Aria

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    Occhio di Laputa, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Sadwrn frugò nel suo tascapane e ne estrasse alcuni piccoli sacchetti di tela grezza. Guardò un'ultima volta nell'immenso vuoto sotto il ponte che collegava la parte più alta del Presidio Errante (a cui gli abitanti si riferivano solamente proprio come “città alta”) alla dimora dell'Alfiere, e decise di non rifarlo mai più. Abitava in montagna, era abituato a dirupi e scarpate, ma almeno ad Ovest viveva con la consapevolezza di avere sempre i piedi sulla terraferma – Laputa, anziché un'isola, gli dava l'impressione di essere una grossa barca che galleggiava in un mare ancora più inafferrabile di quello dell'Undarm un migliaio di leghe più in basso. C'era ben poco di meno materiale dell'aria, del resto.

    Ciononostante, non si era pentito di aver seguito Mugen Fudo e Firion fin lassù. Aveva bisogno di restare per almeno qualche giorno lontano dal Presidio Occidentale, con i suoi innumerevoli problemi e le responsabilità che gravavano da qualche tempo a quella parte sulle spalle del giovane Worren. Mugen era stato, da quel che Sadwrn aveva capito, un vecchio compagno d'armi del Comandante Verde dei famosi Liberi Aeris Milites, ed era per questo che Firion lo aveva scelto per portarlo al cospetto di Lady Drusilia per discutere, probabilmente, di alleanze politiche e via discorrendo. Nulla su cui, nel bene e nel male, il Worren avesse mai avuto troppo interesse o perfino voce in capitolo – poteva rappresentare al massimo il suo villaggio, ma esso non era che una minuscola parte del Nishikaigan a sua volta rappresentato dai gerarchi che si erano attivati per riunificare il presidio...
    ...fra cui tecnicamente Sadwrn stesso, ma non in quei giorni. Anche perché suo zio Mawrth, il capo villaggio, aveva deciso di aggregarsi a sua volta per una “missione di ricerca” o qualcosa del genere. Sadwrn, dal canto suo, aveva impiegato molto del suo tempo sul regno sopra le nuvole per visitarne in particolare il Latifondo, dove aveva conosciuto sia piante che non crescevano spontaneamente ad Ovest che i metodi locali di agricoltura – si era intrattenuto per diverse ore ad apprendere tante cose interessanti dai contadini locali più in vena di scambiare quattro chiacchiere.

    Aveva infine scoperto che al Magisterium c'era addirittura un giardino botanico che conteneva una delle più grandi collezioni – se non la più grande – di specie vegetali sul semipiano! Avrebbe dovuto assolutamente visitarlo, prima di tornare a Shiju e poi a Hokugayama. Sarebbe stato un bel bagaglio di conoscenze da trasmettere ai propri successori, integrando il lavoro dei suoi antenati attraverso le generazioni.

    Sadwrn afferrò cautamente una presa di erbe essiccate da uno dei sacchetti, e la mise nel fornelletto. Ripeté il processo per ciascuno dei tre che aveva selezionato, e lasciò che la scintilla provocata dalla pietra focaia facesse il resto.
    L'aroma fresco della miscela si liberò nell'aria circostante, e intanto il Worren si chiedette cosa il capo villaggio stesse realmente facendo in quel momento...

     
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    "Coltivo il mio giardino, e il mio giardino mi coltiva".

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    Giardini, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Fra i giardini pensili del Presidio Errante, verande, panche e parchi gioco per i bambini erano disseminati ovunque, per la gioia dei cittadini laputensi, esattamente come diffusi erano anche i profumi delle numerosissime specie di piante presenti. Molte di esse erano tipiche di Endlos, molte altre -tuttavia- si diceva provenissero da altri mondi e non tutte fossero "pacifiche"; nonostante il loro evidente impatto artistico, i giardini meno sicuri erano quindi tenuti lontani dalla portata dei bambini e dei deboli a causa della pericolosità effettiva della flora. Questa era stata a lungo la "normalità", fin dai tempi delle Nove Giornate.

    jpg

    -... ho personalmente disposto ogni singolo vegetale in grado di uccidere ben lontano dalla portata dei cittadini.
    Peccato che molte cose -in quei tempi- fossero in procinto di cambiare per sempre.
    -Per questo non mi spiego cosa ci faccia questa... qui, proprio di fianco alle altalene.

    Alle prese con il suo fornelletto, Sadwrn avrebbe potuto udire il suono di una voce femminile dall'aria particolarmente piccata. Non era molto distante: voltandosi di alcuni gradi nella sua direzione, avrebbe intercettato uno sguardo stoico ed inamovibile, una posa rigida e l'aria che si faceva pesante.

    -Immagino tu ne sappia qualcosa.

    Drusilia Galanodel era di aspetto molto piacente: lunghi capelli castani ricadevano sciolti sul corpo sinuoso in una moltitudine di onde. Gli occhi di smeraldo brillavano sulla pelle diafana, coperta sul busto e sulle gambe solo da un abito grigio, femminile ma abbastanza anonimo.
    Fissava con evidente aria di disapprovazione un uomo più alto e più vecchio di lei, e non sembrava essersi accorta della presenza del Worren.

     
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    Per l'ennesima volta nell'arco degli ultimi minuti si rigirò tra la lingua e il palato il disco di zucchero solido aromatizzato alla fragola, lasciando che l'estremità opposta del bastoncino di plastica a cui era ancorata la caramella tintinnasse appena tra la bianchissima dentatura dai canini pronunciati....

    -... ho personalmente disposto ogni singolo vegetale in grado di uccidere
    ben lontano dalla portata dei cittadini.


    ...e mentre il sole che colpiva la faglia del cilindro bianco tagliava il suo viso spigoloso in netti chiaroscuri, e il brontolare inquisitorio della donna si librava nell'aria come un sottofondo a cui non stava prestando poi troppa attenzione, gli occhi verde peridoto dell'alto figuro che la accompagnava indugiarono in una contemplazione assorta sulle invitanti rotondità della Dama del Vento.

    -Per questo non mi spiego cosa ci faccia questa... qui,
    proprio di fianco alle altalene.


    Certo che le guanciotte le si gonfiavano proprio tanto, quando era contrariata!

    -Immagino tu ne sappia qualcosa.

    Con un mezzo sbuffo -che sarebbe potuto parimenti essere un sospiro- il Nobiluomo dalla mantella bianca disincastrò il lecca-lecca dalle fauci e si strinse nelle spalle, con l'aria condiscendente di un vate magnanimo...

    jpg« Visto che ormai siamo intimi, non mi sorprende tu abbia riconosciuto il mio inconfondibile buongusto...! ♥ »
    dichiarò con sufficienza e senza imbarazzo, sventolandole il dolciume sotto il naso
    « Ebbene si: mi piace essere circondato da cose esteticamente belle, quando vado in altalena. »

    Come fosse possibile che quello spilungone entrasse su dei giocattoli tarati per dei bambini era già abbastanza surreale da immaginarsi... ma per aggiungere stranezza alla bizzarria, ben sapendo le inclinazioni dispotiche dell'Arcidemone, figurarselo seduto mentre il suo fidato servitore gli spingeva il seggiolino sarebbe certamente risultata una visione a dir poco psichedelica.

    « Questo giardino è così anonimo che ho pensato di arricchirlo di qualche esemplare en pendant coi miei abiti: tutto qui. Ma, tranquilla: so cosa stai per dire, perciò ti anticipo. »
    le concesse, conciliante, riportandosi il piatto lecca-lecca rosa alle labbra
    « Ho solo voluto dare il mio contributo. L'ho fatto volentieri: non ringraziarmi. È perfettamente normale che un luogo si adatti ai suoi abitanti. »

    Naturalmente, non si era accorto del visitatore felino, né lo aveva riconosciuto;
    si sarebbe premurato per lo meno di dissimulare la sua brillante identità, altrimenti.

     
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    -Per questo non mi spiego cosa ci faccia questa... qui, proprio di fianco alle altalene.

    Sadwrn udì una voce femminile provenire dai dei giardini poco distanti. Aguzzò le orecchie incuriosito, la pipa ancora stretta nelle labbra, e alzò gli occhi sulla fonte di quel suono. Subito dopo, il suo cuore mancò un battito. A parlare era stata una delle donne più belle, se non la più bella che egli avesse mai visto. Alta e slanciata, i lunghi capelli castani e mossi le cadevano morbidi sulla schiena, e il suo abito esaltava, almeno agli occhi del Worren, le sue forme. Aveva occhi del colore della foresta dopo la stagione delle piogge, e il fatto che avesse tratti del tutto umani non la sviliva.

    -Immagino tu ne sappia qualcosa.

    Distratto dalla donna, Sadwrn non si era accorto subito dell'uomo con cui, a giudicare dai toni e in qualche modo perfino dalla stessa elettricità nell'aria, stava discutendo animatamente. Lui era visibilmente più alto di lei, e doveva avere anche qualche anno in più. Il Worren aggrottò le sopracciglia. Quella mantella bianca e i capelli viola, quell'uomo gli ricordava parecchio...

    « Visto che ormai siamo intimi, non mi sorprende tu abbia riconosciuto il mio inconfondibile buongusto...! ♥ »
    ...Non ci sono dubbi: è lui! Si sono incontrati a Sequerus, al cospetto di Palden Wang-Mu! Quell'uomo gli aveva salvato la vita! Sadwrn aspirò di colpo una boccata abbondante della miscela calmante che aveva preparato, e dovette sforzarsi poi di non buttarla fuori a colpi di tosse.
    « Ebbene si: mi piace essere circondato da cose esteticamente belle, quando vado in altalena. »

    Al Worren sorse all'improvviso un dubbio. Quella era la sua donna? Non riconosceva invece la pianta carnosa di cui stavano parlando. Aveva tutta l'aria di essere carnivora, almeno basandosi su quelle che crescevano spontaneamente ad Ovest, ma non era una specie che si poteva trovare nel suo Presidio.

    « Questo giardino è così anonimo che ho pensato di arricchirlo di qualche esemplare en pendant coi miei abiti: tutto qui. Ma, tranquilla: so cosa stai per dire, perciò ti anticipo. Ho solo voluto dare il mio contributo. L'ho fatto volentieri: non ringraziarmi. È perfettamente normale che un luogo si adatti ai suoi abitanti. »

    Senza ascoltare oltre – non gli interessavano i battibecchi altrui – Sadwrn si sollevò in piedi si avvicinò alla coppia, sventolando una mano per salutare.

    « Gran Marchese James Bond! » chiamò, sul volto un sorriso a trentadue denti che metteva in risalto i canini aguzzi, « Che sorpresa trovarla qui! È passato un sacco di tempo! Come va? » Rivolse infine un inchino più rispettoso alla donna e, con toni meno esuberanti, disse, « Signora, i miei omaggi. »

     
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    « Gran Marchese James Bond! »

    Nonostante Drusilia non conoscesse nessuno con un nome così strambo, il movimento repentino dello straniero -volto esattamente a richiamare la loro attenzione, con tanto di mano sventolante e sorrisone amichevole- attirò il suo sguardo.
    Il volto sconosciuto aveva tratti palesemente felini e, anche se non essere umani non fosse poi troppo strano su Laputa, qualcosa in lui le suggeriva provenisse dal vicino Ovest. Che fossero gli abiti, o magari la pipa?

    « Che sorpresa trovarla qui! È passato un sacco di tempo! Come va? Signora, i miei omaggi. »

    Quando poi la Dama del Vento si accorse che quel tale si rivolgeva proprio a loro -più precisamente al suo Demone tormentatore, nonché Re del Tempo- si lasciò sfuggire l'occhiataccia in direzione di Mephisto, ricambiando comunque il saluto con un gentile gesto del capo.

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    -... - attese alcuni attimi, fissandolo con evidente sospetto -... è uno dei tuoi "amici"?

    Caricò involontariamente l'ultima parola con una nota poco gentile, ma non palesemente sgarbata. Poi -però- si rese conto che Mephisto -con molte probabilità- non aveva degli "amici", dunque si voltò verso il Worren.

    -Per caso conosci questo signore strambo?- domandò, indicando l'Arcidemone -Non ti ha fatto nulla di brutto, vero?

     
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    « Gran Marchese James Bond! Che sorpresa trovarla qui!
    È passato un sacco di tempo! Come va?
    »

    jpgAd essere sinceri, i distanti colpi di tosse non avevano più di tanto attirato la sua attenzione, ma quando quella voce -tanto entusiasta quanto sconosciuta- provenne da qualche parte alle spalle del duo, suonando in avvicinamento, il Re del Tempo si volse istintivamente in quella direzione... e una volta presa visione del nuovo arrivato, che si stava facendo loro incontro -sorridendo e agitando una mano-, tornò a rivolgergli lentamente -quasi rigidamente- la schiena.

    « Signora, i miei omaggi. »

    Intanto, la strana creatura umanoide dai connotati felini li raggiunse, e con un inchino -un saluto ben più rispettoso e formale di quello che era stato rivolto all'Arcidemone- si rivolse alla Dama del Vento, che dopo aver ricambiato il gesto con un saluto meccanico -reso impacciato dalla bizzarria della situazione- mosse gli occhi verdi per cercare quelli dell'Arcidemone con fare inquisitorio. Quello, però, era ancora ostinatamente voltato dall'altra parte, con la faccia rivolta altrove.

    -... è uno dei tuoi "amici"?
    lo apostrofò lei, squadrandolo sospettosa, prima di interpellare il visitatore
    -Per caso conosci questo signore strambo? Non ti ha fatto nulla di brutto, vero?

    « Non fo di cofa quefto ciofanotto ftia pavlando. »
    proferì il Nobiluomo con fare solenne, voltandosi infine verso gli astanti
    « Mi ha ficuvamente fcambiato pev qualcun altvo. »

    E con ostentata nonchalance, Mephisto Pheles si aggiustò il monocolo dalla montatura a forma di ingranaggio che ora indossava davanti all'occhio sinistro, avendo cura di studiare la faccia del Worren con l'espressione meno convinta e più dubbiosa che gli riuscì di simulare; il tutto mentre lisciava tra pollice ed indice, in un gesto meccanico e assorto della mano destra, uno dei folti baffi rosa che gli erano da un momento all'altro spuntati sotto al nasone a patata (tanto grande quanto posticcio) che -dal suo punto di vista- lo avrebbero certamente reso irriconoscibile.

    « Il mio nome è Chavles Wayne Tvavolta, e sono Piccolo Bavonetto di Monocolao. »

    Che interpretazione magistrale! Adesso non doveva far altro
    che aspettare che il gatto impiccione se ne tornasse da dove era venuto.



    Edited by - Destino - - 13/8/2019, 11:02
     
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    -Per caso conosci questo signore strambo?- gli domandò la donna, che aveva appena squadrato il Gran Marchese con aria inspiegabilmente sospettosa, come se si fosse macchiato di un non meglio specificato crimine. -Non ti ha fatto nulla di brutto, vero?

    Perché avrebbe dovuto fargli qualcosa di brutto? Quei due non erano forse marito e moglie, o quantomeno promessi sposi? O forse si stavano separando, come il Worren aveva sentito dire succedesse un po' più spesso in terre straniere rispetto al suo Occidente natio. Certo, il nobile probabilmente non aveva pianificato di salvare qualcuno quel giorno a Sequerus, limitandosi a sottrarre un gioiello da Palden Wang-Mu e ad eccedere molto in autodifesa quando questa provò a riprenderselo, ma aveva davvero importanza l'intenzionalità dietro le conseguenze di quel gesto affinché una persona potesse provare riconoscenza?

    Inoltre, non gli tornava il motivo per cui James Bond stesse così ostinatamente evitando il suo sguardo. Sadwrn reclinò la testa di lato, perplesso.

    « Non fo di cofa quefto ciofanotto ftia pavlando. »
    Rispose finalmente voltandosi verso gli altri due. Tutto d'un tratto erano comparsi un paio di enormi baffi rosa a manubrio sotto un nasone grande e tondo che non assomigliava per nulla a quello che aveva fino a pochi secondi fa.
    « Mi ha ficuvamente fcambiato pev qualcun altvo. »

    Gd3vY4rSadwrn esaminò con attenzione il nobiluomo che stava lisciandosi con le dita sempre quei baffi che per qualche ragione non lo convincevano del tutto.

    « Il mio nome è Chavles Wayne Tvavolta, e sono Piccolo Bavonetto di Monocolao. »

    « Monocolao, » ripeté Sadwrn, che non ebbe il cuore di fargli notare che era tornato a pronunciare le esse nella maniera normale. « Eppure la voce mi sembra ancora la stessa... Anche il cappello, il colore dei capelli e tutto il resto! »

    Aspirò un'altra boccata dalla sua pipa e continuò a fissarlo fino a quando non poté più trattenersi dallo sghignazzare.

    « Oh, si lasci dire che lei è proprio un modesto, sire! » Si voltò verso la signora. « Qualcosa di brutto? Al contrario! Quest'uomo mi ha salvato la vita, come potrei non riconoscerlo? »

    Si interruppe non appena si ricordò che sarebbe stata una pessima idea rivelare che a sconfiggere Palden Wang-Mu non fossero stati lui insieme a Nobunaga, Ego, Mugen Fudo e Firion – anche se erano in un altro presidio, le voci potevano girare in fretta, e queste, anche se erano la pura verità, avrebbe potuto danneggiare la causa per cui stavano combattendo. Ciononostante, Sadwrn decise che poteva permettersi almeno di dire una parte della verità e, dove necessario, "abbellirla" un poco.

    « Successe a Sequerus, e mi ricordo ancora molto bene di con quanta abilità il Gran Marchese avesse sconfitto quello yokai di nome Inugami, volatilizzandosi solo a cose oramai concluse, come un valoroso guerriero senza nome! »

     
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    Giardini, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Assistendo a quella scena ridicola con la stoica indifferenza di chi aveva già avuto modo di patire osservarne di simili molto frequentemente, Drusilia Galanodel si limitò a rivolgere le proprie attenzioni al felino antropomorfo, ignorando completamente l'Arcidemone e comportandosi come se in quel momento non fosse con loro.

    « Qualcosa di brutto? Al contrario! Quest'uomo mi ha salvato la vita, come potrei non riconoscerlo? »
    Il sopracciglio destro si levò visibilmente sul volto della Dama del Vento, non riconoscendo affatto in Mephisto la tipica figura di un eroe senza macchia... e senza secondi fini.
    « Successe a Sequerus, e mi ricordo ancora molto bene di con quanta abilità il Gran Marchese avesse sconfitto quello yokai di nome Inugami, volatilizzandosi solo a cose oramai concluse, come un valoroso guerriero senza nome! »

    Avendo già letto il rapporto tempestivo ricevuto da Firion riguardo la sua missione ad Ovest, l'Alfiere Errante aveva già sospettato del coinvolgimento del Re del Tempo negli ultimi stravolgimenti, fisici e politici. Si trattava -dopotutto- di un uomo alto, in abiti bianchi e con il pizzetto caprino, esattamente come le era stato descritto. Disponeva inoltre di poteri immensi, e lei stessa lo aveva sperimentato nel momento stesso in cui se lo era ritrovato nei propri appartamenti, come se nulla fosse. Non aveva nemmeno problemi ad insediarsi come e quando voleva nei centri di potere: non a caso, nessuno era ancora riuscito a cacciarlo da Laputa. O ucciderlo.
    La bella decise tuttavia di non approfondire le dichiarazioni dello straniero nel dettaglio: considerando gli ultimi -tragici- eventi accaduti ad Ovest, preferiva non risultare in alcun modo legata ad essi, o ad un uomo che non fosse Firion e vi aveva presenziato. Quindi, meglio glissare. Anche se, a dirla tutta, Drusilia sospettava piuttosto in uno scherzo di pessimo gusto: chi mai avrebbe dato del "valoroso guerriero" a Mephisto, se non qualcuno che era stato profumatamente pagato?

    -Mh, si. Immagino...- avrebbe risposto con toni sbrigativi, virando su altro -In ogni caso, chiedo perdono per non essermi presentata. Mi chiamo Drusilia Galanodel, e governo questa splendida isola volante.
    Sorrise gentilmente al suo indirizzo, tendendogli la mano.
    -Non ho mai visto il tuo volto su Laputa: cosa sei venuto a fare di bello? Spero tu non abbia incontrato problemi o difficoltà, e che abbia trovato piacevole questa visita.

     
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    « Monocolao... Eppure la voce mi sembra ancora la stessa...
    Anche il cappello, il colore dei capelli e tutto il resto!
    »

    Scrutando attentamente la figura dell'alto uomo in bianco, il Worren sfumacchiò con fare assorto qualche boccata di-chissà-cosa dalla propria pipa, lasciandosi andare con fin troppa ingenua leggerezza a quella considerazione, che gli valse un'occhiata di sottecchi da parte dell'Arcidemone: quel tale che si fingeva un innocuo campagnolo in visita era davvero scaltro per essere riuscito a vedere con tanta facilità attraverso il suo brillante travestimento! Avrebbe dovuto fare più attenzione... I gatti sono creature infide!

    Difatti, un istante più tardi, il giovanotto dalle fattezze feline
    si lasciò andare in una breve risata divertita.


    « Oh, si lasci dire che lei è proprio un modesto, sire! »

    Beh... sì... quello era corretto, e non poteva negarglielo: lui era certamente un Sire -e la regalità esondava dal suo essere senza possibilità di venire dissimulata- ed era incontrovertibilmente vero che la Modestia era una delle sue tante lampanti qualità... Tipi perspicaci, i gatti...!

    Intanto, Drusilia ignorò la sua geniale performance di improvvisazione teatrale, come se fosse (cosa assurda a pensarsi!) del tutto indifferente alle sue argute ed eclettiche doti di attore, e rivolse invece le proprie attenzioni allo sconosciuto... e fu tuttavia con una perplessità analoga a quella della Dama del Vento che il Re del Tempo ascoltò la replica che l'interpellato fornì con entusiasmo alle domande di lei.

    « Qualcosa di brutto? Al contrario!
    Quest'uomo mi ha salvato la vita, come potrei non riconoscerlo?
    »
    asserì, prima di interrompersi, esitando, per poi riprendere ad intessere le sue lodi
    « Successe a Sequerus, e mi ricordo ancora molto bene di con quanta abilità il Gran Marchese avesse sconfitto quello yokai di nome Inugami, volatilizzandosi solo a cose oramai concluse, come un valoroso guerriero senza nome! »

    Ascoltando quelle parole di umile adorazione, ed accettandole graziosamente,
    il Marchese James Bond il Bavonetto Chavles Tvavolta Mephisto Pheles
    incrociò le braccia al petto e annuì lentamente, con espressione solenne.


    -Mh, si. Immagino...In ogni caso, chiedo perdono per non essermi presentata. Mi chiamo Drusilia Galanodel, e governo questa splendida isola volante.-
    assentì vaga l'Angelo, prima di passare ad altro, sorridendo e tendendo la mano
    -Non ho mai visto il tuo volto su Laputa: cosa sei venuto a fare di bello? Spero tu non abbia incontrato problemi o difficoltà, e che abbia trovato piacevole questa visita.

    Tuttavia, prima che Sadwrn potesse accogliere la mano offerta dalla donna per ricambiare la presentazione, il Nobiluomo lo affiancò con un paio di falcate, mise un braccio attorno alle spalle del giovanotto e lo girò da un altra parte, trascinandolo più in là di un paio di passi con un “Cara, puoi scusarci un attimo?” garbatamente rivolto all'indirizzo della Galanodel; poi, abbassando la voce in un sussurro, si rivolse Worren con fare cauto e cospiratorio.

    jpg
    « Giovanotto... ho apprezzato le sue sincere parole di riconoscenza e il vostro prodigioso spirito di osservazione, che vi ha permesso di riconoscermi nonostante il mio travestimento, ma... »
    esordì, col tono solenne e fiducioso di chi parla da uomo a uomo
    « ...devo chiederle di mantenere il riserbo sulla mia identità e le mie prodezze; mia moglie non sa della mia identità da eroe: è una brava donna, ma... ha i nervi fragili, poverina... le emozioni forti, come sapermi in situazioni pericolose, la sconvolgerebbero. »
    spiegò, lisciandosi i baffi rosa e rivolgendo all'altro un eloquente sguardo di intesa
    « Perciò -orsù, siate galantuomo- e non tornate più sull'argomento:
    parliamo d'altro! »


    Così dicendo lo stravagante spilungone, si scostò dal uomo-felino a cui si era avvicinato per bisbigliare, gli mise in mano un grosso lecca-lecca a girandola tirato fuori da chissà-dove, e tornò a rivolgere il povero ospite in direzione dell'Autocrate, sospingendolo verso la mano di lei -ancora tesa in un gesto di benvenuto-, e -soprattutto- tornando ad esprimersi ad un volume di voce normale.

    « Perché non ci accomodiamo? Qualcuno gradisce della torta? »

     
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    -Mh, si. Immagino...- disse la donna con il tono di chi voleva passare oltre in fretta, -In ogni caso, chiedo perdono per non essermi presentata. Mi chiamo Drusilia Galanodel, e governo questa splendida isola volante.

    Drusilia Galanodel? Dunque Sadwrn aveva appena fatto intrusione in una conversazione con l'Alfiere Errante in persona? Certamente non si era immaginato che il Gran Marchese James Bond fosse il coniuge di una donna tanto celebre e potente; in retrospettiva aveva tuttavia senso, almeno per qualcuno di una tale dichiarata levatura.
    O forse c'era dell'altro di mezzo, e il “Gran Marchese” non solo non era un (piccolo) Baronetto, come aveva affermato in quel bizzarro tentativo di mascherare la propria identità, ma non era neppure ciò che aveva affermato di essere quando si incontrarono per la prima volta! Se poco fa aveva voluto mantenere l'anonimato, era plausibile che avesse cercato di fare lo stesso a Sequerus. A prescindere da cosa fosse vero e cosa no, Sadwrn decise che lo avrebbe comunque chiamato Gran Marchese, almeno fino a che non avrebbe trovato una buona ragione per rivolgersi a lui in altro modo.

    -Non ho mai visto il tuo volto su Laputa: cosa sei venuto a fare di bello? Spero tu non abbia incontrato problemi o difficoltà, e che abbia trovato piacevole questa visita.

    Fece per tendere la mano a propria volta e ricambiare la prsentazione, ma sentì qualcuno afferrargli la spalla e voltarlo dalla parte opposta con un leggero, ma deciso strattone. Era il Gran Marchese, che dopo aver preso momentaneamente congedo da Lady Drusilia, gli sussurrò con fare complice,

    « Giovanotto... ho apprezzato le sue sincere parole di riconoscenza e il vostro prodigioso spirito di osservazione, che vi ha permesso di riconoscermi nonostante il mio travestimento, ma... »

    Prodigioso spirito di oss- No, meglio assecondarlo, rifletté il Worren. Anche quando non riusciva a capire se quelle uscite fossero da ritenere insincere, eccentriche o un misto di entrambe le cose. Nel dubbio, annuì e continuò ad ascoltare.

    « ...devo chiederle di mantenere il riserbo sulla mia identità e le mie prodezze; mia moglie non sa della mia identità da eroe: è una brava donna, ma... ha i nervi fragili, poverina... le emozioni forti, come sapermi in situazioni pericolose, la sconvolgerebbero.
    Perciò -orsù, siate galantuomo- e non tornate più sull'argomento:
    parliamo d'altro! »


    « L'Alfiere Errante. I nervi fragili, » rispose, incapace sul momento di nascondere una certa perplessità di fronte a delle palle così clamorose perfino per qualcuno che, fino a quel momento, conosceva Lady Drusilia esclusivamente per merito della sua fama. Un paio di secondi di silenzio e un nervoso sbattere di palpebre più tardi, Sadwrn disse, « Certamente, avete ragione. Le chiedo perdono per essermi lasciato andare così all'inizio. »

    Gli venne cacciato in mano un bizzarro disco colorato attaccato che, ad una prima annusata, pareva essere commestibile, a parte il bastoncino di legno a cui era attaccato e con cui il Worren lo stava impugnando. Fu riportato infine al cospetto della donna. Moglie? A quel punto, era davvero... vero?

    « Perché non ci accomodiamo? Qualcuno gradisce della torta? »

    « Uh... D'accordo? » Fece esitante al Gran Marchese, prima di tornare a rivolgersi a Lady Drusilia, a cui riuscì a tendere finalmente la mano... Prima di arrossire imbarazzato e rivolgerle invece un inchino. « Ad ogni modo, volevo dire che il mio nome è Sadwrn, Worren di Hokugayama. È la prima volta che vengo qui, sono arrivato dall'Ovest insieme al mio compagno d'armi Mugen Fudo e... »
    Udì chiamare il proprio nome a gran voce da lontano. Sadwrn alzò gli occhi e guardò oltre le spalle dell'Alfiere e del Gran Marchese, senza tuttavia vedere nessuno.
    Una pacca sulla schiena lo costrinse a piegarsi ancora di più.
    c5fUJ8x« Nyahrahrahr! Ti stavo cercando, sai? Devi assolutamente provare questa pietanza locale! Si chiama lasanyaah, o qualcosa del genere, ed è buonissima, ti dico! Una delle cose migliori che abbia mai mangiato in vita mia! »

    A parlare fu una creatura che, nonostante superasse di gran lunga in altezza perfino il tutt'altro che piccolo Sadwrn, riusciva ad essere comunque più larga che lunga, e che in una mano artigliata trasportava una teglia di lasagne oramai quasi del tutto vuota. Aveva dei tratti felini decisamente più marcati di quelli dell'altro Worren, a partire dai denti acuminati fino alla foltissima pelliccia striata che lo ricopriva da capo a piedi.
    Gli ci volle qualche momento prima che si accorgesse degli altri due presenti, anche se sarebbe stato più corretto affermare in realtà che aveva deciso semplicemente di non curarsene troppo in principio. Davanti al silenzio del giovane, tuttavia, non aveva avuto altra scelta che riconoscerne la presenza.

    « Oh, se avessi saputo, ne avrei lasciato un po' di più. »
    « ...e il mio capo-villaggio, Mawrth-san. »
    Concluse Sadwrn, rosso in volto.

     
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    A braccia conserte e rinchiusa in un silenzio carico di disapprovazione, Drusilia osservò con cipiglio nervoso tutta la pantomima di quel pazzo nei confronti del povero straniero. Avrebbe a quel punto voluto sottrarglielo con violenza ma... non era mai un bene agire in modo aggressivo, soprattutto davanti ad uno straniero, ed ancor più nei confronti di un Arcidemone che avrebbe potuto buttare giù il suo Presidio in un colpo soltanto.

    « Perché non ci accomodiamo? Qualcuno gradisce della torta? »
    « Uh... D'accordo? » rispose il micio, rivolgendosi poi a lei per tenderle la mano, prima di arrossire imbarazzato e rivolgerle invece un inchino. Drusilia lo trovò a dir poco adorabile « Ad ogni modo, volevo dire che il mio nome è Sadwrn, Worren di Hokugayama. È la prima volta che vengo qui, sono arrivato dall'Ovest insieme al mio compagno d'armi Mugen Fudo e... »
    A quel punto, all'Alfiere Errante fu tutto più chiaro: era ovvio che le sembrasse una bella persona! Era amico di una volpe gigante!
    Ragionando finalmente su quanti graziosi stranieri provenienti dal Nishikaigan aveva conosciuto in quei giorni, Drusilia pensò di dover visitare quella regione al più presto.

    « Nyahrahrahr! Ti stavo cercando, sai? Devi assolutamente provare questa pietanza locale! Si chiama lasanyaah, o qualcosa del genere, ed è buonissima, ti dico! Una delle cose migliori che abbia mai mangiato in vita mia! »
    Una creatura grossa e tondeggiante interruppe Sadwrn. Trasportava fra gli artigli una teglia di lasagne oramai quasi del tutto vuota, e a Drusilia venne da sorridere a quella vista. Mostrava inoltre tratti felini più marcati rispetto all'altro Worren, ma l'evidente somiglianza le fece intuire appartenessero comunque alla stessa razza.
    Gli ci volle un po' prima che si accorgesse anche degli altri, ma Drusilia lo interpretò come semplice distrazione, preso com'era dalla scoperta delle lasagne.
    « Oh, se avessi saputo, ne avrei lasciato un po' di più. »
    « ...e il mio capo-villaggio, Mawrth-san. »

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    -Piacere di conoscerla, Mawth-san- avrebbe risposto Drusilia, sorridendo gioviale -Sono Drusilia Galanodel e sono lieta gradisca le nostre lasagne!

    Decidendo a quel punto che l'idea di Mephisto di prendere un dolce non fosse poi così male, avrebbe avanzato nuovamente la proposta anche al nuovo arrivato, puntando sul turismo culinario per ottenere un nuovo straniero che parlasse bene del proprio Presidio.

    -Eravamo qui e ponderavamo di prendere un dolce tutti assieme. Volete unirvi a noi? Su Laputa si produce della cioccolata di altissima qualità!

     
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    « L'Alfiere Errante. I nervi fragili... »

    Colto alla sprovvista dalle quanto mai estemporanee asserzioni del Re del Tempo, nonostante non avesse affatto avuto l'intenzione di esternare l'evidentissima perplessità che quelle gli avevano suscitato, il Worren si lasciò istintivamente sfuggire di bocca quel commento con una certa scettica incredulità... e il Gran Marchese, per tutta risposta, incatenò lo sguardo verde peridoto a quello del visitatore, lo fissò dritto negli occhi con aria grave, e mosse un convintissimo cenno di assenso con il capo.

    Poi, però, Sadwrn ebbe
    la saggezza di lasciar perdere,
    e per questo fu anche ricompensato con un grazioso dolciume.


    « Certamente, avete ragione.
    Le chiedo perdono per essermi lasciato andare così all'inizio.
    »

    Risolto quel punto, la Dama del Vento e il Felino proseguirono con i loro banali convenevoli, e mentre l'uomo-gatto svolgeva i rituali di presentazione -con impaccio ed imbarazzo-, e la donna-angelo viaggiava di fantasia per una landa popolata di animaletti carini e volpi giganti, da uomo paziente ed accomodante quale era -pur non prestando decisamente attenzione a quel che veniva detto-, l'Arcidemone attese garbatamente che entrambi si decidessero a mettere da parte le proprie barbose chiacchiere per cogliere l'idea splendida e luminosa che egli aveva appena proposto loro.

    Ma non appena il momento fu in procinto di arrivare, il corretto proseguo della situazione fu presto interrotto dall'entrata in scena di un'altra creatura dai tratti felini, probabilmente imparentata a quel Sadwrn -di cui andava cantilenando il nome con l'intemperante ed incontinente entusiasmo di un cucciolo-, per quanto più grossa e pelosa di colui che stava facendo loro da interlocutore... e fu proprio a quest'ultimo che il nuovo arrivato si rivolse, mancando di educazione e considerazione per gli altri astanti, a giudicare da come mancò di porgere loro i suoi umili rispetti.


    « Nyahrahrahr! Ti stavo cercando, sai? Devi assolutamente provare questa pietanza locale! »
    esordì, affiancando il suo congiunto, senza attardarsi a salutare neppure lui
    « Si chiama lasanyaah, o qualcosa del genere, ed è buonissima, ti dico!
    Una delle cose migliori che abbia mai mangiato in vita mia!
    »
    decantò, esibendo la teglia ora vuota, prima di notare l'esistenza di ospiti
    « Oh, se avessi saputo, ne avrei lasciato un po' di più. »

    « ...e il mio capo-villaggio, Mawrth-san. »

    -Piacere di conoscerla, Mawth-san.
    Sono Drusilia Galanodel e sono lieta gradisca le nostre lasagne!

    si inserì la donna dagli occhi verdi,
    -Eravamo qui e ponderavamo di prendere un dolce tutti assieme. Volete unirvi a noi?
    Su Laputa si produce della cioccolata di altissima qualità!


    La replica della Dama del Vento giunse con prontezza e cortesia, affabile e gentile come etichetta esigeva, tutte cose che -il Nobiluomo ne era certo- la donna doveva aver mutuato per ispirazione dalla vicinanza con un vero Gentiluomo come lui; per questo motivo, compiaciuto dalla cosa, si limitò a sorridere benevolo mentre l'Autocrate faceva gli onori di casa, e non ebbe obiezioni da sollevare neppure quando la Galanodel estese l'invito per il dolce anche alla bestia pelosa.

    Dopotutto, per amor di cortesia e buone maniera, era la cosa più giusta da fare... e dal momento che le formalità erano state già sbrigate da Drusilia, al Re del Tempo non restò altro da fare se non formulare qualche parola per presentarsi a sua volta e fare conversazione.


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    « Il mio nome, invece, è Pippo Rosa-maria-pia Franco, Arciduca di Ciccipalli,
    qui in visita per ragioni di studio. »

    sciorinò in scioltezza, posando la forchettina sul piattino che reggeva nella mancina
    sul disco di porcellana, un colpevole alone rossastro di sugo

    « ...e, comunque, era un po' troppo asciutta. »

     
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    -Piacere di conoscerla, Mawth-san. Sono Drusilia Galanodel e sono lieta gradisca le nostre lasagne! Eravamo qui e ponderavamo di prendere un dolce tutti assieme. Volete unirvi a noi? Su Laputa si produce della cioccolata di altissima qualità! disse l'Alfiere.

    « Il mio nome, invece, è Pippo Rosa-maria-pia Franco, Arciduca di Ciccipalli, qui in visita per ragioni di studio. » si inserì subito dopo l'uomo, del quale il tintinnare della forchetta sul piattino di porcellana decretò ufficialmente la fine delle lasagne comprate dal Worren. « ...e, comunque, era un po' troppo asciutta. »

    « Ah, e dire che mi sembrava buona già così! » disse Mawrth in tutta risposta, lanciando distrattamente la teglia vuota che sfrecciò sopra le orecchie di un randagio di passaggio, e concluse il suo breve volo conficcandosi in un cestino della spazzatura contro ogni probabilità.
    Sadwrn lo affiancò e mormorò, « Ano kata wa ore wo tasukete kureta otoko da. »
    « A, sou ka. Omoshirosou da na, aitsu. »
    « Maa, kare ni shitsumon wo kikanai kagiri... »
    Mawrth annuì con fare complice. Non aveva ben capito perché il qualcosa James Bond ora si fosse presentato come l'arciduca Pippo Franco, ma Sadwrn gli aveva raccomandato di non fare domande. Erano entrambi in una terra straniera, e non era saggio mettere in discussione le usanze delle popolazioni locali. Così alzò il capo e annunciò:

    « Credo che questa sarà allora un'ottima occasione per conoscere gli altri cibi laputensi! A partire da questo cioccolato di cui parla. Che cos'è? » Sorrise, e gli angoli della sua enorme bocca rivelarono due lunghe file di denti da carnivoro. Appena due secondi più tardi il sorriso fece tuttavia spazio ad un'espressione di sorpresa. « Aspetti un secondo, io sto parlando con l'Alfiere Errante?! »
    Si girò verso Sadwrn, che annuì.
    « Hah! Credevo mi avessi detto che solo la kitsune sarebbe stata ricevuta dall'Alfiere, visto che era quella che già conosceva lo haidari che ci ha portato qui. » Il faccione tondo si era fatto di nuovo allegro. « Non so che sia successo, ma ottimo! Visto che non possiamo più organizzare alcunché di terreno con i Worren delle terre meridionali, significa che allargheremo i nostri orizzonti nelle riunioni fra capiclan! »
    Sadwrn avvampò.
    « Zio, non starai davvero pensando...!? »
    « Saremo lieti di unirci a voi. Fateci strada! »

     
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    « Il mio nome, invece, è Pippo Rosa-maria-pia Franco, Arciduca di Ciccipalli, qui in visita per ragioni di studio. »
    Drusilia prima sospirò, poi gli lanciò un'occhiata storta quando lo vide sottrarre agli ospiti l'ultimo pezzo di lasagna.
    « ...e, comunque, era un po' troppo asciutta. »

    Fossero stati in privato, l'Alfiere Errante non ci avrebbe pensato due volte nel mettergli le mani alla gola: passi il tormento che le causava seguendola letteralmente ovunque e seminando panico e distruzione fra i suoi fidati, ma... doveva proprio farlo anche con degli stranieri? Quando poi vide i due felini parlarsi in un idioma diverso dal solito, si sentì di voler sprofondare dalla vergogna.

    « Credo che questa sarà allora un'ottima occasione per conoscere gli altri cibi laputensi! A partire da questo cioccolato di cui parla. Che cos'è? » la donna aprì la bocca per rispondere, ma il micione si mostrò sorpreso, aggiungendo dell'altro « Aspetti un secondo, io sto parlando con l'Alfiere Errante?! Hah! Credevo mi avessi detto che solo la kitsune sarebbe stata ricevuta dall'Alfiere, visto che era quella che già conosceva lo haidari che ci ha portato qui. Non so che sia successo, ma ottimo! Visto che non possiamo più organizzare alcunché di terreno con i Worren delle terre meridionali, significa che allargheremo i nostri orizzonti nelle riunioni fra capiclan! »
    « Zio, non starai davvero pensando...!? »
    « Saremo lieti di unirci a voi. Fateci strada! »

    Fortunatamente per lei -e per il buon nome del suo Presidio- i visitatori sembravano simpatici: glissarono sulle stranezze di Mephisto e parvero addirittura collaborativi. Drusilia -in risposta- si concesse un sospiro di sollievo, seguito da un largo sorriso.
    -Si, certamente!- avrebbe detto, estremamente grata dei loro modi bonari, in grado di non farla mai sentire in imbarazzo -Una pasticceria è proprio qui vicino: ha una terrazza panoramica e dei tavolini all'esterno: potremmo accomodarci lì.

    Li avrebbe accompagnati fino ad un locale non particolarmente grande, almeno per ciò che riguardava gli interni: al di fuori aveva distribuito su una splendida terrazza dei tavolini in ferro battuto con sedie abbinate e corredate di morbidi cuscini. Tovaglie e tovaglioli avevano ricamato il logo del locale: una colomba bianca stilizzata, con stretta una coppia di ciliege nel becco.

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    -Molto bene: parlatemi di voi! Da dove venite con esattezza? Come è la vostra patria?- avrebbe infine domandato, dopo essersi tutti accomodati -Mugen mi ha parlato di alcuni problemi nel vostro Presidio: ho dato la mia disponibilità a fornire un supporto alle genti del Nishikaigan... ma mi piacerebbe molto conoscervi meglio.

     
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    « Ah, e dire che mi sembrava buona già così! »

    Mentre la Dama del Vento scoccava al suo accompagnatore un'occhiataccia rovente (vai poi a capire perché: che aveva fatto di male stavolta?), il Worren più grosso dei due accettò il commento del Nobiluomo con una certa filosofia, lanciando poi la teglia rimasta vuota nel cestino, prima di venire raggiunto dal Nipote e scambiare con lui qualche parola nel loro particolare idioma in tono sommesso.

    « Ano kata wa ore wo tasukete kureta otoko da. »
    « A, sou ka. Omoshirosou da na, aitsu. »
    « Maa, kare ni shitsumon wo kikanai kagiri... »

    Poco educato, in vero, ma Mephisto lasciò graziosamente correre, più incuriosito dall'effetto che il piccolo evento interculturale produsse su Drusilia: dapprima irrigiditasi per chissà quale oscuro turbamento, la donna dagli occhi verdi riuscì a tranquillizzarsi solo quando vide il Capo-Villaggio annuire con complicità all'invito alla discrezione elargitogli da Sadwrn, sorriderle con entusiasmo, e rivolgerle la parola in lingua comune per accettare l'offerta di ospitalità e manifestarle la sua curiosità nei confronti del cioccolato.

    ...salvo poi realizzare con sorpresa una semplice verità rimasta sotto il suo muso tutto il tempo, ma a cui doveva aver tributato poca attenzione, probabilmente troppo distratto dalla lasagna.

    « Aspetti un secondo, io sto parlando con l'Alfiere Errante?! »
    esclamò con sorpresa, voltandosi per cercare conferma dal suo congiunto
    « Hah! Credevo mi avessi detto che solo la kitsune sarebbe stata ricevuta dall'Alfiere, visto che era quella che già conosceva lo haidari che ci ha portato qui. »
    spiegò Mawrth-san, condividendo col resto della classe il suo rinnovato entusiasmo
    « Non so che sia successo, ma ottimo! Visto che non possiamo più organizzare alcunché di terreno con i Worren delle terre meridionali, significa che allargheremo i nostri orizzonti nelle riunioni fra capiclan! »

    « Zio, non starai davvero pensando...!? »
    « Saremo lieti di unirci a voi. Fateci strada! »

    -Si, certamente! Una pasticceria è proprio qui vicino!-
    esordì l'Angelo dopo un sospiro di sollievo, ricambiando il sorriso
    -Ha una terrazza panoramica e dei tavolini all'esterno: potremmo accomodarci lì.

    Affiancando la Galanodel, e delegandole silenziosamente piena potestà nel fare gli onori di casa a quegli ospiti, il Re del Tempo si limitò ad affiancare la Dama lungo il tragitto fino al locale da lei prescelto e prese posto accanto a lei, attorno al tavolino in ferro battuto della terrazza.

    -Molto bene: parlatemi di voi! Da dove venite con esattezza? Come è la vostra patria?-
    con buona grazia, Drusilia diede inizio ai convenevoli con le domande di rito
    -Mugen mi ha parlato di alcuni problemi nel vostro Presidio: ho dato la mia disponibilità a fornire un supporto alle genti del Nishikaigan... ma mi piacerebbe molto conoscervi meglio.

    E recuperando dalla tasca del panciotto bianco il telefono portatile, rosa e ultrapiatto, oltre che notevolmente appesantito da una pletora tremendamente folta di pupazzetti e ninnoli colorati di varia forma, il Nobiluomo in bianco si isolò tranquillo nel suo mondo virtuale, lasciando gli astanti liberi di discutere delle loro questioni senza alcun tipo di ingerenza da parte sua. Per ora.

    Dopotutto, era un gentiluomo, e poteva immaginare che quelle questioni stessero a cuore alla Dama del Vento; peccato solo che,
    di politica Endlossiana gli importasse poco o nulla.

     
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