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Narrato | Parlato | Pensato
L'omaccione seguì il gruppo in silenzio nella roulotte del capo del luogo. Una volta entrati, poté notare come altre alle sue funzioni di possibile dimora mobile, era stato arredato un ufficio improvvisato. La scrivania ricoperta da scartoffie e denaro non dava un'aspetto molto professionale ma non era di certo venuto per fare commenti sulla location. Non aprì bocca per tutta la spiegazione del signor Pineapple al capo ma qualcosa non gli tornava molto. Era decisamente troppo rilassato. Che fosse abituato a ricevere lamentele di possibili magagne commesse dai suoi lavoratori? O semplicemente non gli fregava niente? La sedia che volò accanto al suo petto per poi andare a distruggersi contro il povero Gennaro confermò i fatti. Era a conoscenza dei fatti. Era un complice. Osservò i movimenti dei suoi compagni, notando Ren in particolare. Lo aveva indicato per qualche istante prima di assumere una posizione bizzarra. Urlando qualcosa "volante"... che sia per caso una nuova forma di arti marziali di Laputa? Ci stava mettendo troppo qualunque cosa fosse. Il messaggio stava scappando! L'armadio afferrò i vestiti del piccolo detective, assicurandosi di avere una ferma presa, con quattro dita, sia sul cappotto da investigatore che sugli abiti sottostanti, il tutto richiuso dal pollice. Allungò leggermente la gamba sinistra in avanti, sfruttando il movimento generato per aggiungere ulteriore velocità al movimento ad arco che stava compiendo con il suo braccio. Cercò ci rilasciare Ren in tempo perché la sua traiettoria fosse allineata con il messaggio e dopo di ciò si voltò velocemente verso Kami. Non servivano parole per fargli capire la situazione ma voleva essere certo che anche lui fosse al corrente della situazione. Si girò verso la finestra e iniziò a correre dietro al proiettile umano con coda e orecchie da volpe, cercando di scavalcare con un balzo la finestra e continuare la corsa. Questa mossa appena fatta era rischiosa per la salute del bambino, fece quindi l'unica cosa che gli pareva sensata al momento. Le ali sulle sue scarpe batterono velocemente, accelerando il corpo del ragazzo ulteriormente. Quest'ultimo si sarebbe posizionato poco più avanti, voltato verso Ren, pronto ad acchiapparlo per evitare che si potesse fare del male.
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Tabi no Kami | Turno 8Come volevasi dimostrare anche il capo era coinvolto nel giro di furti « Immagino di non dover lasciare testimoni. » Istintivamente mi preparai a sguainare la katana, se fino a quel momento la situazione era stata caratterizzata da una certa leggerezza ora potevamo intuire come ci fosse qualcosa di grosso sotto. « Fuggite e fermate quel messaggio! » esclamò Tony, indicando l'appunto che aveva preso il volo attraverso la finestra. Io però non sono incline alla fuga, per natura sono un giudice che alle volte può rivelarsi molto severo.
Ren, prontamente e inaspettatamente, si era posizionato per farsi... Lanciare dalla finestra? Rimasi stupefatto, ancor di più quando Kagayaku eseguì fedelmente gli ordini del bimbo scaraventandolo ad una velocità inumana fuori, verso lo steccato. Il ragazzo mi guardò e in uno sguardo ci capimmo, lui avrebbe pensato a Ren, io al capo. Passai quindi all'attacco.
Estrassi la katana e mi misi in posizione offensiva « Le assicuro, mio caro, che lei sentirà il peso di tutti i suoi peccati... » guardai dritto in faccia quel vile personaggetto da quattro soldi e iniziai a recitare la sacra litania del fuoco primigenio « Brama. Antico compagno. Volgi a me la forza della creazione e mostra a quest'essere il tuo giudizio. » la divinità, come in attesa del mio segnale, giunse rapidamente e comparì alle spalle del capo. L'avatar era avvolto da fiamme dense e vivaci, i suoi tre aspetti brandivano le armi celesti: il bastone, la spada ed il martello. « Brama, vecchio amico, riforgia questo impuro! » a quel punto la divinità si preparò a lanciare il martello, il fuoco si fece intenso sull'arma che divenne incandescente. Brama ruggì e il martello venne scagliato.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 80%
♦ Brama, punitore: Brama viene evocato, subito dopo lancia su un nemico il suo martello divino, avvolto nelle fiamme, causando ustioni e danni contundenti. (Alto)
Poteri Passivi
♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.. -
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"Che stupidi quelli che bevono per dimenticare.
Non conoscono la potenza dell’ oblio di una Sacher Torte con panna montata".
(Nicola Brunialti)Strade di campagna, Latifondo.
POV: Ren Galanodel, Kagayaku Yami.
Presidio Errante, Endlos.Tirando un sospiro di sollievo per la fine di quel semplice -ma tedioso- lavoro di guardia, Gilbert Beilschmidt -Capitano della Prima Legione dell'Esercito Errante- si sedette su di un masso sporgente trovato casualmente al ciglio della strada. Poco distante da lui, il suo fidato destriero ed altri due esponenti della cavalleria laputense si godevano il tanto bramato riposo, reduci da un doppio turno che li aveva costretti ad una nottata in bianco. Uno dei due soldati sbadigliò sonoramente, ed il loro Capitano non ebbe cuore di riprendere quel comportamento; Gilbert conosceva infatti molto bene i propri uomini, e sapeva di averli accuratamente selezionati basandosi sulla loro attitudine all'azione. Capiva quindi perfettamente quanto il lavoro di soldato nei periodi di pace potesse annoiarli, ragion per cui finiva spesso per proporre la propria milizia anche come supporto ai Presidi alleati, durante battaglie non propriamente loro.
Un rumore lieve, ma comunque udibile, suggerì l'apertura di una borraccia, dalla quale il Capitano bevve la poca acqua rimasta, tergendosi poi il sudore con la manica della divisa - rigorosamente nera ed oro, esattamente come gli altri soldati, se non per qualche medaglia in più ed un mantello che lo identificava come superiore.
Con l'aria di chi non è abituato -né adatto- alla tranquillità, sollevò gli occhi cremisi sul cielo che li sovrastava, splendidamente azzurro e privo di nubi. Un broncio si disegnò sul viso pallido, mentre una folata di vento gli scompigliava i capelli, candidi come la neve. Poi, improvvisamente, qualcosa destò la sua attenzione.
-...
Un bambino di pochi mesi e con le fattezze di volpe volava nel cielo ad una notevole distanza, e se già l'immagine stessa non fosse abbastanza bizzarra, a rendere tutto più strano erano la traiettoria assunta dal suo planare -più simile ad uno scomposto zigzagare che ad una parabola- e l'omaccione che lo inseguiva, correndo come un disperato fra i campi.
Strabuzzando gli occhi e focalizzando quell'immagine diverse volte, dopo alcuni battiti di ciglia, il Capitano ebbe l'istinto di controllare la borraccia da cui aveva bevuto, annusandola bene, così da accertarsi di aver effettivamente sorseggiato dell'acqua. La conferma definitiva la ebbe dai suoi soldati, che non avevano certo attinto dai suoi effetti personali.
-Ehm... Capitano... cos-cosa è quello?
-Qualcosa da cui potrebbe dipendere la nostra carriera, mio buon Cloud. Anzi, direi anche la vita- rispose Gilbert, sollevandosi rapidamente e scattando in sella al proprio cavallo -...se ci tenete al vostro culo, seguite quel moccioso e fate in modo che non si faccia nemmeno un graffio.
-AGLI ORDINI, COMANDANTE!
-AGLI ORDINI, COMANDANTE!Accampamento degli artisti, Latifondo.
POV: Tabi no Kami.
Presidio Errante, Endlos.« Le assicuro, mio caro, che lei sentirà il peso di tutti i suoi peccati... » disse il vecchio, sguainando una lama che molto ricordava le armi occidentali endlossiane, una vera rarità di quei tempi « Brama. Antico compagno. Volgi a me la forza della creazione e mostra a quest'essere il tuo giudizio. »
Fu così che alle spalle di Kami si manifestò una creatura che di umano aveva ben poco, armata ed avvolta dalle fiamme. A quella visione, il circense indietreggiò di un passo, mentre gli occhi vagavano alla ricerca di qualcosa -probabilmente armi.
Approfittando della distrazione del Signor Beef, Tony si lanciò verso il povero Gennaro, così da accertarsi delle sue condizioni. Rasserenandosi alla scoperta che non fosse morto, il mago cercò qualcosa nelle proprie tasche. Ne estrasse una fialetta, il cui contenuto fu immediatamente versato fra le labbra appena aperte del ferito.
« Brama, vecchio amico, riforgia questo impuro! »
Vi fu un ruggito, poi una delle armi fu scagliata verso Beef, che scaraventò la scrivania per terra, riparandovisi come se fosse uno scudo. Proteggendosi dal violento colpo, non riuscì tuttavia ad evitare l'incendio: la superficie lignea della scrivania prese infatti fuoco non appena il martello di Brama vi finì conficcato, per poi scomparire. A quel punto, giungendo alla consapevolezza di essere finiti in qualcosa che -molto presto- si sarebbe tramutato in una trappola fiammeggiante, Tony abbandonò l'idea di combattere assieme al vecchio, preferendo dare priorità a Gennaro, trascinandolo fuori dall'ufficio, all'aperto.
Notando dal proprio rifugio il tentativo di fuga di Tony, Beef decise di non permetterglielo: scavalcando con un salto notevole l'ostacolo in fiamme, afferrò un frammento della mobilia distrutta ed ardente, tirandolo con violenza verso Tony -ormai di spalle e vicino alla porta.
Infine si concentrò sul vecchio avanzando rapidamente di un passo e tentando di sferrargli un poderoso gancio in pieno volto.
-Spiacente, vecchio, ma dei tuoi dei me ne fotto.Strade cittadine, Distaccamenti Industriali.
POV: Ren Galanodel, Kagayaku Yami.
Presidio Errante, Endlos.In seguito alla riuscita del loro piano, il piccolo Ren -saldamente aggrappato ad un origami volante- fu trascinato in volo fino a quello che doveva essere il destinatario del messaggio, raggiungendo i Distaccamenti Industriali e suscitando perplessità mista a preoccupazione dei passanti che sovente incrociava. Ad inseguirlo davanti a tutti vi era Kagayaku, atletico e pieno di energie grazie alla luce solare che si diffondeva nel cielo terso e sgombro di nubi.
Non troppo distante, seguiva la cavalleria del Latifondo. Tre soldati in divisa ed armati, capeggiati dallo stesso Gilbert Beilschmidt, famoso Capitano della Prima Legione, si facevano strada tra la folla, che prontamente apriva loro un varco non appena li vedeva spuntare da dietro un angolo.
Raggiunsero tutti il punto di arrivo nel medesimo istante.
Fu così che Kagayaku ed i tre soldati videro il Principe entrare nella finestra di un edificio abbastanza conosciuto della zona; oltrepassate le vetrate semiaperte, Ren atterrò fra le braccia morbide -se non addirittura flaccide- di un omone in abiti eleganti.
-Aprite immediatamente la porta!
Esortò Gilbert, ottenendo come risposta un semplice "non siamo ancora aperti, ripassi più tardi" da una voce femminile.
-Siamo dell'Esercito e questi sono ordini: APRITE SUBITO, o ci faremo strada con la forza.
La risposta fu (fortunatamente) positiva: ad aprirli fu una commessa giovane, bionda, graziosa e dal volto conosciuto, il che non era troppo strano... dato che erano tonati misteriosamente alla pasticceria Zucchero.
-Bel bambino, non ti ha insegnato la mamma che non si gioca con le cose degli altri?- domandò l'omaccione al Principe, cercando di prendergli la pergamena dalle manine paffute -Ora dammi la letterina.... -
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Un incauto spettatore avrebbe pensato che la piccola Volpe fosse in balia della magia di quel losco individuo, appeso e trascinato brutalmente da un misero pezzo di carta. Ebbene, non era così: l'obiettivo dello scaltrissimo investigatore non era catturare l'oggetto prima che arrivasse a destinazione... bensì voleva comprendere dove fosse diretto! Per questo aveva reso il suo corpo super-leggerissimo e lasciava che le correnti di Laputa agitassero il mantello nell'aria, come il più incredibile degli eroi.
Un piano sensazionale ed infallibile, come tutte le sue mosse fino a quel momento.
Certo non poté nascondere stupore, quando si rese finalmente conto della destinazione finale: conosceva a memoria tutte le locazioni delle pasticcerie del Presidio, incluse le migliori scorciatoie per raggiungerle da ogni dove... e quel pezzo di carta lo stava conducendo dritto fra le braccia...
DEL PASTICCERE ZUCCHERO.
Vi erano solo due possibili ipotesi, a questo punto.
1) Era l'ora della merenda. L'incantesimo lo sapeva, e per questo lo stava conducendo alla pasticceria più vicina.
OPPURE...
2) Avevano a che fare con il reato più grave mai istituito sul Presidio Errante, ovvero l'alto tradimento. Un'accusa imputabile solo a chi, appartenente alla classe nobiliare dei pasticceri -e dunque stretto consigliere del Re-, decideva di infrangere il suo giuramento.
Aveva senso... le torte erano sparite, quindi non erano state consegnate a lui... ed a farlo non erano ladri, bensì il pasticcere stesso!
Quale vile creatura poteva macchiarsi di una bassezza di questo tipo... gli permise di farlo atterrare fra le sue braccia solo per osservarlo con disprezzo dritto negli occhi, in prima persona. Perché l'Alfiere non aveva paura di nessuno. Ancor meno dei criminali.
Ma quel mostro...
-Bel bambino, non ti ha insegnato la mamma che non si gioca con le cose degli altri?-
...decise di spingersi oltre.
Molto oltre. Troppo oltre.
Cosa...
ai deto...
DI MAMMA?
Quel viscido impostore aveva osato dire che la sua non era una brava mamma?! Che non era stata in grado di educarlo ad essere un buon Re, ma l'aveva anzi reso un usurpatore egoista???
Per quell'uomo
era
finita.
-Ora dammi la letterina...
Era tempo per lui di andare incontro alla sua condanna. Alla tecnica segreta del principe volpino, che solo Lowann aveva visto con i propri occhi, e saggiato sulla propria pelle.
MUOI.
Ancor prima che se ne potesse rendere conto, il demonietto spalancò le fauci e conficcò con tutte le sue forze il piccolo dentino acuminato sulla mano che aveva provato a sottrargli quel pezzo di carta.
E strinse, strinse con una forza tale che mai e poi mai si sarebbe scrollato.
Quell'uomo doveva soffrire.SPOILER (clicca per visualizzare)Mana: 100%
Passive- Fortuna Sfacciata: [Fortuna Perenne]
- Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]
- Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]
- Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]
- Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]
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Tabi no Kami | Turno 9Beef era riuscito a proteggersi in qualche modo dietro la scrivania che però prese fuoco a causa del mio attacco. Le fiamme iniziarono a propagarsi sulle scartoffie e sui registri contabili, espandendo l'incendio nella stanza. Brama, dopo aver lanciato il suo martello, si congedò tornando al piano etereo. Tony, avendo capito che l'ufficio si sarebbe presto trasformato in un piccolo inferno di fuoco e fumo, decise invece di aiutare Gennaro che aveva perso i sensi. Il mago iniziò a trascinare l'uomo verso l'esterno della baracca, rimanendo così indifeso e vulnerabile. Il capo, dopo aver compreso le intenzioni di Tony, scavalcò con un gran salto quello che rimaneva della scrivania, ne prese rapidamente l'angolo incandescente che era finito sul pavimento nel parapiglia e lo scagliò con vigore verso i fuggiaschi.
Io cercai di reagire d'istinto rotolando verso la traiettoria del lancio e tentai di proteggerci grazie all'aiuto di Visnù. L'albero della vita fece in tempo a coprirmi solo parzialmente quando venni colpito in pieno volto da Beef che mi si era avvicinato agilmente. « Spiacente, vecchio, ma dei tuoi dei me ne fotto » mi disse l'uomo, visibilmente eccitato per l'avermi colpito. Cominciai a sanguinare dal naso, tastai rapidamente con la mano libera il volto per capire l'entità del danno e fortunatamente si trattava di qualche graffio e una lieve contusione.
Mi rimisi in piedi, aiutandomi con la katana, e sentii il fuoco crepitare violentemente. Gli scaffali stavano iniziando a cedere sotto la forza delle fiamme e del calore che distruggevano e separavano le fibre del legno di cui erano fatti. « Tony... Prendi Gennaro e scappa più veloce che puoi... » dissi flebilmente, senza togliere gli occhi da Beef « E' un vero peccato che a lei non interessi degli déi Signor Manzo... » mi misi in posizione di difesa e poco dopo ingaggiai il nemico con dei fendenti a vuoto, tentando di concentrare la sua attenzione sullo scontro.
Mentre attaccavo iniziai la mia cantilena, a bassa voce, come fossa una preghiera « Brama, punitore di uomini. Visnù, protettore di mondi. Siva, furente vendicatore... » ancora in difesa e poi di nuovo altri fendenti e schivate, il fuoco saliva « Vi disturbo affinché possiate aiutarmi... » guardai negli occhi Beef che pareva aver capito ormai che io stessi tentando un'altra evocazione « Destatevi! » le tre divinità apparirono nella stanza, circondarono l'uomo e in poco meno di un secondo non vidi altro che un lampo di luce.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 20%
♦ Visnù, protettore: Visnù viene evocata e grazie ai suoi poteri fa comparire fronde dell’Albero Sacro della Vita attorno agli alleati proteggendoli da attacchi fisici e magici. (Variabile) [In questo caso lancio un MEDIO solo su di me, tentando di bloccare il pezzo di scrivania e il pugno di Beef]
♦ Trimurti: Brama, Visnù e Siva circondano il bersaglio e concentrano su di esso raggi di luce divina causando danni ingenti e devastanti. (Critico)
Poteri Passivi
♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.. -
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Narrato | Parlato | Pensato
L'armadio biondo continuò a correre alle calcagna della volpe volante, inseguito intanto da un paio di guardie. Ci fece poso caso ovviamente, c'era solo un bambino che stava venendo trascinato via da uno strano origami verso... la pasticceria?
Aprite immediatamente la porta!
Siamo dell'Esercito e questi sono ordini: APRITE SUBITO, o ci faremo strada con la forza.
Gridarono a squarciagola i due soldati dietro all'uomo mentre lui cercava di riprendere fiato dietro alla porta. Improvvisamente la ragazza che aveva interrogato la mattina. Il ragazzo non ebbe tempo di pronunciare parola che sentì il tremendo urlo pieno del collera del volpino.
MUOI
MI PERDONI MA DOBBIAMO PASSARE
Urlò il ragazzo con tutti i suoi polmoni. A quel punto, Kagayaku tentò di mettere le mani sulle spalle della ragazza e, con salda presa, scagliare la propria fronte diretta al suo setto nasale, per poi correre al piano di sopra, all'origine delle urla, buttando giù qualunque porta con un sonoro calcio se necessario.. -
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"Che stupidi quelli che bevono per dimenticare.
Non conoscono la potenza dell’ oblio di una Sacher Torte con panna montata".
(Nicola Brunialti)Pasticceria Zucchero, Distaccamenti Industriali.
POV: Ren Galanodel, Kagayaku Yami.
Presidio Errante, Endlos.Quando la giovane, graziosa e del tutto inconsapevole cameriera della pasticceria Zucchero -semplice lavoratrice dal portamento umile e la tendenza a non porre mai troppe domande al capo- si sentì afferrare dalla presa vigorosa e mascolina di Kagayaku Yami, ebbe un attimo di sussulto. Arrossendo come una fanciullina al primo bacio, ne rimirò il bel volto dai lineamenti duri ed austeri, la chioma folta e dorata, la postura e la prestanza da virilissimo maschio-alfa che tanto le piaceva...
MI PERDONI
Si emozionò ad averlo così vicino, provando un brivido eccitato lungo tutto la schiena.
MA DOBBIAMO PASSARE
SBAM!
Cadde per terra, incosciente e con il setto nasale distrutto.
C'era sangue ovunque... e dei soldati che osservavano in silenzio prima lei e poi Kagayaku. Gilbert sollevò un dito, aprendo la bocca con l'evidente intento di dire qualcosa, ma scelse di desistere.
-AAAAAAARGH!
Un urlo atroce li avrebbe infine richiamati immediatamente all'ordine, invitandoli a salire in tutta fretta le scale, così da accedere agli uffici del proprietario della pasticceria. Non appena ne ebbero oltrepassato la soglia, la scena a cui si sarebbero trovati testimoni sarebbe parsa preoccupante, spaventosa ed al tempo stesso ridicola. Il corpulento signor Zucchero -con le cuciture dei pantaloni totalmente aperte all'altezza del sedere, forse a causa di qualche movimento troppo brusco- si spostava per tutto l'ufficio con movimenti scomposti, agitando violentemente un braccio, alla cui manona era saldamente avvinghiato il piccolo Ren Galanodel grazie all'affilato dentino da piccolo demone, ereditato certamente dal padre.
-STACCATI, MALEDETTO DEMONIO!
Il faccione grasso del furfante era inevitabilmente contratto in un'espressione di evidente dolore e rabbia.
-HO DETTO DI STACCARTI!Accampamento degli artisti, Latifondo.
POV: Tabi no Kami.
Presidio Errante, Endlos.« Tony... Prendi Gennaro e scappa più veloce che puoi... »
Accogliendo l'invito dell'anziano, Tony impiegò tutte le proprie energie per trascinare Gennaro fuori da quell'inferno di fiamme. Una volta raggiunto uno spazio aperto, il prestigiatore crollò a terra assieme al peso morto, tossendo prima, poi accertandosi che l'incosciente fosse vivo. Gli tirò qualche schiaffo.
-Forza, Gennaro!- disse, ansimando e tossendo per tutto il fumo che era stato costretto a respirare -Torna tra noi, svegliati!
« E' un vero peccato che a lei non interessi degli déi Signor Manzo... » continuò -intanto- il devoto ferito, in tutti i sensi, rivolgendosi al circense furfante « Vi disturbo affinché possiate aiutarmi... Destatevi! »
Fu così che tre divinità comparvero fra le lingue di fuoco, circondando il nemico e -improvvisamente- inondandolo di luce sacra.
Che fosse per l'aria irrespirabile o per la sorpresa, il signor Beef non ebbe tuttavia modo di reagire: abituato a cose ben più terrene, non si era mai confrontato con gli dei, ne' letto storie a riguardo. Un solo -violento- urlo di disperazione segnò il compimento della sua condanna, prima di sparire per sempre.
Di lui non rimase che polvere, e fuoco e fiamme tutt'intorno.. -
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Come un eroico cavaliere in sella ad un drago indemoniato, la piccola volpe mantenne salda e decisa la sua presa sul nemico.
Si dimenava il villano, con la forza di mille uomini! Ma stoico il Principe Guerriero non tentennava, neppure contro la furia dei venti contro cui era costretto a lottare nelle mille e più picchiate. Perché tutto dipendeva da quello scontro: se quel viscido ed abile malfattore fosse riuscito a scappare, chi mai avrebbe rivelato la verità su uno dei delitti più gravi e disonesti della storia di Laputa?!
-STACCATI, MALEDETTO DEMONIO!
Demonio, l'aveva definito?
Ebbene.... AVEVA RAGIONE.
Perché pur di portare alla luce la verità e sconfiggere il male, quell'eroico Alfiere era disposto a diventare persino un demone! Un benefattore maledetto, per un bene superiore.
-HO DETTO DI STACCARTI!
Ed ecco allora che la porta improvvisamente si spalancò: erano giunti i rinforzi.
L'eroe era stanco, provato... ma non aveva mai ceduto. Nella sua mano risiedeva ancora la prova più preziosa ed importante, per cui aveva lottato fra la vita e la morte.
Scelse dunque di accontentare il malfattore, perché abbandonò infine la presa sul braccio...
...ma non in segno di sconfitta o debolezza.
Atterròcontro ilal suolodi piena panciacon un triplo salto acrobatico elegantissimo, e seppur provato dall'avvincente conflitto trovò ancora le forze per guidare i suoi uomini.
CATTUATEO!
Non avrebbe regalato a quel villano la morte, scaraventandolo giù per il vulcano sopra cui lui aveva invece tentato di far volare il giovane Re.
L'avrebbero catturato, e costretto a rispondere dei suoi crimini di fronte ad un tribunale... ed avrebbe pagato per ogni delitto commesso!
Perché era così che un vero eroe dava l'esempio.SPOILER (clicca per visualizzare)Mana: 100%
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- Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]
- Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]
- Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]
- Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]
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Narrato | Parlato | Pensato
Il ragazzo arrivò appena in tempo per vedere il volpino cadere a terra. Il tempo quasi si fermò per il ragazzo. Poteva vedere chiaramente l'uomo scagliare via il piccolino, mentre quest'ultimo cadeva pesantemente a terra. Non si fece domande, né pensò alle sue seguenti azioni. Si avvicinò alle spalle dell'uomo, cercando di afferrarlo con la mano sinistra la sua nuca.
Oi.
Non disse nient'altro, sperò che quello fosse stato bastato ad attirare la sua attenzione, mentre caricava il proprio pugno con tutte le sue forze. Vene potevano vedere iniziare a fuoriuscire dal braccio, quasi sul punto di esplodere. Mirando bene al suo viso, cercò di direzionare il proprio pugno in modo che le nocche sarebbero state le prime ad impattare il bersaglio, continuando però il suo percorso, fintanto che poteva.. -
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Tabi no Kami | Turno 10L'atmosfera era diventata bollente, i fumi di carta e legna bruciata si facevano più densi, le scintille volavano in aria come uno sciame di lucciole. Decisi di uscire il più rapidamente possibile. Un ultimo fugace sguardo a dove si trovava Beef mi confermò che lo scontro era terminato, al suo posto era rimasto solo un mucchietto di polvere « Rubare torte è davvero un crimine grave allora... ». Poco fuori Tony stava cercando di rianimare il Gennaro, in che guaio si era cacciato il poveretto, io mi sentivo davvero molto debole, svuotato della mia energia « Tony... » lo chiamai flebilmente ma lui rimase concentrato « Beef è morto ora, dovremmo andarcene da qui alla svelta » mi inginocchiai, come si fa in preghiera, vicino a Gennaro e poggiai due dita sul suo cuore « Non so quanto possa essere di aiuto, specie ora che sono sfinito » non avevo mai trasferito la mia energia ad un umano fino ad allora e non era detto che funzionasse, ma era il caso di provare ad accelerare i tempi.
L'odore acre del legno laccato del carrozzone si stava inevitabilmente diffondendo, il fuoco ormai alto era ben visibile anche da distante, per non parlare della colonna di fumo. Quell'incendio avrebbe inghiottito anche il resto del circo probabilmente. « Tony. Dobbiamo fuggire immediatamente. Ci servirebbe dell'acqua, un pozzo magari... » il panico iniziò a prendere possesso dei miei processi decisionali, rimaneva solo il buon vecchio cuore « Potremmo andare a casa di Gennaro forse e aspettare che si riprenda... Oh... Dèi, perché avete punito anche noi?! » gridai arrabbiato. Per quanto una divinità possa volersi dimostrare superiore a tutto non c'è modo di seppellire definitivamente il lato umano che ha generato l'esistenza sui mondi.
Il lato umano « Il lato umano. Ovvio. » l'illuminazione, chiaramente « Mentire fa parte del lato umano. Nessuno mi ha visto uccidere Beef, si poteva vedere solo il lampo di luce da fuori. Se dovesse arrivare qualcuno sarebbe difficile arrestarci fra l'altro, io sono visibilmente distrutto e disidratato, Gennaro è più morto che vivo e tutti noi abbiamo motivo per trovarci qui. Gennaro è il traduttore dei circensi, Tony ne fa parte e io sono un commerciante di tè ed erbe mediche, potrei essere venuto qui per proporre un contratto come fornitore. » forse non era di primaria importanza fuggire, visto che la vita di Gennaro era in bilico e la scelta, tradotta, era quella di fuggire lasciandosi dietro un secondo morto o di rimanere e cercare aiuto. Decisi di rimanere, se qualcuno avesse chiesto avrei mentito sul motivo della nostra presenza lì. Rimisi le dita sul petto di Gennaro « Non mollarci, però... »SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 20%
Poteri Passivi
♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.. -
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"Che stupidi quelli che bevono per dimenticare.
Non conoscono la potenza dell’ oblio di una Sacher Torte con panna montata".
(Nicola Brunialti)Pasticceria Zucchero, Distaccamenti Industriali.
POV: Ren Galanodel, Kagayaku Yami.
Presidio Errante, Endlos.Nel momento in cui il piccolo Ren capitombolò al suolo, il Capitano Gilbert sentì il cuore fermarsi di alcuni battiti e... no. Non era per apprensione verso il moccioso -non era mai andato matto per i bambini, dopotutto- ma per aver immaginato la propria testa rotolare a terra, tagliata di netto da una Regina Madre a dir poco infuriata.
CATTUATEO!
-Ehm... s-sua Altezza... ehm... Grazia... cioè... Santità- biascicò, cercando maldestramente di ricordare il "gioco" a cui avrebbe dovuto sottostare, su ordine della madre -...stai bene?
Nel farlo gli si inginocchiò di fianco, pulendogli il vestitino sporco di polvere in pochi gesti delicati.
Kagayaku Yami -invece- era partito immediatamente in direzione dell'illustre signor Zucchero. Giungendogli alle spalle in un momento di distrazione, lo afferrò sulla nuca con un'espressione che non suggeriva nulla di buono.
Oi.
E poi gli tirò un pugno, dritto sul grugno grasso e molliccio. Il nobile avventuriero avrebbe sentito -infatti- per pochi attimi il doppio mento avvolgergli le nocche, prima che l'attacco sortisse effettivamente l'effetto sperato : schizzò sangue, ed un paio di incisivi. E qualche lacrima.
-Pietà!- urlò, lanciando un'occhiata disperata anche alle guardie -Ommioddio abbiate pietà!
I due soldati rimasti -in risposta a quelle richieste di aiuto- si limitarono a circondarlo, bloccandogli di fatto ogni via di fuga. A quel punto -evidentemente inadatto a combattere- non gli restò che confessare... e cercare di ridurre al minimo ogni possibile condanna.
-Non lo avevo mai fatto prima... sono stato costretto! E anche questa follia delle torte, non sono il mostro che pensate!- biascicò, spaventatissimo -Era l'unico modo per salvare me e i miei dipendenti dalla bancarotta! Non c'è più latte! I prezzi sono aumentati troppo!
Guardandosi con aria perplessa, i due soldati si limitarono ad infilargli le grosse manone in un paio di manette metalliche, facendo perfino cenno di ringraziamento al novello picchiatore, che aveva bloccato il trasgressore per tutto il tempo, tenendolo per la testa.
-Vi dico la verità! Se volete salvare l'economia di Laputa cercate piuttosto le dannatissime mucche!
Urlò, cercando di divincolarsi, invano.
-Cercate le mucche! Stanno scomparendo tutte!
E con ciò lo portarono via, ripetendogli che avrebbe potuto parlare durante un regolare processo.
Anche Gilbert decise di ritirarsi, dopo essersi accertato che il Principe fosse tutto intero. Gli avrebbe anche domandato la prova della tremenda truffa: l'origami che ancora stringeva fra le manine paffute.
Aprendolo, avrebbero potuto leggere in una grafia confusionaria: "Sanno delle torte, nascondi tutto. Non sono i ladri delle vacche, ma devono sparire prima che ci scoprano".Accampamento degli artisti, Latifondo.
POV: Tabi no Kami.
Presidio Errante, Endlos.« Tony... » la voce flebile di Kami raggiunse il mago « Beef è morto ora, dovremmo andarcene da qui alla svelta »
Quando il vecchio s'inginocchiò al capezzale di Gennaro, posando due dita sul suo cuore, Tony si allontanò un attimo, guardandosi attorno.
« Non so quanto possa essere di aiuto, specie ora che sono sfinito Tony. Dobbiamo fuggire immediatamente. Ci servirebbe dell'acqua, un pozzo magari... Potremmo andare a casa di Gennaro forse e aspettare che si riprenda... Oh... Dèi, perché avete punito anche noi?! »
-Credo sia l'idea migliore- affermò infine Tony, ascoltando anche l'alternativa, ma scartandola -Alcuni dei miei colleghi son violenti... o complici. Meglio sparire.
Con attenzione avrebbe preso Gennaro sulle proprie spalle, chiedendo al vecchio di fargli strada, magari evitandogli troppi ostacoli lungo il tragitto. Si sarebbero quindi trascinati l'amico fino a casa sua, dove avrebbero potuto curarlo, o chiamare i soccorsi. Non era troppo distante, dopotutto.
-Finita questa storia giuro che cambio lavoro- confessò l'uomo, evidentemente irritato dalla faccenda -Aveva ragione mia nonna, a dire che gli artisti di strada non portano nulla di buono!
Giunti a casa di Gennaro, si trovarono tuttavia di fronte ad un altro problema. La porta era chiusa a chiave.
-... e ora?
Preso dal panico, Tony Pineapple lanciò un'occhiata alle finestre chiuse, e poi di nuovo alla porta. In un moto ansioso, provò ad aprirla comunque, ovviamente fallendo.
-Wagliò, guarda che c'ho le chiavi in tasca...
Una voce familiare parlò alle loro spalle.
Gennaro era vivo!
-...però, magari, a 'sto giro u caffè me lo fate voi.
Sto 'na chiavica.. -
.
-Ehm... s-sua Altezza... ehm... Grazia... cioè... Santità
Rivelata oramai l'identità segreta del Detective, i fedeli e valorosi sudditi dell'Alfiere accolsero subito a sincerarsi delle sue condizioni, come era giusto che fosse. Ma era proprio per questo motivo che finora si era mosso in incognito: la sua figura era troppo ingombrante, per permettergli una vita all'avventura come invece il grande eroe avrebbe desiderato: in prima fila, a combattere il male rischiando la propria vita!
I libri di storia narravano già le epiche ed umili gesta del Principe Guerriero.
-...stai bene?
-Mh.
Un convinto cenno di assenso avrebbe tranquillizzato il suo soldato, nel contempo che ilmantello di Gilbertlungo impermeabile venivaprelevatoindossato nuovamente dalla piccola Volpe, per avvolgersi ancora una volta nel mistero.
-E' un segheto.
Avrebbe sussurrato portando il ditino di fronte alle labbra, invitando il nuovo assistente a non rivelare quel dettaglio in giro... perché lui era appena diventato le sue orecchie. La spia interna all'Esercito, il nobile uomo che chiama in aiuto l'inarrestabile investigatore laddove nessun altro li avrebbe saputi aiutare.
Perché Ren era l'eroe che Endlos meritava... ed anche quello di cui aveva bisogno.
Un Investigatore silenzioso, che vigila su Laputa.
Lui... erail Cavaliere Oscurol'Investigatore Volpino.
-Pietà! Ommioddio abbiate pietà!
Un'ultima occhiata al criminale appena acciuffato, in preda alle giuste punizioni dell'ormai consolidato assistente, prima di consegnare il prezioso artefatto incriminante al fidato Commissario.
Era finita, dunque.
Ma solo per quel giorno. Perché agli occhi infallibili ed alle orecchie incredibilmente morbide dell'Investigatore nulla sfuggiva:
-Vi dico la verità! Se volete salvare l'economia di Laputa cercate piuttosto le dannatissime mucche!
Cercate le mucche! Stanno scomparendo tutte!
...un nuovo caso da risolvere.
Indossò allora gli occhiali da sole, volgendo lo sguardo verso nuovi orizzonti... ed infine, si dileguò nel nulla.
Portando con se la refurtiva che finora aveva coraggiosamente custodito il suo assistente.
Una squisita, buonissima e dolcissima refurtiva.SPOILER (clicca per visualizzare)Mana: 100%
Passive- Fortuna Sfacciata: [Fortuna Perenne]
- Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]
- Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]
- Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]
- Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]
. -
.
Narrato | Parlato | Pensato
Finalmente... sembra che tutto si sia risolto per il verso giusto!
Disse il ragazzo tra se e se, mentre usciva dal locale, salutando le guardie le quali portavano via il ladruncolo da strapazzo e la cameriera appena mal menata. Volette salutare anche il volpino, ma quest'ultimo si era apparentemente dileguato ancor prima che gli potesse dire nulla. Mentre si incamminò verso casa si rese conto che mancava qualcosa, qualcosa di importante. LA TORTA.
CAZZO DOVE L'HO PERSA?
Si iniziò a girare freneticamente, ma presto si rassegnò che era sparita.
Vabbè su, dopo la vicenda di oggi, penso di averne avuto a che fare abbastanza con le torte.
Pensò tra sé e sé mentre si incamminava verso la sua dimora. Una volta entrato, poté notare subito la quantità immonda di torte presente nella stanza. Non disse nulla. Non pensò nulla. Rimase lì a fissare le torte, morendo dentro.. -
.
Tabi no Kami | Turno 8L'acqua stava salendo nella piccola moka di metallo, il vapore usciva dal beccuccio e si portava dietro l'aroma del caffè tostato. Presi tre tazzine e altrettanti piattini, li sistemai vicino al fornello a gas e attesi, pazientemente, che il caffè fosse pronto. Nel salotto Tony finiva di raccontare cosa era successo all'accampamento e Gennaro, di tanto in tanto, inveiva e il prestigiatore cercava di calmarlo, la scena poi si ripeteva e così fino alla fine.
« Signori! Il caffè è pronto! » avevo preparato un vassoio con un bricchetto di latte e una zuccheriera piena di zollette fino all'orlo, lo adagiai sul tavolino che stava in mezzo alla stanza e porsi il caffè a Gennaro e Tony « Ecco a voi... » sorrisi al traduttore, ero davvero contento che si stesse riprendendo. Era stato una vittima inconsapevole sin dall'inizio e giustamente si sentiva tradito, pugnalato, da quelli che parevano essere degli amici per lui. « Uhmmmmm... » pareva che a Tony il caffè piacesse molto, a giudicare dal verso, ma il suo volto era contratto in una smorfia di leggero disgusto « Wagliò... Meglio se fai solo té, ya ya te lo dico... » disse a quel punto Gennaro, io mi misi a ridere e lui con me « Forse è un po' troppo intenso in effetti... » commentai, con un po' di imbarazzo, dopo aver bevuto un sorsino di caffè « Eh vabbè, lascia stare, forse è quello che ci vuole per svegliarmi un pochino » probabilmente non voleva offendermi troppo.
« Tabi » disse Tony « adesso che cosa farai? » mi pose una domanda tutto sommato interessante, avevo vaporizzato un uomo e la situazione era quantomeno particolare: avevo perso i miei compagni di indagine e fatto sparire le principali prove del caso. « Penso che dovrò un paio di spiegazioni al mio committente, poi tornerò a fare ciò che facevo prima, vendere tè... Magari con un basso, bassissimo profilo... » feci una pausa e poi rivolsi la stessa domanda a loro due « Io penso di smettere con i giochi di magia, almeno per ora... Dovrò trovare un posto in cui stare e un lavoro discreto magari... »
« Tony, bello mio, ma tu per me puoi pure rimanere accà! M'hai salvato la vita, il minimo che posso fare questo è! »
« A questo punto io potrei approfittare della tua ospitalità, ma solo per poco eh... »
« Sì, certo! Le ho già sentite queste parole, non ti preoccupare! »
Scoppiamo a ridere tutti quanti di nuovo. Nel tardo pomeriggio li salutai, probabilmente li avrei rivisti, forse sarei passato di nuovo da quelle parti, forse sarebbero venuti loro a trovare me in bottega o forse ci saremmo rivisti in viaggio o in una nuova avventura. Chissà. Il destino era ancora tutto da scrivere.
Ulysses stava chiudendo il negozio quando ritornai « Allora, signor Kami, com'è andata questa giornata di investigazione? » il giovinastro se la stava già ridendo sotto ai baffi « Un vero inferno Ulysses, un vero inferno. Un inferno con troppo zucchero. Forse il té lo berrò amaro per un po', credimi... »SPOILER (clicca per visualizzare)Poteri Passivi
♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.. -
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"Che stupidi quelli che bevono per dimenticare.
Non conoscono la potenza dell’ oblio di una Sacher Torte con panna montata".
(Nicola Brunialti)Tutto è bene quel che finisce bene.
Presidio Errante, Endlos.I giorni trascorsero ed i tempi cambiarono: il dominio dell'avidità sul buongusto era ormai cessato e -nonostante la produzione del latte fosse diminuita ed i prezzi schizzati alle stelle- nessun cittadino ebbe più da ridire su promesse non mantenute e torte misteriosamente scomparse.
A seguito dell'incendio doloso in cui il conosciutissimo Signor Beef aveva perso la vita, la compagnia di artisti di strada da lui amministrata aveva deciso di dare dei funerali pubblici, prima di abbandonare per sempre la Fortezza delle Nubi e disperdersi... seguendo ognuno la propria strada. Fra loro, Tony Pineapple si stabilì definitivamente su Laputa, condividendo la cascina di Gennaro assieme al nuovo amico. Pochi mesi dopo -su ordine della Regina Madre- fu insignito di un titolo onorifico a seguito di alcuni racconti giunti alle sue orecchie dal figlio, il cucciolo di volpe goloso che -nel suo piccolo- aveva contribuito a risolvere il caso.
Kagayaku Yami e Tabi no Kami ricevettero dei compensi, oltre a quelli promessi sulla taglia: il primo ottenne una medaglia al valore per aver difeso il Principe ed un numero impressionante di sconti in tutte le pasticcerie laputensi. Il secondo ottenne agevolazioni finanziarie utili al sostentamento del proprio esercizio commerciale e parecchia pubblicità, che lo avrebbe certamente portato ad un sostanziale aumento delle entrate.
Gennaro -infine- oltre ad un coinquilino aveva inaspettatamente ricevuto una visita a sorpresa: la Regina Madre era apparsa alla soglia della sua porta da un giorno all'altro per sincerarsi delle sue condizioni e, discorrendo amabilmente con lui fra una pizza fritta ed una sfogliatella, scoprendo che era rimasto disoccupato, gli aveva offerto un'occupazione da cuoco nella sede centrale della sua nuova gilda nel Pentauron.
Nonostante una prima reticenza, Gennaro decise di accettare nel momento in cui scoprì che non si trattava del solito lavoro "in nero"... e che era a tempo indeterminato.
Perchè è sempre bene quel che finisce bene... o forse no?Magisterium, Città Alta.
Presidio Errante, Endlos.Tap. Tap. Tap.
Un rumore di tacchi sul marmo risuonava lento ed implacabile, scandendo una marcia che non si sarebbe arrestata in quegli istanti silenti e tesi.
Tap. Tap. Tap.
Quel giorno così simile a tanti altri, ogni singolo corridoio era gremito di Magistri ed Apprendisti di ogni razza, presidio e status sociale... eppure il silenzio assoluto era da alcuni attimi diventato tutto ciò che realmente li accomunava. Nessuna parola sfuggiva dalle loro labbra sigillate e tese, nessun messaggio trapelava dagli sguardi dei maghi, tutti rivolti all'origine di quel rumore.
Tap. Tap. Tap.
Si trattava di una donna.
Era bellissima: i lunghi capelli castani ricadevano sulle spalle velate, disegnando onde sinuose dietro al collo e sul seno. Gli occhi verde smeraldo splendevano sul viso ovale quasi fossero diamanti, ed ogni singolo passo era così aggraziato e leggiadro da farla sembrare senza peso.
Con il braccio teso e dalla pelle candida, stringeva fra le dita diafane dei capelli...
...completamente sporchi di sangue, esattamente come il cranio a cui erano ancora attaccati ed il resto del corpo che -lentamente- scivolava sul marmo liscio, lasciando un'inconfondibile scia rossa al suo passaggio. Appartenevano ad un uomo di mezz'età, molto più corpulento della media laputense, fin troppo abituata a continui allenamenti fisici dovuti alle più disparate attività.
-Posso entrare?- avrebbe domandato infine la donna, raggiungendo l'ufficio del Rettore -Mi scusi se la disturbo...
Shantotto, comodamente seduta alla sua poltrona, sollevò lo sguardo sulla Regina Madre, nonché precedente Alfiere di Laputa. La osservò a lungo, non dando particolare peso alla sfortunata vittima di un violentissimo pestaggio che la nobildonna si era trascinata per tutto il Magisterium.
-Ho scoperto che quest'uomo ed il suo defunto complice hanno provato a far del male a mio figlio... e mi sono improvvisamente ricordata che eravate in cerca di cavie.
Sorrise con candore.
-Lo lascio qui vicino alla porta... faccia di lui ciò che desidera ♥
Ed allora il Rettore lasciò andare la sua cara Regina...
...sorridendole di rimando..