Sin Of Meracydia

[Scena Masterata] [Search for Azcanta]

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Ho voltato le spalle a quel destino. Ho cercato di ripudiare il ruolo di arma, ho rinnegato ogni legame con l’esercito. O almeno ci ho provato. Ho avuto un’occasione, in fondo. Quando la scintilla si è accesa all’interno del mio petto dandomi la possibilità di lacerare il tessuto della realtà e di sparire in una differente dimensione, non ci ho pensato due volte ad aggrapparmi a quella flebile speranza di poter lasciare per sempre la vita da guerriero. Ma forse scappare non serve.
    Dentro, alla fine, rimango sempre quello di prima.
    Un assassino.
    Le mani sporche di sangue, il fucile stretto fra le mani pronto a far risuonare nell’aria quella sinfonia dispensatrice di morte.
    E quando il proiettile impatta contro la corazza di tenebra, quando le fiamme non riescono a consumare o a difendere il Cavaliere, la soddisfazione e il piacere bestiale e selvaggio di essere riuscito a ferirlo e aver sparso altro sangue, si fa largo nell’anima. Mi detesto, ma non posso non fare a meno di pensarlo.
    È, in fondo, un duello all’ultimo sangue quello.
    Uno dei due non ne uscirà vivo.
    «Oh no-»
    Sussurro fra me e me mentre il Cavaliere in un altro di quegli scatti innaturalmente veloci, copre la poca distanza che la scintilla mi aveva permesso di guadagnare. E quando si avvicina, di nuovo, il tempo pare quasi bloccarsi, mentre il gelido terrore si insinua nella mente. Blocca i movimenti, ogni mia reazione. Mettendomi di fronte alla fredda realtà ancora una volta: un colpo di quelle fiamme, e mi ritroverò a fare compagnia allo stregone che ha cercato di aiutarmi. Quando la spada viene sollevata, provo a reagire. Sollevo il braccio coperto dal metallo, provo ad attutire il colpo in qualche modo. Ma è veloce, troppo, e non sono il migliore dei guerrieri nel combattere in mischia. Sento l’acciaio mordere la carne, il sangue riempire il guanto metallico. Stringo i denti, provo a resistere al dolore.
    Giusto in tempo perché le fiamme comincino ad incendiare il mondo attorno a me.
    Lascio la presa sul fucile, porto la mano sana al guanto e attivo di nuovo la singola lente che si trova sul palmo. Provo ad assorbire di nuovo quelle fiamme del colore del cielo. Sento gli ingranaggi scricchiolare, il condensatore all’altezza della spalla che stride in un pianto di dolore che si unisce al mio grido soffocato. L’odore dello zolfo, di nuovo, si mescola a quello di bruciato mentre i miei capelli e i vestiti continuano a bruciare e ad attaccarsi alla pelle ora ustionata e ricoperta di dolorose vesciche che le fiamme hanno generato e fatto esplodere. Tengo il braccio a proteggere il viso, mentre la lente sul guanto di acciaio diventa incandescente e scricchiola come se dovesse infrangersi da un momento all’altro.
    Ma non può durare per sempre.
    Cerco la pistola mentre le fiamme continuano a bruciare, forzo le dita a stringersi contro il calcio dell’arma già carica. In bocca sento il sapore della cenere, e lo stomaco si contorce sapendo che quello è il gusto del mio corpo che sta bruciando.
    «Brucia nei sette inferi figlio di puttana»
    Grido sopra alle fiamme sollevando la pistola all’altezza del petto del Cavaliere. Quasi alla cieca, spinto dallo stesso desiderio di sopravvivenza che ha portato il mio avversario a muoversi così vicino a me, dalla volontà di chiudere una volta per tutte quello scontro..
    Ha deciso di avvicinarsi.
    Mancare è praticamente impossibile.
    Un altro colpo risuona nell’aria di quel mondo che muore.

    » Riepilogo
    » Stato Fisico: Danni da taglio e da urto sul braccio sinistro dovuti all'attacco con spadone. Ustioni sul braccio e su tutto il corpo [Medio + Medio]
    » Stato Mentale: A metà fra l'adirato e lo sfinito per le ustioni.

    einsaugen » la lente del guanto è collegato ad un minuscolo condensatore alloggiato all'altezza della spalla. Sebbene non sia il modo migliore per difendersi dagli elementi, il guanto è in grado di assorbire parte del mana e dell'energia che impatta contro la lente e accumularla all'interno del generatore per usi futuri. [difesa - energetica - blitzstrahl - Medio]
    überlasten » utilizzando quantità non propriamente sicure di polvere da sparo e canalizzando una minuscola quantità di mana nella canna del fucile o della pistola, i proiettili acquistano una capacità di penetrazione maggiore, arrivando a poter perforare armature o scudi energetici [offensiva - fisica - Alto]

    » Energia: 35/100
    » Proiettili fucile: 10/12
    » Proiettili pistola: 5/6

    «Parlato»
    "Pensato"


     
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    ˜˜˜

    tAKxcho

    I close my eyes, tell us why must we suffer.
    Release your hands,
    for your will drags us under.
    My legs grow tired, tell us where
    must we wander: how can we carry on
    if redemption's beyond us?



    Un duello mortale, una danza tra fuoco e sangue.
    Due diverse sfumature di rosso si intrecciano furiose, nell'urlo di due guerrieri che non vogliono concedere più alcuna pietà all'altro.
    Sono così diversi, siete così diversi Maynard: quasi trascinato in un girotondo da cui non riesci più ad uscire ti limiti ad annaspare, lasciando che sia il tuo fucile a cantare in una melodia antica quanto il cosmo. Il Cavaliere non demorde, hai visto come ad ogni tua azione reagisse in maniera millimetrica e implacabile.
    C'è sempre stata esperienza nei suoi gesti, per un maestro d'armi che ha visto come te infiniti campi di battaglia.
    Eppure, quando sollevi l'arma per l'ultima volta - e lo senti nel cuore, per qualche terribile ragione, che lo sarà - c'è un dubbio che potrebbe farsi strada nella tua mente, una voce lontana e schiacciata da quella cacofonia di urla e crudeltà di un boia pronto a schiacciare la prossima vittima.

    Il Cavaliere semplicemente esiste.
    Non ha una bocca con cui parlare, non ha orecchie con cui udire le tue urla
    .
    Allora perché per tutto il tempo di questo ingaggio, quando il suo blu si è elevato in un impeto di volontà e determinazione per afferrarti la carne, ti è sembrato di avvertire un respiro sotto quell'elmo, nel ricordo dello spasmo di dolore che lo aveva segnato al primo proiettile?
    Hai scelto di seguire una verità, di combattere e sopravvivere. Lasciare tutto quanto dietro di te, ora che sei rimasto solo.

    Wi͕̥t̹̭̰̼ǹ̘͖̘e̺̹͞s̵͈̗s ̦̟̪̠̟[̞F̴e̜̝̥͍e̼̱̝l̸]̮̺͇̳̭ ̺͎ͅS͜uf̶̮͔͉f̰̗̀e͙͎̫̝͟r͇̥ ̠[T͈͖̞h̹i̮͙̻nk]̛̻̰̳ ̵̠̱B͕̕o҉̙̫͚͔r̶̻͎̰̦r̡̙ǫ̩̞̼̼̞w̡̝ ̳͓̖̲̲[̻͓͚̝̝̮̯T̙͔̯͍ȩa̱͙̪͙̤̪͢c̬̥͔h͕]̭͎̲̰̖͚͔ ̴̦̳R̴̥̞̩̳̰ẹ͎̘as̘͇͔̟͎o͚̘̣̭͟n ̴̜̪͓͖̹̦[͓͖̣̞̠͉H̶̺̠ȩa͢r]͍̱̱̥̙̯̯
    ̺͓F̩̞̪̳o̯̹l̨̰̳͇̳̟l̸̖̬̤̫ͅo͈͟w͈̬̤͔͔͜ ͉̮͖͙̥[͙̣͇͎̝̱̭F̜͉̳̠̖͇̕e̻̩̘ẹ̞̫̗͚̣l̲̲͓ͅ]̹̘̦̼ ̙̕S͕̤̲̙͖̺̩t͇͙̪͈͎u̺̬̰͝m̮b̠̝̲̼̪̬l͈̼͖͔̯͎ͅe̻̹̮͎̭̲͈͠ ̨̳͇͙̩̹[̷̳̫T͓̭h҉̠i̪͓n̹̞k̗͉̕]͍͎̰̩̭̱̗ ̫̺͙͓̟̰̗̕W̳̦͙a̛͍͓͍͔ͅn̼̼̘d̢̬e̵̘͉͉̟̦̤r͕̦̞̣͡ ͉͕͈̗͙͎͔[̶̬̖͇̝T͓̗̯̬̞͔͖e̘͕̝a̴c͎͖͕͢h҉̦̹̙̘͕̭̳]̶͔ ̳̞͚̠̟̣̘͟L̪̳̦̳̯͚̝i̲͇͓͇̤s̟t̟͍̩̝͔e҉͖̖̰͈n͏̥̠ ̼̰͖͢[̖͜ͅB̼͓l̬͎̣̕i̢n͚͙̟k̻̲̣͇̫̳ͅ]͈̲̘̀
    ̯͜W̛͍͇̤̗͍̬h̴̭̦̳͓̭̖͓ì̟̺͍̖s̠̠͡ͅṕ͙̬̬e̷̮̣͓͖͙̮̗r͍̞͘ ͕̜̪̞[̙Ḇ̗͍͉̜̤̗l̦̱̗̥i̗̻̣ǹ̯̲̭̪k̗͞]̦̩̥̣͝ ̜͇̫̖̣͈S̮̥͖̥̦͞ho͔̳̠̱̟u̱̟͎͡l̘͍̫̺̟d̴̬̦e͙͔̹̩̟̲r̠ ̡̩͓̤[̫͞B̘̖l͉͕̲̜̰̩͖i͠ǹ̬̻̹̻̹̣k̷̳̫̞̹]̵̯͔͓̩͍ ͓̭͇̩̝͘P̞̦o̼̭̯n̷̳͖̹d̢͖̭̯ͅe̪r̙̻ ̗̙͙̮̤̟̣[̸̞̩̰̤B̧̯l̀i̜̭̘̻̰nk͙̩] ҉͙͎̥̼̻̝̬We̪̦̘̩͉̠͜ͅa͓̮͈t͈͍̗͍̼̜͜h҉̤̺͕e̞r̤̠͇̟͔̞͟ͅ ̘͚̣̻̻[H̸̘̞e͈̻̺a͎̲͉̖̘r̖͔̖̲̠̖̣]͉̕
    ̛̗̗̲A̡̩̗͇̺̖n̫̖̞̪̻̹s̟̫̘̝͘w̼̤̭̭̞͙e̲̫̬͖̠̳̩͟r͍̖ ̶[̪͖̣L̻͙o̼͖̦͓o͏̳̘͚͚̼̯k̵]̖̮̻̤̮̙͍̕ ҉͙̦̙̲̠̖͕A̲̺̹͇̬̱͡n̘̪͎̬̪s̰͙̝͎̻w͎̭̘e͕̕r ͔͍͢[̴̰͉̪̲T͚̹͇̦͖̟h͕͠i͏͖̠̫nk͏͎̤]̞ͅ ̵͇A̢̩͉̣͖̟̠ńs͔̗̣̰̻̫̬͝w͓̳̝͓̳̣̗e̻̭͓̞͇̲r̡͖̪̯͔ ̫̹̻͙̗̝t͈̘̫̩͙͖o̷̖͍̬̦̘ͅg̨̩̺̩et̷̤̪͙͉̬̰̙h͉̗̱̭̥̥̯͡e̦͈̗͍̻r̫͕͇̰


    Domande, infinite domande. Troppe domande,
    per un tempo così limitato.
    Fai fuoco, per l'ennesima volta il tubo d'acciaio ruggisce e graffia l'aria, impatta contro l'armatura del Cavaliere sprofondando senza alcuna esitazione. Ciò che ottieni è un sussulto, un nuovo e terribile di un corpo che si piega in avanti stremato.

    [PNG - ??? « Dannazione... »

    Il guanto sinistro afferra l'aria mentre quasi cade sulle ginocchia, traballando pericolosamente abbandonando una spada ormai troppo pesante da reggere. Ed è proprio in quel momento che la senti, mentre dai ganci dell'elmo sangue rosso cade rovinosamente macchiando l'armatura azzurra di sfumature indelebili.
    Una voce di donna ti raggiunge come la sentenza di essere diventato carnefice,
    forse ora nella consapevolezza di aver commesso un terribile errore.

    Errori, dubbi. Incertezze divenute realtà.
    Incomprensioni che sono divenute faro ai tuoi occhi, meravigliose stelle nel cielo che ora si spengono con la caduta dell'illusione.
    Guardati le mani, Maynard.
    Guardati attorno, nello scuotersi di un mondo che ora muore sotto il virulento agitarsi della SCINTILLA, potere di spezzare le dimensioni e piegarle al tuo comando. Il cosmo è normalmente in grado di rigenerarsi, le arti dei viaggiatori planari sono spesso un semplice sassolino gettato nell'infinito oceano che è il multiverso. Non stavolta.
    Non oggi, perché non ci sarà un domani su questa terra.

    La lesione è assimilabile a quella di un sasso contro una lastra di vetro,
    una rottura permanente che non guarirà mai. Si espande!

    Il Cavaliere cerca di rialzarsi, per l'ultima volta.
    Perché non vuole che sia l'ultima volta, fiamme miste dei colori dell'oro e del sangue fuoriescono dallo squarcio che le hai aperto nel centro del petto e nel ventre, dall'elmo che quasi ora ti rivela un paio d'occhi saturi della medesima sfumatura.
    Divorano il nero, quasi cercano di espellerlo e consumarlo.

    Plic.
    Non è abbastanza veloce, non è abbastanza forte.
    In un battito di ciglia lo spazio dietro di lei viene avvolto da spire di metallo e catrame, vere e proprie lance e fruste che le perforano la carne e per pura fortuna non ti raggiungono, arrestandosi alla distanza di un respiro dai tuoi occhi.
    La vedi stringere quelle picche, forse per pietà.

    Plic.

    Chiudi gli occhi.
    ILWCjyb



    Riesci a trovare l'origine di tale marea nel punto in cui avevi visto il cadavere di Derleth Stevenson.
    Lì, dove eri certo che lo stregone fosse morto.

    Meravigliosa illusione.


    La sua carne si scioglie,
    uno scheletro nero pece letteralmente spezza tendini e ogni altro tessuto incapace di fermarne la crescita. Vedi scapole estendersi, una colonna vertebrale espandersi e aprire in due un torace che non deve proteggere alcunché. Quasi come una crisalide, un involucro organico di cui non ha più alcun bisogno. Non più.
    C'è sangue che cola, ma non si tratta di semplici umori o viscere: ogni singola goccia graffia l'aria e la stessa realtà come una autentica blasfemia, marchiando un terreno in espansione che trova contatto con la frattura da te generata nel primo momento. Come se fosse un varco per la parte più intima di quella dimensione, un prezioso scrigno da predare.
    Di cui nutrirsi.

    « ̵C̶i̛el̀ơ,҉ semp̀re̡ det̵t҉o̸ c̨h̴e ͝i͞ v́ia͝g̨gi̧at͞ori ̧p͢l͟a͜nari s̡ono g͢li ҉avve̶nt͜ur̴ie̡ri̛ ͏píù ͘propen̡si ͟a c͢ol͢ĺa͟bor̷a͝re̷... ͟»̢

    Stridio nel silenzio, una voce che afferra la tua mente e ti percuote con infiniti coltelli.
    Come una maledizione, qualunque tratto di Stevenson appare come una malattia per tutto ciò che lo circonda, per ogni singolo frammento dell'ordine cosmico che desidera esistere.
    Le sue non sono semplici parole, non c'è una mandibola che si muove in quel teschio nero avvolto da scariche di pura energia, è un frastuono che ti risuona nel cuore, come se trovasse origine nello stesso spirito. Non puoi tapparti le orecchie, fare finta che non esista.
    Perché lui è davanti a te, non è un semplice mostro creato dalla immaginazione di un bambino che si può esiliare al di là della finestra.

    Ma c'è qualcosa che riesci a sentire, attorno a lui come dentro di lui.
    Paiono voci, quasi sussurri. Un pianto costante, due tonalità incatenate in una sofferenza uniforme
    .

    « C͏om̴e̴ prom̀e͝s̷so,́ ̷la͘ ̕lib́ert̶à̀. »

    Il mondo attorno a te smette di piangere, si spegne.
    Perde ogni colore nella rapidità di un colpo di spugna, mentre le appendici d'ombra si dissolvono e il corpo esanime del Cavaliere impatta nella polvere senza alcun gemito. Sembra respirare a fatica, per quei bagliori nel petto che nonostante tutto continuano a bruciare,
    unico rosso ormai in quel grigio opprimente che ti avvolge.

    Ma non ha importanza.
    Non ha più alcuna importanza.
    Derleth respira. La terra sotto i tuoi piedi si spezza in infiniti frammenti, come un mosaico incapace di preservare ulteriormente la propria integrità.
    Ritrovi la nebbia con cui sei arrivato, quel manto che ora ti traghetterà fuori da quel cimitero.

    Avevate un accordo.
    Te lo aveva promesso.

    E bisogna sempre mantenere la parola data.

    -
    Near the very end, these resilient prayers
    will reach someplace beyond the skies.




    [IX] angolo del (fake) gm

    CITAZIONE
    Con questo giro si conclude la scena di gioco che precede l'arrivo di Maynard su Endlos.

    Una scena importante a cui ho voluto affidare l'inizio di un lungo progetto di gioco, spero tu abbia apprezzato la breve trama. :sisi: Voglio premettere che avevo allestito numerosi scenari, coprendo anche il caso in cui ti fossi letteralmente buttato dalla scogliera all'inizio.
    Insomma, non ti ho mai voluto spingere in questa direzione.

    L'ingresso aveva in particolare ruolo di tutorial.
    Verso di te in particolare la parte del duello, offrendo tre turnazioni di combattimento tipo in cui ti saresti trovato rispettivamente con tue turni liberi, uno in teoria per difendersi e l'ultimo con due offensive di tipologia differente con il dover scegliere se bruciare tutto o... cosa fare, insomma. Per me serviva come punto di inizio per iniziare a narrare,
    visto che in ogni caso siamo entrambi novizi arrivati sulla piattaforma da pochissimo tempo.

    Io mi sono divertito un botto!

    Spero di essere riuscito a dare le ultime chiavi di lettura per l'inganno da parte di Derleth, con vari indizi sparpagliati anche nelle turnazioni precedenti. Per qualche altro dubbio o approfondimento, ne possiamo parlare tranquillamente.

    Non esistono le coincidenze, Maynard.

    (Mando in revisione appena fai tu l'ultimo giro, in caso ricordati di aprire la Tesoreria appena puoi visto che devi chiedere stipendio mensile e le monete per questa giocata.)


    Edited by infelious - 25/5/2019, 10:47
     
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    Fuoco e sangue.
    Si mescola al bianco dei fulmini, quel colore scarlatto che ora impregna la terra. Adesso che il Cavaliere, incapace di reagire, si accascia al suolo. Eppure non è finita. Non ancora.
    Il mondo in cui mi trovo geme, continua a piangere come se la fessura che ho spalancato nel mondo per sparire alla vista, stesse continuando a ferirlo. Le dita che stringono Botschafter tremano mentre la consapevolezza di aver di nuovo ucciso si fa largo nella mente. La pelle brucia, il calore del guanto di metallo attaccato al braccio continua a sfrigolare contro la carne viva. Provo a ripetermi che non c’erano altre alternative. Che quello era l’unico modo con cui quelle cose potevano andare.
    Che non avevo alcuna scelta.
    “C’è sempre una scelta. Ti sei limitato a scegliere la più conveniente”
    È la voce della coscienza, forse, quella che continua a ripetermi quelle parole. Che infrange ogni altro pensiero e possibilità di redenzione in questo momento per me. Respiro, il fiato corto e i polmoni che bruciano dopo aver inalato le fiamme che mi hanno circondato. Mi guardo attorno, unica persona in questo mondo che muore.
    Abbasso lo sguardo sul Cavaliere, sento il suo respiro e le sue ultime parole. Sollevo con dita tremanti la pistola. Son tornato ad essere un assassino. Le ho piantato due proiettili nello stomaco, caricati di potere elettrico e con la capacità di esplodere una volta entrati nel corpo. Non deve essere stata una passeggiata per quella che si rivela essere una donna in armatura di fronte a me.
    «Mi dispiace»
    Dico soltanto, preparandomi a darle il colpo di grazia e di porre fine alla sua agonia.
    Non serve.
    Qualcos’altro arriva prima di me a strappare l’ultimo respiro dal corpo della donna. Lame e fruste e lance che sorgono dal terreno, si conficcano nella carne in una salva di metallo e catrame. Ho appena il tempo di indietreggiare impacciato, di muovermi fuori dal raggio di azione di quell’offensiva corrotta. Ma non sono io il loro bersaglio.
    È il Cavaliere
    Che di fronte ai mei occhi, si aggrappa a quegli spunzoni di tenebra. Nel tentativo di fermarli? Il seme del dubbio si fa largo nella mia mente mentre mi avvicino di nuovo al corpo del Cavaliere. Gli stivali affondano nel terreno ora zuppo si sangue. Quando stringo le dita sull’elsa del fucile che ho abbandonato a terra, mi sporco le mani ancora una volta di quel fango scarlatto.
    «Mi dispiace. Davvero. Avrei voluto andarmene da questo mondo senza spargere sangue»
    È una scusa vuota quella che rivolgo al corpo di fronte a me. Rinfodero la pistola, trattenendo una smorfia di dolore quando di nuovo le ustioni reclamano la mia attenzione. Provo a non pensare a quanto tempo ci vorrà perché torni a muovere le braccia senza sentire la pelle che si attacca ai vestiti.
    Mi muovo in quel mondo vuoto che sta giungendo al termine, torno sui miei passi con la consapevolezza di essere tornato quello che, forse, non ho mai cessato di essere.
    Ed è in quel momento, quando le tenebre si ritraggono e si allontanano dal corpo esanime del Cavaliere, che la realtà colpisce. Più doloroso del senso di colpa. Sollevo di nuovo il fucile contro Derleth, sempre che quello sia davvero il suo nome, maledicendomi mille e mille volte per avergli dato ascolto. Ogni scelta è quella sbagliata, una volta che si sa cosa sarebbe successo in fondo. Ascolto le parole di quell’incubo che sta prendendo forma di fronte ai miei occhi, stringo i denti, strizzando gli occhi, quando la voce, raschiante e affilata, si insinua nella mia mente come un coltello arrugginito. Provo a valutare la possibilità di rimediare ai miei errori, di piantare un proiettile nel teschio avvolto dalle tenebre.
    Non ha più importanza.
    Ritira le tenebre, si allontana dal corpo del Cavaliere.
    E, come se non gli fosse richiesto più sforzo che soffiare sopra ad una candela, osservo incapace di reagire mentre cancella il mondo in cui mi trovo. Mi ha offerto la libertà, forse.
    Ma a quale prezzo?
    «Scheiße*»
    Impreco. Maledicendomi per la mia idiozia.
    E per la prima volta da quando sono arrivato in quel mondo, provo ad accendere la scintilla. A farmi davvero trascinare attraverso il multiverso.
    Ad andarmene da qui.

    » Riepilogo
    » Stato Fisico: Danni da taglio e da urto sul braccio sinistro dovuti all'attacco con spadone. Ustioni sul braccio e su tutto il corpo [Medio + Medio]
    » Stato Mentale: Confuso, adirato con sé stesso.

    der Funke » la scintilla, la capacità di infrangere il tessuto stessa della realtà e di viaggiare fra i diversi mondi. Per Maynard, come tanti altri, la scintilla si è accesa nel momento in cui stava per morire e lo ha trascinato in un altro mondo. È ancora in grado di viaggiare fra i mondi, ma il processo si sta facendo sempre più difficile per lui, al punto che la scintilla viene usata solo per alimentare alcune delle sue creazioni. Non è un mago, ma la scintilla è associata al mana blu e rosso,al potere dei fulmini e delle tempeste, manifestandosi come lampi e fumo e lampi tonanti. [Interpretazione - capacità di viaggio planare]

    » Energia: 35/100
    » Proiettili fucile: 10/12
    » Proiettili pistola: 5/6

    «Parlato»
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    *Merda

     
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