[H] Consensi

I molti e repentini cambiamenti che avevano travolto il Semipiano all'indomani della fatidica Notte di Kisnoth avevano naturalmente investito anche l'Isola nel Cielo, provocando una serie di eventi a cascata che -nel giro di un solo anno- avevano completamente riconfigurato la sua vita di Ufficiale di Presidio.

Prima c'era stata la gestazione e la nascita del Principino Ren di cui tener conto, poi l'arrivo di quell'inqualificabile individuo in bianco che aveva cominciato a perseguitare l'Autocrate aveva sollevato nuove ondate di grattacapi, e se la decisione di Drusilia di rinunciare alla propria carica regia ed abdicare a favore del figlio aveva segnato la fine di un'era... beh, per lui era stato solo l'inizio di una nuova mole di lavoro e preoccupazioni.

In sede di Consiglio, la candidatura del Principe Lowarn era apparsa l'opzione ideale, e pur essendo stata accolta con le legittime riserve in una prospettiva pratica, l'impegno che il giovane aveva prodigato nell'essere all'altezza del suo difficile compito era apparsa lampante ed evidente a chiunque... e se ciò non valeva ancora nulla di particolare a titolo dimostrativo, il fatto che il nuovo Alfiere non si fosse tradito compiendo alcun passo falso era in vero molto positivo.

...ma per consolidare la sua sovranità, il ragazzo non poteva accontentarsi di uno stallo: aveva il favore e la benevolenza di buona parte della popolazione che lo aveva visto nascere e crescere, certo, ma doveva rafforzare la fiducia -e il controllo- sulle figure-chiave della politica laputense, perché solo così la sua autorità avrebbe ottenuto basi abbastanza solide da resistere alle maree del dubbio.

Ed era proprio per quello che -al calare del sole- Cesare Vittorio Borgia marciava verso lo studio del Neo-Autocrate con importanti notizie da riportargli, suggerimenti da presentargli, e un'idea da sottoporgli; tuttavia, come dovette realizzare con sua sorpresa, il Maestro del Conio non era l'unico con quel proposito...

E quando il giovinotto che aveva visto venirgli incontro dall'altro capo del corridoio si fermò anch'egli davanti alle doppie porte della meta anziché proseguire, quasi finirono per collidere – spalla contro spalla. E nel sollevare il volto per scambiarsi un'occhiata, nessuno dei due parve anche solo voler accennare a retrocedere.


« Magister Asensi. Mi perdoni, ma non l'avevo notata: ero sovrappensiero. »
salutò il Mercante, in tono asciutto, con un sorriso di circostanza
« Ora... mi scusi, ma devo discutere con l'Alfiere di importanti questioni. »

E prima di bussare, attese che il Numerologo si ritirasse in buon ordine,
rispettando la giusta prelazione che spettava al Condottiero per anzianità di servizio.

Riscuotendosi dallo stato in cui fino ad un attimo prima era stato assorto a borbottare da solo, ciondolando la testa, il Pastore di Anime sollevò gli occhi bardati dalle lenti di vetro per incontrare quello del Condottiero, ed agitò una mano... forse per scacciare un insetto, forse in segno di saluto.

Oh! Oh, non si preoccupi, anche io ero...particolarmente preso.
esordì, stringendo al petto una cartellina rigonfia di fogli
Mi dispiace, ma ho ricevuto delle informazioni di estrema importanza
di cui l'Alfiere deve venire a conoscenza immediatamente.
proseguì, creando un effetto interessante tra lo sguardo duro e la voce sottile
Questione di vita o di morte!

Mentre le iridi del Borgia squadravano il loro interlocutore -penetranti ed inflessibili- quello sollevò una mano e bussò al battente, forse pensando di poterlo battere sul tempo, “prenotandosi” per primo.
Anima candida.


« Capisco. Vi assicuro che non vi farò aspettare molto. »
replicò con tono piatto, guardando fisso il Numerologo, e bussando a sua volta
« Dopotutto, le mie questioni riguardano solo la pace del Presidio e l'ordine pubblico. »

Perché, certamente, la diplomazia e i buoni rapporti tra il Sovrano e l'Alta Nobiltà non possono -ancora- considerarsi impellenti come una “questione di vita o di morte”... ma ciò che comincia con una banale mancanza di considerazione della classe dirigente, può sempre sfociare in una Guerra Civile, e Cesare Vittorio Borgia non avrebbe mai dimenticato per il resto della sua vita il battito d'ali di quali farfalle può scatenare un uragano alla giusta distanza di tempo.

Evitare il crearsi del malcontento era senza dubbio più semplice del cercare di porvi rimedio dopo, e Lowarn doveva essere informato -e consigliato- in merito ai passi da compiere il più presto possibile: non poteva aspettare.

Del tutto ignaro delle subdole manovre spiritiche condotte dal Numerologo, il Mercante nemmeno si accorse che le proprie nocche che rintoccavano sul legno del battente non avevano prodotto esattamente il suono che avrebbero dovuto: si era ritrovato troppo occupato a restare -in modo molto poco piacevole- sorpreso dall'audacia sfrontata del suo interlocutore.
E dire che, a guardarlo il faccia, sembra un tipo quieto e dimesso...

Capisco. Vi assicuro che non vi farò aspettare molto.
replicò quello, osando fargli il verso, riciclando le sue parole
E le mie la salvaguardia dell'intero Semipiano.
Quindi, la prego, di pazientare giusto qualche minuto!

Annuendo tra sé e sé, e picchettando l'indice sul cartoncino scuro della cartellina che si stringeva al petto, il Pastore di Anime lasciò però trasparire un certo nervosismo... che sarebbe probabilmente aumentato quando il Borgia si sarebbe voltato completamente verso di lui, incatenando i loro sguardi e trafiggendolo con un'occhiata intensa eppure distaccata: fredda, dura e penetrante come una lama d'acciaio.


« Se è vero quanto dice, dovrebbe a maggior ragione fare un passo indietro, Magister Asensi. »
proferì con voce pacata e composta, ma un po' cupa
« Non conosco le sue esperienze e i suoi studi in campo politico, ma è nozione comune e ricorrente che un paese instabile non sia in grado di contrastare grandi sconvolgimenti globali – anzi, stando così le cose, è più facile che ne venga travolto. »

Concluse quella piccola arringa scandendo lentamente l'ultima parola, in caso l'altro avesse problemi di comprendonio, poi tornò a fissare il battente, in attesa di una risposta dall'interno.

« Stabilire un ordine nelle priorità non è mai una questione semplice,
e farsi trasportare dall'allarmismo non aiuta. »

La prima reazione che il contropiede effettuato dalle parole del Mercante scatenarono nel Numerologo fu una inebetita perplessità, seguita persino da una più mite richiesta di spiegazioni, poi da una successiva chiusura in difesa, una finta condotta ammettendo una forma di assenso e poi l'ennesimo contrattacco. Solo, più infimo.

Giusto. Giustissimo. Quindi, lei che ha esperienza politica, mi vuole dire che nella pianificazione della stabilità di un Presidio che non è stagno, non prende in considerazione gli eventi esterni?
commentò il Riccio, mimando persino un applauso
Non le sembra una politica un po' troppo miope? Muoversi per pianificare la stabilità di questo Presidio, qualcosa di così particolare, non può non tener conto del contesto.
proseguì Augustus, battendo le dita sulla cartellina
Ed io ho informazioni sul contesto. Sui nostri nemici, su chi sono, su come si stanno muovendo, su dove stanno andando. Inoltre riporto notizie dalla pancia, dalla popolazione del nostro amato Presidio. Per pianificare poi quello che dice, mio caro, le mie informazioni sono essenziali!

« Messa in questi termini le mie priorità risultano convenientemente miopi. »
concesse il Borgia, a denti stretti e fulminandolo con lo sguardo
« Proprio come un certo azzeccagarbugli facilone,
con gli occhiali talmente spessi da non vedere al di là del proprio naso. »
rilanciò, arricciando le labbra in un sorrisino tagliente come un bisturi
« Preoccuparsi dei nemici è giusto, ma in questo momento non possiamo trascurare gli alleati – o, secondo lei, non è un problema se i primi si moltiplicano e i secondi si assottigliano? »

Con fare inquisitorio, il Condottiero mosse un passo in avanti, portandosi dirimpetto al Pastore di Anime e guardandolo dritto dritto negli occhi, trafiggendolo con uno sguardo granitico, con tutta l'aria di essere pronto a mangiargli la faccia a morsi se solo avesse fiatato. Fu così che Lowarn li trovò, quando la porta -all'improvviso- si aprì.

-Oh, siete qui-
esordì con un certo sollievo il giovane Alfiere, in piedi sulla soglia
-Porgo le mie scuse se non ho risposto immediatamente. Ero sovrappensiero...
retrocedendo di un passo e voltando loro le spalle, li invitò a seguirli all'interno
-Prego, entrate pure ed accomodatevi!

Ignorando la frecciatina del Sovrano -di cui non si sorprese, conoscendo il suo udito-, il Borgia girò i tacchi e marciò all'interno dello studio senza concedere una seconda occhiata o un'altra parola al suo collega.


« Vi ringrazio, Vostra Grazia. E vi chiedo scusa per il trambusto. »
principiò garbatamente, cercando di restare concentrato sui suoi doveri
« Ci sono delle questioni di politica interna -ed estera- di cui abbiamo entrambi
urgenza di mettervi a parte. »

Ancora vagamente infastidito dal contrasto, si limitò a celare l'irritazione dietro una gelida compostezza e a raggiungere la scrivania dell'Autocrate, prendendo posto su una delle seggiole a disposizione dei visitatori ed attendendo che gli venisse accordata la parola.

Grazie, abbiamo importanti notizie da discutere con voi. Sconvolgenti notizie di politica esterna ed altre di politica interna fondamentali per rivedere l'attuale indirizzo governativo.

Se non altro, quel pittoresco personaggio ebbe il buongusto di smettere di sgomitare come uno scolaretto desideroso delle attenzioni da primo della classe, come fatto nel corridoio... ma, ovviamente, questo non risanò in alcun modo l'immagine che il Borgia ne aveva al momento, così egli si ripromise di ignorare i di lui goffi tentativi di mostrarsi all'altezza del'incarico per limitarsi a comportarsi civilmente e con la dignità che la carica di Ufficiale imponeva. Perché lì dentro qualcuno doveva pur farlo.

Inoltre ho ricevuto una lettera da Vostra Madre.

Il Numerologo sorrise al Mercante, ma quello rimase placidamente impassibile, conservando sul viso un'aria composta senza deviare lo sguardo dal giovane Autocrate, in paziente attesa delle sue disposizioni.

...anche perché, conoscendo Drusilia come l'aveva conosciuta lui, il Condottiero nutriva ben pochi dubbi in merito al fatto che la missiva avrebbe di certo portato alla loro attenzione nuovi potenziali problemi, che non sarebbero stati in grado di fronteggiare al meglio perché -all'indomani dell'Incoronazione- il malcontento aveva iniziato a germogliare in seno all'Alta Società Laputense.

E il puffo Signor Quattrocchi -la stessa talpa con fondi di bottiglia, che aveva osato dare a lui del miope- non lo reputava urgente.

-Allora... direi che possiamo definirci fortunati! Se ne parliamo assieme, potremo risparmiare tempo nel doverci comunicare tutto separatamente.-
esordì con cortese diplomazia il giovane Re, sorridendo ad entrambi
-E poi potreste aiutarmi a ragionare sulle varie questioni, se non vi annoia troppo: ho bisogno sempre di molti punti di vista, prima di decidere qualcosa.

« E' l'unico scopo del nostro incarico. »
asserì Cesare, muovendo un fermo cenno di assenso col capo

-Preferireste iniziare da qualcosa in particolare? Oppure iniziamo dalla lettera di mamma? So che è partita di gran fretta, ma non ho avuto modo di parlarle con calma. Forse c'è qualcosa anche per voi... magari dei saluti!

...o dei guai.

« È importante che un Alfiere si mostri sicuro e determinato in ogni circostanza, Vostra Grazia. »
principiò in risposta il Borgia, senza spostare lo sguardo da Lowarn
« Decidete secondo il vostro giudizio a cosa dare priorità:
noi ci muoveremo in accordo. »

Perché, in ogni orchestra, è il Maestro stabilire i ruoli dei suoi musicisti
e l'andatura dei rispettivi brani al pentagramma.

Compostamente seduto alla propria poltroncina, Cesare Vittorio Borgia ascoltò in riflessivo silenzio il resoconto proferito dal suo collega, e sebbene poco gli fosse noto in merito a lettere segrete da distruggere dopo la lettura, nemici operativi nel Presidio Nord, e titoli nobiliari di aristocrazie infernali, si impose di approcciarsi a quelle informazioni con dedizione e cura, senza pregiudizi e senza porsi domande che l'avrebbero distratto dal filo del discorso; per quelle, avrebbe trovato eventualmente tempo in seguito.

...Pare che costui dovesse ereditare il titolo di tredicesimo Iblis,
ma a causa della sua incapacità, sia stato sostituito da un fratellastro...

...eppure, per quanto fosse a digiuno di svariati dettagli di quegli argomenti, essendosene tenuto lontano per concentrarsi sulle proprie mansioni -che assai più concrete e quotidianamente richiedevano la sua partecipazione-, qualcosa colpì più del resto la sua attenzione.

…Il quindicesimo Iblis, poi, pare averlo liberato qualche secolo orsono...

A un certo punto, il Pastore di Anime tacque -forse per riprender fiato, forse per amor di teatralità-, e in quella pausa lanciò occhiate eloquenti tanto al nuovo Autocrate quanto al Maestro del Conio, ma questi continuò a fissare con fare assorto qualche punto remoto, inseguendo l'origine il filo della forte sensazione che ci fosse qualcosa di familiare in quella storia a lui razionalmente del tutto sconosciuta.

Cercando di identificare quale fosse -tra quelli che aveva udito- l'elemento che aveva fatto suonare quel campanello tra i propri pensieri, si mosse tuttavia in modo automatico quando Augustus aprì la cartellina per porgergli un foglio, accettandolo meccanicamente e appuntandovi gli occhi insondabili sullo schema dove un nome era cerchiato in rosso: “Ishtar”, ma... no, non era quello.

Sembra inoltre che l'antica divinità Ishtar, abbia degli eredi, o comunque dei sacerdoti ancora in vita. Una di queste si trova su Naos ed io stesso ho incontrato questa donna che è rimasta in compagnia del mago Zakar.
con uno sbuffo, il Numerologo fece riferimento a una sua precedente disavventura
Mago che ho intenzione di cercare nuovamente per interrogarlo su quanto è accaduto. Tra le mie intenzioni, nel breve periodo, vi è anche di richiamare il servitore di Asmodeus per interrogarlo sulle faccende del suo Signore.

Il Quattrocchi allungò intanto verso di loro un secondo foglio: si trattava del rapporto riguardante la piega imprevista presa dalla sua missione ad Ovest, in ambasceria durante il meeting dei Reggenti d'Occidente -poi andate distrutte-, ma mentre il giovane Sovrano leggeva con interesse le dinamiche di quella singolare circostanza, in cui convergevano un gran numero di strane coincidenze, il Mercante continuò a fissare il primo foglio con gran concentrazione.

-Quindi... ha trovato un portale per il Naos casualmente in mezzo ad una foresta enorme. Per una disattenzione è finito oltre la soglia e, anche se per la sua percezione è durato poco, su Endlos il tempo è passato rapidamente. Non è arrivato in tempo all'incontro delle Nobili Famiglie ed è iniziato il problema degli Youkai che il Re del Tempo pare aver circa sistemato, distruggendo probabilmente Berjaska-
rifletté il Musico, mettendo saggiamente in evidenza il perfetto tempismo degli eventi
-Se non avessi idea di come sia stato realizzato, o perché... sembra quasi che sia stato programmato. O voluto... sembra quasi che volessero il signor Augustus lontano da noi per un pochetto. Le tempistiche mi sembrano davvero precise, ecco... che ne pensa, dato che era lì?

Mentre il Numerologo veniva interpellato sulla propria esperienza diretta, il Condottiero si ritrovò a ripercorrere più volte con lo sguardo la storia del principale Nemico del Semipiano: Fistadantilus...

-Quanto ad Ishtar o Fistadantilus: purtroppo so ben poco e non ho molte idee a riguardo.
Voi che ne pensate della faccenda?

Fistadantilus, che doveva ereditare il titolo dal tredicesimo Iblis... che era poi passato al fratellastro... che era il quindicesimo Iblis... Un titolo che si trasmetteva come il nome di uno dei loro casati laputensi... un titolo come un cognome...


« . . . ! »

E allora capì. Capì qual'era il tarlo che gli stava lambiccando il cervello; tuttavia, quando sollevò gli occhi per condividere il suo pensiero, nell'incontrare quelli smeraldini del suo Re -preoccupati da tutt'altro-, Cesare dovette rimandare il suo proposito. E la cosa lo fece incupire un poco, perché sembrava dover diventare una costante nella sua routine: a quanto pareva, tutti avevano sempre qualcosa di più grosso, più importante o più urgente di cui parlare rispetto alle sue preoccupazioni.

-Quanto al Re del Tempo... cosa credete voglia da noi? O... da mamma?
Se voleva sposare mamma... non è rischioso che viaggino da soli?

Non di meno, Lowarn era il suo Re, e -soprattutto- un ragazzino preoccupato per sua madre... e per quanto non riuscisse ad empatizzarvi, avendo perso la propria in giovanissima età, l'Ufficiale poteva immaginare e comprendere l'impellenza di quell'argomento, così si impose di non dar peso alle proprie considerazioni (almeno per il momento) e si risolse a cercare di rassicurare l'altro come poteva... senza, naturalmente, nascondergli il suo oggettivo punto di vista sulla questione.

« Temo di non avere solide risposte in merito, Vostra Grazia:
non sono stato -per mia fortuna- molto a contatto con il Re del Tempo. »
ma quella volta in cui aveva svuotato chissà come la sua tesoreria gli era bastata
« Per quanto sia molesto, oltre che potenzialmente pericoloso, ho il sentore che il suo atteggiamento istrionico miri volutamente ad attirare continuamente l'attenzione... che è una tattica comunemente utilizzata da chi vuole distoglierla da qualcos'altro, o mandare un messaggio a qualcuno. »

Fece una pausa, carezzandosi il mento tra le dita affusolate e provando a valutare una eventuale posizione di Drusilia Galanodel nei diversi scenari possibili, ma... la verità era che era impossibile fare qualche supposizione o pronostico sul caso specifico in esame.

« Non conoscendo nulla sul suo conto, non possiamo sapere se i suoi modi siano connaturati o utilitaristici; non sapendo cosa vuole, non possiamo prevedere cosa farà, ma è un dato di fatto che -nel periodo della sua permanenza qui- non abbia mai agito a danno della Regina Madre... specie considerando quelle che sono le sue possibilità, visto il precedente con Berjaska. »
con un mezzo sospiro, più speranzoso che realmente convinto, si mostrò ottimista
« Comunque, sappiamo tutti quanto Drusilia sia forte -nell'animo e nel fisico-, e sono certo che sia in grado di badare a sé stessa: è una persona altruista, ma non ha mai avuto tendenze suicide, perciò... confido che si sia allontanata dall'Isola con l'intento di reagire agli eventi, non per soccombervi. »

Tacque per un istante, aspettando di vedere se le sue parole avessero sortito qualche effetto su Lowarn; poi, prima che la conversazione scivolasse verso nuovi altri argomenti, ne approfittò per esporre agli occhi verdi dell'Alfiere il suo dubbio: in quanto Ufficiale del Presidio Errante, ma soprattutto come tutore del giovane Violinista, il Maestro del Conio aveva infatti provveduto quanto meno ad informarsi sulle frequentazioni del suo pupillo e del Mastio...

E alla luce delle informazioni appena recate dal Numerologo,
non aveva potuto far a meno di notare un'altra strana coincidenza.

« In ogni caso, Vostra Grazia... continuo a pensare a quel Fistadantilus e al titolo nobiliare di Iblis che è stato menzionato in merito. »
ripeté, studiando con serietà il volto del giovanotto
« Ecco... Iblis non è anche il cognome di quei vostri due amici?
I fratelli che avete invitato all'Incoronazione? »