Epitaph

"Non esiste un unico tempo assoluto,
ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo,
che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo".

(Stephen Hawking)

Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
Presidio Orientale, Endlos.

-...
Nel momento in cui il Vampiro percepì il dolce tocco della Dama Azzurra, inebriato nei sensi dal suo profumo delicato ed avvolgente, s'irrigidì un poco, provando qualche attimo di panico a causa del pensiero di come -esattamente- avrebbe dovuto comportarsi. Nella sua lunga vita aveva spesso tenuto fra le braccia degli infanti, esternato amicizia o rispetto con pacche sulle spalle e strette di mano... ma quel tipo di contatto umano gli era del tutto nuovo. Quello di una donna che non era stata cresciuta da lui.
Fortunatamente, l'ansia durò ben poco, merito dell'influsso che la Dama stessa era in grado di diffondere in tutte le cose. I muscoli -infatti- si rilassarono e... anche se rimase fermo come uno stoccafisso e con una strana espressione sul volto, con tanto di bocca semiaperta, almeno non diede l'idea di non apprezzare l'abbraccio.

« Sembra che la triste ricorrenza che ci ha riuniti qui oggi si sia trasformata in un lieto evento... tuttavia, credo sia meglio rimandare i festeggiamenti e le spiegazioni ad un altro giorno. Arthur sarà comprensibilmente provato dall'esperienza, perciò... sarà meglio lasciargli il tempo di riposare, recuperare il suo equilibrio e fare chiarezza. »
Quando la sua Regina gli fu distante, Arthur Friederick Giles si limitò ad osservarla, ancora ammutolito, e -probabilmente- avrebbe avvalorato le idee o le preoccupazioni che non si sentisse poi troppo bene rispetto al solito.
« Immagino che anche tu vorrai restare un po' vicina ad Arthur, perciò sarei naturalmente felice se tu e Yoko voleste trattenervi al maniero come miei ospiti. »

-Ci piacerebbe molto!- avrebbe confermato immediatamente la Dama del Vento, ripresa dal suo stato di shock grazie ai baci ed alle carezze del suo amato -...se non diamo troppo disturbo, ovviamente.
Solo allora la Dama del Vento si mosse per abbracciarlo a sua volta, ed al secondo tentativo la risposta di Arthur fu decisamente più naturale, principalmente dovuta alla visione che il Cainita ancora conservava della sua Piccola Lady: una bimbetta non più alta del suo bacino, con i capelli perennemente scompigliati ed un sorriso sdentato in grado di illuminare la stanza.

« Prima di lasciarti alla tua tranquillità... ti andrebbe una tisana insieme? Va bene anche nel tuo studio, se non te la senti di spostarti al castello: vorrei solo poter controllare che tu stia bene... »

A quel punto, costretto a doversi esprimere senza necessariamente mordersi o mangiarsi l'intera lingua, ebbe pochi attimi di titubanza. Guardò prima la Dama Azzurra, poi i suoi colleghi -che, gentilmente, lo avevano accolto e lo avevano liberato dal peso dei volumi trafugati- e poi anche Drusilia che -intuendo il bisogno di sostegno- si era limitata ad annuirgli col capo e mostrargli un'espressione incoraggiante. Solo a quel punto ebbe la forza e la lucidità di parlare.

-Ehm... va bene, Milady- avrebbe acconsentito, chinando il capo -La... la seguirò dove desidera. Cioè, la seguirò ovunque vada. Cioè... anche nel castello.
Circa.