[LAM] Briefing

Esterioremente parlando, l'uomo che camminava con passo marziale sul molo di Laputa era nuovamente l'immagine del rigore marziale: uniforme impettita, barba rasata, capelli tagliati, doccia appena fatta.
Tecnicamente parlando la seconda da dieci anni. Buffo quanti casini causasse un 'semplice' viaggio nel tempo, eh?
La mente di Jattur Shattur era ben dissimile dall'immagine di perfezione proiettata esteriormente. Quella che sarebbe dovuta essere una semplice missione di ricognizione si era trasformata in un'assenza di dieci anni, causa un viaggio accidentale - e neanche riconosciuto - in un mondo differente da Endlos e con una diversa continuità temporale. Senza avviso alcuno fino al suo ritorno a Laputa, le due settimane di tempo soggettivo si erano dilatate in un decennio in cui era accaduto apparentemente di tutto, sul semipiano che era divenuto la sua seconda casa.
E questo era solo l'inizio della giornata di ieri.

Dieci anni di assenza erano più che sufficienti per dichiarare l'Aviatore morto in absentia, cosa che comportava le necessità di recuperare dal deposito dell'Albero Casa le sue proprietà, affittare un nuovo appartamento, trasferire le sue proprietà nell'appartamento, finalmente darsi una ripulita dopo due settimane di girovagamenti fra boschi extraplanari e tsunami depositatori di fango e magari anche procurarsi del cibo caldo. Il pomeriggio era stato più sedato: 'solo' cinque ore e rotti passante a cercare di convincere i burocrati laputensi che si, lui era Jattur Shattur, no, non era morto, si, era sicuro di voler essere riattivato come personalità giuridica, no, non si era finto morto per evadere le tasse, si, era disposto ad una verifica fiscale se necessario, no, non riteneva di aver bisogno di un avvocato, si, poteva pagare eventuali spese legali in maniera autonoma anche senza essere riattivato come personalità giuridica e quindi avere accesso ai suoi conti, no, non aveva depositato tutti i suoi averi nei conti di Laputa e dunque aveva accesso a liquidità esterne, si, quella che aveva in mano era una vera spada laser - notare come affetta bene lo sportello di assistenza, prego.
Curiosamente parlando, una volta terminata la piccola dimostrazione pratica della modesta porzione di liquidità cui aveva accesso il burocrate di turno si era mostrato assolutamente comprensivo nei confronti di un Vero Eroe Laputense di ritorno da una lunga missione.

Ed ora eccolo lì, al molo deputato come punto di attracco per l'Argonath (modo assai glorificato per descrivere il luogo ove le molecole di chi voleva accedere all'Argonath venivano fatte a pezzi, controllate ed eventualmente ricompattate a bordo dell'astronave), a controllare l'orologio. Dieci meno due minuti, un poco in anticipo ma perfettamente entro i limiti della cortesia.
Ora di incontrare il suo nuovo capo, Augustus Asensi.

« Jattur Shattur. »

Augustus Asensi era un uomo sulla trentina, alto rispetto alla media di Endlos, con un'aria slanciata conferitagli dall'ossatura sottile e dai vestiti. La combinazione di capelli lunghi e ricci e occhiali tondi gli donava un'aria intellettuale, né egli possedeva una muscolatura particolarmente sviluppata - era ragionevole supporre un passato da analista più che da operativo. Sorriso e postura erano abbastanza sinceri, ma la leggera tensione degli angoli degli occhi suggeriva un certo nervosismo nascosto. Cosa sia comprensibile che ricambiata: l'attuale posizione di Augustus era quella che Jattur aveva ricoperto due settimane dieci anni prima, e l'etichetta di Endlos di certo non comprendeva dislocazioni temporali. Quello era territorio ignoto per entrambi.
Ora, se solo la diplomazia gli venisse naturale...

« Il piacere è mio. » disse, protendendo la mano per stringere quella del suo successore - non si può sbagliare su un saluto cordiale, no?
-ora, se solo sapesse come continuare...-
« Mi domandavo: prima di iniziare sarebbe un problema fare una tappa sul Ponte Tre? » domandò. « C'è una cosa che avevo lasciato in eredità a Drusilia, ma temo che le misure che ho preso per preservarla siano state insufficienti. »

Professionalità.
Massì, dopotutto erano entrambi veterani nella medesima organizzazione: un po' di tempo passato assieme e avrebbero saputo come stare accanto senza imbarazzo, giusto?
Giusto?