Dark (K)Night

Mirashima

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    L’equipaggio fantasma -e non- dovette constatare con stupore che le voci dei marinai erano vero quando si ritrovarono di fronte allo spettacolo di Mirashima, ultimo balaustro prima che l’ovest venisse inghiottito dal nulla. L’isola era sovrastata, e in parte inglobata, da una pietra azzurra da cui sfociavano bagliori cerulei che diradavano le tenebre tuffandosi tra le onde e indicando la via ai marinai.

    Il Graogramàn fermò la sua corsa a circa trecento metri dalla costa sotto ordine del Capitano. La ragazza dalla lunga treccia castana e gli abiti da giullare affermò di voler essere lei ad attraccare l’enorme vascello l’indomani. Purtroppo in quel momento l'oscurità era troppo fitta e non voleva rischiare di incagliarsi nel fondale roccioso, inoltre quella manovra -a sentire i suoi sottoposti- sarebbe stata impossibile per un’alta nave di quelle dimensioni. Ma loro non erano un’altra nave…

    Con quei pensieri in testa la donna saltò sulla balaustra in legno e iniziò a percorrere il profilo della nave in verticale come una lucertola, poi camminò sulle onde come una sorta di divinità fino a raggiungere il porto. Una volta sopra una banchina schioccò le dita e le sue vesti tornarono completamente asciutte: forse avrebbe dovuto cambiarle, qualcuno si sarebbe inquietato vedendo un clown in piena notte. Ma a lei importava davvero? No, decisamente no!

    Aq1tpy6

    Nessuno doveva giudicarla nessuno ne aveva il diritto! Ma se qualcuno in quel momento stesse parlano male di lei? No, no, no!
    L'aura sembrò espandersi quasi visibilmente dal corpo della giovane che si stringeva nelle spalle mentre l'atmosfera diventava cupa e terribile.
    Slap
    Lo schiaffo che si inflisse ruppe il silenzio della notte e dissipò i malumori della Strega che ridacchiò mentre un sorriso le si dipinse sul volto.
    Doveva rimanere lucida, era il Capitano della MortexMulticolore … emh, MarinaXMercantile.

    In quel momento percepì qualcuno qualche metro dietro di lei e ne fu davvero felice. Un po’ di compagnia l’avrebbe resa meno paranoica, forse. Incrociò le gambe per facilitare una giravolta e si esibì in un profondo inchino.
    “Ma buonasera // Pur se nera.”
    Chiocciò indicando il cielo notturno con un braccio.



    Energia: 110%

    -Malia terrore

    -Abito Circense-
    La nostra Giullare è in grado di cambiare il suo vestiario (forma, colore, materiale e chi più né ha più né metta) con uno schiocco di dita. Ciò le consente di rimanere sempre alla moda e variopinta. (Skill Gratuita)

    -Tela di Nen-
    La mezza Selvatica ha sviluppato grazie all'unione delle abilità Hunter e il potere elementale una strana ed utile attitudine. Essa consiste nel camminare su qualsiasi superficie liquida o solida attraverso una specie di tela, che ricorda una ragnatela, in grado di appiccicarle le piante dei piedi (scarpa o non scarpa) anche a testa in giù.
     
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    Vares inspirò a fondo e lasciò che il profumo del mare lo riempisse. Quello che avvertì non fu il puzzo del pesce, o dei liquami, ma l'inebriante profumo delle infinite prospettive che gli si paravano davanti.
    Certo la decisione del suo padrone comportava anche una serie di non trascurabili problemi.
    La definizione essersi perso non rispecchiava appieno la situazione in cui Vares si trovava. Lui era esattamente dove il suo Re voleva che fosse, solo che a parte questa fondamentale, quanto inutile informazione, non aveva idea di dove si trovasse.
    Era notte e si trovava su di un molo. Una città portuale quindi, ma questo non lo aiutava più di tanto.
    Dando le spalle al mare poté ammirare l'immenso cristallo azzurro che sovrastava il panorama. Era uno spettacolo che hai più sarebbe apparso mozzafiato, ma se prendiamo come metro di paragone la folle città di Carcosa -unica città di cui Vares serba il ricordo- l'enorme cristallo non appariva poi così speciale.
    Solo in un secondo momento si rese conto della presenza del clown. A causa della poca illuminazione poté vederla solo dopo che essa ebbe raggiunto la banchina. Si era accorta di lui? No, non sembrava.
    Fece per avvicinarsi come si conviene ad un gentiluomo per presentarsi e magari cercare di capire in quale frammento di cosmo era capitato.
    Nell'avvicinarsi però avvertì una pressione crescente, quasi palpabile che si insinuava dentro di lui facendosi strada nei suoi pensieri e riempiendoli di un'indefinibile sensazione di paura. Un oleoso senso di terrore, che colava in profondità nella sua mente.
    Forse un'altra persona avrebbe saggiamente deciso di alzare i tacchi e tornarsene da dove era venuto. Viste le premesse il clown non sembrava esattamente la persona più indicata con cui instaurare una piacevole conversazione, o da cui ottenere risposte.
    Vares però decise di rimanere per due ragioni: per quanto sgradevole l'aura di terrore che aveva provato aveva un qualcosa di familiare, era solo un'impressione molto fievole però la cosa lo aveva incuriosito.
    La seconda ragione, ben più importante era che tornarsene da dove era venuto per quanto l'idea lo riempisse di gioia non era fattibile.
    Il clown si diede un sonoro schiaffo e subito dopo si mise a ridere.

    Rimase in silenzio mentre il clown si voltava verso di lui e dava inizio a quello che ne era certo, sarebbe stata una proficua conversazione.


    «Una serata splendida e il profumo del mare è davvero rinvigorente nevvero?»

    Vares fece un inchino.

    «Lasci che mi presenti: Vares, al vostro servizio.»

     
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    Awww... era al suo servizio! <3 Tutti sarebbero dovuti esserlo, tutti lo sarebbero stati in futuro. Un sorriso radioso illuminò il volto estremamente pallido del guitto che con aria sognante assaporò soddisfatto l'odore di salsedine e rispetto.

    "Son Jester il Giullare // Capitano in mare"

    Si presentò a sua volta la giovane Strega decidendo che Vares era un bel nome, poi gli si avvicinò saltellando. Una volta a pochi passi da lui inclinò il busto all'indietro e scrutò il volto dell'uomo, ma guardarlo dritto negli occhi fu impossibile... ne aveva troppi!
    Jester gonfiò le guance e strinse le palpebre cercando di ricordare se avesse già visto gente con tanti bulbi, probabilmente sì ma non ne ricordava al momento.

    "Dai t'accompagno // Caro uomo-ragno"
    Chiocciò la donna incurante del fatto che un soprannome simile avrebbe potuto indispettire il suo muovo compagno di gita. Ma prima che l'altro potesse dire qualcosa s'incamminò con un tintinniò di campanelle -appese ovunque sul suo vestiario- verso la strada che le sembrava portasse nel cuore della città e incalzò con le domande.

    "Faccia assai misteriosa// Abiti qui nei dintorni?
    O forse tu vagabondi // Narra che son curiosa"

    Cinguettò la Strega lasciando che il suo sguardo d'oscurità di posasse sulla seconda fila d'occhi... sì, aveva deciso avrebbe considerato quelli.

     
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    Vares rimase in silenzio ad ascoltare la sua interlocutrice. Benché la sua mente spostasse la propria attenzione ora sull'isola alla ricerca di un qualche punto di riferimento, ora su di un millepiedi che zampettava a pochi passi da lui. Si chiese dove fosse capitato e di quale nave fosse capitano la giovane clown che gli stava parlando.
    Ma soprattutto voleva sapere se il millepiedi fosse reale o se si trattasse di un'allucinazione


    «Credo che il termine essersi perso, quantunque possa riassumere con chiarezza la situazione non sia del tutto appropriato. Astronomicamente so perfettamente dove mi trovo, sono i dettagli a mancarmi. Per esempio poter dare un nome al luogo in cui mi trovo fisicamente potrebbe già essere un buon inizio.»

    Si chinò a raccogliere il millepiedi una creatura rosso-arancio lunga cinque centimetri, armato di chele e punte dall'aria minacciosa su entrambe le estremità - e se lo fece correre sulle mani, osservandolo mentre gli girava tra le dita, scompariva dietro il palmo e ricompariva sul dorso della mano subito dopo.

    Era un buon segno, ottimo invero. Il millepiedi era reale, ne poteva dedurre che lo erano anche l'isola e la autodefinita capitana.


    «Vagabondare... si credo si possa anche vederla in questo modo. In effetti ora come ora stavo cercando un modo per ammazzare il tempo.»

    Affinché smettesse di dimenarsi, prese con delicatezza la testa del centopiedi tra un pollice e un indice.

    «Perché non mi fa vedere lei come ci si diverte da queste parti?»
     
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    "Mirashima questo luogo // Non lo conosco io stessa
    Ma non per questo affogo // Il nuovo non mi stressa"


    Rispose la Strega osservando l'uomo mentre "pescava" dal terreno qualcosa e se la rigirava fra le mani, un insetto? La donna impiegò qualche secondo a capire che di zampe non ne aveva sei e che, pertanto, tecnicamente aveva un altro nome che lei non ricordava. Va be' non avrebbe fatto la figura dell'ignorante e l'avrebbe chiamato semplicemente millepiedi.

    "Non busserà alle tue porte // Questa notte la Morte."
    Chiocciò la donna all'animaletto udendone il lamento e a quelle parole la creatura sembrò tranquillizzarsi... al che qualcosa vibrò tra le vesti della donna che dai pantaloncini larghi tirò fuori una conchiglia che si portò all'orecchio facendo un cenno di scuse al suo interlocutore. Difficile se si stesse riferendo al millepiedi o all'uomo, forse entrambi. Si allontanò un secondo tappando l'orecchia libera e poi saltellò sul posto dando il suo assenso e confabulando qualcosa a bassa voce. Dopodiché torno da Vares e fece un inchino.

    "Ho un'idea deliziosa // Pochi minuti e sai cosa"

    Una promessa che si rivelò vera quando l'esserino tra le dita dell'uomo tornò a dimenarsi come un ossesso, a quel punto in lontananza sul mare poterono scorgersi ma a pochi metri dalla spiaggia si scorsero dei bagliori verdastri appartenenti ad un'immensa creatura serpentina. Tuttavia ciò che avrebbe fatto sobbalzare gli imprudenti sarebbe stato lo sbucare un essere altrettanto temibile dalle spalle della Strega invisibile poiché le sue scaglie nere e liquide si erano mosse sul pelo dell'acqua talmente traslucide nell'oscurità da parere onde. Da sopra le spalle del Giullare ci era il suo grosso muso di cui si distinguevano l'unico occhio e la lingua biforcuta che guizzava tra le zanne esposte sibilando.
    La donna non si scompose e portò una mano ad accarezzarne il muso del basilisco che si posò al suolo in modo da farla salire in groppa dove una sella l'attendeva.

    "Devi scusare mia figlia // Troppa confidenza si piglia."
    A quel punto anche l'enorme basilisco verde arrivò accanto alla sorella mostrandosi innervosita mentre rivolgeva le zanne all'uomo dai sei occhi e rivelandosi una possibile cavalcatura.

    "Facciamo i turisti // In questi imprevisti?"
    Chiese Jester mentre con un braccio faceva segno all'uomo che era libero di sedersi.



    Ciao, si tratta dei miei famigli Michelle (verde) e Lilith (nera). Le scaglie sono veramente affilate e rischi di farti male se non stai attento alla sella. Liberissimo ovviamente di non salirci... X'D
     
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    Vares rimase per un momento in silenzio ad osservare il clown e le sue due cavalcature. Non erano tanto loro a turbarlo, dopotutto aveva visto e subito cose ben più bizzarre da quando era arrivato su Endlos e non avendo un metro di giudizio differente, come poteva considerare tutto ciò che gli era capitato come normalità?
    Il punto era l'estrema cordialità mostrata dalla sua interlocutrice. Si chiese se seguirla fosse la scelta giusta, se magari anche quell'incontro non facesse parte del piano del suo signore. Un incontro predestinato, o architettato ad arte per immetterlo nel cammino prefissato.
    Oppure era soltanto caos, un sogno, come poteva esserlo Carcosa.

    Vares si avvicinò al basilisco verde. Le scaglie verde smeraldo erano lucide, riflettevano la luce della luna e del cristallo dell'isola. Se era un sogno allora era estremamente vivido.


    «Non riesco a capire se tutto questo è un sogno oppure no. Temo purtroppo che il mio giudizio in questo campo sia alquanto carente.»

    Per un momento si rese conto che quegli esseri avrebbero potuto farlo a brandelli e che quindi forse sarebbe stato meglio se fossero stati solo sogni.

    Non vedo quale sia la differenza, un sogno può dilaniarti allo stesso modo.

    Il clown gli fece cenno di accomodarsi sulla sella del basilisco verde. Vares non era certo che il basilisco fosse d'accordo, ma in fondo sembravano ubbidienti, quindi tanto valeva accettare. Tanto più che così si sarebbe levato dalla mente ogni dubbio.

    [color=black]Allungò la mano verso il basilisco, piano, per non turbarlo ulteriormente e montò in sella. Il tocco con le scaglie però si rivelò più affilato del previsto ed esse incisero la carne disegnando due linee rosse parallele su di esso.


    «Mi cospargo il capo di cenere, temo di doverle delle scuse. Quindi da dove cominciamo?»
     
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    La Strega della Luna sorrise all'uomo e ci tenne a fare una precisazione.

    "Non sarebbe atipico // Un incontro onirico
    Ma ad esser franchi // Avrei i capelli bianchi"


    Era stata chiara? Dal suo punto di vista sì, ma non le interessava davvero che l'altro capisse cosa intendeva. Voleva solo incuriosirlo e spaventarlo un po'. Magari qualche volta avrebbe potuto portarlo nel mondo onirico e fargli conoscere la differenza tra incubo e realtà...

    "Tienile sulla sella // O ne rimarrà frittella"
    Avvertì la Strega indicando all'uomo delle maniglie ai bordi superiori dell'imbracatura -decisamente più lunga rispetto a quelle delle bestie da soma- che insieme alle staffe erano l'unico appiglio sulla serpe.

    "Sarò io a tenere la briglia // Se cadi nessuno ti ripiglia."
    Infilandosi due guanti di ferro la giovane dettò le tutt'altro che rassicuranti istruzioni poi diede un breve colpetto sul "collo" della creatura che strusciò sul terreno e prese il volo. La sorella verdastra fece altrettanto: in primis strisciò sul terreno velocemente puntando il molo poi balzò verso l'acqua ma il suo colpo flessuoso toccò appena le onde che s'alzò a gran velocità verso il cielo stellato. La serpe avrebbe curvato bruscamente verso destra e una volta raggiunti i 50 metri dal livello del mare si sarebbe esibita in una picchiata di quasi 90° verso la prima stradina affiancando poi Lilith cavalcata da Jester.

    "Cosa fai nella vita // Oltre tagliarti le dita?"
    Gli urlò la Strega come se non stessero a una ventina di metri e le poche persone in strada a quell'ora non li stesse osservando malissimo, tuttavia il silenzio di un gruppetto di guardie fece intendere che non stavano infrangendo il codice della strada.

    "Io ho una gilda tuttofare // Con nave fantasma in mare"
    Cercò di non darsi delle arie, ma si sentì proprio soddisfatta, una donna in carriera con due bellissime bambine.

     
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    Vares abbozzò un sorriso non appena la strega gli chiarì la situazione, non tanto per la spiegazione in sé in quanto non ne comprese nemmeno la metà di un quarto, ma per l'analogia che quelle parole gli portarono alla mente. “Avere qualche rotella fuori posto”, era stupida, non aveva senso come frase, eppure nella testa gli suonavano così azzeccate per definire le curiose vicissitudini in cui era rimasto suo malgrado coinvolto. Nell'ultimo periodo della sua vita (l'unico che ricordasse) si era sempre trovato ad un passo dall'essere travolto dalla follia.
    Si chiese cosa centrasse tutto ciò con delle rotelle.


    «Sicuramente il bianco è un colore che le s'addirebbe molto, chissà magari un giorno avremmo il piacere di incontrarci in tali circostanze.»

    Obbedì alle istruzioni e afferrò le maniglie indicategli con tutta la forza possibile. Di sicuro cadere si sarebbe rivelato oltremodo pericoloso. Una brutta esperienza che sicuramente Vares non avrebbe voluto sperimentare. Serrò ancor più la presa quando la serpe spiccò il volto. Adesso tutta quella storia sulle frittelle appariva decisamente più sinistra di quanto avesse pensato sulle prime. Aveva paura di tagliarsi, o di cadere e diventare la copia di un dipinto di arte astratta (un'altra strana analogia di cui non ricordava il senso) e di certo viaggiare a quella maniera non era comodo, ma sempre meglio che camminare.

    La domanda che la strega gli pose lo fece riflettere: cosa faceva nella vita? Il suo signore gli aveva dato degli ordini, ma non era stato poi così chiaro su come agire. Quindi rispondere non era così semplice, anche perché non riteneva saggio rivelare tutti i dettagli della sua missione e delle motivazioni che lo avevano spinto verso Endlos.

    «Mi trovo in questo mondo da poco tempo, quello che ho fatto fino ad ora è osservare.»

    ed era l'esatto riassunto dei primi minuti della sua nuova vita.

    «Cosa sarebbe di preciso una gilda? E cosa fa una gilda?»

     
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    All'ultima domanda la Strega alzò un sopracciglio con fare divertito, nel suo mondo di origine non esistevano le gilde? E va be' gli avrebbe spiegato lei di cosa si trattava e lo avrebbe fatto nel modo più plateale possibile. Dopo aver rivolto un sorriso tutt'altro che rassicurante all'interlocutore la donna si allungò verso la propria serpe bisbigliandole qualcosa all'orecchio, un ordine. Al che il corpo flessuoso della creatura impennò stagliandosi nuovamente al cielo nero che ben presto si mischiò con le onde del mare.
    "Un gruppo di persone // Che lavorano in unione"
    Urlò la donna alla figura che la seguiva costretta sulla propria cavalcatura.

    "Siamo dei mercanti // Scortiamo vip importanti"
    L'isola venne lasciata alle spalle di qualche centinaia di metri quando una fitta nebbia s'alzò oscurando la visione dei presenti, ma Jester e le sue bambine sapevano perfettamente dove stavano andando.

    "Anche sul Veliero fantasma // Che chiunque entusiasma!"
    Dette quelle parole la foschia sembrò rarefarsi e luci verdastre affiorarono incorniciando in modo spettrale un enorme galeone sul cui ponte figure spettrali passeggiavano tranquille. I due basilischi scivolarono sul ponte con eleganza e ancor prima che si fermassero la donna acchitata a Giullare si lanciò esibendosi in un avvitamento degno di una ginnasta e alzando le braccia al cielo come se si aspettasse un applauso da qualcuno.
    Effettivamente qualcuno lo fece, una dama spettrale la cui figura elegante era avvolta da quelle che sembravano rosse fiamme fatue. Tuttavia la Strega si girò di scatto verso il proprio ospite proprio come si fosse scordata qualcosa di importante. Non lo aveva avvertito di scendere, ma ormai era troppo tardi!
    Lilith e Michelle avevano abbandonato le loro forme colossali per abbracciare gradualmente, seppur in modo molto rapido, quelle di due serpi più piccole di due metri. Doveva solo sperare che il povero Vares non fosse stato colto impreparato e non avesse sbattuto il muso a terra, ma non riuscì a vederlo. Attorno al giovane vestito da Samurai si era alzato un muro di spettri curiosi e sospettosi.

    "Come ce ne liberiamo?"
    Ghignò con i suoi quattro denti quello che un tempo doveva esser stato uomo sulla settantina ed ora era una pallida imitazione traslucida, mentre un non-garzone sulla trentina masticante tabacco rispose con un gesto esaustivo il pollice sulla gola.

    Quando il Capitano della MortexMulticolore ascoltò quelle parole s'illuminò di pura gioia. La situazione che si stava palesando in quel momento le avrebbe permesso di fare un'entrata d'effetto. Tipo quei pezzi grossi rispettati da tutti, si schiarì la voce.

    "Vi sfido a provarci // Miei amati marci."

    Un ordine chiaro ed autoritario giunto da dietro la platea che si aprì per farla passare. Tutto come previsto!
    La donna sorrise compiaciuta mentre avanzava col passo di una conquistatrice affiancata dal fantasma di fuoco. Per lei non era difficile recitare un ruolo, per tutta l'infanzia e preadolescenza aveva lavorato sui palchi.

    "Sparite in un momento // O vi darò il tormento!"
    Un lampo verde e sul ponte rimasero in tre più le due bambine. Era stato fantastico, sarà sembrata una specie di Dea? Non lo sapeva, ma decise di sì.

    "Anime tormentate // Vanno perdonate."
    Chiocciò la Strega con tono di scuse mentre Michelle -la basilisca verde- le si avvolgeva ad una gamba.

    "Anne, Vares ti presento // Vares, Anne fuoco e vento."
    Le ultime parole servivano solo per la rima, ma in fondo con uno spettro a 10 cm dal pavimento avvolto dalle fiamme potevano adeguarsi.

     
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