[H] Passare il Tempo

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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    Con sguardo perso nel vuoto, Arthur Friederick Giles contemplava una candela spenta ed ormai consumata, mostrando un'aria visibilmente assorta e domandandosi se avrebbe dovuto chiedere di sostituirle, prima che arrivasse la notte.

    DnEUPvh

    Ad alcuni mesi dal suo ritorno fra i vivi -e diversi secoli in anticipo rispetto alla propria ri-nascita- il Cainita aveva trovato il giusto tempo per riordinare le idee, il proprio studio ed i ricercatori a cui faceva capo a Codec.
    Terminate tutte le pratiche lasciate in sospeso dalla Notte di Kisnoth, si era infine concentrato su ciò che più di ogni altra cosa riteneva un tesoro inestimabile -nonché una refurtiva vera e propria-... e lo studio approfondito dei due volumi trafugati agli Archivi del Re del Tempo gli era costato molti giorni d'isolamento ed altrettante notti insonni. Non che avesse mai avuto realmente bisogno di dormire, comunque.

    Il le stagioni -intanto- si erano alternate fra loro molto rapidamente, merito delle continue faccende che lo avevano costretto a viaggiare spesso per il Pentauron, così da contribuire alla ristrutturazione di un antico palazzo della capitale, svuotato dai rastrellamenti e poi comprato come sede della loro nuova Gilda.

    L'incoronazione di Lowarn Galanodel come nuovo Alfiere Errante era stato l'ultimo dei "contrattempi" che lo avevano distolto dal proprio lavoro, prima di richiudersi nuovamente in biblioteca.
    Durante il tragitto che lo aveva ricondotto a casa, Arthur aveva ragionato a lungo riguardo le loro nuove necessità ed i nuovi pericoli a cui avrebbero dovuto fare attenzione e... davanti ad un quadro generale così tragico, la consapevolezza di poter morire da un giorno all'altro, lasciando nuovamente qualcosa in sospeso, lo terrorizzò a morte.

    Era stata quella stessa paura a spingerlo in quel giorno, da solo e davanti ad una candela spenta, a stringere fra le mani affusolate e fredde una strana scatola in velluto blu.
    Rimase fermo in quello stato per molti secondi, ignorando perfino i due volumi aperti sulla propria scrivania.
    Poi... sospirò sconfortato, portandosi la scatola al cuore e riponendola delicatamente nella tasca della propria giacca.

     
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    « Alloooooora... ♪ »

    Una voce bassa e sorniona -tipicamente maschile-, risuonò d'un tratto per quell'aula deserta della Biblioteca in cui l'Alchimista del Sangue si era trincerato nei propri studi e nelle altre sue meno interessanti divagazioni... e il fatto che si trattasse di una voce che egli aveva già avuto modo di udire prima -e che avrebbe con ogni probabilità riconosciuto all'istante-, non avrebbe portato altro risultato che accentuare il senso di nausea che il Saggio doveva plausibilmente aver incominciato a provare da lì a pochi istanti.

    Perché c'era qualcosa di strano nelle sue percezioni...
    e il sesto senso del Brujah avrebbe forse potuto ricollegare
    il proprio straniamento a quella presenza.

    jpgQuando l'inatteso visitatore fosse arrivato sul posto, e come avesse fatto a
    materializzarsi lì di punto in bianco -seduto sulla scrivania della Corona Azzurra, con le lunghe gambe fasciate dalle chiassose calze a righe rosa e viola elegantemente accavallate-, sarebbe di certo apparso un evento misterioso ed inspiegabile per Arthur come per chiunque altro si fosse ritrovato ad osservare la scena, ma... in vero, l'unica domanda che sarebbe valsa la pena di porsi in quel frangente era un'altra: perché era lì?

    « ...dimmi, caro giovanotto... »

    Naturalmente, il Re del Tempo -probabilmente in virtù del suo titolo nobiliare- non lasciò all'altro nemmeno un minuto per riaversi dall'ovvia sorpresa, e mentre nella destra reggeva un grosso lecca-lecca bianco e rosso -in un motivo a spirale-, di cui ogni tanto saggiava il sapore (fragola, a giudicare dall'odore dolce in modo nauseante per il finissimo olfatto del Vampiro), nella mancina si rigirava con fare annoiato tra le lunghe dita sottili una certa scatolina foderata di velluto blu decisamente troppo familiare al Bibliotecario. Quando accidenti gliel'aveva presa di tasca?!

    « ...come procedono i tuoi studi sui miei libri...? ♥ »

     
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    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Alloooooora... ♪ »
    Una voce bassa, maschile -fin troppo familiare- e sorniona costrinse Arthur Friederick Giles a tornare alla realtà, non senza un certo fastidio. Ciò nonostante, quello che parve disturbare maggiormente il cainita fu un nuovo ed inaspettato senso di malessere, situato esattamente all'altezza dello stomaco.
    Immune a praticamente tutti i morbi che affliggevano la razza umana, di cui un tempo era stato lui stesso un tipico esponente, il vampiro ne rimase oggettivamente sorpreso. Non seppe dare delle spiegazioni razionali al suo senso di nausea oltremodo sospetto, colpa anche della sua totale ignoranza in materia, ma qualcosa dentro di lui -una voce interiore, un istinto atavico- ricondusse immediatamente la stranezza alla figura che aveva davanti, apparsa improvvisamente.
    « ...dimmi, caro giovanotto... »
    Aveva le pupille disumane, ridotte a sottili fenditure, occhi verde peridoto ed i denti affilati di uno squalo, molto simili ai suoi canini. Non importava molto che fosse vestito da gentiluomo, o che facesse probabilmente uso di tinture per barba e capelli: la sua stessa genetica suggeriva un pericolo concreto per tutti, e quello gli bastava. Lo aveva già capito tempo prima, in una piazza di Epartis.
    Fu per questo che, notando la scatola blu fra le sue mani, scelse di rimanere composto, nonostante l'ovvia irritazione.
    « ...come procedono i tuoi studi sui miei libri...? ♥ »

    Preso tuttavia alla sprovvista, Arthur non ebbe tempo o lucidità per comprendere bene la richiesta di quello strano individuo. Si trattava di sarcasmo, oppure era una vera e propria domanda?
    -...prego?
    « I volumi sulle Anomalie. I volumi che hai trafugato dai miei Archivi. I MIEI volumi » rispose con saccenza il Re del Tempo, quasi parlasse con qualcuno mentalmente sottodotato. Batté poi un indice artigliato sulla copertina di uno dei libri « Questi volumi qui. »

    Premesso che negare non sarebbe stata un'idea né buona, e nemmeno sensata, a quel punto si sarebbe trovato a dover decidere fondamentalmente fra due approcci. Avrebbe potuto pretendere l'oggetto sottratto, ma non era nelle condizioni di farlo -ancor meno con dei libri trafugati proprio davanti a lui-, oppure dargli ciò che desiderava, e farsi ridare in seguito la scatola, tenuta visibilmente come ostaggio.

    y7WGbRV

    -Meliamne e Galanodel, due stirpi del mio mondo originario- avrebbe introdotto con cautela, raccogliendo uno dei tomi ed aprendolo lentamente -Il volume inizia con il registrare che queste due famiglie sono linee di sangue ibride, ricreate da due esseri superiori: Adam Qadmon e Malum. Non sono note le ragioni di questa azione, perfettamente coordinata e probabilmente pianificata, soprattutto perché pare che tali entità non siano autorizzate o affiliate ad ordini o fazioni riconosciute.
    Sfogliò lentamente il volume, ripercorrendo con lo sguardo argenteo tutta la lunga storia delle famiglie, perfettamente impressa con l'inchiostro chissà da chi, e chissà grazie a quali abilità, considerando la risaputa attitudine dei Galanodel nel mantenere i propri segreti più intimi e pericolosi.

    -Ho notato che sono state anche perfettamente elencate tutte le loro caratteristiche e le loro usanze, dalla biologia semi-divina all'utilizzo regolare dei bastardi come assistenti, guardie o soldati semplici del proprio regno. Sono anche presenti ritratti precisi e di grande valore- avrebbe continuato -Esiste perfino un capitolo su un dettaglio a me prima ignoto, e cioè la possibilità di mutare il proprio piumaggio a seconda del peccato di cui ci si macchia. Tutti i Galanodel, discendenti di Adam dalle ali auree, non le hanno mai totalmente bianche, come gli angeli a cui somigliano: spesso le punte mostrano riflessi colorati, ma non è ancora chiara la corrispondenza fra colori e colpe... a parte per uno. Nel momento in cui si compie assassino su un consanguineo di stirpe angelica, le ali diventano totalmente nere.
    Questo... era il caso di Toherin, figlio di Ecatl e suo secondogenito, fondatore del casato. Ci fu detto che erano così di nascita... ma questo volume parla di un assassinio. Ecatl -a quanto pare- aveva scelto un successore in Ellariame, sua primogenita, braccio destro e condottiera di eserciti. Morì poco dopo la scomparsa di suo padre, in circostanze misteriose e senza aver generato discendenti. O, almeno, così "fu detto".

    Del disappunto lo scosse nel profondo, ma preferì passare oltre quella vicenda.
    -In ogni caso, dalla loro creazione, i Galanodel sono stati classificati come "anomalie" a tutti gli effetti. Essendosi tuttavia sviluppati in modo speculare ed opposto ai Meliamne (cioè le anomalie di Malum), nonostante abbiano prodotto mutamenti rilevanti nel loro continuum -immischiandosi in modo consistente e determinante nella politica e negli affari umani- non hanno comunque mai stravolto l'ordine previsto degli eventi.
    Le dita affusolate scivolarono sulla carta del manoscritto, sfogliando una nuova pagina, così da ripercorrere tutto l'oggetto del proprio studio e non tralasciare nulla.
    -Siccome le due famiglie si sono sviluppate in modo da bilanciarsi a vicenda, l'Anomalia generata dalla loro presenza è sempre rimasta stabile e sotto controllo, quindi una certa "Commissione" -citata più volte nel capitolo 32- non è intervenuta a cambiarla o annientarla. A tal proposito, si è parlato di loro come "malattia benigna".

    Terminato quell'appunto, le dita scorsero più rapidamente, giungendo in poco tempo alle ultime pagine del volume.
    -Gli ultimi capitoli di questo libro riguardano il modo, simmetrico e parallelo, in cui le due famiglie si sono estinte. In entrambe le famiglie risultano sopravvissuti -ma dispersi- una coppia di gemelli dell'ultima generazione nata.
    Ai nomi "Quarion" e "Drusilia Galanodel" vi era in aggiunta una freccia, probabilmente scritta successivamente, che puntava ad una semplice parola: Endlos.
    -Ora che le ho risposto, sperando di esser stato esaustivo... potrebbe rendermi quella scatola blu, per favore?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
    [Auspex sui flussi temporali delle locations: 5 | Temporis alert: 5]
     
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    Nonostante l'esordio del colloquio fosse stato un po' claudicante, un istante più tardi l'esaminato si riprese dallo smarrimento in cui la soggezione per il suo illustre interlocutore doveva averlo gettato, e l'esposizione sull'argomento scelto -uno convenientemente vicino al retore- si dipanò chiara, particolareggiata ed esaustiva nell'arco dei minuti successivi.

    -Meliamne e Galanodel, due stirpi del mio mondo originario: il volume inizia con il registrare che queste due famiglie sono linee di sangue ibride, ricreate da due esseri superiori: Adam Qadmon e Malum.

    Come era giusto fare, il Vampiro era partito dal principio... ma il fatto che proprio lì giacesse il più grande mistero irrisolto di tutta la faccenda corrugò giusto un poco la fronte del Re del Tempo: scoprire quale proposito avesse spinto due delle più antiche e potenti creature archetipiche del Multiverso a scegliere un ordinario sasso del mondo materiale come vetrino da laboratorio in cui generare una forma di vita ibrida ravvivava la sua curiosità ogni volta che ci pensava. Era come...
    Come un prurito che non riusciva a grattare.

    Ciononostante, Mephisto seguì il riepilogo dell'analisi biologica, storica e sociale delle due razze soprannaturali, annuendo di tanto in tanto -distrattamente-, e raddrizzando sul ponte del naso la montatura degli occhialini da lettura, che -manco a dirlo- un attimo prima non aveva, e che conferivano al suo aspetto un certo tono, una sfumatura di sobrietà da intellettuale compassato...

    -Siccome le due famiglie si sono sviluppate in modo da bilanciarsi a vicenda, l'Anomalia generata dalla loro presenza è sempre rimasta stabile e sotto controllo, quindi una certa "Commissione" -citata più volte nel capitolo 32- non è intervenuta a cambiarla o annientarla.

    ...e la verità era che -a quel punto, per come erano state ordite le cose- sarebbe stato persino deleterio farlo: i mutamenti impressi sul tessuto della realtà dalla semplice esistenza dei Galanodel avevano pesantemente condizionato il mondo attorno a loro, e la cosa sarebbe certamente divenuta un problema se ogni loro successo e benedizione non fosse stato karmicamente bilanciato da disgrazie e maledizioni, automaticamente deflesse sulle loro controparti predestinate.

    Come le ombre proiettate dalla luce, più i Galanodel divenivano potenti, importanti e sfavillanti, più sul fato dei Meliamne si addensavano disprezzo, tragedie e miseria.
    Un meccanismo davvero affascinante, per quanto crudele, che sarebbe potuto andare avanti all'infinito, se non che...

    -Gli ultimi capitoli di questo libro riguardano il modo, simmetrico e parallelo, in cui le due famiglie si sono estinte. In entrambe le famiglie risultano sopravvissuti -ma dispersi- una coppia di gemelli dell'ultima generazione nata.
    concluse l'esaminando, scorrendo le pagine del tomo in modo illustrativo
    -Ora che le ho risposto, sperando di esser stato esaustivo...
    potrebbe rendermi quella scatola blu, per favore?


    « Bene, molto bene... si vede che ha studiato. ♪ »

    Annuendo di nuovo con fare solenne, sancendo un muto assenso alla richiesta dell'Alchimista del Sangue, l'Arcidemone si gettò invece con noncuranza la scatola dietro le spalle... ma dopo un nuovo accesso di quella strana nausea inspiegabile, e qualche istante di prolungato silenzio entro cui ci si sarebbe invece aspettati di sentire l'oggetto colpire il suolo, Arthur si sarebbe potuto accorgere che il suo prezioso cofanetto aveva inspiegabilmente fatto ritorno alla tasca della propria giacca.

    jpg
    « Domanda per la lode. »
    esordì il Nobiluomo in bianco, raddrizzando la schiena e schiarendosi la voce
    « Allooooora: dov'è il mio caffè...? ♥ »

     
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    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


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    « Bene, molto bene... si vede che ha studiato. ♪ »
    Nonostante il losco figuro lo stesse evidentemente prendendo per i fondelli, Arthur non replicò, abbastanza impegnato -a livello emozionale- a tirare un profondo sospiro di sollievo nel momento in cui sentì il proprio tesoro essere tornato nelle sue tasche, non senza un ennesimo attacco di nausea assai sospetto.
    « Domanda per la lode. Allooooora: dov'è il mio caffè...? ♥ »

    A quel punto -però- sorsero nel Cainita un numero imprecisato di quesiti. A priori da cosa era effettivamente scritto nel dettaglio, comprendendo perfino le motivazioni per cui poteva esistere un tomo del genere, non capiva il chi ed il perché avesse analizzato quelle letture. E poi... perché il proprietario di un archivio delle Anomalie aveva deciso di raggiungere Endlos e tormentare Drusilia con strane proposte di matrimonio?

    -Non ho mai provato interesse per le lodi, signore- rispose pacatamente a quel tale, sempre elegante ed imperscrutabile -Sono stato attratto da questo tomo perché è un argomento che mi riguarda personalmente, e riguarda le persone che mi sono care. Leggendo questi dati, però, non ho potuto fare a meno di pensare alla sua vicinanza con la Piccola Lady Galanodel, strettamente coinvolta a un al vostro volume, consultato anche recentemente.

    dMoqH44

    -Non so cosa abbiate in mente, lei ed i suoi uomini... e so che non lo direte a me, che mi sono macchiato anche della colpa di un furto nei suoi archivi.
    Dopotutto, pretendere che quel mostro parlasse proprio con lui, una Anomalia che lo aveva derubato in casa, sarebbe stato oltremodo ingenuo, se non addirittura stupido. Per sua fortuna, non era comunque la Verità ad interessarlo, in quel preciso istante.
    -Le chiedo tuttavia di non peggiorare la sua condizione. La piccola Drusilia ha sofferto molto, nei suoi pochi anni di vita: non conosco i suoi limiti, ma mi preoccupa che non possa reggere dell'altro.

    Attese qualche attimo, ordinando i pensieri e scrutando il Re del Tempo attentamente. Provava un naturale senso di pericolo nell'osservare la sua figura, a prescindere dai loro trascorsi: ciò nonostante, le sue priorità -in quel preciso caso- erano decisamente al di sopra di qualunque altra preoccupazione potesse occupargli la testa. A quel punto, andavano dichiarate senza ulteriori indugi.
    -È mio interesse prioritario che non si infierisca ulteriormente su di lei.

    Per la prima volta, riuscì a guardarlo negli occhi, senza discostare lo sguardo in poco tempo.
    -E poi... so da fonti certe che non è affatto interessata ad avere il Re del Tempo come marito.

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    -Non ho mai provato interesse per le lodi, signore. Sono stato attratto da questo tomo perché è un argomento che mi riguarda personalmente, e riguarda le persone che mi sono care.

    Con la compostezza e il distacco che gli erano sempre state proprie, il Vampiro si prese la libertà di replicare alle parole di quel bizzarro, molesto e poco serio interlocutore, e poiché si trattava della verità, oltre che -in secondo luogo- di un'obiezione mossa a qualcosa che aveva buttato lì pour parler, l'Arcidemone non si sentì contraddetto, quindi la prese con filosofia, snudando la dentatura bianca e ferina in un sorrisetto compiacente e divertito... limitandosi a quello, senza replicare.

    -Leggendo questi dati, però, non ho potuto fare a meno di pensare alla sua vicinanza con la Piccola Lady Galanodel, strettamente coinvolta a al vostro volume, consultato anche recentemente.

    In effetti, non aveva ancora ben chiaro inseguendo quale tesi il suo Agente -nel corso della propria indagine- fosse stato spinto a tornare a quel volume, ma una volta rintracciatolo si sarebbe certamente premurato di approfondire la questione: l'inconveniente era che Nove era entrato in silenzio-radio, e non aveva sue notizie dalla fine dello Spettacolo che il Semipiano aveva dovuto ospitare suo malgrado.

    -Non so cosa abbiate in mente, lei ed i suoi uomini... e so che non lo direte a me, che mi sono macchiato anche della colpa di un furto nei suoi archivi.

    Ecco perché aveva lasciato il Vampiro libero di continuare a esistere e studiare: non era stupido, e questo gli faceva risparmiare il tempo che avrebbe dovuto altrimenti sprecare per sottolineargli con sottotitoli, luci al neon e pastelli colorati, chi era al di sopra di chi... e non che non gli piacesse rimarcarlo (per carità!) ma così vanesie azioni fini a loro stesse erano -al momento- semplicemente prive di utilità.

    -Le chiedo tuttavia di non peggiorare la sua condizione. La piccola Drusilia ha sofferto molto, nei suoi pochi anni di vita: non conosco i suoi limiti, ma mi preoccupa che non possa reggere dell'altro.

    Stavolta sinceramente incuriosito, Mephisto Pheles reclinò la testolina violacea da una parte, e il cilindro bianco che la sormontava si inclinò di conseguenza; inoltre, se quel gesto non fosse stato sufficiente ad esprimere il suo smarrimento, le iridi verde peridoto occhieggiarono ad intermittenza dietro le palpebre che si aprivano e chiudevano in un tic che esacerbava la sua perplessità, mentre le labbra si schiusero un poco, permettendo di intravedere i canini appunti della dentatura bianchissima e lasciando chiaramente udire lo schiocco della lingua contro il palato.

    Un suono che risaltò nel silenzio in cui Arthur si era soffermato per studiare guardingo le reazioni del suo sgradito visitatore con tutta l'attenzione che la diffidenza nei suoi confronti gli ispirava.


    -È mio interesse prioritario che non si infierisca ulteriormente su di lei. E poi...
    prosegì il padre putativo della Galanodel, osando incrociare lo sguardo dell'altro
    -...so da fonti certe che non è affatto interessata ad avere il Re del Tempo come marito.

    ...eppure, quelle ultime osservazioni, ebbero il potere di dissipare ogni dubbio dalla mente dell'Arcidemone, che ritrovando il suo solito cipiglio sornione e compassato, gettò indietro la testa e si lasciò andare ad una risata divertita: davanti alla faccia seria seria dell'Alchimista del Sangue, era quasi caduto nello scherzo!

    « Ah, ora capisco! Divertente! Beh, posso capire che la fanciulla sia piena di dubbi: le è toccato un grandissimo onore, lei è un ibrido mentre Io sono Io, quindi sicuramente non si sente all'altezza, e le paure vengono filtrate col rifiuto dal suo carattere tsunderino... di tutto questo sono già a conoscenza, ma... le passerà! ♪ »
    minimizzò, agitando una mano guantata come per allontanare una mosca
    « Per un attimo avevo temuto di non essere stato sufficientemente presente nella sua vita! È un fatto inoppugnabile che sono con lei un uomo paziente, premuroso, e conciliante: le assicuro che le uso sempre ogni riguardo, e che la tratto come una principessa... ♥ »

    E con un sorrisino sottile -sinistramente simile a un ghigno mefistofelico-,
    il Re del Tempo annuì con convinzione.


    jpg
    « ...ma se questo è quel che si dice in giro, vuol dire che
    dovrò impegnarmi per fare di più. ♥ »

     
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    « Ah, ora capisco! Divertente! Beh, posso capire che la fanciulla sia piena di dubbi: le è toccato un grandissimo onore, lei è un ibrido mentre Io sono Io, quindi sicuramente non si sente all'altezza, e le paure vengono filtrate col rifiuto dal suo carattere tsunderino... di tutto questo sono già a conoscenza, ma... le passerà! ♪ »

    -...

    Arthur Friederick Giles ascoltò quella risposta con malcelato disappunto, spezzando la sua maschera imperturbabile con una fronte inaspettatamente corrugata, non appena ebbe modo di razionalizzare le ultime due parole pronunciate dal losco figuro. A quel punto -doveva ammetterlo- ebbe l'istinto irrefrenabile di tirar fuori il proprio guanto e schiaffeggiarlo, esattamente come era accaduto nei confronti di Aren durante il Circus Diabolique.
    Dovette tuttavia contenersi: alla luce delle novità scoperte durante il suo ritorno fra i vivi, morire quel giorno non gli sarebbe stato di alcun aiuto. Avrebbe inoltre generato non pochi grattacapi alla sua amata Regina, probabilmente già esausta dagli orrori a cui era stata sottoposta nel Pentauron.

    « Per un attimo avevo temuto di non essere stato sufficientemente presente nella sua vita! È un fatto inoppugnabile che sono con lei un uomo paziente, premuroso, e conciliante: le assicuro che le uso sempre ogni riguardo, e che la tratto come una principessa... ♥ »

    Il Vampiro aprì appena le labbra pallide, intenzionato ad ammonirlo su quanto non avesse -in realtà- centrato il punto del suo discorso, ma... ebbe come la sensazione che fosse inutile. Che lo stesse prendendo in giro...

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    « ...ma se questo è quel che si dice in giro, vuol dire che
    dovrò impegnarmi per fare di più. ♥ »


    ... o che, far valere la propria posizione, avrebbe solo peggiorato la posizione di Drusilia.
    Abbassò quindi lo sguardo e si contenne per l'ennesima volta, decidendo di chiudere quella visita il più rapidamente possibile, dandogli ciò che voleva. Dopotutto... il Saggio aveva chiarito le proprie intenzioni al Re del Tempo. Non dipendeva più da lui cosa sarebbe accaduto.

    -Il volume riguardante il Circus Diabolique non è altro che una raccolta di molte testimonianze, quasi tutte scritte a mano in modo quasi illeggibile... a parte quelle dell'Agente Nove, più ordinate e comprensibili- introdusse, prendendo il secondo libro e sfogliandolo -Confrontandole fra loro, ho notato una certa ritualità nelle pratiche: una specie di schema. Si parte infatti con un evento in grado di attirare gente: può essere una festa o una fiera, ad esempio. Durante l'evento, una barriera viene innalzata, fungendo come trappola; solo allora apparirà effettivamente il tendone, dando inizio ai rastrellamenti. Il Circus Diabolique -in ogni caso- si conclude sempre con una celebrazione: queste variano da rituali di rinascita a trasformazioni demoniache, ma ci sono state anche apocalissi.

    Con le dita sottili, sfogliò altre pagine, procedendo verso la parte conclusiva.

    -Un tema centrale del Volume sono i numerosissimi fallimenti nel capire come sono generati i Circensi in quanto Anomalia.
    Si presuppone che siano creature autoctone dei vari mondi in cui il Circo si ferma, tuttavia il processo di trasformazione in quelle precise entità non è chiaro. Sono invece chiare le caratteristiche del prodotto finale: caratteristiche fisiche e capacità rigenerative eccezionali, la perdita della composizione biologica originaria, riserve energetiche fuori dal comune ed un'anima compattata in una sorta di sasso, estremamente sgradevole alle percezioni degli spiritisti.


    Per la seconda volta, Arthur terminò di sfogliare il volume, chiudendolo.
    A quel punto si mise a braccia conserte, fissando l'interlocutore con la solita aria seria.

    -Si sente soddisfatto delle informazioni che le ho dato?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    Se mai si accorse del traguardo da guinnes dei primati che fu involontariamente (?) in grado di conquistare in pochi minuti di conversazione, vale a dire ispirare violenza ad uno dei più imperturbabili e posati esponenti dei Saggi di Palanthas, il Re del Tempo non dedicò troppa attenzione all'evento... e nel giro di un attimo, eccolo raggiungere un altro improbabile obiettivo tutto nuovo: ridurlo al silenzio.

    Le deliberate illazioni in cui le chiacchiere dell'Arcidemone avevano coinvolto la Dama del Vento erano state infatti sufficienti a ribaltare la spinta del sentimento di protezione del Vampiro, trasformando l'aggressività incandescente di un padre pronto a combattere nella preoccupazione raggelata del condottiero che realizzi di colpo quanto sarebbe non soltanto inutile ma apertamente controproducente il volersi cimentare in uno scontro frontale.

    Perchè insistere sull'imperativo di lasciare in pace Drusilia avrebbe solamente spinto quell'indisponente figuro a starle addosso con ancora più accanimento.
    Meglio cambiare strategia. E argomento.

    -Il volume riguardante il Circus Diabolique non è altro che una raccolta di molte testimonianze, quasi tutte scritte a mano in modo quasi illeggibile... a parte quelle dell'Agente Nove, più ordinate e comprensibili-

    ...peccato solo che, a giudicare dal modo in cui il volto del Re del Tempo si irrigidì in una smorfia vagamente seccata -inarcando un sopracciglio ed arricciando la labbra pallide per mostrare il proprio disappunto-, qualcosa doveva starlo disturbando in qualche maniera. Vai a capire cosa!

    -Confrontandole fra loro, ho notato una certa ritualità nelle pratiche:
    una specie di schema.[...]


    Intanto, sfogliando qualche pagina del secondo volume con le dita lunghe e sottili, il buon Arthur proseguì la propria trattazione con metodo, con linguaggio elegante, con dono della sintesi e in modo brillante e fluido, eppure.. l'espressione di Mephisto si fece via via sempre più annoiata, distaccata e sdegnata.

    -Si sente soddisfatto delle informazioni che le ho dato?

    jpg
    « ...capisco: il Tempo non deve essere stato clemente con lei. ♪ »
    assentì, facendo serenamente spallucce e restando seduto contro la scrivania
    « So che è un fatto comprovato che, ad una certa età, a taluni cali l'udito... ♥ »

    ...e pur vedendolo muovere le labbra, intento ad articolare qualcos'altro al suo indirizzo -stavolta corredato da un sorrisino poco rassicurante-, il Cainita non riuscì ad udire il resto: per lui, il mondo si sarebbe fatto d'un tratto silenzioso, o per meglio dire muto, ma non si trattava del consueto religioso silenzio di Palanthas, né della quiete surreale di quella volta in cui l'Anomalia si era ritrovata a sperimentare un tempo sospeso; era più come... come aver perso uno dei cinque sensi.

    Sollevando un ossuto dito inguantato nel tessuto viola, l'Arcidemone richiamò l'attenzione del Saggio, in un muto invito a concentrarsi; poi, sollevò la mancina rivolgendo il palmo verso l'alto -come se stesse sorreggendo qualcosa-, avvicinò la destra per afferrare qualcosa tra le punte delle dita e sollevò l'oggetto misterioso per portarselo alle labbra, ruotando il polso per mimare una ben precisa operazione... e soffermandosi in quel gesto come se stesse sorseggiando qualcosa.
    Che voleva adesso, quell'eccentrico?

     
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    "Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé
    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.


    « ...capisco: il Tempo non deve essere stato clemente con lei. ♪ »


    Concentrato come era stato nel sintetizzare una lettura che gli era costata diversi mesi di studio, molti dei quali soltanto di decodifica, Arthur non si era affatto reso conto dell'espressività dell'altro, preferendo di gran lunga scorrere lo sguardo argenteo sulle pagine ingiallite, piuttosto che sulla sua brutta faccia.

    Sembrò cadere quindi dalle nuvole quando il Re del Tempo gli parlò di nuovo, accennando a qualcosa che non centrava affatto col discorso... e confondendolo abbastanza.
    -...prego?

    « So che è un fatto comprovato che, ad una certa età, a taluni cali l'udito... ♥ »

    A quel punto, improvvisamente calò il silenzio... e non perché il molestatore avesse finalmente deciso di tacere, ma perché ebbe la netta sensazione di aver appena perso uno dei propri sensi. Data poi la premessa delle ultime parole che era riuscito ad ascoltare ed i gesti abbastanza esplicativi che ne seguirono, non gli fu affatto complicato intuire di chi fosse la colpa.
    Il Re del Tempo voleva il caffè.

    zIl3ivT
    Già in qualche modo abituato a simili comportamenti nei suoi confronti, causa la propria condizione di servitù nei secoli andati, Arthur fu abbastanza bravo nel nascondere il suo ovvio disappunto. Per quanto il Re del Tempo fosse oggettivamente fastidioso, prepotente e di una superbia in grado di far sperare a chiunque nel suo incontro con qualcuno che riuscisse a malmenarlo, non aveva comunque ancora ucciso sorelle, torturato nipoti o generato prole solo per mandarla a morire... quindi non era ancora al limite della sua sopportazione. Cercando di farsi forza e controllarsi, il Saggio pensò che -alla fine- aveva passato momenti peggiori.

    Il cainita lo squadrò dunque con sguardo serio, per poi limitarsi all'unica cosa che poteva evidentemente fare: alzarsi in piedi e portargli il caffé. Non vi sputò all'interno soltanto per non macchiare la sua professionalità con delle vendette.
    -Ora è soddisfatto?

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
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    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    -...prego?

    Intercettando l'espressione spiazzata e confusa dell'Alchimista del Sangue, il Re del Tempo sollevò gli occhi verde peridoto all'alta volta affrescata della Biblioteca di Palanthas senza però soffermarsi ad osservarla per davvero, e sospirando in modo lieve e discreto -con una vaga smorfia appena appena annoiata-, si limitò semplicemente a quello, senza esprimere a parole la propria contrarietà come avrebbe invece potuto fare... e se ne astenne perché -al di là di tutto- Lui era un gentiluomo.

    Per quello stesso motivo -da persona paziente e composta, che non porta rancore-, decise di mostrarsi tanto magnanimo da fornire a gesti degli inequivocabili indizi, così da aiutare il Vampiro ad uscire dalla situazione incresciosa in cui la sua disattenzione lo aveva cacciato; gli sorrise persino con garbo quando lo vide alzarsi dalla scrivania per raggiungere l'angolo-ristoro, e per quanto l'ospite vi si attardò per un intervallo talmente tediosamente prolungato da risultare irritante (nella sua percezione delle cose, almeno), Mephisto attese con serena benevolenza che Arthur facesse ritorno senza addirittura tradire un'oncia della sua noia.

    -Ora è soddisfatto?

    ...tuttavia, quando si ritrovò davanti l'espressione stoica del Cainita, e abbassò lo sguardo smeraldino sull'affarino che questi gli porgeva, la sua delusione fu tale da farlo quasi pentire di essere stato così eccezionalmente fiducioso.

    « Mmmhh..... no. Direi di no. »
    commentò, di nuovo udibile ad Arthur, fissando il caffé senza accennare a prenderlo
    « Decisamente no. »

    Restando immobile come una sfinge, col volto pallido atteggiato in una maschera di pacatissima disapprovazione, l'Arcidemone spostò lo sguardo verde dal bicchierino alle iridi grigio-perla del suo interlocutore, riservandogli tutto il sussiego che -da Maggiordomo dei Galanodel- il Saggio aveva probabilmente sperimentato ogni qual volta gli doveva esser toccato gestire qualche spocchioso capriccio di questo o quel rampollo.

    « Non vi siete affatto premurato di informarvi sui miei gusti: eventuali aggiunte di latte o panna, la mia varietà di zucchero preferita, la temperatura ideale a cui gradisco la consumazione, le porcellane a disposizione tra cui scegliere, o quale spuntino da accompagnare... »
    spiegò tranquillamente, con fare dotto, intrecciandosi le mani in grembo
    « ...il che è molto scortese, ma per rispetto alla mia cara promessa-sposa, mi sento propenso a darvi qualche dritta e una seconda possibilità. Riproviamo. ♥ »

    Senza rendersi conto di quando e come fosse accaduto, l'Alchimista si ritrovò a fissare il Re del Tempo ad un paio di metri di distanza rispetto a prima, e dal di là di un banchetto rosa, assai simile a quello dei gelatai.

    « Alloooora: prendo un bubble-tea con tre cubetti di ghiaccio, due parti di panna, una di latte e una di sciroppo alla fragola, con due cucchiaini di meringhe rosa, uno strato di hazuki, e un ricciolo di panna montata in cima – lo gradisco servito ben freddo, in quel grosso vaso-bicchiere di vetro smerigliato a forma di giglio, della collezione di “Fluffy Kittyffany Cotton Candy” della Second Season. Ah, e con una cannuccia rosa a pois bianchi! ♪ »

    ….s-sì, ok: lì c'era effettivamente l'occorrente per dargli quello che voleva, ma...

    A voler essere un attimo intellettualmente onesti sulle premesse da cui quello squinternato era partito, la Corona di Khymeia avrebbe potuto largamente e coloritamente obiettare che tra le cose elencate nell'ordine c'era
    tutto meno che il caffé! Eppure: sarebbe potuto servire a qualcosa iniziare una discussione in merito...? Oltre a fargli aumentare la nausea e il mal di testa, si intende.

    jpg
    « Cooooomunque... Avendo avuto modo di vederli da vicino:
    che idea ti sei fatto di quei Circensi? »

    e d'un tratto, nella più assurda delle situazioni, il discorso assunse una piega seria
    « Devo dire che il loro funzionamento mi affascina... ma il mistero irrisolto della loro creazione mi indispettisce: continua a sfuggirmi qualche dettaglio della procedura. »

     
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    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


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    « Mmmhh..... no. Direi di no.
    Decisamente no. »

    Quello che venne dopo, fu per Arthur un tuffo nel passato -uno che aveva preferito gettarsi alle spalle, nel momento in cui aveva intrapreso la carriera di Saggio di Palanthas. Nonostante ciò, pensò che quel giochetto fosse una specie di tortura per rimarcare quanto al Re del Tempo non piacessero i ladri di libri, oltre che alla manifestazione di una natura fin troppo affine ad una delle tipologie peggiori di nobiluomo da lui incontrate fino a quel momento.
    « Non vi siete affatto premurato di informarvi sui miei gusti: eventuali aggiunte di latte o panna, la mia varietà di zucchero preferita, la temperatura ideale a cui gradisco la consumazione, le porcellane a disposizione tra cui scegliere, o quale spuntino da accompagnare... il che è molto scortese, ma per rispetto alla mia cara promessa-sposa, mi sento propenso a darvi qualche dritta e una seconda possibilità. Riproviamo. ♥ »

    Abituato come era a servire uomini esaltati, viziati o semplicemente folli, il cainita riuscì a sopportare anche quello, sebbene non avesse affatto gradito il rimarcare il suo legame con la Dama del Vento, quasi avesse deciso di esibirla come ostaggio.
    In ogni caso, non ebbe realmente modo di replicare: trovandosi a due metri di distanza e ad un un banco-gelati comparso dal nulla, fu abbastanza impegnato a non lasciarsi andare all'ennesimo conato di vomito che gli giunse con tempismo perfetto, come gli era accaduto per ogni stramberia di quel tale. A quel punto finì per domandarsi se il suo malessere fosse in qualche modo legato all'interlocutore.
    « Alloooora: prendo un bubble-tea con tre cubetti di ghiaccio, due parti di panna, una di latte e una di sciroppo alla fragola, con due cucchiaini di meringhe rosa, uno strato di hazuki, e un ricciolo di panna montata in cima – lo gradisco servito ben freddo, in quel grosso vaso-bicchiere di vetro smerigliato a forma di giglio, della collezione di “Fluffy Kittyffany Cotton Candy” della Second Season. Ah, e con una cannuccia rosa a pois bianchi! ♪ »
    Notò subito che l'ordinazione non corrispondeva affatto alla premessa di poco prima -dando ulteriormente prova che le richieste di quel Re non nascessero da suoi desideri, ma da semplici capricci... o dal piacere di tormentare gli altri- ma decise comunque di proseguire con la propria condotta: discutere sarebbe stato inutile, ed avrebbe prolungato l'agonia dello stare in sua presenza. Rispettò ogni singola richiesta e gli porse quella dannatissima bevanda.

    « Cooooomunque... Avendo avuto modo di vederli da vicino:
    che idea ti sei fatto di quei Circensi? »

    Fu allora che il discorso prese improvvisamente una piega seria... o almeno sensata.
    « Devo dire che il loro funzionamento mi affascina... ma il mistero irrisolto della loro creazione mi indispettisce: continua a sfuggirmi qualche dettaglio della procedura. »

    Preso in contropiede, dovette prendersi del tempo per ragionare sulla domanda. Era molto generica e... gli risultò abbastanza complicato formulare una risposta. Aveva in realtà cercato a lungo di razionalizzare sulla questione, ma non ne aveva mai ricavato molto. O -ad esser precisi- non aveva ricavato nulla di realmente utile alla causa. Nonostante le informazioni in più, non aveva ancora nulla che potesse far loro realmente del male, e se li avessero nuovamente incontrati, avrebbero di nuovo perso: i Circensi erano su un altro livello.
    -Fin troppo potenti per delle creature normalissime che hanno semplicemente stretto un patto- si trovò a commentare -Ho avuto modo di indagare su un paio di loro: il defunto Vivian e una tale Azshara. Il primo era probabilmente un umano, deriso e maltrattato dalle persone comuni del suo villaggio, per qualche motivo. Conobbe una fanciulla, e questa divenne tutto per lui, ma finì uccisa dal padre di Vivian e... la gente del villaggio lo accusò, naturalmente. Lo condannarono senza alcun processo e lo imprigionarono. A quel punto giunse il signor Blackheart, che dovrebbe essere il loro capo. Gli propose un patto: prese qualcosa da Vivian e gli restituì la sua amica morta, conducendolo al Circo, dove avrebbe vissuto felicemente, con la sua amata, intagliando bambole di legno.
    Attese qualche attimo, mostrando del disappunto sul proprio volto.
    -Quanto alla donna: ho trovato lettere d'amore nel suo camerino rivolte o ricevute da un uomo, probabilmente il suo amante. L'ultima in ordine cronologico non era però indirizzata a lei, ma ad un tempio di un dio serpente: si trattava della cessione di una schiava. Probabilmente la serva era lei: da qui sono riuscito a spiegarmi alcune immagini poco lusinghiere verso il genere maschile esposte nel camerino. Una di queste ricordava molto il racconto di Giuditta e Oloferne- spiegò -Altre, invece, ricordavano la maternità... e che avesse una certa propensione per i neonati è diventato evidente nel momento in cui è stata trovata nel suo camerino una creatura ibrida. Un bambino-ragno, nato da alcune donne ingravidate con la forza da ragni giganti nella zona-est della capitale, che ho io stesso incontrato lungo il percorso. Probabilmente lo ha preso per se'... per compagnia o in risposta a un istinto materno, non saprei.

    A quel punto, elencato tutto ciò che sapeva, giunse il momento delle considerazioni.
    -Premettendo che -trattandosi quasi certamente di un demone- esiste la possibilità che il signor Blackheart non sia solo il "salvatore", ma abbia spinto gli eventi e le vite di queste persone ad una situazione di "crisi", così da cogliere le vittime disperate e vulnerabili per rubare loro ciò che gli interessava, probabilmente l'anima... il "lieto fine" di questi circensi è distorto e malato. Non son nemmeno completamente sicuro che l'amata di Vivian fosse quella reale.
    Sospirò, seccato.
    -In ogni caso, credo fossero tutte persone sfortunate. Hanno ottenuto un patto e quella pietra da cui traggono vita ed energia... ma sia in scienza che in magia, l'energia non può mai essere creata dal nulla, piuttosto trasformata. In loro non ho trovato nulla di un livello tale da produrre tutta l'energia di cui dispongono in modo quasi gratuito. Quindi... mi chiedo da dove esattamente attinga potere la pietra che ricevono. E come l'impresario riesca a crearne così tante, e con una semplicità tale da permettersi di distruggerle senza problemi, nel caso qualcuno provasse a prenderle.
    Incrociò le braccia, incupendosi.
    -In ogni caso, gli "involucri" sono creature normalissime, spesso inferiori alla norma... è la pietra a renderli così eccessivamente potenti. Potrebbe attingere potere dal loro dolore, ma la resa mi pare comunque sbilanciata. E tutto questo mistero che le circonda, e la necessità che nessuno le possa sottrarre, mi fa seriamente pensare a qualcosa di contro-natura o indegno, perfino per un demone.

    TEMPORIS:
    Si tratta di una disciplina ormai dimenticata, un tempo utilizzata dalla stirpe vampirica dei Veri Brujah, molto prima della loro disfatta per opera dei Ventrue, che li portò ad "evolversi" nel ramo moderno, più caotico, anarchico... e con caratteristiche ed abilità molto diverse.
    La Temporis basa tutto il suo potere sul controllo dello scorrere del tempo: nonostante si tratti di abilità sviluppabili anche senza l'aiuto di un Maestro, essendo insite nella biologia e nel sangue del vampiro, Arthur non è mai riuscito ad utilizzarle prima a causa del Battesimo ricevuto da Ecatl Galanodel che -in qualche modo- è riuscito a mantenere quasi totalmente sopita la sua vera natura per migliaia di anni, permettendogli inoltre di salvarsi dal clan nemico.
    A seguito della propria morte durante la Notte di Kisnoth e del proprio ritorno fra i vivi, dopo numerosi e destabilizzanti salti temporali, Arthur ha notato dei cambiamenti sostanziali nelle proprie percezioni e nelle proprie abilità. Che la causa fosse la conclusione del "contratto" con il Nephilim o la stimolazione dovuta ai viaggi nel tempo, poco importava: la Temporis era tornata... e con essa ciò che mancava alla sua libertà.
    Senso del Tempo
    Arthur Friederick Giles dispone di un automatico e perfetto senso dello scorrere temporale. Questo vale per gli ambienti e le locations, ragion per cui gli sarà sempre possibile valutare -anche e soprattutto nei viaggi oltre il Maelstrom- come il tempo scorre nel nuovo ambiente rispetto alla Endlos che ha lasciato. Può inoltre percepire qualsiasi tipo di perturbazione temporale attorno a sé (specialmente quelle provocate dall'applicazione di tecniche attive di questa disciplina), non comprendendo tuttavia di cosa si tratta esattamente.
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    Mentre le mani del ex-Maggiordomo Saggio lavoravano con una certa perizia all'ordinazione del fastidioso cliente ospite, il Re del Tempo sembrò infine condurre la conversazione verso un più utile ed interessante argomento...

    E se, da una parte, il buon Arthur sarebbe stato certamente sollevato all'idea di poter analizzare una questione tanto importante -per quanto il suo interlocutore fosse uno scriteriato-, dall'altra si ritrovò preso alla sprovvista; pertanto, si concesse un istante di meditabondo silenzio per fare ordine tra i propri pensieri in merito ai Circensi.


    -Fin troppo potenti
    per delle creature normalissime che hanno semplicemente stretto un patto-


    Sorseggiando placidamente la propria bevanda -e masticando di gusto le parti solide e fin troppo zuccherine che aveva fatto inserire, e che gravitavano in fondo al bicchiere- l'Arcidemone ascoltò ogni parola del Vampiro finalmente in silenzio: per quanto non sembrasse particolarmente interessato alla storia di quei tali “Vivian” e “Azshara”, si trattava comunque di informazioni aggiuntive ed inedite... e chissà che non potessero offrire qualche spunto di riflessione utile o per lo meno originale nella cui chiave dare una svolta alle indagini.

    Tuttavia, arricciando le labbra in una smorfia annoiata, Mephisto si trovò presto deluso nell'udire niente altro che il più trito e ritrito dei cliché su cui si basa ogni letteratura -fittizia o meno- in argomento di
    “Patti col Diavolo”, come non mancò tra l'altro di sottolineare lo stesso referente; tuttavia, l'ipotesi avanzata da Arthur, che fosse ciò stato lo stesso Impresario a orchestrare le disgrazie dei suoi attuali dipendenti, lasciò un po' il tempo che trovò: dopotutto, non era una pratica infrequente quella di creare la domanda e provvedere l'offerta... e, in ogni caso, la cosa gli risultava ininfluente ai fini della comprensione delle meccaniche pertinenti alla creazione di quei robi.

    -In ogni caso, credo fossero tutte persone sfortunate.

    Quella conclusione dell'Alchimista spinse il Cronomante a reclinare un poco la testa da una parte, con fare vagamente incuriosito: l'altro aveva pronunciato la frase come se la cosa avesse un qualche significato nascosto... ma per come la vedeva lui -essere immortale, superiore e ben al di là di tutto- non c'era particolare attenuante o merito nella fortuna o sfortuna di una creatura mortale.

    Non tutti avevano le stessa varietà nel ventaglio di scelte possibili, e la cosa avveniva perché ad ognuno toccava un ruolo nella regia della realtà, ed era perfettamente inutile lamentarsi del proprio, spesso senza neppure avere la consapevolezza di quale sarebbe stato e di dove lo avrebbe infine condotto; tuttavia, i mortali sono impazienti, melodrammatici e poco lungimiranti – e spesso prendevano come una sfida personale i loro tentativi di deviare da un
    destino che neppure conoscevano.

    -Hanno ottenuto un patto e quella pietra da cui traggono vita ed energia... ma sia in scienza che in magia, l'energia non può mai essere creata dal nulla, piuttosto trasformata. In loro non ho trovato nulla di un livello tale da produrre tutta l'energia di cui dispongono in modo quasi gratuito. Quindi... mi chiedo da dove esattamente attinga potere la pietra che ricevono. E come l'impresario riesca a crearne così tante, e con una semplicità tale da permettersi di distruggerle senza problemi, nel caso qualcuno provasse a prenderle.
    In ogni caso, gli "involucri" sono creature normalissime, spesso inferiori alla norma... è la pietra a renderli così eccessivamente potenti. Potrebbe attingere potere dal loro dolore, ma la resa mi pare comunque sbilanciata. E tutto questo mistero che le circonda, e la necessità che nessuno le possa sottrarre, mi fa seriamente pensare a qualcosa di contro-natura o indegno, perfino per un demone.


    Davanti a quella constatazione, il Nobiluomo non poté trattenersi dal roteare gli occhi in un vago accesso di seccatura: il suo interlocutore era infine giunto alla chiave di volta della questione -il fulcro dei suoi medesimi dubbi- solo per rivelarsi inutile. E non che si aspettasse che quella creatura potesse in fondo essere in grado di fornire una risposta al busillis, ma... odiava perdere tempo. Forse poteva fornirgli qualche direzione verso cui spronare le meningi.

    « Che i Circensi siano stati “sfortunati” non vale da autorizzazione a sconvolgere le leggi del mondo... e di norma, neppure sarebbero dovuti essere in grado di riuscirci. »
    replicò di rimando il Re del Tempo, con tono pacato, sorseggiando la sua bibita
    « È inevitabile concludere che qualcosa o qualcuno in grado di piegare, ignorare o scavalcare il fato li abbia aiutati, ma non ci sono molte entità in possesso di un potere simile o con la predisposizione d'animo a farlo. »

    jpgFacendosi assorto per un istante, l'Arcidemone giocherellò con la cannuccia rosa a pois bianchi rigirandosela tra la dentatura dai canini pronunciati, sicuramente rimuginando ancora una volta su come un'esponente ora decaduto di una un tempo grandiosa aristocrazia infernale come quel Fistadantilus non sembrasse proprio avere le credenziali per rientrare nel profilo.

    Poi, tornò a scoccare con le iridi verde peridoto un'occhiata sorniona al Vampiro, rivolgendogli persino un sorrisino tutt'altro che rassicurante...


    « Un po' come nel caso del suo ritorno tra i vivi come Anomalia, Signor Giles. »

    ...replicando alla perfezione l'espressione di uno scienziato appena accarezzato dall'idea di vivisezionare smontare qualcosa per analizzarne il funzionamento, e che magari lo avrebbe fatto.

     
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    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « Che i Circensi siano stati “sfortunati” non vale da autorizzazione a sconvolgere le leggi del mondo... e di norma, neppure sarebbero dovuti essere in grado di riuscirci. È inevitabile concludere che qualcosa o qualcuno in grado di piegare, ignorare o scavalcare il fato li abbia aiutati, ma non ci sono molte entità in possesso di un potere simile o con la predisposizione d'animo a farlo. »
    Abituato suo malgrado a quel tipo di gestualità da qualche secolo, Arthur riuscì a non irritarsi più del dovuto alle continue espressioni facciali irrispettose che l'interlocutore gli rivolgeva, spesso ricolme di spocchia e saccenza che -pur non sapendo se quel tale potesse permettersele o meno- non trovava comunque accettabili...
    « Un po' come nel caso del suo ritorno tra i vivi come Anomalia, Signor Giles. »
    ... esattamente come non trovava opportuni quei metodi da bullo, fondati sull'utilizzo della paura quando non ve ne era praticamente alcun bisogno. Potevano infatti essere sicuramente un mezzo utile per ottenere qualcosa, ma non servivano realmente su di lui; era abbastanza antico e discretamente soddisfatto della propria esistenza, ragion per cui aveva accettato da tempo l'eventualità della propria morte... e si era perfino già sacrificato una volta per il bene altrui: se sembrava così accorto a non spirare con facilità era solo per semplice scelta strategica, non per istinto o timori egocentrici.

    -Ha ragione: esattamente come me ...con la differenza che non ho stretto accordi con nessuno e a stento ricordo cosa è successo. Oltre -ovviamente- a non custodire nessuna pietra strana e -sfortunatamente- non essere diventato ricettacolo di chissà quali poteri cosmici.
    Gli rispose per onestà intellettuale... oltre che per difendere il giovane Theobald, il quale -per quanto potente- era decisamente troppo gentile, passionale e delicato per avere a che fare con un brutto ceffo come quello.

    A quel punto gli fu palese -più di prima- che la discussione non avrebbe portato a nulla di buono... o di piacevole. Non seppe sinceramente come si sarebbe dovuto interfacciare da quel momento in poi ma -fortunatamente, con un tempismo a dir poco provvidenziale- la porta dell'ufficio di Brifos si aprì e passi leggeri si avvicinarono rapidamente.
    -Ciao, Arthur! Scusa se non son passata prima: credevo fossi a Garwec!- una voce di donna dai toni allegri e soddisfatti accompagnò la spinta di un corpo sinuoso che -dopo un balzello- gli cadde letteralmente addosso, abbracciando il Saggio con l'entusiasmo di un infante davanti al genitore preferito -Che bello vederti, mi sei mancato tanto ♥

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    Abbassando le iridi argentee su di lei, il vampiro rimase qualche attimo ad osservarla, e solo allora i suoi lineamenti divennero meno duri, anche se ugualmente insondabili. La voce si fece più bassa, estremamente più gentile, sebbene quella di poco prima non suonasse affatto irrispettosa. L'animo inquieto tornò ad una placida calma, quasi la Dama avesse spazzato col suo Vento ogni nube oscura o minacciosa in grado di tormentarlo. Un raggio di sole riuscì a passare, e fu il sorriso intenerito dell'uomo, dopo aver colto dettagli insoliti sul viso della bella.

    -...attenta, Piccola Lady: si è sporcata di cioccolata.
    Portandosi una mano nel taschino, ne estrasse un fazzoletto, per poi passarglielo sui resti dei dolci divorati degustati assieme al demone Brifos. Drusilia si lasciò vezzeggiare, esibendo una faccina contenta e gongolando non poco.
    -Grazie, Arthur: mi sento sempre una principessa, quando ci sei tu ♥

     
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    -Ha ragione: esattamente come me ...con la differenza che non ho stretto accordi con nessuno e a stento ricordo cosa è successo. Oltre -ovviamente- a non custodire nessuna pietra strana e -sfortunatamente- non essere diventato ricettacolo di chissà quali poteri cosmici.

    Con un vago sospiro, più simile allo sbuffo imbronciato di un bambino insofferente, il Re del Tempo rivolse al Saggio un'occhiata eloquente, che ben esprimeva tutta l'aspettativa delusa e il non-troppo-velato disappunto che le cose non stessero nel modo in cui il Vampiro le aveva appena paventate: fosse stato tramutato in uno di quei Circensi, allora sì che quella conversazione sarebbe potuta diventare memorabile.

    ...e invece niente: era rimasto un non-morto perfettamente uguale a prima.
    Che noia.

    In ogni caso, da bravo Gentiluomo che non rifiuta una replica a nessuno perché gli piace troppo avere l'ultima parola, Mephisto schiuse le labbra, fece scoccare la lingua, e stava per confezionare qualche arguta risposta delle sue (una di quelle che lo rendevano sempre così popolare presso i subalterni per la propria irresistibile simpatia) quando una porta si aprì poco lontano da dove i due stavano facendo salotto.

    -Ciao, Arthur! Scusa se non son passata prima: credevo fossi a Garwec!
    Che bello vederti, mi sei mancato tanto ♥ -


    Un istante più tardi, Drusilia Galanodel -che l'Arcidemone aveva accompagnato nella sua visita a quei luoghi- fece il suo ingresso in scena, ballonzolando incontro al Vampiro con l'entusiasmo di un cucciolo, e franandogli poco elegantemente addosso, come una bambina sgambettante la mattina di Natale.

    A rinforzare quell'impressione, il Nobiluomo scorse anche il segno di baffi di cioccolato sui lineamenti del suo viso da silfide; una pecca che, per buona creanza, il Maggiordomo provvide lestamente a sistemare.


    -...attenta, Piccola Lady: si è sporcata di cioccolata.

    -Grazie, Arthur: mi sento sempre una principessa, quando ci sei tu ♥

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    « ...perché è solo accanto ad un Re che puoi sentirti una regina! ♪ »

    Cinguettando in un tono entusiasta e gioviale che emulava grottescamente quello appena usato dalla Dama del Vento, l'altro si intromise senza vergogna nel dialogo, elargendo ai due interlocutori un affabile sorriso luminoso, come chi è realmente convinto di essere simpatico; certo, la reazione degli astanti fu un pochetto freddina, ma lui era un galantuomo paziente, così non si fece scoraggiare.

    « Alloooora... dimmi, cara: abbiamo finito di bighellonare qui dentro? »
    le domandò, recuperando un orologio a cipolla dal panciotto e controllando l'ora
    « Tra poco inizia lo spettacolo canoro dal vivo con degustazione di prodotti tipici all'Antica Taverna Fiorita di Nonna Pippa Peppa Piperita e sarebbe oltremodo increscioso se arrivassimo in ritardo. »
    asserì, rivolgendo al Vampiro e all'Angelo uno sguardo eloquente
    « So che la vecchia proprietaria aprirà la soirée intonando uno dei più bei canti popolari del Presidio con dei rutti: deve essere incredibile. »

    E... sì, c'era da dire che “incredibile” sembrava proprio essere la parola giusta.

     
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    come le pagine di un libro imparato a memoria
    e di cui gli amici possono solo leggere il titolo".


    (Virginia Woolf)

    Biblioteca di Palanthas, Istvàn.
    Presidio Orientale, Endlos.

    « ...perché è solo accanto ad un Re che puoi sentirti una regina! ♪ »
    -...
    Accoccolata al Vampiro che -di fatto- l'aveva cresciuta fin dalla tenera età, Drusilia lanciò un'occhiataccia -una delle solite- all'Arcidemone, decidendo tuttavia di non rispondergli a tono, particolarmente intenzionata a godersi la presenza gradita di Arthur... o forse oggettivamente stanca di lanciarsi in battibecchi infiniti e che non avrebbero mai visto lei come vincitrice.
    « Alloooora... dimmi, cara: abbiamo finito di bighellonare qui dentro? » le domandò poi Mephisto, recuperando un orologio a cipolla dal panciotto e controllando l'ora « Tra poco inizia lo spettacolo canoro dal vivo con degustazione di prodotti tipici all'Antica Taverna Fiorita di Nonna Pippa Peppa Piperita e sarebbe oltremodo increscioso se arrivassimo in ritardo. So che la vecchia proprietaria aprirà la soirée intonando uno dei più bei canti popolari del Presidio con dei rutti: deve essere incredibile. »

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    Nel momento in cui Arthur si trovò a squadrare quell'uomo da capo a piedi, sollevando un sopracciglio fin troppo perplesso, Drusilia sospirò e -avvicinandosi piano all'orecchio del vampiro- si trovò a porre una delle domande più frequenti che in quel periodo era solita fare.
    -...mica ti ha dato problemi?

    Arthur si prese qualche attimo per pensare, volgendole lo sguardo argenteo e ripercorrendo con orrore tutto il loro sgradevole incontro. Poi parlò, posandole il palmo della mano sul capo, scompigliandole i capelli in modo affettuoso.
    -Non abbastanza dal dissuadermi a ricordarti che puoi venire a trovarmi ogni volta che desideri.
    -... ♥

    Terminato lo scambio di convenevoli, giunse realmente il tempo di andar via: Drusilia aveva ottenuto le sue informazioni da Brifos e -fortunatamente- Mephisto non aveva ancora distrutto Palanthas o costretto i presenti ad esiliarli per sempre... il che era un bilancio abbastanza positivo.

    Arthur -invece- avrebbe preferito che il suo incontro non si fosse mai verificato, ma convenne di essere abbastanza fortunato ad essere ancora in vita, e a non aver coinvolto Theobald in quella terribile rogna, da cui -prima o poi- si sarebbe dovuto liberare in qualche modo.
    Li avrebbe comunque accompagnati alla porta, sollevando la mano e salutando gentilmente... sperando di non incontrare mai più quel mostro.

     
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