il bene di questa città, hai affrontato molte battaglie ed ora mostri iniziative ardite quanto condivisibili. Credo che sia giunto il momento di nominarti Ufficiale del Presidio Errante.
    Dopo aver cercato qualcosa nelle tasche dell'abito, ne estrasse un prezioso anello. Firion lo avrebbe immediatamente riconosciuto: si trattava della Lacrima dell'Alfiere, simbolo di potere e del benestare dell'Autocrate di Laputa. Gli unici a poterlo indossare erano -appunto- i suoi Ufficiali e, in quel preciso istante, lei era sul punto di donarglielo.

    -Ti sarà utile quando guiderai l'Esercito Errante.
    Non aggiunse altro, sicura che il giovane Maestro d'Armi avesse inteso anche i dettagli taciuti.
    Sospirò, retrocedendo e dirigendosi nuovamente sul proprio trono.
    -E tu, Mugen. Spero che l'alleanza fra i nostri presidi ci conduca ad un futuro florido e splendende- avrebbe congedato lo straniero -Quando vorrai incontrarmi o abbracciarmi, mi troverai sempre disponibile ♥


    Lascio lo spoiler tecnico al mio primo post, così da non ripeterlo a tutti i giri.
     
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    « E' una... usanza. Del Presidio Errante. »

    Questo aveva decisamente più senso!
    Anche nella sua tribù erano in vigore delle usanze simili, che gli umani avrebbero trovato altrettanto strane o fuori luogo.

    “Ah, capisco!”

    La Volpe aveva speso così tanto tempo su Endlos che richiamare alla mente le tradizioni del suo popolo perduto gli scatenò un moto di nostalgia.
    Per esempio, per suggellare un patto di alleanza o amicizia i suoi simili erano soliti leccarsi il muso a vicenda, gesto solitamente riservato ad un contesto più intimo e familiare.
    Mugen non dubitava che un’usanza del genere avrebbe scatenato non più di un incidente diplomatico tra gli abitanti del semipiano, finanche spaventare a morte i poveri malcapitati.

    « Si usa per... ...sugellare il... dei... degli accordi... quando le cose vanno... bene, sì. »

    E quel giorno le cose erano andate davvero bene per lui! 
Aveva trovato degli alleati preziosi e scoperto che qualcuno in quello stesso Presidio si stava prodigando per stanare un’altra forza maligna nascosta da qualche parte nel nord. Insomma, dopo la notte di Kisnoth i sopravvissuti stavano davvero cominciando a riprendere in mano le sorti del semi-piano, facendosi forza a vicenda e -nel suo caso- condividendo informazioni utili.

    -Firion ha perfettamente ragione!

    -Oggi va tutto nel migliore dei modi!


    La Dama dei Venti, abbandonato il suo trono regale e giunta davanti al demone, gli sorrise… prima di lanciarglisi contro con uno slancio che non si sarebbe mai aspettato. La Volpe ricambiò quindi l’abbraccio energico dell’Alfiere ritrovandosi istintivamente sereno e tranquillo. 

Il tutto durò anche molto di più di quello che si sarebbe aspettato e Firion avrebbe potuto notare gli occhi della Kitsune perplessi e fissi su di lui. Incerto sul da farsi, indeciso se ci fosse anche qualche frase di rito da accompagnare all’usanza Laputense.
    Fortunatamente ci pensò Drusilia a sciogliere l’abbraccio per poi dedicare le sua attenzioni al suo Comandante, a cui aveva appena concesso il titolo di Ufficiale del Presidio Errante.

    -E tu, Mugen. Spero che l'alleanza fra i nostri presidi ci conduca ad un futuro florido e splendende. Quando vorrai incontrarmi o abbracciarmi, mi troverai sempre disponibile ♥

    “È stato un onore incontrarvi e vi sono grato per il vostro supporto.
    Ora però devo ritornare nel Nishikaigan ed informare i miei compagni di questo nostro incontro, ma immagino che d’ora in avanti avrò modo di visitare Laputa di tanto in tanto.”


    Dedicò all’Autocrate un inchino per congedarsi prima di rivolgersi nuovamente all’Aviatore.

    “Firion, congratulazione per la tua nuova nomina.
    Non so davvero come ringraziarti. Dalla notte di Kisnoth sino agli eventi di Sequerus sei sempre stato un alleato formidabile. Con te e con l’Esercito del Presidio Errante riusciremo a riportare nuovamente la pace nelle terre dell’Ovest.”


    Detto questo allargò le braccia nella sua direzione. Non poteva proprio ora non rispettare le usanze di Laputa. Doveva dimostrare all’amico, Comandante ed ora Ufficiale del Presidio Errante, che aveva pieno rispetto delle sue tradizioni. Così, imitando l’Alfiere -non avendo altri riferimenti per quale fosse il protocollo ufficiale- si lanciò in un abbraccio nei confronti di Firion.

     
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    Ok, stava succedendo veramente: Drusilia si era letteralmente lanciata contro la pelliccia di Mugen. Non abbracciandolo, gettandosi proprio come se si trattasse di un materasso.
    ...cosa che probabilmente era di fatto ai suoi occhi.
    Nell'imbarazzo della situazione non prestai nemmeno attenzione alle prime parole dell'Alfiere, se non quando riprese con il suo discorso, una volta soddisfatta ed appagata.

    -Hai lavorato più di un decennio per il bene di questa città, hai affrontato molte battaglie ed ora mostri iniziative ardite quanto condivisibili. Credo che sia giunto il momento di nominarti Ufficiale del Presidio Errante.

    ...eh?
    Un momento. Come si era arrivati fino a quel punto?!
    Non stava scherzando, aveva con se l'anello che solo gli Ufficiali avrebbero potuto indossare... ma perché proprio io? Per quanto fossi totalmente fedele e devoto alla causa del Presidio, non ero certo di possedere le qualità adatte. Era un ruolo che richiedeva esperienza, saggezza... compresi ed approvai da subito la nomina di Augustus, ben più erudito e predisposto per un ruolo di quel tipo. Così come lo erano Cesare, o Yoko. Ma io...?

    -Ti sarà utile quando guiderai l'Esercito Errante.

    Che fosse quello il motivo della promozione? Maggiore autorevolezza verso l'Esercito, e un'impronta più ufficiale come ambasciatore verso le Terre Occidentali?

    -E tu, Mugen [..] Quando vorrai incontrarmi o abbracciarmi, mi troverai sempre disponibile ♥

    ...o era stata quella la vera ragione?

    “Firion, congratulazione per la tua nuova nomina.
    Non so davvero come ringraziarti. Dalla notte di Kisnoth sino agli eventi di Sequerus sei sempre stato un alleato formidabile. Con te e con l’Esercito del Presidio Errante riusciremo a riportare nuovamente la pace nelle terre dell’Ovest.”


    Sorrisi in direzione della Volpe, per ringraziarlo dei complimenti e delle belle parole.

    « Sono certo che insieme ci riusciremo. »

    E quello sarebbe stato solo l'inizio: la situazione a Nord era sotto analisi da parte di Augustus ed il Magisterium, ma in futuro si sarebbe certamente estesa all'intero semipiano dimensionale. Endlos avrebbe ripreso il controllo della sua vit-

    « ..? »

    ..perché Mugen aveva allargato le braccia in mia direzione

    « !!! »

    e mi si era lanciato contro come un treno, costringendomi ad arretrare di qualche passo per l'impeto di un... abbraccio?
    Aspetta, ma stava imitando il modo di fare di Drusilia?! Ok, la prossima volta dovrò inventare una scusa più appropriata...
    ...possibilmente prima del successivo incontro fra Mugen ed Augustus: il numerologo era un pochino gracilino al mio confronto...

    Un paio di pacche sulle spalle per salutarci, ripromettendoci di ritrovarci a breve nella sua casa, ed accompagnai la Kitsune verso i cancelli del Presidio.

     
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