[H] Fiori Azzurri

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  1. Dottor_Bren
     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    1aN2Uyu
    Era passato un po' di tempo dal famoso "test di ingresso" del segretario Ivan, Elysandra dovette ringraziare più volte le cure di Kalia, l'Alfiere del Presidio, per averla rimessa in sesto subito. Aveva subito preso servizio e pian piano si stava finalmente adattando alla vita da caserma e da recluta, anche se aveva dovuto fare gran fatica per convincere suo padre a non precipitarsi ad Istvàn dopo che ebbe saputo dell'incidente. La giovane nobildonna ancora si domandava come abbia potuto sapere di tale episodio così in fretta, alla fine giunse alla conclusione che i pettegolezzi viaggiavano molto rapidamente da un posto ad un altro, sopratutto quando si trattava di eventi dove vi erano parecchi testimoni.
    Fatto sta che ormai la povera Ely aveva la nausea di scrivere lettere, o quantomeno aveva la nausea nello scrivere lettere per quietare l'animo del suo genitore apprensivo.
    Quel giorno, fortunatamente, non aveva ricevuto nessun messaggio, consentendo alla giovane recluta dei Cavalieri di lavorare al massimo delle capacità: la giornata era iniziata con un giro di pattuglia di una strada della capitale, poi le è toccato il turno di guardia davanti ai cancelli della caserma, poi il pranzo e lo studio, infine l'allenamento nel campo.
    Erano giornate piene e faticose, ma era una bella routine che non stancava e che le piaceva molto. In verità, durante l'addestramento Elysandra si allenava spesso da sola, non aveva ancora avuto modo di conoscere per bene i suoi commilitoni, questo era essenzialmente l'aspetto negativo di tutta la sua nuova vita, ma era fiduciosa che avrebbe risolto col tempo: d'altronde era difficile inserirsi in un gruppo totalmente nuovo, e non è che lei fosse proprio brava a socializzare.
    Il sole stava tramontanto, molti cavalieri e molte reclute avevano smesso da diverso tempo di allenarsi, ma la donna dai capelli dorati continuava a colpire con dei fendenti il manichino che le era stato assegnato. Era un allenamento di base, fare pratica con i colpi e le mosse più comuni per consolidarle e farle proprie: di per sè Elysandra non ne aveva bisogno visto che era stata addestrata nella sua tenuta da insegnanti privati, ma il ripasso non faceva mai male.
    La giovane si prese un attimo per riprendere il respiro per poi conficcare Alabastre nel terreno, la mano destra iniziava a farle un po' male visto quanta stretta stava tenendo l'elsa. Iniziò quindi a chiudere e a riaprire la mano mentre osservava il campo di addestramento ormai deserto, solo il giardiniere era ancora presente, tutto concentrato nel lavorare su una pianta.
    "Un'altra decina di minuti e poi rientro anche io" pensò la spadaccina mentre si accingeva ad afferrare nuovamente la sua arma quando comparve un gruppetto di dame addette alla pulizia. Inizialmente Elysandra quasi non ci fece caso e ricominciò ad allenarsi, fu quando queste iniziarono a ridacchiare e a guardare verso di lei ed un altro punto che si accorse di loro.
    Inizialmente, la Lyvellin le guardò confuse, iniziò a chiedersi se aveva qualcosa fuoriposto o una cosa simile, si osservò l'armatura e poi si passò una mano prima sul volto e poi sui capelli e... era normale, a parte il sudore dovuto all'allenamento ma non poteva farci nulla.
    Quindi guardò l'altro punto che le domestiche avevano adocchiato, scoprendo che c'era un individuo affacciato da una terrazza che la osservava.
    Ok, Elysandra iniziò visibilmente ad imbarazzarsi vista la quantità di persone che la stavano, o che l'avevano, osservata, quindi quando i suoi occhi smeraldini incrociarono quelli dorati dell'uomo misterioso, distolse leggermente lo sguardo anche per nascondere il leggero rosse delle guance. Comunque ricambiò il saluto muovendo il braccio e abbozzando ad un piccolo sorriso.
    «Buonasera, signore.» disse lei, purtroppo il rimettersi ad allenare con qualcuno che ti osservava dall'alto di una terrazza era leggermente disturbante, oltre ad essere scortese, quindi era meglio sincerarsi se quel nobile signore avesse bisogno di qualcosa, magari sarebbe riuscita a finire il suo allenamento.

     
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