[Quest] The Gift of the Seabound Idol

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    Oh. Non aveva considerato l'ipotesi che quelle persone non avessero idea di chi fosse il sublime imperatore di giada. E nemmeno che non riconoscessero le iscrizioni sulla spada che le aveva consegnato, e che era la prova che ne era l'ambasciatrice. Questo effettivamente poteva portare a qualche problematica di base, oltre a far smattare più o meno tutti quanti lasciando la Lepre Bianca di Inaba piuttosto avvilita all'idea che potessero considerarla come una presenza cattiva o addirittura una sabotatrice. Presso tutte le corti di principi e Re, ed in ogni epoca fin dall'era degli eroi, lei era da sempre considerata portatrice di buona sorte, i suoi consigli erano da sempre accettati e presi in grande considerazione, senza contare tutte le innumerevoli volte in cui aveva letteralmente cambiato le sorti di interi regni. Ci rimase quindi malissimo, ma si limitò a fare spallucce e ad allontanarsi di sua spontanea volontà, per recarsi alla zona diametralmente opposta della nave, vicino alle scialuppe e da cui era più facile sporgersi dalla balaustra in direzione dell'acqua.
    Non era particolarmente affine ai pesci, e aveva visitato pochissime corti marine per via di banali limiti biologici dovuti al fatto che non era in grado di respirare sott'acqua, però di solito era benvoluta da molte specie e di certo non le avrebbero negato un po' di aiuto. « Salve...? ♥ » Chiese una volta abbassato lo sguardo alle onde che lambiscono la nave. « C'è qualcuno...? Mi sentite? »
    Qualcuno c'era. Ma non si trovava in basso. La Lepre Bianca di Inaba ne ravvisò la presenza solo dopo che qualcosa le colpì i capelli. Toccandoli di istinto ci trovò della cacca di uccello, e capì che doveva cercare in alto. Alzò gli occhi al cielo individuando la sagoma volteggiante di un signor uccello marino piuttosto grande... non un rapace, per fortuna. Sorrise radiosa, perché aveva molta più confidenza con i volatili che con i pesci, quindi sventolò subito un braccio in cenno di saluto.
    « Salveeeeh!!! » disse in tono allegro, « Appartenete a qualche clan, signor albatro?? ♥ »
    L'albatro iniziò a volteggiare nella sua direzione, calando lentamente di quota. Cacca a parte, quello era decisamente un inizio incoraggiante.
    « Certamente, appartengo al clan della Spiaggia Piccola In Mezzo Agli Scogli, signorina, come posso aiutarti? »
    Uuuh? Non conosceva quel clan, ma probabilmente era troppo piccolo e troppo remoto. A proposito: quanti giorni erano passati da quando erano partiti in mare? Si appuntò mentalmente di chiedere al signor albatro in che direzione si trovava la sua casa, poteva essere importante.

    « Sono la Lepre Bianca di Inaba, » si presentò lei, « spirito protettore della famiglia reale di Inaba. Servo la Principessa Kaguya dell'Aura Lunare e sono qui in veste di ambasciatrice dell'Imperatore di Giada! Per caso voi o qualcuno dei vostri anziani conosce il Re Bianco delle isole della fine del mare d'oriente, che ha il suo regno sugli Scogli Alti D'Infinito Azzurro Blu Cobalto??? »
    Era una mezza domanda retorica, o almeno così sperava. Il Re Bianco è il capostipite della famiglia reale degli Albatri, anche se non è più in questo mondo da ormai qualche millennio.

    « Sono io uno di quegli anziani! » risponde l'albatro, sempre in volo. « E il nome con cui sono conosciuto è Shikkinchou, che significa "colui che libera". Ebbene sì, il mio clan tramanda la sua leggenda da generazioni. Cosa ti porta a chiedere di Haku-Ou-sama? Sei la prima forestiera che lo fa! »
    Gli occhi della Lepre si illuminarono. La stirpe degli albatros era in debito con lei per un paio di cosucce successe tanto tempo prima. Se già prima era sicura che non le avrebbero mai negato aiuto, ora ne era assolutamente certa! Era fatta!!!
    « Oh!!! Dunque se ricordate il Re Bianco forse mi conoscete!!! Io sono l'Ospite Onorato che molti lustri fa condusse il terzo nipote del grande Okuninushi sulle spiagge d'Azzurro Blu Cobalto, in cerca della spada Oowanizamono che apparteneva al suo temibile bisnonno! In quell'occasione egli dette la caccia ad una banda di salamandre del fuoco rinnegate che avevano saccheggiato i nidi costieri! Successe molti anni fa, eppure dovreste conoscerla, nobile Shikkinchou! ♥ »
    Shikkinchou riflette per un po' di attimi mormorando un "uhm...", prima di decidere di atterrare su un pennone. La Lepre lo osserva, sperando che la sua stirpe non avesse dimenticato quell'antica storia. Talvolta succedeva, e quando capitava ci rimaneva sempre un sacco male. Appeso sul pennone della nave, Shikkinchou si mette a fissare le nuvole per qualche momento, poi arriva all'illuminazione.

    « Ah! Certamente, i miei avi mi hanno ben raccontato di una donna conosciuta in ogni costa come Wanizamearuki, e della sua ricerca di una spada insieme all'Onorevole Signore di Izumo. Hai l'eterna gratitudine degli albatross per aver salvato un'intera generazione, o' Camminatrice di Squalodrilli. »
    « Urgh. Gli Squalodrilli... »
    A sentir nominare i progenitori tanto degli squali quanto dei coccodrilli, la Lepre Bianca di Inaba distoglie lo sguardo un po' imbarazzata e si gratta il lato della bocca ripensando a cose brutte: « Oh, sono nota con quel nome...? Non è un bel ricordo, ma comunque... » avvicina all'Albatro la spada decorata che porta con se: « Ecco, questa è un dono dell'Imperatore di Giada, certifica la mia missione. Diverse rotazioni or sono è giunto sulla Luna in cerca della sua promessa sposa, ma ella è ancora dispersa nonostante tutte le guardie di palazzo la stiano cercando da dieci secoli. Ebbene, poiché costernati delle loro mancanze, di fronte all'ira dell'Imperatore drago tutti i nobili lunari hanno offerto di pagare con la loro vita. Saranno presto costretti al suicidio rituale, a meno che non trovo una principessa ancora vergine ed il cui aspetto compiaccia l'iracondo imperatore! Ho qui incontrato una candidata ideale, ma ella non mi conosce e non crede alla mia storia! Mi chiedevo: potete condurre qui tutti quelli del vostro clan in grado di volare, per garantire per me??? <3 »
    Era tutto perfetto. Un centinaio di albatros sarebbero stati uno spettacolo più che convincente. Ora doveva solo inventarsi una canzone adatta e trovare un paio di polipi disposti a fare da batteristi ed almeno un narvalo che sappia suonare il basso, poi il suo piano infallibile per convincere la bellissima Nalîn Lapadi a diventare la concubina dell'imperatore di giada avrebbe preso forma!

    « Posso anche farlo, ma... » chiede esitante « a quale di quelle due umane ti stai riferendo di preciso? Quella vestita di scuro o quell'altra in compagnia di quella guardia di Gemîwane? »
    Quella vestita di scuro era una delle sue compagne, non una nobile. L'altra invece era...
    Oh, no. L'altra era Nalîn Lapadi.
    Dannazione. Niente musical sulla nave.
    « Ho sorvolato spesso la flotta di navi da cui viene quella donna in questi ultimi tempi, e mentre cercavo del pesce avanzato, ho visto quella donna unirsi in matrimonio con tre fratelli sulla nave più grande di tutte! »

    « Ma... ma... ma... » La Lepre Bianca di Inaba si lascia ad un sospirone sconsolato. « La piccola Ayu aveva ragione!!! E' più difficile del previsto. Ho fallito di nuovo!!! » Si avvicinò ulteriormente a Shikkinchou, con fare implorante: « Probabilmente non è lei la principessa che stavo cercando!!! Per caso sapete se esiste in questa zona di mondo una nobile, o una principessa, ancora vergine e di aspetto magnifico, degna concubina dell'Imperatore-drago in persona??? Vi prego, è importante!!! »

    « Ah, non scoraggiarti, Wanizamearuki! » esclama, planando a terra per fare pat-pat sulla spalla della Lepre con la sua enorme ala. « Sicuramente ci sono delle principesse in giro, come... come... er... » fruga nella sua memoria in cerca di un nome, oppure sta cercando di farsene venire in mente uno a caso. Difficile dirlo. « Ma certo! Palden Wang-Mu! Ho sentito che è scomparsa poco prima della Grande Onda Rossa e Blu, ma sono certo che anche nel peggiore degli scenari, il mondo degli spiriti non ti sarà certo precluso! Perché sei uno spirito tu stessa, no? Animo, animo! »
    Mica era vero. Gli dei le avevano concesso una vita oltremodo lunga, ma aveva pur sempre un corpo di carne e sangue. Non poteva visitare liberamente l'oltretomba, anche se di certo di solito riusciva anche ad interagire con gli spiriti senza problemi... quelli disposti a parlarle, almeno.
    « Oww, non credo sarebbe una buona idea presentare all'Imperatore di Giada uno spirito fuggito allo Yomi! Sono abbastanza sicura che non vorrebbe imitare Izanami solo per una concubina... A meno che non riesco a riportarla in vita. »
    Era un'idea. Specialmente se ne valeva la pena...
    « Non vi sono altre candidate adeguate, nobile Shikkinchou? Davvero nei vostri voli non avete intravisto una fanciulla nobile adatta al talamo dell'imperatore-drago? »
    « Non principesse, no," e nemmeno nobili, suppose la Lepre Bianca. « Purtroppo non mi rimane altro che augurarti buona fortuna con la tua ricerca. C'è altro? »
    La Lepre bianca sospirò scoraggiata. Riportare in vita un'anima defunta sembrava molto più facile e realistico piuttosto che far accettare all'Imperatore di Giada come sua concubina una donna sposata tre volte con tre diversi uomini. A questo punto tanto valeva progettare questo "piano B".
    « Lo spirito di questa Palden Wang-Mu dove si trova, in questo momento? E' già passato al regno dei morti, o è ancora in questo mondo? »
    Si stava giusto per fare un bellissimo viaggio mentale per cui lo spirito vendicativo di quella fanciulla vagava per i mari scatenando tempeste, adirata per non aver trovato un giusto consorte. L'avrebbe trovata, le avrebbe offerto l'indiscusso onore di diventare la concubina dell'imperatore-drago, poi...
    « Uh... Se il suo spirito è ancora su questo piano dell'esistenza, allora si trova in cima ai monti di Sequerus, dove incontrò la sua fine! »
    ... e poi niente. La sfortuna la perseguitava.
    « Sequeros??? Ma vengo proprio da lì!!! Owww... »
    Salutò il nobile Shikkinchou ringraziandolo con tutti i cerimoniali, poi si accasciò sul pennone depressa dalla situazione.
    Aveva fatto un buco nell'acqua! Aveva della cacca di uccello fra i capelli, e per di più si trovava su di una nave. Beh, poteva andarle peggio...
    Magari la nave poteva affondare.

     
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    -Non siamo al servizio di nessun Imperatore di Giada. Non io, almeno: gli altri li ho conosciuti da poco e di questo "imperatore" ne sento parlare solo adesso- disse Alhandra. Nalîn ascoltò con il fiato sospeso di chi avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo senza tuttavia poterselo ancora permettere. -Nonostante la scarsa conoscenza dell'equipaggio, posso però affermare con certezza che la ragazzina non ci sta con la testa: parla a vanvera dalla partenza di questa nave e... fossi in voi non le darei retta a priori.

    Li Kao, Seonjang Bul-un, l'equipaggio della Nanpaseong in ascolto e, suo malgrado, perfino la stessa Nalîn annuirono all'unisono.

    -Credo abbia qualche disturbo mentale: prova piacere nell'infastidirci o nel mandare al diavolo l'operazione di esplorazione. Nel caso non fosse pazza, penserei che è stata pagata da qualche avversario del nostro finanziatore per boicottarci e... francamente ancora non capisco perché è ancora libera di parlare e muoversi.

    Ci fu un momento di silenzio in cui i presenti distolsero tutti lo sguardo da ovunque lo stessero posando, con l'eccezione del cartografo che lanciò invece un'occhiata alla diretta interessata mentre questa si era appena messa a parlottare di chissà cosa con un uccello di passaggio. Si udì infine un colpetto di tosse imbarazzato.

    -Veniamo da delle terre ad est. Non so la rotta precisa, perché non me ne occupo: so solo che abbiamo viaggiato puntando ad ovest- continuò a spiegare la donna, -Ci sono diversi regni ad est: su questa nave non credo che siamo nemmeno tutti nativi dello stesso posto. Siamo solo un gruppo di lavoratori onesti, mandati in missione di esplorazione dopo una tragedia che ha modificato le nostre coste, finanziati da un mercante. Tutto qui.

    « Avete visto le vostre coste cambiare, quindi...? » disse pensierosa Nalîn, mormorando poi fra sé, « Chissà se questo è collegato al fatto che nemmeno le nostre stelle non sono più le stesse... »

    Li Kao inarcò a quel punto un sopracciglio e, recuperata una penna e una boccetta d'inchiostro da chissà dove, cominciò a vergare alcuni appunti sul suo quadernetto. Se le parole di quella giovane marinaia erano affidabili, allora quella flotta di cui parlava doveva essere apparsa sul semipiano in tempi recenti, dopo l'inondazione che sommerse l'Undarm. Ciò avrebbe spiegato sia l'apparente ignoranza rispetto a quella catastrofe, sia il disorientamento rispetto causato dal ritrovarsi in mare aperto sotto una volta celeste del tutto nuova! Adesso restava capire, fra le molte cose rimaste su quella barca, di cosa andasse blaterando la Lepre con un albatro di passaggio. Non poté infine trattenere un risolino quando si accorse del ricordino lasciatole dal pennuto.

    Domando scusa, ma è proprio necessario continuare a parlare sul ponte? Con l’agitazione di poco fa mi tremano ancora le gambe…

    Bul-un reclinò di lato il capo, le braccia conserte. Li Kao commentò sottovoce, « Credevo sarei stato io ad occuparmi di certi affari, o al limite lei, capitano... » Fece spallucce. « Speriamo riesca ad andare fino in fondo. »

    Capitano, sarebbe troppo chiederle l’uso della sua cabina per qualche minuto?
    « Ehm... »
    « Usa pure la mia! » si offrì il vecchio. Ammiccando, aggiunse, « Ho portato con me dell'alcool e della roba buona preparata dagli Worren! Anzi, credo vi accompagnerò per questo. »
    Li Kao guardò sorridendo prima Nalîn e poi Chikuyugi.
    « Ammesso che ciò non vi crei problemi...? »
    La Gemîwanese rimase in silenzio, lanciando un'occhiata all'altra donna come per sottolineare che non era qualcosa su cui aveva intenzione di mettere becco. Stava pazientemente elaborando quali dovevano essere le gerarchie in vigore sulla Nanpaseong, e come queste potessero non corrispondere con esattezza alle sue aspettative iniziali.
    « Uh... »

    Chikuyugi si sarebbe assicurata nel mentre di tenere la Lepre lontana dai due agenti di pattuglia. Fortunatamente, quest'ultima riuscì a trovare altra compagnia con cui si intrattenersi: quella di un grosso albatro bianco che, dopo una lunga conversazione che gli altri non sarebbero riusciti a comprendere, avrebbe preso congedo dalla giovane donna e spiegato le ali ampie. I marinai sgomberarono immediatamente l'area, lasciando all'ingombrante animale lo spazio che gli serviva per prendere la rincorsa e spiccare di nuovo il volo. Shikkinchou uscì così sgraziatamente di scena.

    Quella, però, sarebbe stata una scena che le altre avrebbero potuto vedere solo dall'oblò della loro cabina del vecchio geografo. Ci fu un ultimo turbinio di piume seguito da un canto acuto d'uccello, e il ponte della nave si fece infine più quieto.

    Dunque, come diceva la mia collega Sanglante, la donna con i coltelli, un ricco mercante di nome Raven ha ingaggiato il cartografo Li Kao, qui presente. Dopo la Catastrofe, i territori dell’Ovest sono stati sconvolti e… beh c’è del mare dove prima non c’era… Hanno pensato che oltre a quello potesse esserci dell’altro.” Nalîn e Ako, quest'ultimo tornato dal suo giro di ricognizione poco fa, annuirono. “Ed avevano ragione! Ci siete voi!
    « Uh... giusto. »
    Non mi risulta che il signor Raven commerci in così tanta giada da poter essere chiamato ‘Imperatore’, inoltre non intratterrei volentieri rapporti con uomini tanto incostanti e capricciosi da necessitare di un harem, nemmeno per tutta la giada del semipiano… non è il mio colore. In ultimo… Sanglante è stata un po’ indelicata nei confronti della Lepre, ma vi prego di non pensare male di nessuno! Questa traversata si è rilevata un filino provante… Ecco, io sono una guaritrice… la Lepre è una persona un po’ troppo vivace e disattenta, ma non è cattiva… spero… non realizza che quello che fa o dice potrebbe turbare chi le sta intorno. Vede il mondo a modo suo, ecco… un modo un po’ bizzarro...

    « Quindi siete voi ad accompagnare il signor Li Kao... » Indicò con l'indice il vecchio, che si era premunito nel frattempo di preparare del tè verde da offrire a tutti i presenti. Tè verde che era stato sospettosamente corretto con qualcosa. « ...e non il contrario, giusto? »
    Evidentemente aveva fatto degli errori di valutazione all'inizio ma, per fortuna, nessuno su quella nave sembrava essersela presa a male. Certo non il cartografo, che dopo aver servito le fanciulle si era avventurato in un curioso esperimento di mixologia consistente nel correggere il vino con una punta di tè, per poi aggiungere qualche erba aromatica preventivamente essiccata e tritata.

    « Giustappunto, » disse l'uomo, « deduco anche che dalle vostre parti funzioni al contrario, non è così? »
    Nalîn annuì.
    « Immaginavo. Ad ogni modo, dei regni che esistono ad est di qui, nessuno è governato dall'Augusta Figura di Giada – o Imperatore, come sarebbe effettivamente più corretto chiamarlo, mentre presso il mio onorabile popolo è conosciuto come Yù Huáng. » Bevve un sorso della brodaglia che si era preparato. Ritenendola di suo gusto, sorride beatamente e si leccò i baffi. « Squisito! Comunque questo è per dire che molti di noi probabilmente non sono nemmeno nati su questo piano della realtà. Questo deve essere il caso sia della cara Lepre Bianca di Inaba che del vostro. » Si accarezzò la barba. « Altrimenti avreste senza ombra di dubbio saputo della grande onda di cui ha parlato Sanglante. Non è un fenomeno che passa certo inosservato! »
    A quel punto la donna si era irrigidita, il volto pallido.
    « Quindi è per questo che le stelle... »
    « Per questo. »
    « Capisco. » Nalîn sbuffò. « Sapevamo che la tempesta ci aveva portato in acque lontane, ma non eravamo ancora certi del fatto che fossero così lontane. »
    « Benvenuti sul semipiano di Endlos, allora. »
    « Endlos. » ripeté. Finì il suo tè, e si alzò in piedi, i palmi sulla scrivania attorno a cui si erano tutti seduti. « Così sia. Avrete il mio permesso di visitare la nostra casa, Gemîwane, ma ad una condizione. » Alzò l'indice e il medio a mo' di avvertimento, rivolgendosi a Li Kao. « Solo tu e le tue guardie del corpo avrete accesso. Tutti gli altri rimarranno su questa nave. Spero comprendiate la nostra posizione. »
    « Certamente. »

    Accogliere un intero equipaggio di marinai stranieri mentre, come Nalîn aveva fatto intendere, la flotta stava ancora affrontando una fase di riappropriazione dei propri punti di riferimento e di ridefinizione dei propri confini marittimi non avrebbe del resto sortito il migliore degli effetti sugli altri abitanti-navigatori.
    La giovane donna fece cenno agli altri due presenti di seguirla e, una volta di nuovo fuori dal ponte, sarebbe ritornata al fianco di Ako, lasciando agli esploratori l'onere di chiamare a raccolta gli altri invitati. L'unica specifica fu, « Può venire anche Lepre, se vorrà, a patto che non provi di nuovo a lanciare proposte strane e... niente spada. »

    Ako avrebbe così accompagnato i quattro esploratori sulla lancia, aiutando nel frattempo l'anziano Li Kao a calarsi con la corda. La barca era abbastanza grande da contenere anche fino a otto persone, purché disposte a stare un po' strettine. Bul-un avvertì gli esploratori che avrebbero avuto solamente tre giorni a disposizione per raccogliere informazioni, al termine dei quali la Nanpaseong sarebbe tornata verso Haeseong con o senza di loro.

    Due ore e mezza in mare aperto più tardi, durante le quali la lancia si mosse spinta dalla magia del membro rimasto a bordo durante l'“arrembaggio” di poco fa, comparvero all'orizzonte delle prime figure indistinte. Nessuno gridò “Terra!”, ma Nalîn e Ako si scambiarono alcune parole in una lingua incomprensibile – quasi certamente la stessa che avevano utilizzato a bordo della nave, ma senza che fosse carica della Volontà che su Endlos dissipava ogni barriera comunicativa.
    Gli esploratori realizzarono che non avrebbe avuto alcun senso annunciare qualcosa del genere. Miglio dopo miglio, le sagome si fecero sempre più definite fino a quando non fu lampante che ciò a cui si stavano avvicinando non erano che... navi. Un'intera flotta che si stendeva lungo quel tratto di mare ai confini del mondo per centinaia di metri. Gli alberi su cui erano issate delle vele color crema formavano una piccola foresta dove a spiccare sopra tutte era quello centrale dell'imbarcazione al centro dell'agglomerato. In cima all'albero di maestra di quest'ultima spiccava l'unica bandiera che si potesse vedere dalla distanza: azzurra, sulla quale era raffigurata una creatura che ricordava una balena con un paio di pinne – o di ali – in più e, infine, una piccola striscia color mogano sul lato sinistro.

    Oramai a meno di cinquanta metri dalla nave più vicina, i viaggiatori avrebbero sentito levarsi un gran vociare dai marinai a bordo. Ako gridò loro sbrigativamente la situazione, e questi calarono una scaletta di corda. Nalîn salì per prima, seguita da Ako e da Li Kao. Sarebbero seguite le guardie del corpo e, per ultimo, il navigatore.

    « Guardie Marine Nalîn Lapadi, Ako Kwanega e Suran Cesunc a rapporto, signore. » Nalîn stava parlando con un uomo sui quarant'anni alto e allampanato, la mascella straordinariamente squadrata e pronunciata. Vestiva esattamente come gli altri Gemîwanesi incontrati fino ad ora, ma sul petto era stata ricamata una sorta di glifo con del filo nero. « Quest'uomo è Li Kao, un esploratore venuto da Oriente, e le donne qui presenti sono le sue guardie del corpo. Abbiamo già verificato la loro buona fede. »
    L'uomo rivolse agli stranieri un'occhiata sorpresa.
    « Dalla terraferma? » chiese.
    « Sì! Onorato di essere a bordo e di fare la vostra conoscenza. » rispose Li Kao.
    Il superiore di Nalîn si limitò ad annuire, le mani dietro la schiena.
    « D'accordo. Se vogliono... conoscerci, così sia. Accompagnateli in giro, e assicuratevi che non sfuggano alla vostra vista. »
    « Signorsì, signore. »
    Mentre l'uomo si allontanava, Nalîn si voltò verso i forestieri e si schiarì la voce.
    « Benvenuti a Gemîwane, » disse in tono solenne, « Siamo a bordo sulla nave-caserma di noi Guardie Marine, che ci occupiamo della pattuglia dei territori circostanti... come avrete già visto. Questa è solo una delle centosette navi che compongono la Flotta. »
    Indicò con un braccio la nave più grande.
    « Quella laggiù è la nostra ammiraglia, la Dayika Mezin, dove vengono prese tutte le nostre decisioni più importanti e svolti i nostri riti religiosi. »
    « E questa? » si intromise Li Kao.
    « E questa... cosa? »
    « Che nome ha questa nave? »
    « Uh? Oh. Non ne ha uno. Nessun'altra nave oltre a quella ne possiede uno. Al limite le distinguiamo in base al nome delle famiglie che ci vivono, o alle attività che vengono svolte in esse, ma... ecco, non sono i nomi delle navi. »
    « Ah, capisco! Molto interessante! »
    « Uh... Eh... Già. » fece Nalîn, insicura sul da farsi. « Er... Premesso che non posso farvi visitare a fondo questa nave per ragioni di sicurezza, avete domande da pormi, prima di proseguire verso la Dayika Mezin? Pensavo di partire da quella, per poi mostrarvi altri aspetti della Flotta – quelli che più vi preme conoscere, sempre ammesso sia possibile condividerli con voi. »

    Turno 5Bentornate dopo questa lunga assenza!
    Siete state portate finalmente alla Flotta, con l'invito esteso anche alla Lepre, che Nalîn ha giudicato decisamente eccentrica ma non male intenzionata.
    Questo è un turno di transizione in cui Nalîn sarà disposta ad ascoltare e rispondere alle vostre domande. Oltre a lei sono presenti anche Ako e Suran.

    Curiosa Viaggiatrice – Lepre: A vedere questa flotta da vicino, potresti averla già sentita nominare nei tuoi viaggi, ma non ricordi molti dettagli al riguardo. Hai solo il vago presentimento che ci fossero di mezzo un'antica città portuale e delle divinità arrabbiate.

    Scadenza: 10/11/2019, ore 23.59.


    Edited by Kuma. - 31/10/2019, 07:44
     
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    Gameaccount di Drusilia Galanodel

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    A bordo della Nanpaseong, Mari Occidentali.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Il momento dei chiarimenti proseguì più di quanto Alhandra avesse immaginato, ma fu anche un bene: giunse loro la conferma diretta che quella popolazione fosse interamente di naufraghi, e questo voleva dire che o vi era un portale attivo... oppure l'onda aveva creato un qualche disturbo nel Maelstrom. Oppure... era stato il disturbo a creare l'onda? Boh...

    Non gradì invece la protezione inappropriata di un soggetto così evidentemente dannoso come la Lepre in missioni tanto delicate. Agli occhi della donna -abituata a sopravvivere in luoghi in cui ogni mossa falsa si pagava con la vita- non si trattava affatto di semplice tolleranza verso il diverso, ma di stupidità... perché erano in una missione in cui erano state pagate per svolgere un lavoro. Una missione in cui erano necessarie guardie del corpo perché vi erano seri rischi di non tornare vivi... e una delle guardie del corpo era inaffidabile. Quella difesa era -quindi- per lei del tutto illogica. E fastidiosa, perché tenendola in giro, rischiava la vita pure lei, oltre che l'equipaggio -di cui le importava relativamente poco.
    Altrettanto poco sensata le parve la decisione di tollerare una ragazzina instabile e mai vista prima in base a una promessa: come se un pazzo possedesse abbastanza senno per mantenere della coerenza fra parole e fatti.

    Nonostante l'evidente dissenso per tutta la situazione fattasi inutilmente rischiosa, Alhandra riuscì comunque a gestirla con filosofia, buttando via i cattivi pensieri in una alzata di spalle. Dopotutto "ognuno è causa del suo male" e, vista la situazione, si sarebbe limitata a difendere ed aiutare la sola persona che la pagava, come da contratto. Se la situazione fosse ancora peggiorata a causa di quelle idee bislacche, avrebbe malvolentieri abbandonato l'idea del pagamento, mettendo la propria vita al primo posto. Non aveva alcuna intenzione di pagare personalmente prezzi troppo cari per le scelte sbagliate di altri, né le andava di fermarli dal loro proposito di farsi ammazzare.

    Due ore e mezza in mare aperto più tardi, raggiunsero una flotta di navi. Questa si estendeva sulle acque per centinaia di metri. Intravide quella che doveva essere la loro bandiera: azzurra, sulla quale era raffigurata una creatura simile ad una balena con un paio di pinne in più e una piccola striscia color mogano sul lato sinistro. Giunti all'agglomerato, fu Nalîn a far loro da garante, ottenendo il permesso di far salire il vecchio e le sole guardie del corpo.
    « Benvenuti a Gemîwane. Siamo a bordo sulla nave-caserma di noi Guardie Marine, che ci occupiamo della pattuglia dei territori circostanti... come avrete già visto. Questa è solo una delle centosette navi che compongono la Flotta. » Disse loro la donna, dopo aver congedato uno dei suoi. « Quella laggiù è la nostra ammiraglia, la Dayika Mezin, dove vengono prese tutte le nostre decisioni più importanti e svolti i nostri riti religiosi. »
    « E questa? » si intromise Li Kao.
    « E questa... cosa? »
    « Che nome ha questa nave? »
    « Uh? Oh. Non ne ha uno. Nessun'altra nave oltre a quella ne possiede uno. Al limite le distinguiamo in base al nome delle famiglie che ci vivono, o alle attività che vengono svolte in esse, ma... ecco, non sono i nomi delle navi. »
    « Ah, capisco! Molto interessante! »
    « Uh... Eh... Già. » fece Nalîn, insicura sul da farsi. « Er... Premesso che non posso farvi visitare a fondo questa nave per ragioni di sicurezza, avete domande da pormi, prima di proseguire verso la Dayika Mezin? Pensavo di partire da quella, per poi mostrarvi altri aspetti della Flotta – quelli che più vi preme conoscere, sempre ammesso sia possibile condividerli con voi. »

    In realtà, Alhandra non aveva molto da dire. Si trattava più di curiosità dettate dalla profonda ignoranza per la loro cultura che reale interesse per la loro storia o società. Ne cacciò una, giusto per non fare scena muta.
    -Non vi fa male vivere così, in mare aperto?- commentò -Nel mio mondo i marinai si ammalavano molto spesso di scorbuto, ed era per questo fortemente sconsigliato passare periodi lunghissimi a navigare. Si ammalavano perfino gli Hunters...
    Muoversi Silenziosamente
    In termini gdr, altro non è che un anti-auspex. Essendo vissuta per gli ultimi anni come una semplice straniera squattrinata, Alhandra ha imparato a muoversi silenziosamente in modo da poter vivere rubando quà e là senza essere scoperta. Grazie alla sua abilità, affinata in anni in cui la disperazione prendeva il posto di ogni motivazione sensata o meno, ora la donna è in grado di non farsi notare nemmeno dall'osservatore più attento o con i sensi più acuti. Nemmeno percepire le auree può aiutare a trovarla... lei è un'ombra.

    [Assenza di Aura | Maschera dell'Anima | Mente Vuota | Apatia | Assenza di Odore | Furtività = 30pt]

    False Verità
    Quando si vive in territorio ostile, sola contro un numero indefinito di persone non necessariamente buone e ben disposte, come anche non necessariamente più deboli di te, è buona cosa imparare a muoversi nell'ombra, agire di nascosto, far perdere le proprie tracce e, soprattutto, essere una buona oratrice qualora si finisca in carcere e ci si ritrovi a doversi difendere da soli contro una giuria ben pagata. E si sa, quando ci si improvvisa avvocati, saper dire le bugie è una delle abilità di base che bisogna sapere a menadito. In termini gdr, Alhandra è in grado di mentire senza che qualcuno sprovvisto di difese possa scoprirla.

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    Ombra traditrice
    Lavorare come ladri non è la vita che tutti sognano, ed anche praticare i rudimenti della magia nera non è il massimo... ma alla lunga tutto dà i suoi frutti. La grande abilità di Alhandra nel manipolare le ombre le permette di percepire ogni ombra presente in un raggio di 15m da lei, comprese quelle in movimento. Questo le permetterà di percepire tutti i corpi solidi -animati e non- all'interno di una determinata area, purchè vi sia anche solo un lieve bagliore, così da creare ombra.

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    pngJung-Xi Chi fu contenta che la situazione si fosse… non ristabilita, ma almeno… calmata a sufficienza da poter tenere una conversazione civile.

    « Così sia. Avrete il mio permesso di visitare la nostra casa, Gemîwane, ma ad una condizione. Solo tu e le tue guardie del corpo avrete accesso. Tutti gli altri rimarranno su questa nave. Spero comprendiate la nostra posizione. »

    Civile e produttiva, ancora meglio!
    … sperò che l’entusiasmo stramboide della Lepre non avrebbe fatto molti danni, ma aveva almeno provveduto a mettere le mani avanti, ecco.

    -

    Una volta a bordo della lancia dei loro futuri ospiti, Chikuyugi si accoccolò a sedere. Il suo stato di allerta evaporò: si sentì molto stanca, molto giovane e molto sola . Guardò mestamente il mare che correva. Le mancò improvvisamente e ferocemente Jung-Xi Seo e la sua comoda e rassicurante pancia: erano mai stati separati tanto a lungo da quando era stata accolta? Suo padre non era severo, era semplicemente un uomo molto... solerte e preoccupato. Se suo babbo fosse stato lì in quel momento, Jung-Xi Chi gli si sarebbe rannicchiata contro, lui le avrebbe accarezzato i capelli e avrebbe chiesto a qualcuno di portarle del succo di yuzu.

    Caspita, come avrebbe voluto un bel succo di yuzu!

    -
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    Le ore di viaggio le sembrarono dilatarsi. Continuava a fissare il mare, c’era qualcosa, da qualche parte, che la chiamava.
    La fanciulla si riscosse, notò che stava pendendo troppo contro il vecchio cartografo – e sì che erano tutti fin troppo pressati lì sopra!
    Domando scusa… Anche per prima, in effetti… non era mia intenzione esautorarvi

    -

    C’erano così tante navi!
    Era così strano pensare che tutte quelle persone fossero naufragate tutte insieme… Le dispiacque: erano persone che – all’improvviso - si erano ritrovate alla deriva del nulla, senza sapere dove fossero… ma almeno erano insieme.
    Lei non aveva avuto quella fortuna, ma avrebbe rettificato, sebbene con anni di ritardo... Questo viaggio doveva essere un punto di partenza.

    -Non vi fa male vivere così, in mare aperto?- commentò -Nel mio mondo i marinai si ammalavano molto spesso di scorbuto, ed era per questo fortemente sconsigliato passare periodi lunghissimi a navigare. Si ammalavano perfino gli Hunters...

    In effetti… Centosette navi, hai detto? A parte il pesce cosa comprende la vostra dieta? Come avete fatto a sfamare tutti dal Naufragio? Avete delle serre?

    Chissà se avevano qualcosa simile allo yuzu...



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    Manashiki - Chiku ha la capacità istintiva di capire l'indole delle persone e intuirne i sentimenti. [Empatia]

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    Il buon Shikkinchou era sparito all'orizzonte solo da qualche istante che la Lepre Bianca di Inaba aveva già recuperato tutto il consueto buonumore, saltellando allegramente per il ponte con fare spensierato, tornando al punto di partenza dove si aspettava di ritrovare gli altri, salvo scoprire che si erano misteriosamente dileguati. Fece spallucce pazientando il tempo necessario per vederli sbucare fuori dalle cabine, dopodiché sgattaiolò da loro nella forma di un candido leprotto bianco, che una volta raggiunto il gruppetto scomparve in modo repentino lasciando il posto al consueto aspetto umano dello spirito protettore della famiglia reale dell'isola di Inaba alla fine del mare d'oriente, salvo per una poco dignitosa cacca di albatro fra i capelli nivei -che pure non sembrava infastidirla affatto.

    « Yay!!! Un albatro mi ha appena consigliato come trovare una potenziale candidata al ruolo di concubina del sovrano dei mille eoni! Devo solo trovare il suo spirito e riportarla in vita. Oh!!! »
    Guardò Nalîn Lapadi, si mise a ridere in modo spensierato, tutta fece una piroetta su se stessa con le braccia distese e si scusò con lei per il fraintendimento di poco prima.
    « Perdonatemi se prima vi ho scambiato per un'altra persona, miss. Se avessi saputo fin da subito che eri unita in matrimonio con ben tre uomini non avrei mai proposto il grande onore di essere offerta al Lucente Sovrano del Reame di Pura Felicità. »
    La invitarono a seguire il gruppo su di una lancia, in direzione di quella che credeva l'isola dei pirati. Come unica condizione le fu chiesto in modo specifico di lasciare la spada sulla nave, cosa che lasciò la Lepre abbastanza interdetta.

    « Quale spada? »
    Chiese sorridendo, guardandosi attorno senza capire, almeno finché qualcuno non le fece presente che fino a poco prima aveva con se una spada. L'aveva poggiata da qualche parte quando si era messa a parlare con Shikkinchou. Oh, non era nulla di grave! Era da qualche parte sulla nave, inoltre era una spada nuovissima forgiata appositamente per lei quindi sarebbero serviti almeno altri cento anni affinché le spuntassero le gambe e diventasse uno spirito, acquisendo la facoltà di andarsene a spasso per conto proprio. Finora non l'aveva ancora persa e non aveva assolutamente intenzione di smarrirla proprio ora, ad un passo dalla sua meta! Dopotutto era un oggetto davvero prezioso e importante, perché per lei era come una lettera di presentazione che la certificava come emissaria dell'Imperatore di Giada. Decise quindi di lasciarla lì dove si trovava -ovunque si trovasse- e prima o poi l'avrebbe ritrovata. Forse.
    Salpò sulla lancia con tutto l'entusiasmo di una lepre sempre curiosa a nuove avventure, ma due ore e mezza erano un po' troppe per rimanere allegri e zompettanti per tutto il tempo, quindi finì con il proporre a tutti giochi stupidissimi, per lo più adatti ai bambini, prendendo di mira con le sue allegre attenzioni specialmente Chikuyugi e Alhandra, ovviamente del tutto impermeabile a reazioni scortesi o acide perché protetta dal più impenetrabile degli scudi: il semplice fatto che non le capiva.

    Quando alla fine arrivarono sul posto scoppiò imprevedibilmente a ridere, perché dopotutto era sempre bello tornare in posti già visti, anche se molto tempo prima. La Lepre Bianca di Inaba aveva una memoria poco migliore di quella di un criceto (anzi, di un coniglio...) e non ricordava praticamente nulla di quella nazione galleggiante fatta di barche, a partire dal nome. Aveva una gran fame e si aspettava che le venisse offerto del cibo di lì a poco, quindi batté le mani tutta felice pregustandosi la gita imminente.

    « L'ultima volta che sono stata qui da voi eravate ancora una città affacciata sul mare, però adesso avete molto più spazio per le navi che nel porto di allora, ahahah! »
    Disse tutta contenta, e no: non era una battuta e non cercava di fare ironia, semplicemente si ricordava di qualcuno che aveva detto di volere più spazio per attraccare le navi, anche se a pensarci due volte probabilmente non proveniva da quella stessa città, ma da un altro luogo portuale. Poco cambia!
    « Mi ricordo che qualche tempo fa un granchio rosso di fiume mi ha detto dell'ira di alcune divinità che si era abbattuta su di voi. »
    Non "qualche tempo fa", bensì un bel po' di tempo fa. All'epoca viveva il settimo figlio del settimo figlio del settimo figlio di Okuninushi, che era ormai polvere da qualche secolo. I ricordi della Lepre Bianca di Inaba erano abbastanza confusi da impedirle di aggiungere altro, quindi fece spallucce e sorrise aspettando di essere illuminata dagli autoctoni del posto.

     
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    -Non vi fa male vivere così, in mare aperto? Nel mio mondo i marinai si ammalavano molto spesso di scorbuto, ed era per questo fortemente sconsigliato passare periodi lunghissimi a navigare. Si ammalavano perfino gli Hunters...
    Ad Alhandra seguì subito Chikuyugi.
    In effetti… Centosette navi, hai detto? A parte il pesce cosa comprende la vostra dieta? Come avete fatto a sfamare tutti dal Naufragio? Avete delle serre?

    « Fin dai tempi antichi abbiamo sempre eccelso nelle arti mediche, motivo per il quale siamo afflitti molto meno dalle malattie che colpiscono di solito i navigatori, » rispose Nalîn con un sorriso educato ma che lasciava al tempo stesso trapelare una punta d'orgoglio, « scorbuto compreso. Quanto alla nostra dieta –e sì, centosette navi– posso dire innanzitutto che ci cibiamo anche delle carni di altri animali marini e dei vegetali che troviamo sui fondali. Anche qui sono pochi i popoli della terraferma che usano questi ultimi, vero? »
    Alzò un braccio per indicare un'imbarcazione non molto distante, alla quale si poteva arrivare a piedi passando di ponte in ponte attraverso le passerelle sospese che mettevano in collegamento le numerose navi. Seconda in grandezza solamente alla Dayika Mezin, essa si distingueva fra le altre grazie al suo scafo più alto e largo del normale.
    « Ovviamente conserviamo anche il cibo, per precauzione. Ogni goccia d'acqua che usiamo deve essere prima dissalata, e il sale viene utilizzato altrove. Avere acqua potabile in abbondanza e servizi medici più avanzati di quelli altrui in alto mare inoltre ci permette inoltre di avere qualcosa da scambiare con i mercanti che, da dove veniamo, tenevano in considerazione le nostre rotte migratorie per calcolare le loro, prima che le loro navi levassero l'ancora. Riusciamo così ad importare alcuni prodotti che non potremmo altrimenti procurarci da soli. » Nalîn sospirò abbassando le spalle. « Fino ad ora ce la siamo cavata anche attingendo alle nostre scorte, ma stiamo esplorando i nostri dintorni per trovare nuove rotte da seguire in base alle migrazioni dei pesci, e verificare di avere dei vicini amichevoli. »

    « L'ultima volta che sono stata qui da voi eravate ancora una città affacciata sul mare, però adesso avete molto più spazio per le navi che nel porto di allora, ahahah! »
    Ako e Suran, che erano rimasti insieme al resto del gruppo, si scambiarono occhiate meditabonde – le stesse che Nalîn aveva rivolto loro prima di lasciare la Nanpaseong dopo aver sentito i commenti della Lepre. Nalîn si limitò a guardare quest'ultima in silenzio, raddrizzando la schiena e con gli occhi ridotti a due fessure.
    « Mi ricordo che qualche tempo fa un granchio rosso di fiume mi ha detto dell'ira di alcune divinità che si era abbattuta su di voi. »

    « Ancora vorrei capire se permetterti di mettere piede qui sia stata o meno una buona idea. » disse la donna, « Cosa sei esattamente? Sarebbe stato quell'uccello con cui parlottavi qualche ora fa a rivelarti tutte quelle informazioni su di me? Sulla nostra gente? »
    Con un cenno del capo invitò Ako ad avvicinarsi.
    « Ako ti terrà d'occhio, e si assicurerà che non ti allontanerai da noi. Continuiamo la visita. »

    Nalîn guidò il gruppo via dal punto di approdo. Suran fu l'unico dei tre scout a rimanere indietro, mentre Ako divenne la nuova ombra della Lepre Bianca di Inaba, il faccione grassoccio rivolto all'orizzonte.
    Gli esploratori appresero durante il tragitto che Gemîwane esisteva sin da tempi molto antichi e, sì, i loro antenati avevano davvero subito l'ira di una divinità chiamata Zevî, che li aveva esiliati dalla stessa terraferma e dalla loro città d'origine, Lêv, dopo aver perso il figlio semi-divino Leheng in una guerra che li aveva coinvolti.
    Leheng, continuò a spiegare Nalîn, era nato dall'unione della dea con Bakalik, l'ultimo re di Lêv. Quando il semidio si era fatto oramai adulto, scoppiò una guerra con una città vicina, guerra in cui Lêv ebbe la peggio, nonostante il grande valore mostrato in battaglia dal giovane principe. Quando Babkalik accettò di firmare un armistizio per evitare altri spargimenti di sangue, i rivali chiesero come prezzo dello stesso la vita di Leheng. Il re accettò a malincuore, sordo alle molte proteste della consorte, e Leheng perì per mano del suo stesso padre.
    « ...ed eccoci qui oggi. »

    Fu Li Kao a rompere il ghiaccio in merito allo status matrimoniale di lei menzionato indelicatamente dalla Lepre qualche ora prima.
    « Qui è tradizione che una donna prenda più uomini in matrimonio. Avendo poco spazio e risorse, preferiamo avere meno figli ma che riusciamo a tirare grandi tutti insieme. Siamo arrivati, comunque. »

    Attraversarono l'ultimo ponte sospeso che li separava dalla nave principale di Gemîwane: la Dayika Mezin. Se il più delle imbarcazioni viste fino a quel momento erano grandi pressapoco come galeoni, l'ammiraglia della flotta sfiorava le dimensioni di un transatlantico. Alzando il capo si poteva vedere la bandiera avvistata all'inizio sventolare in cima all'albero di mezza, e abbassandolo man mano si poteva osservare prima le vele, poi il mastodontico cassero centrale tanto grande da sembrare un piccolo castello, e infine le porte dalle quali accedervi, che potevano essere raggiunte da una scalinata che partiva dal ponte principale.

    Ako appoggiò con fermezza una mano sulla spalla della Lepre, e le sussurrò di non provare neppure a dileguarsi.
    Li Kao accelerò impaziente il passo, zigzagando fra le sue guardie del corpo e affiancandosi a Nalîn.

    « Chi ci abita, qui? » chiese il saggio.
    A rispondergli non furono né Nalîn né Ako.
    « Nessuno! » tuonò una voce distante, « Questa è una nave sacra che può essere timonata solamente da colei o colui che la grande Kîrahî sceglie. Non il genere di posto in cui ci aspetteremmo di trovare degli estranei, tanto per capirci. Chi siete? Nalîn, Ako, qualcuno di voi sarebbe così cortese da darmi una spiegazione? »

    Appoggiandosi ad una ringhiera, una donna in età visibilmente avanzata (ma di cui Li Kao poteva comunque passare per il padre) scese i gradini a passi lenti, ma con un andamento che aveva un che di inesorabile, come di un ragno che si avvicinava senza alcuna fretta alla preda oramai intrappolata nella tela. Incurvata dal peso dei decenni e i capelli ingrigiti, i limpidi occhi azzurri con cui scrutava i viaggiatori potevano penetrare perfino l'anima.
    Altre donne, decisamente più giovani, la accompagnavano. Una, alta e magra, aveva circa quarant'anni e il portamento di chi aveva avuto fin troppe cose ben più importanti di cui occuparsi per curarsene. L'altra, una bellezza più minuta e a malapena adulta, fissava gli stranieri con grandi occhi pieni di curiosità e meraviglia.

    Nalîn chiarì imbarazzata la situazione a quella che si rivelò essere nientemeno che sua nonna Agrîn, attuale capofamiglia dei Lapadi, nonché una delle trentasei matrone che avevano il diritto di votare all'assemblea nella quale venivano prese le decisioni più importanti riguardo la flotta.
    Li Kao si presentò con il suo consueto tono gioviale, e Agrîn squadrò lui e le sue guardie del corpo dall'alto in basso.

    « Sicché questo misterioso mercante avrebbe spedito fin qui un vecchio mappiere, una specie di fantasma, una svampita che parla con gli uccelli – che scopro inoltre con mia sorpresa essere piuttosto interessati alle nostre vite, e... » Esaminò dubbiosa Chikuyugi. « ...Saresti una custode? Una maga? Una via di mezzo? Forse una sacerdotessa o una giovane saggia di non meglio identificata specializzazione? »
    Aspettò una risposta, poi aggiunse, rivolta a tutti:
    « Voglio sapere chi di voi se ne intenda della magia di questo mondo. Signorina fantasma – mi ripeteresti come ti chiami? Mastro Li? Già che vi è stato concesso il privilegio di camminare su questo fasciame, mi auguro possiate rendervi utili arrivando dove noi non possiamo ancora. »

    Turno 6Cominciate finalmente a visitare Gemîwane guidati da Nalîn, che vi rivela alcune informazioni di base sulla flotta. Sono informazioni nuove per i vostri personaggi, ma non per voi, visto che gli unici dettagli introdotti non presenti nel topic dell'ambientazione sono quelli relativi alla dieta degli autoctoni.

    Alhandra: intuisci che il nomignolo di fantasma sia dovuto ai tuoi molti Anti-Auspex. Da ciò riesci a dedurre che la vecchia sia dotata di almeno qualche abilità di Auspex a propria volta, pur non sapendo quali.

    Preferirei che a rispondere per prima sia Ohstè. Niente scadenze a questo turno.
     
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    Jung-Xi Chi ascoltò in silenzio e con interesse le risposte di Nalîn: quelle per Alhandra in merito allo scorbuto, e quelle che lei stessa aspettava a proposito dell'alimentazione della sua gente.

    « ...innanzitutto che ci cibiamo anche delle carni di altri animali marini e dei vegetali che troviamo sui fondali. Anche qui sono pochi i popoli della terraferma che usano questi ultimi, vero? »

    In effetti, la ragazza non sapeva che molte delle cose elencate dalla loro ospite fossero commestibili - e dire che, passeggiando per il mercato di Merovish, aveva visto spesso vendere come cibarie cose ben più strane, come i serpenti o i pipistrelli.

    « Ovviamente conserviamo anche il cibo, per precauzione. Ogni goccia d'acqua che usiamo deve essere prima dissalata, e il sale viene utilizzato altrove. »

    Portando lo sguardo sulla non lontana nave che la padrona di casa stava indicando, più grande e grossa delle altre della flotta, Chiku si ritrovò ad annuire sovrappensiero: procedimenti come quello di dissalazione dell'acqua non le erano del tutto nuovi, perché i viaggi in carovana che spesso compieva insieme al suo papà attraverso il deserto del Sud le avevano insegnato che l'acqua è un bene inestimabile e saperla ricavare dall'ambiente diventava un'arte quasi magica.

    Mentre rifletteva su quanto potessero essere simili il deserto di polvere del Meridione e quello liquido dell'Ovest, la fanciulla si distrasse a contemplare il mare: quella immensa distesa verde-blu era ipnotica per lei. e rimase così assorta ad ascoltare il misterioso e affascinante richiamo che quella massa d'acqua esercitava su di lei che non si accorse del momento di preoccupazione di Nalîn (che avrebbe altrimenti sicuramente rincuorato in qualche modo) e neppure delle uscite estemporanee della Lepre.

    Si riscosse solo quando il gruppo si rimise in movimento per proseguire la visita.

    -

    « ...ed eccoci qui oggi. »

    Lungo il tragitto dall'approdo alla Dayika Mezin, la compagnia di esploratori ascoltò la triste storia del Principe Leheng, sacrificato dal padre per porre fine ad una guerra, e quando la curiosità del Signor Li Kao sollevò la questione, Jung-Xi Chi apprese -con un pochino di imbarazzo- anche l'usanza della poligamia femminile come strategia per controllare le nascite.

    "Ma così facendo, non ha forse la dea reso vani gli sforzi del figlio che amava?"

    Jung-Xi Chi non poteva certo capire il dolore di una madre, ma riversarlo su di un intero popolo e maledire il loro futuro era qualcosa di crudele, tanto quanto lo strazio che doveva aver provato Zevî stessa. Leheng aveva combattuto e si era sacrificato per amore del suo popolo, non aveva sua madre annientato i suoi ultimi anni di vita, nella sua vendetta?

    « Siamo arrivati, comunque. »

    Superato l'ultimo ponte sospeso, furono a bordo della gigantesca nave ammiraglia, e mentre la ragazza si guardava intorno con meraviglia, il cartografo si avvicinò a Nalîn per parlarle, ma fu una voce del tutto sconosciuta a rispondere alla sua domanda.

    « Chi ci abita, qui? »

    « Nessuno! Questa è una nave sacra che può essere timonata solamente da colei o colui che la grande Kîrahî sceglie. Non il genere di posto in cui ci aspetteremmo di trovare degli estranei, tanto per capirci. Chi siete? Nalîn, Ako, qualcuno di voi sarebbe così cortese da darmi una spiegazione? »

    Muovendo istintivamente un passo per avvicinarsi ad Alhandra, la ragazza riconobbe nella voce della donna anziana che stava scendendo le scale insieme ad alcune ancelle lo stesso tono talvolta usato dal suo genitore, e sentendosi in parte responsabile di quello che sembrava il preludio ad una sgridata, Jung-Xi Chi assistette alla scena in silenzio: Nalîn che spiegava la situazione, l'anziana che veniva introdotta come sua nonna Agrîn, , Li Kao che si presentava, e la capofamiglia Lapadi che lo squadrava con sufficienza insieme alle sue guardie del corpo.

    « Sicché questo misterioso mercante avrebbe spedito fin qui un vecchio mappiere, una specie di fantasma, una svampita che parla con gli uccelli – che scopro inoltre con mia sorpresa essere piuttosto interessati alle nostre vite, e... Saresti una custode? Una maga? Una via di mezzo? Forse una sacerdotessa o una giovane saggia di non meglio identificata specializzazione? »

    Oh, cielo... ce l'aveva con lei! Chikuyugi si sentì terribilmente in soggezione ed in colpa e...
    La matrona aspettava una risposta!

    Io... Ecco: potrei... Il fatto è che non lo ricordo-
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    La fanciulla sospirò e fece un respiro. Non aveva fatto nulla di male, non c'era alcun motivo di farsi mettere i piedi in testa da una veneranda anziana prepotente, che non la conosceva.

    « Voglio sapere chi di voi se ne intenda della magia di questo mondo. Signorina fantasma – mi ripeteresti come ti chiami? Mastro Li? Già che vi è stato concesso il privilegio di camminare su questo fasciame, mi auguro possiate rendervi utili arrivando dove noi non possiamo ancora. »

    "Molto probabilmente sono una naufraga come voi, ma non ho avuto la fortuna di conservare i miei ricordi o la mia famiglia d'origine quando sono caduta. " Perché era caduta, no? Ebbe una fitta pulsante alla testa. "Ho scoperto di poter aiutare le persone: alle volte posso guarirle, altre dare loro sollievo... Anche se gli anni passano, non lasciano segni sulla mia pelle: pare che il mio sangue sia speciale."


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    A bordo della Nanpaseong, Mari Occidentali.
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    « Nessuno! Questa è una nave sacra che può essere timonata solamente da colei o colui che la grande Kîrahî sceglie. Non il genere di posto in cui ci aspetteremmo di trovare degli estranei, tanto per capirci. Chi siete? Nalîn, Ako, qualcuno di voi sarebbe così cortese da darmi una spiegazione? »
    Una signora attempata rivelò loro la propria presenza, scendendo i gradini a passi lenti. Leggermente curva e dai capelli ingrigiti, aveva limpidi occhi azzurri. Era accompagnata da donne più giovani: una di mezz'età, alta e magra, ed una più minuta ed ancora ragazzina.
    Fu presentata con imbarazzo come la nonna della stessa Nalîn, Agrîn, attuale capofamiglia dei Lapadi, una delle trentasei matrone che avevano il diritto di votare all'assemblea che gestiva le questioni della loro... tribù?

    « Sicché questo misterioso mercante avrebbe spedito fin qui un vecchio mappiere, una specie di fantasma, una svampita che parla con gli uccelli – che scopro inoltre con mia sorpresa essere piuttosto interessati alle nostre vite, e... Saresti una custode? Una maga? Una via di mezzo? Forse una sacerdotessa o una giovane saggia di non meglio identificata specializzazione? »
    “Io... Ecco: potrei... Il fatto è che non lo ricordo-”
    « Voglio sapere chi di voi se ne intenda della magia di questo mondo. Signorina fantasma – mi ripeteresti come ti chiami? Mastro Li? Già che vi è stato concesso il privilegio di camminare su questo fasciame, mi auguro possiate rendervi utili arrivando dove noi non possiamo ancora. »
    "Molto probabilmente sono una naufraga come voi, ma non ho avuto la fortuna di conservare i miei ricordi o la mia famiglia d'origine quando sono caduta. Ho scoperto di poter aiutare le persone: alle volte posso guarirle, altre dare loro sollievo... Anche se gli anni passano, non lasciano segni sulla mia pelle: pare che il mio sangue sia speciale."

    Alhandra ascoltò in silenzio lo scambio di battute delle due donne.
    La sua attenzione si fece acuta nel momento in cui la vecchia domandò loro chi se ne intendesse di magia, ma preferì rimanere in silenzio. Vero era che fosse a conoscenza di pratiche occulte e gestisse un negozio di chincaglierie magiche, ma... non era un Magister, e non si sentiva di sostenere di averla mai praticata. Conosceva alcuni trucchi come proteggersi grazie alla propria ombra... ma era un effetto del suo potere Nen. Nessun "abracadabra".

    -Mi chiamano Sanglante- si limitò a dire alla vecchia -Tecnicamente sono un mercante anche io, ma oggi non ho nulla con me.
    Non mentiva.
    -Ho vissuto per strada, quindi so cavarmela un po' in tutte le situazioni, ma non ho particolari abilità.
    Sicuramente non rispetto alla stragrande maggioranza degli endlossiani.

    Muoversi Silenziosamente
    In termini gdr, altro non è che un anti-auspex. Essendo vissuta per gli ultimi anni come una semplice straniera squattrinata, Alhandra ha imparato a muoversi silenziosamente in modo da poter vivere rubando quà e là senza essere scoperta. Grazie alla sua abilità, affinata in anni in cui la disperazione prendeva il posto di ogni motivazione sensata o meno, ora la donna è in grado di non farsi notare nemmeno dall'osservatore più attento o con i sensi più acuti. Nemmeno percepire le auree può aiutare a trovarla... lei è un'ombra.

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    Lavorare come ladri non è la vita che tutti sognano, ed anche praticare i rudimenti della magia nera non è il massimo... ma alla lunga tutto dà i suoi frutti. La grande abilità di Alhandra nel manipolare le ombre le permette di percepire ogni ombra presente in un raggio di 15m da lei, comprese quelle in movimento. Questo le permetterà di percepire tutti i corpi solidi -animati e non- all'interno di una determinata area, purchè vi sia anche solo un lieve bagliore, così da creare ombra.

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    {Chikuyugi}

    "Ma così facendo, non ha forse la dea reso vani gli sforzi del figlio che amava?" domandò Chikuyugi. Nalîn si fermò all'improvviso, voltandosi e squadrando in silenzio la giovane donna. Quella domanda era giunta piuttosto inaspettatamente per qualcuno che doveva avere avuto ben pochi confronti con il mondo esterno fino a quel momento – se non perfino nessuno.

    Si prese del tempo per formulare una risposta soddisfacente, ma fu preceduta da Li Kao.

    « Chi siamo noi per poter capire cosa passi nella mente di una divinità? » disse egli con un sorriso. « Forse Zevî, distrutta dal dolore, aveva pensato che il figlio avesse commesso un errore a mescolarsi con gli esseri umani fino a tal punto: lui, figlio di un altrettanto essere umano, ma pur sempre un principe e un semidio! O forse, molto più semplicemente... »

    Li Kao si interruppe, i vispi occhi scuri che incrociarono quelli gelidi di Nalîn. Ako aveva alzato invece i propri al cielo limpido, sospirando stancamente e scuotendo il capo, poi diede come per istinto delle leggere pacche rassicuranti sulle spalle della persona più vicina che avesse a tiro – la Lepre.

    « Siete liberi di dare le interpretazioni che volete. Sono passati diversi secoli da allora, e innumerevoli generazioni sono nate, cresciute e morte a bordo di queste navi. Cosa pensasse la dea Zevî allora è oramai irrilevante. » Si strinse nelle spalle. « E anche se lo avessimo saputo sin dall'inizio, cosa sarebbe cambiato per noi? »

    ---

    The Gift of the Seabound Idol
    {Tutti}

    Io... Ecco: potrei... Il fatto è che non lo ricordo-

    Agrîn aggrottò le sopracciglia, e reclinò la testa in un gesto di sorpresa. La donna più alta che accompagnava l'anziana si lasciò scappare un “oh!” di malcelata curiosità. Quella più giovane fece invece rimbalzare lo sguardo irrequieto da un autoctono all'altro, incerta. Li Kao pure osservò Chikuyugi accarezzandosi pensosamente la lunga barba bianca.

    "Molto probabilmente sono una naufraga come voi, ma non ho avuto la fortuna di conservare i miei ricordi o la mia famiglia d'origine quando sono caduta." Agrîn assottigliò gli occhi, elaborando l'idea. "Ho scoperto di poter aiutare le persone: alle volte posso guarirle, altre dare loro sollievo... Anche se gli anni passano, non lasciano segni sulla mia pelle: pare che il mio sangue sia speciale."

    « Beata te, » commentò non senza una punta di ironia. « Vada per guaritrice, comunque. Altrimenti, dimmi il tuo nome e userò quello. »

    -Mi chiamano Sanglante- disse invece il “fantasma”. -Tecnicamente sono un mercante anche io, ma oggi non ho nulla con me. Ho vissuto per strada, quindi so cavarmela un po' in tutte le situazioni, ma non ho particolari abilità.

    « Sanglante. Hm. » Agrîn ripeté un'altra volta quel nome, come se lo stesse assaporando. Dopo che si sentì soddisfatta della propria pronuncia, continuò severa, « Sanglante, tu realizzi che ogni singolo presente qui – voi esclusi, ovviamente – non ha mai visto una strada in vita propria, vero? C'è inoltre una ragione precisa per cui ti ho chiamato come ti ho chiamata poco fa, e pertanto spero mi comprenderai se ti dico che faccio molta fatica a crederti sull'ultima parte. »

    Un'occhiata di Nalîn le suggerì di stare esagerando. La più giovane delle locali presenti si stava guardando attorno con il nervosismo di una lepre in una prateria, facendo attenzione a non incrociare i volti di nessuno dei presenti; l'altra donna si era limitata a rivolgere una preghiera silenziosa al cielo, le labbra arricciate.

    « Io comunque sono Pakdil! » si inserì quest'ultima, offrendo un sorriso tirato non per mancanza di sforzo, « Sono anche io una guaritrice! Che bello poter incontrare una collega dalla terraferma! La prima, da quando il firmamento è mutato! Eh, già... »
    « Ah, modestia a parte, anche io! Pensi che per trentotto anni ho insegnato alla scuola presidiale di arti mediche di Jincheng! Che è una delle più grandi città delle terre occidentali. Queste, per intenderci. »
    « Ah, molto interessante! Di che cosa si occupava? »
    « Anatomia! »
    « Capisco. Se posso permettermi, signor Li, cosa l'ha spinta a diventare un cartografo? »

    Il sorriso di Li Kao si allargò tanto quanto i suoi occhi si ridussero a due fessure da cui filtrava una luce sinistra.

    « Beh, si tratta di una lunga storia nella quale va tenuta bene a mente la premessa: ovvero che c'è un lieve difetto nel mio car- »
    « Mi scusi! » intervenì la ragazza. « Forse potreste darci una mano con... »
    « Emîre? » disse Pakdil.
    « Suvvia, dottoressa! Che abbiamo da perdere? E se avessero conoscenze che noi non abbiamo? E se... »
    Agrîn le mollò un leggero scappellotto.
    « Emîre Arlak, converrai con noi che sono anche cazzi nostri. »
    Emîre abbozzò un sorriso teso. Pakdil corrugò le sopracciglia. Poi fece spallucce.
    « Non credo sia esattamente una soluzione ideale, ma d'altro canto non credo ci danneggerà. Signora guaritrice, signor Kao? »
    « Li, » corresse Li Kao.
    « Li. Potreste fare il favore di seguirmi? Emîre, anche tu, ovviamente. »
    « Dottoressa Sonwi! » la apostrofò Agrîn.
    « Stia tranquilla, venerabile Agrîn. Nalîn e Ako mi accompagneranno. Voglio inoltre fidarmi del loro giudizio. Anche perché se non dovessimo credere a loro, a coloro che sorvegliano questa flotta e che sono i primi a incontrare lo straniero, finiremmo per rimanere del tutto isolati. »

    Ako restituì un po' di spazio personale alla Lepre, dando il cambio a una meno imponente ma altrettanto vigile Nalîn, il cui sguardo torvo si conficcò nella nuca dell'emissario lunare come un punteruolo.
    Pakdil si girò verso l'omaccione con un'espressione interrogativa, ma quest'ultimo, con un sorriso tenue, le fece cenno di non preoccuparsi. Troppo.

    « Forse le Guardie Marine ve l'hanno già accennato, ma di solito sono gli altri navigatori a rivolgersi a noi quando qualcuno nei loro equipaggi sta male e il dottore non è abbastanza bravo o non ci sono le medicine adatte, » spiegò dopo avere oltrepassato un ponte sospeso che collegava la Dayika Mezin ad un'altra imbarcazione. « Modestia a parte, le nostre arti mediche sono molto avanzate, almeno per quanto riguarda tutto ciò che può essere contratto in mare. »
    Si fermarono davanti al cassero di prua della nave – un'altra delle centosei anonime che componevano il grosso della flotta. Era una delle più grandi; la sua stazza era superata solo dalla stessa Dayika Mezin e da alcune navi specializzate nella produzione di derrate alimentari.
    « Ciononostante, » continuò, « nessuno è ancora riuscito a capire che cosa sia quello che state per vedere. Io ed Emîre siamo appena state sulla Grande Madre per pregare Kîrahî affinché potessimo trovare una soluzione al mistero. Mi chiedo se voi non siate stati il suo modo di ascoltarci. Se così fosse, dovrò offrirle qualcosa di molto speciale per ringraziarla della sua magnanimità e... celerità, aggiungerei. »
    Ridacchiò per un momento, ma l'allegria si tramutò quasi subito in cupezza quando, afferrato il pomello della porta, prese un respiro profondo e introdusse i suoi ospiti alla sua piccola clinica. C'erano appena una manciata di letti, di cui uno occupato da un uomo che era stato ferito al braccio e alla gamba destri.

    Ciò che avrebbe colpito un visitatore impreparato era tuttavia una sorta di grosso acquario posizionato in un angolo. Al suo interno era immersa una donna che coccolava un bambino che non poteva avere più di qualche giorno.
    Ancora più inconsueto era il fatto che il bambino si trovava completamente sott'acqua.

    « Non allarmatevi, » disse Pakdil, distendendo un braccio a mo' di barriera per chiunque avesse avuto intenzione di accorrere per tirare fuori il bebè da lì. Quando fu sicura che non si sarebbe scatenato il panico, fece cenno a tutti di avvicinarsi.
    A quel punto tutti avrebbero potuto notare che non solo il bambino respirava benissimo, ma che, nonostante sembrasse un essere umano in tutto e per tutto esattamente come tutti gli altri abitanti della flotta, aveva i ditini e i piedini palmati.
    Li Kao strabuzzò gli occhi e si chinò sull'acquario fino a quando il suo naso adunco non toccò il vetro.
    « Questo è ciò di cui vi parlavo. Sì, signora, non si preoccupi, sono con me, sono colleghi dalla terraferma appena giunti. Dicevo, nessuno in migliaia di anni ha mai visto qualcosa del genere, o quantomeno non ci è stato tramandato. Questo bambino... è nato in acqua come tutti i nostri figli, ma prima ancora che potessimo toglierlo da lì aveva già lanciato il suo primo vagito. Quando abbiamo provato a metterlo nelle braccia di sua madre, ci siamo accorti che non riusciva a respirare. Così, dopo alcuni momenti di panico, Emîre ha avuto una bizzarra intuizione e lo ha ricacciato in acqua. Bizzarra, ma fortunatamente azzeccata. »
    Sospirò, un mezzo sorriso che le si dipinse sul volto.
    « Questo bambino è il primo nato dopo che le stelle sono cambiate. Mai abbiamo navigato queste acque fino ad oggi, e volevo chiedervi se voi abbiate mai visto un caso del genere, e se sì, spiegarci... darci delle informazioni. »

    Turno 7Anzitutto, La Lepre Bianca di Inaba salta questo turno.
    Durante il tragitto fino alla nave-ospedale, Nalîn ha spiegato meglio la situazione a Pakdil ed Emîre, ergo potete tranquillamente partire dal presupposto che sappiano di essere finite su un nuovo semipiano.
    Stavolta metterò una scadenza, altrimenti qui non finiamo davvero più.
    Per qualsiasi domanda, non esitate a chiedermi nel topic o in privato.

    Scadenza: 15/05/2015, ore 23.59
     
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    « E anche se lo avessimo saputo sin dall'inizio, cosa sarebbe cambiato per noi? »

    In effetti, probabilmente nulla. Jung-Xi Chi non sapeva perché, ma la discussione su divinità vendicative e la rivalsa su popolazioni inermi la disturbava alquanto. E la confondeva.

    Sarebbe stato meglio non starci troppo a pensare… d’altra parte non era sua intenzione offendere i suoi ospiti.

    Però… un dio crudele si merita forse dei fedeli o di essere adorato?

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    « Vada per guaritrice, comunque. Altrimenti, dimmi il tuo nome e userò quello. »

    Oh, giusto. Che sciocca! Si era indignata per quanto fosse stata brusca la vecchia Agrîn e si era scordata di presentarsi. Che maleducata! Si diede uno schiaffetto sulla fronte.

    “Certo… Mi chiamo Chikuyugi...”

    Certo che quella era proprio una vecchietta combattiva. E un po’ antipatica.
    Dopotutto Sanglante era stata anche più educata di Chiku nel presentarsi. E poi, normalmente, non è possibile attribuire un’occasione di misunderstanding alle strade.

    Jung-Xi Chi scoprì con sua somma sorpresa che Li Kao fosse un medico! Decise che, in un momento più tranquillo, avrebbe assolutamente cercato di approfondire la questione. Anche se, come aveva avuto modo di appurare, parlare con Li Kao portava a smarrire il filo di qualunque tipo di discorso.
    L’opportunità di imparare qualcosa, di una specie di scambio culturale medico era entusiasmante!
    ...però quella vecchia era davvero terribile, c’era bisogno di essere così violenta e… scurrile?
    Povera signorina Emîre.

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    C’era un neonato in un acquario.

    Il che sarebbe normalmente motivo di affanno, se non fosse che il piccolino se ne stava lì beato tra le braccia della mamma.
    Beh, di sicuro era un risvolto inaspettato… e sconosciuto. Per tutti.
    Perchè, nonostante le speranze delle altre due guaritrici, Jung-Xi Chi non aveva la più pallida idea di cosa dirgli. E nemmeno Li Kao, che sembrava intento a fondersi con il vetro.
    Si appressò all’acquario per cercare di osservare meglio il bimbo, salutando la puerpera con un sorriso.
    “Come si chiama il suo pupetto?”
    «Berhîm... » rispose la donna, esitando un poco.
    Il piccino sembrava perfettamente normale, estremità escluse: non si vedevano branchie ad occhio nudo che giustificassero la sua disinvoltura nell’immersione.
    “Ciao Berhîm, io sono Chiku!”
    Chiku iniziò a salutarlo muovendo le dita, fino a quando non attirò la sua attenzione. La ragazza era una persona nuova, dopotutto, lo avrebbe impegnato per qualche momento… il bebè non aveva difficoltà a muoverle, anche se i movimenti erano più limitati, con le pieghe di pelle che collegavano i ditini. La ragazza gli fece poi qualche boccaccia, così che nome la imitasse per riflesso: cercò così di controllare, per quanto possibile, le narici, la boccuccia e la gola. Il risultato certo erano delle diverse nuvole di bollicine. Dopo un po’ Berhîm si stancò di lei e si concentrò su qualcos’altro, come qualunque neonato farebbe.

    La fanciulla tamburellò un dito contro le labbra prima di rivolgersi alle due dottoresse con un sorriso dispiaciuto.
    “Per conto mio non posso dire di aver mai visto una cosa del genere.”
    Ma, d’altra parte, Chikuyugi viveva per buona parte dell’anno nel deserto.

    “Tuttavia, il semipiano è ricco di varietà: non sono pochi gli individui umanoidi con delle caratteristiche aggiuntive : non è così strano, ad esempio, incontrare una persona con la coda.” Jung-Xi Chi fece anche un gesto verso la Lepre “...O le orecchie.”
    Non era esattamente utile come informazione, ma forse avrebbe potuto rassicurare la madre: il suo era un bambino particolare, ma non avrebbe dovuto pensare che fosse strano, o peggio…!
    “Certo, alcuni sono naufraghi provenienti da altri mondi, ma altri sono nativi di Endlos… sarà una mutazione dovuta al naufragio.”

    Jung-Xi Chi pensò che erano stati fortunati ad arrivare sul semipiano dopo la guerra civile dell’Ovest… non osò immaginare una situazione del genere sotto il regime precedente…
    A proposito…
    “Uhm… fino a poco tempo fa sono state condotte delle ricerche sulla biodiversità ad Ovest… ma nessuno sa con precisione cosa abbiano prodotto. ”
    E non era sicura di volerlo sapere.

    C’erano anche una serie di altre storie poco attendibili, ma che richiamavano l’animo poetico di Jung-Xi Chi.
    “Poi… beh, prendete quello che sto per dire con le pinze, ma… ci sono diverse favole e miti in cui si accenna alle Sirene e ai Tritoni: esseri umani dalla vita in su, ma con una coda o dei tentacoli! In grado di vivere in città sottomarine, ma anche prendere forma completamente umana, o quasi, in alcuni casi...”

    Doveva smetterla di blaterare, l’avrebbero gettata fuoribordo sul serio!

     
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    A bordo della Nanpaseong, Mari Occidentali.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    « Sanglante. Hm. Sanglante, tu realizzi che ogni singolo presente qui – voi esclusi, ovviamente – non ha mai visto una strada in vita propria, vero? C'è inoltre una ragione precisa per cui ti ho chiamato come ti ho chiamata poco fa, e pertanto spero mi comprenderai se ti dico che faccio molta fatica a crederti sull'ultima parte. »
    Nonostante -di norma, quando non era sotto pagamento- Alhandra avrebbe dato risposte rapide sulla falsariga di "sticazzi", in quella situazione preferì direttamente disinteressarsi a tutti quei tentativi di maldisporla senza un preciso motivo. Forse l'interlocutrice era solo genericamente irritata per essersi ritrovata gente a caso a bordo -motivo in effetti abbastanza condivisibile- e cercava semplicemente una valvola di sfogo... o forse era solo una stronza. Chissà. In ogni caso, nella sua vita, Sanglante aveva fatto il callo sia di pazzi che di stronzi, che di entrambe le cose. Non fu difficile per lei lasciarsi scivolare addosso ogni nota di presunzione o acidità.
    -Immagino sia normale far fatica a capirsi, quando si viene da posti diversi.

    « Io comunque sono Pakdil! Sono anche io una guaritrice! Che bello poter incontrare una collega dalla terraferma! La prima, da quando il firmamento è mutato! Eh, già... »
    Seguì un lungo discorso che non le importò un granché, e come era solita fare in quelle circostanze, Alhandra non aprì bocca per tutto il tempo, limitandosi ad accompagnare i suoi assistiti e colleghi. Questo finché non furono tutti condotti in una infermeria... con un acquario. E un bambino dentro l'acquario. A quel punto, sarebbe stato complicato non spalancarla.
    « Questo è ciò di cui vi parlavo. Sì, signora, non si preoccupi, sono con me, sono colleghi dalla terraferma appena giunti. Dicevo, nessuno in migliaia di anni ha mai visto qualcosa del genere, o quantomeno non ci è stato tramandato. Questo bambino... è nato in acqua come tutti i nostri figli, ma prima ancora che potessimo toglierlo da lì aveva già lanciato il suo primo vagito. Quando abbiamo provato a metterlo nelle braccia di sua madre, ci siamo accorti che non riusciva a respirare. Così, dopo alcuni momenti di panico, Emîre ha avuto una bizzarra intuizione e lo ha ricacciato in acqua. Bizzarra, ma fortunatamente azzeccata. »
    Dopo i primi attimi di sorpresa, Alhandra riuscì a tornare in sé. Tacque anche quella volta, risparmiandosi battutacce sui gusti sessuali della mamma.
    « Questo bambino è il primo nato dopo che le stelle sono cambiate. Mai abbiamo navigato queste acque fino ad oggi, e volevo chiedervi se voi abbiate mai visto un caso del genere, e se sì, spiegarci... darci delle informazioni. »

    “Per conto mio non posso dire di aver mai visto una cosa del genere. Tuttavia, il semipiano è ricco di varietà: non sono pochi gli individui umanoidi con delle caratteristiche aggiuntive : non è così strano, ad esempio, incontrare una persona con la coda. ...O le orecchie. Certo, alcuni sono naufraghi provenienti da altri mondi, ma altri sono nativi di Endlos… sarà una mutazione dovuta al naufragio.”
    Mentre la collega cercava di dare una spiegazione al bizzarro fenomeno, Alhandra si avvicinò un pochetto al bambino, cercando di osservarlo meglio. Era... strano. Come un mutante.
    “Uhm… fino a poco tempo fa sono state condotte delle ricerche sulla biodiversità ad Ovest… ma nessuno sa con precisione cosa abbiano prodotto. Poi… beh, prendete quello che sto per dire con le pinze, ma… ci sono diverse favole e miti in cui si accenna alle Sirene e ai Tritoni: esseri umani dalla vita in su, ma con una coda o dei tentacoli! In grado di vivere in città sottomarine, ma anche prendere forma completamente umana, o quasi, in alcuni casi...”

    -...e se fosse colpa di qualche radiazione?- domandò, rivolgendosi però solo a Chikuyugi, dato che gli altri nemmeno capivano che voleva dire "strada"... figurarsi roba hardcore come quella -Nel mio mondo d'origine, la roba radioattiva ti faceva ammalare... e molti bambini nascevano con delle mutazioni. Chi senza un organo, chi con tre braccia. Molti morivano, ma parecchi sopravvivevano in qualche modo. Forse alla mamma è successo qualcosa del genere, anche perché ho difficoltà a immaginare come possa essere stata ingravidata da un tritone.
    Fino a prova contraria, nei dipinti che li ritraevano non aveva mai visto un qualche arnese in bella vista. E se davvero la parte inferiore era quella di un pesce... non doveva funzionare come con i mammiferi. O forse si? Quasi si pentì di aver saltato tante giornate di scuola, da ragazzina.
    -E poi è successo quel casino dello tsunami, e io ancora non ho idea di come abbia fatto un'isola come Berjaska a esplodere.

    Muoversi Silenziosamente
    In termini gdr, altro non è che un anti-auspex. Essendo vissuta per gli ultimi anni come una semplice straniera squattrinata, Alhandra ha imparato a muoversi silenziosamente in modo da poter vivere rubando quà e là senza essere scoperta. Grazie alla sua abilità, affinata in anni in cui la disperazione prendeva il posto di ogni motivazione sensata o meno, ora la donna è in grado di non farsi notare nemmeno dall'osservatore più attento o con i sensi più acuti. Nemmeno percepire le auree può aiutare a trovarla... lei è un'ombra.

    [Assenza di Aura | Maschera dell'Anima | Mente Vuota | Apatia | Assenza di Odore | Furtività = 30pt]

    False Verità
    Quando si vive in territorio ostile, sola contro un numero indefinito di persone non necessariamente buone e ben disposte, come anche non necessariamente più deboli di te, è buona cosa imparare a muoversi nell'ombra, agire di nascosto, far perdere le proprie tracce e, soprattutto, essere una buona oratrice qualora si finisca in carcere e ci si ritrovi a doversi difendere da soli contro una giuria ben pagata. E si sa, quando ci si improvvisa avvocati, saper dire le bugie è una delle abilità di base che bisogna sapere a menadito. In termini gdr, Alhandra è in grado di mentire senza che qualcuno sprovvisto di difese possa scoprirla.

    [Spara-Balle passivo = 5pt]

    Ombra traditrice
    Lavorare come ladri non è la vita che tutti sognano, ed anche praticare i rudimenti della magia nera non è il massimo... ma alla lunga tutto dà i suoi frutti. La grande abilità di Alhandra nel manipolare le ombre le permette di percepire ogni ombra presente in un raggio di 15m da lei, comprese quelle in movimento. Questo le permetterà di percepire tutti i corpi solidi -animati e non- all'interno di una determinata area, purchè vi sia anche solo un lieve bagliore, così da creare ombra.

    [Auspex Ombre = 5pt]
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    “Ciao Berhîm, io sono Chiku!”
    Sentendo una voce sconosciuta, il bambino si girò nella direzione di questa, fissando davanti a sé con occhi vacui per alcuni secondi senza dare l'impressione di essersi accorto di alcunché, prima di affondare di nuovo il faccino tondo nel petto della madre.
    Li Kao passò pensoso una mano sul mento, mormorando qualcosa su come Berhîm dovesse essere ancora in buona parte cieco, come del resto era qualsiasi bebè umano della sua età. L'unica differenza apparente continuava a essere la sola respirazione sott'acqua.

    “Per conto mio non posso dire di aver mai visto una cosa del genere.” disse Chikuyugi. Pakdil sospirò, ben poco sorpresa, ma nel suo sguardo c'era una nota di delusione. “Tuttavia, il semipiano è ricco di varietà: non sono pochi gli individui umanoidi con delle caratteristiche aggiuntive: non è così strano, ad esempio, incontrare una persona con la coda... O le orecchie.”

    « Aggiuntive, eh? » commentò la donna, mentre il vecchio cartografo si portò le mani ai lobi sorridendo faceto.
    « A quanto pare, » disse lui.
    Nalîn serrò diplomaticamente le labbra.

    “Certo, alcuni sono naufraghi provenienti da altri mondi, ma altri sono nativi di Endlos... sarà una mutazione dovuta al naufragio.” continuò Chikuyugi, “Uhm… fino a poco tempo fa sono state condotte delle ricerche sulla biodiversità ad Ovest… ma nessuno sa con precisione cosa abbiano prodotto. Poi… beh, prendete quello che sto per dire con le pinze, ma… ci sono diverse favole e miti in cui si accenna alle Sirene e ai Tritoni: esseri umani dalla vita in su, ma con una coda o dei tentacoli! In grado di vivere in città sottomarine, ma anche prendere forma completamente umana, o quasi, in alcuni casi...”

    -...e se fosse colpa di qualche radiazione?- intervenì Sanglante, rivolgendosi solo a Chikuyugi, come se avesse deciso di ignorare la presenza dei nativi. -Nel mio mondo d'origine, la roba radioattiva ti faceva ammalare... e molti bambini nascevano con delle mutazioni. Chi senza un organo, chi con tre braccia. Molti morivano, ma parecchi sopravvivevano in qualche modo. Forse alla mamma è successo qualcosa del genere, anche perché ho difficoltà a immaginare come possa essere stata ingravidata da un tritone.
    Ascoltando la giovane guardia del corpo, Li Kao aggrottò le sopracciglia, rimuginando sulle parole di lei. Mormorò qualcosa fra sé e sé riguardo alle pratiche di accoppiamento fra tritoni e sirene e specie terrestri – fra cui naturalmente gli umani. La donna nell'acquario, invece, impallidì all'idea che il suo bambino sarebbe potuto nascere morto o deformato (sebbene ci sarebbe stato da discutere se respirare sott'acqua comportasse o meno una deformazione).
    -E poi è successo quel casino dello tsunami, e io ancora non ho idea di come abbia fatto un'isola come Berjaska a esplodere.

    « Certamente, anche i nostri archivi ne parlano, » rispose pacata Pakdil, guardando anch'ella Chikuyugi, « ma gli incontri fra la Flotta e le tribù dei mari sono sempre stati infrequenti, o addirittura straordinari – solitamente accadono una volta ogni dieci, quindici anni. Al massimo. »
    La dottoressa riteneva quindi non impossibile, ma comunque altamente improbabile che il bebè fosse nato da una qualche scappatella.
    « Inoltre, se davvero fosse nato dall'unione con quello che voi chiamate tritone, conosceremmo già la soluzione del problema in partenza. Sono già capitati in passato casi di nascite di bambini concepiti con persone estranee alla flotta – nulla di strano o inconcepibile per la nostra gente – ma appunto- »
    « Okay, dottoressa Sonwi, scusi un attimo, » interruppe la neo-mamma, ridacchiando imbarazzata. Rivolta ai viaggiatori, disse, « Guardate, signore, ve lo confermo io: i mirov dei mari li ho visti solo una volta, da lontano, quando ero ancora una ragazzina. Credetemi, non c'entrano: questo figlio l'ho avuto da un mio compagno. »

    « Sì, sono d'accordo, » disse Li Kao. « Capita che qualche campo magico possa influenzare la natura di una persona – suppongo che con “radiazione” stesse intendendo questo, signorina. Mortali...? No, dai, mortali non mi sono mai capitati. Con alcuni c'è stato il rischio, ma si sono rivelati tutti trattabili... Comunque, dov'ero rimasto? Ah, giusto: i campi. Ecco, se siete arrivati da poco, l'unica forza naturale che conosco capace di provocare una tale mutazione in così breve tempo è il Maelstrom stesso. Se consideriamo anche la recente apparizione della vostra Flotta, allora sono pressoché certo che sia stato quello. »
    Chikuyugi e (soprattutto) Sanglante avevano imboccato dunque, almeno secondo il mappiere-tuttologo, sulla strada giusta. Al vecchio non era rimasto che stringere il cerchio, e...
    « Va beh, cose che capitano, » disse con un'alzata di spalle, guadagnandosi un'occhiata esterrefatta da Pakdil. « Queste mutazioni sono molto imprevedibili, e spesso entrano in gioco fattori sia personali che ambientali. Forse c'è di mezzo lo tsunami, forse Berjaska, forse entrambi, forse nulla di tutto ciò. Certo, se avessi qui gli strumenti giusti... »
    « ...Potrebbe indagare? » chiese una curiosa Nalîn.
    Li Kao annuì, sul suo volto un sorriso contento.
    « Se lo volete, sì. Certo, mi servirebbe un po' di tempo, e il gentile capitano con cui viaggiamo ci ha dato un limite di tre giorni, e siamo già allo scadere del primo! »
    Fuori dalla finestra, infatti, si poteva già vedere il sole calare all'orizzonte. Pakdil riprese la parola.
    « Uhm, potrei parlarne domani con gli anziani. Siamo un popolo di maghi, e gli strumenti non ci mancano, e nemmeno i mezzi di costuirne di nuovi. Due notti non sono un problema, ma se volete intrattenervi un po' più a lungo... »
    « Ne sarei onorato. Rimarrebbe solo il problema di consegnare il rapporto di questa piccola avventura al signor Raven, ma sono certo che potrà essere risolto in fretta. » Li Kao si voltò verso le sue guardie del corpo, lo sguardo amichevole. « Vorrei che prendeste i miei appunti e li deste a Lu Yu. Lo troverete ancora a Hǎixīng, o non troppo distante da lì. »

    A quel punto, alla dottoressa non rimaneva altro che sbrigare qualche preparativo.
    « Mastro Li, signorina Sanglante, signorina Chikuyugi, signorina Lepre, la vostra presenza qui giunge piuttosto inaspettata, ma non sarà un problema preparare dei letti e un pasto caldo per ognuno di voi. »
    « Se volete vedere altro domani e dopodomani, » intervenne Nalîn, « Non avete che da chiedere. Ad Ako. »
    L'energumeno alzò gli occhi al soffitto.
    « Sissignora. »

    Turno 8Siamo quasi alla fine! Mi spiace aver tagliato un po', ma non voglio che questa quest duri in eterno, specie quando il mio tempo si sta facendo sempre più scarso e le mie energie idem.

    Confrontate le vostre idee, e Li Kao decide che resterà lì per un po', incaricando voi di tornare alla Nanpaseong e a Haeseong con il materiale raccolto.
    Potete usare questo turno sia per fare gdr libero fra di voi che per chiedere di vedere altro della Flotta. Queste opzioni, naturalmente, non si escludono a vicenda.

    Vi sarà offerta una cena molto semplice a base di pesce con delle alghe sorprendentemente saporite come contorno, il tutto in un'altra cabina della nave dove si trova la clinica di Pakdil. Vi verranno infine assegnati dei letti riservati normalmente agli infermi, ma il tempo per prepararsi e lo spazio quello era. Li Kao, per inciso, starà sveglio fino a tardi per sistemare i suoi appunti, ma se volete parlargli vi ascolterà.
    Se chiederete un'altra visita guidata, Ako si presenterà sulla nave la mattina successiva. Scrivo questo nel riquadro off-gdr più che altro per non appesantire il post. :flwr:

    Scadenza: 20/06/2020, ore 23.59
     
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    Gameaccount di Drusilia Galanodel

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    A bordo della Nanpaseong, Mari Occidentali.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    « Sì, sono d'accordo. Capita che qualche campo magico possa influenzare la natura di una persona – suppongo che con “radiazione” stesse intendendo questo, signorina. » disse Li Kao.
    -Qualcosa del genere... si.
    La risposta di Alhandra giunse rapida, ma non particolarmente netta. Non intendeva esattamente quello, ma parlava della fisica del suo mondo natio, cosa che poteva non esserci su Endlos. Dopotutto, avevano diverse lune per ogni mese dell'anno.
    « Mortali...? No, dai, mortali non mi sono mai capitati. Con alcuni c'è stato il rischio, ma si sono rivelati tutti trattabili... Comunque, dov'ero rimasto? Ah, giusto: i campi. Ecco, se siete arrivati da poco, l'unica forza naturale che conosco capace di provocare una tale mutazione in così breve tempo è il Maelstrom stesso. Se consideriamo anche la recente apparizione della vostra Flotta, allora sono pressoché certo che sia stato quello. Va beh, cose che capitano. Queste mutazioni sono molto imprevedibili, e spesso entrano in gioco fattori sia personali che ambientali. Forse c'è di mezzo lo tsunami, forse Berjaska, forse entrambi, forse nulla di tutto ciò. Certo, se avessi qui gli strumenti giusti... »
    « ...Potrebbe indagare? »

    Il seguito della conversazione riguardò semplici scambi di cortesia, che in un certo senso potevano essere tradotti come una risoluzione pacifica e collaborativa a molti dei loro problemi. Questo riguardava Alhandra solo parzialmente, e se da un lato si era spaventata al sospetto di dover restare più del dovuto, si era successivamente trovata favorevole nell'assecondare l'intento del protetto di rispedirla a casa, lasciandolo lì.
    Nulla di personale, comunque: Alhandra non aveva mai brillato per sincera curiosità verso ciò che non conosceva o per semplice spirito di iniziativa, e quella missione la interessava soltanto per il cospicuo ritorno economico che le era stato promesso.
    Fu per questo che accettò benevolmente la cena e la possibilità di riposare, decidendo comunque di mantenere sempre un occhio aperto, in caso di spiacevoli inconvenienti. Quanto alle domande o alla possibilità di visite guidate, preferì lavarsene le mani, lasciando il fardello alla collega.

    -Per quanto mi riguarda, mi sta bene tornare a casa in tempo. Durante la nostra sosta qui, mi limiterò ad aiutare il mio capo e seguire Chiku in quello che desidererà fare- avrebbe affermato, limitandosi ad un'alzata di spalle -Contatemi pure come manovalanza o semplice accompagnatrice: è per questo che son stata pagata.
    Perché lei non si sarebbe sottoposta a nulla senza un compenso o spinta da un qualche fine preciso, e se aveva accettato di far da ombra a Ciku era solo per tenere in vita un alleato potenzialmente utile, oltre che per stringere amicizia con la figlia di un mercante con cui avrebbe potuto fare affari nell'immediato futuro, quando sarebbero finalmente tornate a terra.
    -Ciku, a te cosa andrebbe di fare domani?

    Muoversi Silenziosamente
    In termini gdr, altro non è che un anti-auspex. Essendo vissuta per gli ultimi anni come una semplice straniera squattrinata, Alhandra ha imparato a muoversi silenziosamente in modo da poter vivere rubando quà e là senza essere scoperta. Grazie alla sua abilità, affinata in anni in cui la disperazione prendeva il posto di ogni motivazione sensata o meno, ora la donna è in grado di non farsi notare nemmeno dall'osservatore più attento o con i sensi più acuti. Nemmeno percepire le auree può aiutare a trovarla... lei è un'ombra.

    [Assenza di Aura | Maschera dell'Anima | Mente Vuota | Apatia | Assenza di Odore | Furtività = 30pt]

    False Verità
    Quando si vive in territorio ostile, sola contro un numero indefinito di persone non necessariamente buone e ben disposte, come anche non necessariamente più deboli di te, è buona cosa imparare a muoversi nell'ombra, agire di nascosto, far perdere le proprie tracce e, soprattutto, essere una buona oratrice qualora si finisca in carcere e ci si ritrovi a doversi difendere da soli contro una giuria ben pagata. E si sa, quando ci si improvvisa avvocati, saper dire le bugie è una delle abilità di base che bisogna sapere a menadito. In termini gdr, Alhandra è in grado di mentire senza che qualcuno sprovvisto di difese possa scoprirla.

    [Spara-Balle passivo = 5pt]

    Ombra traditrice
    Lavorare come ladri non è la vita che tutti sognano, ed anche praticare i rudimenti della magia nera non è il massimo... ma alla lunga tutto dà i suoi frutti. La grande abilità di Alhandra nel manipolare le ombre le permette di percepire ogni ombra presente in un raggio di 15m da lei, comprese quelle in movimento. Questo le permetterà di percepire tutti i corpi solidi -animati e non- all'interno di una determinata area, purchè vi sia anche solo un lieve bagliore, così da creare ombra.

    [Auspex Ombre = 5pt]
    [/font][/color]
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    pngForse alla mamma è successo qualcosa del genere, anche perché ho difficoltà a immaginare come possa essere stata ingravidata da un tritone.

    Chikuyugi era mortificata, non aveva proprio pensato che le sue parole potessero essere fraintese in quel modo! Per delicatezza aveva glissato sulla natura degli studi genetici effettuati ad Ovest, le dava la nausea anche solo pensare alle orride voci su quegli istituti…
    Sicuramente il bambino o la gravidanza erano predisposti ad un cambiamento che doveva essere stato innescato dall’arrivo sul semipiano, ecco...
    Li Kao sembrava essersi orientato benissimo in tal senso, quindi, Jung-Xi Chi decise di non intervenire e rimanere in un silenziosamente religioso imbarazzo.

    La madre del bambino la stava guardando male o era semplice paranoia?

    « Vorrei che prendeste i miei appunti e li deste a Lu Yu. Lo troverete ancora a Hǎixīng, o non troppo distante da lì. »

    Oh si! Avrebbe potuto coccolare di nuovo il suo amico bue!

    -Ciku, a te cosa andrebbe di fare domani?
    Sanglante era molto apatica per quella situazione, ma Chiku era comunque ben disposta ad imparare qualcos’altro sulla popolazione! Certo, era anche la sua prima avventura in assoluto… sicuramente la sua collega doveva essere molto più navigata di lei e trovare tutto questo noioso…

    “Uhm… beh, sono curiosa delle loro tecnologie e mi piacerebbe anche dare una mano in infermeria, se può servire. ”

    Quella sera, dopo aver cenato e aver messo a letto la Lepre, avrebbe tenuto compagnia a Li Kao per un po’ mentre lavorava prima di ritirarsi a sua volta. Con un po’ di fortuna avrebbe potuto dare un’occhiata agli appunti mentre parlavano.

     
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    Sanglante si dichiarò indifferente ad altre attività sulla nave. Avrebbe solo portato a compimento il suo ruolo di guardia del corpo del vecchio studioso, e accompagnato Chikuyugi per tutto il resto. I gemîwanesi scossero la testa o si guardarono l'un l'altro dubbiosi quando si offrì come manovale, e fu Nalîn alla fine a dirle che non sarebbe stato necessario e che anzi, preferivano di gran lunga che non alzasse un dito. Dal tono di voce, era intuibile che gli autoctoni erano invero scettici di fronte all'idea di coinvolgere gli stranieri più dello stretto necessario – forse per diffidenza, o forse perché la donna non disponeva del loro savoir faire, e di conseguenza sarebbe risultata più un intralcio che altro. Forse erano entrambe le cose.

    A Chikyugi fu invece spiegato che non avrebbe avuto il tempo di dedicarsi a ogni possibile attività, e al momento era tutto sotto controllo in infermeria – eccetto ovviamente il piccolo Berhîm, la cui situazione era rimasta tuttavia stabile. Allo stesso tempo, non c'era nulla che le impedisse di restare come osservatrice. Ovviamente, a partire da domani.

    ---

    Senri no michi mo ippon kara
    {Chikuyugi}

    La sera era calata da un po' quando il gruppo finì di cenare, e sopra la flotta era comparso un manto di stelle. Mastro Li fu fra i primi a ritirarsi, giustificando il suo non intrattenersi più a lungo con il bisogno di sistemare i propri appunti di viaggio. Si trovavano nella pulmonara dove era stato presentato loro quel bizzarro infante, e la cabina dell'uomo era dirimpettaia a quella delle sue guardie del corpo.

    Il silenzio nella nave era rotto soltanto dallo sciabordio dolce delle onde che ne accarezzavano la chiglia, dal fruscio quasi impercettibile della carta e dal graffiare della penna. Avendo visto una luce fioca filtrare da sotto la porta, Chikuyugi bussò, e Mastro Li rispose con un “avanti!” e un sorriso amichevole.

    « Sì? » disse. « Posso aiutarti? »
    “Buona sera signor Li Kao,” disse Chikuyugi a bassa voce, conscia dell'ora, “In realtà mi chiedevo se le servisse aiuto o se volesse un po' di compagnia mentre lavora.”
    Mastro Li annuì.
    « Solo Li va bene. Kao è il mio prenome, » risponde. « Se serve aiuto? Come no? Se conosce la stenografia accademica del Qídǎo, ancora meglio. Non mi capita spesso di fare queste cose in compagnia, di questi tempi. »

    Cercò nella stanza qualcosa su cui farla accomodare. Le indicò infine uno sgabello, e si fece da parte per liberare un po' di spazio alla scrivania.

    Chikuyugi si chiese cosa fosse la stenografia accademica del Qídǎo. C'erano tante cose che non sapeva, ma sebbene quel viaggio si fosse rivelato più grande di lei, non fu quanto ella ebbe temuto. Si appollaiò al fianco dell'anziano e gli sorrise.

    “Non credo di conoscerla, ma proverò comunque ad assisterla.”

    Senza dire nulla, Mastro Li le passò alcuni fogli bianchi, degli appunti, e infine un bastoncino d'inchiostro e una pietra d'inchiostro di riserva, di quelli che si usavano nel Presidio Occidentale. Quella che aveva chiamato stenografia accademica del Qídǎo si rivelò essere una sorta di versione ipersemplificata dei caratteri usati nella scrittura tradizionale di quel feudo.
    All'inizio fu difficile da comprendere, ma Endlos era un semipiano le cui leggi si basavano sulla Volontà, e fu tramite la propria volontà di comprendere che Chikuyugi iniziò pian piano a capire il senso di quei segni.

    « Comprensibile, ma non un ostacolo insormontabile, » disse Mastro Li, « Piuttosto, che impressioni hai avuto finora di questo viaggio e di questi luoghi? »
    “Oh... Beh, non sono molto abituata alla navigazione, sa? Solitamente mi sposto con le carovane. È stato interessante... Una bizzarra sorpresa trovare un intero popolo di naufraghi, non trova?”
    Le sopracciglia aggrottate ritornarono ad una più dolce curvatura man mano che Chikuyugi studiava i segni. Fece un sorriso tra l'amaro e l'imbarazzato.
    “Queste persone sembrano molto abili ad adattarsi... Le invidio un po'...”
    « Oh, non sapevo ci fossero ancora molte carovane che passano in questo presidio, » commentò. « Anche se la guerra è finita, ci sono stati quei disastri naturali... Ad ogni modo, non credo che questi siano l'unico caso di ciò che dici. Tribù intere sono giunte su Endlos molte generazioni fa, e a Klemvor - prima che scomparisse, ovvio - mi pare ci fosse un gruppo di giovani superuomini o demoni dalle pupille a croce. Non credo siano nati qui, sai? »
    Con cautela, Li Kao intinse il suo bastone nella pietra e tracciò pazientemente carattere dopo carattere. La calligrafia non era bellissima, ma era perfettamente leggibile e la sua mano era pure molto stabile per qualcuno della sua età.
    Si interruppe per un attimo, e le sorrise.
    « C'è un motivo in particolare per cui non ti ritieni "abile ad adattarti"? »

    “Oh, non ce ne sono ancora ma, vede, il mio papà è originario dell'Ovest e ha sofferto molto non poterlo rivedere per così a lungo... Ah, ma sto divagando...”
    Forse la vicinanza del cartografo le stava facendo perdere il filo del discorso. Per osmosi.
    “Davvero?! No, non lo sapevo... Ho sempre creduto che i naufraghi fossero singole persone sperdute, come me...!”
    Jung-Xi Chi si grattò una guancia con fare imbarazzato, lasciandosi dietro un baffo d'inchiostro.
    “La verità è che non ho mai dovuto provare ad adattarmi prima d'ora. A quanto ricordi, almeno... Mio padre dice che sono troppo delicata per andarmene in giro.”

    Li Kao si accarezzò la lunga barba bianca, insozzandola di nero.
    « Dipende anche da quanto è grande il pezzo di mondo altrui che si porta dietro il Maelstrom. Guarda Laputa, per esempio! »
    Forse il posto che avrebbe dovuto menzionare prima di tutti - quel Presidio alla fine non aveva nemmeno vent'anni.
    « Eppure ora sei qui. Viva e vegeta e in mari inesplorati. Nel Nishikaigan dicono che anche un viaggio di mille leghe comincia da un singolo passo. Hai già in mente qualche altro posto dove portare tanta delicatezza? » domandò non senza una punta di ironia.

    “Vero, ma non sono venuta qui da sola! Mi piace il mare... Anche se non ci sono abituata, sento di aver fatto la scelta giusta, come se dovessi venirci...” La ragazza increspò le labbra e terminò di scrivere prima di continuare.
    “Non vorrei far preoccupare mio padre troppo a lungo, però... Ci sono tante cose che non conosco: mi piacerebbe imparare di più! Lei ha detto di aver insegnato per molti anni alla scuola di medicina, le andrebbe di raccontarmi qualcosa in proposito?”

    Mastro Li lanciò un'occhiata alla lanterna sulla scrivania - una semplice lampada a olio che si era portato dietro per ogni evenienza - e ne regolò la luminosità.

    « Certamente, anche se non credo sia una storia così tanto interessante. Ho cominciato poco dopo aver concluso i miei studi. Avevo appena ventisei anni – quasi un secolo fa, a ben pensarci – e ho continuato fino a quando non mi sono stancato di stare dietro a quei brillanti marmocchi. Brillanti, ma anche di quanto meno stimolante si possa trovare su questo mondo. »
    Alzò gli occhi al soffitto e sospirò quasi seccato da quel semplice ricordo. Prese il suo fiasco di vino di riso e ne mandò giù una generosa sorsata, offrendone poi un po' anche a Chikuyugi.
    « Preferisco di gran lunga andarmene in giro a risolvere enigmi e a esplorare posti mai visti, piuttosto che starmene rinchiuso tra le mura di un'aula. » Il suo sorriso in parte sdentato si fece largo. « In cinquant'anni, non mi sono mai pentito una volta della mia scelta. »

    La guaritrice non poté condividere la noia dell'insegnamento. Però capiva la frustrazione del sentirsi intrappolati. Rifiutò gentilmente l'alcol.
    “Beh, chissà... Magari riuscirò anche io ad andarmene in giro! Anche se fa un po' paura.”
    « Questa, » rispose Mastro Li, « credimi, è solo questione di farci l'abitudine. »

    ---

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    Li Kao scelse di restare da solo per i due giorni successivi, esplorando Gemîwane ai propri ritmi e in compagnia della sola Nalîn, e trascorrendo le proprie serate stilando appunti e il suo diario di viaggio. Quando esaurì i fogli, gli fu concessa una modesta quantità di carta variopinta ricavata dalle alghe, tanto pittoresca quanto fragile e sottile.

    Chikuyugi e Alhandra ebbero modo di osservare come essa venisse prodotta: alcuni sommozzatori selezionavano le piante più adatte allo scopo e coglievano da ciascuna di esse lo stretto necessario, talvolta stimolando magicamente la loro sporogenesi per evitare di “disboscare” eccessivamente i fondali. Con un sapiente connubio di magia e ingegno artigianale, queste venivano poi essiccate, private di impurità, ridotte in poltiglia e poi trasformate in fogli grezzi e spessi che erano in seguito raffinati e assottigliati fino ad ottenere il prodotto finale.
    Almeno, quando utilizzavano le alghe adatte: Gemîwane, del resto, non conosceva ancora bene le specie che abitavano i Mari Occidentali.

    Ako offrì loro inoltre anche un giro dei fondali del posto, avvolti per tutta la durata dell'escursione da una bolla di ossigeno manovrata dal giovane uomo. Non si allontanarono molto dalla flotta, ma forse fu anche per questo che videro alcuni scandagliare le acque in cerca ora di alghe da cui ricavare carta, cibo o medicine, ora raccogliendo molluschi o semplicemente esplorando.

    Furono accompagnate nelle serre e presso l'impianto di desalinazione, nelle pescherie e perfino alla scuola della flotta, dove ricevettero gli sguardi meravigliati di bambini quasi tutti dalla pelle olivastra, dai capelli scuri e dagli occhi chiarissimi.
    La magia pervadeva ogni attività della flotta, e da essa sembravano dipendere molte delle tecnologie che videro, mentre Ako aveva affermato che tutto era invece il frutto del favore di Kîrahî, a cui erano dedicati icone e piccoli altari in ogni angolo.

    Chikuyugi ebbe modo di assistere anche all'operato della dottoressa Sonwi, che le insegnò alcuni rimedi contro lo scorbuto e il mal di mare, e per alleviare i sintomi dell'ipertensione – tutti problemi molto comuni a cui ogni medico navale degno di tale nome doveva sapere far fronte.
    Berhîm e sua madre (che si chiamava Ezma) rimasero invece nel loro acquario, e presto ne avrebbero avuto uno tutto per loro anche nella nave di famiglia.

    Al momento della partenza, Mastro Li ringraziò ciascuna delle ragazze per l'impegno dimostrato, e augurando a Chikuyugi in particolare di trovare la sua strada e di poterla percorrere superando intoppi inopportuni. Nalîn e Suran accompagnarono infine le guardie del corpo alla Nanpaseong, a bordo della quale queste ultime furono costrette a giustificare l'assenza di Mastro Li a Seonjang Bul-un.
    Il capitano reagì piuttosto bene alla notizia: borbottando qualche imprecazione seccata e dopo aver dichiarato che quello che aveva deciso quel vecchio non erano affari suoi (anche se a onor di cronaca, aveva usato un'altra espressione), fece rotta verso Haeseong – lo stesso porto da cui era cominciato tutto.

    All'arrivo furono accolte dalla stessa quantità di curiosi che si erano affollati al molo alla partenza, e di nuovo furono tempestate di domande sull'assenza di Mastro Li. Del pio bove non c'era nessuna traccia, ma una volta diradata la folla, si avvicinò a loro un giovane ragazzone grande e grosso come un armadio, con braccia come tronchi, ma dal volto gentile.
    Egli si presentò come il Bue, e non poteva avere più di vent'anni. Aveva i tratti del Presidio Occidentale, ed era vestito alla maniera dei campagnoli, e disse loro che avrebbe preso in consegna gli appunti del Venerabile Signore (Mastro Li) e li avrebbe consegnati a Raven egli stesso, se il saggio aveva deciso di rimanere nelle “lande” inesplorate.
    Una volta ricevuto il materiale, il Bue si sarebbe allontanato infine all'orizzonte. Proprio in quel momento, le tre ragazze avrebbero sentito levarsi un canto.

    « Toā-káng khí hong-íng, tông-tông lâm-jî beh tshut-tsing ♫
    Khì-sè hám-tōng lām-tūi ♫
    Tsê khai hiòng lí guá tsiân-tîng ♫
    »

    结束

    Turno 9Signore e signori, siamo giunti finalmente alla conclusione.

    Come ultimissima cosa, vi chiedo giusto un ultimo post per i due punti.

    Vi ringrazio per l'infinita pazienza mostrata nei miei confronti, e per aver partecipato a questa mia avventura!

    Scadenza: 25/07/2020, ore 23.59.
     
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