Buon non compleanno...a te!

Dopo che la Mamma si era alzata dal tavolino, portando via il signore alto alto con la barbetta a punta, Asaliah si era attardata al “Dolci Grazie” insieme ad Augustus, e anche se lo scherzo di quel dispettoso di Polpetta ne aveva dapprima un po' adombrato l'umore, la compagnia del suo amico e una porzione di dolce (due delle sue cose preferite!) l'aveva ben presto aiutata a lasciarsi quel piccolo dispiacere alle spalle.

Avevano mangiato la torta al cioccolato e chiacchierato tranquilli, e poi -stringendo la mano del suo Mentore- l'albina l'aveva seguito lungo le vie di Laputa, fino ai rigogliosi campi del Latifondo e poi su, verso i piani alti dell'Albero Casa: il Numerologo le aveva promesso un regalino, e per quanto lei avrebbe serenamente potuto dirsi già felice di quel pensiero e di quell'uscita, la prospettiva di ricevere un dono le aveva acceso gli occhi rossi di entusiasmo.

Lungo la strada, aveva provato ad indovinare, ma visto che non si trattava di un libro, né di colori per disegnare, e neppure di una torta, di dieci torte, o di una spazzola per aiutare la Mamma nel suo lavoro, intanto che il riccioluto Aviatore si era fermato a parlare con alcuni Sergenti, la fanciulla aveva cominciato ad arrovellarsi la testolina in cerca di nuove idee, con la curiosità alle stelle.

Ripresa la marcia, il duo raggiunse infine la meta: l'Incantatorium;per quanto si trattasse di un luogo suggestivo e misterioso, di cui la ragazza non sapeva in effetti neppure granché, la rassicurante presenza del Pastore di Anime al suo fianco non le dava ragioni di temere alcunché, così quando fu invitata a sedersi su una delle seggiole che il suo amico aveva disposto al centro della stanza -una difronte all'altra-, vi prese posto ubbidiente e sorridente.

Allora ti ho promesso un regalo. Ma devo prima spiegarti una cosa.
esordì il giovanotto, passandosi le mani sulla faccia e tra i capelli con fare afflitto
Qualche anno fa, un demone cattivo, come quello che ora sta perseguitando la Mamma, mi ha attaccato. Mi ha fatto molto male, ha disfatto la mia anima in tanti brandelli.
senza poter trattenere la loro preoccupazione, due occhi rossi lo fissarono di rimando
Per salvarmi ho utilizzato delle anime erranti come se fossero un filo per ricucire la mia anima. Queste anime, ora, fanno parte di me. Mi tengono insieme e mi rendono ciò che sono.


« Aw... »

Non sapendo bene cosa dire, l'albina sollevò le braccia sottili e le tese davanti a sé, adagiando le manine candide sulle guance di Augustus, in un gesto che incarnava un intento tanto sincero quanto ormai inutile -fuori tempo massimo- di lenire almeno un poco le sofferenze che lo Sciamano del Nord doveva aver subito in quella tragica occasione...

Intanto, il Numerologo tacque concedendosi una pausa: probabilmente, voleva lasciare alla sua pupilla il tempo di elaborare la notizia e porgli qualche domanda, ma la verità era che, in quel momento, l'Albina era semplicemente troppo confusa per formulare qualunque pensiero complesso; l'unico interrogativo nella sua testolina cornuta era: “perchè?”

Perché qualcuno poteva aver voluto far del male ad Augustus,
che era sempre tanto buono e gentile con chiunque?

Una di queste anime è Giulietta, ma sono diverse decine, tutte mi vogliono bene e ti vogliono bene. Proprio per questo ho deciso di farti un grande regalo.

All'udire il suono di quel nome, le sovvennero in un istante le immagini del rituale che aveva riportato il Numerologo indietro dalla morte: quella volta aveva toccato la forma eterea della donna fantasma con i capelli viola mandandola in fumo (e poi aveva visto Augustus in una grotta che faceva pipì sui teschi!), e... al ricordo di come lo spettro si fosse comportata con la Dama del Vento, Asaliah si accigliò.

...ma se era vero che anche quella lì voleva bene ad Augustus e persino a lei stessa -e il suo amico non diceva bugie-, forse non era del tutto cattiva cattiva.

« ...e vogliono bene anche alla Mamma? »

Pose quella innocente domanda con la massima serietà, come se dalla risposta dipendesse il destino dell'universo; poi lasciò il Pastore di Anime libero di continuare il suo discorso.

Purtroppo non posso essere sempre con te per aiutarti,
ma c'è... ecco, un modo in cui potrei riuscirci.

Assecondando i gesti di Augustus, con lo sguardo di rubino incatenato a quello grigio di lui, le mani della fanciulla lasciarono il suo viso per posarsi nelle sue mani, intrecciando le proprie dita a quelle dell'altro.

Per ora hai capito tutto?

Piegando la boccuccia in un sorriso gentile, Asaliah annuì con convinzione
e attese che il suo amico e maestro terminasse il discorso.

Certo che vogliono bene anche alla mamma, le vogliono grandemente bene.
Tutti i miei spiriti, come me, sono al servizio della Mamma, crediamo in lei e nel Bene.

Rispondendo prontamente alla domanda che gli era stata rivolta, il Numerologo rassicurò l'interlocutrice con un sorriso sentito, sollevando le mani per sovrapporle a quelle che gli cingevano dolcemente il volto e stringendole con affetto nelle proprie per un momento, prima di farle scivolar gentilmente via dalle sue guance per restituire loro la libertà.

E sai anche a chi voglio proprio tanto bene? A te!

Probabilmente emozionato dalla situazione, in un idiosincratico tentativo di scaricare lo stress, Augustus si smosse irrequieto sulla sedia e si tolse gli occhiali iniziando a giocherellarci, mentre -dal canto suo- la ragazza seduta davanti a lui si limitò a reclinare la testolina canuta da una parte e a sorridere ancora di più -ancora più contenta.


« Anche io ti voglio tanto bene, Augustus! Proprio tanto-tanto! »

Non che quella notizia fosse per Asaliah qualcosa di nuovo, dato che sapeva che il suo amico le voleva bene -perché lo percepiva attorno a sé ogni volta che erano insieme-, però... sentirlo detto a voce alta era bello come mangiare la torta al cioccolato, quindi le venne istintivo ricambiare quel gesto, con il naturale pensiero che le cose buone vanno sempre condivise.

Il mio regalo...è una parte di me.
Vorrei donarti uno dei miei spiriti, un frammento della nostra anima.

A quella dichiarazione, gli occhi scarlatti della fanciulla si spalancarono in un moto di sorpresa, sbatté le palpebre un paio di volte, e poi reclinò la testolina cornuta da una parte, facendosi un poco... titubante.

Studiando qui e là, le era capitato di leggere taaante cose sull'anima, ma data la varietà delle sue fonti (dai romanzi delle signore del Latifondo ai trattati dei Magistri del Magisterium), che spesso ne davano una definizione anche molto differente, non sempre aveva capito bene-bene nel dettaglio il suo funzionamento, però... ecco, una cosa che tutti i testi facevano capire era che si trattava di una cosa molto preziosa, perché ogni persona ne ha una soltanto, e quindi bisogna tenerla pulita e in ordine comportandosi bene. ...perciò i demoni sono cattivi perché vogliono sporcare o rubare quelle degli altri?

Si chiama Baba, è la mia nonnina preferita. E' uno spirito gentile, delicato, che ha il grande pregio di conoscere tante cose, ma cosa ben più importante è dotata della grande sensibilità di capire le persone.

Intanto che l'albina riesaminava le proprie frammentarie conoscenze sull'argomento, desumendo tutta una serie di implicazioni che la fecero riflettere su quanto importante fosse quel che il riccioluto Aviatore intendeva affidarle in dono, dalla nebbiolina non sempre nitidissima che a momenti alterni poteva scorgere attorno al Pastore di Anime, i suoi occhi rossi videro emergere la figura di un'anziana signora.

E' stata il capovillaggio di un piccolo insediamento del Nord, vicino il Koldran dove ci siamo conosciuti. Ha grande esperienza nel capire i sentimenti, individuare i bugiardi e le situazioni pericolose. Sotto il suo comando il suo villaggio è cresciuto molto ed è sempre stato al sicuro.
spiegò Augustus, incontrando il suo sguardo e fermando il moto degli occhiali
Baba saprà aiutarti e consigliarti, ti dirà quando la situazione sta per diventare pericolosa, quando le persone ti mentono e quando stanno per fare qualcosa di cattivo. Ma cosa più importante, Baba ti proteggerà quando qualcuno vuole farti del male, proprio come i miei spiriti fanno con me. Posso...farti questo regalo?

Contorcendo la boccuccia in una smorfia esitante, Asaliah volse le iridi rosso rubino dallo spettro al suo Mentore con una certa preoccupazione nei loro recessi vermigli, salvo poi rimbalzare nuovamente lo sguardo sull'anziana capovillaggio del Nord e rivolgerle la parola, perché... in fondo, era solo confusa, mica maleducata.

« Ehm... Bu-buongiorno, Signora Baba. Lieta di conoscerla. »

Salutò timidamente il fantasma, muovendo al suo indirizzo un leggero inchino col capo in segno di saluto; poi, tornò a fissare gli occhi grigi del Numerologo per dare finalmente voce all'unica vera e profonda preoccupazione che la procedura le suscitava.


« Augustus... senti... ma... non ti fa male l'anima, se stacchi un pezzo? »

Oh, bhè...non proprio. Si, farà un po' male, è normale che sia così.
Perchè toglierò un filo che viene unita i brandelli della mia anima, questo mi farà un po' male.
colto alla sprovvista dalla domanda, l'Aviatore trasalì e riprese a gesticolare
Diciamo come....Una specie di libro che ti cade in testa dalla libreria. Poco male, ecco.
Un male che mi posso permettere di correre per te.

Solo in parte rassicurata dalle parole del Numerologo, l'albina si limitò ad ascoltare la sua spiegazione senza osare interromperlo, fissandolo con gli occhi di rubino ancora velati di una certa preoccupazione, e sperando in cuor suo che staccare quel pezzetto di anima facesse davvero un male piccolo piccolo come diceva Augustus.

Quando si aprirà questa feritina spirituale, semplicemente prenderò un altro spirito e lo metterò al suo posto. Sono settimane che cerchiamo di selezionare il nuovo candidato ed anche la stessa Baba ha deciso chi prenderà il suo posto.

E... non c'era motivo di dubitarne, giusto? Non è che lei sapesse qualcosa di come funzionassero questioni del genere per poterci fare un paragone... e poi Augustus non raccontava bugie, quindi doveva essere così. Lei si fidava di Augustus.

Mi permetti di farti questo regalo?
Non voglio saperti sola, mai. Voglio saperti sempre protetta e difesa.
chiese infine il Pastore, con un tale trasporto che le scaldò il cuoricino
Voglio vederti crescere come una grande donna, quale tu sarai.
Permettimi di pagare un piccolo pegno per aiutarti nel tuo Destino. Posso?

Portandosi una manina al petto per trattenere l'emozione che vi palpitava dentro, frullando le ali come un uccellino in gabbia-, la fanciulla mosse un lieve cenno con la testolina candida e annuì, mostrando una pacata ma sincera determinazione nelle iridi scarlatte.


« Va bene... A-allora... Accetto il tuo regalo, e... »
acconsentì, abbassando un poco lo sguardo e la voce
« ...ti prometto che mi prenderò cura della tua anima e di Baba. »

Grazie

Accogliendo quell'intercalare con un sorriso gentile, l'albina ristette pacatamente in silenzio e in attesa, seguendo con viva attenzione ogni gesto con cui il Numerologo andava compiendo davanti ai suoi occhi rosso rubino: Asaliah vide il Corteo di Spiriti diffondersi attorno a loro per circondarli, ma...

Lo sguardo le si concentrò soprattutto sulle mani di Augustus non appena queste cominciarono a danzare eleganti nell'aria, lasciandola incantata dalla maestria con cui gli arabeschi che quei cenni descrivevano facevano in modo che i gessetti -fluttuanti d'intorno, sotto il di lui controllo telecinetico- replicassero sul pavimento attorno a loro tutti i glifi necessari al rituale.

Adesso Asaliah devi aiutarmi,
resta tanto concentrata e pensa forte forte che ti prenderai cura di me e di Baba.
la voce rassicurante del riccioluto risuonò direttamente nella sua testolina
Accetta questo mio dono, ti prego.

...ti prego, accettalo... e se puoi, perdonami...

Quando alla voce disincarnata dell'Aviatore ne fece eco un'altra, la fanciulla non poté trattenersi dal trasalire: banalmente, non ebbe il tempo di misurare quella sua reazione di riflesso; colta di sorpresa da quella voce di donna, che in qualche modo le era conosciuta eppure aliena, ma che in ogni caso non le capitava di udire da un tempo che sembrava infinito -remota come il ricordo di un sogno dimenticato-, la ragazza gettò furtivamente un'occhiata in giro.

Tutto ciò che vide furono però solamente i fantasmi del Gregge che si disponevano intorno a lei e al Pastore di Anime, e sentendosi in difetto -come un'alunna distrattasi durante la spiegazione del maestro-, temendo di star disturbando la magia del Numerologo, la giovane si impose di tornare nei ranghi e fare quello che Augustus le aveva detto.

In cerca di quiete e raccoglimento in cui ricercare la concentrazione che le era stata richiesta, Asaliah chiuse gli occhi rossi per focalizzare i suoi pensieri... ma ciò che trovò nel buio del rovescio delle proprie palpebre non fu quello che si aspettava.



Ondeggiando in bilico sul nero confine dell’incoscienza, con i nervi scossi da così tanto dolore da non riuscire neppure più a sentirlo, ebbe la sconvolgente sensazione di un tocco morbido sui capelli bianchi di nuovo impiastricciati di rosso, ma non ebbe la forza -il coraggio- di sollevare lo sguardo oltre l'orlo delle gonne della donna che percepiva accanto a sé, per fissarla in viso...

...e tuttavia, gli occhi cremisi percorsero lo specchio cinabro in cui la propria vita versata si andava raccogliendo, in cerca di un riflesso di quella figura, senza neppure trovarlo, perché Lei non era realmente lì. Eppure, da lontano, come da un sogno remoto, sentiva le sue due voci.

Non so come hai potuto farlo! No, non intendo permettertelo. . . . Non posso. Chissà cosa altro le faresti... Non ritengo siano più affari tuoi. E ora fatti da parte: qui sei di troppo. E come pensi di impedirmelo? Tipico. Torna a nasconderti nel tuo eremo. Io? Al contrario di te, la renderei forte.

Asaliah, io ti dono Baba

Come ridestata da un brutto sogno, la fanciulla dai lunghi capelli d'argento spalancò gli occhi cremisi d'improvviso, con uno spasmo che la fece sussultare sulla seggiolina e la lasciò tremante: non sapeva spiegarsi da dove -o da quando- quel frammento di ricordo fosse saltato fuori, né il perché, ma reprimendo un istante di autentica inquietudine, ad Asaliah venne istintivo ritrarsi da quelle immagini e dalle sensazioni spiacevoli che portavano con loro.

La vista le si appannò un poco mentre una patina umida e bruciante le velava le iridi scarlatte, ma anche così riconobbe i lineamenti familiari del volto sfocato di Augustus, notò lo spirito della Signora Baba che luccicava nella mano che lo Sciamano le tendeva, e -annaspando con fatica in cerca di aria- pensò solo ad ancorarsi a quella sua rassicurante presenza.


« Augustus... Baba... »

Ripeté i loro nomi come se invocarli con la propria voce potesse renderli più reali dello sprazzo di visione a cui aveva assistito, così tese entrambe le manine per circondare gentilmente il corpo etereo dello spirito del Vecchio Corvo e la calda mano del suo amico.

Con la mente ancora destabilizzata dagli oscuri imput piovuteli addosso dal nulla, la fanciulla dagli occhi rossi cercò di scacciare il ricordo di quell'invasione e delle sensazioni spiacevoli che le aveva lasciato: il rammarico della donna bionda che aveva smesso di apparirle... l'eco delle sue due voci... i loro strani discorsi... la visione che le aveva infuso in corpo il ricordo di un antico dolore... e tutto quel sangue...

Era confusa e frastornata, e quando ci si sente così bisognerebbe studiare la situazione, analizzare i problemi, e capire come funzionano le cose per far andare tutto a posto e mandare via le incertezza... Ma non poteva farlo: perché per studiare quel problema, avrebbe dovuto avvicinarcisi, guardarlo bene, toccarlo e misurarlo, e lei... lei aveva troppa paura che il dolore tornasse.



Così, finì per aggrapparsi alla mano calda di Augustus come si trattasse dell'unica verità del mondo, concentrando completamente i suoi pensieri su quel momento, sulle sensazioni che l'incantesimo le trasmetteva, sulle voci degli spiriti che li circondavano e su quella del suo Mentore, lasciandosi rassicurare dalla sua presenza, che -come un'oasi tranquilla nell'occhi del ciclone- placava la confusione.

Ciao Asaliah, bimba mia

Quando udì quel saluto rivolto a lei, l'albina sollevò lentamente le palpebre bordate di lunghe ciglia ed imperlate da qualche lacrima, e nell'incontrare il volto rugoso ma simpatico del suo regalo, tirò su col naso e si impegnò tanto tanto per abbozzare un sorriso da dedicarle.

« Ciao, Baba... »

Riuscì nel suo intento, ma il risultato non fu granché convincente, perché la sensazione che qualcosa fosse fuori posto non l'aveva ancora abbandonata; così, quando fu Augustus a rivolgerle la parola...

Tutto....bene?
« ...mh. »

...la fanciulla non gli rispose che con uno sbrigativo cenno di assenso, silenziosa come aveva smesso di essere già da diverso tempo; poi abbassò il capo, lasciando che i lunghi capelli d'argento scavalcassero la linea sottile delle spalle per celarle il viso, e l'altra mano -quella libera dalla stretta del Numerologo- risalì furtivamente il faccino per asciugarsi gli occhi.

Con la luce mistica del cerchio magico prossima a spegnersi, il rituale poteva dirsi ormai completo, così Asaliah cercò di usare il tempo che le rimaneva per ricomporsi; non era sicura che ci sarebbe riuscita, ma quel che era certo era che -anche una volta che il glifo arcano fosse tornato inerte- avrebbe stretto la mano del suo amico ancora per un po'.

Umphf...

Sopraffatto dall'ovvia stanchezza conseguente lo straordinario rituale che aveva compiuto, il Pastore di Anime si concesse qualche momento per riprende il fiato, sfilarsi gli occhiali, asciugarsi il sudore che gli imperlava il volto e richiamare all'ordine il suo Gregge...

Ehi...Asaliah, tutto bene?

Augustus aveva insomma più che meritato il diritto di poter passare il resto della giornata in pace, tranquillità e assoluto riposo, e fu esattamente questa consapevolezza a colpirla al cuore con un pungente affondo di senso di colpa quando lo vide sforzarsi tanto ugualmente anche solo per alzarsi dalla sedia e avvicinarlesi. E le venne di nuovo da piangere.

« Io... s-sì... scusa... »

E quella risposta non era inesatta: fisicamente stava bene, era solo confusa, e... e non voleva far preoccupare il suo amico; tuttavia, la totale inesperienza nell'arte del fingere o anche solo del dissimulare -più indispensabile nei rapporti umani di quanto si pensi, anche quando usata a fin di bene- rendeva davvero impossibile evitare quel risultato, così -sentendosene inconsciamente in difetto-, mentre abbassava la testolina canuta ed incurvava le spalle, il suo primo istinto fu di scusarsi per star essendo di peso in un brutto momento.

Nonostante tutto, o forse proprio per quello, il Numerologo fu risoluto nel prendere le redini della situazione in accordo al proprio ruolo di Mentore, e dopo essersi procurato un bastone con cui puntellare i propri passi trasfigurando il legno della sua seggiola, raggiunse l'albina, chinandosi sul proprio sostegno per ridurre il divario tra loro.

Asaliah stai bene? E' successo qualcosa? E' tornata quella donna?
Fammi vedere il collo!

Agitata dall'agitazione (!) che aveva colto Augustus nel vederla agitarsi (?) dopo che qualcosa le aveva richiamato alla mente quel frammento di... ricordo? visione? situazione, la fanciulla dagli occhi di rubino pensò ad una via di fuga da quel momento di stress, ma quando tornò a sollevare il faccino verso il volto rassicurante dell'Aviatore, l'unica soluzione che le venne in mente fu di provare a spiegargli l'accaduto.

Anche se non lo capiva. Anche se non le piaceva.
Anche se già solo l'idea di concentrarvi il pensiero le faceva un po' paura.

« Ho visto delle cose... prima... q-quando facevi la magia per regalarmi Baba...
E... sentivo delle voci... e... la neve era così rossa... e faceva male... »

Mentre quell'ammissione strisciava fuori dalle labbrucce rosee con fare piuttosto esitante, un lieve brivido le risalì la schiena facendola trasalire sulla sedia, e in un tentativo di contenere quella sensazione spiacevole, si circondò con le braccia.

Nel periodo in cui era rimasta sola, quando entrambi i suoi tutori erano finiti dispersi durante la missione a Kisnoth, le era capitato spesso di sentirsi scossa... e quando succedeva, la Mamma la circondava con le braccia in un modo analogo, e in quella stretta, poco a poco, Asaliah ritrovava la calma. Ma Drusilia non c'era, e lei sentiva di avere bisogno di un po' di conforto per stare meglio, perciò...

« Augustus... mi dai un abbraccio...? »

Certo, Asaliah, puoi avere tutti gli abbracci che vuoi!
la rassicurò il suo amico, visibilmente stanco e preoccupato
Anzi, ti chiedo scusa se il mio regalo ti ha risvegliato qualche ricordo spiacevole o sgradito.
Volevo solo farti un dono piacevole e null'altro.

Scivolando via dalla seggiolina e rimettendosi in piedi davanti a lui, l'albina si accoccolò contro il Numerologo, portando a sua volta le braccia sottili a cingergli la vita e le manine ad aggrapparglisi delicatamente alla schiena; poi, reclinò la testolina sulla sua spalla e chiuse gli occhietti di rubino, sintonizzando l'udito sulla cadenza un poco affannosa del cuore del suo Mentore.

Mi dispiace, scusami
disse ancora l'Aviatore, stringendola un po' più forte
Scusami...spero che almeno il regalo ti piaccia

Concentrandosi su quel ritmo come unico punto di riferimento dei suoi sensi -quasi i battiti fossero i rintocchi di una sorta di metronomo naturale- la fanciulla si prese un lungo momento per calmare l'agitazione, regolarizzare il respiro e fare chiarezza, spingendo in un angolino della sua mente tutta la confusione e le domande che l'avevano scossa... Anche perché Augustus sembrava triste, e quello veniva di prima d qualunque altra cosa!

« Il regalo mi piace tanto-tanto, invece: è bellissimo come... come... »
senza muoversi, si accigliò un po', alla ricerca di un termine di paragone adeguato
« ...come la Mamma. »

Asaliah concluse la frase pienamente soddisfatta di sé stessa per la metafora perfettamente calzante che era riuscita a trovare, muovendo persino un piccolo cenno di assenso col capo, prima di voltare il faccino verso il viso di Augustus e rivolgergli un sorriso caldo sorriso prima di scostarsi un poco da lui, così da non esser di intralcio allo Sciamano nel caso avesse avuto ancora bisogno di bilanciare il proprio equilibrio sul bastone di legno.

« Baba è tanto gentile, simpatica e buona: come te, Augustus. »
affermò, incatenando le iridi rosse a quelle dell'altro, volendo rincuorarlo con sincerità
« Perciò sono felice che ora sia con me: mi prenderò cura di lei, e saremo amiche. Come promesso! »

Recuperato il proprio equilibrio interiore, la ragazza si ritrasse lentamente, arretrando di un passo per trarre un profondo respiro e infine espirare, espellendo la tensione e le negatività insieme all'aria.

« Meglio. »

Quella era stata la prima parola in assoluto che aveva imparato a pronunciare, e ora che -grazie allo studio e ai suoi insegnanti- ne conosceva anche il significato, l'albina era convinta che non ce ne fosse una più perfetta per esprimere quello stato d'animo in cui hai superato un ostacolo -come un compito difficile difficile- e ti volgi a vedere il risultato.

Così, ora che stava di nuovo bene, poteva concentrarsi a far star bene anche Augustus... pertanto gli prese una mano - quella libera dal bastone.

« Andiamo! Così ti riposi! »

Dopodiché, marciò avanti decisa fino alla porta di uscita dalla stanza dei rituali.