[H] Fiori Azzurri

Dopo esserci congedata dall'ambasciatore, Elysandra si diresse senza troppa fretta verso le sue stanze e con la testa persa nei suoi pensieri. Non era particolarmente preoccupata per quell'incontro, molti altri nobili avevano richiesto la sua compagnia prima d'ora, una lunga serie di corteggiamenti mai andati a buon fine. Forse non si sentiva a suo agio perché era successo tutto all'improvviso, ma in qualche modo era riuscita ad uscirne fuori, ora doveva solo prepararsi per una serata con uno sconosciuto. Cosa avrebbe dovuto indossare? Non si era portata molti abiti eleganti da casa, anche se ne aveva ricevuto uno in dono dall'Alfiere Kalia, un abito lungo blu scuro davvero carino.
Beh, non aveva vasta scelta comunque.
Attraversati i corridoi deserti della caserma e arrivata nelle sue stanze, la Lyvellin abbandonò stancamente il suo equipaggiamento, mentre slacciava le varie cinghie dell'armatura la gentil donna si osservava allo specchio tentando di immaginarsi già con un abito addosso, era un processo che non le era mai riuscita benissimo, tirò quindi un sospiro e andò ad aprire l'armadio: forse con uno stimolo visivo reale avrebbe scelto con maggior facilità.
Oltre a confermare il pensiero che aveva avuto nel corridoio, Elysandra si appuntò mentalmente di dover andare ad acquistare dei nuovi vestiti, o quantomeno di farsene spedire altri da casa perché ne aveva ben pochi lì.
Certo, avrebbe potuto portasene di più all'inizio, quando se ne era andata da casa, ma non si sarebbe mai immaginata di essere invitata fuori dall'ambasciatore dell'Alfiere in persona, si era preparata per una vita di caserma in fin dei conti.
Dopo essersi data una ripulita, Ely indossò il famoso abito blu donatole da Kalia, con dei guanti scuri che le arrivavano fin sui bicipiti, una piccola collana di perline e un fiocco blu per chiuderle i capelli in una graziosa coda. Guardandosi allo specchio, la Lyvellin era abbastanza soddisfatta del risultato, non poteva pretendere di più, non restava che incontrarsi con messer Quarion.
L'ambasciatore aspettava la nobildonna vicino alla Caserma, preparato di tutto punto per quell'uscita, era elegante e pure leggermente truccato. Di per sè Elysandra non era una donna molto fissata con i trucchi, ne usava ben poco giusto per mettere in risalto gli occhi che le piacevano tanto.
«Sono felice che siate arrivata» il nobiluomo la salutò con un inchino, e proseguì con dei complimenti «Vi trovo radiosa: le armi vi danno valore e nobiltà... ma l'abito che portate e le stelle in questo cielo mettono maggiormente in risalto la vostra schiva e delicata bellezza, milady.»
Chissà se era semplice cortesia o lo pensava davvero, ma non poteva non arrossire comunque un minimo: era sempre piacevole sentirsi apprezzata.
«Buonasera Messer Quarion, sono felice e oronata di incontrarla di nuovo.» anche Ely si inchinò leggermente per salutare l'ambasciatore «Se le stelle risaltano la mia bellezza, la pallida luna illumina il vostro bell'aspetto e il vostro gentile portamento.»
Finiti i convenevoli, bastò che Quarion schioccasse le dita per far apparire, da dietro un angolo, una bellissima carrozza trainata da splendidi cavalli bianchi. Elysandra rimase un po' spiazzata da quest'apparizione improvvisa, e in cuor suo sperava di dare un po' meno nell'occhio, ma non poteva farci nulla se non gustarsi la serata.
«Desiderate visitare qualche luogo in particolare, prima di cena?» La Lyvellin ci pensò qualche istante, poi le venne una idea carina, e sorrise a Quarion che la stava invitando a salire sulla carrozza.
«Mi piacerebbe visitare qualche bel parco, messer Quarion, ma perché non ci andiamo a piedi anzichè in carrozza? Passeggiando, potremo conversare di più e potrei osservare e conoscere la città con più calma. Che ne dite?»