Irrompere nell'Irreale

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  1. Kuma
     
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    « Smettetela subito di trattarmi così!!! »
    Esclama Ahri, paonazza in viso e con gli occhi gonfi e pieni di lacrime represse. Gaspode non reagisce, imperturbato, ma Denver fa appena in tempo ad aggrottare le sopracciglia che la ragazzina l'ha già afferrato per il bavero della giacca. Si abbassa all'altezza di quest'ultima, assecondandone lo strattone.

    « Sei uno stronzo!!! »
    Gli urla in faccia da così vicino che il giornalista riesce a sentirne il respiro.
    « Io sto cercando di aiutarti in tutti i modi, e tu mi stai cacciando! Stronzo!!! Stronzo due volte!!!! Sei come tutti gli altri!!! Ma perché non vuoi capire che hai bisogno di me, altrimenti non riuscirai mai a cavare un ragno dal buco?!! »

    A quelle parole Denver avverte per un istante una stretta al cuore, e il germe del senso di colpa che inizia a serpeggiare nella sua testa. La verità è che ciò che non vuole capire lei è che egli sta solo cercando di tenerla al sicuro da quelle pessime compagnie e lontana dai pericoli di Blood Runner, e se questo comporta allontanarla da quel distretto, allora così sia! Specie quando tutti i cacciatori di taglie della zona stanno pattugliando le strade in cerca di quella gallina dalle uova d'oro che è lo stesso reporter. Questo perché qualcuno aveva messo in giro la voce che sarebbe tornato in città, con Maiev che aveva offerto di pagare egli stesso la ricompensa...
    ...poco dopo aver conosciuto Ahri, perché questa voleva parlare a tutti i costi con lui. In quell'attimo di improvvisa consapevolezza, i sensi di colpa evaporano come pozzanghere nel deserto.

    « Io non ci vengo con te! Se questo stronzo non vuole che lo aiuto, allora farò da sola! »
    Sbotta rivolta stavolta al cane, che fino a quel momento si è limitato ad osservare la sceneggiata in silenzio, senza mutare qualunque cosa egli abbia al posto di un'espressione – ogni tanto il giornalista riesce a leggerne il muso, ma piuttosto che intuire i suoi stati d'animo attraverso il suo linguaggio del corpo, trova che sia più simile a leggere alcune parole da un libro, tanto da sollevare occasionalmente il dubbio che sia Gaspode stesso a suggerirle al suo cervello.

    « Ti sfugge il fatto che non ti ho mai dato una scelta. »
    C'è del ghiaccio nella voce del bastardino. Gli occhi scuri e quasi del tutto privi di sclera che incrociano quelli di Denver sono invece incandescenti. Ha già affermato che non gli piace muoversi senza concludere niente di ciò che ha cominciato; non se ne andrà senza Ahri solo per una questione di pura caparbietà.
    « Stai buona, in mezz'ora avremo un mezzo di trasporto tutto per n- »
    Gaspode viene interrotto dallo stridio della frenata di una berlina nera che si ferma a ridosso del vicolo.
    « Cosa diavolo...? » domanda Denver, rimettendosi immediatamente la maschera con una mano mentre l'altra sta già accarezzando il calcio del revolver.
    « Indovina. »
    Liu Jian Hao corre a barricarsi nella cucina del suo ristorante, e il rumore delle chiavi che girano nella serratura accompagna quello delle portiere che si chiudono dietro una piccola squadra di uomini in camicia e panciotto.
    Uomini di Maiev.

    « Una mano? »
    « Fat chance. »
    « Buono a sapersi. »

    Si sente il primo sparo, e un uomo sulla quarantina rovina a terra con un tonfo sordo. Gaspode è scomparso nel vicolo, ma tutto ciò a cui Denver dà importanza è davanti alla canna fumante del suo revolver. Alcuni proiettili raggiungono il reporter, che li accusa come se fossero tanti piccoli pugni. Indietreggia e fa di nuovo fuoco. Manca. Un ragazzo che avrà avuto la metà dei suoi anni lo sorprende con una carica forsennata, al termine della quale Denver è costretto a dibattersi come un dannatissimo salmone in un fiume per divincolarsi dalla presa alla testa che ne segue. Il revolver cade sull'asfalto. Il giornalista riesce a colpire il tirapiedi una, due volte nello stomaco prima di mirare un po' più in basso per poi liberarsi strattonandogli via le braccia dal collo.
    Conclude con una testata, la maschera oramai scivolata per terra, e si volta verso il terzo dei suoi nemici. E sbianca in volto.

    « Ahri! »
    Quello scontro corpo a corpo era una distrazione. Non poteva aspettarsi diversamente, del resto: lo scopo principale doveva essere recuperare la fuggitiva, e solo dopo, forse, togliere di mezzo quel cronachista troppo costoso.
    Denver guarda Ahri perdere lentamente i sensi, un fazzoletto di stoffa impregnato di chissà quale sostanza premuto sul suo naso e sulla sua bocca. Recupera senza pensarci il revolver.

    « Oi, che fai!? Posa giù quell'ar- »
    *BANG*
    « Mollala. Subito! »
    Intima ansando, mentre il rapitore crolla all'indietro privo di vita, fiotti di sangue e altri liquidi che scendono tutt'attorno il suo capo. Non ha centrato esattamente la fronte: il proiettile ha finito per scavare invece una conca nella testa di quello stronzo. Ahri atterra sul petto di quest'ultimo, del tutto illesa. Sebbene non ci sia un filo di vento, il fazzoletto fluttua via verso un bidone della spazzatura.

    Denver si ferma per riprendere fiato, inginocchiato sulla ragazzina per verificarne le condizioni e allontanarla dal cadavere. Sente un forte formicolio nella testa, e i peli che si rizzano subito dopo sul collo. Ce n'è ancora uno.
    Si volge dalla parte opposta con uno scatto della testa solo per trovare l'ultimo scagnozzo di Maiev sputare sangue dalla bocca e perderlo dal ventre, un pezzo di tubo appuntito che lo trapassa da una parte all'altra.

    « Ho appena cambiato idea, » si giustifica Gaspode, riemergendo dalle ombre. Si ferma vicino ad Ahri e ne annusa il volto. « Hanno usato del Saiminryū, e dubito che questi scimmioni sapessero cosa sia un dosaggio corretto. »
    « Cosa intendi dire? »
    « Che quella roba è altamente tossica, e devo assicurarmi che non ne abbiano usato troppo. Van Wijngaarden, mi ricevi? C'è un cambio di programma: ti voglio qui entro un massimo di dieci minuti. Passo e chiudo. »
    L'ultima frase viene rivolta alla medaglietta del tutto priva di particolari che il cane porta al collo.
    « Mi occuperò io di tutto, Brockmann. Adesso prendi le tue cose e levati dai coglioni. »
    « E i cadaveri? »
    « C'è qualcosa che non ti è chiaro nella parola “tutto”? »
    Denver scuote la testa mentre ritrova la sua maschera magica e sfiora i capelli di Ahri come per salutarla un'ultima volta.
    « Grazie mille di tutto. »
    Conclude il giornalista, allontanandosi verso l'automobile di Gamagori. Non sarà facile spiegargli cosa è appena successo.



    Edited by Kuma. - 6/9/2019, 14:59
     
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