Irrompere nell'Irreale

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  1. Yomi
     
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    Abbandonato al lato passeggero su sedili grigio topo davvero troppo bassi per non dare la strana sensazione di essere prossimi al decollo, Denver avrebbe avuto il tempo materiale per formulare un pensiero critico riguardo la situazione in cui si era ficcato con le sue stesse mani solo a disagio ormai compiuto, quando non c'era più modo né verso di tornare indietro e chiamarsi fuori da quella pessima idea. Sul finire di una nottata durata davvero troppo a lungo, finalmente al terzo tentativo Ira Gamagori riuscì a far partire il motore della sua utilitaria gialla vecchio modello, che tossì un avviamento stentato con uno scoppio di rumori fra i più variegati che si possono udire da un veicolo di quel genere. Il reporter era obbligato a cedere una porzione piccola ma significativa al gomito destro del massiccio presidente del comitato disciplinare della Honnōji, che pure veniva da chiedersi come aveva fatto a comprimersi in uno spazio che praticamente lo costringeva ad ingobbirsi per guidare, e per di più lo sportello non era chiuso abbastanza ermeticamente da garantire completa sicurezza qualora finisse col poggiarci tutto il peso -dato che neanche il Trigger era esattamente un peso piuma. Ma se sul lato anteriore del veicolo si stava abbastanza scomodi, era niente in confronto al sedile posteriore.

    « Puoi spostare il gomito, mi stai facendo male... »
    « Aspetta, sto provando a mettermi più... »
    « Questa uniforme è troppo larga, mi si è di nuovo impigliata sul... »
    « Stai attenta, guarda che se la rovini me la ripaghi!!! »
    « Greg, vieni più in qua, sono riuscito a... »
    « Io posso scendere all'imbocco?? Se il mio vecchio mi vede con voi mi ammazza. »
    « Ehi!!! Qualcuno mi sta di nuovo toccando il culo!!! »

    Ad occhio e croce lo spazio sul sedile posteriore era sufficiente per due adulti comodi, due ragazzini e mezzo, ma mai in nessun universo possibile per ben quattro studenti delle medie. Il concorso di colpa andava da Gamagori per primo che si era infuriato all'idea che quei mocciosi se ne tornassero ai loro quartieri in quell'ora tarda del mattino (specie nei riguardi delle due ragazze presenti nel gruppo, Ahri compresa), a loro stessi che si erano detti capaci di entrare sul sedile posteriore "senza problemi" (testuali parole), a Denver stesso che non aveva fatto in tempo nemmeno a commentare che erano giù tutti ai loro posti in quella minuscola auto gialla col tettuccio talmente stinto dal sole da sembrare quasi bianco e lo specchietto retrovisore sul lato del guidatore che non ne voleva sapere di stare al suo posto, obbligando il proprietario a risistemarlo con una mano ogniqualvolta doveva farne uso. Per fortuna gli altri due ragazzetti raccattati al Project-9 erano della zona e si erano avviati a piedi, altrimenti l'auto sarebbe probabilmente collassata sotto il peso degli occupanti.

    « Scendo qui!!! Qua a destra... »
    Gli altri tirarono un sospiro di sollievo quando finalmente il primo dei presenti venne scaricato a destinazione, liberando abbastanza posto da dare una parvenza di comodità al trio rimanente.
    « Mi ricorderò di te, matricola. Ci vediamo al prossimo semestre. »
    Lo salutò Gamagori con uno sguardo truce mentre faceva rombare il motore dell'auto.
    Quello, ormai sceso e colto in contropiede, si pietrificò sul posto. Gamagori si rivolse a tutti i presenti.
    « La frequentazione di locali malfamati è chiaramente proibito dal regolamento scolastico. In qualità di presidente del comitato disciplinare della Honnōji non permetterò a delle matricole di rovinare la reputazione della nostra amata accademia. Ne va della memoria della nobile Lady Satsuki Kiryuin, che per tre anni è stata la nostra luce e la nostra guida! »
    Nell'auto scese un silenzio imbarazzato. I ragazzi rimasti avevano più voglia adesso di uscire dalla macchina piuttosto che prima quando erano schiacciati contro i finestrini da un quarto elemento del gruppo. Comunque per fortuna erano tutti dello stesso quartiere, Gamagori trovò rapidamente i viali dove abitavano ed uno ad uno sgattaiolarono via dal veicolo quasi di soppiatto, perfino indecisi se salutare o meno e con la faccia di scampati ad una tremenda campagna militare da milioni di vittime. Alla fine rimasero in tre: Gamagori alla guida, Denver alla sua sinistra, Ahri dietro chiusa in un silenzio imbronciato. Il colosso guardò il Trigger in tono neutro, le mani sul volante mentre il motore mandava un brusio sommesso.

    « Da che parte? »
    Chiese lacunoso. Si udì un flebile "pfiù" dal sedile posteriore. Ahri aveva incrociato le braccia, indignata.
    Toccava di nuovo a Denver.

     
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