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    Viaggiatore dei Mondi

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    Foresta di Fanedell
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    Dopo una lunga giornata passata a investigare all’interno della villa di cui stai seguendo il caso, al calare della sera decidi di averne abbastanza, e con solo una misteriosa fogliolina e un capello rosa come indizi ti appresti a raggiungere un hotel per passare la notte e riflettere sul da farsi. Purtroppo per te la scena del crimine è stata quasi inconcludente, e chiunque abbia commesso l’omicidio dei due inquilini deve essersi premurato di non lasciare troppe tracce sul suo percorso, oppure l’assassino è talmente abile da svolgere un lavoro pulito - o quasi.

    Eppure se c’è una cosa che sai, dall’alto della tua esperienza sul campo, è che l’omicidio perfetto non esiste, e a conferma di ciò ne sono i due piccoli indizi trovati che potrebbero portarti a seguire una pista giusta… O solamente a farti perdere tempo.
    Perché diciamocelo: su Endlos esistono un’infinità di piante e fiori diversi che provengono dalle più disparate Realtà; e cosa sarà mai un capello rosa in un
    melting-pot di culture e razze diverse? Potrebbe appartenere sì ad un essere umano, ma se appartenesse ad uno gnomo? O a uno yeti dal pelo rosa?
    Perciò… potrebbe non essere facile.

    Decidi comunque di fare un tentativo, e il giorno seguente - sotto consiglio di Efelanto - ti dirigi alla Foresta di Fanedell a bordo di una carrozza. La guardia cittadina è stata così gentile da informare del tuo arrivo un suo amico Ranger.
    Così, una volta giunta al limitare della Foresta, la carrozza arresta la sua corsa e ad attenderti alla tua discesa c’è un elfo che ha tutta l’aria di far parte dei Ranger.
    Ti si avvicina di qualche passo, squadrandoti dall’alto dei suoi due metri d’altezza con gli occhi smeraldini.


    « Edgar Clifford? »
    ti domanda con convinzione, la voce squillante.
    « Il mio nome è No’Dhol, piacere. »
    aggiunge, senza però allungare la mano ma facendo un breve cenno col capo.


     
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    Edgar Clifford | Turno 1



    Partii di prima mattina verso il limitare della Valle di Chediya, alla Foresta di Fanedell. Ero ancora intontito da un sonno non sufficiente a riposarmi quando la carrozza su cui viaggiavo iniziò ad intraprendere sentieri malmessi e a "ballare" sulle rocce. Da piccolo avevo sentito parlare molto della foresta dalle storie della buonanotte che mi raccontava mia madre. A sentirla parlare pareva che gli spiriti, abitanti secolari di quel posto magico, fossero mostruosi e vendicativi, eccezion fatta per le ninfe che erano però mute e in cerca di uomini a cui rubare la voce. Messe da parte queste fantasiose bizzarrie, in età quasi adulta, ebbi modo di studiare e informarmi in maniera professionale su quel particolare territorio, conoscevo qualche piccola usanza e costume degli elfi dei boschi e sapevo bene quanto valore avesse il rispetto della natura per loro.

    Durante il viaggio pensai anche a quanto fosse assurdo riuscire a trovare così poche tracce in un duplice omicidio. Una semplicissima foglia e un capello. Praticamente il vuoto assoluto. Avevo comunque fiducia nei ranger locali e sapevo che mi avrebbero potuto mettere su una buona pista. Per quanto Endlos sia botanicamente varia è quasi sempre possibile capire da dove un vegetale arrivi, non con precisione estrema, certo, ma quantomeno si riusciva a circoscrivere un'area precisa.

    Giunti al limitare della foresta scesi dalla carrozza e ad aspettarmi trovai uno dei ranger, un elfo alto « Edgar Clifford? » chiese senza preamboli « Sì, sono io » risposi con altrettanta sintesi, chinando leggermente il capo come si usa nel popolo elfico « Il mio nome è No’Dhol, piacere » iniziai a cercare nella tasca interna del giubbotto la piccola busta che conteneva la foglia. Una volta trovata e tirata fuori iniziai ad aprirla per estrarre la prova con estrema cura e delicatezza. « Il motivo della mia visita qui potrà sembrarle una banalità ma vede... Mi servirebbe avere più informazioni possibili su questa foglia. Posso fare affidamento su di lei? » chiesi mostrando la foglia in questione.



    Edited by Kandino - 14/11/2019, 21:35
     
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    Foresta di Fanedell
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    Senza indugiare troppo, No'Dhol si china verso la mano che gli hai teso in modo da osservare la foglia più da vicino, squadrandola da diverse inquadrature. Non gli ci volle molto per arrivare ad una conclusione, e una volta certo di cosa si trattasse si raddrizza e ti guarda negli occhi.

    « Poche piante qui a Fanedell hanno un tipo di foglia così piccola, ma vista la gradazione di verde credo di non aver dubbi nell'affermare che si tratti di Felcinella, una piccola pianta che cresce solo al limitare della foresta... alle pendici dei monti del Koldran, dove segnano il confine tra il Presidio Nord e l'Est. »
    incrocia poi le braccia.
    « Quest'erba ha scarse proprietà antipiretiche e poco altro. Non è velenosa e da quel che so non ha alcuna proprietà magica. »
    aggiunge confuso.

    « Le serve altro? »
    Ora che sai da dove proviene la foglia, quale sarà la tua prossima mossa?


     
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    Edgar Clifford | Turno 2



    Rimisi la foglia nel mio taschino usando la stessa cura che avevo impiegato per tirarla fuori. Ora sapevo da dove proveniva ma non sapevo chi abitava in quella zona senza contare che non avevo la più pallida idea di che zona fosse o come fosse strutturata. Potevano esserci dei barbari, degli indigeni, oppure mi sarei potuto aspettare un villaggio di pescatori di lago. Insomma, era una situazione particolare e come sempre mi servivano più informazioni.

    « Chi abita alle pendici dei monti, in quella zona? »

    Essendo quella una pianta sostanzialmente inutile l'averla trovata sulla scena di un crimine poteva voler dire giusto un paio di cose: un errore o una firma. Per capire quale delle due fosse mi sarei dovuto recare nella zona di provenienza della fogliolina, ma poteva essere rischioso, specie in solitaria. Il tempo, inoltre, stava cambiando (cosa non insolita nelle foreste e sui monti dove il clima è costantemente mutevole): nuvole grigie in cielo volavano rapide sulle nostre teste. Portavano con loro una gran pioggia che riuscivo a intravedere di sfuggita come grosse colonne di fumo in lontananza.

    « E sopratutto... Potrebbe accompagnarmi nella zona di cui mi ha parlato? Non conosco la foresta bene quanto lei e mi servirebbe una mano almeno ad arrivare in quel luogo. Chiaramente in carrozza visto che potrebbe diluviare da qui a poco » dissi, facendo cenno con la testa verso il cielo.

     
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    Il ranger si gratta la testa pensieroso cercando di fare ordine nella sua memoria. Era da un po' di tempo che non passava per il limitare nord della foresta, ma era piuttosto certo di conoscere la zona da poterti rispondere con certezza quasi assoluta.

    « Nessuno dovrebbe abitare in quella zona... »
    d'improvviso il suo sguardo s'illumina, come se si fosse ricordato qualcosa di importante.
    « ... però c'è un vecchio rifugio dei ranger ormai abbandonato. Forse vale la pena guardare. »
    sostiene.

    « Inoltre, non è possibile andare in carrozza per quella strada. »
    si avvicina ad una pianta dalle foglie grandi e larghe, e dopo averne strappata una dal suo gambo te la porge a mo' di ombrello, annunciandoti proprio quello che stavi sospettando:
    « Andremo a piedi. »

    Dopo aver camminato per una mezz'ora abbondante e a passo spedito in mezzo agli alberi, per sentieri non proprio battuti e con le scarpe infangate per via della pioggia che ormai era cessata, le fronde si fanno sempre meno numerose fino a poter scorgere una zona collinosa ai cui piedi si trova una casetta di legno ricoperta di muschio e rampicanti. Mentre vi avvicinate non puoi fare a meno di notare che il ranger aveva ragione: tutt'intorno a voi il manto erboso era ricoperto da ciuffi di Felcinella.

    « Questo è il rifugio di cui le parlavo »
    si rivolge a te facendo un cenno verso l'edificio. Entrambi vi fermate a osservarlo da molto vicino, ed effettivamente non sembra affatto abitato da un bel po' di tempo: l'umidità ed il tempo hanno ormai fatto marcire il legno che lo ricopre, edera e muschio lo hanno ricoperto per la maggior parte e alle finestre vetri rotti.
    « Vuol comunque entrare? »
    ti domanda. Dopotutto, la scelta sta a te.


     
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