Serata in taverna

Era di nuovo quel periodo dell'anno in cui Elysandra ritornava a casa, un periodo di vacanze per poter stare, per qualche giorno, insieme ai suoi genitori: d'altronde scambiarsi delle lettere non equivaleva di certo ad una conversazione faccia a faccia.
La cavaliera era partita da qualche giorno ed era appena entrata nei territori di Shea, seppure era decisamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia, sarebbe dovuta arrivare al tramoto in città, e invece si ritrovava nei pressi di un piccolo villaggio con la luna già bella in mostra.
Se l'era presa decisamente comoda, non c'è che dire.
Dopo aver legato il proprio cavallo nella scuderia, la Lyvellin entrò nella taverna del paese, un luogo caldo e vivace, ma non era così affollato come ci si aspettava, e recandosi dall'oste, chiese una stanza per la notte. Era un piccolo stanzino, composto da un semplice letto, una finestra e un baule dove appoggiare i propri averi, non rimaneva che disfarsi della roba ingombrante e scendere per andare a mangiare qualcosa di caldo.
La cavaliera dai capelli dorati, scesa al piano terra, si accomodò al tavolo che si trovava vicino all'angolo, un po' in disparte dal restante degli avventori, e attese pazientemente che il locandiere venisse a prendere l'ordine.
Anche se sembrava quasi che si fosse dimenticata di lei visto che non veniva nessuno, nemmeno una cameriera, in teoria Ely avrebbe dovuto quindi alzarsi e andare al bancone, ma attese invece pazientemente al proprio tavolo, anche perché si ritrovò, ben presto, immersa nei propri pensieri.
Mancava da un po' dalla casa paterna, chissà quanto erano cambiati? Callamastre avrà messo la testa a posto o sarà rimasto sempre lo stesso idiota e rompiscatole?
Tutte incognite che avrebbero avuto risposta appena fosse giunta a casa, ma il brontolio dello stomaco riportarono Elysandra nella taverna: ancora non si era avvicinato nessuno!
Beh, non rimaneva che alzarsi e andare al bancone, doveva mangiare qualcosa!

Con il pensiero rivolto alla cena, Elysandra non si accorse che all'ultimo di una giovane fanciulla che le veniva incontro, una ragazza dai capelli dorati, simile ai suoi, e dagli occhi chiari.
Fortunatamente, comunque, la Lyvellin riuscì a fermarsi senza rischiare di investirla.
« Cerco il mio gatto» disse lei con un piccolo sorriso stampato in volto, la giovane cavaliera rimase come immobilizzata per qualche secondo giusto per elaborare quello che stava succedendo, fino ad un attimo fa stava pensando a cosa mangiare e ora si ritrovava una persona che cercava il proprio gatto.
«Non che mi manchi sia chiaro. È rossiccio ed ha sempre il pelo arruffato. È pigro, cinico ed opportunista.» le due si stavano fissando stranamente negli occhi, per cortesia Elysandra distorse lo sguardo un attimo dopo e fece un pochino mente locale, tentando di non pensare alle belle caratteristiche che erano state attribuite al felino disperso.
«Oh... emh, buonasera.» disse innanzitutto la cavaliera, poi iniziò a guarsi intorno alla ricerca del felino «Credo, purtroppo, di non aver visto nessun gatto da quando sono arrivata. È sicura che il suo felino sia nei paraggi?» magari il gatto era andato a caccia o era andato a cercare la compagnia di altri gatti, in fin dei conti erano animali molto indipendenti e non capitava di rado che si allontanassero dal loro padrone, ma Ely decise comunque di tentare di aiutare quella ragazza con il suo... sesto senso: gli occhi sono spesso fallaci, ma le anime e gli spiriti no.
Chiuse gli occhi e si concentrò sull'ambiente che la circondava, si trattava di vedere e di osservare da un altro punto di vista superando i limiti fisici del corpo umano.
Percepì quindi un gatto al piano di sopra, precisamente nella sua stanza, ma non poteva sapere se fosse quello che cercava la ragazza o meno, oltretutto mica l'avevo notato prima, quando aveva posato i suoi bagagli.
Riaprì gli occhi «Sembra... che su, nella camera che ho affittato, ci sia un gatto appollaiato sulla finestra. Forse è quello che cerchiamo.» disse, indicandole poi le scale per salire al piano superiore «Andiamo a controllare?»
Se la ragazza avesse acconsentito, Elysandra l'avrebbe accompagnata di fronte alla porta della sua stanza e l'avrebbe aperta, nella speranza che il gatto fosse effettivamente il suo.