[CC] Raggiungendo i propri obiettivi

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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    giQfGH1 L'incontro con la Dama Azzura in persona fu un'esperienza incredibilmente positiva, Elysandra non riusciva ancora a capacitarsi di come una semplice prova si fosse evoluta in maniera tanto... strana.
    In ogni caso, era giunto il tempo di togliere il disturbo e di tornare ai propri alloggi, anche se prima di questo, la giovane Lyvellin si sentiva in dovere di andare a trovare Sir Ivan per ringranziarlo del fiore che le aveva donato.
    La giovane cavaliera camminava lentamente per i corridoi del palazzo, il silenzio di quel posto era disturbato dal cozzare metallico che produceva l'armatura ad ogni passo - aveva deciso di indossare di nuovo la tenuta da battaglia in modo da evitare di andare in giro con le macchie sporche di sangue in bella vista- , un piccolo eco si propagava in quel luogo, che non ospitava altro che due sole persone.
    Già, Elysandra non era sola, al suo fianco vi era il silenzioso Cavaliere del lago, aveva deciso di accompagnare personalmente la Lyvellin da Ivan, anche se lei non capiva il motivo di tanta premura: magari temeva che il Segretario l'avrebbe aggredita di nuovo?
    Un timore strano visto che la fanciulla si era convinta che Ivan perdeva le staffe solo in situazioni concitate, in ogni caso non aveva alcun motivo per rifiutare la compagnia di Lancelot, non solo sarebbe stato scortese farlo, ma nel suo silenzio era anche abbastanza piacevole.
    Era sempre stata convinta che il silenzio potesse dire quello che le parole non riuscivano.
    Però non bisognava mai esagerare, insomma, ogni tanto ci sta assolutamente bene un po' di chiacchera.
    «Sir Lancelot, la ringrazio infinitamente per la vostra premura, anche se ritengo che non sia necessaria.» disse lei, per iniziare a parlare «Avete in programma altri viaggi, nel prossimo futuro, o avrò occasione di vedervi più spesso da queste parti?»

     
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    Conclusa la cerimonia del the, che aveva visto entrambi i rampolli di due delle più eminenti famiglia di Shea intrattenersi in compagnia della Regina dell'Est, e terminata le piacevole chiacchierata a cui -a dirla tutta- lui aveva attivamente partecipato ben poco, il Cavaliere del Lago camminava per il corridoio del Maniero al fianco della più giovane Lady Lyvellin senza tradire alcuna fretta nel suo incedere... come se -strano, date le sue abitudini- non avesse in effetti una destinazione da raggiungere o un incarico da attendere.

    Procedendo con quell'andatura per lui eccezionalmente rilassata, Lancelot guidò la fanciulla bionda per la planimetria di quel luogo a lei probabilmente sconosciuto, premurandosi di mostrarle -seppur con poca verbalità ad accompagnare la spiegazione- il tragitto che collegava la Sala del Trono, dove sua Grazia era solita tenere udienza, all'uscita del Castello: a suo dire, Elysandra avrebbe avuto bisogno di conoscere la strada da quel momento in avanti, e... non le sarebbe di certo stato difficile memorizzarla, dal momento che il corridoio monumentale era un percorso diretto.

    E difficilmente dimenticabile per chiunque lo abbia attraversato almeno una volta, dal momento che le armature disposte lungo il percorso, severamente allineate a ridosso delle pareti -a distanza regolare le une dalle altre, come sentinelle di guardia-, tendeva a rimanere impresso.


    «Sir Lancelot, la ringrazio infinitamente per la vostra premura,
    anche se ritengo che non sia necessaria.»

    esordì d'un tratto la giovane, spezzando il silenzio con naturalezza
    «Avete in programma altri viaggi, nel prossimo futuro, o avrò occasione
    di vedervi più spesso da queste parti?»


    « Non sono molto sicuro di che risposta potrei darvi, Milady. »
    replicò il Cigno, con voce -al solito- quieta, ma un poco pensierosa
    « Purtroppo, quelli che stiamo vivendo sono tempi molto bui: gli eventi che un anno fa hanno colpito Kisnoth hanno lasciato un segno indelebile... soprattutto nel cuore della nostra Regina, che si è ritrovata a viverli in prima persona. »

    Probabilmente, come chiunque sul Semipiano, anche la Cavaliera doveva aver sentito della catastrofica invasione che dei mostri demoniaci -ovunque conosciuti con l'appellativo de “i Circensi”- avevano sferrato alla capitale del Pentauron solo l'anno precedente: la notizia era rimbalzata ovunque, riempiendo di rabbia e dolore il vuoto lasciato nell'animo di chiunque avesse perso un amico, un amato o un familiare nell'arco di quella Notte fatidica, che aveva lasciato la bella Kisnoth vuota come una città fantasma.

    « Le ferite che Endlos ha riportato allora stanno lentamente iniziando a guarire, ma la Dama Azzurra è persuasa che questo non basti, e sta alacremente lavorando a un nuovo progetto insieme all'Alfiere Errante del Presidio di Laputa, nostro alleato storico. »

    jpgLe forze congiunte degli eserciti dell'Est, del Meridione e di Laputa erano riuscite -al termine di un'accesa guerriglia durata tutta la notte- a mettere in fuga il Tendone del Circus Diabolique, ma l'avevano fatto a caro prezzo... e poiché i colpevoli non erano mai stati presi, l'impronunciabile timore in cui molta gente versava è che la tragedia potesse ripetersi.

    « Io ho di mia sponte prestato giuramento a Lady Kalia di fare qualunque cosa in mio potere per sventare ogni minaccia al suo regno e ai suoi ideali, e la seguirò in questa nuova impresa, ovunque siano richiesti i miei servigi. »
    Lancelot si concesse una pausa, volgendo gli occhi verde mare alla ragazza
    « ...perciò, temo di non poter predire dove il dovere mi condurrà. In ogni caso, ora che siete ufficialmente entrata a far parte delle Spade di Istvàn, è plausibile supporre che non sarà poi così raro che le nostre strade si incrocino ancora. »

     
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    giQfGH1Ovviamente era una piccola passeggiata tranquilla e silenziosa, le armature ai lati del corridoio erano imponenti e ordinate, finemente lavorate: Elysandra adorava le protezione metalliche e il lavoro degli armaioli, poter convertire e modellare delle materie grezze e trasformarle in opere d'arte... era semplicemente fantastico. Camminando, oltretutto, la giovane Lyvellin non potè notare come, effettivamente, per arrivare alla sala del Trono bastava attraversare quel lunghissimo corridoio, una via dritta con la quale era impossibile perdersi.
    Meglio così.
    « Non sono molto sicuro di che risposta potrei darvi, Milady. Purtroppo, quelli che stiamo vivendo sono tempi molto bui: gli eventi che un anno fa hanno colpito Kisnoth hanno lasciato un segno indelebile... soprattutto nel cuore della nostra Regina, che si è ritrovata a viverli in prima persona.»
    La cavaliera ascoltò in silenzio le parole di Lancelot, si portò la mano sinistra per poggiare l'indice sul mento assumendo una espressione pensierosa: erano tempi così pericolosi, forse il suo contributo avrebbe potuto fare la differenza nel salvare delle vite e, magari, di alleviare le pene della Regina, tutto sommato aveva fatto bene a fare richiesta di entrare nei Cavalieri Celesti anche se... temeva di dover ripetere la prova, d'altronde era stata sconfitta dal Segretario Ivan.
    La ragazza si fece poi più attenta e osservò il volto del cavaliere del Lago quando questi citò l'alleanza storica con il Presidio Errante, lei non ne sapeva moltissimo se non che c'erano ottimi rapporti, magari ora stavano progettando delle operazioni congiunte o qualcosa di simile, in fin dei conti l'attacco al Pentauron ha coinvolto entrambi.
    « Io ho di mia sponte prestato giuramento a Lady Kalia di fare qualunque cosa in mio potere per sventare ogni minaccia al suo regno e ai suoi ideali, e la seguirò in questa nuova impresa, ovunque siano richiesti i miei servigi. » Non doveva essere facile, prodigarsi così tanto negli ideali nobili del proprio Signore era tanto giusto quanto faticoso, le venne da chiedergli se si prendesse mai delle pause, ma quando Lancelot la guardò dritta negli occhi capì che stava per dire qualcosa di importante, quindi non proferì parola e mantelle lo sguardo, facendo incontrare quegli occhi verdi con quelli del suo amico d'infanzia.
    « ...perciò, temo di non poter predire dove il dovere mi condurrà. In ogni caso, ora che siete ufficialmente entrata a far parte delle Spade di Istvàn, è plausibile supporre che non sarà poi così raro che le nostre strade si incrocino ancora. »
    «Sono... ufficialmente entrata?» chiese per conferma, probabilmente non aveva sentito bene e doveva aver frainteso, aveva fallito la prova alla fine: stava già pensando a chi rivolgersi per chiedere quando poteva ritentare l'ordalia.
    «Sir Ivan mi ha sconfitto durante la prova.» certo, aveva liberato quella roba strana, ma una sconfitta era una sconfitta, quindi in teoria non aveva passato il test.
    «In ogni caso, cercherò di venirvi a salutare ogni volta che dovrete partire per un viaggio: mi raccomando di fare attenzione e di riposarvi di tanto in tanto, non potete servire al meglio la Regina se non avrete cura del vostro corpo.»

     
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    La fanciulla dai capelli biondi seguì attentamente il discorso del suo interlocutore, soppesando le informazioni che egli le fornì ed astraendosi sulla scia di ragionamenti legati al futuro che avrebbe potuto da lì in avanti attenderla: lei stessa avrebbe potuto mettere i propri doni a disposizione della causa, per fare la differenza per qualcuno, per cercare di risolvere i problemi del Semipiano...

    Eppure, un'ondata di sorpresa la ricondusse alla realtà del presente come la risacca del mare: doveva essere stato qualche dettaglio nelle parole di Lancelot... qualcosa che attirò immediatamente il tiro degli occhi verdi sul volto del Cavaliere del Lago.


    «Sono... ufficialmente entrata? Sir Ivan mi ha sconfitto durante la prova.»

    « La prova a Taldor consiste semplicemente nel dimostrare le proprie qualità,
    e ciò è cosa slegata dall'esito delle armi: concentrarsi sull'ottenere un risultato può far facilmente perdere di vista il modo in cui lo si raggiunge. »


    La replica dell'albino giunse pacata e solenne, e le iridi verde acqua si incatenarono a quelle smeraldine della Dama: il Cigno sembrava fermo in quella posizione, ma gli fece in vero un effetto un po' strano ritrovarsi a vestire il ruolo che la sua guida aveva a suo tempo ricoperto davanti a lui; lui, che -nell'animosità dei suoi primi tempi come recluta- se lo era sentito spiegare dal Capitano Leon, in ammonimento alla sua adamantina convinzione che per proteggere le cose importanti non fosse necessaria che una superiorità in grado di spazzare via ogni minaccia.

    Gli ci era voluto più di qualche anno per metabolizzare la sottile ma sostanziale differenza che intercorre tra un atto di
    violenza e un atto di forza, e talvolta gli spiriti che guizzavano al di sotto delle acque placide ed insondabili della sua pazienza avevano ancora la meglio su di lui, ma...

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    « Per essere la Spada che difende la Pace, tenacia nell'impegno e nobiltà d'animo valgono quanto una vittoria sul campo – alcuni, pensano, ancora di più. »

    ...ora eccolo lì -proprio lui- a fare un discorso del genere, perché non voleva che Elysandra dubitasse delle sue capacità o della validità dei suoi ideali per via di una singola sconfitta.

    Sperando di aver rincuorato la giovane Lady Lyvellin, Sir DuLac la condusse fino all'uscita, dove il mondo esterno li accolse nell'abbraccio del limpido cielo dorato del meriggio, avvolgendoli con la brezza fresca e profumata della Valle di Chediya.

    «In ogni caso, cercherò di venirvi a salutare ogni volta che dovrete partire per un viaggio: mi raccomando di fare attenzione e di riposarvi di tanto in tanto, non potete servire al meglio la Regina se non avrete cura del vostro corpo.»

    Sentirsi rivolgere una simile raccomandazione
    spinse la Guardia Indaco ad increspare le labbra in un mezzo sorriso.


    « Allora conto di rivedervi presto, Milady. »
    anticipò, non aspettandosi interesse nella ragazza di intraprendere lo stesso sentiero
    « A cinque giorni da oggi, io e altri partiremo alla volta del Pentauron,
    per prestare a Kisnoth il nostro nuovo giuramento alla causa del Semipiano. »

     
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    « La prova a Taldor consiste semplicemente nel dimostrare le proprie qualità,
    e ciò è cosa slegata dall'esito delle armi: concentrarsi sull'ottenere un risultato può far facilmente perdere di vista il modo in cui lo si raggiunge. Per essere la Spada che difende la Pace, tenacia nell'impegno e nobiltà d'animo valgono quanto una vittoria sul campo – alcuni, pensano, ancora di più.»

    Le parole di Lancelot erano solenni e pregne di verità, e dal suo sguardo era evidente che credeva in quello che stava pronunciando. La forza era in grado di fare molte cose, aiutare molte persone e risolvere molti problemi ma... poteva lasciare detriti, ferite, sfiancava fisicamente e nell'animo fin quando non cadevi a terra, esausto, e senza più quella forza che ti aveva portato così lontano.
    Era necessario qualcos'altro, uno spirito che non solo guariva i problemi esterni, ma che entrava anche all'interno delle cose, per infondere coraggio e speranza, d'altronde il mondo non era fatto solo di istinti, violenza e supremazia.
    Il mondo era tanto altro.
    Forse gli occhi le luccicavano, era un concetto veramente bello che aveva sempre perseguito nella sua vita, e trovare una compagnia di uomini e donne che la condividesse... beh, significava che non era più sola, anche se effettivamente non lo era mai stata.
    Poi erano arrivati alla fine di quel lungo corridoio, quello che portava di nuovo alla città, che poneva fine a tutta quella vicenda per poi farne iniziare un'altra, ormai era pressocchè pronta a cominciare sul serio.
    « Allora conto di rivedervi presto, Milady. » disse il Cavaliere del lago con un mezzo sorriso.
    Elysandra rispose con un sorriso pieno, soddisfatta di essere riuscita nel suo intento di farlo sorridere un pochino.
    « A cinque giorni da oggi, io e altri partiremo alla volta del Pentauron, per prestare a Kisnoth il nostro nuovo giuramento alla causa del Semipiano. »
    «È un bel viaggio, fai attenzione.» disse la cavaliera mentre varcava la soglia di uscita, poi si fermò lì per un instante, con un piede ormai già fuori dal palazzo, si voltò il giusto per guardare il suo superiore mentre alcune ciocche dorate le cadevano sul volto, parzialmente illuminato dai raggi del sole che provenivano dall'esterno.
    «Chissà, magari ci sarò anche io e ci incontreremo lì.» e con un altro sorriso smagliante, uscì per iniziare la sua avventura.

     
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    Con un radioso sorriso sulle labbra morbide, la giovane Lady Lyvellin si attardò ancora un ultimo istante sulla soglia dell'arco di pietra che si immetteva nelle vie della Capitale, Sir DuLac si fermò a contemplare in silenzio il modo in cui il sole pomeridiano investiva la figura della ragazza, colpendole la schiena, proiettandole attorno come un'aureola, e accendendo i capelli biondi di in una fiammata di oro puro.

    jpg«È un bel viaggio, fai attenzione.»
    commentò la fanciulla, voltandosi per rivolgersi al suo vecchio amico
    «Chissà, magari ci sarò anche io e ci incontreremo lì.»

    Poi, la giovane si mosse per rimettersi in cammino, spezzando l'incantesimo... Ma la voce di Lancelot la raggiunse immediatamente, trattenendola.

    « Lady Lyvellin....! »

    Voltandosi, Elysandra gli rivolse un'occhiata interrogativa.

    « La Caserma è da quella parte. »
    sentenziò l'albino, puntando l'indice in una direzione diversa da quella intrapresa da lei
    « In ogni caso, permettetemi di accompagnarvi. »
    propose di nuovo, sollevando il cappuccio del mantello e affiancandola per farle strada
    « Come vi ho detto, vorrei essere presente quando confronterete Sir Ivan. »

    E con le ombre proiettate dalle falde del cappuccio a celare quel segreto, le pallide labbra di Lancelot partorirono un altro sorriso.

     
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